Notes for String Teachers - Italian Language Version

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Benedetti Sessions

EXCLUSIVE


Con la Benedetti Foundation, creiamo delle esperienze formative attraverso dei grandi eventi musicali, destinati ad insegnanti e giovani, che celebrano la partecipazione alla musica ad ogni livello. La fondazione è un ente di beneficienza interamente finanziato dalle generose donazioni di singole persone, trust, fondazioni e sponsorizzazioni aziendali. Se vuoi fare una donazione per aiutarci a continuare con il nostro lavoro, ti preghiamo di visitare il sito: www.benedettifoundation.org/support o di contattarci all’indirizzo: info@benedettifoundation.org

Grazie per il tuo sostegno! La Benedetti Foundation è una società scozzese con status di ente di beneficienza: Company number: 636675. Charity number: SC049688

WWW.BENEDETTIFOUNDATION.ORG


INDICE

ILLUSTRAZIONI DI MARK BEECH

04 IL BENVENUTO DI NICKY

I DIRITTI DELLE FOTO APPARTENGONO AGLI ARTISTI

05 SIR SIMON RATTLE 06 UNA LETTERA DA ELIN MANAHAN THOMAS 07 UN ESTRATTO DEL DISCORSO DI NICOLA ALLA ROYAL PHILHARMONIC SOCIETY 10 MICHAEL TILSON THOMAS

BENESSERE 12 ESSERE UN “ATLETA MUSICALE” 13 BENESSERE FISICO

17

COINVOLGERE GLI STUDENTI NELLO STUDIO DELLE SCALE CONSIGLI PER LE SCALE

18

SVILUPPA LE TUE ABILITÀ COME MUSICISTA

19

SVILUPPA IL TUO SUONO

20

DIREZIONE ORCHESTRALE PER INSEGNANTI

22

ROUTINE GIORNALIERA

24

CAMBI DI POSIZIONE

25

VIBRATO

26

KODALY NELLE LEZIONI DI STRUMENTO

30

COS’È L’ANSIA DA PRESTAZIONE MUSICALE

31

PAESAGGI SONORI

34

UN MESSAGGIO DA RICHARD MORRISON

35

MUSIC IN SECONDARY SCHOOLS TRUST

16

LO YOGA COME MEDICINA - ELENA URIOSTE PAGE11

WYNTON MARSALIS PAGE 14

RITORNO ALLE BASI 37

PERCHÉ LE BASI SONO IMPORTANTI?

40

RISCALDAMENTO

SUPER-CONSIGLI 45

LA TENUTA DELLO STRUMENTO

47

LA TENUTA DELL’ARCO

49

COLPI D’ARCO

SHEKU KANNEH- PETR LIMONOV PAGE 28 MASON PAGE 21

47

LE BENEDETTI SESSIONS A CASA TUA

TRADUZIONE A CURA DI GAIA GHIDINI EMMA ARIZZA BENEDETTI FOUNDATION 2020


Speriamo che tu abbia trovato questo weekend istruttivo e divertente. Questo libro, che è il risultato del nostro appassionato lavoro, è stato scritto da me e da due incredibili giovani donne - Laura Gardiner e Hannah King - e anche grazie al generoso aiuto di numerosi amici e colleghi.

PHOTO: ANDY GOTTS

È destinato a quei momenti in cui abbiamo bisogno di ricordare il “perché” del nostro lavoro quotidiano, degli sforzi e dei sacrifici. Sebbene io insegni sempre, non sono mai stata unicamente responsabile dello sviluppo di un allievo dal punto di vista strumentale o del suo rapporto con la musica. Questa responsabilità è enorme e preziosa e il tuo lavoro va nutrito, valorizzato, potenziato e supportato. Nelle tue mani giace l’opportunità di sbloccare un incredibile potenziale, di liberare l’immaginazione, di regalare la voce a chi è timido, di dare fiducia a chi dubita di se stesso, di rappresentare per i bambini quel momento in cui scelgono l’azione anziché l’apatia, la perseveranza anziché la rinuncia, di credere “posso farcela” anziché “non voglio provarci”. In questo paese non valorizziamo abbastanza l’insegnamento, tantomeno l’insegnamento della musica. Ma creando il più possibile forza, solidarietà, energia in azione e dei risultati, possiamo contrastare questa situazione dando inizio ad una nuova prospettiva. Credo che chiunque di noi abbia qualcosa di unico da condividere e che il nostro potere collettivo arrivi quando creiamo un ambiente in cui possiamo vedere la forza e la crescita di ognuno attraverso il processo di apprendimento. Non c’è un modo giusto di insegnare musica. È una cosa tanto complessa e varia quanto lo è la storia dell’umanità stessa. Spero che, durante questo fine settimana, siamo riusciti a dimostrare un senso di apertura e di accoglienza e spero che questo libro possa fare lo stesso.

Nicky x

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NESSUNO DI NOI PUÒ VIVERE SENZA DEI MENTORI, ILLUSTRI E NON. ABBIAMO BISOGNO DI INSEGNANTI CHE POSSANO MODELLARE E NUTRIRE LA PASSIONE DEI BAMBINI PER LA MUSICA, IN MODO CHE I GIOVANI POSSANO AVERE LA CAPACITÀ DI ESPRIMERE LORO STESSI COME VOGLIONO. MI SENTO MOLTO FORTUNATO AD AVER AVUTO DEGLI STRAORDINARI INSEGNANTI NEL CORSO DELLA MIA VITA E DELLA MIA CARRIERA.

PHOTO: OLIVER HELBIG

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UNA LETTERA DA

ELIN MANAHAN THOMAS Ai giovani musicisti di tutto il mondo;

Potete ricreare questa magia tutte le

SIETE DEI SUPEREROI! Oh sì, lo siete. E

volte che volete e non ci sarà una volta

sapete qual è il vostro superpotere? Potete

uguale all’altra. Siete come un narratore

fermare il tempo. Lo sapevate? Sapete

con un infinito libro di fiabe. Ricordate

come farlo? Vi ricordate l’ultima volta che è

che la vostra storia è unica. Anche

successo? Ve lo dico io: voi fermate il

quando state imparando un brano che è

tempo quando suonate.

stato suonato centinaia, migliaia di volte prima di voi; quando VOI lo suonate, è

È come una magia. Tutte quelle ore di studio,

vostro.

Donate

al

pubblico

quei momenti passati ad approfondire la

interpretazione

di

quella

tecnica, quei minuti trascorsi affrontando

raccontate la storia come l’avete capita

passaggi complicati, quelle lezioni piene di

voi; invitateci in un mondo tutto vostro,

scale, dinamiche e ripetizioni… si fondono

che avete preparato, studiato, su cui

tutti nello speciale momento in cui state per

avete riflettuto e che ora siete pronti a

suonare il vostro brano. E cosa succede

condividere.

allora?

Catturate

sbagliata, quindi abbiate fiducia in quello

l’attenzione di tutti. Il vostro strumento

che state dicendo e convincete il pubblico

colora l’atmosfera e lo spazio in cui vi

ad ascoltare la vostra versione.

La

stanza

si

ferma.

Non

esiste

la

una

vostra musica;

storia

trovate; il vostro suono evoca immagini e ricordi a tutti coloro che vi ascoltano; la

Usate il vostro potere con cura: potete

vostra

il

far piangere le persone, farle sorridere,

pubblico nemmeno si aspettava. E tutto

magari addirittura strappare una risata e

questo – la quiete, l’attenzione, i colori, le

sicuramente potete travolgerle. Questa è

emozioni – è merito vostro e del vostro

la magia. E questa magia è dentro di voi.

musica

suscita

emozioni

che

fare musica. Siete i supereroi della musica. E vi dirò ancor di più, non c’è Kryptonite che possa fermarvi e non avete bisogno del potere del sole per ricaricarvi; no, avete solo bisogno di voi stessi.

Con affetto,

x Elin 6


Un estratto dal discorso alla

Royal Philharmonic Society NICOLA BENEDETTI La nostra percezione del mondo e del nostro posto in esso si espande esponenzialmente di ora in ora. È impossibile comprendere, in tutta la sua complessità e pienezza, questa giungla che è il XXI secolo; la Terra è satura di persone e di informazioni. Basta pensare a quante cose ci sono là fuori, dalle scoperte medico scientifiche, ai libri scritti, le opere d’arte create, le 500 registrazioni del concerto per violoncello di Elgar, le tante documentazioni del nostro passato collettivo, il continuo e travolgente flusso di creazioni. Abbiamo così tante cose, di ogni forma, misura, colore e per qualunque scopo immaginabile. E molte di queste cose sono deliberatamente create per non durare. I cellulari vengono resi obsoleti grazie ad un processo di “upgrade”; le aziende che lo fanno lo hanno persino ammesso. Ma cosa ne è di ciò che dura e che ha tale scopo? Comprendiamo il peso e il valore delle cose senza tempo? “Dov’è la saggezza che abbiamo perso nella conoscenza, dove la conoscenza che abbiamo perso nell’informazione?” scrisse T.S. Eliot nel 1934. Se già lo pensava a quel tempo, mi chiedo cosa direbbe di noi ora. Io credo che le persone vogliano ancora emozionarsi. Vogliono comunicare con amore e tutti noi vogliamo sentire di non essere soli al mondo. Nonostante sempre più giovani sembrino soddisfatti nei mondi presenti all’interno dei loro cellulari (e anche gli adulti), ho incontrato molte più persone impegnate nella comunità e nella preziosa esperienza di creare qualcosa collettivamente. Si, è faticoso, ma è un sacrificio che crea legami stabili e consente di provare delle esperienze profonde e durature.

Photograph: Jeff Holmes/REX/Shutterstock

Ma non mi sto lamentando del presente desiderando di tornare al passato. Gli spunti, le informazioni e le risorse che abbiamo ora a nostra disposizione ci danno delle possibilità straordinarie per modellare consapevolmente la direzione in cui vogliamo andare. Credo che abbiamo la migliore opportunità di sempre per scegliere di riconnettere noi stessi a tanti aspetti del passato e di sviluppare un rapporto più profondo con la nostra intelligenza intuitiva. La musica classica ricopre un ruolo molto interessante nel percorso di evoluzione dell’umanità; si tratta di un dialogo grandioso e stupendo tra istinto ed intelligenza. La musica viene così dal profondo tanto da essere in grado di rivelare antiche verità nel nostro moderno linguaggio. Come, ad esempio, imparare a gestire un dolore o ad avere fiducia – cose che non verranno mai scoperte attraverso formule matematiche o dati. La musica può raccontare fatti della nostra umanità che potrebbero sembrare imprecisi ma che, in realtà, sono molto precisi in quanto possono essere solo quello che sono. Questa è chiaramente un'antica saggezza, ma quello che è antico non vale meno solo per il fatto di essere “datato”.

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L’insegnamento e la condivisione della musica sono importanti perché, in poche parole, la musica è importante. Molto prima che venisse scritta, prima che venisse codificata e perfezionata, prima che venisse studiata e le venissero dati dei nomi, era un regalo dal profondo dell’animo di una persona ad un’altra, o la fotografia dell’emozione di un momento, o la devozione di una vita ad una divinità, o semplicemente un’espressione improvvisata e un modo per comunicare. È l’arte di tutto ciò che non possiamo vedere o toccare. È sentimenti e pensieri, offerte di generosità, vulnerabilità e apertura. Si rivolge a noi e comunica cose invisibili, dalle persone che creano il suono a quelle che lo ricevono. Ha il potere di catturarci, di farci provare molte cose in una volta sola. Ci può elevare fino all’ottimismo e ci accompagna quando proviamo dolore e sofferenza. Il fare musica può essere descritto come curativo, rinvigorente, estenuante e anche logorante. Riunisce milioni di persone attraverso l’ascolto e altrettanti attraverso l’atto di creare melodia, ritmo e armonia a servizio dell’espressione collettiva. Dunque, che dire dell’educazione? Cosa viene in mente quando si pensa all’educazione? Insegnamento, apprendimento, il passaggio e la condivisione di informazioni? Il mio partner in duo Alexei Grynyuk ha studiato a Kiev con un’insegnante severa, l’autorità fatta persona (quello che diceva, doveva accadere). Poi venne a studiare alla Royal Academy of Music e rimase scioccato scoprendo che ci potesse essere dialogo nell’apprendimento e di poter persino decidere in autonomia le proprie risposte alle domande. Guardando ora Alexei mentre insegna si nota fondamentalmente una continua serie di interrogativi. Non gli interessa convincere di un’idea i suoi studenti, a meno che quell’idea non sia che devono pensare da soli. Secondo Socrate, il ruolo dell’insegnante era simile a quello di una ostetrica, il che implica l’avere internamente qualcosa che deve essere portato alla luce.

Il filosofo francese Emmanuel Levinas disse che “l’insegnamento è la presenza dell’infinito che rompe il cerchio chiuso della totalità”. In altre parole, attraverso l’educazione proviamo ad aprire delle finestre su dei mondi con cui non avreste mai immaginato di interagire e proviamo abbracciare qualcosa di totalmente diverso da noi. L’educazione ci prepara a diventare unità di produzione, prevalentemente utilitaristici, a prendere il nostro posto nella forza lavoro? Oppure, l’educazione è, come spesso capita ora, un processo in cui si danno istruzioni in maniera sistematica? Secondo la definizione di Matthew Arnold si tratta di trasmettere il meglio di ciò che è stato pensato o scritto nella nostra cultura. Musica ed educazione possono essere una combinazione complessa. La musica, così inquantificabile e difficile da verificare, così legata a creatività, individualità, libertà ed espressione, al disordine e alla confusione della vita. L'educazione, spesso sperimentata come qualcosa di strutturato, controllato e sistematico. Siamo tutti abituati a sentire che l’educazione musicale insegna empatia, coordinazione, concentrazione, cooperazione, come ascoltare, esprimere qualcosa, come esprimerci in modo più sicuro, come essere determinati rimanendo flessibili, come comunicare e interagire. Sentiamo che aumenta la sicurezza e la soddisfazione personale, aumenta a tutto tondo i risultati accademici e solleva l’umore, influenza il benessere fisico e spirituale, il senso di realizzazione e il senso di proprietà di qualcosa che va nutrito, mette alla prova la nostra capacità di ricerca e la sensazione snervante di offrire qualcosa di personale a chi non conosciamo. Sentiamo che ci apre alla nostra creatività (creatività nella risoluzione dei problemi, nel pensare come rendere una cosa migliore o più semplice), ci aiuta ad aprire canali bloccati all’interno nella nostra mente o del nostro cuore, la nostra capacità di fiducia, il rimanere resilienti e positivi, anche quando le cose non vanno nella nostra direzione, anche quando niente va nella nostra direzione. Sappiamo anche che ci fa avvicinare presto all’idea di “professionalità”, nel nostro tentativo di riuscire durante l’esecuzione di un brano difficile davanti ai 8


nostri amici ed insegnanti, o nell’ allestire la sala e cercare di fare in modo che il concerto di Natale duri due ore anziché quattro!

Il potere della musica si accende nella sua esecuzione collettiva e nell’arte di creare ed interagire. È conversazione.

Imparare a suonare uno strumento richiede di imparare come si studia. La pratica stessa può insegnare disciplina, persistenza e pazienza. Sappiamo che prenderci cura del nostro strumento ci insegna ad essere responsabili. Che il lavoro sulla tecnica e la precisione, il suonare intonati, entrare a tempo, fare attenzione agli accenti, ai punti e ai crescendo, alla produzione del suono, tutto mentre si sta provando ad esprimere qualcosa insieme, ci insegna in modo forte e chiaro ad equilibrare gli opposti e restare a galla.

La musica ci insegna la nostra connessione con i pensieri, i sentimenti e le voci delle persone di altri paesi ed epoche. Ci mette nella mente e nello spazio di quelli che vivono esperienze che sembrano molto lontane dalla nostra. Permette di spogliarci di tutto ciò che ci separa e ci spinge a vedere e sentire quello che ci unisce. Infine, la nostra più grande sfida su questo pianeta è quella di capire, provare empatia ed elevarci l’un l’altro alla ricerca della nostra comune umanità. Non c’è sfida, né ricompensa, più grande.

La musica ci può insegnare il significato delle cose.

Nicola Benedetti 5 Novembre 2019

La musica accende l’immaginazione nelle giovani menti. In alcune occasioni, ho imparato di più sul brano che stavo suonando dai commenti di bambini di quattro anni che da anni di studio con professori eruditi. 9


"COME INSEGNANTI, ABBIAMO UN'INCREDIBILE OPPORTUNITÀ E UNA MERAVIGLIOSA ESPERIENZA PER SVILUPPARE IL CONTATTO CON IL BRILLANTE SPIRITO DI UNA NUOVA GENERAZIONE. IL MONDO HA BISOGNO DI INSEGNANTI CHE PRESENTINO LA MUSICA IN MODO CHE I BAMBINI POSSANO COMPRENDERE LE CANZONI, LE DANZE, LE SEMPLICI MELODIE ASSOCIATE A QUALCHE DETERMINANTE MOMENTO DELL'ESPERIENZA UMANA" PHOTO: STREIBER

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LO YOGA COME MEDICINA

ELENA URIOSTE, VIOLINISTA, ISTRUTTRICE DI YOGA E COFONDATRICE DI 'INTERMISSION'

Durante il mio secondo anno come studentessa presso il Curtis Institute, il braccio destro ha iniziato, in maniera abbastanza regolare, ad intorpidirsi dal gomito fino alla punta delle dita. Era simile a come si sentono gli arti appena prima di addormentarsi; non come se ci fossero degli spilli o degli aghi, ma come qualcosa di vuoto, come se non ci fosse stato sangue a mantenere viva e vibrante quella parte di me. Ero sovraccarica di lavoro, non dormivo abbastanza e trattavo il mio corpo come una discarica per cibo spazzatura come le ciambelle di Entenmann, la Red Bull e il DeKuyper Sour Apple Pucker. L’intorpidimento del braccio aumentava quando stavo seduta, motivo per cui sono stata esclusa dall’orchestra, incontrando irritazione e disappunto da parte di Rick Zuch.

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Il miglior yoga, al suo centro, è scienza. Non invasivo, basilare, la scienza “dell’osso del piede collegato a quello…della gamba!”. Io non sono una studiosa di anatomia. Quello che sono ora è una persona consapevole del proprio corpo, in sintonia con ciò che sente in ogni momento.

Comprendo abbastanza bene dove un’articolazione, un muscolo o un legamento dovrebbe andare e quindi, quando qualcosa non va come dovrebbe, so che movimenti fare per risolvere il problema e prevenirne di più gravi. So fare delle pause quando, suonando, mi sento tesa e affaticata. So che è giusto ammettere quando sto male e che va altrettanto bene “lasciar perdere” le persone quando alzano gli occhi al cielo. I I miei insegnanti e i miei compagni di classe, musicisti non sono migliori, più forti o più capaci se esattamente come me, non riuscivano a capire come suonano quando provano dolore. rimediare al mio problema e tantomeno a comprendere ciò che l’avesse causato. Il miglior Ad ogni modo, quell’intorpidimento? Un nervo alla consiglio che qualcuno potesse darmi era di andare a base del lato destro del mio collo era compresso, farmi visitare dal “dottore delle mani”, le cui soluzioni probabilmente a causa di qualcosa di sciocco come ai dolori dei musicisti generalmente prevedevano l’uso addormentarsi contorti o stare seduti in una posizione di un bisturi. Alla fine, una persona a me cara mi scomoda su un aereo, peggiorato da ore ed ore a suggerì di andare da un Rolfer (uno specialista che suonare il violino senza controbilanciare il movimento. pratica una tecnica di manipolazione fisica chiamata Ho provato un accenno a qualcosa di simile un paio di Integrazione Strutturale). Non avevo idea di cosa anni fa, ma questa volta sono stata in grado di volesse dire e sinceramente sono ancora un pochino confusa in merito, ma a quel punto ero solo alla identificare il problema. Grazie alla mia conoscenza e disperata ricerca di un braccio nuovamente capace di fiducia nella pratica lenta e consapevole dello yoga, ho passato le due ore successive facendo sostenere l'arco. allungamenti e sequenze che mi permettessero di distendere il collo, le clavicole, il petto e la parte Il metodo Rolfing ha funzionato, ma solo dopo aver superiore della schiena. L’intorpidimento se n’è andato sborsato migliaia di dollari per i 10 trattamenti prima delle prove di quella sera. prescritti, molti dei quali avevano poco o niente a che fare con il mio effettivo problema. Il mio intorpidimento se ne andò in buona parte, forse Ho voluto scrivere queste cose non per grazie a quella pratica o forse solo grazie alla autocompiacermi o predicare – non sono sempre stata volontà, ma ogni volta che, nei mesi successivi, lo un brezel umano con i piedi sulla testa, amante del sentivo tornare, mi terrorizzava. Non avevo idea di quarzo rosa o ossessionata dalla meditazione. Una cosa significasse o di come farmelo passare. volta provavo dolore abbastanza regolarmente. Ma si tratta davvero di una pratica meravigliosa. È una Faccio yoga da quasi nove anni. In tutto questo medicina. Lo yoga è veramente per tutti. Preveniamo tempo non ho più avuto dolori. Lo yoga non è affatto ed eliminiamo insieme i dolori! una panacea, e nemmeno un credo religioso. 11


TIMALE UNA PERFORMANCE OT SUPER-CONSIGLI PER

ESSERE UN “ATLETA MUSICALE” DI SARAH UPJOHN. FISIOTERAPISTA

Riscaldarsi prima di accordare Fai qualche esercizio di riscaldamento In questo modo incrementa la circolazione del sangue nei muscoli Il sangue porta l’ossigeno ai muscoli Mantieniti idratato – bevi tanta acqua Mantieniti in forma – essere fisicamente forti e in forma riduce il rischio di lesioni

Quando suoni Sii attento e consapevole Sei seduto comodamente? Sei seduto saldamente sulla sedia? I tuoi piedi sono appoggiati al pavimento? Ritorna in una posizione naturale ogni volta che puoi Lascia andare regolarmente la tensione che hai accumulato nelle spalle, nel busto, nelle braccia, nelle mani e nella mandibola

Dopo aver suonato Fai degli allungamenti – abbandona la posizione che hai quando suoni Sfrutta al meglio le pause – fai una passeggiata, prendi un po’ d’aria, muovi le braccia Ricordati l’importanza dei momenti di pausa – i muscoli ne hanno bisogno per mantenersi forti Ricorda Non ignorare i dolori, chiedi aiuto se hai dolori causati dal suonare Le lesioni causate dal suonare si possono prevenire

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BENESSERE FISICO

ANDREW PATTERSON, OSTEOPATA

Sappiamo, grazie a tanti anni di ricerca, che suonare uno strumento musicale può portare a disagio, dolore e a potenziali lesioni. La buona notizia è che molto di tutto ciò si può prevenire e, incoraggiando i giovani ad avere delle buone abitudini fisiche, si possono evitare molti dei modelli posturali e di movimento che possono portare a delle lesioni. Con questo approccio potrebbero anche sviluppare un suono migliore. La postura, quando si suona, è importante tanto quanto tecnica e abilità. Per suonare bene abbiamo bisogno di una base, di un corpo che ci sostenga, che sia anche rilassato e in grado di muoversi in modo dinamico. Una buona postura si trova appoggiando i piedi sul pavimento, per poi allargarli in linea con le spalle. La posizione del bacino dovrebbe essere neutra, come una bacinella piena d’acqua, permettendo all’acqua di non sporgersi né verso la parte anteriore del bacino, né verso quella posteriore. Se si suona da seduti, il peso dovrebbe essere equamente distribuito sulla seduta della sedia. Il corpo dovrebbe essere eretto e rilassato, non curvo o inclinato e nemmeno inarcato all’indietro. La parte anteriore e quella posteriore del corpo dovrebbero avere la stessa lunghezza e il collo dovrebbe distendersi un pochino. Le spalle dovrebbero essere rilassate ed aperte.

Prima di cominciare a suonare, fare riscaldamento aiuta a favorire la circolazione del sangue nei muscoli. Alcuni esercizi generali che permettono di muovere le articolazioni sono sufficienti e possono riguardare la parte superiore della schiena, le spalle, gli avambracci e le dita.

L’allungamento dei muscoli prima dell’attività non è di alcun beneficio, dato che non si può scaldare un muscolo allungandolo. Dopo aver suonato dovresti fare stretching e dei movimenti che possano rilassare i muscoli posturali e quelli che usi per suonare, ancora una volta concentrandoti sulla parte superiore della schiena, le spalle e gli avambracci. Questo aiuta a prevenire il protrarsi, al giorno seguente, di tensioni legate al suonare. La pratica può essere più efficace se si comincia con delle arcate lunghe e lente e con delle scale, piuttosto che iniziando con esercizi di velocità o direttamente con un brano. Quando impariamo qualcosa, utilizziamo una caratteristica della fisiologia cerebrale in base alla quale il modello del nuovo movimento viene elaborato solo quando smettiamo di farlo. In questo modo, quando lo rieseguiremo, avremo inspessito il modello stesso e saremo in grado di suonarlo. L’apprendimento avviene nei vuoti. Questo può aiutare quando il repertorio diventa più complicato e può facilitare a ridurre la pressione legata allo studio. Dovremmo anche essere consapevoli delle altre stimolazioni posturali subite dal corpo, come ad esempio portare gli strumenti o sforzare i muscoli del collo per guardare il cellulare. Queste cose tendono ad aggravare le tensioni che acquisiamo suonando.

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UNA LETTERA DA

Wynton Marsalis

TROMBETTISTA, COMPOSITORE, EDUCATORE, DIRETTORE ARTISTICO E MANAGER, JAZZ AT LINCOLN CENTRE

Quasi tutti noi, in qualche modo, siamo stati coinvolti intimamente dalla musica per buona parte della nostra vita. Nel corso di una normale giornata lavorativa, è consueto riflettere sui direttori e sugli insegnanti privati della nostra gioventù. Il solo fatto di menzionare un nome può evocare l’intensità del nostro primo amore per la musica, o forse, ci ricorda il nostro progressivo passaggio dall’essere timidi partecipanti a membri entusiasti di una band, a portatori illuminati dei valori musicali con cui siamo cresciuti tanto tempo fa.

La musica è l’esortazione di un predicatore di campagna e il suono di un lamento notturno. È la banale sigla di una pubblicità in televisione, la canzoncina che contraddistingue un videogioco, il suono di un’intera etnia e il travaglio degli schiavi del Sud nascosto in una canzone. La voce della preghiera del mattino che ferma le città e l’inno che richiama sull’attenti una nazione. Nella musica, raccontata ad ogni performance, si trovano la storia e la memoria di un popolo, il legame tra le generazioni, il sentimento di appartenenza e, in definitiva, un’espressione d’amore.

Solo il nome – musica…comunica spiritualità, raffinatezza, solennità, sfrontatezza e celebrazione. La sensualità e l’omissione, il cigolare, il lamento e la sciocchezza, le sonate e le sinfonie serie, lo sprofondare ed essere inzuppati in una salsa speciale chiamata “anima”. Il blues parla e dice esattamente quello che si vuole dire.

Può riordinare le emozioni, risvegliare i pensieri, può sollevare il morale ed aprire l’occhio della mente con una singola nota. La coscienza materializzata attraverso il filo del rasoio dell’esecuzione e costretta alla veridicità dalla pressione del tempo, la musica è sempre ora. E la padronanza del presente è una cosa seria.

Nella musica c’è tutto, dai movimenti dei cieli al frinire dei grilli, al suono delle campane della chiesa e dei cellulari, agli spruzzi d’acqua e gli ululati alla luna, i sussurri dei nuovi amanti, il rumore cacofonico delle coppie litigiose, fino al pianto solitario dei cuori infranti.

“Solo il nome – musica… comunica spiritualità, raffinatezza, solennità, sfrontatezza e celebrazione.” 14


Sebbene poco ricompensato, il direttore di un gruppo musicale è il principale custode di un’eredità musicale personale e collettiva. Uno speciale tipo di insegnante la cui identità viene modellata dall’impegno a vita con le profonde ed immediate verità della musica. Qualcuno che è spinto a guidare gli studenti ad una più profonda conoscenza di sé e degli altri, attraverso la cura del loro rapporto con l’arte stessa. Una delle più grandi conquiste della cultura occidentale: il raggruppare strumenti che si somigliano all’interno di famiglie che si mescolano, con tutte le gioie e le disfunzioni che ne derivano, diventando una famiglia di famiglie, un gruppo, un’orchestra, una marching band, una jazz band. È una complessità di relazioni, con diritti e responsabilità in costante cambiamento. Al suo centro, il rapporto tra il direttore e il singolo studente può essere tanto complesso e semplice come il rapporto tra ottoni e legni, tra trombe e tromboni gelosi, tra tutti quanti e il percussionista. Infine e prima di qualunque cosa, è compito del direttore portare alla realizzazione della fondamentale e assoluta missione della musica: essere insieme e stare insieme. Il direttore è il connettore, il tempo è l’equalizzatore. Problemi durante una performance? Risolvili immediatamente, perché suonare è l’ultima parola ed è sempre ora. La stessa “attualità” della performance rende le alte aspirazioni ancora più critiche. Una band è ispirata dalla qualità della sua musica e viene accesa dalla passione del suo direttore. Tutto il lavoro e la cooperazione per un’esibizione di successo meritano una musica concreta, ben fatta e una purezza d’intenti DEGNA dello sforzo. Questo valore non può essere calcolato in dollari, centesimi o in numero di downloads. Non può essere barattato o negoziato. La musica vale tutto ciò che è stato posto al suo interno per crearla; l’anima di un popolo, un’intuizione spirituale, ore di lavoro, un profondo romanticismo, umorismo, un amore finito, brillantezza orchestrale, un modello profondamente radicato, secoli di tradizione, un genio innovativo…è molto più profonda delle note. E tutto fluisce dai misteri della creatività attraverso il compositore, dalla musica attraverso il direttore, all’ensemble e verso il pubblico.

Dopo le esecuzioni quasi sempre sono tutti emozionati ed innalzati. Ma molto di quello che rende una performance di successo non si trova sul palcoscenico. Ben oltre la produzione logistica e i requisiti fondamentali di armonia, ritmo ed intonazione, i direttori sono sempre più chiamati ad essere sognatori, costruttori e attivatori della comunità. Una fastidiosa e dilagante ignoranza a livello nazionale, l’apatia e alle volte una dichiarata ostilità nei confronti delle arti nell'educazione, richiede un maggiore impegno al di fuori del palcoscenico. Che lo accettiamo o no, il futuro dei nostri progetti è illuminare, divertire e stimolare i nostri concittadini. Ed è tutto molto personale. La tua storia diventa la storia della tua band, e attraverso il loro racconto e abbellimento, presto diventa la storia della tua comunità e poi la storia di tutti noi. Chi di noi può, rifletta su dei maestri a sé cari non più tra noi. Anche ora, in questo momento, possiamo ricordare, con una rara ed improvvisa emozione, quanto ci hanno dato per renderci dei musicisti, degli studenti e delle persone migliori. Il solo ricordo della voce evoca i loro ripetuti discorsi e gli approcci unici ad un brano impegnativo. Rifletti sulla tua esperienza all’interno del gruppo musicale del liceo. Non dimenticherai mai e poi mai il direttore. Anche lo studente più insicuro se lo ricorda. TU ora occupi quel ruolo e sei diventato una guida irremovibile nel paesaggio della vita dei TUOI studenti.

E quali sono le nostre responsabilità nei confronti di questa posizione, dei nostri studenti e di quei cari che sacrificano tanto per i nostri gruppi? Dobbiamo loro UN INVESTIMENTO CONCRETO, IL RAGGIUNGIMENTO DELLA QUALITÀ ED UN ENTUSIASMO INESTINGUIBILE PER IL MIGLIORAMENTO. Non vogliamo guardare indietro ad una carriera come guide per i giovani e dire “È stata una seccatura! Piena di brutta musica e dolori alla schiena. Non rivedrò mai i bambini a cui ho insegnato per tutta la vita. Che liberazione!”. È importante mantenere i contatti con gli ex allievi. La loro partecipazione alla musica a casa e nelle loro comunità testimonia, nel tempo, l’efficacia dei nostri insegnamenti. 15


COINVOLGERE GLI STUDENTI NELLO STUDIO DELLE SCALE Lo studio e il miglioramento dell’esecuzione delle scale, per i giovani musicisti, sono importanti per poter costruire una tecnica sicura. Sviluppare buone abitudini e positività nell’esecuzione delle scale, fin dalla giovane età, supporterà gli allievi nella successiva crescita musicale. Ecco alcuni consigli per gli studenti. Stabilisci sempre gli obiettivi e attieniti alla tua missione Respira Fai attenzione a distribuire l'arco in modo uniforme Ascolta il suono dall’inizio alla fine – cerca sempre di avere un bel suono Inizialmente studia senza vibrato, così da poter ascoltare che il suono sia puro e l’intonazione precisa, con cambi di corda fluidi e collegamenti impeccabili tra le arcate in giù e quelle in su Concentrati affinché i cambi di posizione e di corda siano fluidi Verifica l’intonazione con le corde vuote e diventa consapevole della risonanza, quella vibrazione che percepisci quando il suono è veramente intonato Prova sempre ad includere nel tuo studio gli arpeggi e le doppie corde; sono preziosissimi per lo sviluppo della forma della mano sinistra e per imparare la geografia dello strumento Evita di “danzare” con le dita della mano sinistra – mantienile morbide, pronte e preparate Trascorri parte del tuo studio quotidiano sviluppando i diversi colpi d'arco, e ricordati di usare il metronomo 16


CONSIGLI PER LE SCALE Di Andrea Gajic, professoressa di violino al Royal Conservatoire of Scotland

Ecco alcune cose che potresti trovare utili quando insegni le scale: Prenditi del tempo per capire in che modo apprende l’allievo Individua i punti di forza e le debolezze Sii elastico, aperto e creativo Crea una routine che possa facilitare lo sviluppo degli aspetti che hanno bisogno di migliorare Sii costante nell’ascolto di scale ed esercizi, idealmente durante ogni lezione Incoraggia regolarmente l’allievo a raggiungere il proprio potenziale Evita di dire o dare troppe cose troppo presto, c’è tutto il di tempo (soprattutto con i più giovani) Resta paziente e coscienzioso – tieni sempre conto degli obiettivi a lungo termine

LIBRI CONSIGLIATI PER SCALE E STUDI Barbara Barber: Scales for Young Violinists (Alfred Music) Barbara Barber: Scales for Advanced Violinists (Alfred Music) A.Grigorian: Scales and Arpeggios for violin (Muzyka) Carl Flesch: Scale System by Carl Flesch (Carl Fischer Music) Ivan Galamian and Frederick Neumann: Contemporary Violin Technique Part 1 and 2 (Galaxy Music Corporation) Elisabeth Gilels: Daily Exercises for the Violinist (Sikorski Musikverlag) Carl Flesch: Urstudien (Carl Fischer Music) The Dounis Collection: Eleven books of studies for the violin (Carl Fischer) Schradieck: School of Violin (Schirmer Library) Ševčík: Changes of Position and Preparatory Scale Studies Op.8 (Bosworth) Ševčík: Preparatory Exercises in Double Stopping Op.9 (Bosworth) Ševčík: 40 Variations Op.3 (Bosworth) Ivan Galamian: Principles of Violin Playing and Teaching Paul Rolland: The Teaching of Action in String Playing (Alfred Publishing) Simon Fischer: Basics 17


COSA FACCIAMO VERAMENTE QUANDO SVILUPPIAMO LE NOSTRE CAPACITÀ COME MUSICISTI E QUANDO FACCIAMO MUSICA INSIEME? KATHRYN JOURDAN VIOLISTA, INSEGNANTE E RICERCATRICE

Sentiamo parlare molto del fatto che la musica sia un linguaggio universale, ma ci sono tanti modi di fare musica e una moltitudine di culture musicali nel mondo che contrastano notevolmente in termini di suoni e funzioni. Possiamo intendere tutto il “fare musica” come una pratica comune? Come possiamo capire l’importanza dello sviluppo tecnico e di tutto quel duro lavoro che facciamo quando impariamo a suonare il nostro strumento? E comunque, per quale motivo è importante?

faccia o a distanza, per noi magari la persona con cui stiamo condividendo la scrivania, il pubblico per cui stiamo suonando, o forse anche le persone lontane migliaia di chilometri di cui stiamo imparando la musica. È una specie di radicale apertura che ci riorienta in maniera profonda verso l’esterno, mentre siamo cambiati attraverso l’incontro con l’altro. Se consideriamo il linguaggio – il modo in cui parliamo al nostro interlocutore – al livello più profondo, prima di comunicare realmente qualcosa, ci stiamo protendendo cercando di “mettere un mondo in comune” con l’altro. Ugualmente, quando facciamo musica insieme, ci stiamo “mettendo in discussione” per “guardare in faccia” l’altro o un gruppo di persone.

Questo è un atto etico. Fare musica insieme significa correre il rischio di esternare noi stessi, per poter entrare in Osservando le esperienze degli contatto con le altre persone. studenti di musica, ho trovato molto utile la filosofia di Nella nostra tradizione Emmanuel Levinas. Egli vide come dell’arte musicale occidentale, nostra prima responsabilità, ancor o musica classica come prima che noi provassimo in spesso la chiamiamo, noi – in qualche modo a dare senso al quanto musicisti ed interpreti mondo, l’essere per l’altro – la – abbiamo il privilegio di persona che incontriamo faccia a portare gli altri più in profondità in ciò

che Levinas avrebbe chiamato “l’infinito” della musica che stiamo suonando, in contrapposizione alla “totalità” dei facili frammenti di apprendimento che portano a conclusioni precoci e chiusura di pensiero.

Levinas ha descritto l’educazione come “la presenza dell’infinito che rompe il cerchio chiuso della totalità”. Come educatori possiamo aprire interi mondi nuovi ai nostri allievi. Come insegnanti siamo entrati nell’infinità della musica e del fare musica insieme prima dei nostri studenti, che ora invitiamo ad accedere insieme a noi. Viaggiamo insieme in questo infinito, imparando fianco a fianco durante il cammino. E mentre sviluppiamo la nostra tecnica e la musicalità, ci è concesso di portare gli altri con noi, in un incontro piu' profondo tra di noi e con la musica stessa.

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SVILUPPA IL TUO SUONO Fare attenzione al tuo suono è molto importante, non evitarlo! È la cosa più personale del tuo modo di suonare, per cui ti raccomando vivamente di prenderti il tempo per svilupparlo pazientemente. Il suono che ognuno produce con il proprio strumento è totalmente unico, quindi ti invito a chiederti “Come voglio suonare?” e ricorda che quel suono ti appartiene e resterà sempre tuo. Per gli studenti, incoraggiamoli ad accettare loro stessi, accettare il proprio suono e da lì, lavorare insieme per svilupparlo e approfondirlo. Quando creiamo il nostro suono, le cose che dobbiamo prendere in considerazione sono: La tenuta dell’arco Il posizionamento dell’arco – posizionalo tra il ponte e la tastiera L’angolazione dell’arco La velocità dell’arco – veloce, lenta, controllata Il peso del braccio sull’arco – affonda nella corda per un suono pieno oppure sfiora la corda creando aria e leggerezza Il suono non è una cosa puramente fisica, le più grandi forze in gioco nel suonare sono il tuo udito e la tua intenzione. Le tue orecchie sono strumenti potenti – ti guideranno. Sperimenta con il suono: Sperimenta le dimensioni opposte del troppo e del poco peso dell’arco sulla corda Senti le vibrazioni dello strumento e ascolta davvero attentamente quando stai sperimentando Esercitati a trovare gli estremi del tuo strumento e poi la via di mezzo La “via di mezzo” è il luogo più risonante, bello, confortevole e felice per il tuo suono Devi conoscere gli estremi per sapere come posizionarti al centro e produrre un suono bello e proiettato Dovrebbe essere unico, ma sostenibile (così da non stancarti!) 19


DIREZIONE ORCHESTRALE PER GLI INSEGNANTI Appunti di Alex Laing

Buona parte del successo, nel dirigere un gruppo di studenti, deriva dal mostrare e condividere con loro il tuo stesso divertimento e la fiducia. È importante ricordare che non è necessario provare ad essere, o a sembrare, un direttore professionista. I direttori professionisti spesso non sono molto bravi a lavorare con i bambini. Sviluppano i loro vari stili di direzione, che gli adulti o i musicisti esperti imparano ad interpretare. RICORDA: I bambini hanno bisogno di essere diretti in modo semplice, chiaro e logico I bambini non hanno bisogno di un direttore che si limiti a contare All’inizio vale la pena lavorare sulla disciplina Quando la bacchetta si alza significa che sei pronto, dunque dovrebbero esserlo anche loro Senti la pulsazione internamente, poi dai il levare COME TENERE LA BACCHETTA È un po’ come tenere in mano l’archetto del violino, ma portando la bacchetta all’interno della mano:

QUANDO DAI IL BATTERE PENSA: Rimbalza – come il pizzicato Ping pong – colpi a ore 6, 9, 3, 12 20


UNA LETTERA DA PARTE DI

Sheku KannehMason

VIOLONCELLISTA

Molte persone hanno visto la mia performance alla finale del concorso “BBC Young Musician of the Year” nel 2016, mentre suonavo il Concerto per violoncello n.1 di Shostakovich. Ma quello che in tanti non hanno visto e di cui possono non essere consapevoli, sono la preparazione e il supporto che hanno preceduto quel momento, principalmente grazie al mio meraviglioso Maestro di allora, Ben Davies. Ho cominciato a prendere lezioni con Ben a 10 anni, quando ho iniziato a studiare al Primary Royal Academy of Music, luogo in cui andavo ogni sabato. Ho avuto Ben come insegnante fino ai miei 18 anni, quando ho finito gli studi al Royal Academy Junior Department. Sono stati degli anni fantastici in cui ho imparato tanto su come suonare il violoncello e sulla musica e in cui ho scoperto il musicista che volevo essere. Ben mi ha aiutato a maturare e a passare dall’essere il ragazzo entusiasta che amava il violoncello, al musicista che sono oggi (ovviamente amo ancora il violoncello!). La quantità infinita di idee che aveva, in merito ai brani che suonavo, era una delle cose che mi ha sempre ispirato durante le lezioni settimanali. Mi ha permesso di cercare in profondità nella musica che stavo imparando. Era chiaro che durante la settimana, al di là della lezione che faceva insieme a me, lui pensava a tutto ciò e questa era una cosa molto speciale.

“Il mio Maestro mi ha insegnato a cercare a fondo nella musica” Sebbene lui non sia più il mio insegnante principale, quando è presente ad un concerto ha sempre un quaderno e una penna ed ogni volta mi invia un messaggio con i suoi appunti. È una cosa preziosa. Ciò che ritengo essere davvero importante è la fiducia, costruita nel corso degli anni, che provo nei suoi confronti dal momento che lo vedo non solo come un Maestro, ma anche come un amico. Una delle cose che ricordo maggiormente di quando studiavo con lui è la settimana precedente alla mia performance al concorso della BBC. Fino all’ultimo, prima di salire sul palcoscenico, Ben è stato lì con me, stimolandomi con entusiasmo e nuove idee. Mi incoraggiava continuamente ad approfondire le mie scelte musicali e gli sono davvero grato per questo, perché mi ha reso creativo e mi ha permesso di pensare a quello che voglio comunicare durante una performance, invece di pensare a cosa potrebbe andare storto! Sono davvero fortunato ad aver avuto un insegnante come Ben per così tanti anni. 21


ROUTINE GIORNALIERA

RESPIRO

MENTE CALMA E CONCENTRATA

Respirare è una delle cose più importanti e umane che possiamo esercitarci a fare. Vorrei che mi avessero insegnato a concentrarmi sul respiro quando ero più giovane. Prenditi un momento per fare dei respiri profondi, inspirando ed espirando. Quando inspiri, senti la pancia e i polmoni espandersi. Quando espiri, lascia che il tuo corpo diventi il più possibile pesante e ancorato a terra. Affonda nel pavimento o nella sedia, se sei seduto. Prima di iniziare a suonare, prenditi qualche secondo per rimanere calmo e in silenzio con il tuo strumento. Pensa a quello che stai per fare e prova ad approcciarti a questo momento con una mente serena e concentrata. Non stressarti quando studi, prova a farlo con positività e il più seriamente possibile.

08 La musica non esiste senza il suono, dunque, il tempo SUONO

dedicato a migliorarlo, non è mai e poi mai tempo perso. Passa buona parte del tuo studio quotidiano SOLAMENTE pensando e ascoltando il suono. Prova a suonare le corde vuote o delle semplici melodie, nulla di complicato. Cerca di percepire la vibrazione del suono, tentando di renderlo più limpido, più bello, più personale, più sincero e più accogliente.

6Questa parte è la prosecuzione di ciò che abbiamo PESO

detto riguardo alla respirazione. Senti il peso delle braccia e di tutto il tuo corpo. Appoggia e affonda i piedi nel pavimento e molleggia su e giù. Ad ogni respiro senti le braccia pesanti e rilassate.

2 FIDUCIA

Spendi un minuto a pensare di poterti fidare di te stesso, a pensare al fatto che tu e le tue mani siete in grado di capire cosa fare. Non cominciare a studiare con ansia (“non posso farcela” o “non voglio farlo”). Lascia spazio agli errori e alle sperimentazioni. Non cercare ogni volta di fare le cose perfettamente!

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INTONAZIONE/ ASCOLTO

DOV’È IL TUO CUORE?

REPERTORIO

SEPARA E SEMPLIFICA

ATTEGGIAMENTO TRANQUILLO

Per suonare intonato devi ascoltare molto, molto attentamente. Una delle più importanti lezioni che io abbia mai ricevuto è stata quella di ottenere solo UNA O DUE note incredibilmente intonate, squillanti, brillanti e chiare. Una volta che sai cosa si prova a suonare intonati, vorrai sempre sentire il tuo suono in quel modo e provare la stessa sensazione. Per cui, concentrati sull’intonazione almeno una volta al giorno.

Esprimi quello che provi verso la musica durante lo studio. Chiediti da dove arriva quella musica, qual è il suo senso, cosa sta cercando di dire, cosa provi a proposito e cosa vuoi che le altre persone percepiscano.

Piccolo o grande che sia il repertorio su cui devi lavorare, è meglio decidere in anticipo cosa vuoi ottenere e programmare il tempo che hai a disposizione, così da non dimenticare i passaggi più importanti. Sappi quanto sono lunghi i brani su cui devi esercitarti e prova a suonarli tutti. Se pensi di non riuscire, fai in modo di avere il tempo per studiare i passaggi che trovi più complicati. Separa il ritmo dalle note, la mano sinistra dalla mano destra, la produzione del suono dall’intonazione. Per esempio, esercitarsi sull’intonazione molto lentamente è davvero utile! E lavorare sulla qualità del suono ascoltando solo le corde vuote, senza occuparsi della mano sinistra, lo è altrettanto. Se sai che ti stai esercitando quotidianamente, puoi stare tranquillo e fidarti del risultato che otterrai attraverso la ripetizione. E anche se non riesci, ricordati che non è mai d’aiuto provare a fare qualcosa di complicato sotto stress.

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CAMBI DI POSIZIONE! Di seguito trovi alcuni consigli per quando insegni i cambi di posizione: Nei cambi di posizione, la preparazione è tutto Gli aspetti fondamentali sono studiare ed imparare a suonare i cambi di posizione con un movimento lento, delicato e leggero - cambi di posizione con lo stesso dito - cambi di posizione tra corde diverse - cambi di posizione con salti di ottava Che sia un cambio con una sostituzione oppure con lo stesso dito, esercitati sempre lentamente e con consapevolezza. Cerca di sentire fisicamente, con tutto te stesso, cosa succede da una posizione all’altra (continuando a lavorare lentamente e in maniera accurata). Questa è un’ottima opportunità per insegnare al tuo corpo la sensazione della distanza tra una posizione e l’altra. Costruisci accuratamente questa sensazione ad ogni ripetizione Un cambio di posizione richiede il tempo necessario per farlo; generalmente hai più tempo di quanto pensi Nella maggior parte dei casi, vorrai alleggerire la mano sinistra durante il cambio (a meno che tu non stia cercando un effetto sdolcinato!). Sii sempre consapevole della pressione delle dita e mantienile leggere e morbide. Pianifica sempre come raggiungere la nota successiva Studia il movimento in base al tipo di cambio che vuoi ottenere per arrivare alla nuova nota, se pulito oppure con un portamento, e in quale arcata vuoi fare il cambio, se in quella della prima nota o di quella nuova Canta la nota nella tua testa prima di fare il cambio di posizione Studia tante, tante, tantissime volte i cambi più complicati in modo da creare confidenza Ulteriori consigli per violoncelli e contrabbassi: Pensa al gomito e rilassa le dita Prova a non stringere il manico, altrimenti il cambio non verrà Violoncelli: quando cambiate posizione con il pollice a capotasto o in posizioni alte, il gomito dovrebbe anticipare la sua nuova posizione più alta Contrabbassi: non fate cambi ascendenti dal 4° dito al 4° dito o discendenti dal 1° dito al 1° dito, altrimenti la vostra mano crollerà 24


VIBRATO

'L'argomento preferito da tutti: il vibrato. Ovviamente esistono infiniti modi per insegnarlo. Di seguito puoi trovare alcune delle migliori strategie che mi sono state mostrate, oltre ai consigli dei nostri tutor.' Nicky La tua espressività deriva principalmente dal suono e dalla mano destra, per cui non farti

1 troppa pressione per ottenere un vibrato perfetto. Inoltre, tensione e aspettative troppo alte di solito non aiutano mentre si sta imparando qualcosa di complicato

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Come consiglia la nostra grande tutor Jenny Lewisohn (violista), prova il “metodo dello scarabeo morto”. Esercitati prima senza strumento, mettendo la mano sinistra, o entrambe le mani, nella posizione dello "scarabeo morto". Muovila liberamente verso e lontano da te, un po' come quando fa molto caldo e ti fai aria, cercando di mantenerla completamente rilassata...altrimenti si perde lo scopo dell'esercizio.

3 Partendo da questo movimento, applicalo allo strumento (ancora senza arco) muovendo la

mano su e giù lungo il manico, andando anche verso le posizioni super alte! Non esser timido né prudente! Nessuno può sentirti

violini e viole, è una buona idea studiare il vibrato in III posizione. Ma, se ancora non suoni 4 Per in terza posizione, la cosa importante è abbracciare con la mano il punto in cui il manico si collega al corpo dello strumento. Questa è la tua “zona sicura”

fai questi esercizi, dovresti sentire la mano il più comoda e rilassata possibile. 5 Quando Ciò vale per ognuna delle articolazioni delle dita. Se sei super rigido, renderai il tutto più complicato

6 Comincia con dei movimenti ampi, lenti e ondeggianti. Prova ad assicurarti che ogni singolo muscolo della tua mano e del tuo braccio sia rilassato

un po’ dovresti provare a ridurre l’ampiezza del movimento, ma non avere fretta in 7 Dopo questa fase e non aggiungere l’arco troppo presto. Per ora non importa come suona! Importa solo la sensazione

8 Il vibrato dovrebbe essere usato per arricchire il suono, non il contrario. Cerca di non renderlo destabilizzante in termini di forma, andamento, qualità del suono

tuo vibrato non dovrebbe essere di un solo tipo. Dovrebbe variare in base ai diversi brani, 9 Ilstati d’animo, stili e volumi. Se provi a bisbigliare è come se stessi urlando? Dici qualcosa in

modo amorevole come se lo stessi dicendo da arrabbiato? Ciò che vogliamo è esprimere tutte le possibili emozioni umane. Se sei teso è molto più difficile essere versatile

10 Sii paziente! Spesso le cose sembra che peggiorino prima di migliorare. Al più succede che

migliorano e poi peggiorano, per poi migliorare ancora. Abbraccia la sfida e non pensare ogni volta che sia questione di vita o morte! Consigli extra per i contrabbassisti: Punta ad avere un movimento lento e rilassato delle dita e del pollice quando vibri le note lunghe Prova ad iniziare dal secondo dito, che è più semplice, poi il primo e successivamente il quarto 25


Sassy

KODÀLY NELLA LEZIONE STRUMENTALE

Teen Magazine

Di Jo Bradley L’assunto alla base della pedagogia Kodály è insegnare una sola abilità per volta, normalmente a partire da un brano o una canzone conosciuti, per poi renderci consapevoli dell’abilità conquistata. Tenendo presente questo, consideriamo come ciò potrebbe aiutare, nell’ambito di una lezione settimanale, a migliorare la lettura a prima vista. Introdurre la notazione ritmica gradualmente, come sempre, a partire da una pulsazione costante Questa idea non è nuova e naturalmente non si limita all’insegnamento del metodo Kodály. Sistemi come questo sono stati utilizzati per molte centinaia di anni nella musica indiana (in cui si chiama Bol), in Giappone (dove viene chiamato kuchi shoga) e nella musica africana. Il sistema ungherese è stato adattato a partire dal lavoro del musicista ed insegnante francese Emile-Joseph Chevé (1804-1864).

Come strumenti didattici, le sillabe ritmiche sono efficaci perché rappresentano il suono reale e perchè il linguaggio offre all’insegnante un modo per isolare lo studio del ritmo da quello dell’intonazione. Ad ogni modo, alle volte gli insegnanti di musica rifiutano di utilizzare le sillabe ritmiche credendo erroneamente che ingannino attraverso l’uso di un nome diverso o “infantile” al posto dei nomi teorici veri e propri. Quest’idea è sbagliata. Le sillabe ritmiche in realtà non sono dei nomi, ma delle espressioni di durata. Vengono parlate/cantate e non scritte come le parole. La loro forma scritta sono le note musicali stesse. L’uso delle sillabe ritmiche non esonera gli studenti dall’imparare i nomi teorici. Gli studenti più grandi, coloro che conoscono le sillabe (e che hanno più esperienza) andrebbero incoraggiati ad imparare sia i nomi teorici che ritmici, dato che entrambe le nomenclature vengono utilizzate in ambiti differenti. I nomi teorici aiutano ad identificare, classificare e trattare il ritmo. Tuttavia, essere in grado di dare un nome o identificare qualcosa non equivale ad interiorizzarne il suono. La nomenclatura teorica non aiuta gli studenti a comprendere come “suonano” i ritmi.

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Sassy

Teen Magazine

Kodály

Per esempio: la minima diventa ta-a La minima con il punto diventa ta-a-a Il quarto con il punto diventa ta-(t)e Il modo di apprendere è lo stesso che utilizzano i bambini, iniziate imparandone uno per volta. Usare la body percussion è d’aiuto, perché aggiungere il movimento aiuta a dare spazio al tempo. Ta-a: un battito sulle ginocchia e aprire le mani Ta: un battito alle ginocchia Te te (titi): due battiti di mani Ti-ka-ta-ka (tiritiri): 4 battiti sul palmo della mano con le nocche Poi puoi combinare queste cose e svilupparle ulteriormente: Gruppi di battute di 4 pulsazioni Giochi di “botta e risposta” Le flash cards sono di grande aiuto in questo caso e possono essere acquistate, o le puoi creare tu stesso. Ritagliale, per poi scriverci sopra o anche cancellare. Permettere ai bambini di creare (improvvisare) delle sequenze, in una frase dalla lunghezza stabilita, aiuta a consolidare il loro apprendimento. Farlo richiede giusto qualche minuto ad ogni lezione, anche partendo dai loro brani o studi. Puoi anche provare a dire il ritmo battendo una pulsazione costante. In questo modo, la lettura a prima vista diventa più semplice dato che il tuo allievo si sente più sicuro a livello ritmico. Prendendo in considerazione unicamente il ritmo, la parola detta fa comprendere loro l’andamento e la sensazione della melodia, che a sua volta significa che l’approcciarsi ad un qualunque brano a prima vista diventa più consapevole e semplice. Cos’altro possiamo fare? Aggiungere le dinamiche agli esercizi settimanali Aggiungere delle arcate in aria con articolazioni Come in tutto, ci sono alcune differenze nella nomenclatura, ma l’uso di questa nomenclatura per lo più universale assicurerà, se non altro, di creare dei futuri musicisti molto ritmici. Letture ulteriori: Accademia britannica Kodály - http://kodaly.org.uk 27


PETR LIMONOV PIANISTA E DIRETTORE D’ORCHESTRA

Molti articoli, libri, blog e video pongono la domanda: “Come si può imparare a suonare uno strumento musicale nel modo più efficiente possibile?”. Meno fonti fanno questa domanda: “Come una persona può insegnare a suonare uno strumento musicale ad un’altra?”. Mentre davvero poche persone ottengono la risposta alla domanda: “Perché insegnare a qualcuno a suonare uno strumento musicale?”. Il numero di sfide che la vita moderna pone ad un insegnante di musica, nel cosiddetto mondo sviluppato, è davvero formidabile. Spesso si ha la sensazione che la nostra società, che dà valore allo status, ai soldi, al glamour e alla gratificazione immediata, prenda sul serio la pedagogia musicale solo quando le conviene farlo. Il ruolo della musica sembra essere così instabile che, per aumentare la voglia di immergere i loro figli nel mondo di Beethoven, ai genitori vengono spesso date ragioni quantificabili: migliori risultati agli esami, maggiori possibilità di accedere ad un’università, migliori competenze sociali, migliore abilità nella concentrazione, migliore autodisciplina e resilienza. Sebbene tutto questo sia indubbiamente vero, una delle qualità uniche e basilari che si può trovare al

centro dell’esistenza di una tradizione musicale continua, spesso viene dimenticata. Questa caratteristica è la nostra capacità di approcciare il processo di apprendimento nella maniera più diretta possibile, ovvero l’interazione da essere umano ad essere umano, con tutta la sua tacita sofisticatezza ed immediatezza. Questo tipo di contesto di apprendimento non presenta agli studenti delle informazioni impersonali, che ci si aspetta che loro memorizzino. Al contrario, la musica ci insegna come imparare un’arte che non può essere espressa a parole, formule o algoritmi senza escludere la sua infinita complessità. Per sua stessa natura, imparare a suonare uno strumento musicale è possibile solo attraverso un’imitazione assai intuitiva e sono l’intuizione, la creatività e l’assenza di paura che vengono dimostrati dai bambini che eccellono nel suonare uno strumento. 28


Questi bambini sono coraggiosi nel senso che non hanno paura dell’ignoto e non hanno paura dell’ignoto perché hanno un’irremovibile fiducia nel potere del loro istinto, della loro intuizione.

L’insegnamento offre al musicista la chance per esplorare i risultati derivanti della combinazione della propria visione interna e dall’esperienza con l’entusiasmo e l’individualità dei propri allievi.

Proseguendo con questa linea di pensiero, la musica non ci insegna solo come imparare – ci insegna anche come insegnare, e ci mostra anche che imparare ed insegnare sono veramente due facce della stessa medaglia. Piuttosto diverso dalla compilazione di un test di teoria della patente, il cui superamento potrebbe essere visto come il trionfo finale di un’impersonale memorizzazione, l’insegnamento della musica è la naturale evoluzione degli sforzi compiuti per diventare il più bravo possibile in ciò che si fa. Ed è un passo che si fa naturalmente, idealmente con disinvoltura, dopo aver passato molti anni scoprendo i propri punti di forza, confrontandosi con i propri limiti e sviluppando un linguaggio musicale altamente sofisticato e personale.

Ma allora perché così tanti insegnanti sembrano avere dei dubbi profondi riguardo il percorso scelto? Non credo siano da biasimare per non sentirsi sicuri nel panorama dei mercati moderni e dei social media. Le informazioni sono diventate improvvisamente così facili da trovare che molte persone si illudono che anche il raggiungimento della competenza sia semplice da ottenere. Ossessionata dal “vendere” solisti di successo, cantanti e direttori, l’industria musicale di oggi ignora sistematicamente i rapporti intergenerazionali da cui dipende la sua stessa esistenza. Ma il tipo di apprendimento da cui dipende la musica è stato al centro dell’esperienza umana per migliaia di anni, ed è questo che rende l’insegnamento della musica una delle occupazioni più significative nel mondo moderno. Senza insegnanti non smetteremmo solamente di essere in grado di costruire ponti e lanciare satelliti, ma perderemmo lentamente anche la connessione con ciò che siamo: esseri umani, capaci di comunicare l’intangibile e di comprendere l’inspiegabile. L’immediato senso della bellezza, che la musica infonde, è ciò che dà a tutti noi l’opportunità di sopravvivere alle immense sfide globali che i nostri figli potrebbero incontrare nel prossimo futuro. La musica ci permette di essere fedeli a ciò che siamo e io spero vivamente che coglieremo questa opportunità per restare intuitivi, creativi e coraggiosi.

“La musica non ci insegna solo come imparare – ci insegna anche come insegnare”

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COS’È L’ANSIA DA PRESTAZIONE MUSICALE? DI RACHEL COOPER

L’ansia da prestazione si manifesta attraverso vulnerabilità biologiche e/o psicologiche, così come con una negativa percezione delle esperienze di performance. Produce dei sintomi somatici, cognitivi e comportamentali e si può verificare in diverse situazioni. Si presenta in modo mirato (stato di ansia) o in combinazione con altri disturbi (fobia sociale o disturbo d’ansia sociale). In parte sembra indipendente dagli anni di formazione, di pratica e dal livello di realizzazione musicale e può più o meno compromettere la qualità dell’esecuzione musicale. (Kenny 2011)

Dai la priorità al dormire bene e riduci gli

Consigli pratici per te e per i tuoi

impegni

studenti:

Non prendere troppo tardi la decisione di

Mindfulness

imparare a memoria la musica che devi

Terapia Cognitivo Comportamentale

suonare

(Cognitive Behaviour Therapy, CBT)

Cerca dei modelli a cui ispirarti – “Chi ammiro e

Costruisci fiducia in te stesso e nei

perché?”

tuoi allievi

Conosci a fondo la musica

Lotta per l’eccellenza, NON per la

Per essere pronto, informati sul luogo e

perfezione

l’ambiente in cui si svolgerà la tua performance

Sii a tuo agio nell’essere a disagio

e sul tipo di pubblico che sarà presente

Cerca attivamente delle occasioni per

Fai in modo di provare in quel luogo

delle esibizioni (con poca pressione)

Mantieni il senso dell’umorismo

Suona per gli amici

Tieni un diario delle esecuzioni – che cosa è

Prendi in considerazione i giorni che

andato bene?

precedono una performance: che

Cosa potresti fare diversamente?

cosa stai facendo? Cosa mangeresti o

Tieni traccia dei successi del passato

berresti?

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PAESAGGI SONORI DI LUCY DREVER Questi materiali sono ideati per essere proposti facilmente durante qualsiasi lezione – si tratta di un modo per comporre in maniera creativa che può richiedere cinque minuti, oppure trenta! CREARE UN PAESAGGIO SONORO CON GLI STUDENTI PIÙ GIOVANI

Un paesaggio sonoro è un’ambientazione sonora – può aiutare definire un argomento, una storia, un tema. È un modo per incoraggiare il bambino, i bambini o il gruppo ad usare il proprio strumento in una maniera molto differente dal solito e può sviluppare alcune tecniche insolite!

Puoi usare qualunque cosa come ispirazione. Potresti chiedere ai tuoi allievi quali argomenti stanno studiando a scuola, oppure potrebbe essere un tema suggerito casualmente da uno di loro. In questa occasione usiamo come esempio una tempesta. 1. Raccogliete dei suoni. Chiedi ai tuoi allievi di esplorare i loro strumenti – quali suoni di tempesta possono trovare? Potrebbero includere: Gocce di pioggia – le punte delle dita che danno dei colpetti allo strumento Vento – soffiare nella cassa armonica Pioggia intensa – suonare con l’arco molto pesantemente e senza un’intonazione precisa Potreste anche udire: dei tuoni l’oscurità 2. Selezionate tre o quattro di questi suoni, come ad esempio le gocce di pioggia, il vento e il tuono ed esercitatevi a suonarli. Successivamente, se hai molti bambini, dividili in gruppi e affida un suono a ciascun gruppo. Ascolta ogni gruppo eseguire il proprio suono. Poi decidi un ordine, quale gruppo dovrebbe partire per primo? Ad esempio, il vostro brano potrebbe essere così: Pioggia Vento Tuono Pioggia Vento 31


3. Date una struttura al vostro paesaggio sonoro. Decidete un ordine definitivo per i vostri suoni (i suoni possono ripresentarsi più di una volta, e possono essere prodotti contemporaneamente!). Perché non aggiungere delle dinamiche?

4. Una volta che vi siete esercitati con il paesaggio sonoro e avete i vostri suoni, ecco altre cose che potreste fare: Cambiare ordine Incoraggiare un bambino a dirigere – permettere ad un bambino di guidare il gruppo è ottimo per sviluppare la fiducia e aumentare le capacità di leadership. Si tratta anche di un modo davvero accessibile per i bambini che non parlano per poter condurre! Create i vostri segni per la direzione; quale gesto della mano indicherà chi dovrà iniziare, fermarsi, andare avanti, suonare più forte, eccetera? Se sei da solo con uno studente, permettigli di guidarti! Aggiungi una pulsazione Stabilisci due suoni diversi per ciascun gruppo e un determinato punto del paesaggio sonoro in cui tutti possano passare dal loro primo suono al secondo – il secondo suono potrebbe avere una determinata intonazione? 5. Per ampliare questo lavoro, potreste poi provare a scrivere il vostro paesaggio sonoro… come potrebbe essere? CREARE UNA “PARTITURA GRAFICA”

Una partitura grafica è un modo molto accessibile di scrivere la musica. Creandone una si potrà esplorare la relazione tra suoni, disegno e lettura. È anche un modo sorprendente di comporre musica senza accorgersi che si sta componendo! Fai una ricerca online per vedere tutte le varianti diverse di partiture grafiche! Per lo scopo di questo progetto, ho preso i suoni che abbiamo usato nel paesaggio sonoro della tempesta. Gocce di pioggia

Vento

Tuono 32


Materiali Potresti ritagliare alcune figure che rappresentano la pioggia, il vento e il tuono. Se stai lavorando con un gruppo numeroso, ti consiglio di ritagliarle in anticipo, a meno che tu non abbia a lezione un adorabile componente dello staff di supporto che le ritagli a seconda delle proposte che i bambini fanno al momento.

Creare la partitura 1.Ricapitola il vostro paesaggio sonoro, qual era l’ordine? Gocce di pioggia

Vento

Tuono

Gocce di pioggia

Vento

2. Decidete un simbolo per ogni suono… può essere, a vostro piacimento, astratto oppure letterale! Ad esempio una goccia di pioggia può essere una goccia di pioggia, oppure tante linee dritte. Il vento potrebbe essere una nuvola. Il tuono potrebbe essere un fulmine. 3. Prendete un foglio di carta grande e, nell’ordine del paesaggio sonoro, disponete i simboli. Suono: Gocce di pioggia Simboli: Goccia di pioggia

Vento Tuono Gocce di pioggia Vento Nuvola Fulmine Goccia di pioggia Nuvola

4. Con il tuo studente o gruppo di studenti, leggete la vostra partitura grafica… potreste farlo da sinistra a destra, o da destra a sinistra, dipende da voi! 5. Scegli un bambino per riarrangiare l’ordine dei simboli sul foglio… ora il gruppo può eseguire questo nuovo brano? Inoltre, non c’è una regola definita per leggere una partitura grafica, magari i simboli potrebbero essere disposti in cerchio. O forse i simboli nella parte superiore del foglio vanno eseguiti forte e quelli nella parte inferiori sono sommessi… le regole le fate voi! 33


UN MESSAGGIO DA PARTE DI RICHARD MORRISON

Qualunque sia il ramo musicale in cui si lavora la possibilità di sentirsi non solo isolati, abbandonati e non apprezzati, ma alle volte anche perseguitati e superflui, è reale. E non aiuta il fatto che il modo in cui funziona il sistema – o non funziona – spesso dimostra che non ci sosteniamo reciprocamente come dovremmo. I musicisti freelance gareggiano continuamente gli uni contro gli altri per il lavoro. Tutti si battono per gli stessi fondi limitati e, naturalmente, per il pubblico. Anche nell’ambito dell’educazione musicale c’è ostilità tra filosofie e progetti rivali. Quello che amo della Benedetti Foundation è che offre un’opportunità al mondo musicale di riunirsi, lavorare e migliorare le cose insieme. Pensate a ciò che ci accomuna: la passione di una vita intera per la più grande delle forme d’arte; il nostro ardente desiderio di comunicarla; il nostro senso di responsabilità in merito al trasmettere tutte le conoscenze e il sapere che abbiamo acquisito, senza soffocare l’impulso creativo in ogni nuova generazione. Tutti questi aspetti insieme sono molto più potenti rispetto alle continue lotte che ci dividono. I migliori insegnanti comprendono che, una volta accesa la miccia dell’espressione musicale, i giovani spesso possono sorprendere trovando nuovi modi per esprimere loro stessi. Quando ero un giovane

CRITICO MUSICALE, THE TIMES. giornalista intervistai Mstislav Rostropovich, per la prima volta, circa tre ore dopo la nascita mio figlio. Mi scusai per il mio aspetto trasandato, spiegando che arrivavo da una notte insonne nel reparto maternità. Lui mi strinse in un grande abbraccio, mi baciò entrambe le guance e poi disse: “Tuo figlio sarà un violoncellista!” Circa vent’anni dopo, lo incontrai nuovamente e gli ricordai la sua profezia. “E…?” mi chiese, il suo volto era carico di aspettativa. “Temo che mio figlio suoni il basso in una band punk-rock”, dissi. Ci fu una pausa e poi Slava tuonò dalle risate. “Ma almeno ha una vita musicale, no? E in chiave di basso! Dunque avevo ragione.”

Non si può mai sapere quali semi si spargono quando si introducono i bambini alla musica. L’unica certezza è che, se non apri la finestra e non riveli il panorama sonoro in tutta la sua moltitudine, non intraprenderanno mai il loro viaggio attraverso di esso.

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Appunti di Truda White, fondatrice della Music in Secondary Schools Trust (MiSST) MiSST lavora con 15 scuole secondarie nel Regno Unito. L’organizzazione aiuta le scuole secondarie con studenti svantaggiati, non solo fornendo finanziamenti per gli strumenti classici, ma anche supporto attraverso lezioni regolari, creando opportunità per esibirsi e con un programma di eccellenza ineguagliabile nel Regno Unito. MiSST è stata fondata nel 2013, dopo svariati anni di sviluppo presso la Highbury Grove School. Dagli inizi infausti, i metodi che sono poi diventati il programma Andrew Lloyd Webber sono stati fondamentali nella trasformazione del livello della scuola. Attualmente MiSST offre delle opportunità a più di 3700 studenti e, mettendo a disposizione strumenti classici e lezioni da parte di esperti, migliora gli aspetti educativi e sociali.

Un report di Jenny Smith, Capo Insegnante of Frederick Bremer School, Walthamstow Riflettendo sui primi cinque anni del programma di MiSST alla Frederick Bremer School, posso affermare con tutto il cuore che il suo impatto è stato trasformativo. La scuola è irriconoscibile rispetto a quello che era nel 2014 e MiSST ha giocato un ruolo significativo in questo cambiamento culturale. Mentre ci muoviamo verso il 2019-20 – celebrando i migliori risultati che la scuola abbia mai raggiunto – sono lieta che un numero significativo degli ex alunni di MiSST stia continuando la sua formazione musicale. Inoltre, la profondità del talento musicale all’interno della scuola è considerevole. La musica è rigogliosa e contagiosa. Abbiamo realizzato i nostri obiettivi di permettere che la musica si trovi al centro dell’educazione, non come un’appendice. È evidente, a tutti i soggetti coinvolti, il valore aggiunto che un curriculum musicale rigoroso e stimolante può avere sui nostri giovani, oltre alle abilità che sono state scoperte. Senza questa opportunità, molti dei nostri alunni non avrebbero mai preso in mano un violino o un flauto e non avrebbero mai avuto le opportunità che un’educazione musicale offre. Siamo oltremodo soddisfatti di ciò che è stato realizzato qui e siamo entusiasti per le opportunità che si presentano mentre passiamo al successivo livello del nostro sviluppo. 35


Dal Form Tutor (insegnante) di un giovane musicista MiSST, Dominic, a seguito della sua esperienza al Music Residential at Radley College “Sono l’insegnante di Dominik e non riuscirei nemmeno a cominciare ad elencare il numero di volte in cui ha lasciato il suo violino nella nostra classe o in cui lo ha perso in giro per la scuola. Venerdì, però, Dominik è stato uno dei primi ad arrivare all’assemblea di musica delle classi del 7° anno. Si è seduto in prima fila e, nel momento in cui gli sono passato accanto, stava suonando il brano di Mozart che aveva imparato ad orecchio. La sicurezza che diffondeva mentre suonava era incredibile da vedere. Il venerdì pomeriggio, durante la giornata degli sport, Dominik, seduto nell’area spettatori, ha tirato fuori il suo violino e ha cominciato a suonare con tre suoi amici. Uno studente gli è passato accanto esclamando: “WOW sei davvero bravo! Sei nella Scuola Specialistica di Musica?!”. Dominik sembrava così felice e rispose semplicemente “No, ma sono appena tornato dalla visita al Radley College”. Dominik, che ha avuto un’educazione così difficile, è molto fortunato ad avere il supporto di MiSST e non ho alcun dubbio che tanti altri bambini trarranno beneficio dal lavoro che state facendo.”

La storia di Deronne

Deronne ha iniziato a suonare il flauto a 12 anni, quando frequentava la Highbury Grove School. A quel tempo prendeva anche lezioni di violoncello, ma sentiva che la sua passione per la musica potesse essere espressa maggiormente attraverso il flauto. Questa è la storia di Deronne: 2007 Comincia a studiare violoncello alla Highbury Grove School 2009 Decide di passare al flauto 2010 Frequenta National Orchestras for All 2012 Ottiene il Grado 8 ABRSM per flauto con votazione “Distinction” 2014 Viene accettato come membro della National Youth Orchestra della Gran Bretagna 2016 Inizia il suo percorso universitario al Royal College of Music 2020 Si laureerà al Royal College

“Secondo mia mamma, la musica mi ha tenuto al sicuro. La mia più grande ambizione è quella di entrare a far parte della BBC Symphony Orchestra” 36


Ritorno alle basi

Perché è così importante?

Ogni giorno apprezzo sempre di più l’importanza delle prime fasi di apprendimento del suonare e il privilegio che ho avuto, dato che mi sono state insegnate con pazienza, costanza e intelligenza. La difficoltà di cogliere questi principi sembra essere il maggiore degli ostacoli che bambini e ragazzi affrontano, quando si tratta di suonare gli strumenti ad arco, sia in Regno Unito che all’estero. Credo che ogni cosa sia connessa; se proviamo un disagio fisico, rigidità o blocchi, ostacoli, spesso dolore, tensione o durezze, questo rende molto difficile il riuscire ad incorporare la grandezza delle espressioni e delle emozioni a nostra disposizione nella musica classica, strumentale ed orchestrale.

Filosofie e metodi Naturalmente esistono molti metodi e pedagogie eccellenti, provenienti da tutto il mondo. Alcuni si concentrano su strumenti specifici, altri su modi più olistici di insegnare il linguaggio della musica. Ad esempio: Kodály –“Basato su insegnamento, apprendimento e comprensione della musica attraverso l’esperienza del canto, dando accesso diretto al mondo della musica senza i problemi tecnici legati all’uso di uno strumento” http://kodaly.org.uk Orff – “Educazione basata sull’essenziale rapporto tra Musica, Danza e Parola parlata. Ritmo ed improvvisazione sono elementi fondamentali in questo approccio, che sostiene la visione per cui siamo tutti naturalmente musicali.” http://www.orff.org.uk/ Rolland - Pedagogia di gruppo sviluppata dall’acclamato insegnante Paul Rolland. Fondamenti per l’insegnamento a gruppi di strumenti ad arco e per l’insegnamento individuale nell’ambito dei primi anni di apprendimento. I libri sono disponibili da Boosey & Hawkes Suzuki – “Il suo metodo deriva dall’osservazione della facilità con cui i bambini imparano a parlare la loro lingua madre. Ha analizzato e adattato questi precetti dello sviluppo del linguaggio all’interno del sistema educativo musicale, giustamente definito come l’approccio della “lingua madre”. La loro forza più grande risiede nel repertorio e nella rete che è stata sapientemente creata. In più, questi studenti, sperimentano generalmente fin da subito un suono più ampio attraverso l’accompagnamento del pianoforte e suonando in gruppo.” http://www.britishsuzuki.org.uk/ Galamian – Ha sviluppato un sistema di scale introducendo scale in accelerazione. La tecnica di Galamian abbraccia il meglio della scuola violinistica russa e francese. https://archive.org/details/Principles_Of_Violin_Playing_And_Teaching_ Ma i più grandi insegnanti che ho incontrato sono intensamente curiosi e profondamente aperti di vedute. Cercano ispirazione da ciò che di più grande il mondo ha da offrire e combinano ciò che è per loro più corretto, al fine di ottenere i risultati più efficaci con i loro allievi. 37


Archi chiari (Violini e viole)

Individualità fisica Che aspetto ha il TUO corpo e come funziona al meglio? Siamo fatti tutti in modo così diverso. L’insegnamento di maggior impatto che ho ricevuto in merito alla mia tecnica è stato anche il più basilare, semplice, facilmente adattabile e dunque connesso alla mia fisicità individuale. Più le mani e le braccia sono morbide e sensibili, più facilmente, in maniera lenta ma sicura, troveranno il loro modo per maneggiare lo strumento Questo aspetto dovrebbe essere affrontato regolarmente e costantemente

Libertà e fiducia Come possiamo imparare a non essere tesi, rigidi e contratti? Come lo si può insegnare e poi mantenere, evitando di diventare infinitamente noiosi, puramente tecnici e senza scoraggiare gli studenti? Uno degli esempi più di successo che ho visto in questo senso è quello di Sistema Scotland, perché molte delle complicate questioni tecniche e fisiche vengono insegnate attraverso l’esperienza musicale. Come per altri approcci eccellenti per i giovani musicisti, credono che il far musica debba essere goduto il più possibile, anche quando riguarda problemi posturali o tecnici.

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Ritorno alle basi

Archi chiari (Violini e viole) Prima di suonare – posizione del corpo Prima di prendere in mano lo strumento, è importante tornare alle basi del benessere fisico, cominciando dalla posizione del corpo. Ginocchia flessibili – prova a non bloccare le ginocchia all’indietro o in avanti, mantienile libere e morbide Esercitati a spostare il peso avanti e indietro, ondeggia e controlla che le spalle, i fianchi e i piedi siano in contatto e allineali tra loro Spalle – sollevale in alto e poi falle cadere in modo da sentirle centrate e pesanti Braccia – suonare in aria è una grande idea. Dondola le braccia avanti e indietro e poi dondolale nella posizione per suonare. Falle rimbalzare su e giù e prova a sentire il loro peso Sfrutta il peso che hanno naturalmente le dita e le braccia In piedi, appoggia i talloni al muro, o a una porta. Senti come la schiena entra in contatto con la parete e viene sostenuta da essa Mettiti insieme a qualcuno per fare un gioco. Lascia che l’altra persona ti tenga il braccio (è fantastico quando lo fanno gli studenti tra loro). Tieni il suo braccio e lascialo andare. Se totalmente rilassato e privo di tensione, il braccio dovrebbe cadere (ciò non accade per la maggior parte delle persone!) Senza lo strumento, trascorri del tempo cercando di percepire il peso e la libertà delle braccia La violinista Rachel Podger descrive meravigliosamente la sensazione di dipingere con la mano destra. YouTube “Masterclass with Rachel Podger for Young Musicians” 39


I L G I S N O C SUPER-

RISCALDAMENTO

È molto importante essere sicuro che il tuo corpo sia pronto a suonare. Gli strumenti che suoniamo possono essere davvero complicati e possono far sì che il nostro corpo assuma posizioni non completamente naturali. RISCALDAMENTO PER GIOVANI MUSICISTI Questi esercizi di riscaldamento sono un regalo da parte dei nostri amici di Sistema Scotland. Puoi scoprire qualcosa in più di Sistema Scotland al sito: www.makeabignoise.org.uk Muovi le dita velocemente Ruota i polsi Solleva i gomiti (e lasciali cadere) Solleva e fai cadere le spalle Scuoti le spalle Molleggia sulle ginocchia Collo nobile (ruota la testa a destra e sinistra mantenendo il collo dritto e rilassato) Cavallo (muovi la testa su e giù come fanno i cavalli) Ondeggia con i fianchi Hula hoop Muovi e solleva le dita dei piedi Stai in punta dei piedi e poi sui talloni Cerca su YouTube: ‘With Nicky’ link: Back to Basics (Warm Ups) 40


RISCALDAMENTO

I L G I S N O SUPER C

Photo: Daniel Cavazos

PER MUSICISTI UN POCHINO PIÙ GRANDI Questi esercizi di riscaldamento sono un regalo di Elena Urioste. Elena è una violinista concertista e la co-fondatrice di Intermission, un progetto che unisce musica, movimento e mindfulness. Puoi scoprire qualcosa di più su Elena e su Intermission su Instagram @intermissionsessions oppure scaricando l’App di Intermission (è totalmente gratuita!). Comincia la giornata facendo ruotare i polsi delicatamente, prima in una direzione e poi nell’altra Scuoti i polsi prima come se stessi salutando, poi come se stessi dicendo “vieni qui” e poi “abbassati” Allunga gli avambracci – stendi un braccio mantenendo una leggera curva nel gomito e usa l’altra mano per allungare leggermente il pollice, ognuna delle altre dita e poi tutta la mano. Si tratta di sentire la lunghezza, non la profondità, dunque fai attenzione agli allungamenti Sciogli le nocche muovendo un po’ le dita Dei colpetti con le dita sono ottimi per scardarle Stendi le braccia di lato e fai delle circonduzioni Varia l’ampiezza, la velocità e la direzione, sentendo le scapole scendere lungo la schiena anziché alzarle verso le orecchie Mettendo alternativamente un gomito sopra l'altro, abbraccia te stesso e dai dei colpetti con le dita sulla spalla opposta alla mano Ruota le spalle su, indietro e avanti sentendo le scapole scivolare giù lungo la schiena Rilassa il collo e avvicina, con delicatezza, ciascun orecchio alla sua spalla corrispondente Puoi vedere questo video su YouTube cercando la descrizione “With Nicky”: Back to Basics. 41


Ritorno alle basi

La posizione dello strumento – archi chiari (violini e viole) Le spalliere e le mentoniere hanno un effetto enorme sull’impostazione e sulla posizione dello strumento di un violinista o violista. Se possibile, mostra varie opzioni ai tuoi studenti. Non esiste una soluzione che vada bene a tutti. Senza dubbio sperimentare è estremamente importante, ma allo stesso modo ho incontrato un numero incalcolabile di giovani musicisti ossessionati dal set up. Così tanto da evitare di affrontare il reale problema, che spesso è la loro tensione. So bene, in base alla mia stessa esperienza, di essere stata ossessionata dalle spalliere e mentoniere, ma in realtà le mie vere difficoltà sono state la mano, le braccia, le dita e, il più delle volte, la mia mente.

Spalliere

Ecco alcune proposte con cui mi sono trovata bene in passato: Spugna Kun Wolf Senza spalliera Libero Fom Pirastro Stentor Everest AcoustaGrip Wittner

Mentoniere

La mentoniera può essere posizionata di lato o al centro; si tratta di una scelta del tutto personale. Gli studenti con braccia e collo corti, alle volte, traggono vantaggio da una mentoniera centrale, mentre quelli con il collo lungo potrebbero avere bisogno di una mentoniera leggermente più alta. Se possibile, sperimenta in modo da ottenere il miglior assetto per ogni allievo, e rivedilo o riadattalo man mano che lo studente cresce.

'Non mi scorderò mai della volta in cui ho letto una storia di Hilary Hahn, nella quale ha descritto come ha lavorato con suo papà, creando un adattamento “fai da te” per la sua spalliera e la mentoniera. Ho apprezzato questo racconto perché sottolinea quanto personali siano questi aspetti, oltre a mostrare che non c’è bisogno di spendere tanto per raggiungere la comodità.' 42


Ritorno alle basi I fondamenti – consigli utili per una mano sinistra flessibile, naturale, ma comunque forte Porta lo strumento al collo. NON portare il collo allo strumento (ovviamente questo punto vale per violini e viole!) Batti con tutte e quattro le dita sulla tastiera Senti il peso e lo slancio delle dita Non preoccuparti dell’intonazione o di essere in una precisa posizione La cosa più importante è che la mano sinistra sia forte, rilassata, libera ed elastica È importante usare il gomito per passare dalla corda più acuta (gomito lungo il fianco) alla corda più grave (gomito più sotto) e percepire un’azione di rimbalzo Se fatto correttamente, questo movimento dovrebbe produrre un po’ di rumore Ma non stringere, rimbalza soltanto! Questo movimento può essere fatto in tutte le posizioni per il violino e la viola, cercando di non evitare le posizioni alte e la parte superiore della tastiera I bambini dovrebbero imparare a non avere paura di spostarsi su e giù lungo la tastiera Scivola lungo la tastiera su tutte e quattro le corde senza occuparti della posizione. La fluidità e il non aver paura sono i punti principali Dondola il gomito dalla corda più grave a quella più acuta Guadagna scioltezza e fiducia tenendo lo strumento senza sforzarti o contorcerti Con i giovani musicisti, dare un nome allo strumento, o all'arco, è d'aiuto

“Personalizzare lo strumento, o fingere che sia un gattino o un cucciolo, ha funzionato tantissimo con me quando ero piccola. Non avevo il coraggio di ‘stringere il collo del gattino’ o di ‘accarezzare il cucciolo troppo forte’”.

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LA TENUTA DEL TUO STRUMENTO SUPER-CONSIGLI Per violoncellisti Quando possibile, sfrutta la forza di gravità su entrambe le mani e posizionati sullo strumento e con l’arco in un modo che percepisci come naturale Assicurati che il collo sia libero e che le spalle non si sollevino

Per contrabbassisti Con la giusta quantità di puntale, dovresti essere in grado di suonare sia stando in piedi, sia stando seduto Quando le prove sono lunghe è stancante stare in piedi, per cui pensa ad avere uno sgabello regolabile I tuoi occhi dovrebbero essere approssimativamente in linea con la prima posizione Dovresti essere in grado di raggiungere facilmente, con l'arco, la parte tra tastiera e ponticello Se, con l'arco, hai difficoltà a raggiungere le corde, oppure ti senti scomodo, prova a regolare lo sgabello, o il puntale, in modo da cambiare l'angolazione dello strumento. Forse potresti anche aver bisogno di un contrabbasso di dimensioni diverse Dovresti avere sempre il controllo del tuo strumento e non viceversa Ricorda che dovresti fare questi aggiustamenti ed esperimenti con il tuo insegnante Consigli per quando si suona seduti: Quando suoni seduto sullo sgabello, dovresti riuscire a tenere appoggiati a terra entrambi i piedi. Ma, se ti senti più comodo, puoi sollevare il piede sinistro e appoggiarlo alla barra dello sgabello (o ad un blocco di spugna per lo yoga)

Trova un’angolazione comoda con il tuo contrabbasso. A differenza dal violoncello, dovrebbe inclinarsi leggermente verso il tuo corpo

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Ritorno alle basi La grande insegnante Natasha Boyarsky diceva sempre: “Non fare male all’arco. Sii gentile, non stringere!”

La tenuta dell’arco per gli archi chiari: Comincia con la mano rilassata lungo il fianco e fai caso alla sua posizione naturale. Solleva la mano davanti a te e nota la naturale curvatura delle dita Cerca di portare l’arco alla mano, non la mano all’arco Mantieni la mano rilassata e morbida Il pollice e il medio lavorano insieme La libertà delle dita favorisce quella del polso Il pollice, al tallone, deve stare leggermente piegato Senti il peso dell’arco – per questo abbiamo provato l’esercizio del tergicristallo “Apri e chiudi la porta” – un esercizio per arcate in giù e in su con l’arco appoggiato alla spalla Scivola su e giù sulla bacchetta – rinforza le dita Esercizi per il mignolo – fai rimbalzare il dito sulla bacchetta (comincia sostenendo l’arco con la mano sinistra, e poi toglila)

Tutti questi esercizi si possono vedere cercando su YouTube “With Nicky – Back to Basics (Bow Holds)”

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TENUTA DELL’ARCOÙ PICCOLI SIGLI SUPER-CON

PER I PI

1 Mai stringere – tieni l’arco con delicatezza e prova e riprova a rilassare la mano Se inizi a stringere troppo e se sembra che la tua mano si stia aggrappando a

2 qualcosa per sopravvivere, lascia giù l’arco e ricomincia. Ripeti ancora e ancora questo movimento

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Fai le onde con la mano! L’abbiamo fatto anche nel nostro workshop. Ti ricordi? Niente paura, se non ti ricordi cerca 'With Nicky' https://www.youtube.com/TheNicolaBenedetti Quando fai le onde, ricorda: rilassa interamente il braccio, dalla spalla fin giù e parti da movimenti più grandi per poi rimpicciolirli se senti dolore o scomodità, se sembra doloroso o scomodo, è perché LO È! Fermati, rilassati e riparti da capo controlla che, fino alla punta delle dita, sembri tutto “naturale” tieni l’arco con l’altra mano e non portare la mano verso l’arco stesso, ma fagliela cadere sopra

5

Verifica la tua flessibilità e la tua forza senza strumento. Prova a dondolare un pochino l’arco (ma con attenzione! Niente archi rotti per favore!) e controlla che tutte le dita restino curve e sembrino in una posizione naturale. Se non lo sono… hai indovinato… ricomincia. Metti giù l’arco, scuoti la mano, saluta, falla cadere e riprova

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Tap, tap, tap…Picchietta con un dito per volta in modo da sentire il punto in cui cade naturalmente sull’arco. Non puoi battere molto facilmente sull’arco un dito dritto (fai attenzione al mignolino!), per cui questo esercizio ti aiuterà a controllare la posizione di tutte le parti della tua mano

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Mignolino! È steso? Se sì, proooova a curvarlo e a rilassarlo, in modo da farlo appoggiare delicatamente sull’arco. Non deve fare nulla di più se non aiutare a tenere l’arco in equilibrio

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Pollice! Che mi dici di lui? È steso o piegato? In tensione o abbastanza rilassato? Vada per la seconda opzione. Non essere impaziente. Imparerà come fare, se tu non stringerai troppo forte

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Polso – non trascurare il polso. Se assomiglia troppo al collo di un cigno, probabilmente non ti sarà d’aiuto. Ugualmente, se sembra troppo schiacciato e piegato dalla parte opposta, non è comunque il massimo. Ma non provare a copiare ciecamente qualcun altro – fai le onde, muovi la mano, cerca di capire cosa fa naturalmente la TUA mano se la lasci cadere sull’arco o se la lasci cadere lungo il tuo fianco senza controllarla – qualunque cosa voglia fare naturalmente il tuo polso è ciò che funzionerà meglio e nella maniera più flessibile. Ed è esattamente quello che vogliamo!

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LALower TENUTA Strings DELL’ARCO PER GLI ARCHI SCURI ONSIGLI SUPER-C

SUPER-CONSIGLI PER VIOLONCELLISTI SUPER-CONSIGLI PER CONTRABBASSISTI Inizia appoggiando la mano destra sul

Esistono due tipi di tenuta dell’arco: francese e

ginocchio. Fai caso a come le dita si

tedesca.

allargano

delicatamente

e

stanno

naturalmente curve Ora tieni, con la mano sinistra, il centro della bacchetta e posiziona la mano destra sull’arco ricercando la stessa sensazione che provavi quando era appoggiata al ginocchio

Suggerimenti per la tenuta alla francese: Assicurati

che

il

pollice

sia

rivolto

internamente e curvo, con le altre dita rilassate Studia davanti allo specchio per controllare che l’arco abbia costantemente la giusta

Assicurati che il peso del gomito destro

angolazione

affondi

sperimenta come devono posizionarsi il

verso

l’avambraccio

e

il

basso,

la

mano.

attraverso La

sinistra

dovrebbe far fatica a sostenere il naturale peso della mano e del braccio destro.

rispetto

al

ponticello

e

polso, il braccio e la spalla per mantenerla dal tallone alla punta Resta rilassato, non stringere l’arco Suggerimenti per la tenuta alla tedesca: L’arco tedesco ha un tallone più alto, il che significa che viene tenuto da sotto Esiste più di un modo per impugnare l’arco alla tedesca Mantieni il polso flessibile e le dita ruotate Il mignolo va posizionato sotto e sostiene l’arco con il pollice sopra la bacchetta

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Tenuta dell’arco - con lo strumento Comincia sempre con le corde vuote Sviluppa il concetto di spingere e tirare. Spingi quando suoni un’arcata in su e tira quando suoni un’arcata in giù. Per la produzione del suono, coinvolgere il più possibile il corpo è necessario e d'aiuto." Suona arcate lunghe piegando e raddrizzando le dita, sempre ascoltando che il suono sia bello! Libera il movimento in modo che non sia troppo prudente (mi sono imbattuta in molti insegnanti in disaccordo con questo perché vogliono che venga controllato il parallelismo tra arco e ponticello ma, se il braccio è ben rilassato sulla bacchetta, l’arco si appoggia comodamente alla corda e se tutte le angolazioni sono state sperimentate, non dovrebbe esserci alcun problema)

La mano sinistra Ecco alcuni esempi di esercizi che possono aiutare a sviluppare la forza della mano sinistra: Fare degli allungamenti tra le dita mentre si suona Mentre un dito cade sulla corda, il successivo rimbalza, preparando l'altezza necessaria ad "atterrare" con tutto il suo peso Tutte le dita devono rimanere rilassate, altrimenti aumentare la velocità diventerà sempre più complicato Avere delle dita molto attive, ma anche totalmente rilassate, è difficile. Nonostante ciò questa condizione, una volta raggiunta, è inestimabile Per violini e viole, l’esercizio No. 2 di Kreutzer è un altro studio raccomandato per lo sviluppo della mano sinistra. Mentre lo studente passa ad una tecnica più avanzata, non posso sottolineare abbastanza la necessità di ritornare alle basi dato che, tutto ciò che segue, diventa molto più complicato senza che questi fondamenti vengano insegnati e curati costantemente.

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Colpi d’arco Martellato – apri/chiudi/apri/chiudi. Arco alla metà superiore Detaché – per questo puoi esercitarti in ogni parte dell’arco. Concentrati sul tenere rilassata la mano destra, sul parallelismo tra arco e ponticello e sul perfetto contatto con la corda Spiccato – rimbalza sulla corda Ricochet – gettato Collé – solleva le dita dall’arco. Poi “tocca e vai” Tutti questi colpi d’arco dovrebbero AIUTARE a rilassare la mano, non ostacolarla. Ovviamente ci sono molte altre tecniche dell’arco che si sviluppano da qui. La “sequenza ricochet” di Roger Raphael è meravigliosa per tutto questo (grandine, pioggia, neve...). È divertente accorgersi che Joachim usava le stesse parole nel XIX secolo! Comprende l’arcata molto libera, rallentata al tallone che porta ad un cambio d’arcata morbido.

Cambi di arcate – la rovina di ogni musicista? Mi hanno insegnato ad eseguire i cambi d’arco in ogni modo possibile. Questo è un elenco ridotto di quelli che trovo più utili: Cambiare arcata al centro dell’arco, senza la pressione del peso del tallone e l’inconsistenza di peso della punta Ritorna al collé per coinvolgere completamente tutte le dita, ma senza premere Esercitati senza alcuna pressione del tempo, cioè ESTREMAMENTE lentamente e sulle corde vuote Poi fai il contrario, esercitati con il metronomo Esercitati con la mano destra molto fluida, libera e disinvolta e sfrutta tutta la gamma di movimenti possibili – dalla spalla, al gomito, al polso, alle dita Mantieni sempre la consapevolezza dell’inclinazione rispetto alla posizione dello strumento Nel momento in cui, al tallone, l'arco cambia direzione, cerca di creare un movimento circolare del braccio e della mano Consiglio extra per i contrabbassisti – la vite, o la punta, faranno un movimento che disegna un 8

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PORTA LE BENEDETTI SESSION A CASA TUA Di seguito potete trovare i nostri consigli, per i giovani partecipanti, su come continuare l'esperienza di questo weekend anche a casa. Naturalmente, per poter realizzare queste idee, avranno bisogno del supporto pratico dei loro insegnanti, della famiglia e degli amici.

STABILISCI DEGLI OBIETTIVI COLLETTIVI SU CUI LAVORARE

Sono sicura che tu non sia l’unica persona che suona uno strumento musicale nella tua scuola, nella tua città, nel tuo paese o nel vicinato o via, vero? Vai e cerca chi sono le altre persone che suonano e stabilite degli obiettivi comuni. Per i piccolini, per esempio, potrebbe essere che, entro il 14 Febbraio (San Valentino), dovete aver imparato un breve brano romantico ciascuno. O magari, entro marzo, dovete aver imparato tutti quanti una nuova scala, oppure dovete aver migliorato il vostro suono.

STATE INSIEME, NON LAVORATE DA SOLI!

Per favore, ti incoraggiamo davvero a fare in modo di suonare insieme ad altre persone. È così difficile e anche poco divertente suonare solamente da soli e magari, ad un certo punto, doversi presentare a fare un esame. No, questo non è fare musica! Stai insieme a più amici possibile e suonate, l’uno per l’altro, i vostri brani. Potresti fare questa cosa: in soggiorno in classe in un centro comunitario a scuola in chiesa A quale altro luogo riesci a pensare? Puoi fare musica in molti posti, basta chiedere ed essere sicuri di non disturbare nessuno! 50


Ma abbiamo bisogno di alcune regole per rendere il tutto più piacevole e divertente! A) Nessuno può rubare la scena agli altri. Consenti a chiunque ne abbia voglia di avere la possibilità di suonare B) Apprezza il talento e le abilità delle altre persone e prova a non essere invidioso se qualcuno sa fare qualcosa meglio di te. Questa è la vita; abbiamo TUTTI dei punti di forza e delle debolezze. Se lo accetti le cose andranno meglio. In questo modo potrai apprezzare il fatto che qualcuno sia in grado di fare qualcosa che tu non sai fare, ed è giusto così! E ti garantisco che c'è qualcosa che sai fare tu che qualcun altro non è in grado di fare. È la ragione per cui la vita è così variopinta, splendida e imprevedibile C) Sii pronto. Queste cose non sono mai e poi mai divertenti se non sei preparato. E cosa serve per essere preparati? Una disciplina quotidiana. Non settimanale, quotidiana D) Sii gentile con gli altri, rimani super positivo e impiega le tue energie nell’organizzazione e nel suonare E) Non aspettarti che qualcun altro faccia tutto il lavoro. Le cose accadono solamente perché NOI le facciamo accadere. Quindi... se c'è bisogno di preparare i leggii, spostare le sedie, stampare o incollare le parti... fallo! Sii partecipe, attivo e d'aiuto" F) Non avere paura di chiedere dei favori. Se conosci qualcuno che conosce qualcuno che suona il pianoforte, chiedi se vi può accompagnare! Non si può mai sapere! UN’ORCHESTRA D’ARCHI NON HA SEMPRE BISOGNO DI UN DIRETTORE Hai bisogno di ritmo, melodia, armonia e accompagnamento. Con queste cose, e con tante persone che conoscono la propria parte del brano, puoi mettere tutto insieme senza un direttore. Non avere paura di provare! Ma, ancora una volta… più sarai preparato, più sarà divertente. Prova a ricordare le cose importanti di cui abbiamo parlato e che sono alla base di ciò che cerchiamo di fare. Non dimenticarle! Ancora più importante, pensa con la tua testa, sii proattivo e ricorda di tener conto delle tue priorità e dei tuoi valori. Suona il repertorio che ti piace, ma anche quello che ti mette alla prova! Lavora sulle tue capacità di organizzazione, cominciando con poco per poi incrementare. Non vedo l’ora di ascoltare ciò che fai e crei! Con affetto,

Nicky x

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“Chiunque abbia competenze musicali ha buon temperamento ed è adatto a qualunque cosa. Dobbiamo insegnare musica nelle scuole” - Martin Luther King “La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio” - Victor Hugo “La musica non è nelle note, ma nel silenzio tra esse” - Wolfgang Amadeus Mozart “Se i bambini ascoltano musica di buona qualità dal giorno in cui nascono e imparano a suonarla, sviluppano sensibilità, disciplina e perseveranza. Ed otterranno uno splendido cuore” - Shinichi Suzuki “La musica è abbastanza per una vita, ma una vita non è abbastanza per la musica” - Sergei Rachmaninoff “Suonare senza passione è imperdonabile” - Ludwig von Beethoven “Il futuro appartiene ai giovani con un’educazione e l’immaginazione per creare” - Barack Obama “Se vogliamo sperare in una società di persone letterate e acculturate, la musica deve essere parte vitale dell’educazione dei bambini” - Yo-Yo Ma 52


www.benedettifoundation.org


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