Sin dai primi anni Sessanta - con l'affermarsi dell'arte concettuale - il rapporto dialettico con la scrittura ha giocato un ruolo fondamentale: le opere d'arte non sono più materia concreta, ma soprattutto idee e pensieri. L'azione creativa si appropria della pratica del linguaggio, trovando compiuta espressione nell'elaborazione di tesi o nell'enunciazione di un metodo processuale. La tautologia, ovvero l'enunciazione di "verità assolute", di Joseph Kosuth, il rigore espressivo di Robert Barry, Lawrence Weiner si confrontano con l'ironia di Piero Manzoni, con l'azzeramento poetico e politico di Vincenzo Agnetti, fino a Bruce Naumann; e ancora con la classificazione di segni e parole di Alighiero Boetti e con le Picture/Readings di Barbara Kruger.