Beesness n° 3 Maggio/Giugno 2019

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Periodico di informazione bimestrale –maggio-giugno 2019

Anno IX - N° 3  2019 € 3,90

Christian Gaston Illan

“INSIEME SIAMO PIÙ FORTI”

Annie Féolde

“LA SIGNORA DEL VINO”

Matteo Frescobaldi “UN OLIO REGALE”

Avel Lenttan

“L’INFINITO AMORE PER I DETTAGLI”


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Anno IX - N° 3 2019 € 3,90

Registrazione Tribunale di Milano n°551 del 18.11.2011

Periodico di informazione bimestrale –maggio-giugno 2019

Grafica Canali&C. Stampa Pinelli Printing S.r.l. – Via Redipuglia 9 – Gessate (MI) Servizio abbonamenti Christian Gaston Illan

abbonamenti@beesness.it | Tel./Fax: 02/36539037

“INSIEME SIAMO PIÙ FORTI”

Annie Féolde

“LA SIGNORA DEL VINO”

Matteo Frescobaldi “UN OLIO REGALE”

Direttore Responsabile

Avel Lenttan

“L’INFINITO AMORE PER I DETTAGLI”

Giovanni Bonani Direttore Editoriale

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Laura Lamarra

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Carla Cavicchini, Fabrizio Valente, Elena Pravato, Giorgio Nadali

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Patrick Abbattista

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CHRISTIAN GASTON ILLAN: THE REAL SOCIAL NETWORK

/ Editoriale

maggio\giugno 2019

Apriamo questo numero con un’intervista all’argentino Christian Gaston Illan, esempio di determinazione e di ingegno, che in Italia ha fondato il marchio iLoby, un braccialetto dotato di ID, per connettere tutti i social network delle persone. Dedichiamo ampio spazio al settore della viticultura. Infatti, si sono da poco concluse le manifestazioni Vinitaly a Verona, Buy Wine a Firenze e Vini della Costa Toscana a Lucca. L’intervista a Carlotta Gori, Direttore del Consorzio Chianti Classico, ci renderà edotti sulle caratteristiche di questo amabile vino. Gli interessanti contributi di Eugenio Sartori (Vivai Cooperativi Rauscedo) e di Matilde Poggi, Presidente di FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) tratteranno dei cosiddetti “vini ibridi”, prodotti da vitigni resistenti ai principali agenti fungini, ottenuti mediante ibridazione. Un altro argomento trattato è quello del turismo e degli alberghi diffusi, strutture che nascono all’interno di una parte o di un intero borgo antico. Elisabetta Neri e Fulvio Bettini, co-fondatori di Nebe, società leader in Italia nella promozione b2b nel comparto hotellerie, tratteranno delle strutture di lusso. Nel campo del franchising, non possiamo non parlare di Mail Boxes Etc., rete di centri di servizi per i privati e le PMI, attivo nell’espansione in Italia e nei paesi esteri. Si tratta di una realtà con oltre 25 anni di esperienza e più di 2.500 negozi in 47 paesi. Rimanendo sempre nel campo del franchising, ma cambiando settore, Silvia Spronelli, Presidente di Solo Affitti, ci spiega come da piccola nicchia di mercato, quella degli affitti, adesso sia diventata una importante realtà nel settore immobiliare. Da questo numero di Beesness, debuttano le rubriche di Quadrante, rinomata società di consulenza di franchising che si occupa di affiancare i francio per creare il miglior format di franchising e di Confimprese, associazione di sistemi di franchising e di retailer. Infine, le nostre ormai consuete rubriche: quella sul Licensing, curata da Brand Jam, quella sul retail di IKN Italy e News in Town, sui ristoranti e sui locali di Milano. Arrivederci al prossimo numero.

Giovanni Bonani Direttore Responsabile

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/ INDICE

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24 Arte

Impresa Dubai: opportunità di business

MIART

Andrea Raimondi, executive manager di Private Office......................8

Prendi l’arte ma “non” metterla da parte.......................................... 44

La classifica di Great Place to Work I dipendenti eleggono le 50 migliori aziende in cui lavorare............. 12

L'anima della mattonella by A.Tessieri & C. Continua la traduzione di famiglia ultracentenaria......................... 14

La determinazione prima di tutto

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46 Food

Intervista a Christian Gaston Illan, fondatore di iLoby................... 16

Wedding Ideas

Laudemio Frescobaldi

Sowed, WB Italia, e Invito di matrimonio AR................................. 20

La sorgente dell'olio............................................................................ 46

Vibram, Fivefingers alla conquista del web

Vini Piwi

Un milione di fan per il “Made in Italy” con la suola in gomma...... 24

Innovazione o tradizione enologica?.................................................. 48

Fashion

Chicchirichììììì... Un gallo Re Carlotta Gori, direttore del Consorzio Chianti Classico.......................52

Easy chic

Anteprima Vini della Costa Toscana

La moda che arriva dal nord Europa................................................ 28

Il benvenuto agli “Artisans of Taste”................................................... 54

Avel Lenttan Luxury Jewellery

Vinitaly da record

Un melting pot di scienza, arte, cultura e innovazione nel lusso....... 30

Novità, trend e numeri su cui riflettere alla 53a edizione................. 56

Filo 2019

Il gusto della vita

Il salone Internazionale dei filati e delle fibre.................................... 32

Intervista a Annie Féolde dell'Enoteca Pinchiorri di Firenze........... 60

L'estate nel mondo, l'estate di Pitti 96

Med Cooking

A Firenze, Fortezza da Basso............................................................. 34

Acqua e pesca sostenibile: il filo conduttore nell'edizione 2019.......... 62

Denim Première Vision

La Cooking therapy

Il denim intreccia la sua evoluzione con la città di Milano............... 38

Un nuovo strumento riabilitativo...................................................... 64

Milano Moda Design 2019

O Mundo Fantástico da Sardinha Portuguesa

I progetti Home Collection firmati dai designer internazionali....... 40

Rivitalizzare un prodotto in crisi grazie al riposizionamento........... 66

Altagamma

FMTS Group inaugura In Cibum

Analisi sul segmento del lusso............................................................. 43

Scuola di Alta Formazione Gastronomica del Mezzogiorno............. 68

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maggio\giugno 2019

Tecnologia

Franchising Burger King

Retail: i Digital Trend

Intervista ad Andrea Valota, A.D. Burger King Italia ..................... 70

Come cambierà il futuro del mercato............................................... 104

Solo Affitti

Mab Solution

Intervista al presidente Silvia Spronelli............................................. 72

La consulenza tailor made............................................................... 106

Perché insegnare ad un vecchio cane

Safesolution

Il nuovo linguaggio a cui la ristorazione deve abituarsi.................... 75

Da Milano una start-up innovativa ............................................... 107

Personal Branding

Web Marketing Festival

Come diventare il primo nome legato al tuo franchising .................. 76

Tutte le novità in arrivo................................................................... 108

Musica

Rapporto Confimprese estero 2019 Mario Resca, Confimprese: all’estero 365 aperture .......................... 80

Mail Boxes Etc. Espansione a livello nazionale e internazionale................................ 84

Sport Lo sport della vita Intervista a Massimiliano Rosolino................................................... 86

Lierac Beauty Run La corsa in rosa che fa bene alle donne e sostiene la ricerca................ 88

The Reunion 2019

Mokamusic e Apollo Music Store Una sinergia internazionale per la pubblicità italiana................... 112

Premio Essere Superbrands Le eccellenze di marca che guidano il mercato................................. 114

Licensing Arte e pubblicità Quando il prodotto diventa veicolo di un messaggio culturale........ 116

Automotive

Le novità dell'evento motociclistico .................................................... 90

Formazione I 4 tipi di cervelli da business

#FORUMAutoMotive Elettrico o diesel, il dibattito continua ............................................. 118

Turismo

I segreti per concludere affari.............................................................. 92

Comunicazione persuasiva

Quando un intero borgo diventa hotel

10 strategie per convincere il cliente.................................................... 94

L’Italia che non ti aspetti: turismo slow, relax e borghi rinati ....... 120

Il Pensiero positivo

I nuovi trend nel turismo di alta gamma

Da positività a produttività in 10 passi............................................. 98

Intervista a Elisabetta Neri, co-fondatrice di Nebe.......................... 124

News in Town Locali, bar, ristoranti e vini da enoteca..................................128

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/Impresa

DUBAI: OPPORTUNITÀ DI BUSINESS IN PARTNERSHIP CON LA CASA REALE A cura di Giorgio Nadali

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maggio\giugno 2019 Tra le economie in più rapida crescita al mondo, gli Emirati Arabi Uniti si sono posizionati come hub di business per l'intera regione. Avendo le infrastrutture e le strutture commerciali più avanzate nella regione, combinate con una vibrante miscela di risorse umane e finanziarie, gli Emirati Arabi Uniti sono in una buona posizione per sfruttare le opportunità offerte dalla nuova economia globale. Il Private Office è stato fondato da Sheikh Saeed bin Ahmed Al Maktoum per investire direttamente in potenziali opportunità commerciali nella regione, con i criteri di investimento del Private Office.

Facendo leva sul patrimonio di competenze del team di gestione dell'ufficio privato, il Private Office mira d attrarre progetti imprenditoriali intelligenti e ambiziosi, a valutare a fondo il potenziale di mercato e a valutare in modo completo il loro potenziale e rischio. La sua strategia si rivolge a settori e mercati in cui gli Emirati Arabi Uniti hanno un vantaggio competitivo distintivo e significativo come il turismo, l'immobiliare, i media, la tecnologia e il settore bancario. La sua mission è quella di creare un portafoglio di investimenti diversificato e redditizio investendo direttamente in iniziative imprenditoriali nuove o esistenti, che vengono selezionate attraverso un rigoroso processo di valutazione aziendale. Scandagliano continuamente il mercato alla ricerca di iniziative imprenditoriali promettenti in vari settori. Le iniziative in short list sono sottoposte al processo di identificazione e valutazione del progetto. Una volta conclusa la fase di valutazione del piano aziendale e approvato il progetto per gli investimenti, inizia la fase esecutiva. In questa fase, il team di esperti fornisce consulenza di gestione e soluzioni strategiche per garantire un ingresso nel mercato di successo e un flusso di entrate sostenibile. Su progetti che non rientrano nei suoi settori industriali preferiti o che non soddisfano i suoi criteri di investimento, aggiungono ancora valore sfruttando la vasta rete di contatti nella regione, dove assistono le imprese nell'ottenere partner strategici e di investimento, agendo quindi come catalizzatore, fornendo il collegamento tra le persone giuste, le idee, le conoscenze e le risorse per ottenere il risultato più efficace possibile. Andrea Raimondi è l’executive manager dell’ufficio Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum Private Office, inaugurato a Milano il 28 febbraio 2019. Dottor Raimondi, quali sono le opportunità di business che si presentano in occasione di Expo 2020 a Dubai? Viste le elevate potenzialità di Expo 2020, sono numerose le opportunità a cui vanno incontro gli imprenditori che decidono di prender parte all’evento: rappresenta, infatti, un incontro unico per una concreta opportunità di fare business. Garantisce una

grande visibilità, non solo per il numero di visitatori attesi da tutto il mondo (30 milioni i visitatori stimati e 168 i paesi che hanno annunciato di prender parte all’iniziativa) ma anche per la collocazione strategica del Padiglione Italia. Di cosa si occupa il nuovo ufficio Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum Private Office di Milano? Il Private Office di Milano, recentemente inaugurato, funge da ponte tra Italia ed Emirati Arabi Uniti ed è unico in Italia, 5° in Europa e 13° al mondo. L’obiettivo ultimo del P.O. è quello di facilitare l’ingresso delle aziende italiane in Mainland affiancando le realtà italiane a un forte partner strategico, con lo scopo di ridurre al minimo i fattori di complicazione e garantire al meglio la buona riuscita per le imprese. Quale tipo di aziende hanno più possibilità di investire a Dubai come partner ufficiali della Casa Reale? I settori di maggiore interesse riguardano healthcare, energy e fintech. Tuttavia non sono da escludere altri settori come meccanica, moda o lusso, che sono tipici dell’economia italiana e restano di forte interesse per il mercato emiratino. La ricerca è orientata verso prodotti con caratteristiche uniche e distintive, considerata la dinamicità e l’alto livello tecnologico in continua evoluzione presente negli EAU. Voi cercate continuamente nel mercato iniziative imprenditoriali promettenti in vari settori. Le iniziative in short list sono sottoposte al processo di identificazione e valutazione del progetto. Quali settori e quali i criteri valutazione? La selezione delle aziende avviene dopo un’accurata valutazione di elementi oggettivi fondamentali nonché necessari per intraprendere questo percorso. Ci riferiamo a PMI, con un track record positivo ed un’adeguata capacità finanziaria per sostenere il progetto. Devono avere una capacità produttiva scalabile ed essere preferibilmente B2B, un’esperienza di in t e r n a zi o n a l i z z a zi o n e a v v ia t a accompagnata quindi da una capacità

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grado di accompagnare i clienti nei processi di set up iniziale e nella gestione on going, dopo l’accettazione da parte dell’Executive Committee. In particolare, il supporto offerto in loco da R&P Dubai, tramite i nostri esperti locali, può essere relativo al business, ad esempio alla contabilità, alla ricerca del resident manager, alla pianificazione fiscale internazionale o relativi al “life management”, che può risultare particolarmente utile ai manager che si trovano proiettati in una realtà completamente diversa da quella italiana.

organizzativa in grado di supportare il progetto di internazionalizzazione. Come colmerete la differenza culturale tra le aziende italiane e quella dell’ambiente degli Emirati Arabi Uniti dove gli imprenditori selezionati opereranno? Il Private Office nasce per questo: l’influenza culturale nei paesi del medio-oriente è direttamente collegata al modo di fare business. Occorre avere una conoscenza a 360° del mercato di destinazione in modo da colmare le forti differenze tra le due culture. Per questo grazie alla nostra esperienza, con un team di Business Development altamente qualificato, accompagneremo le imprese in tutte le fasi, avvalendoci anche di sezioni dedicate alla conoscenza della cultura locale, quindi sul modo di fare business negli EAU. Quante aziende selezionate in un mese e con quali criteri? A questo proposito è importante tener presente che noi lavoriamo con la qualità, non con la quantità. Ciò ci permette di poter contare su risultati soddisfacenti nel lungo termine da garantire agli imprenditori. Non esiste una regola, una statistica: il numero di aziende selezionate dipende dalle caratteristiche delle aziende con cui ci andiamo ad approcciare, a come queste aderiscono ai requisiti previsti per entrare nei mercati degli Emirati. Inoltre, anche il numero di aziende che vengono semplicemente

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analizzate è variabile: l’ufficio lavora con una metodologia push e pull, quindi tutto dipende anche dal numero di aziende che si propongono. Quali sono le opportunità di franchising con gli Emirati Arabi Uniti? In generale, riconosco che l’internazionalizzazione tramite franchising può risultare particolarmente appetibile per un’azienda ma, come per molte cose, la realtà di Dubai costituisce una parziale eccezione. La maggiore complicazione in questo ambito è la lacuna legislativa che circonda il franchising, a cui si applica la normativa prevista per i contratti di agenzia: è una metodologia che risulta più macchinosa, ma non per questo da escludere a priori. Anche questo dipende dalle caratteristiche della singola azienda, dal suo prodotto e dal suo modello di business. Come siete giunti ad una partnership tra il suo studio di consulenza R&P Consulting di Modena e lo Sceicco Saeed Bin Ahmed Al Maktoum? La partnership è frutto di un intenso lavoro di networking che va avanti da più di 20 anni e che negli ultimi anni si è concentrato soprattutto negli Emirati Arabi Uniti. Quale supporto fornite alle aziende italiane a Dubai? Tramite la nostra sede a Dubai, siamo in

Quali sono i margini di investimento richiesto agli imprenditori? Un processo di internazionalizzazione implica necessariamente dei costi fissi da affrontare, quali il setup di una sede locale, la ricerca nell’ambito delle risorse umane, la ricerca di un eventuale distributore e così via. Molte aziende ritengono altresì necessario affidarsi all’esperienza di un’azienda di consulenza che conosca il mercato e sappia come muoversi. La “ricetta base” può essere poi adattata a seconda delle necessità dell’azienda singola. Ed è anche in base a queste esigenze che il margine di investimento delle aziende cambia. Quanto tempo trascorre tra il primo contatto in Italia allo Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum Private Office di Milano per una richiesta di partnership e la decisione finale di accettazione? La partnership con il Private Office di Dubai ci permette di ridurre sensibilmente le tempistiche di accettazione. Orientativamente il tempo che trascorre dal primo incontro conoscitivo a Milano e la firma dei contratti a Dubai non supera i due mesi. Ovviamente questo dipende anche dal livello di impegno e dalle energie messe a disposizione dall’azienda. Mediamente in percentuale quante aziende vengono accettate? Così come per il numero delle imprese selezionate, anche il numero di aziende accettate è fortemente variabile. Dipende dalle aziende, che devono essere in grado di trovare una proposta unica, che le distingua e dia loro un vantaggio competitivo in un mercato dinamico come Dubai.


maggio\giugno 2019

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/Impresa

LA CLASSIFICA DI GREAT PLACE TO WORK I dipendenti eleggono le 50 migliori aziende per cui lavorare in Italia A cura della Redazione

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maggio\giugno 2019 Great Place to Work®, società specializzata nel miglioramento del clima organizzativo, ha premiato per il 18° anno consecutivo le migliori aziende dove lavorare in Italia nel 2019, consultando oltre 40mila dipendenti. Delle 136 candidate, solo 50 sono state elette come Best Workplace: luoghi di lavoro in cui, rispetto alla media italiana, è valorizzato il welfare (+54%), l’equilibrio fra lavoro e vita privata (+75%), si lavora più serenamente (+76%) e i manager sono visti come corretti ed etici (+46%), promuovendo i dipendenti sulla base del merito (67%) e concedendo particolari benefit (78%). Si tratta di un prestigioso premio di livello internazionale e dal riconosciuto valore etico, unico nel suo genere, in quanto sono proprio i lavoratori a giudicare in maniera autonoma e indipendente i propri datori di lavoro. L’indicatore utilizzato per stilare la classifica è il Trust Index © ,

l’indice sintetico determinato dalla media delle percentuali di risposte favorevoli di tutte le domande del questionario che Great Place to Work® Italia utilizza per raccogliere i feedback dei dipendenti. L’attenzione rivolta alla qualità della vita all’interno delle aziende è molto variabile in Italia e dalle ricerche emerge uno scarto importante tra le aziende Best Workplace, che ottengono l’81% di feedback positivi e quelle candidate ma non certificate si fermano al 51%, mentre la media italiana è al 44%. La capacità di creare un ambiente di lavoro sereno, empatico, da vivere con il sorriso è uno degli aspetti determinanti per diventare un Best Workplace. Inoltre, benefit e riconoscimenti materiali aiutano a creare una sensazione di appagamento che rende piacevole recarsi in ufficio (83%). La motivazione nelle Best Companies ottiene l’82%, mentre nelle altre aziende la percentuale scende al 54%. Tuttavia,

in Italia langue ancora il concetto di promozione sulla base della meritocrazia: infatti, le domande con i risultati più bassi, anche fra le Best Companies, sono proprio quelle relative all’equità della retribuzione e alle promozioni, che non arrivano al 70% di risultati favorevoli. Inoltre, la ricerca evidenzia un rapporto diretto tra la soddisfazione e la motivazione dei dipendenti e il giro d’affari: le aziende che investono sullo sviluppo della cultura organizzativa, riuscendo a motivare al meglio i propri collaboratori, creano un sistema virtuoso, che permette un concreto ritorno anche sul business. Le Best Companies della classifica, vedono migliorare i rapporti tra colleghi e tra lavoratori e datori di lavoro, con benefici molteplici: miglioramento del clima interno, calo del turnover, aumento dell’appetibilità dell’azienda da parte dei candidati e miglioramento degli indicatori finanziari.

Classifica Best Workplaces in Italia 2019

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/Impresa

L'ANIMA DELLA MATTONELLA BY A.TESSIERI & C. A cura di Carla Cavicchini e A.Tessieri

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Una storia centenaria – con qualche lustro in più per l'esattezza – che parte precisamente dal 1902 con la solida idea di preservare la tradizione di famiglia, che già allora si distingueva per gli abili manufatti, e tutt'ora conserva amore e segreti con religiosa cura per l'azienda A.Tessieri & C. di Lucca, depositaria di opere che durano nel tempo. Eccole le mattonelle che tanto si rifanno all’Art Nouveau. Così lineari ed essenziali, oseremmo dire pallide, gentili e raffinate come le nobildonne lucchesi. In graniglia o pasta di cemento, ricche di sapienti diversi decori, frutto d'immutate tecniche protratte nell'arco di lunghi anni. Create per pavimenti Arte Nuova quale diffusione dei valori estetici che volgono anche verso il mobilio, si avvalorano


maggio\giugno 2019 d'attento studio tecnico ed artistico tenendo conto dell'epoca costruttiva dell'immobile nel quale andranno ad essere posate. Questo analizzandone usi e spazi giusti, in buona sintonia coi desideri del cliente. Il risultato? Pavimenti raffinati di respiro Belle Epoque a cui poco v'è da aggiungere, destinati all'abbellimento di signorili abitazioni ed edifici pubblici d'ogni parte del mondo. Qualche esempio? L'Hotel Royal di Viareggio, i Bagni Margherita, il cinema Odeon per la spettacolarità che avvolge il visitatore. E, mentre le emozioni pure del “fatto a mano” prendono sempre più vita, grazie a quel video che inebria di luce tratti delicati, il tuffo nella storia avanza presentando tecnica, arte e passione, fondendosi in un unicum di radici e futuro, conservando le chiavi della tradizione. Oggi, il piano di rilancio della “Premiata Fabbrica” è voluto da quattro imprenditori lucchesi da sempre uniti da buona amicizia e buone attitudini del saper fare, essi hanno investito in tale prodotto, di sicuro prestigio e da esibire – perché no? – in percorsi di buon cammino. Pier Giorgio Tessieri, socio maggioritario, racconta d'aver voluto proseguire quella storia iniziata di primissimo novecento col bisnonno Alfredo, rappresentandone la quarta generazione. "Qui, in questa azienda, dove sono conservati oltre 300 stampi d'allora e medesime formulazioni d'oltre cent'anni fa, ci è sembrato opportuno ricordare che il pavimento Tessieri non solo è sinonimo di lucchesità nel mondo, bensì racchiude anche i tratti distintivi del Made in Italy, altamente vitali e determinanti per la nostra nazione." E, mentre traspaiono dal volto i ricordi affettivi, seppur con sguardo rivolto all'odierno, gli altri soci raccontano l'amore per il territorio, la nostalgia per ciò che stupiva nelle case dei nonni, il comune impegno di far crescere il brand aziendale, dando vita a quel sogno che presto si tramuterà nel "Museo della Mattonella". Quanto al marketing e strategie di comunicazione, esse si accompagneranno a designers ed interior design di prima eccellenza, forti d'un fatturato attuale di oltre 500.000 euro, in crescita dal precedente 2018, capace anch'esso d'effettuare un bel balzo avanti. L'ambizione è quella di un business-plan in espansione, capace di prevedere il raddoppio dell'organico nell'arco di un annetto circa. La curiosità galoppa mentre gli amici-industriali rispondono che l'Italia gode d'eccellenze doverose da presentare, che nel loro mondo, oltre alla Toscana c'è anche tanto "Stivale", che l'Europa

La produzione di tali mattonelle capaci di segnare un vero e proprio pezzo di storia e cultura italiana, parte da Pelleria prima e S. Anna più tardi – antichi quartieri di Lucca - per trasferirsi poi definitivamente in via S. Marco a Borgo Giannotti. E questo resistendo anche al passaggio di due guerre. Oggi la “Premiata Fabbrica “A.Tessieri & C.” è sotto la guida di quattro persone che oltre all'affetto e all'amicizia che li lega hanno unito saperi, passioni, intuito e valide capacità manageriali. Pier Giorgio Tessieri, socio maggioritario, è proprietario della Publiartex e pronipote di Alfredo, fondatore della fabbrica. Manuel Vellutini e Marco Pierallini, sono entrambi vicepresidenti esecutivi della Wolters Kluwer Tagetik e Alessandro Mannucci è amministratore delegato della Toscotec. Presenti nella cit tà dantesca alla prossima Fiera Internazionale dell'Artigianato, si sposteranno prossimamente per altri prestigiosi eventi a Roma e Milano.

è ben servita e che l'America è un grande estimatore della maestria italiana. Il mondo in tasca? Beh... intanto camminiamoci sopra! Quanto ai nomi illustri, Gucci "veste" Tessieri assieme a personaggi dello spettacolo, politica ed altro ancora, cui seguono i nomi di Benigni, Bertolucci ed altri estimatori di tale pregio. In un lampo spuntano piccoli cataloghi d'epoca verdi, marroni, – 1914/1927 – preziosi come l'oro e ricchi di sapienza, quando appunto la fabbrica molto conosciuta a Lucca, dintorni e regione intera, presentava i propri lavori agli addetti ed estimatori. Due passi fuori ed eccoci accanto ad antiche presse idrauliche, mentre gli operai di provata esperienza si applicano a pezzo dopo pezzo con colori atossici applicati a mano. Questo senza dimenticare la tecnica d'impasto. La serialità non fa parte di A. Tessieri & C., quello che esce rappresenta l'alto artigianato lucchese fatto di pezzi unici, degni d'ingegnose mani, che persino il FAI ha visitato di recente. Quanto all'Arpat-Ausl, dopo i rituali controlli, tutti andati a buon fine, sentenziò l'utilità di tale patrimonio artistico essendo in piena sintonia con la storicità dell'azienda. Arte e natura, un connubio perfetto in cui camminare è estremamente piacevole grazie alla regalità Tessieri.

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/Impresa

CHRISTIAN GASTON ILLAN: LA DETERMINAZIONE PRIMA DI TUTTO A cura di Giovanni Bonani

In foto: Christian Gaston Illan, proprietario di iLoby

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maggio\giugno 2019 Anni fa, durante una presentazione in una nota discoteca di Milano, mi sono imbattuto in Christian Gaston Illan, proprietario del brand iLoby. Mi ha subito colpito la determinazione che avuto nel creare questo business e la voglia di mettersi in gioco. Per questo motivo ho deciso di intervistarlo.

iLoby è un braccialetto che, tramite un ID di riferimento, mette in contatto le persone presenti sui vari canali social. Nasce come un sogno fra amici di creare un simbolo, un gruppo, un club, per fare amicizia con le persone reali con le quali fare network.

Lei è argentino, qual è il motivo che l’ha condotta in Italia? Mia mamma è italiana e sono arrivato in Italia da piccolo, dove ho frequentato la scuola elementare. All’età di dodici anni ho deciso di tornare in Argentina, avevo nostalgia della mia terra. Lì mi sono laureato in giurisprudenza. Dopo avere per un po’ esercitato la professione di avvocato, ho scoperto la mia vocazione imprenditoriale. Proprio in Argentina, nasce l’idea del mio brand iLoby. Successivamente sono ritornato in Italia, paese che mi ha sempre accolto con grande ospitalità ed entusiasmo. Potrebbe spiegarci il progetto iLoby, da lei fondato e il suo punto di forza? iLoby nasce da un’idea condivisa con i miei amici e collaboratori. Lo stesso nome comprende in sé due concetti fondamentali: “i”, prende spunto dal nome dei gadget inventati da Steve Jobs, mentre “Loby”, da lobby. Il lobbista, in Argentina non hanno

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un’accezione negativa, ma è inteso come appartenente ad un settore determinato. L’idea di partenza, di fatto, è stata la creazione di un “real social network”, dove le persone possano conoscersi, avviare collaborazioni, organizzare eventi e instaurare amicizie, al contrario degli altri social, dove gli utenti condividono solo contenuti e rischiano di incorrere in profili falsi. Da qui, la nascita di un braccialetto identificativo, per la registrazione online e per ovviare al problema dei “fake”. iLoby si è evoluto nel tempo, fino a cambiare radicalmente il proprio rapporto, da B2C ad un vero e proprio B2B. Oggi è rivolto ai nostri partner che, innanzitutto, sono amici: per noi è fondamentale l’instaurazione di rapporti referenziati, fondati sulla fiducia reciproca e iLoby assicura ai propri membri un alto livello nel network e la condivisione di ideali congiunti. Realizziamo grandi eventi sul territorio, in collaborazione con blasonati brand del lusso. Inoltre, per alcune aziende, curiamo la comunicazione offline e online sui social. Quando ha deciso di dedicarsi all’attività imprenditoriale? Si sente di ringraziare qualcuno? Ho deciso di intraprendere questa attività durante l’ultimo viaggio per l’Italia. Ringrazio, innanzitutto, i miei genitori, i miei amici e i soci Radouane El Hazzazi e Luca Sardi che, avendo creduto in questo progetto sin dagli esordi, lo sostengono con entusiasmo e determinazione. A questi, si aggiungono Ivan Mastropirro, che con la sua intraprendenza e tenacia ha diffuso il nome di iLoby pressoché ovunque. Infine, non posso dimenticare Maria Giulia Linfante, che tutti i giorni segue con impegno creativo i miei progetti.

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Attualmente, il braccialetto iLoby dove viene distribuito e attraverso quali canali? Al momento abbiamo temporaneamente bloccato la produzione di braccialetti, poiché stiamo sviluppando un prototipo che possa offrire più contenuti e che sia maggiormente interattivo. Ci sono grandi novità in vista! Mi ha colpito la sua determinazione imprenditoriale, che si riflette anche nella sua vita privata. Lo si capisce dall’incontro

che ha avuto con Papa Francesco. Ci racconta l’aneddoto del poncho di sua nonna? Mia nonna Teresita, nata e cresciuta nel quartiere Flores a Buenos Aires (dov’era cresciuto proprio Papa Bergoglio), mi consegna il poncho per il Papa. Ricordo quel giorno in Piazza San Pietro come se fosse ieri. È stata un’emozione forte e indescrivibile. Papa Francesco mi fece passare attraverso la sicurezza ed una


maggio\giugno 2019 volta a pochi passi da me, mi sono bloccato dall’emozione. In quel momento era come se si fosse fermato il tempo. È stato bello vedere la gioia negli occhi di Papa Bergoglio nel ricevere in dono il poncho. Da quell’incontro, devo dire, che il mio modo di percepire la vita, sotto alcuni aspetti, è cambiato. Mi sono avvicinato molto di più alla fede. In futuro, pensa di espandersi nel retail? Certamente, è una scelta naturale, dato che lavoriamo proprio con le case madri. Vogliamo creare uno spazio raggiungibile ovunque nel mondo e dal quale ognuno possa accedervi. Non solo uno shop online, ma uno spazio virtuale che s’interfacci con l’ambiente circostante. Lei è conosciuto anche nel mondo del calcio. Qual è il suo rapporto con il pallone? Il calcio è da sempre una mia passione: sono argentino e il rapporto con questo sport è culturalmente molto radicato nella società. Da ragazzino giocavo per la squadra del Ferro in Buenos Aires. In Italia sono simpatizzante del Milan e ho collaborato, per un certo periodo, come opinionista per Diretta Stadio su La7Gold. Ho anche condotto un programma di calcio, chiamato Derby 2.0, su La6. La sua vita professionale è molto impegnativa: riesce a ritagliarsi dei momenti per sé? iLoby assorbe la maggior parte del mio tempo e delle mie energie. Appena possibile, cerco di ritagliarmi degli spazi da dedicare allo sport, ma anche alla meditazione e allo yoga. Amo molto viaggiare e immergermi nella natura, concedendomi lunghe passeggiate in montagna.

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/Impresa

WEDDING IDEAS Sowed, WB Italia, e Invito di matrimonio AR

A cura di Elena Pravato

Il mondo del wedding è sempre in fermento e visto che da maggio tradizionalmente, inizia la stagione dei matrimoni, vogliamo offrirvi qualche idea innovativa e soprattutto presentarvi le nuove realtà ed imprese che stanno riscontrando successo nel settore. Partiamo con Sowed. In questo caso parliamo di una Onlus, fondata dalla fashion stylist Veronica Bello, che unisce (anche nella denominazione So-sociale + Wed-wedding) il mondo del matrimonio e la solidarietà. Potremmo definire Sowed un circolo virtuoso: atelier e privati donano a Sowed abiti e accessori da sposi e da cerimonia, la Onlus li seleziona e li archivia pubblicandone le immagini e la descrizione sul sito www.sowed.org costantemente aggiornato. In questo modo futuri sposi, invitati ad una cerimonia, ma anche stylist e costumisti possono sempre sapere cosa è disponibile nell’archivio della Onlus e chiedere informazioni attraverso i contatti di Sowed. Il ricavato delle donazioni, dato dalla raccolta fondi di abiti e accessori, verrà poi utilizzato dalla Onlus per sostenere iniziative di beneficenza che a breve vi illustreremo. Ne parliamo con la Presidente Veronica Bello. Come ha avuto l'idea di fondare Sowed, la Onlus dei Social Wedding? Sono una Fashion Stylist e per diversi anni ho lavorato a Londra dove ho avuto modo di conoscere i charity shop. Si tratta di negozi molto diffusi in Inghilterra, America ed Australia, che si differenziano dai negozi dell’usato perché le persone donano i propri abiti o oggetti, senza ricevere alcun corrispettivo in cambio e che sostengono, con i ricavati, progetti di beneficenza. Io ho voluto portare questo modo di fare del bene attraverso la moda nel settore del Wedding.

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In foto: Veronica Bello


maggio\giugno 2019 Chi può donare a Sowed? Sposi che decidono di condividere la magia del proprio abito, damigelle, testimoni di nozze, Celebrity, Designer, Atelier e non solo. Tutti possono donare qualcosa! Come avviene la donazione? Per il momento è possibile consegnare a mano abiti e accessori solamente su Roma, ma si possono spedire le donazioni da tutto il resto del mondo! Una volta arrivati in sede, vengono selezionati e suddivisi. Gli articoli conformi al regolamento della Onlus vengono archiviati e caricati sul sito, il resto ridonato ad altre associazioni oppure ne vengono riutilizzati i materiali ed i tessuti per dare vita a nuove creazioni Chi sceglie gli abiti di Sowed? Sowed è per tutti, tengo a precisare: possono rivolgersi alla Onlus sia i promessi sposi che hanno qualche difficoltà economica e vogliono risparmiare senza rinunciare alla qualità, sia coloro che vogliano, in occasione del proprio matrimonio, "sposare" (mai verbo

più appropriato) l'idea di solidarietà e i progetti di Sowed. Anche Stylist e costumisti che cercano capi per i set possono rivolgersi a noi. Inoltre dare una seconda vita ad un abito o accessorio è anche un gesto ecosostenibile, se pensiamo che l'industria della moda e del tessile è seconda, per inquinamento, solo all'industria petrolifera! Quali sono i progetti che finanziate con il ricavato della raccolta fondi? Organizziamo dei corsi di formazione professionale per donne che hanno subito violenza o in condizioni di disagio sociale, insegnando loro un mestiere, dandogli la possibilità di reinserirsi nel mondo lavorativo e il recuperare autostima e sicurezza in se stesse. I corsi saranno di vario genere dal make up alla sartoria etc. Il nostro intento è quello di dare anche alle future corsiste, la possibilità di scegliere il percorso formativo che vogliono intraprendere, in base alle proprie aspettative e predisposizioni. Il primo corso in programma, sarà per il prossimo luglio a Roma e sarà tenuto dal

Make Up Artist di fama internazionale Pablo GilCagnè nella sua Academy. Sarà un corso per imparare le tecniche e i concetti base del make up, al quale parteciperanno donne segnalateci dai centri antiviolenza nazionali. Contiamo di avere al più presto corsi attivi in tutta Italia. A breve, inoltre, partirà un contest per giovani designer a cui verrà chiesto di realizzare il bozzetto di una pochette da viaggio, pensata per la sposa e non solo. La realizzazione del bozzetto vincitore, con i materiali 100% Made in Italy donataci da una nota azienda italiana di filati, sarà commissionata da Sowed a delle donne detenute in istituti penitenziari. Le pochette realizzate, saranno poi le protagoniste della raccolta fondi di Natale della Onlus. Ricordiamo inoltre che ogni donazione, materiale ed economica fatta in favore della Onlus da parte di terzi, è deducibile del 26% al netto delle tasse in quanto donazione verso no profit. Infine ribadiamo lo slogan di Sowed: "Sentirsi bene, facendo del bene!" Tutte le info: www.sowed.org Ad un matrimonio moderno e alla moda non possono mancare le wedding bags per gli invitati! Anna Cristiano, fondatrice e titolare del primo e originale sito e-commerce per le wedding bags ci spiega di cosa si tratta: "la WB è un'idea che proviene da Oltreoceano e consiste nell'equipaggiare l'ospite del matrimonio con un kit contenente l'occorrente per la cerimonia e il ricevimento: dal ventaglio al libretto della messa alle salviettine umidificate, sino alle bolle di sapone per festeggiare l'uscita degli sposi dalla chiesa. È un'idea che ho importato nel lontano 2012 non senza difficoltà per il reperimento dei fornitori".

In foto: kit degli invitati di WB Italia

Può spiegarci meglio come ha avuto l'idea di WB italia? Nasco come grafica pubblicitaria e organizzando il mio matrimonio mi sono specializzata nella grafica per gli eventi e per il matrimonio. Così, per due anni mi sono messa alla ricerca di fornitori per i singoli oggetti del kit, dovendo affidarmi in molti casi ad aziende straniere. Ad oggi commissiono io stessa la fabbricazione di circa 30mila salviette all'anno con il mio marchio, per

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del matrimonio. Tutte le informazioni su: www.weddingbags.it Stanchi dei soliti inviti? Non vi preoccupate ecco la soluzione per voi: un'azienda di Vicenza ha studiato un modo per reinventare il classico invito cartaceo. Stefano Schiavi, ideatore di invitodimatrimonio.it, ha pensato di coniugare tradizione ed innovazione, sfruttando le potenzialità della realtà aumentata.

diversi utilizzi (rinfrescante, antizanzare, lustrascarpe e elimina macchia) proprio perché in Italia esistevano solo salviette monouso per la ristorazione non adatte ai matrimoni. Qual è il target dei vostri clienti? Si tratta soprattutto di clienti privati, visto la vasta proposta di weddingbags.it per tutte le tasche. Con prezzi economici si riesce ad offrire agli invitati un'idea nuova e sfiziosa, ma lavoriamo molto anche con operatori di settore anche di alto livello. Quali sono le WB più originali che le hanno ordinato? Abbiamo creato una bags in juta con manici in raso (cucita a mano) che conteneva dei salvatacchi, delle ballerine per i momenti di relax, uno specchietto, il Kit "SOS Vesciche" etc. Oppure per i matrimoni in spiaggia sono indispensabili da inserire nella wedding bag, le infradito, un foulard bianco e il cappello Panama. Quali sono le novità o i futuri arrivi per i kit degli invitati? Sono in arrivo le nuove shopper in tela con grafica e nomi degli sposi, il gel igieizzante

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Cos'è "invito di matrimonio AR"? I promessi sposi potranno tranquillamente recarsi in cartoleria o in tipografia e realizzare il loro invito cartaceo da spedire ad amici e parenti: sceglieranno la grafica, i caratteri, i colori, come da tradizione. Stefano Schiavi e il suo team ha, però, dato un valore aggiunto all'invito recapitato per posta agli invitati. Il destinatario, dopo aver scaricato gratuitamente l'App Invito di matrimonio AR, quando inquadrerà con il proprio smartphone l'invito cartaceo, vedrà comparire sul proprio schermo un video dove i due sposi, con un simpatico messaggio, faranno il proprio invito di persona.

WB È UN'IDEA CHE PROVIENE DA OLTREOCEANO E CONSISTE NELL'EQUIPAGGIARE L'OSPITE DEL MATRIMONIO CON UN KIT CONTENENTE L'OCCORRENTE PER LA CERIMONIA E IL RICEVIMENTO

mani, il Power Bank bianco personalizzato e il vaporizzatore rinfrescante per i matrimoni estivi sotto il sole. Inoltre, oltre ad aver creato la prima collezione di regali rivolti a sposi e testimoni (Wow Box), a breve uscirà una nuova linea di prodotti rivolta agli invitati "fuori sede": le Welcome Box, un vero e proprio kit di benvenuto personalizzato che gli sposi utilizzeranno per accogliere i propri invitati al loro arrivo in hotel, nei giorni frenetici prima

Ma come si realizza questa magia? A noi basta che i due sposi ci inviino il loro invito in formato PDF o JPG per verificare e testare la fattibilità del nostro servizio. Ad esempio, la realtà aumentata funziona bene con carta opaca, non su quella a specchio. A questo punto i promessi sposi realizzeranno un video convocando amici e parenti al Grande giorno e al resto penseremo noi. Il servizio ha validità di 10 mesi, si esaurisce ad un mese dalla celebrazione del matrimonio e ha un costo fisso di 160 €. Inoltre è facilmente accessibile dato che qualsiasi dispositivo mobile può "leggere" la realtà aumentata. È compatibile con Apple e Android e ha riscosso molto successo in tutte le fasce d'età, vista l'estrema facilità. Si tratta di un modo molto personale ed originale per invitare i propri cari e far sentire il proprio affetto anche a chi viene da più lontano. Vi consigliamo di visitare la demo su www.invitodimatrimonio.it per visualizzare e ne rimarrete sicuramente colpiti!


maggio\giugno 2019

CREATORI OSTINATI DI SERENITÀ Siamo un’agenzia di marketing e comunicazione a servizio completo con 70 collaboratori, oltre 20 anni d’esperienza e ancora tanto entusiasmo per il progetto più importante: il prossimo. Siamo organizzati in 5 Unit specializzate per coprire ogni richiesta del mercato. Siamo attenti alle persone e alle loro esigenze. E siamo pronti a lavorare al vostro fianco, per costruire valore e serenità.

Creativity - Digital - Media - Unconventional - Architettura degli spazi www.canalieco.it

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/Impresa A cura di Elena Pravato

In foto: Giuseppe Grandinetti

VIBRAM, L’INNOVAZIONE DELLE FIVEFINGERS, CONQUISTA IL WEB Un milione di fan per il “Made in Italy” con la suola in gomma Rubrica a cura di IKN

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maggio\giugno 2019 Vibram nasce nel 1937 ad Albizzate (VA) per iniziativa dello scalatore Vitale Bramani (dalle cui iniziali deriva il marchio). 1000 Dipendenti, un fatturato di oltre 200 milioni di euro e una presenza in 120 paesi con distribuzione in 42 Paesi. Ha sedi produttive e di rappresentanza negli USA, in Cina, Giappone e Brasile. La società produce oltre 50 milioni di suole all’anno destinate al mercato dei produttori di calzature outdoor – lifestyle fashion – work safety military – riparazione calzolai. L’azienda ha una ottima percentuale di revenue dal B2C, vendendo attraverso una rete di brand store on line e off line, grazie ad alcuni prodotti particolarmente innovativi come le Fivefingers, scarpe a cinque dita vendute in tutto il mondo, e le Furoshiki, suole avvolgenti come drappi di stoffa che diventano scarpe estremamente confortevoli. La multinazionale italiana vende agli specialisti di abbigliamento tecnico ma produce anche scarpe all’avanguardia. Oggi ha una enorme fan base, grazie a una sapiente regia digitale che bilancia B2C e B2B. È una relazione stretta quella che lega la fan base social a Vibram, conosciuta in tutto il mondo per le suole in gomma ad alte prestazioni utilizzate nelle calzature per il tempo libero e il lavoro. Fan che, vengono chiamati a contribuire con i propri contenuti per promuovere un evento, o creare delle campagne ADV hanno raggiunto e sorpassato 1 milione di followers globali. È Giuseppe Grandinetti, Global Digital HEAD di Vibram, il “conduttore” delle attività web marketing e social della multinazionale italiana. Abbiamo voluto capire con lui qual è il segreto del suo successo: "I nostri clienti sono i nostri migliori brand ambassador". Il successo legato alle Five Fingers ha catapultato Vibram nell’universo consumer che, oggi, è parte importante del fatturato aziendale. Fino a qualche anno fa l’attività promozionale nel B2B era concentrata sul sales marketing puro. Poi è maturata in azienda l’idea di adattare al target B2B una strategia di social marketing che già aveva dato prova di essere efficace nel B2C. "Siamo partiti – spiega Grandinetti – con la revisione dei siti web, tutti slegati e poco orientati al marchio, e li abbiamo fatti convogliare su un’unica piattaforma (Salesforce commerce cloud – ex Demandware Cloud Commerce – ndr), puntando tantissimo sulla brand awareness.

In foto: Five Finger V-Trail - © eu.vibram.com

Il nostro maggior mercato, quello che cuba il 65% del fatturato, sono gli Stati Uniti quindi la scelta tecnologica di andare sul cloud è stata anche una precisa scelta strategica che, in futuro, permetterà di replicare in modo facile ed economico qualsiasi modifica della piattaforma di e-commerce in tutto il mondo". Nel 2015 nasce in azienda la figura digital deputata a gestire in modo integrato tutti i punti di contatto con il cliente. "Io ho lavorato con tutti i dipartimenti, allineandoli e creando diversi gruppi di lavoro cross funzionali e internazionali, soprattutto nella fase di apertura delle attività di e-commerce negli Stati Uniti. Oggi, abbiamo una persona dedicata full time al social marketing in America Europa e in Cina e una dedicata in toto alla piattaforma di e-commerce in queste tre aree. Dal’ HQ In Italia il digital marketing, crea la strategia a livello globale è poi tradotto e pensata e geolocalizzata". Un approccio centralizzato e coordinato, quindi, che si è espresso in un "ambassador program" che ha coinvolto gran parte dei follower di Vibram trasformandoli in veri e propri influencer che, quotidianamente, rilasciavano feedback sulle loro prestazioni (ottenute anche grazie alle qualità tecniche delle suole delle loro scarpe) e condividevano video. "Oggi puntiamo moltissimo sulle strategie social a livello corporate e siamo attivi su, Instagram, Facebook, Youtube, Snapchat-Asia ( Weiobo e Wechat ) e LinkedIn. Abbiamo più di 1 milione di follower senza nemmeno aver spinto più di tanto l’attività sui social, 60.000 solo sul profilo corporate di Instagram. Mi pare un ottimo risultato per un’azienda che lavora da 80 anni nel B2B. I nostri clienti sono i nostri migliori brand ambassador. Condividono sui diversi social i video delle loro Vibram experience, il nostro cliente è una persona che conosce bene la tecnicità del prodotto e ha coscienza del suo ruolo nell’influenzare le performance dell’attività cui si dedica, dalla camminata veloce nel parco all’arrampicata più estrema». Nel 2018 vincitore del premio Best Digital Officer categoria dei Retail Awards di Forum Retail: "Cosa vuol dire per te essere digital? Come esprime Vibram questo concetto? La digitalizzazione per me ha un significato molto importate. La mia visione del digitale ha una finalità etica, uno scopo a supporto dell’essere umano e dell’ambiente che lo circonda. Migliorare la vita quotidiana di ognuno di noi in ogni campo, in ogni mercato, rendere veloci e fruibili a tutti informazioni e dati. Per me essere digital vuol dire portare un cambiamento, ma a una velocità astrale. Il digital corre molto più veloce delle strutture organizzative, Vibram cerca di mettere al centro il consumatore finale portando avanti la crescita della Brand Reputaton Worldwide e della Brand Awarness nel web. Chiamerei questa fase di evoluzione digitale C2B Consumer to Business Era, non solo grazie al digitale, ma anche grazie all’evoluzione dell’automazione industriale che permette la nascita di una FABBRICA 4.0 che, grazie all’AI ci permetterà di fare meno sprechi e migliorare tutti i passaggi produttivi. Uno studio dichiara che in Italia l’80% degli acquisti degli italiani avviene ancora nei negozi fisici, le decisioni di acquisto sono sempre più influenzate dal web.

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In foto: VIBRAM Performing Test Center - © eu.vibram.com/

Come sta cavalcando il retail questa tendenza per mettere in atto strategie win-win fra on line e off-line? Oggi il processo di acquisto ha subito un grande cambiamento off e on line. I Brand devono ispirare, far sognare il consumatore creando prodotti nuovi unici innovativi, supportati da grandi storie. Il Consumatore davanti a qualsiasi prodotto oggi (con uno smartphone) riesce a metterlo a confronto con altri prodotti simili, facendo ricerche, leggendo commenti, seguendo i trend e le raccomandazioni. È in grado di decidere come cosa e quando acquistare. È nel momento dell’acquisto che il consumatore crede nel brand e nel tuo prodotto. E sarà molto importante non deludere le sue aspettative . Perché oggi è il Consumatore che crea il brand con la sua Awarness e Reputation. La forte spinta di campagne internazionali contro il cambiamento climatico, come il recente fenomeno generato da Greta Thunberg pone all’attenzione delle imprese: il valore dei social nel creare aggregazione e nel porre attenzione al tema ambientale. La digitalizzazione può aiutare a salvare il pianeta?

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Si! Il Digital è uno dei mezzi con il quale l’uomo può aiutare a salvare il pianeta, ne sono sicuro e certo. Il digital non è solo economia ma ricerca sviluppo ma alla velocità della luce. Oggi le tecnologie come l’Artificial intelligence i Big Data rederanno possibili (e lo stanno già facendo) scoperte che prima hanno richiesto 50 anni di studi: oggi si parla di mesi, dalla medicina alle costruzioni. Personalizzazione, lo c alizzazione, inte razi o n e: e l e m e nti c h iave c h e suscitano numerose domande interessanti sulle nuove strategie che potrebbero essere adottate per definire un brand multicanale. Quali i canali di marketing più efficace per aumentare l’engagement? I Social sono la base essenziale dove spendere i soldi . La ricerca e lo sviluppo di un prodotto innovativo è l’essenza per un brand di esistere sul mercato nel lungo periodo. Nel 2019 sarai Presidente della 3a Edizione di Retail Awards come commenti questo ruolo? "Da un grande potere derivano grandi

responsabilità", diceva Spiderman. Il digital ci porta tutti a stare sotto i riflettori, a possedere dei super poteri, primo fra tutti quello di farsi ascoltare da migliaia di persone. Una volta accanto agli esperti c’erano i divulgatori, poi sono arrivati gli opinionisti. Oggi il potere è nelle mani degli influencer – ma di quelli veri, quelli che acquistano il prodotto e non lo ricevo gratis: i "nano influencer" la formula che io seguo e a cui da sempre mi ispiro. Ritengo che oggi, tutti noi siamo costantemente presenti sui social condividendo notizie, avvenimenti ed esperienze, ma se dovessi individuare una cosa che manca al settore in cui lavoro direi "divulgatori credibili", poiché sui social tutti dichiariamo di essere esperti di qualcosa, ma chi lo è davvero? Rappresentare questo premio è l’occasione di conoscere idee, scoprire progetti e incontrare persone in grado di rivoluzionare il mercato. È un piacere per me rappresentare in questa serata il settore Retail e poter condurre le attività di divulgazione di crescita del mercato e trasmettere con orgoglio quanto il digitale contribuisca nella crescita del lavoro di tutti noi.


maggio\giugno 2019

In occasione della diciannovesima edizione di Forum Retail tornano, per il terzo anno consecutivo, i “Retail Awards – la Notte del Retail”, con i principali attori del Retail italiano. L’iniziativa, nata per creare nuove connessioni, premiare eccellenze e definire la crescita dei più influenti brand del mercato del retail, si svolgerà a Milano al Superstudio Più nella serata del 29 ottobre. Propone le seguenti 10 categorie tematiche: • • • • • • • • • • •

Best Chief Digital Officer Best Store Layout & Retailtainment concept Best Social Engagement & Digital Loyalty Program Best Customer Experience Iniative in Luxury Best e-Commerce Best Talent in Store Best Innovation in Payments Best Logistics Project Best Sustainability & Social Welfare Project Best Startup Best Retailer 2019

La Giuria, composta dai più influenti retailer del panorama italiano, premierà i progetti più innovativi del settore offrendo una grande occasione di visibilità. È possibile candidare il proprio progetto fino al 26 luglio. Per informazioni: www.retailawards.it

Il 29 e il 30 ottobre si svolgerà la 19a edizione di Forum Retail, il più grande hub di networking ed experience tecnologica per la community del retail italiano. Firmato IKN Italy, l’appuntamento rappresenta l’unico punto di incontro in Italia che ogni anno guida i retailer alla scoperta dell’innovazione digitale: si tratta, infatti, di un evento di retailer per i retailer pensato, quest’anno, con nuovi format, nuovi contenuti e una nuova sede. È stato scelto il prestigioso Superstudio Più in Via Tortona a Milano, uno spazio centrale e di richiamo delle più importanti iniziative a livello globale. • Incontra le menti più brillanti del settore! Entra in contatto con i top executive, i trendsetter e le realtà emergenti che vogliono condividere le loro conoscenze e la loro expertise: lasciati ispirare da oltre 200 speaker di brand disruptive e innovativi. • Visita il nostro hub tecnologico! Tocca con mano gli ultimi sviluppi nella trasformazione digitale. Lasciati coinvolgere da un customer journey sempre più “frictionless”, vivi un'esperienza interattiva e immersiva. • Riparti con una nuova vision! Tornerai da Forum Retail con takeaway concreti per trasformare il tuo business 2020. Forum Retail, tra le diverse iniziative presenta la collaborazione con Sellalab, la piattaforma di Open Innovation per le Pmi del Gruppo Sella che ha l’obiettivo di supportare l’innovazione nelle imprese italiane grazie alla connessione con l’ecosistema delle Startup. Questa partnership dà vita al progetto Startup GATE, un’area dedicata alla presentazione delle più innovazioni e distruptive soluzioni digitali proposte per il mercato retail italiano. Il programma completo di Forum Retail è consultabile sul sito dell’evento: www.forumretail.com

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/ Fashion

LA MODA EASY CHIC CHE ARRIVA DAL NORD EUROPA A cura di Alessia Portelli

Le mode cambiano, gli stili passano e riflettono epoche, emozioni e momenti storici. Siamo nell’era easy chic? Stiamo ritrovando l’essenziale per abbandonare il superfluo? Abbiamo bisogno di una moda rassicurante e modesta? Stiamo più attenti a distinguere il fast fashion dai capi di qualità e senza tempo? Gli italiani, si sa, sono famosi in tutto il mondo per i loro brand di alta moda. Ma qualcosa sta cambiando, e da tempo. In merito alle tendenze di abbigliamento, una fresca ondata dal nord Europa è arrivata sulle regioni mediterranee per influenzare, con il suo stile easy chic, anche le nostre aree. Una tendenza che importa uno stile fresco, etereo ed essenziale, tipico delle donne dei paesi scandinavi. Continua ricerca e uso di materiali sostenibili si sposano a trend contemporanei e puliti. Caratteristiche principali sono il design pensato per donne poco costruite, sicure di sé, comode ed eleganti dal mattino alla sera. Monocromatica, essenziale e senza tempo. Tra gli store di moda scandinava più conosciuti nel mondo troviamo H&M, brand di abiti low cost e di tendenza. Ma forse non tutti sapranno che il gruppo H&M ha diversificato il suo business con brand di moda sostenibile e dal design easy chic, con il marchio COS. Cos, è una catena di negozi di abbigliamento monomarca nato a Stoccolma nel 2007. Nei 10 stores presenti in Italia, si trovano capi pratici per ogni stagione ed essenziali per ogni occasione. Entrare in un negozio Cos, è entrare in un ambiente ordinato, minimal e pulito. Con prezzi medio/alti rispetto a H&M, ogni capo è disposto in modo strategico per nuance di colore e vicino a capi simili e a scarpe ed accessori abbinabili. Tutto l’ambiente è studiato per far risaltare i capi, essenziali e

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maggio\giugno 2019

di qualità. Un acquisto rilassante e ordinato, facile e pensato per accogliere il cliente in un ambiente piacevole, tra piante, colori naturali e ovviamente vestiti. Tutto il superfluo è eliminato. Sempre del gruppo H&M, troviamo gli stores & other stories. Nato come negozio di cosmetici di lusso, nel 2013 H&M lancia il primo store & Other Stories. Ben presto ai cosmetici vennero affiancate proposte di abiti ed accessori ricercati, tutti creati da designer che avevano una storia da raccontare sulla propria creazione. Da qui il nome & other stories. Un’idea che ha fatto nascere un vero e proprio concept store dedicato a tutti i tipi di donna, dalle più giovani a quelle più attente alle tendenze, e dove poter trovare dall’abbigliamento ai cosmetici, dagli accessori ai profumi. Un marchio indipendente rispetto a H&M, con un posizionamento prezzo più alto, più ricerca e qualità di materiali. Uno stile più elaborato e di tendenza rispetto al minimale di Cos, ma sempre con quella comodità e versatilità tipica dei look dei paesi scandinavi. In Italia & Other Stories si trova a Milano, Roma, Bologna e Torino. Non solo nel retail, lo stile scandinavo è presente anche in molti canali e-commerce. Ad esempio, ZALANDO propone una selezione di brand scandinavi. Una moda senza tempo che si inspira al principio “Less is more”. Alla scoperta di designer come Filippa K, famosa per i suoi blazer versatili, Carin Rodebjer, con cafcani e abiti perfetti dal

mattino alla sera. Designers Remix, icona del minimalismo curato con linee avvolgenti e fluide. Mai come prima la femminilità toglie elementi ed accessori, invece che aggiungerne, per esaltare la semplicità, la bellezza unica e senza tempo delle donne. Su SMALL ABLE .COM , definito per eccellenza il family concept store, troviamo solo marchi di designers attenti alla sostenibilità. Molti i designers scandinavi presenti dall’abbigliamento donna alla sezione kids e molte le proposte anche in decorazioni e arredamento. Un connubio di colori e sensazioni che richiamano alla natura, alle cose semplici e alla manifattura, quella locale e non di fabbrica. Un’esperienza, quello dell’acquisto on line, dove dalle immagini e dai prodotti

proposti si evince un gran lavoro di selezione, uno studio delle forme e della filiera di produzione, che rassicura e induce all’acquisto. Inspirato a un lifestyle, dove il focus sono i dettagli, soprattutto i più semplici, dove l’importante è il mostrarsi, senza maschere. Da Londra The white company.com, un e-commerce che propone un vero e proprio lifestyle in White. Nato come controtendenza al fast fashion e al consumismo, propone capi di lunga durata, di alta qualità indossabili nel tempo. Il lino il tessuto più proposto. Non solo moda, ma anche biancheria per la casa, mobili, candele e profumi. Tutto quello che contribuisce a ritrovare la felicità nelle cose più semplici. Anche se i prezzi sono tutt’altro che low!

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/ /Fashion Fashion

AVEL LENTTAN LUXURY JEWELLERY Un melting pot di scienza, arte, cultura e innovazione digitale nel lusso A cura di Laura Lamarra

In foto: Mirror Collection.

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Reduce dalla recente premiazione in Borsa Italiana come start-up innovativa dell’anno nel mondo dell’alta gioielleria, Avel Lenttan, founder dell’omonimo brand si racconta, svelandoci fatiche e soddisfazioni. Come è nata l’idea di lanciare questo nuovo brand? Il progetto è nato da un concorso di idee lanciato nel dicembre 2014. Volevo creare qualcosa di unico e attuale nei mondi a me più vicini e cari, quelli dell’innovazione tecnologica e del design di gioielli. Credo molto nella potenza creativa della messa a rete di talenti, nazionali e internazionali, e per questo motivo ho voluto che l’ispirazione arrivasse dal contributo di tutti. In particolare volevo fondere contaminazioni globali e design italiano per realizzare qualcosa di estremamente originale, capace di unire tradizione e modernità, in cui ogni donna potesse rispecchiarsi.


maggio\giugno 2019 Quali sono i punti di forza della collezione? In primis l’identità chiara e decisa del brand che riflette molto di me. Sono di origine slovena, animata da una visione globetrotter, eclettica, cosmopolita, attuale. Adoro catturare suggestioni da ogni angolo del mondo e reinterpretarle nel segno distintivo del design italiano. L’Italia è la mia seconda casa, mi ha dato accoglienza e ha sposato il mio progetto. Nutro un amore infinito per il dettaglio, che nasce dalle valenti mani di maestri orafi italiani e dalla scelta di materiali di pregio. Sono una personalità in viaggio, che ho voluto riflettere nelle mie collezioni, le quali, esattamente come me, senza snaturarsi, sono in continuo dinamismo, mutevoli e fluttuanti come le emozioni che il labirinto del vivere suscita. L’innovazione tecnologica è al centro della strategia di business? Ho una profonda conoscenza del settore, essendomi occupata da sempre di progetti di innovazione tecnologica anche a livello internazionale. Ritengo non si debba sentirsi spaventati dalla digital economy in quanto offre opportunità estremamente interessanti. Le nostre collezioni sono frutto di un lungo studio, approfondito, accurato e attento a tutte le moderne tecnologie per un’innovazione di prodotto che parte ancor prima da quella di processo. Tracciabilità, certificazioni digitali, blockchain e RFD sono termini ancora poco noti nei settori produttivi orafo e del lusso retail, i quali tuttavia stanno lentamente prendendo consapevolezza dell’evidente passaggio a una fase di maturità, di produzione e distribuzione, ove il digitale ha un ruolo fondamentale. Sono fortemente convinta che l’e-commerce e l’utilizzo del digital, visto in prima battuta con scetticismo per il mercato del lusso, rappresenti invece il canale distributivo e la modalità di approccio del prossimo futuro, anche per i settori tradizionali dell’alta gioielleria. In foto: Avel Lenttan, founder dell’omonimo brand.

Quali sono i progetti futuri? Siamo già molto soddisfatti dell’inaspettato premio riconosciutoci dalla Comunità europea. Siamo un team multidisciplinare già ben strutturato, con un catalogo prodotti di oltre 350 pezzi, tra bracciali, collane, anelli e orecchini di grande classe. Abbiamo diverse linee, caratterizzate dalla combinazione di pietre preziose, oro e diamanti, e con possibilità di customizzazione. Siamo pronti a lanciarci sul mercato internazionale americano, giapponese ed europeo, con una strategia di marketing molto attenta alle esigenze del cliente, posto al centro del nostro approccio. Abbiamo in serbo alcuni eventi internazionali, europei e non, frutto di accordi in corso di finalizzazione. Le sorprese sono molte e da non lasciarsi scappare. www.avellenttan.com

In foto: anello Collezione Mirror B Line in oro rosa con agata e citrino.

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FILO 2019 A cura della Redazione

La 51ª edizione di Filo (27-28 febbraio 2019), salone internazionale dei filati e delle fibre, si è conclusa con un bilancio positivo. Sono stati registrati 102 espositori e un numero di visitatori di qualità, in linea con l’edizione dell’anno precedente. Nel corso della tavola rotonda di inaugurazione, Filo ha annunciato l’avvio del progetto Sostenibilità, “processo virtuoso” che è anche stato il tema conduttore della manifestazione, ospitata al Palazzo delle Stelline di Milano. Il progetto ha coinvolto, su base volontaria, le aziende espositrici. Alle manifatture presenti è stata sottoposta una scheda, al fine di evidenziare l’adesione a “pratiche/comportamenti sostenibili” nelle diverse fasi del processo di produzione, che vanno dalla tracciabilità della materia prima al prodotto finito. Sulla base delle risposte fornite, a partire dalla 52a edizione, sarà allestita una zona apposita, dedicata agli articoli ottenuti da processi produttivi sostenibili, sia in termini ambientali sia sociali, con l’esplicitazione, volontaria e

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autocertificata, delle varie fasi. Il progetto è stato realizzato per sottolineare le interconnessioni di una filiera tessile verticalizzata e si articola su due livelli: la sostenibilità di processo include un uso responsabile della chimica, una riduzione del consumo di acqua e di energia; la sostenibilità sociale ed etica include le relazioni con i fornitori, con i dipendenti e con il territorio. Anche per questa edizione, gli espositori confermano la propria soddisfazione per il lavoro svolto. Il prossimo salone si svolgerà a settembre 2019.


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/ Fashion Vera e propria Guest Star, anzi, "Guest designer" per “Pitti Immagine Uomo” 96a edizione nella città gigliata, quest'anno sarà Givenchy, nota azienda di grande eccellenza nel panorama della moda e in tale contesto sarà presentata la new collection di tale brand, vera e propria icona dell'eleganza francese. Quando? Prestissimo, precisamente all'evento speciale della settimana pittiana che va dall'11 al 14 giugno. D ue parole sul diret tore creativo, Claire Waight Keller, stilista britannica conosciuta e stimata nonché direttore artistico della maison del gruppo LVMH, figura importante, basilare per il marchio, come del resto Lapo Cianchi, direttore comunicazione ed eventi speciali di Pitti Immagine, mentre osserva che è un grande In foto: Clare Waight Keller (Givenchy) - © Steven Meisel.

L'ESTATE NEL MONDO, L'ESTATE DI PITTI 96 A Firenze, Fortezza da Basso A cura di Carla Cavicchini

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maggio\giugno 2019 onore ospitarne l'esordio in una passerella più che conosciuta ammirando la collezione Uomo Givenchy. E questo in un contesto particolare ove i simboli si alterneranno in una visione altamente estetica omaggiando l'alta moda maschile, simile ad un vero e proprio gioiello. Pitti Uomo è per la moda maschile quello che Cannes e Venezia sono per il cinema: firmato Olivier Saillard, ideatore e curatore della mostra. Entriamo dunque nel vivo attraverso l'occhio acuto di Pitti Uomo parlando del "Romanzo breve di moda maschile 1989-2019": quali appunto 30 anni di moda come vede la kermesse pittiana n.96 voluta dalla Fondazione Pitti Immagine Discovery in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi. Praticamente un modo

per raccontarne la storia presso il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, La trasformazione del menswear tramite il Made in Italy con i grandi talenti della moda contemporanei in chiave internazionale. Effettivamente una una buona alleanza con l'alta imprenditoria nel settore dell'abbigliamento per un vernissage dai mille colori e mille sfumature con attente chiavi di lettura, dedicata a Marco Rivetti e alla sua memoria, in quanto presidente di Pitti Immagine dal 1987 al 1995. In visione capi particolari, di gran stile che segnarono gli avvenimenti passati in clima di grande glamour, assieme a quelli attuali, ampiamente selezionati, per circa 150 brand, capaci pure loro negli anni passati, di dare un bel "colpo di coda" al loro

futuro. Insomma, tra immagine, romanzo e romanza, il libro catalogo si presenterà in tutta effervescenza, facendoci fare un bel tuffo all'indietro confrontando ieri, oggi e domani!

“FLORENCE CALLING”: SALVATORE FERRAGAMO. Il brand fiorentino sfila a “Pitti Immagine Uomo” con la sua collezione menswear Primavera-Estate 2020. Con l'abile direzione direzione di Paul Andrew, protagonista sarà l'abito attuale, in un bellissimo stile leggero e luminoso la cui peculiarità si esprime come sempre, tramite sottili tocchi di lusso altamente raffinati. Ferruccio Ferragamo, Presidente della Salvatore Ferragamo, osserva che la città dantesca è parte della loro storia, che regna un grande affetto in merito e che sono entusiasti di tornare come Florence Calling di Pitti Uomo. Non manca poi d'osservare che proprio Pitti ben si presta al consolidamento di forte identità del loro marchio verso un cammino capace d'aprire ottimi scenari per la collezione maschile, “fuori dall'ambito co-ed.” E se Andrew ne sottolinea quel valore aggiunto da renderli semplicemente unici, il Presidente racconta che proprio per l'azienda, la sua applicazione stilistica, nasce proprio come fusione del "pensiero Ferragamo". Infine le parole di Raffaello Napoleone, Chief Executive Officer di Pitti Immagine: al contrario un marchio di riferimento nel mondo che continua indissolubilmente a tenere legata la loro impresa con Firenze. Un modo squisito di prenderne atto, orgogliosi della sinergia raggiunta per Florence Calling.

In foto: Sterling Ruby - © Melanie Schiff

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PITTI UOMO È PER LA MODA MASCHILE QUELLO CHE CANNES E VENEZIA SONO PER IL CINEMA

PROGETTO SPECIALE “GUEST NATION” Eccoci adesso alla Cina con il progetto promosso da Fondazione Pitti Immagine Discovery in collaborazione con Shanghai Fashion Week in occasione di Pitti Immagine Uomo 96. L'esilarante showcase si avvarrà d'importanti iniziative tra stilisti emergenti ed altri già conosciuti sotto l'abile regia di 11 designer che presenteranno le collezioni. Da segnalare inoltre lo spazio fotografico per Leslie Zhang, vera e propria icona cinese per la raffinata performance da non perdere. Quanto ai protagonisti di Guest Nation China: 80N8, Danshan, Ffixxed Studios, Junwei Lin, Percy Lau, Private Policy, Pronounce, Samuel Gui Yang, Staffonly, The Flocks, Untitlab.

In foto: Massimo Giorgetti, fondatore di Msgm- © Alessandro Furchino

SPECIAL GUEST: STERLING RUBY Americano, ama coniugare discipline diverse. Grande creativo, presenterà cose molto molto interessanti sulla moda: ha collaborato con Dior, Calvin Klein e, conoscendo i suoi cavalli di battaglia che si destreggiano abilmente tra spettacolo, musica e cinema, non mancherà di stupire in discipline diverse. La centralità di questo evento estivo, si avvarrà d'un multiforme personalissimo progetto di reinterpretazione. Un workwear d'oltreoceano che nella sua professione tra video e fotografia, usa non poco scultura ed installazioni, collage, ceramica, pittura. Opere presenti in importanti collezioni pubbliche a Stoccolma, Londra, Parigi, la Grande Mela. Quanto alla "sua" Pennsylvania, la tiene in buona memoria visto che le tradizioni artigianali del taglio e cucito lo hanno accompagnato già dalla sua infanzia: di lui è famosa la particolare uniforme basica da lavoro realizzata con residui di lavorazioni tessili. Il resto parla da solo. Debutto della sua collezione maschile per Marco De Vincenzo per Pitti Italics Special Event. Innovativo nel panorama del fashion, il designer stupì tre anni fa per la raffinata installazione al teatro Niccolini in un unicum culturale costruito di luci, cristalli, con gli immancabili abiti. Figura di spicco, apprezzato anche da Lapo Cianchi, Direttore Comunicazione & Eventi di Pitti Immagine, l'artista ama talmente il suo mestiere da sperimentare continuamente la propria arte, e rinnovarla, anche attraverso delicati processi contraddittori. In foto: Marco De Vincenzo - © Oskar Cecere

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maggio\giugno 2019

In foto: Fumito Ganryu, SS19 for Pitti - © Astra Marina Cabras

DONKEYSWING.IT Strizza gli occhi ad Elvis Presley, Marlon Brando, Marilyn Monroe ed altre star, invitandole a provare i loro giubbotti, felpe e i loro caschi per "saltare" sulle belle moto e roooombare rooombare e rooombare ancora coi capelli al vento. Se, poi, sullo schermo mentre scorre “Fronte del Porto” arriva scodinzolante pure Lassie, è il massimo per tali icone! Parliamo infatti di una azienda anni '40/'50, che per il vintage ne ha una vera e propria passione tanto da frequentare tutte le fiere del settore, invitandoli poi nel loro negozio-museo che si snoda tra via del Parione e via del Purgatorio. A Pitti, oltre a parlare anche della vendita on-line, ci sarà posto anche per ammirare gioielli, bigiotteria e accessori d'epoca quali cuscini e deliziose borsette per un mercato europeo. Particolari le grafiche costruite su misura e le sciarpe usate per un mondo senza età. Chissà se a Pitti 96 ci sarà posto anche per la mitica lambretta... chissà!

In foto: Marcelo Burlon, PE 2015

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IL DENIM INTRECCIA LA SUA EVOLUZIONE CON LA CITTÀ DI MILANO A cura della Redazione

Il salone dedicato al tessuto color indaco, Denim Première Vision, si è svolto a Milano presso Superstudio Più, il 28 e il 29 maggio 2019. Il fil rouge della prima edizione italiana, che segue quella di Londra, è stato il tema della eco responsabilità legato all’innovazione tecnologica e digitale. La creatività degli stilisti e le tendenze Autunno/Inverno 2020/2021 hanno fatto da padroni. Tre gli orientamenti principali: il legame umano, l’imper fezione digitale e la percezione aumentata. Erano presenti 93 espositori leader del settore e provenienti da Europa, Turchia, Asia, Tunisia, Marocco e Mauritius. È stata lanciata l’integrazione dei tessitori e dei conciatori di denim presenti alla manifestazione con il Marketplace Première Vision, piattaforma di E-commerce Business to Business inaugurata nel settembre 2018 durante il salone di Parigi. Il salone si è articolato in varie direzioni: il laboratorio A20W21; cinque/sei conferenze dedic ate al denim eco responsabile; workshop ed esperienze.

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maggio\giugno 2019 Ma non è tutto. Per una settimana, dal 27 maggio al 2 giugno, Milano è stato il Denim Première Vision District, con sconti per chi presentava il badge d’ingresso da parte di una ventina di marchi e di boutique partner.Per rispondere alla comparsa sulla scena, negli anni recenti, di nuovi attori nel mercato della moda e del denim – giovani creatori, marchi di nicchia, player del web – il salone ha proposto un percorso specifico dal titolo Small Minimum Quantity Trail, dedicato alle piccole quantità: tessitori, produttori di accessori, confezionisti, ma anche lavanderie specializzate, capaci di produrre con una flessibilità di volume.

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MILANO MODA DESIGN 2019 Tutti gli highlights dei progetti Home Collection firmati dai designer internazionali A cura di Patrizia Saolini

Milano Moda Design è stata la protagonista indiscussa della città meneghina dall’8 al 14 aprile 2019, richiamando sia gli addetti ai lavori che gli appassionati, nelle suggestive location della Design Week e del Fuorisalone, accrescendo così il prestigio dell’immancabile appuntamento primaverile del Salone del Mobile di Rho Fiera. In questa settimana ricca di eventi imperdibili, Milano Moda Design, coordinata da Camera Nazionale della Moda Italiana, ha raccolto le presentazioni dei brand che hanno partecipato alla Design Week con le loro Home Collection o con iniziative speciali fashion, realizzate appositamente per l’occasione. Ecco a voi una panoramica degli eventi che hanno catturato la nostra attenzione.

Poltrona rosa: Courtesy Studio Italo Rota - Meritalia

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Ferragamo e Italo Rota: connubio d’eccezione Salvatore Ferragamo ha partecipato alla Milano Moda Design con uno speciale allestimento negli spazi dei flagship store Uomo e Donna di via Montenapoleone. Dal 4 al 15 aprile, l’universo stilistico e lifestyle della maison ha infatti dialogato con le opere e il pensiero del grande architetto e pensatore italiano Italo Rota attraverso il progetto “The World of Italo Rota”. Le boutique hanno ospitato prototipi e creazioni uniche, memorabilie, teche del tempo e rarissimi libri della immensa collezione personale dell’artista e la vetrina del negozio Uomo è persino diventata un grande acquario attraverso il quale potersi immergere nel Museo Italo Rota per Ferragamo. Da segnalare un fil rouge olfattivo tra il mondo di Italo Rota e i profumi


maggio\giugno 2019 affascinato il pubblico parigino del Musée Nissim de Camondo in occasione della Paris Fashion Week lo scorso settembre 2018, e in seguito il pubblico arabo del Dubai Design District durante la Dubai Design Week di novembre, l’installazione di Liz West è stata ammirata anche dalla folla del più grande evento di design internazionale.

Tuscan Creations: uno storytelling
a colori che ha visto protagonista la collezione di 11 fragranze Ferragamo, pensate da esperti Maître Parfumeur, abbinate ognuna a un disegno dell’architetto, proprio per ricreare uno speciale immaginario olfattivo. Nemozena e Liz West Il brand luxury di abbigliamento femminile e lifestyle Nemozena ha invece presentato alla Design Week milanese Aglow, l’installazione esterna dell’artista britannica Liz West. Il progetto ha preso corpo nella storica e sontuosa cornice di Piazza Belgioioso, dove è stato possibile ammirare la composizione di 169 sfere acriliche, luminose e coloratissime, disposte a terra in forma esagonale. Dopo aver

Il cobranding fra Manuel Ritz e Edizioni Design Un’altra eccezionale creazione è la lampada da tavolo a forma di prisma con base esagonale creata da Edizioni Design in esclusiva per Manuel Ritz. Realizzata in marmo nero con venature bianche ed elementi in ottone satinato che celano il meccanismo di illuminazione, l’elegante complemento luce si è inserito con incredibile naturalezza nella raffinata estetica che caratterizza gli interni della boutique Manuel Ritz di via Solferino 1, punto di riferimento stilistico dei gentleman internazionali. Roberto Palomba for Doucal’s: ispirazione travel È un'affascinante contaminazioni tra fashion e design, la collezione di scarpe TRVL, creata dal designer di fama internazionale Roberto Palomba per il brand di calzature Made in Italy Doucal’s. La linea è nata dal pensiero progettuale tipico dell’home design ed è stata presentata con un’identità semplice ma ricercata, in un concept modulare e declinabile in molte interpretazioni. Caratterizzate dalla leggerezza di una espadrillas o di una ballerina e da suole “ruspa”, pensate per affrontare anche i sentieri del mondo non ancora battuti, le scarpe della collezione TRVL sono state presentate in anteprima il 10 aprile presso la boutique del brand in via Gesù 15 e saranno in vendita esclusivamente nei monomarca Doucal’s. Per il rinomato marchio si tratta della prima linea realizzata in collaborazione con un designer di fama internazionale. I Colori Proibiti di Les Copains Tra i numerosi appuntamenti milanesi, segnaliamo anche la mostra collettiva Colori Proibiti che Les Copains ha ospitato nel suo atelier, presso il building di via Manzoni 21. Ispirata nel titolo al romanzo del maestro giapponese Yuko Mishima, il progetto a cura di Chiara Guidi in collaborazione con la Galleria Gentili di Firenze ha proposto un confronto tra i grandi protagonisti della pittura astratta europea, indagando le modalità espressive del colore che dalla tela si piegano alle più profonde declinazioni cromatiche immaginifiche.

Nemozena: Courtesy Press Office Nemozena per Aglow by Liz West

La Camera delle Meraviglie di Massimiliano Giornetti Il fashion designer Massimiliano Giornetti, noto per essere stato il direttore creativo della Maison Ferragamo, ha realizzato per il Salone del Mobile una capsule collection in collaborazione con l’azienda fiorentina ARTECORNICIdesign. Non si tratta di un esordio nel mondo del design per lo stilista che, da sempre amante del bello in tutte le sue molteplici forme ed espressioni artistiche, in quanto ha già partecipato all’edizione 2017 della fiera internazionale di Milano con una capsule dedicata al tema del marmo di Carrara, sua città natale. Per il suo nuovo progetto, Giornetti ha tratto ispirazione da

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Poltrona Turmalin: Courtesy Press Office Alessandro Enriquez per Badari.

In foto: Massimiliano Giornetti - Courtesy Press Office Massimiliano Giornetti.

un mondo immaginifico e onirico, caratterizzato da un pattern jungle, fatto di paesaggi esotici attraversati da farfalle multicolore e architetture inattese che rivelano suggestioni provenienti da Palladio e Vincenzo Scamozzi fino alle costruzioni geometriche di Inigo Jones e William Kent. Esposta in anteprima nella bellissima location milanese della Galleria Tommaso Calabro, la Home Collection di Giornetti si compone di mobili, lampade, cornici, incisioni e complementi di grande fascino e raffinatezza. Alessandro Enriquez per Illulian e Badari. L’eclettico stilista Alessandro Enriquez ha interpretato il design attraverso due capsule collection speciali realizzate in collaborazione con due grandi protagonisti del mondo dell’arredamento. Con Illulian, storico marchio del design e del complemento di lusso che festeggia quest’anno il suo 60° anniversario di attività, Enriquez ha intrapreso un viaggio alla scoperta della Sicilia e delle sue incantevoli maioliche. È così nato il tappeto Siciliae, realizzato in lana e seta, interamente annodato a mano. Con l’azienda toscana Badari, invece, lo stilista ha creato una collezione di pouff e poltrone in ottone dorato e velluto di seta, le cui sedute riproducono delicate forme floreali in quattro diversi ed eleganti abbinamenti cromatici: Emerald (verde), Turmalin (viola), Saffihires (blu) e Garnet (rosso). Entrambe le capsule collection erano esposte anche al Salone del Mobile di Rho Fiera.

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Tappeto Siciliae: Courtesy Press Office Alessandro Enriquez per Illulian.


/ Fashion

ALTAGAMMA ANALIZZA IL SEGMENTO DEL LUSSO

maggio\giugno 2019

A cura della Redazione

Il convegno Altagamma Consumer and Retail Insight di aprile 2019 ha presentato due studi: il True-Luxury Global Consumer Insight, realizzato da Boston Consulting Group e l’Altagamma Retail Evolution, realizzato da Bernstein. Dalla prima ricerca emerge che 18,5 milioni di consumatori di élite (il 4% del totale, stimato in 425 milioni) assorbono il 30% dei consumi del lusso nel mondo (920 miliardi di Euro nel 2018). Si evidenziano due nuove tendenze: il Second-Hand Market e la ricerca di collaborazioni tra i brand. Il Made in Italy, percepito come positivo, cresce rispetto al prodotto francese e conquista la leadership nelle preferenze dei consumatori cinesi e delle nuove generazioni. Il mercato di seconda mano vale 22 miliardi di Euro e nel complesso, quasi la metà dei consumatori Top (45%) vi acquista. Le collaborazioni tra brand del lusso tradizionale, marchi street wear e artisti risultano essere sempre più d’interesse per i consumatori d’élite. La sostenibilità diventa un fattore determinante nel 60% degli acquisti. Il 74% degli intervistati conferma lo slittamento verso l’abbigliamento

informale. I social media e gli influencer rimangono le principali leve di influenza per l’acquisto, con l’80% di consumatori (95% in Cina) che dialoga con brand e blogger. Crescono anche gli acquisti online: 1/5 degli ultimi acquisti sono avvenuti in internet e per il 60% questi si aggiungono e non sostituiscono gli acquisti in negozio fisico. L’indagine Altagamma Retail Evolution analizza l’evoluzione e le prospettive delle strategie retail delle imprese del lusso. I nuovi canali digitali di distribuzione e di comunicazione e l’avvento di nuovi player del settore (come Amazon e Alibaba) pongono sfide determinanti, in termini di scelte coraggiose ed innovative, ai brand retailer, che devono attrarre una nuova tipologia di cliente. Nel contempo, la competizione per le location più ambite resta molto alta tra i vari brand (mega-brand, marchi di nicchia e brand di lusso accessibile). Il risultato è una forte pressione su costi, investimenti e vendite. Per avere successo, le medio-piccole imprese del lusso, soprattutto italiane, dovrebbero mantenere alta la produttività al mq e ricercare soluzioni creative e differenzianti.

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MIART, PRENDI L’ARTE MA “NON” METTERLA DA PARTE A cura di Laura Lamarra

In caso contrario, sarebbe un sacrilegio! Milano ne è conscia, così come tutti i numerosi galleristi, visitatori, appassionati e giornalisti che hanno affollato la 4 giorni di MIART, imperdibile kermesse internazionale d’a r te m o d e rna e co nte m p o ra n ea organizzata da Fiera Milano e diretta da Alessandro Rabottini, con il sostegno di Intesa Sanpaolo in qualità di main partner. Con Intesa Fiera Milano condivide l’internazionalità, l’eccellenza e l’attenzione allo sviluppo culturale del territorio, valori che contribuiscono a consolidare la centralità di Milano nel panorama nazionale e internazionale, offrendo un ulteriore volano di crescita e sviluppo economico, culturale e civile. Alla press e vip preview e al vernissage, solo su invito, del 4 aprile, presso il padiglione 3, gate 5, di Fieramilanocity, le 185 gallerie internazionali hanno potuto esprimersi nella loro creatività, originalità ed estro sino al 7 aprile. 18 i Paesi, oltre all’Italia, (70 gallerie provengono da Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Messico, Perù, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Stati Uniti, Sud Africa, Svizzera, Turchia e Ungheria), che a Milano hanno portato un’offerta qualitativamente alta e diversificata di arte moderna e contemporanea e del design in edizione limitata. Tra i nuovi protagonisti della fiera, molte le gallerie internazionali debuttanti sulla piazza meneghina: Cabinet (Londra), Corvi-Mora (Londra), Marian Goodman Gallery (New York-Parigi-Londra), Hauser & Wirth (Hong Kong-Londra-Los Angeles-New York-Somerset-St. MoritzGstaad-Zurigo), Herald St (Londra), Galerie Thaddaeus Ropac (Parigi-Londra-Salisburgo) e Tucci Russo (Torre Pellice). Tra le presenze costanti, a dimostrazione della validità del concept nelle sue diverse edizioni, vi

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maggio\giugno 2019

sono gallerie note, originarie da tutte le parti del mondo: A Arte Invernizzi (Milano), Alfonso Artiaco (Napoli), Bortolami (New York), Isabella Bortolozzi (Berlino), Campoli Presti (Londra-Parigi), ChertLüdde (Berlino), Clearing (Bruxelles-New York-Brooklyn), Galleria Continua (San Gimignano-PechinoBoissy-le-Châtel-L’Avana), Raffaella Cortese (Milano), Thomas Dane Gallery (LondraNapoli), Massimo De Carlo (Milano-LondraHong Kong), Dvir Gallery (Bruxelles-Tel Aviv), Kalfayan Galleries (Atene-Salonicco), Gladstone Gallery (New York-Bruxelles), Kaufmann Repetto (Milano-New York), Peter Kilchmann (Zurigo), Andrew Kreps Gallery (New York), Lelong & Co (Parigi),

Magazzino (Roma), Mai 36 (Zurigo), Giò Marconi (Milano), Massimo Minini (Brescia), P420 (Bologna), Gregor Podnar (Berlino), Lia Rumma (Milano-Napoli), Sprovieri (Londra) e Zero... (Milano). La riflessione sull’arte del secolo scorso, asse portante dell’architettura di MIART, è stata confermata da un’ampia selezione di gallerie come Cardi (Milano-Londra), Casoli De Luca (Roma), Cortesi (LuganoLondra-Milano), Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. (Bologna-Parigi-Milano), Galleria dello Scudo (Verona), Mazzoleni (LondraTorino), Montrasio Arte (Monza-Milano), Repetto Gallery (Londra), Robilant + Voena (Londra-Milano-St. Moritz), Richard Saltoun

(Londra), Gian Enzo Sperone (Sent-New York), Studio Marconi ’65 (Milano), Tega (Milano) e Tornabuoni Arte (Firenze-Milano-ParigiLondra). Percorrendo i corridoi della fiera, l'arte moderna, l'arte contemporanea e il design, baluardi di MIART, sono stati egregiamente raccontati dalle opere d’arte esposte, a cui si sono affiancati i miartalks, nati dalla collaborazione tra MIART e In Between Art Film, ove il pubblico ha potuto interagire liberamente con oltre quaranta artisti, curatori e direttori di musei, collezionisti, designer e scrittori internazionali. "Il bene comune", con le sue modalità di creazione e di preservazione, è stato al centro del dialogo, in questi spazi intesi come luoghi di relazione con la realtà circostante. Infine meritevoli di menzione i premi assegnati: 18 direttori di musei internazionali e curatori di prestigiose istituzioni provenienti da 10 paesi hanno attribuito il fondo di acquisizione Fondazione Fiera Milano e i 5 premi concepiti per le gallerie e gli artisti, e che da anni ormai confermano la collaborazione tra la fiera e i suoi partner: Premio Herno, Premio Fidenza Village per Generations, Premio On Demand by Snaporazverein, Premio LCA per Emergent, Premio Rotary Club Milano Brera per l'Arte contemporanea e i giovani artisti.

Foto © www.miart.it

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LAUDEMIO: LA SORGENTE DELL'OLIO A cura di Carla Cavicchini

L'originalità dotata di buon gusto è il “leitmotiv” di Casa-Frescobaldi. Ancor più quando presenta un prodotto squisitamente d'oro capace di racchiudere il prezioso Laudemio! D'una bontà semplicemente eccezionale. Very, very good! Eccoci a colloquio con Matteo Frescobaldi, persona discreta ed estremamente gentile che, inizia a spiegarci il nome della raffinata bottiglia che troneggia in tavola. “L'etimologia proviene dal Medio Evo – osserva – Laudemio era la miglior parte di raccolta delle olive dedicata al proprietario, quindi selezione e produzione speciale arrivata ai giorni odierni. Quanto al gusto, l'olio si mangia, deve esaltare i piatti, quindi che sia piacevolissimo ed accattivante. Cosa lo contraddistingue? Tutta una serie di fattori di non poco conto, partendo dai sapori del territorio. Nelle nostre zone gli olivi sviluppano un frutto che, per qualità aromatiche e nutritive, viene considerato vera eccellenza. Le olive vengono raccolte nel momento determinante della maturazione (ottobre, novembre) e frante nel giro di qualche ora. Solamente una piccola parte diventa Laudemio. Capace di contraddistinguersi per: freschezza, aromi di frutti di bosco, oliva verde, erba appena falciata, carciofo e rucola chiaramente a seconda dell'annata. Tutto questo racchiuso in un mix di equilibrio piccante ed amaro che altro non

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Quante sono le proprietà Frescobaldi in Toscana? Le tenute sono sette e vanno dalla Maremma, Montalcino, sino a Firenze. Riguardo agli uliveti, parliamo di zone più fredde, al nord di questa regione, in parte verso l'est di Firenze, zona del Chianti Rufina. Il terreno lì presente gode di specificità ottime grazie ad estati più fredde, sbalzi termici, ventosità, fanno ben sviluppare le proprietà nutritive ed aromatiche distintive delle olive.

sono che i sapori che contraddistinguono il nostro territorio. Sono le caratteristiche delle nostre olive coltivate nel terroir, nella zona di nostra produzione dove il microclima regala tale peculiarità mentre gli aromi si sprigionano appieno. Da cosa si distingue un buon olio? Dalla limpidezza del colore a prescindere dal verde o dal giallo più o meno acceso. Vietatissimi i residui presenti! Nell'aroma non si deve sentire niente di riscaldato e tanto meno di rancido. Il gusto dev'essere fresco e pulito senza lasciare grassi ed untuosità sotto il palato.

Fermare le gelate nonché la mosca olearia non è proprio semplice vero? Negli inverni più ostili e nelle primavere con ricadute di freddo successive, immediatamente potiamo i rami gelati. Ricordo quella gelata del 1985, quando la temperatura scese a meno 27 gradi! L'ulivo è una pianta sempre verde che inizia a gelare a meno sette gradi... beh, dal momento che le difficoltà si combattono attuando le risorse interne, la tragicità dell'evento segnò la rivincita creando qualcosa di speciale nell'anno 1987: la fondazione del nostro marchio. Riguardo alle mosche, un buon lavoro di monitoraggio identifica le poche, pochissime mosche presenti, curando la pianta solamente con metodi biologici. Matteo Frescobaldi sorride, ricordando poi Carlo d'Inghilterra nel 1986 ospite della loro


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"CULTIVAR": SONO LE VARIE SPECIE DELLE PIANTE QUALI "FRANTOIO", "MORAIOLO" "LECCINO". "OLIO – EVO": È L'ACRONIMO DI OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA. LA PUREZZA DELLE OLIVE È DETERMINATA DALL'ASSENZA DI CHIMICA ED ADDITIVI CON ACIDITÀ INFERIORE ALLO 0,8%. PANEL – TEST: È L'ESAME PER "TASTARE" L'OLIO CHE VIENE ASSAPORATO SU UNA PICCOLA FETTA DI PANE.

famiglia – lo lega una profonda amicizia anche a Bona e Vittorio Frescobaldi – nel castello di Nipozzano, nel rispettare l'antica tradizione del Re che viene ospite al castello, nel piantare l'olivo secondo i canoni correnti. Durante le festività cosa gli regalate, vino, olio oppure entrambi? È un grande appassionato di Laudemio, presumo per tutta la storia che vi sia dietro, per il suo compleanno, regolarmente, gli facciamo pervenire sei bottiglie del nuovo raccolto. Supponiamo che il raggio di vendite sia buono. Si, decisamente, in Italia è molto richiesto nei buoni ristoranti: a Milano mi vengono in mente Pek, Ribò, La Rinascente. Buono anche per le migliori gastronomie, visto che anche loro vogliono prodotti altamente di qualità. Seguono poi i più rinomati hotel a Roma, Firenze ed altri ancora. All'estero? Andiamo forte in Giappone e negli States. In America serviamo ottimamente le due coste: est – New York e tutta la California. Lo sa che i migliori chef americani "finiscono" i piatti col Laudemio su carne, pesce, insalata e, presumo proprio anche altro? Ma non un filo, loro ci vanno abbondanti! Prossime fiere di settore? Tutto-Food a Milano nel mese di maggio, siamo stati a Parigi per Sial quanto a Cibus, biennale a Parma come la città meneghina, valuteremo. Taste qui a Firenze dove eravamo presenti nel mese di marzo, da menzionare assolutamente in quanto è la fiera migliore per qualsiasi produttore di piccola eccellenza gastronomica. Parliamo di produttori selezionati, visitati da tantissimi interlocutori interessati a prodotti di qualità. Per una piccola produzione di eccellenza come la nostra, sicuramente è il punto di riferimento nel mondo.

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VINI PIWI. INNOVAZIONE O TRADIZIONE ENOLOGICA? A cura di Elena Pravato

Avete mai sentito parlare di Piwi? Sapreste elencare almeno quattro vitigni autoctoni italiani? Il mondo del vino negli ultimi anni è stato animato da numerosi dibattiti che hanno visto contrapporsi i sostenitori di vitigni resistenti e quelli dei vitigni autoctoni. Forse, però, si tratta di una diatriba solo apparente e priva di fondamento come ci spiegheranno i nostri esperti. Per prima cosa qualche precisazione: i Piwi sono vini prodotti da vitigni resistenti ai principali agenti fungini, ottenuti mediante ibridazione. L'ibridazione è una pratica largamente diffusa nel mondo floreale e frutticolo e consiste nell’incrocio di due specie vegetali diverse. Avete presente il melo-caco, il mapo? Senza giungere a questi esempi, estremi ma assai esplicativi, per il mondo enologico l’ibridazione consiste nell'incrocio del patrimonio genetico della nostrana Vitis Vinifera con quello di altre specie di viti selvatiche provenienti dal Nord-America o dalla Cina. I primi esperimenti di ibridazione risalgono al 1820 ove si è cercato, mediante appunto l’incrocio della Vitis Vinifera con viti americane ed asiatiche, di fissare i geni responsabili della resistenza a peronospora e oidio nelle progenie. L’obiettivo era quello di ottenere ibridi che mantenessero alte le caratteristiche organolettiche del vino (tipico della Vitis Vinefera) e nel contempo risultassero maggiormente resistenti ai principali patogeni fungini. I primi risultati furono però molto deludenti in quanto

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In foto: Eugenio Sartori, Vivai Cooperativi Rauscedo

il vino ottenuto da questi nuovi ibridi presentava profili gustativi molto diversi rispetto al proprio genitore di Vitis Vinifera; da allora le conoscenze nel campo della genetica sono aumentate notevolmente permettendoci di fare passi da gigante. I vitigni autoctoni, invece, sono le varietà di Vitis Vinifera originari del nostro territorio. Vini come il Teroldelgo, il Barbera, il Barolo, il Negroamaro, il Nero d'Avola hanno portato il nome dell'Italia in tutto il mondo e hanno contribuito a rendere il vino italiano fra i più apprezzati e desiderati all'estero. Ma come conciliare le posizioni di coloro i quali appoggiano l'innovazione genetica e chi resta legato alla tradizione enologica? Soprattutto le due opinioni sono così inconciliabili? Ad aiutarci a capirne di più saranno due voci autorevoli: il dott. Eugenio Sartori e la dottoressa Matilde Poggi. Ecco le carte d'identità dei nostri esperti: Eugenio Sartori è una vera e propria eminenza nel settore degli ibridi. Da 40 anni a capo dei Vivai Cooperativi Rauscedo, uno

In foto: Matilde Poggi, Presidente di FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti)

dei centri di ricerca più avanzati d'Italia e il vivaio di barbatelle più grande del mondo, Sartori ha creduto in tempi non sospetti nella potenzialità dei vitigni resistenti e ha sviluppato, in collaborazione con l’Università di Udine e IGA (Istituto di Genomica Applicata) 10 nuovi vitigni resistenti successivamente iscritti al Catalogo Nazionale nel 2015. Matilde Poggi è la Presidente in carica della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. La FIVI è un'associazione che raggruppa più di 1000 viticoltori indipendenti (ovvero vignaioli che curano in prima persona tutta la filiera del proprio vino, dalla vigna alla commercializzazione) e si fa portatrice degli interessi degli associati rappresentandoli istituzionalmente a livello nazionale ed europeo partecipando, ad esempio, ai tavoli di lavoro presso il Ministero dell'Agricoltura. La Poggi ,è inoltre, vignaiola in prima persona, conducendo con successo l'Azienda Le Fraghe che produce Bardolino anche in una preziosa versione rosé. Abbiamo

chiesto ad entrambe i nostri interlocutori di sfatare alcuni falsi miti e luoghi comuni, commentando delle affermazioni ricorrenti sugli autoctoni e sugli ibridi. Affermazione 1 Con gli ibridi sostituiamo i geni della vitis vinifera con altri geni di viti provenienti dall'America o dalla Cina, rendendo la piantina resistente alle malattie, ma in questo modo si perdono anche i geni della qualità. Matilde Poggi: "Secondo noi, anche il vitigno ibrido dà un vino di qualità ma il discorso è diverso: i vini Piwi (vini estratti da vitigni ibridi) sono permessi dall'Unione Europea per produrre vini IGT, ovvero Indicazione Geografica Tipica. Oggi, però, sotto la spinta propulsiva di alcuni Paesi come Germania e Austria, con la nuova PAC (Politica Agricola Comune) si vorrebbe ammettere questi vitigni anche alla produzione di vini DOC, denominazione di origine controllata. Noi di FIVI siamo contrari a questa proposta

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In foto: Cabernet Volos

In foto: Nero d'Avola

perché riteniamo che andrebbero a snaturare il concetto stesso di DOC, cambiando la base ampelografica delle denominazioni, nate per rappresentare e tutelare i vitigni che tradizionalmente venivano coltivati in quel determinato territorio. Altra cosa sarebbe poter arrivare ad avere vitigni resistenti, di sola Vitis Vinifera, lavorando sulle nostre varietà autoctone". Eugenio Sartori: "Attualmente, in molti Paesi Europei, le varietà resistenti di ultima generazione vengono già registrate come Vitis Vinifera producendo di conseguenza vini a marchio DOC successivamente commercializzati come tali anche in Italia. La situazione attuale pone quindi in grande svantaggio i produttori italiani: il vino prodotto con le stesse varietà in Italia, stante l'attuale legislazione, potrà essere prodotto solo come vino da tavola o IGP.” Affermazione 2: Da 200 anni sono sempre state fatte delle ibridazioni e nessuno degli ibridi prodotti ha mai avuto successo. Eugenio Sartori: "Attualmente un vino ottenuto da vitigni ibridi non ha nulla da invidiare in termini qualitativi a quelli ottenuti da Vitis Vinifera. Nel 2017, per l’appunto, abbiamo venduto, in Italia e all'estero, più di 600.000 barbatelle di Piwi con un incremento sostanziale nel Nord est Italia ove svariate aziende stanno investendo molto su questi nuovi progetti ottenendo risultati davvero eccellenti". Matilde Poggi: "Non condivido l'affermazione 2. Se si parla di vitigni ibridi, i Piwi, credo che abbiano successo ma non siano adatti a tutta la Penisola: ad esempio il Johanniter, per dare vini equilibrati e di qualità, va piantato in altitudine e dove c’è grande escursione termica. Se si piantasse nelle pianure veronesi, lombarde o emiliane dovremmo fare una vendemmia molto precoce, per non avere un vino troppo alcolico e con poca acidità."

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In foto: grappoli di Johanniter

Affermazione 3: Gli ibridi sono sostenibili perché vanno a eliminare o diminuire l'utilizzo dei funghicidi. Matilde Poggi: "Questo è sicuramente vero. L'UE, per il 2019, ha ridotto a 4 kg/h la quantità di rame (accettato anche per le coltivazioni biologiche) utilizzabile e questo metterà in difficoltà molte aziende, soprattutto operanti nel settore biologico. Il Genoma editing (la tecnica secondo cui si va ad eliminare o cambiare un gene della stessa Vitis Vinifera rendendola ad esempio resistente ad un determinato patogeno) può essere la strada percorribile ma occorrono ingenti somme di finanziamenti per la ricerca che istituti privati non possono permettersi pertanto devono subentrare dei fondi a livello europeo


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In foto: Matilde Poggi nella sua azienda " Le Fraghe"

per proseguire gli studi e le sperimentazioni." Eugenio Sartori: "In Europa la viticoltura, nonostante rappresenti solamente il 4% della superficie coltivata, assorbe il 65% di tutti i fitofarmaci utilizzati. Come accertato anche dall’ICV in Francia l’impiego dei nuovi vitigni resistenti consentirebbe di ridurre il numero di trattamenti da 13-15 a 2-3 per anno abbattendo il loro impiego di circa l’80/90% e riducendo i costi di gestione per ettaro stimati in circa 1.100€ /anno nel Nord Italia, 800€/anno in Centro Italia e 665 € /anno in Sud Italia ed Isole." Affermazione 4: Gli ibridi distruggono la biodiversità e rendono il mondo del vino omologato, l'autoctono contraddistingue il nostro territorio e ci rende unici. Matilde Poggi: "Questa affermazione si basa sul fatto che ad oggi sul mercato ci siano varietà resistenti selezionate partendo da vitigni internazionali. I vitigni autoctoni sono, invece, una risorsa e rendono il vigneto Italia unico al mondo. Dalle Alpi allea Sicilia ogni piccolo territorio vitato ha il suo vitigno autoctono, un patrimonio da preservare". Affermazione 5: Ogm e ibridi non sono sinonimi. Eugenio Sartori: "Le varietà resistenti alle malattie sono state ottenute, in Italia, attraverso un lungo processo di ibridazione e reibridazione che ha portato ad una netta prevalenza del genoma di Vitis Vinifera rispetto alle altre Vitis. Questa tecnica ha consentito di memorizzare i geni di resistenza, tanto che le nuove varietà si possono considerare a tutti gli effetti appartenenti alla Vitis Vinifera e non ibridi. Ciò in funzione del fatto che nel processo di ibridazione,

allorquando si superano i 3 cicli di reibridazione, si ottengono individui che statisticamente presentano più dell'87% di genoma del parentale di Vitis Vinifera. (Se uniamo il polline di un donatore resistente ad un genitore per esempio Merlot, continuando a reincrociare il risultato di questo processo con nuovo genitore Merlot via via si va ad affermare l'identità Merlot, ma con la caratteristica della resistenza). Queste varietà resistenti di ultima generazione coltivate in Europa sono già iscritte in alcuni Paesi quali Germania, Austria, Repubblica Ceca e Ungheria come Vitis Vinifera. In Italia dobbiamo superare questo gap, in quanto tali varietà sono autorizzate alla coltivazione solo in Veneto, Friuli V.G, Lombardia, ed Abruzzo " Affermazione 6: Così come la vitis vinifera si è adattata nei secoli ai patogeni, ai cambiamenti climatici etc. così saprà adattarsi anche alle prove a cui è sottoposta oggi. Matilde Poggi: "Vanno recuperate le buone pratiche agricole del passato per mitigare le conseguenze del cambiamento climatico. Ad esempio, un vigneto con più varietà sopporta meglio gli stress idrici di un vigneto da monovitigno; nella complessità si affrontano meglio le difficoltà. Oppure l'allevamento a pergola, spesso sostituito con quello a spalliera perché necessita di più ore di lavoro, protegge meglio i grappoli dal sole." Ringraziamo il Dott. Sartori con l'augurio di arrivare al traguardo prefissato di 1.400.000 barbatelle vendute per l'anno corrente. Ringraziamo Matilde Poggi ricordando che la FIVI ogni anno organizza il Mercato dei Vignaioli indipendenti di Piacenza che raccoglie oltre 600 micro-aziende ed un pubblico davvero numeroso ed entusiasta. Appuntamento per il 2019 il 23/24 novembre a Piacenza. www.mercatodeivini.it

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In foto: Gori Carlotta, direttore Consorzio Chianti Classico

A cura di Carla Cavicchini

CHICCHIRICHÌÌÌÌÌ... UN GALLO RE

Intervista a Carlotta Gori, direttore del Consorzio Chianti Classico 52


maggio\giugno 2019 Carlotta Gori direttore del Consorzio Chianti Classico è una bella, tranquilla, solare signora che, sorridendo, racconta alla Stazione Leopolda del vino Chianti e della sua "Collection", dichiarando con piacere d'aver notato un afflusso altissimo per l'amatissimo nettare degli Dei. Le aziende presenti quest'anno sono state 197 con oltre 780 etichette in degustazione, ciò ha por tato molto entusiasmo e partecipazione. “Chianti classico collection”, anche dopo l'anteprima per l'apertura al pubblico, ha riscosso decisamente un bel successo. Sulla presenza straniera cosa risponde? Che è stata in forte aumento, con 250 giornalisti accreditati di cui oltre il 50% di provenienza estera. D'altronde questa è una denominazione che per l'80% è destinata all'esportazione, pertanto stampa e trade comportano un forte afflusso proveniente da fuori Italia. La diversità del prodotto si giustifica in zone geografiche così ristrette? Il Chianti Classico è un territorio non grande ma sicuramente, ogni zona conferisce al vino specifiche peculiarità. Le aziende hanno l'ambizione di far emergere proprio tali caratteristiche sotto il minimo comune denominatore “Chianti Classico“. Al contrario tuttavia sicuramente il legame col terroir della vigna di provenienza è

importante. La vite affonda le proprie radici nel terreno e quindi, sicuramente, quelli che hanno delle accezioni diverse possono produrre vini con proprietà riconoscibili. Chianti Classico "Gran Selezione". In cosa si caratterizza? Dal fatto che è il vino di punta della piramide qualitativa del Chianti Classico. La caratteristica principale è il legame con il terroir poiché è un vino integralmente lì prodotto, non può essere imbottigliato se non dal produttore diretto, seguendo tutta la filiera dalla produzione . Gode inoltre di un invecchiamento più lungo, con carat teristiche chimico-fisiche organolettiche, sapore, odore, colore, sicuramente più restrittive rispetto ad esempio al vino Annata. Molte cantine sono realizzate da noti "archistar" e di conseguenza viene investito molto sulle firme d'eccellenza. Ma i piccoli produttori che fine faranno? Le cantine dei nostri piccoli produttori sono semplicemente stupende... parlo anche di semplici casali o ville che godono di strutture pregiatissime, degne di rilievo al pari di opere d'arte. Vere e proprie opere d'arte architettoniche che abbiamo la fortuna di avere nel nostro territorio. Preciso che il consorzio serve anche a questo, a generare meccanismi di ricaduta positiva sui piccoli imprenditori che da soli non avrebbero

la forza di essere in un contesto dove tutte le aziende sono uguali. Una pausa sensoriale proprio qui, alla Leopolda, mentre i bicchieri ruotano dalle mani degli estimatori seguendo religiosamente i sensi comandati. mentre l'intervista volge alla fine con "Donne e vino". Un binomio vincente? Si, decisamente, è un rapporto che sta crescendo in qualità e valore. Il pubblico femminile ha una sensibilità più spiccata in quanto si avvicina a questo con grande passione. Approfitto per osservare che si stanno modificando gli orientamenti in merito. Da una indagine nel Nord d'Europa, e qui parlo della Svezia, energie che la donna nel momento in cui va a fare la spesa, orienta il consumo di alcoolici proprio sul vino di provenienza ovviamente svedese e, tutto questo con un attenzione fortissima in merito al prodotto-consumo di qualità. Di quell'associazione di "solo gonne" in cantina cosa ci dice? "Le donne del vino" sono una splendida associazione di cui tante nostre viticultrici f a n n o p a r te : a b b ia m o t a n t i s s i m e imprenditrici di settore a cui il fiuto, passionalità e concretezza unita alla delicatezza, non manca proprio. Uomini, per favore, pensate solamente ai motori!

Foto ©: www.chianticlassico.com

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ANTEPRIMA VINI DELLA COSTA TOSCANA DÀ IL BENVENUTO AGLI “ARTISANS OF TASTE” A cura della Redazione

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maggio\giugno 2019 A Lucca, presso l’ex Real Collegio, il 4 e il 5 maggio, si è svolta la 18a edizione di Anteprima Vini della Costa Toscana, dedicata alle produzioni vinicole 2018 e alla degustazione delle annate migliori dei vini della costa tirrenica (province di Grosseto, Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara). Più di 800 etichette le etichette presentate, per un totale di oltre 100 viticoltori. Gli organizzatori dell’evento sono stati Grandi Cru della Costa Toscana e Event Service Tuscany. Quest’anno è stata ospitata la rassegna “Artisans of Taste”, il percorso gastronomico a ingresso gratuito sviluppatosi al piano terra, nel chiostro, con la creazione del giardino dei sapori che ha proposto prodotti tipici di varie parti d’Italia, cibi e combinazioni preparati da veri e propri artigiani del gusto. I visitatori hanno potuto anche godere della musica prodotta dalla collaborazione dell’ente organizzatore con Lucca Classica Music Festival. Nei saloni del piano nobile è stato allestito un gran gala di banchi di assaggio, dove poter incontrare direttamente l’artigiano del vino. Una sala riservata agli addetti ai lavori ha esplorato la vendemmia 2018. Si sono svolte master class dedicate al vino Sassicaia, vendemmia 2015, e al Bordeaux, vendemmia 1998. Inoltre, è stata approfondita la conoscenza della tenuta di Ghizzano, sul tema “Nambrot. 19962016. 20 vendemmie” e della tenuta di Capezzana, sul tema “Trefiano: il vino di Vittorio, annate 1999-2015”. Grande rilievo alla produzione biodinamica francese, riferimento stilistico e produttivo per il mondo enologico.

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VINITALY DA RECORD Novità, trend in ascesa e numeri su cui riflettere alla 53a edizione della kermesse veronese A cura di Cinzia Meoni

In foto: Cantine Lungarotti, i vigneti di Torgiano

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maggio\giugno 2019 Anche la 53 a edizione del Vinitaly si è chiusa con un brindisi dedicato ai numeri record registrati dalla manifestazione: 4.600 aziende partecipanti, 130 in più dello scorso anno, 33mila buyer (+3%) e un totale di 125mila partecipanti provenienti da 145 diversi Paesi. Nella top five delle provenienze degli operatori primeggiano gli Stati Uniti (+2% sul 2018), seguiti da Germania (+4%), Regno Unito (+9%), Cina (+3%) e Canada (+18%). Su questo fronte molte bene il Giappone (+11%). Quanto al fuori salone (Vinitaly and the City) i wine lovers che hanno animato giornate veronesi sono stati 80mila, 20mila in più di un anno fa. Numeri da record anche nei bilanci, come evidenziato in uno studio di Mediobanca dedicato al settore e pubblicato a ridosso della fiera. Il fatturato delle aziende italiane del vino è in media aumentato del 7,5% nel corso del 2018, trainato dalle vendite interne (+9,9%) e anche dall’export (+5,3%). Negli ultimi cinque esercizi l’aumento complessivo del giro d’affari è stato del

Foto ©: www.arrighivigneolivi.it

Foto ©: www.tenutadelpaguro.com

27%. E le attese per il 2019 sono altrettanto positive. L’appuntamento con la 54a Edizione del Vinitaly è fissato dal 19 al 22 aprile 2020. I TREND Tra i trend emersi in questa edizione del Vinitaly una particolare attenzione è stata riservata ai vini affinati sott’acqua. L’Associazione Italiana Sommelier (AIS) ha infatti portato per la prima volta in degustazione comparata bottiglie emerse dalla profondità dei fondali marini dove hanno sostato per mesi, permettendo di andare alla scoperta del processo evolutivo dei vini e delle caratteristiche che li contraddistinguono. Due le etichette provenienti dal Mar Ligure: Abissi Spumante della Cantina Bisson, un blend di bianchetta genovese, vermentino e cimixià, e Cloe Marie Kottakis Champagne -52, della cantina Jamin, frutto della collaborazione con la maison francese Drappier. Dall’Adriatico Tenuta del Paguro, le cui bottiglie di Albana secco Squilla Mantis

Foto ©: www.jaminsrl.com

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2015 e Sangiovese Superiore Paguro 2015 riposano tra le macerie sottomarine di una vecchia piattaforma. Al largo dell'Area Marina Protetta di Alghero, in Sardegna, la cantina Santa Maria La Palma immerge il suo Akènta, primo Vermentino DOC affinato sott’acqua, a quaranta metri di profondità. Prodotto dalle Cantine Arrighi, infine, Vinum Insulae, nato da un progetto di ricerca scientifica che sfrutta una tecnica impiegata nell’Antica Grecia sull’Isola di Chios. Rimane elevata poi l’attenzione ai temi della sostenibilità ambientale oggetto di appositi dibattiti che hanno animato le giornate veronesi e le presentazioni di prodotti provenienti da aziende che vinificano secondo i criteri di sostenibilità o che coltivano secondo i principi dell’agricoltura biologica e biodinamica. Non è quindi un caso che, in un contesto in cui i mercati sono sempre più attenti alla trasparenza, ai temi etici e a quelli ambientali, siano aumentate le etichette di vini biologici (circa 3.300 etichette sulle 18mila presenti) a cui è stato per di più dedicato un nuovo apposito spazio, l’Organic Hall. Il mercato “responsabile” è ormai passato da rappresentare una nicchia di consumatori consapevoli a un trend mainstream soprattutto tra le generazioni più giovani, attente all’impatto che i loro compor tamenti possono avere sull’ambiente. In questo ambito si legge anche il dato di Coldiretti che ha sottolineato come la produzione si indirizzi sempre di più verso vitigni autoctoni e metodi di produzione “green”. Nel corso dei quattro giorni di fiera sono state, poi, numerose le occasioni di incontro e approfondimento sui trend da monitorare nel settore evidenziati da Wine Intelligence e che vanno dall’allungamento della vita che crea nicchie di mercato differenti tra loro (laddove le persone più anziane hanno abitudini e gusti diversi da quelli delle nuove generazioni), alla sempre maggiore richiesta di abbinamenti da sperimentare ai piatti e il coinvolgimento da parte dei consumatori sia attraverso eventi degustativi, sia attraverso una piena trasparenza di informazioni su prodotti e produttori.

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LE NOVITÀ Tante le realtà presenti alla manifestazione dove hanno presentato novità, grandi classici e ritirato premi. Come il Premio Internazionale Vinitaly 2019 che ha visto protagonista Ornellaia. Il riconoscimento è assegnato ogni anno alle aziende e ai professionisti del mondo del vino che si siano particolarmente distinti per lo sviluppo qualitativo della viticoltura e dell’enologia, sia in Italia che all'estero. Ornellaia è stata premiata per l’eccellenza dei propri vini: fondata nel 1982, è riuscita in breve tempo a produrre una gamma di vini molto richiesti in tutto il mondo, che le hanno permesso di scalare le classifiche delle principali guide enologiche internazionali. A ritirare il premio è stato l’AD Giovanni Geddes da Filicaja.

Vinitaly 2019 - la premiazione di Ornallaia

Le vigne del Oberkerschbaum Sauvignon

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La cantina umbra Lungarotti ha, invece, presentato la nuova versione del San Giorgio 2016, storico Rosso Umbria Igt, creato nel 1977 dal fondatore della cantina Giorgio Lungarotti, rinnovato nell’uvaggio e nell’etichetta. Raggiunto il traguardo delle 40 vendemmie, il San Giorgio passa da un triplice uvaggio (Cabernet Sauvignon al 50%, Sangiovese al 40% e Canaiolo al 10%) a Cabernet Sauvignon e Sangiovese in parti uguali. Il risultato è un “Superumbrian”, un vino rosso di grande struttura e da lungo invecchiamento particolarmente apprezzato, oltre che in Italia, in Svizzera, in Germania e in Lussemburgo. Ha debuttato al Vinitaly il Podere Casanova, realtà rinata nel 2016 grazie a un’opera di recupero di un vigneto pre-esistente di lunga tradizione contadina. L’azienda di Montepulciano guidata da Susanna Ponzin e dal marito Isidoro Rebatto ha partecipato per la prima volta alla kermesse veronese dove ha presentato l’intera gamma di produzione: il Nobile di Montepulciano; il Rosso di Montepulciano; due Super Tuscan, l’Igt Irripetibile ottenuto da un blend con predominanza di uve Sangiovese, cui si aggiungono Cabernet Sauvignon, Petit Verdot e Sauvignon e il Leggenda, un blend

sempre con predominanza di uve Sangiovese e poi Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon; il Brut Bulles spumante ottenuto da una cuvée di Grechetto, Verdello e Chardonnay; e infine l’ultimo nato, il Settecento, un Nobile di Montepulciano 100% Sangiovese.

Podere Casanova. I titolari Isidoro Rebatto e Susanna Ponzin

Col Vetoraz, cantina della famiglia Miotto con una produzione di 1.250.000 bottiglie, ha portato al Vinitaly l’intera gamma di spumanti: il Valdobbiane Docg Superiore di Cartizze, il Valdobbiane Docg Millesimato dry, il Valdobbiane Docg Brut, il Valdobbiane Docg Extra Dry e il Valdobbiane Docg Brut "Dosaggio Zero". Col Vetoraz fin dalla sua fondazione, nel 1993, ha fatto una scelta precisa: quella di


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Cantina Hofstätter - Müller Thurgau di Michei di Michei e Oberkerschbaum Sauvignon

In foto: Col Vetoraz con Alessandro Ballan e Marco Velo

produrre esclusivamente Valdobbiadene Docg e Cartizze Dogc unica espressione delle proprie radici. La cantina guidata da Martin Foradori Hofstätter, ha invece portato a Verona la viticoltura eroica con il nuovo Sauvignon (Oberkerschbaum Sauvignon) che nasce tra le vette dell’Alto Adige tra i 750 e 800 metri di altitudine; i Riesling della SaarMosella dove le pendenze toccano anche il 60% e un inedito Müller Thurgau (il Michei di Michei Müller Thurgau), prodotto da uve che crescono a 823 metri di altezza. L’edizione 2019 di Vinitaly segna dunque il debutto di nuovi progetti per Martin Foradori Hofstätter che da sempre ha fatto della zonazione il suo cavallo di battaglia. “Oberkerschbaum Sauvignon e Michei di Michei Müller Thurgau non sono altro che la celebrazione di un terroir unico e di particelle che hanno caratteristiche micro-climatiche ed esposizioni non replicabili altrove. Da qui la passione che accompagna la nostra azienda da generazioni per la valorizzazione della denominazione “Vigna in etichetta” sostiene Hofstätter. Nel corso del Vinitaly è stato annunciato l’approdo della chef Marzia Buzzanca al Ristorante Hofstätter Garten a partire dall’estate 2019. GLI STUDI Nel corso del Vinitaly è stata poi presentata la ricerca Iri sull’andamento del mercato

del vino italiano nel canale della Gdo, il principale canale di vendita del vino italiano con 619 milioni di litri per un valore di 1,9 miliardi di euro. Tra i vini più venduti si trovano Lambrusco e Chianti, con buone performance di Montepulciano d’Abruzzo, Muller Thurgau, Gutturnio e Primitivo. Nella speciale classifica dei vini “emergenti”, cioè a maggior tasso di crescita, va sottolineato l’exploit del Lugana, un bianco doc prodotto soprattutto nelle provincie di Brescia e Verona, che conquista il primo posto con un aumento a volume del 22,1% nel 2018 (e a valore del 24,2%). Crescono in modo rilevante Passerina e Ribolla ed entrano tra i top 15 Grignolino, Cerasuolo, Refosco e Aglianico. Aumentano le vendite degli spumanti (+ 2,1% a volume), mentre i vini Doc e Docg chiudono a - 0,7%, con un prezzo medio di 4,74 euro al litro. I vini Igt perdono il 2,4% e i vini generici l’8,9% (a volume, bottiglia 0,75), mentre crescono le vendite dei vini a marca privata o a marchio del distributore, ovvero quei vini che le cantine italiane producono su incarico delle insegne distributive (+7%). In sensibile crescita le vendite di vini e spumanti biologici, rispettivamente del 18% e dell’11,8%, ma le vendite nei supermercati sono ancora limitate a circa 5 milioni di litri l’anno. Sul fronte dei prezzi la ricerca ha registrato un costante aumento nel corso degli ultimi dodici mesi (+6,5% nel 2018) causato sia dalla scarsa vendemmia del 2017 sia dalla

costante e diminuzione delle promozioni. "Da anni cantine e catene distributive portano avanti la scommessa sul valore – spiega Virgilio Romano, Business Insight Director di Iri – per dare la giusta rilevanza alla grande offerta di uve presenti in Italia. E questo significa lavorare sulla qualità, sui disciplinari delle denominazioni d’origine, ridurre le promozioni e definire i prezzi più appropriati." La "scommessa sul valore" significa, quindi, prezzi adeguati al valore del vino e stabilizzati, in modo da consentire lo sviluppo di strategie di medio lungo periodo. Sulla scommessa del valore è stato portato l’esempio del Negroamaro un vino che ha aumentato del 6% il prezzo medio arrivando a 3,37 euro a bottiglia, ma ha al contempo registrato un aumento delle vendite del 9% con un aumento complessivo a valore del 15%.

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IL GUSTO DELLA VITA Intervista a Annie Féolde dell'Enoteca Pinchiorri di Firenze A cura di Carla Cavicchini

Se la classe non è acqua, a maggior ragione per Annie Féolde entrata nel firmamento degli chef stellati il vino è l'essenza della vita, tanto d'averne fatto una buona professione, accompagnata dall'adorato marito Giorgio Pinchiorri, che lei chiama "Giorrrgio, Giorrrrgio". Ma dovete sapere che la signora francesissima, di Nizza per l'esattezza, da giovane fanciulla curiosa girò un po' il mondo per imparare le lingue conoscendo, poi, il compagno di vita "estroso assai." Perché lo definisce così? Perché, anche se sono trascorsi alcuni decenni, a quei tempi introdusse la vendita dei vini al bicchiere. Vero e proprio gesto ribelle, rivoluzionario, divenuto oggi pratica comune.

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maggio\giugno 2019 E oggi? Gestiamo l'Enoteca Pinchiorri in un b e llis sim o e sp e t t a co la re p a la z zo cinquecentesco proprio qui, a Firenze. E quindi francese, ma fiorentina nel cuore, questa bella e gentile signora fulva dai capelli ingentiliti da sottili meches dorate, durante Buy Wine alla Fortezza da Basso e, mentre ci sediamo, inaspettatamente un bicchiere colmo di vino rosso viene rovesciato sul tavolo. "Dicono porti bene" e quindi una buona nota di colore saporita si aggiunge all'intervista! Cosa l'affascinò dell'Italia? Tante cose. L'arte, il clima, la storia che vi si respira. A casa mia mi trovavo bene, avevo anche voglia di ritornare dai miei, poi...Giorgio mi tenne qui! Complice il vino. Come si appassionò? Giorgio me ne parlava così bene, in maniera molto, molto, speciale visto che era la sua grande passione, speciale come lui!

È stato faticoso ricevere le Tre Stelle? Francamente non ci pensavo, è avvenuto. Volevo far piacere ai nostri clienti, che avessero della buona cucina e del buon bere, che fossero contenti, tranquilli e sereni. Poi... come una sorte di tormento che continuava a spingermi avanti, in meglio, è venuta fuori la "Michelin" facendoci una sorpresa enorme e decisamente piacevole! Ogni piatto che si rispetti deve "godere" del suo vino? Si, assolutamente. Quest'ultimo può andare su piatti diversi e il piatto può ricevere diversi vini. Guardi che non è proprio facile, son cose delicatissime in quanto saper abbinare è un'arte. Qualche nome? Beh, il bianco mi è sempre piaciuto molto però non posso fare nomi!Tutti i produttori della Toscana, e cito questi poiché siamo in questa regione, sono molto bravi e diversi per fortuna. Perché ogni cosa deve essere diversa!

Due parole sulle proprietà nutrizionali? Sufficienti, non esagerate, il gusto è fondamentale, quanto alle calorie... non si contano, bisogna proprio non pensarci!” Costa molto cenare all'Enoteca Pinchiorri? Dipende! Dai menù, dal singolo piatto ad-personam, considerando che ogni buon vino, è risaputo, ha il suo prezzo. Accessibile a tutti? La qualità si paga, tuttavia può essere anche accessibile. Come si superano le concorrenze vinicole? Con la buona qualità e poi sperimentarndo, sperimentando sempre, cercando d’accontentare la clientela: comporta attitudine e buon impegno. Come mai il vino della sua regione, tra l'altro abbondante prodotto d'eccellenza della Francia, è così caro? Forse perché è la loro specialità e tutti vengono attirati da questo. Un tempo il buon bere era cosa da uomini, poi le donne si sono svegliate, amano degustare e se ne intendono pure! Sono del parere che l'universo femminile si contraddistingue per il palato, il buon palato. Poi si informano, seguono e capiscono. Dal canto mio sono 40 anni che lo faccio poiché è doveroso analizzare ed andare sempre a fondo. Ma guai e difficoltà non risparmiano nessuno. L'espressione di Annie Féolde si fa seria ma non triste mentre evoco l'incendio doloso che colpì l'Enoteca Pinchiorri. Come avete reagito all'incendio? Fu una cosa abbastanza pesante, molte bottiglie scoppiarono ed altre furono cotte dal fuoco. Decidemmo pertanto di donare 25.000 bottiglie alla chiesa accanto. Ritenemmo giusto far questo prima di gettarle. A me e a mio marito non andava di servire ciò che forse aveva preso un po' di caldo e, visto che il nostro motto era, e lo è è ancora, tenere alta e solida l'Enoteca Pinchiorri, anche se la cosa non fu indolore, tutt'altro, però ripartimmo con grande energia!

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ACQUA E PESCA SOSTENIBILE: È QUESTO IL FILO CONDUTTORE DEL MED COOKING 2019 A cura di Cinzia Meoni

In foto: Mauro Uliassi

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Al via la 6a edizione di Mediterranean Cooking Congress che quest’anno si concentra sulla tutela della pesca sostenibile e sull’acqua intesa come risorsa fondamentale per alimentare il Mediterraneo. La manifestazione è stata ideata da By Tourist nel 2014 come evento itinerante tra le nazioni dell’antico Mar Nostrum con l’obiettivo di creare un momento di incontro e condivisione sulle materie prime delle nostre coste tra chef, produttori e nuove generazioni di consumatori consapevoli. “Cultura culinaria, tradizione gastronomica, rispetto dell’ambiente e tutela del mare, sono questi gli ingredienti messi in campo per Alimentare il Mediterraneo” commenta Luisa Del Sorbo, ideatrice del Med Cooking Congress. “Il nostro apporto all’evento che unisce chef, gente di mare, imprenditori e ambientalisti, vuole essere una corretta informazione su scelte responsabili e consapevoli nell’utilizzo delle risorse del mare. Non dobbiamo


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LA MANIFESTAZIONE ITINERANTE, DOPO CASTELLAMMARE DI STABIA FARÀ TAPPA A VENEZIA E TAORMINA E ARRIVERÀ FINO IN GRECIA. COINVOLTI CHEF STELLATI, ESPERTI E PRODUTTORI LOCALI mai dimenticare che è necessario consumare meno per dare al mare il tempo di rigenerarsi in modo, per così dire, da prelevare gli interessi e non intaccare il capitale naturale” spiega Rosalba Giugni Presidente dell’Associazione Marevivo, onlus con oltre trent’anni di esperienza nella tutela del mare e tra i partner di Med Cooking. L’obiettivo di quest’anno è quindi quello di approfondire il tema della pesca sostenibile (cosa pescare, come farlo e anche quando farlo) e si sviluppa tra cooking show, conferenze e dibattitti in grado, in ultimo, di sensibilizzare sul tema consumatori, ristoratori e pescatori. La kermesse è partita a fine marzo a Castellammare di Stabia dove ci si è focalizzati sul recupero delle 28 antiche fonti termali minerali locali per le quali è stato contestualmente avviato l’iter per il riconoscimento come patrimonio Unesco. Chiuse per decenni, le terme vantano infatti una varietà idrica senza paragoni e comprensiva di numerose tipologie di acque solforose, bicarbonato calciche e medio minerali, sulfuree, ferrate e carboniche. Ora, dopo la tappa nella cosiddetta "città delle acque", le prossime date da segnarsi sul calendario sono quelle di Venezia (30 settembre) da cui si proseguirà in nave verso le coste greche e, infine, di Taormina (28 ottobre). Numerosi gli interlocutori coinvolti chiamati a manifestare, grazie all’esperienza diretta, l’importanza da dedicare alle tematiche scelte dalla sesta edizione del Med Cooking: acqua e pesca sostenibile. Tra gli altri: Mauro Uliassi, 3 stelle Michelin del ristorante Uliassi di Senigallia; Vincenzo Guarino, 1 stella Michelin del CastaDivaResort & Spa del Mandarin Oriental Hotel sul Lago di Como; Pietro D’Agostino, 1 stella Michelin di La Capinera di Taormina; Nino Di Costanzo, 2 stelle Michelin del Dani Maison di Ischia; Domenico Lavarone, In foto: Pietro d'Agostino già in guida Michelin con il Josè Restaurant di Torre del Greco; Alfonso Porpora di Pastabar Leonessa dell’Interporto di Nola; Domenico De Gregorio, chioccola d’oro Slow Food de Lo Stuzzichino di Sant’Agata sui Due Golfi; Gennaro Esposito, 2 stelle Michelin de La Torre del Saracino di Vico Equense; Maicol Izzo, 1 stella Michelin di Piazzetta Milù di Castellammare di Stabia, Nunzio Spagnuolo del ristorante Rada di Positano e Vincenzo Del Sorbo del Pompei Magno di Pompei.

CASTELLAMARE DI STABIA UNA TAPPA DA SCOPRIRE SULLA CIRCUMEVESUVIANA TRA NAPOLI E LA COSTIERA AMALFITANA Tra Napoli e Sorrento, Castellammare di Stabia è decisamente molto di più di una tappa di passaggio sulla Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento. Vuoi per le 28 fonti termali, dalle proprietà terapeutiche riconosciute e per cui è stato appena avviato l’iter di riconoscimento come patrimonio Unesco, vuoi per il lungomare, vuoi per le ville romane, vale la pena dedicare a Castellamare di Stabia almeno una giornata di esplorazione. Qui infatti, nell’antica Stabiae, grazie al clima mite e alla vicinanza alla città di Pompei, i ricchi patrizi romani “svernavano” in ville ampie e lussuose affacciate sul Vesuvio. Oggi se ne possono visitare due, Villa Arianna e Villa San Marco, perfettamente ristrutturate e che per di più garantiscono l’accesso gratuito. Da non perdere anche la Reggia della Quisisana le cui origini risalgono al XIII secolo e dimora, nel corso dei secoli di Giuseppe Bonaparte, Gioacchino Murat e dei Borbone.

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LA COOKING THERAPY: NUOVO STRUMENTO RIABILITATIVO A cura di Elena Pravato

Il prof. Antonio Cerasa, ricercatore in neuroscienze del CNR, ha appena portato a termine in collaborazione con l’Istituto di Alta specialità riabilitativa S. Anna di Crotone un importante studio pubblicato sulla rivista "Journal of Clinical Neuroscience”. Il professore ci spiega come, mentre studiava le modifiche celebrali di chi svolge l'attività di chef, abbia avuto l'idea di creare un protocollo di cura, di riabilitazione cognitiva con l'attività del cucinare ovvero la Cooking Therapy. Attraverso le parole del ricercatore vi spieghiamo in dettaglio la nuova terapia.

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"Tutto ebbe inizio da una ricerca che stavo conducendo su un campione di chef e cuochi professionisti. Questo studio attesta come si verifichi un incremento di materia grigia nella zona del cervelletto degli chef: l'abitudine e il ripetersi di azioni coordinate come seguire più fornelli, salare, impiattare e nel frattempo istruire il personale di cucina, va a sviluppare la materia grigia posteriore del cervello. Pertanto, ho pensato proprio a coloro che hanno subito una lesione in questa zona cranica, ossia coloro che sono stati colpiti da ictus e hanno riportato danni motori e cognitivi". Solitamente i pazienti con queste problematiche seguono terapie


maggio\giugno 2019 di riabilitazione tradizionali come la terapia motoria, ma molte volte non è efficace perché i danni al cervelletto alterano la nostra capacità di coordinare sia i movimenti sia, soprattutto, i pensieri. In cosa si differenzia la Cooking Therapy? La Cooking Therapy è uno strumento di riabilitazione cognitiva non solo motoria e va ad aumentare le capacità di coordinazione proprio in quei pazienti che hanno perso l’abilità di mettere ordine nei loro pensieri per programmare le cose da fare durante la giornata. La terapia messa a punto, non è fine a se stessa ma offre la garanzia di un risultato: la ricetta realizzata! Si va a sfruttare anche il lato emotivo e la possibilità di socializzazione che offre l'attività di cucinare insieme ad altri e come dimostrato questo aspetto assicura maggiormente il raggiungimento dello scopo riabilitativo. Attenzione, poi, a non confondere la Cooking Therapy con la terapia occupazionale che si svolge in cucina. La Cooking Therapy, infatti, ha come scopo la riabilitazione cerebrale mentre quella occupazionale è diretta a dare o far recuperare al soggetto l'autonomia.

In cosa consiste nello specifico la Cooking Therapy? Grazie alla collaborazione con tre noti chef calabresi – Caterina Ceraudo, Antonio Biafora e Luca Abbruzzino – abbiamo creato il protocollo terapeutico che prevede gradi crescenti di difficoltà sia in termini di sequenza di azioni (più pietanze da preparare) sia in termini di tempo (la cottura di più cibi contemporaneamente). Nell'arco di 18 sedute si portano a termine diverse ricette. Il sugo di pomodoro è l'alimento principale, e viene preparato ogni volta per ogni singolo pasto. La difficoltà del compito varia in funzione del numero di cibi (sequenza

motoria) e dei tempi di esecuzione. Il fattore “timing" indica il numero di cibi da cuocere contemporaneamente per ogni seduta, mentre il fattore "sequenziamento" indica il numero crescente di sequenze motorie da eseguire e apprendere. La Cooking Therapy è applicabile anche ad altri disturbi psichici o deficit cognitivi? Assolutamente sì, può e sta dando buoni riscontri sia nel trattamento del disturbo d'ansia (la garanzia del risultato offre il totale controllo della situazione a questo tipo di pazienti e costituisce, pertanto, un'ottima terapia contro l'ansia), sia nel trattamento di bambini iperattivi grazie ad una sperimentazione condotta dall'AUSL di Reggio Emilia (coordinata da Elena Iori). La Cooking Therapy può esser impiegata anche per la cura di pazienti affetti da anoressia, proprio come graduale ripresa del contatto con il cibo e presa coscienza di tale rapporto. A breve il prof. Cerasa pubblicherà anche un libro dedicato al tema edito da Franco Angeli Editore.

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O MUNDO FANTÁSTICO DA SARDINHA PORTUGUESA. PORTOGALLO, LISBONA Fabrizio Valente, fondatore e amministratore di Kiki Lab – Ebeltoft Italy Caso tratto dalla ricerca internazionale di Kiki Lab – Ebeltoft Group, Retail Innovations 14

INFO CHIAVE: CONCEPT STORE DI SARDINE PRIMA APERTURA FLAGSHIP: 2017 NEGOZI IN PORTOGALLO: 4 66

La sardina è uno dei cibi più tradizionali in Portogallo. Purtroppo è divenuto uno dei classici prodotti civetta, venduto spesso sottocosto nei canali della GDO per attirare traffico. La riduzione dei margini ha generato una grande crisi nell’industria, ma un imprenditore ha deciso di entrare nel settore con un'idea innovativa forte. Ha acquistato una fabbrica storica, La Fábrica de Conservas Comur di Murtosa, conservandone il processo produttivo che garantiva un elevato standard qualitativo. Ha p erò totalm ente rivoluzionato l’immagine e il posizionamento, a partire dal packaging. Il punto di partenza è la classica confezione da 140 grammi, la scatoletta di latta che ormai, in versione classica, viene


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RIVITALIZZARE UN PRODOTTO TRADIZIONALE ORMAI IN CRISI GRAZIE AL RIPOSIZIONAMENTO, A UNA FORTE IDENTITÀ VISIVA E AD UNO STORYTELLING SORPRENDENTE E MAGICO

svenduta ampiamente sotto l’euro. Il nuovo packaging di Comur è invece sfavillante e unico. Esistono oltre 100 versioni dello stesso prodotto perché ogni scatoletta è dedicata a un anno, a partire dal 1916, riportando un evento importante e due personaggi famosi nati quell’anno. Identità visiva Ad ogni decade è stato dedicato un colore, così i negozi godono di un visual merchandising coloratissimo che si inserisce in un’estetica da circo, fin dalle vetrine esterne, sviluppata con coerenza sulle pareti, il soffitto, gli arredi, i decori, la postazione per i selfie e anche le divise degli addetti e la musica. Il riferimento evidente è al film culto "La fabbrica di cioccolato" di Tim Burton, così come l’insegna echeggia "Il fantastico mondo di Amelie". Storytelling I canali di vendita sono l’online e i (per ora) 4 negozi portoghesi, situati in location top come il Rossio di Lisbona o l’aeroporto. Molto curata la comunicazione in-store, che racconta le protagoniste (le sardine), sotto diversi punti di vista, come il più grande spettacolo al mondo, valorizzato dalle poesie di Fernando Pessoa. Le scatolette

sono progettate per diventare un regalo o un souvenir speciale, vendute al costo di 7€: il 70% degli acquisti non viene consumato e anzi spesso diventa parte di una collezione che si ingrandisce nel tempo. Alla cassa si riceve anche un "passaporto" speciale ed è venduta l’edizione speciale dell’anno in corso, a un prezzo maggiore (8€), che viene proposta dall’addetto in cassa, spesso molto convincente nel far aggiungere quest’acquisto supplementare (d’altra parte gli addetti ricevono un incentivo per ogni vendita effettuata). Il sito online rispecchia la retail experience e usa come primo elemento di attrazione la funzionalità di inserire un anno e scoprire le curiosità che è possibile trovare sulla scatoletta corrispondente. Commento finale Kiki Lab Ebeltoft Group Un caso da manuale di un prodotto e un segmento morente completamente riposizionato in un fascia Premium grazie a una strategia di marketing articolata e coerente: dal packaging all’identità visiva dei negozi, dalle location alla musica. Sfida: sviluppare costantemente idee di marketing per tenere alta l’attrattività anche per chi ha già fatto una prima esperienza di visita e di acquisto.

PROSSIMO EVENTO KIKI LAB Ki-Best 2019: Milano, 17 ottobre Tendenze emergenti e casi innovativi e di successo di aree retail visitate dal team Kiki Lab nell’ultimo anno. Convegno a pagamento. Per informazioni e iscrizioni: kiki@kikilab.it - tel. 030 22 16 81  67


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FMTS GROUP INAUGURA IN CIBUM Scuola di Alta Formazione Gastronomica del Mezzogiorno

A cura della Redazione

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FMTS Group – Formamentis, nato nel 2003 in Campania come ente di formazione è oggi presente in Lazio, Puglia, Calabria, Basilicata, Lombardia, Emilia Romagna, Regno Unito, Belgio, Spagna, Irlanda e Malta. Mette al centro studenti, professionisti, dipendenti pubblici o componenti di un team aziendale. Le imprese del gruppo si occupano di formazione continua per enti pubblici e privati, corsi di alta specializzazione, servizi per il lavoro, mobilità internazionale e attività a sostegno dell’inclusione sociale e della formazione per le fasce deboli. Si propone di sostenere aziende e privati nel miglioramento di attività e performance. Si occupa


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Cristian Torsiello - Coordinatore didattico In Cibum

delle persone fin dall’età scolare e le guida nello sviluppo delle loro attitudini, attraverso corsi di formazione professionale e formazione continua, mobilità all’estero e assistenza per la collocazione o il reinserimento nel mercato del lavoro. Con il progetto In Cibum, FMTS Group punta a sviluppare sinergie nel settore enogastronomico con l’intento di costruire, nel tempo, una rete di relazioni qualificate con istituzioni, associazioni e attori rilevanti del settore. La struttura di 4mila mq è stata inaugurata a inizio aprile a Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno. La scuola, si propone di trasformare i propri studenti in ambasciatori del gusto italiano, sotto la guida di chef stellati, esperti e docenti universitari, creando un canale d’accesso privilegiato al mondo del lavoro e mettendoli in contatto con i maestri della cucina italiana ed internazionale. L’offerta formativa si articola in: cinque corsi (Chef IN Formazione, Chef INternazionale, IN Pasticceria, IN Pizzeria e IN Gelateria) masterclass rivolte a professionisti e finalizzate all’esplorazione di stili e di metodi di cucina innovativi; attività di coaching individuali dedicati alla formazione intensiva da svolgere direttamente nella cucina di uno chef stellato; tirocini realizzati all'interno delle migliori strutture ristorative d’Italia. In Cibum si propone anche come incubatore di nuove attività imprenditoriali nel settore food e prevede un programma di accompagnamento completo e personalizzato, funzionale ad approfondire ogni aspetto della creazione, gestione e organizzazione di una nuova impresa. La campagna di comunicazione toccherà le piazze campane, con il progetto IN Piazza, che si articola in due appuntamenti organizzati con Electrolux. I diplomandi e i diplomati delle scuole di cucina campane avranno la possibilità di lavorare e di confrontarsi con: Gennaro Esposito, chef due stelle Michelin del ristorante Torre del Saracino; Cristian Torsiello, coordinatore didattico In Cibum; Maurizio Casagrande, rinomato attore partenopeo. Nell’occasione, saranno selezionati i partecipanti al contest "Vinci In Cibum", che mette in palio borse di studio del valore di 12mila euro per i corsi Chef IN Formazione e IN Pasticceria e che permetterà ad un ragazzo di formarsi con i più grandi chef del mondo e di intraprendere la carriera nel settore food. I concorrenti dovranno iscriversi direttamente in piazza e saranno chiamati a realizzare un piatto a base di riso o di pasta.

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BURGER KING A cura di Giorgio Nadali

dei punti vendita ma BK non richiede obbligatoriamente un impegno full time (in questo caso chiede all’imprenditore di creare una struttura operativa per il controllo e la supervisione della sua rete di punti vendita), con il permesso di dedicarsi anche ad altre attività che non siano nel campo della ristorazione affine a quello di BK. Superate le selezioni, il periodo di formazione ha inizio con tempistiche in funzione dei piani di sviluppo ed ha una durata di 6-8 mesi. Andrea Valota è General Manager di Burger King Italia dal luglio 2017. Quali risultati consolidati ha raggiunto Buger King Italia nel 2018? Con ben 1000 ristoranti aperti nel solo 2018, Burger King è un brand in forte crescita in tutto il mondo, in particolare in America Latina, Russia ed Europa. Lo sviluppo è decisamente notevole in Italia, dove abbiamo aperto 30 ristoranti nel corso del 2018, superando i 200 milioni di volume d’affari e i 4500 addetti. Prevediamo lo stesso tasso di crescita per i prossimi anni, arrivando ad aprire anche in luoghi dove non siamo ancora presenti lungo l’intero territorio italiano. Quali progetti di investimento avete per il 2019? Il numero di aperture previste nel corso del 2019 è in linea con il 2018, cosa che ci permetterà di superare la soglia di 200 locali, con un nuovo ristorante appena inaugurato a Milano.

Burger King è da sempre un brand che ha valorizzato il Franchising e i suoi Franchisee sono stati attori determinanti nei successi degli ultimi anni. Per sostenere un ambizioso piano di crescita è alla ricerca di nuovi Franchisee che con determinazione, impegno e passione si affianchino al Brand per un percorso che nei prossimi anni lo porterà a raddoppiare il numero di punti vendita BK presenti in Italia. Ai suoi Franchisee offre un percorso di formazione strutturata e profonda, un'assistenza continua e professionale e la forza di un brand tra i più conosciuti e amati al mondo. Burger King cerca imprenditori che vogliano

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intraprendere un cammino di sviluppo importante, investendo per aprire almeno 3-5 ristoranti. L’investimento medio per ogni ristorante è di 1-1,2 milioni di Euro, che viene coperto per circa il 40% da mezzi propri e per la parte rimanente da finanziamenti bancari. Oggi il fatturato medio di un ristorante BK in Italia è di circa 1,3 Milioni di Euro. Il Franchisee riconosce a BK royalties del 6% sul fatturato, con una redditività del punto vendita variabile a seconda della tipologia del ristorante (Centri Commerciali, centro città, Drive/Thru’). I Franchisee ideali di BK si dedicano “hands on” alla gestione

Ci parli delle opportunità di franchising di Burger King Da sempre operiamo attraverso aperture dirette e franchising: in Italia abbiamo ormai raggiunto quota 39 licenziatari, che gestiscono oltre tre quarti di tutti i locali sull’intero territorio nazionale. Burger King è un’azienda che da sempre ha costruito il proprio modello di business sul franchising e crede fortemente nel concetto dell’automiglioramento continuo, in particolare offrendo costantemente nuovi e migliori servizi ai propri affiliati tramite uno staff di professionisti capaci e dedicati al supporto della rete. Cerchiamo imprenditori motivati e proattivi, che vogliano crescere assieme a noi e capaci


maggio\giugno 2019 di gestire più di un locale, in modo da mettere a frutto l’esperienza condivisa. Come vi confrontate con la concorrenza nella ristorazione veloce? Sono i nostri prodotti e i nostri valori a fare la differenza, oltre alla capacità di intercettare continuativamente ed anticipatamente i bisogni e desideri dei nostri clienti. La promessa di Burger King è Have it your Way un modo di dire che in italiano si traduce con “A modo tuo” ed è proprio questo senso di libertà e leggerezza che si percepisce quando si entra nei nostri ristoranti. Ogni nostro panino, che si contraddistingue per il gusto particolare della carne cotta alla griglia, è completamente personalizzabile a seconda dei gusti o delle esigenze della clientela. La nostra offerta di prodotti è tra le più ampie del mercato e vogliamo che i nostri ristoranti diventino non solo un posto per mangiare, ma anche un punto di riferimento e di ritrovo per i nostri clienti, attuali o potenziali. Un ambiente caldo e informale adatto sia alle famiglie con bambini, agli impiegati che consumano un pasto veloce tra una riunione e l’altra o per rilassarsi e passare qualche ora in compagnia. Stanno cambiando le modalità di consumo, e per questo cerchiamo di essere vicini alle esigenze delle persone offrendo loro orari prolungati e flessibili, anche grazie al comodo servizio drive through, che permette di ordinare comodamente dalla propria auto e mangiare dove si desidera, già attivo in circa 100 ristoranti. Inoltre, offriamo servizi concreti anche nelle attività quotidiane, come gli Amazon Locker, già presenti in molti dei nostri ristoranti, e che possono essere un valido aiuto per chi fa shopping online, ma difficilmente può farsi trovare a casa per la consegna. Siamo inoltre sempre molto attenti a seguire le più moderne tecnologie per venire incontro al consumatore. In particolare, con l’aggiornamento dei nostri chioschi interattivi presenti in sala, che permettono ai nostri clienti di ordinare direttamente ed in maniera più coinvolgente. Infine, con la nuova release della nostra app il cliente che effettua il login avrà direttamente accesso alla sua area personale con sconti e iniziative dedicate, grazie alle quali sarà possibile accumulare punti, che, attraverso un loyalty program

alimentare assoluta. In questo senso la produzione industriale è una garanzia e l’unica strada percorribile. Il sistema di tracciabilità della carne bovina che è garantito dai grandi gruppi, permette di sapere tutto dell’animale: dove è nato, dove è stato allevato e infine macellato e confezionato. In questo modo abbiamo un controllo completo della supply chain.

potranno essere convertiti in premi o buoni da spendere nei ristoranti. Come risponde alle critiche che i salutisti rivolgono verso l'alimentazione fast food? Negli ultimi 20 anni molto è stato fatto in questo senso, anche da parte di Burger King. La varietà degli alimenti e degli ingredienti presenti nei nostri menù consente di poter consumare un pasto bilanciato. Non solo offriamo un’ampia scelta, ma garantiamo anche che sia una scelta consapevole, comunicando in maniera completa e trasparente tutte le informazioni nutrizionali relative alla nostra offerta, lasciando più libertà al cliente. Ciò che poi ci distingue, anzi forse ci rende unici, è il fatto che la nostra cottura alla griglia permette di eliminare gran parte dei grassi che normalmente rimangono nella carne con la cottura alla piastra. Grazie a questo tipo di cottura, che come procedimento ricorda quello del tradizionale barbecue, gran parte del grasso in eccesso scivola via, lasciando la carne saporita e più digeribile. Le patty dei nostri hamburger vengono preparate – rigorosamente in Italia –utilizzando esclusivamente carne bovina proveniente dai tagli anteriori, quindi più magri. Spesso esistono luoghi comuni erroneamente generalizzati sul contenuto dell’hamburger: molti non sanno che la macinatura della carne è in realtà un procedimento antico, inventato per poter utilizzare in modo pratico la parte anteriore dell’animale. Oltre alla carne, nelle nostre preparazioni utilizziamo esclusivamente verdure fresche che tagliamo ogni giorno, più volte al giorno, per mantenere un gusto e freschezza. Essere una grande catena, tra le più grandi al mondo, ci obbliga – e ne siamo ben lieti – a garantire alle nostre migliaia di clienti una qualità e una sicurezza

Il vostro Presidente Daniel Schwartz ha detto: "Mi piacciono le persone che cercano sinceramente un progetto e non un lavoro". Cosa ne pensa? Credo che sia importante realizzarsi nel proprio lavoro mettendoci passione ed energia. Questo risulta più facile quando si fa un lavoro perché si è convinti del progetto da realizzare, piuttosto che quando si cerca un lavoro qualsiasi per sbarcare il lunario. La soddisfazione maggiore è fare del lavoro che si svolge il proprio progetto. Ancora Daniel Schwartz, ha detto: "Nell'ufficio, perdi la visione. Devi andare nei ristoranti per vedere cosa sta succedendo davvero". Lei lo fa? Certamente, in BK lo facciamo tutti, e le posso garantire che non è mai abbastanza! Ci sono dinamiche che dall'ufficio non si possono capire e che si chiariscono solo con il lavoro on field grazie al numero elevato di spunti che si maturano dialogando con il personale o con i clienti o osservando le dinamiche che si creano. Cos'è il successo per Lei? Amo molto una citazione della scrittrice Bessie Anderson Stanley che, proprio riguardo al successo, diceva: "Ha avuto successo colui che ha vissuto bene, ha riso spesso e amato molto; chi si è guadagnato il rispetto di persone intelligenti e l'amore dei bambini piccoli; chi ha trovato il suo posto e ha portato a termine il suo compito; chi ha lasciato il mondo meglio di come l'ha trovato […]" Non ho certo la pretesa di cambiare il mondo, ma nel mio piccolo cerco sempre di portare il meglio di quello che sono e che so, in ogni posto dove ho lavorato. E qui in Burger King, supportato anche da un bellissimo team, stiamo facendo grandi cose.

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INTERVISTA A SILVIA SPRONELLI, PRESIDENTE DI “SOLO AFFITTI” A cura di Giuseppe Bonani

Insegna Solo Affitti: lei e suo padre nel 1997 avete lanciato questo brand che descrive chiaramente la vostra attività? Stiamo parlando orami di storia... diciamo che più che un’idea, quella di specializzarsi negli affitti, è stata una logica conseguenza dei fatti che accadevano quotidianamente nell’agenzia immobiliare di proprietà in cui avevo iniziato a lavorare appena laureata in giurisprudenza. A circa metà degli anni 90, nel pieno del boom delle compravendite, nessun agente immobiliare sembrava interessato al business degli affitti: troppo complicati, lunghi e poco remunerativi, soprattutto. Dedicarmi a questa parte del mercato immobiliare mi ha permesso di trovare la mia dimensione specifica e di avere una sfida: dimostrare che quello degli affitti è sì un mercato poco incline ai grandi numeri e alle trattative sensazionali, ma è un mercato costante, in cui non ci sono i picchi della compravendita, in cui il cliente, sia esso inquilino o proprietario, è davvero al centro dell’interesse dell’agente immobiliare.

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Quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto a scegliere la formula del franchising per espandere la vostra attività sul territorio? Semplice, credo che la chiave di successo della formula franchising risieda soprattutto nella collaborazione e in particolare nella volontà di stare insieme condividendo u n’ i d e a , u n m o d e ll o d i b u s i n e s s , un’organizzazione e accettando di essere rappresentati e identificati dallo stesso marchio. Il nostro, esplicativo e chiaro già nel nome, raggruppa agenti immobiliari che hanno individuato nella specializzazione un modo originale e vincente per distinguersi nell’affollato mercato immobiliare. Per sostenere la scelta di specializzazione abbiamo puntato, sin dall’inizio, sulla professionalità e competenza in materia, andandoci a distinguere e creando una figura professionale di Manager degli affitti, specializzato nelle locazioni, bene identificato e riconoscibile. Ecco, tra i vantaggi inclusi nello scegliere la

formula del franchising c’è quello di saltare, se così vogliamo dire, la fase di start up e poter essere da subito riconoscibile e noto. Per questo la formula in franchising rappresenta un investimento sicuro: per usare una metafora, potremmo dire che se attualmente l'apertura di un’attività imprenditoriale in forma individuale è un salto nel vuoto, aprire in franchising è come gettarsi indossando il paracadute; ovvero riducendo al minimo i rischi d’impresa. Oggi siete leader nel mercato anche se avete molti concorrenti. È così? In realtà possiamo dire di non avere diretti competitor, ovvero altri brand con un importante numero di agenzie su tutto il territorio italiano. A livello locale, certamente, rispetto ai primi anni, quelli in cui le agenzie tradizionali snobbavano gli affitti e spesso erano i nostri primi collaboratori, mandando nelle nostre agenzie i clienti dell’affitto, ora molte agenzie tradizionali trattano in qualche modo gli affitti. Specializzazione per


maggio\giugno 2019 Solo Affitti significa perfezionamento ed arricchimento, cerchiamo qualità ed innovazione e per questo continuiamo a sperimentare e aumentare la nostra professionalità. Dal 1997 a oggi, il mercato dell’immobiliare in Italia è cresciuto. In quale misura? Il mercato della locazione ha subito un forte aumento nel numero di transazioni condotte sul mercato residenziale. I dati ufficiali dell’Agenzia delle Entrate segnalano circa 300.000 contratti registrati in più tra il 2011 e il 2017, giungendo a ben 1,7 milioni di nuovi affitti stipulati ogni anno. Un mercato che assume proporzioni, in termini di numero di scambi, pari a tre volte quello delle compravendite, in leggera ripresa negli ultimi anni ma che, con circa 550.000 affari gestiti, appare ancora lontanissimo dalle 870.000 transazioni del 2006. I periodi di crisi verificatisi negli ultimi anni hanno rallentato la vostra crescita? Negli ultimi anni la famigerata crisi ha colpito duramente il mercato immobiliare... ad essere sinceri è proprio da lì che è partita. In anni così difficili abbiamo imparato a sfruttare nuove opportunità, a puntare sulla qualità e sull’innovazione per offrire servizi esclusivi, utili e originali. Sarà stato anche questo il segreto del successo della nostra rete che è rimasta compatta e ha saputo trovare nuove soluzioni per ampliare il business, valorizzando l’esperienza e capitalizzando nuove idee e nuove risorse.

In foto: Silvia Spronelli, Presidente di Solo Affitti

Avete delle statistiche che possano dare un’idea delle tre principali offerte da voi sviluppate: affitto residenziale, affitto breve turistico e locazione commerciale di uffici e negozi? La locazione sta andando forte ormai da molti anni in Italia. Rappresenta un mercato da oltre 1,7 milioni di contratti stipulati ogni anno, molto dinamico, quindi. È cresciuta quando, tra il 20 09 e il 2014, le compravendite hanno subito la pesantissima crisi che tutti conosciamo, a causa delle politiche restrittive sui mutui delle banche. Tante famiglie allora scelsero l'affitto costretti dall'impossibilità di acquistare casa.

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Ma la crescita nella domanda che sta continuando a registrare l'affitto anche ora che le compravendite, ormai da qualche anno, sono ripartite, ci dice altro. La costante crescita della richiesta di affitto da parte degli italiani evidenzia un approccio diverso delle nuove generazioni nei confronti della casa. Non più un nido da comprare una volta nella vita e non cambiare più, ma un bene che deve adattarsi a percorsi di vita sempre più flessibili e famiglie più mutevoli: nascono, si trasformano e – purtroppo – si sciolgono con una maggiore frequenza rispetto al passato; e ancora stranieri residenti in Italia sempre più numerosi. Sul lato dell'offerta, si nota un parziale ridimensionamento. L'ingente quantità di immobili disponibili per l'affitto registrato durante il momento più critico del mercato della compravendita si sta parzialmente ridimensionando e sta tornando a livelli che potremmo definire "normali" per il mercato della locazione. L'effetto combinato di un'offerta meno abbondante e di una domanda di affitto sempre più robusta è inevitabile: una crescita dei prezzi di mercato. Aumento che si registra nonostante l'effetto mitigatore del canone concordato, ormai molto diffuso in tutto il paese. Senza questo prezioso strumento il caro-affitti sarebbe, probabilmente, ben superiore.

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Sappiamo che ad ogni contratto di locazione siglato presso le vostre agenzie offrite una garanzia che tuteli il proprietario contro il rischio di morosità e di danni all’immobile? Quando abbiamo ideato affittosicuro come un pacchetto di garanzie a tutela dell’affitto, abbiamo, di fatto, CREATO un prodotto, che prima non esisteva e che rispondeva alla principale paura dei proprietari. In questi 20 anni affittosicuro, è stato per noi soprattutto un fondamentale elemento distintivo, che ci ha permesso di differenziarci dalla concorrenza proponendo ai nostri clienti un prodotto esclusivo. Negli ultimi tempi abbiamo fatto un passo in avanti: oggi abbiamo la possibilità di fare una nuova rivoluzione, di allungare le distanze rispetto alla concorrenza, lanciando un nuovo prodotto che nessun altro può avere. La nostra rivoluzione è quella di creare un mondo nel quale TUTTI i contratti di locazione possono essere garantiti da Solo Affitti, senza se e senza ma, senza incognite. Un mondo nel quale ogni agenzia Solo Affitti sia sempre in grado di porgere al proprietario il “casco da indossare” prima di mettersi in moto, ovvero una protezione per evitare situazioni spiacevoli e, perché no, un mondo nel quale nessun proprietario penserebbe di affittare il proprio immobile senza la garanzia di Solo Affitti. Fa parte del pacchetto di afffittosicuro, TUTELA UNO: l’innovativo servizio targato

Solo Affitti di ricerca del “buon inquilino”. I nostri manager degli affitti selezioneranno l’inquilino sulla base di una valutazione della sua solvibilità e affidabilità. E se l’inquilino smettesse di pagare? Nessuna paura, pensiamo noi ad assisterlo gratuitamente per tutta la procedura di sfratto per morosità e a rimborsargli fino ad un massimo di 6 mensilità. Per i vostri futuri candidati all’affiliazione proponete una nuova figura professionale: il manager degli affitti. Quali sono le sue funzioni? Anche nel mondo immobiliare la professione dell’agente immobiliare è profondamente cambiata: nuovi strumenti, la rivoluzione di internet, l’invadenza dei social. Sono tanti i fattori che hanno portato gli agenti immobiliari "sopravvissuti" a rimettere in discussione il metodo di lavoro, l’approccio al cliente, le tecniche di negoziazione. Avendo scelto la specializzazione, gli agenti Solo Affitti hanno da sempre preferito uno stile più da consulenti: preparazione, aggiornamento e relazione contraddistinguono gli specialisti dell’affitto. Tanto che la professione di agente immobiliare Solo Affitti è diventata, oggi, quella di un manager dell’affitto sicuro. Il manager dell'affitto è una persona intraprendente ed ambiziosa, con spiccate doti commerciali e relazionali, che cerca una nuova professione, la professione del futuro. È l’evoluzione del classico agente immobiliare, altamente qualificato, specializzato nel business degli affitti (residenziali, commerciali e affitti brevi); un consulente tecnico e finanziario; un esperto di strumenti web e digitali, un comunicatore. Insomma, il manager dell’affitto è la professione del futuro, per chi vuole mettersi o rimettersi in gioco e fare del proprio lavoro una professione molto soddisfacente. Solo Affitti Academy è l’esclusiva scuola di formazione dedicata ai Manager degli affitti. Un percorso di apprendimento che parte dal corso base, procede con i seminari di approfondimento specialistici, attraversa competenze trasversali (come tecniche di negoziazione, public speaking e persuasione) e arriva a creare consulenti di grande spessore.


PERCHÉ INSEGNARE AD UN VECCHIO CANE NUOVI TRUCCHI?

/Franchising

maggio\giugno 2019

Rubrica Quadrante a cura di Mara Licia Frigo

Abito a Milano, città definita "metropolitana". Un termine che richiama immaginari collettivi tra i più disparati. Grattacieli, design, moda, finanza. Un insediamento di persone che raccontano con hashtag e “instagrammate” la loro quotidianità. Un luogo dove il qui e ora regna sovrano. Un luogo dove il cliente di un locale qualsiasi che serve cibo parla così: #breakfast #cibo #cooking #cucina #delicious #delish #dessert #dinner #eat #eating #fashionfood #favorite #food #foodaddict #foodart #foodblog #foodblogger #foodgasm #foodie #foodism #foodlover #foodpic #foodpics #foodporn #foods #foodstyling #fresh #getinmybelly #gnam #homemade #hot #hungry #igersitalia #ilovecooking #ilovefood #instacake #instafood #instagood #instamood #love #lunch #munchies #photooftheday #recipe #sharefood #sogood #stuffed #sweet #tagsta_food #tagstagramers #tasty #tasty #yum #yummy #yumyum. Fatta eccezione per il mal di testa appena condiviso, la predominanza di inglesismi e l’ordine alfabetico, questo è il frasario dell’odierno avventore. Un elenco di chiodi. Nessuna persona ha bisogno di comprare una scatola di chiodi. Nemmeno tu. Ciò di cui hai bisogno invece è avere in casa dei quadri appesi alle pareti. Il chiodo è solo il mezzo per arrivare a quella utilità. Sono parole che fanno parte di un linguaggio al quale la ristorazione, anche la tua, si deve abituare. Se "parlato" correttamente, questo linguaggio crea connessioni con i tuoi clienti. E con chi non sa ancora di esserlo. Innescare il desiderio e l'eccitazione intorno al tuo prodotto: questo è il tuo obiettivo. Lo so, rendere le cose semplici, interessanti, curiose è difficile. Ma lavorare sul tuo locale è importante tanto quanto lavorarci dentro. Perché il tuo prodotto non è più il cibo ma il locale stesso. Devi tornare a "sporcarti le mani", ma non in cucina. Torna a fare il cliente. Misurati come misuri un tuo competitor. Usa lo stesso metro da sarto, la stessa altezzosità e la stessa pignoleria. Non darti delle scuse. "Lavoro guadagno pago pretendo". Aggiungi il tuo smartphone e una connessione ad Internet, condisci con una recensione oggettiva, e comincerai a capire cosa davvero non funziona. Perché anche oggi i conti sembrano non tornare. Che sia il numero discontrini o i contanti nel cassetto, ti muovi tra cifre che passano dal più al meno. E con la stessa velocità con cui un’adolescente passa

da una App ad un’altra. Sono i numeri che ti guidano. Ma "ho 18 anni" e «sono maggiorenne» non hanno lo stesso significato. I numeri riducono e sono sempre giustificabili. Ma i numeri non sono dati. I dati sono elementi risultanti da indagini e utilizzati a determinati scopi. Non dico che i numeri non siano importanti ma sono un guinzaglio molto corto. Fatti guidare dai dati non dai numeri. Passo dopo passo, mattone dopo mattone, decidi cosa promettere ai tuoi clienti e mantieni le promesse che fai. E non limitarti ai tuoi «prodotti di qualità» o al «tratto bene i clienti». Anche se fece la storia della filmografia italiana la scena di Fracchia al ristorante "Gli incivili". Non siamo negli anni ‘80. La promessa fatta al cliente racconta l’identità e i valori del tuo locale. Ma il tuo locale è fatto anche di persone. E quindi svela le identità e i valori delle persone che vi lavorano. Il cliente si accorge subito di un eventuale inganno, di una promessa non rispettata. Perché il cliente non compra quello vendi ma ciò in cui credi. Quindi, scegli i tuoi compagni di viaggio con attenzione. Non serve elaborare nuove strategie. Fai scendere dall’autobus le persone sbagliate, scorbutiche, lamentose. Metti le persone giuste al giusto posto. Infine, punta alla specializzazione, perché non puoi accontentare tutti. Allargare l’offerta a dismisura è come cercare di indossare 5 completi. Contemporaneamente. Se è vero che il brand è come una persona, come ti vedrebbero gli altri? Indeciso? Esibizionista? Forse, poco credibile. Per questo, a volte, è utile insegnare ad un vecchio cane nuovi trucchi.

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PERSONAL BRANDING: COME DIVENTARE IL PRIMO NOME CHE VIENE IN MENTE A TUTTI LEGATO AL TUO FRANCHISING

Diceva Oscar Wilde: “Parlare male di qualcuno è spaventoso. Ma vi è qualcosa di peggio: non parlarne”. Facciamo un esperimento. Provate a pensare alla prima persona che vi viene in mente legata alla parola chef. Hai pensato a Carlo Cracco oppure a Davide Oldani o Antonino Cannavacciuolo. Se la parola è critico d’arte la mente corre subito a Vittorio Sgarbi. Pasta fresca? Come non pensare subito a Giovanni Rana! Ecco. Questo è il Personal Branding. Essere il primo nome che viene in mente legato a un prodotto o a un servizio. Non è poco. La buona notizia è che questo è possibile a tutti, anche senza apparire in TV. Il Personal Branding è l’attività con la quale si applicano al singolo individuo strategie di marketing e di branding, normalmente riservate alla comunicazione aziendale. Una delle tematiche di maggiore interesse degli ultimi anni. Non vuol dire diventare famosi. Un imprenditore o un professionista dovrebbe puntare a diventare una “microcelebrità”, ossia una persona nota nel proprio settore o zona per una caratteristica speciale, delle competenze particolari che lo distinguono sul mercato, attraendo i clienti. In sostanza, se non fai la differenza il tuo successo fa la penitenza. Di commercialisti e avvocati ce ne sono centinaia di migliaia. Difficile distinguersi ed emergere. Se, invece, sottolinei la tua grande esperienza nella creazione e gestione di trust e nel proteggere patrimoni da qualsiasi forma di attacco – Agenzia delle Entrate inclusa – e poi ti fai chiamare “Difensore Patrimoniale” come ha fatto Carmine Carlo, è un brand personale! Non dimentichiamo

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A cura di Giorgio Nadali

In foto: Gianluca Lo Stimolo.


maggio\giugno 2019 che per farsi comprare bisogna prima suscitare fiducia, poi creare emozioni e solo alla fine toccare la razionalità del cliente. Abbiamo “3 cervelli” (Paul McLean, 1962): • Cervello Rettiliano (istintivo), • Cervello Limbico (emotivo), • Cervello Moderno (razionale). Se vuoi convincermi devo prima fidarmi di te (primo cervello), poi devi emozionarmi (cervello limbico) e poi potrò decidere di comprarti con il mio cervello razionale. Chiunque esperto nel proprio settore può aumentare la propria visibilità sino a diventare una microcelebrità. Essere un professionista qualsiasi nella massa non fa bene al fatturato. Gustave Le Bon scriveva che “La moltitudine è sempre pronta ad ascoltare l’uomo forte che sa imporsi a lei. Gli uomini riuniti in una folla perdono tutta la forza di volontà e si rimettono alla persona che possiede la qualità che ad essi manca”. Insomma – come dice Jeff Bezos – “Personal brand è ciò che dicono di te quando non sei nella stanza”. Ma qual è la differenza tra Public Relation e Personal Branding? Le Public Relation sono una parte rilevante del personal branding. Sono i rapporti

con media, opinion leader, influencer, e in generale, il networking che siamo in grado di sviluppare, a determinare la forza di un brand personale. Tuttavia, servono a poco senza aver prima trovato una chiave distintiva che, come abbiamo visto, è il punto di partenza del Personal Branding. La salita alla vetta della microcelebrità conosce alcune tappe: 1) Il p rofessionis ta gen erico vien e percepito come una sorta di tuttologo, utile principalmente per le situazioni semplici. Il valore percepito della sua professionalità è basso. 2) Lo specialista è percepito come un professionista con competenze più specifiche appunto e il suo valore di mercato è nella media. In pratica è uno dei tanti in quel settore, anche se ben distinto da un generalista. 3) L’autorità fa parte di quella cerchia di professionisti considerati invece più preparati della media. Per questo il suo valore di mercato è superiore rispetto a quello degli altri specialisti del settore. 4) La celebrità è quel professionista che, anche a seguito di un’esposizione mediatica, è uno dei nomi che vengono

in mente alle persone quando si pensa ad un certo settore. Sul mercato il suo valore percepito è molto alto. In ogni settore ci sono pochissime celebrità. 5) Al vertice della piramide c’è il punto di riferimento del proprio settore. Chi ha questo posizionamento è il primo nome che viene in mente alle persone quando pensano ad un settore o attività

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o servizio; ha un valore di mercato superiore alla media dei concorrenti; può avere accesso ai migliori clienti e fornitori; gode di quella celebrità strategica che gli permette di avviare le relazioni più interessanti. Il professionista diventa quindi un brand in carne e ossa. Va da sé che la fiducia è la leva principale nel processo di acquisto ed è più facile concedere la propria fiducia ad una persona in carne ed ossa che ad un’azienda, ad un Personal Brand che ad un Brand. In definitiva, il Personal Branding riguarda il potere di influenzare le decisioni, gli acquisti o gli atteggiamenti dei clienti. Inoltre: • conferma lo stato “top of mind”: quando qualcuno pensa a un progetto o un'opportunità in cui sei uno dei numerosi candidati, il tuo nome è uno dei primi che ti viene in mente. • aumenta l'autorità e l'affidabilità delle decisioni: una posizione di esperto all'interno di un dominio significa che è più probabile che le dichiarazioni o le decisioni siano credute e portate a termine. • colloca in un ruolo di leadership: il personal branding incoraggia le persone a metterti in carica. Il presidente del consiglio della Federal Reserve, Alan Greenspan, ha un marchio personale come il mago dell'economia, e l'intero paese guarda a lui per mantenere le cose in piena espansione. • migliora il prestigio: il prestigio può derivare da realizzazioni, posizioni, conoscenze o persino stile personale. Aumenta il peso delle tue azioni e aumenta la tua visibilità. • attira: questo è uno delle capacità migliori del Personal Branding: di creare un'aura personale che attrae le persone giuste. • aggiunge valore percepito a ciò che si sta vendendo: il personal branding trasmet te onestà, conoscenza e intelligenza. Migliora le vendite in quanto il cliente percepisce che il rapporto con la persona aggiunge valore. • g u a d a g n a r i c o n o s c i m e n t o : i l riconoscimento non è solo una questione

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di ego. È una questione di credito e opportunità. Grandi marchi personali sono difficili da nascondere, e se il tuo brand è su un progetto o un prodotto, la gente lo saprà. L'anonimato non è l'obiettivo. • associa a una tendenza: un marchio personale può posizionarti come parte di una metodologia o di una tecnologia commerciale. • aumenta il potenziale di guadagno: incorporando alcuni o tutti questi altri vantaggi, un marchio personale può alimentare le promozioni, incrementare le vendite o aumentare la percezione della tua esperienza in modo da poter richiedere un compenso più alto.

è indubbiamente il punto di riferimento italiano nel settore della formazione e della crescita personale. L’esperienza maturata nella costruzione di quel brand negli ultimi 20 anni è alla base della nascita del protocollo di Personal Branding che, poi, ho avuto l’opportunità e il piacere di applicare positivamente su centinaia di imprenditori e professionisti. Oggi la mia attività principale è quella di rendere “volti noti” del loro ambito le persone che si rivolgono a Stand Out, l’agenzia di comunicazione specializzata nel personal branding che ho fondato e dirigo da più di 5 anni. Amo definire il mio mestiere “Business celebrity building”, costruzione di celebrità di business.

Parliamo di Personal Branding con Gianluca Lo Stimolo esperto di Business Celebrity Building.

Quanto conta la celebrità nel business? Nel mondo attuale, in cui la concorrenza è alle stelle in ogni settore e in cui la consapevolezza dell’esistenza delle fake news ha schermato chiunque dal fidarsi apertamente della comunicazione aziendale, divenire una celebrità del proprio business è la strada che ogni imprenditore o professionista ha la necessità di intraprendere per portare al successo la propria attività. Viviamo nell’era dell’umanizzazione del business e solo chi ci mette la faccia con successo può aiutare la propria azienda a emergere dalla mischia e a entrare nella mente del proprio pubblico come la migliore risposta possibile per una specifica esigenza o per un particolare argomento. Diventare una business celebrity garantisce una quantità di risultati più che desiderabili:

Lo Stimolo, come ha avviato la sua attività e qual è la sua formazione? Dopo la maturità classica conseguita nel mio paese natio in Sicilia, decisi di trasferirmi a Milano per proseguire i miei studi alla Facoltà di Scienze della Comunicazione nella Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM. Fu laureandomi in Relazioni Pubbliche che scoprii per la prima volta le prime nozioni di marketing e rimasi affascinato dalla semiologia e dal branding. Al secondo anno di Università ebbi la fortuna di conoscere Roberto Re e di poter contribuire alla costruzione e all’affermazione del suo brand personale, affiancando quello che ormai da molti anni


maggio\giugno 2019 Ma la celebrità in quanto tale non viene già raggiunta da performances e talento eccezionali e, quindi, è riservata a pochi? La celebrità non è per tutti, ma per molti. Non tanto per chi ha un talento o delle performance fuori dal comune (che spesso può essere sicuramente una migliore base di partenza) quanto per tutti coloro che immettono un’innovativa promessa al mercato, facendo chiare scelte di argomento specialistico e target di nicchia, con soluzioni specifiche.

1) Uscire dalla guerra dei prezzi: per chi consideriamo una celebrità siamo disposti a pagare cifre ben al di sopra della media di mercato; 2) Avere nuovi clienti con più facilità e minor costo: se siamo già considerati i migliori in un ambito, difficilmente cercheranno alternative su Google e la nostra notorietà ridurrà al minimo i costi per l’acquisizione di nuovi contatti; 3) Avere accesso ai migliori fornitori, collaboratori e partner: chi non vorrebbe collaborare con chi è una star del proprio settore? Cos'è il Personal Branding e per chi è consigliato? Il Personal Branding è l’applicazione delle strategie di marketing e comunicazione, normalmente riservate alle grandi marche, agli individui. L’obiettivo è di creare una forte associazione tra una competenza rilevante per un pubblico e la propria persona, in modo da essere considerati la scelta n.1 in un preciso campo. È consigliatissimo per tutti i professionisti e imprenditori che hanno voglia di emergere. Chiunque può trarne forti benefici: chi vuol far carriera, chi vuole reinserirsi nel mondo del lavoro, chi vive un passaggio generazionale. Quali risultati garantite ai vostri clienti? Ottenere una strategia chiara per arrivare a un posizionamento distintivo, comunicarlo

al proprio mercato e, in base all’impegno profuso dal cliente, essere accompagnati verso la celebrità nel proprio business. Cos'ha di unico e distintivo Stand Out Agency? È l’unica agenzia di servizi integrati di Personal Branding. Tutt’ora non ho ancora conosciuto un’altra agenzia in Europa che accompagna i propri clienti in un percorso di Business celebrity building, erogando con un’unica regia tutti i servizi necessari: dal coaching alla strategia, dal content al web marketing, dall’editoria agli eventi, dai social alle media relations, utilizzando tutti gli strumenti che il posizionamento specifico richiede. Ci fa degli esempi concreti di suoi clienti che hanno raggiunto la micro celebrità? Sono molti gli imprenditori e i professionisti che, grazie a Stand Out, sono divenuti delle micro celebrità, cioè delle persone di riferimento nel loro settore. Roberto Re nel settore della crescita personale; Simona Bastari, l’amministratore del condominio felice, indubbiamente il professionista più in vista tra gli amministratori di condominio; Carlo Carmine, il difensore patrimoniale, n.1 nel settore della salvaguardia del patrimonio; Paolo Valli, il Coach del dolore, personaggio molto noto per la fibromialgia, il dolore cronico e l’infortunio sportivo; Stefano Versace, il re del gelato nei mall degli Stati Uniti d’America.

Ci indichi almeno 3 errori che commettono gli imprenditori che non emergono mai all'attenzione del grande pubblico - Non rendersi conto della necessità di affiancare al brand della propria azienda il loro brand personale. - Il “fai da te”, anziché farsi guidare da professionisti accreditati. - Non trovare una chiave distintiva sul mercato e un relativo business model che possa permettere loro di emergere. - Sentirsi arrivati e farsi guidare più dal proprio ego che dalla strategia di business. - Pensare che “Roma sia stata costruita in un solo giorno e con pochi sesterzi”, mentre la costruzione del proprio brand personale richiede anni di costanza nella rappresentazione al mercato di un posizionamento univoco e relativi investimenti. Qual è il rapporto tra talento e celebrità nel business? Relazione fondamentale, se intendiamo il talento come il giusto equilibrio tra una forte competenza e la capacità di comunicarla, rendendosi visibili. C’entra poco, invece, nell’accezione classica del talento: il mondo è pieno di “geni incompresi”, di grandi talenti che non hanno trovato la chiave per comunicarsi e rendersi celebri. Quanto tempo è necessario per raggiungere dei risultati importanti nel Personal Branding? Si possono iniziare a vedere i primi riscontri nell’arco di 8-12 mesi, ma i risultati importanti e stabili richiedono un percorso strutturato in anni, possibilmente affiancati dai giusti professionisti.

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RAPPORTO CONFIMPRESE ESTERO 2019 Mario Resca, Confimprese: «All’estero 365 aperture»

A cura di Confimprese

Balzo in avanti nelle aperture di nuovi punti vendita all’estero da parte dei retailer italiani. È questo il dato che emerge dall’annuale Osservatorio Confimprese sull’estero. Il benchmark sul 2018 segnala un incremento del 30% con 365 aperture contro le 270 dell’anno precedente. Per la prima volta il fashion sorpassa il food: previsti 128 nuovi punti vendita contro i 67 del food. L’immobiliare segna un boom di aperture, 110 in tutto il mondo. Nei paesi di destinazione l’ Europa con Francia, Spagna e numerosi Paesi dell’Est quali Romania, Croazia, Ungheria, Cecoslovacchia, ha il netto predominio. Fuori dai confini europei si segnalano Emirati Arabi, Bahrein, Cuba, Messico. "La ragione principale del boom di aperture all’estero – conferma Mario Resca, presidente Confimprese – è la crisi del Paese e il ddl sulle chiusure degli esercizi commerciali attualmente in X Commissione Attività Produttive, che quest’anno in Italia ha causato un calo del 20% nelle aperture di nuovi negozi e spinge molte imprese a guardare all’estero, dove

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maggio\giugno 2019 cresce l’interesse per i prodotti iconici del Made in Italy. L’aumento del 30% registrato dal nostro Osservatorio conferma la tenuta del retail che, non potendo aprire punti vendita in Italia, ha spostato la sfera d’azione sull’internazionalizzazione per continuare a espandere la proprio rete distributiva". Piani di apertura e split per settore Nel fashion il numero mag giore di aperture arriva da Yamamay e Carpisa (gruppo Pianoforte) con 62 aperture così distribuite: 30 per Yamamay in nord e sud Africa, Kazakhstan, Georgia, Libano, Balcani e Asia e 32 aperture per Carpisa in Spagna, Slovacchia, Romania, Croazia, Francia, Kazakistan, Estonia, Cuba, Bosnia, Serbia, Paesi Baltici, Ungheria, Grecia, Ucraina, Romania. Per Levi’s importanti progetti di nuovi negozi concentrati in

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Europa: 50 con un’ampia variabilità per singolo paese ma con diffusione su tutto il territorio. Le stime di apertura per il gruppo pugliese Primadonna si concentrano in Europa e in Oriente con 5 punti vendita in Germania, Francia, Cecoslovacchia, Emirati Arabi e Iran. Camomilla Italia punta sulla Russia con 2 nuovi store. La strategia di internazionalizzazione del gruppo toscano Miniconf punta su circa 5 store in country target quali Russia e Spagna per consolidare la leadership, e in UK, Germania e Austria. Nelle calzature Velasca, nata nel 2013 dall’idea dei due co-fondatori Enrico Casati e Jacopo Sebastio di vendere la calzatura marchigiana direttamente online, è approdata anche al mercato fisico in Italia e inizia il processo di internazionalizzazione continuando sia con le vendite online sia con l’apertura di punti vendita fisici. Una ventina i nuovi negozi in arrivo nei prossimi 5 anni in Uk (Londra), Francia (Parigi) e Stati Uniti (New York). Passando al food le aperture del colosso della ristorazione Cigierre (Old Wild West, America Graffiti, Shi’s, Temakinho, Pizzikotto, Wiener Haus) sono 9 e si concentrano tutte in Francia. La Piadineria continua il processo di internazionalizzazione del format per ora focalizzato solo sul mercato francese. Accanto ai 5 punti vendita tra Tolone, Nizza e Marsiglia aperti nel 2018 ne sono previsti almeno altri 5 tutti in Francia. La catena di gelati artigianali Grom, che fa parte della galassia Unilever, prevede 3 aperture in Cina (Shangai), Francia (Lione) e Portogallo (Porto). Passando al cioccolato, declinato in tutte le sue forme, il gruppo Cioccolati Italiani stima 7 nuove negozi in Francia, Spagna, Portogallo, UK, Marocco, Bahrein, Albania. In particolare l’apertura in Bahrain nel cuore della capitale Manama consiste in una boutique di 100 mq all’interno del centro commerciale

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Bahrain Citycentre e arriva in occasione del decimo anniversario dalla nascita del brand: per la prima volta viene replicato il concept From Bean To Bar, unico dopo la sede storica di Milano. Lo store in Albania è a Tirana ed è la seconda apertura nella capitale albanese. Si tratta di una location di 150 mq in centro, dove una cascata di cioccolato alta 3 metri accoglie i visitatori insieme a un’opera creata con i famosi lingotti Cioccolatitaliani, firmata da un noto designer albanese, che campeggia al suo interno. La proposta gastronomica dei due store prevede i migliori prodotti di gelateria, pasticceria e caffetteria firmati Cioccolatitaliani e diventati iconici: dalle tavolette signature con packaging creativi, ai coni gourmet, passando per i caffè speciali abbinati a diverse varietà di cioccolato fuso servito espresso dalle fontane di cioccolato, il rito inconfondibile del brand. Nel comparto del caffè, illycaffè prosegue nella forte espansione all’estero. Previsti circa 40 pv in Austria, Francia, Romania, Croazia, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrain, Corea del Sud, Malesia, Filippine, Cina e Stati Uniti. Due le aperture per 101 Caffè in Kuwait e Armenia, 4 per Caffè Ottolina 1 Germania, 2 Francia, 1 Cina. Nei settori arredo casa, cosmesi ed eyewear i mercati di sbocco sono principalmente quelli dell’Est con 3 store previsti per il gruppo altoatesino Thun in Polonia e 5 punti vendita per L’Erbolario in Albania, Bulgheria e Svizzera. Nell’eyewear il brand italiano Nau! prosegue la sua espansione all’estero inaugurando il suo primo negozio al Cairo e annunciando la terza imminente apertura a Istanbul e la seconda a Dubai. Il gruppo varesino annuncia per il 2019 circa 30 nuove aperture. Nell’arredamento sono interessanti le previsioni di sviluppo di Natuzzi, che ha in programma circa 20 nuove aperture in tutto il mondo. Impennata di aperture nell’immobiliare, dove il gruppo Tecnocasa investe molto sul processo di sviluppo e prosegue nella sua crescita nelle 8 nazioni in cui è già presente: Spagna, Ungheria, Messico, Polonia, Francia, Tunisia, Tailandia. Le previsioni stimano 110 nuove agenzie di cui 89 in Spagna e 17 in Messico.

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4° RETAIL SUMMIT: APPUNTAMENTO A STRESA IL 13 E IL 14 GIUGNO Parte a giugno la quarta edizione del Retail Summit di Stresa, incontro annuale organizzato da Confimprese, EY e Gruppo Food rivolto a top manager e imprenditori del retail, del franchising e della distribuzione: un’occasione unica per riflettere su sfide e nuove frontiere del commercio moderno, alla luce di case history d’eccellenza in Italia e all’estero. L’edizione di quest’anno, che si terrà il 13 e 14 giugno 2019 al Grand Hotel Regina Palace di Stresa, ha per titolo: "People&Intelligence make the difference. I modelli vincenti nel retail". L’obiettivo è riflettere sulle nuove competenze che gli operatori del commercio moderno devono mettere in campo per affrontare un mercato in continuo cambiamento e un consumatore sempre più attento ed esigente. Si parlerà di modelli di governance vincenti nel retail, di competenze manageriali, di selezione e formazione, ma anche di come il digitale e l’intelligenza artificiale possano diventare alleati straordinari nel migliorare la conoscenza del consumatore, aiutando i retailer a offrire servizi sempre più personalizzati e distintivi. Un equilibrio vincente di competenze e tecnologie sarà la chiave per avere successo sui mercati di domani. Ne parleranno economisti, imprenditori e top manager italiani e internazionali. www.retailsummitstresa.it

CONFIMPRESE è l’associazione del commercio moderno – franchising, Gdo e reti dirette – che opera sul territorio nazionale e riunisce aziende e realtà omogenee per merceologia, dalla ristorazione all’entertainment, dall’abbigliamento ai servizi, con un target dimensionale da medio grande a leader di mercato, spesso quotate in Borsa e, in diversi casi, con una rilevante presenza internazionale. Confimprese conta su oltre 100 soci che rappresentano 300 marchi, 36mila punti vendita e 600mila addetti con un giro d’affari 2018 di 152,3 miliardi di euro. Il presidente dell’associazione è Mario Resca.


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MAIL BOXES ETC. SI ESPANDE A LIVELLO NAZIONALE ED INTERNAZIONALE A cura di Giuseppe Bonani

SCHEDA INFORMATIVA MAIL BOXES ETC. Insegna

MAIL BOXES ETC.

Ragione sociale e indirizzo

Sistema Italia 93 s.r.l. Viale Lunigiana 35/37 - Milano

Settore di attività

Servizi per aziende e privati

Anno di lancio dell’insegna

1993

Punti vendita in franchising in Italia OLTRE 500

84

Punti vendita all’estero

1600

Sito

www.mbe.it

Contatti per affiliazione

02 676251

E-mail referente franchising

fmantovani@mbe.it

Associazione di appartenenza

ASSOFRANCHISING


maggio\giugno 2019 Forte dell’esperienza di oltre 25 anni di attività, MBE nel 2018 in Italia ha firmato 25 nuovi contratti di franchising e ha aperto 18 Centri Servizi, migliorando la copertura e la capillarità dei suoi servizi sul territorio nazionale. I risultati includono anche gli affiliati che hanno aperto altri punti vendita. Per venire incontro alle esigenze d’informazione degli aspiranti nuovi imprenditori, MBE organizza ogni mercoledì dei webinar gratuiti. Oggi la rete in Italia conta complessivamente oltre 530 Centri. In Italia per il 2019 MBE prevede la copertura di numerose zone nel breve periodo, sia nelle grandi città sia in comuni più piccoli. Sarà sviluppato anche il nuovo format MBE Point, all’interno di realtà commerciali già esistenti. Si tratta di un’opportunità interessante per chi già opera nel retail e si concretizzerà in un corner che offrirà servizi di spedizione, di imballaggio e di

stampa. A livello internazionale, sempre l’anno scorso, MBE ha firmato 5 nuovi contratti di licenza principale con imprenditori della Finlandia, di Hong Kong, della Romania, dell’Ungheria e del Marocco. I Master Licensee acquisiscono così il diritto esclusivo di utilizzare, nel proprio paese, il marchio Mail Boxes Etc. e i marchi associati, il business format e il know-how, per sviluppare la rete locale in franchising e per fornire supporto agli affiliati prima, durante e dopo l’apertura del punto vendita. MBE è presente in forma diretta in 7 paesi (Italia, Spagna, Germania, Francia, Polonia, Portogallo e Usa). Nel 2017, con l’acquisizione di AlphaGraphics e PostNet (due società americane con un’offerta di servizi simile a MBE), MBE Worldwide S.p.A. ha ampliato il suo network globale, raggiungendo oltre 2.500 Centri Servizi in 47 paesi, con un fatturato aggregato per il 2018 di 861 milioni di euro.

In foto: Interno Centro Servizi MBE

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LO SPORT DELLA VITA L'intervista all'atleta italiano campione olimpico A cura di Carla Cavicchini

Lo sport per rinascere di giorno in giorno, quale filosofia di vita accompagnato alla fatica, sudore, costanza, volontà. Massimiliano Rosolino, il grande nuotatore vincitore di ben 60 medaglie conquistate nelle maggiori competizioni internazionali – Olimpiadi, Mondiali ed Europei – afferma “le discipline sportive rappresentano un buon 10% della nostra vita. “Per raggiungere l'eccellenza ci vogliono 10.000 ore di lavoro e se facciamo questo per due ore al giorno - cosa che non succede – beh, ciò rappresenta un decimo della nostra vita. Per i bambini significa materia di studio mentre per gli adulti momenti di relax e condivisione.” Non hai mai smesso di nuotare. Già, anche se nella vita capitano tante cose come "Pechino Express", rimane che il nuoto aiuta su tutto facendo socializzare, motivare, dandoti la strada giusta, senza disdegnare l'aiuto nella formazione mentale. E mi applico molto anche al biathlon in quanto amo la sinergia che si crea col proprio ambiente, senza tralasciare il confronto unito alla crescita.Ma capita, anche l'amarezza! Bisogna tenere conto di tutto, anche se la forza di volontà vince sempre. La determinazione è importante però, arrivati soldi e successo, è necessario vivere coscientemente.

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maggio\giugno 2019 Come tutti i "grandi" la gavetta è stata lunga. L'esperienza aiuta tantissimo e la continuità paga. Però è fondamentale la corretta gestione. E le soddisfazioni? È innegabile, ci sono state, considerando, tuttavia, che dietro ad una medaglia ci sono 10 sconfitte. Non dimentichiamolo: non sono tutte rose e fiori. L'importante è dare il massimo. Puoi cadere, riuscirci ed ancora riuscirci , però cadere e rialzarti è una cosa che ti aiuta tantissimo nella vita. Le sfide sono quotidiane: mai arrendersi e mai mollare la presa. Personalmente le sconfitte mi hanno fortificato più che le vittorie. E perdere? Prima ti ho parlato dell'amarezza, ricordi? Come quando sei stato campione olimpico e dopo 4 anni non lo sei più... però questo è lo sport! Ride a desso Rosolino, durante la conferenza presso l'Autoconcessionaria "Scotti" – a Sovigliana di Vinci – mentre fervono i preparativi per seguire i ragazzi (e non solo) per le gare di nuoto alla piscina di Empoli. Amorevolmente viene titolato “ambasciatore d"acqua”, e lui ironicamente: “Embè su bici cado!” facendo capire il fortissimo legame che lo lega all'amato elemento. Estremamente sereno, così atletico con la barbetta incolta e lo sguardo birichino del napoletano guascone, unito alla bellezza pura e limpida di mammà australiana. Più tardi – al bar Vittoria per i "selfie" e le foto di rito – gli domandano come sono le empolesi e lui: "Mannaggia a tìa... con quattro donne che tengo a casa c'aggià a dì?" Ma... non sono tre? Beh, sta di fatto che il ghiaccio è rotto e quindi vien bene parlare della splendida e flessuosa Natalia Titova e di quel "Ballando sotto le stelle" che tanto complice fu!

cerchiamo contatto essendo troppo generosi cogli "strizzotti" dati ai bimbi e belle fanciulle. E sfatiamo i miti per favore, le cose meno belle sono anche altrove. Guarda che è "tenuta meglio" di quello che si vuol far credere, tenendo alta la volontà e la voglia di farci apprezzare. E faccio un invito a tutti, nel venirla a vedere veramente, non di passaggio, visitando S.Chiara, Piazza del Plebiscito, Il Maschio Angioino e tutte le altre bellezze partenopee. Però Saviano non ne fa una cartolina edulcorata... Bisogna analizzare tutte le varie sfaccettature che ruotano intorno a Napule andando, tanto per portare un esempio, dal Porto al Teatro S.Carlo. Giustamente esiste la libertà di parola per ognuno di noi. Però è giusto anche segnalare i punti di forza... e ce stanno assai. Personalmente mi ha sempre disturbato quando presentandoti napoletano qualcuno strizzava i denti. Ma per favore, combattiamo questo razzismo! Sei civile, preparato ed hai una risposta per qualsiasi cosa. Secondo te, nella tua professione esiste più solidarietà o competizione? Direi che le cose convivono. Uno è solidale con qualcuno che ha bisogno d'aiuto, l'altro è competitivo con qualcun altro che vuole dare il massimo. I momenti di crisi arrivano, la competizione ti fa capire che poi tocca a te. Quanta saggezza in cotanta altezza...!

Due nazionalità estremamente diverse. Qual è stata la molla che vi ha unito? Hai detto giusto, due culture totalmente differenti, due realtà diverse che si sono confrontate tra l'Italia e la Russia. I poli opposti si attraggono e, in questo caso, ha funzionato. Ma, durante il ballo, l'allievo si è innamorato dell'insegnante o viceversa? Provate voi a ballare tête-à-tête con lei: è una curva di emozioni, di tentazioni, roba da perderci la testa. E l'ha persa avendo avuto anche due splendide figlie. A loro donerei la luna e le stelle, fatto sta che rimane fondamentale fornirgli gli strumenti necessari per potersela cavare. Questo è quello che devono fare i genitori e noi, modestamente, ci proviamo tutti i giorni. Napoli è la tua città, con pregi e difetti. Napoli è aperta, invitante, energica, solare...il difetto è che noi

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LIERAC BEAUTY RUN Torna nei parchi di Milano la corsa in rosa che fa bene alle donne e sostiene la ricerca A cura di Marcella Ciappi

Ormai giunta alla sua quarta edizione, la Lierac Beauty Run è diventata un appuntamento imperdibile per tutte le appassionate di running e per tutti coloro che vogliono contribuire al benessere delle donne con un gesto semplice ma efficace. Anche quest’anno si svolgerà a Milano e si terrà l’8 giugno, la corsa al femminile che nella scorsa edizione ha radunato più di 3.300 donne di ogni età, accompagnatori e bambini. L’evento rosa, tra i più attesi dell’estate milanese, è infatti aperto a tutti ed è caratterizzato da una doppia gara adatta a vari livelli: una da 10 km competitiva e non, per le atlete e gli atleti più esperti (e allenati!) e una non competitiva a passo libero da 5km alla quale solitamente prendono parte adulti, ragazzi e bambini, con un tracciato completamente immerso nel verde della città. Il percorso cittadino della scorsa edizione, tra la partenza e l’arrivo nella splendida cornice dell’Arena Civica di Milano, ha permesso ai runner di ammirare altri meravigliosi simboli della città come il Castello Sforzesco, il Teatro alla Scala e il Duomo, oltre al polmone verde del Parco Sempione. Lierac Beauty Run propone un piano ricco di iniziative permeate dal tema di quest’anno: SHINE, il nuovo mood creativo che farà brillare e luccicare tutte le runner con una serie di sorprese, accompagnandole fino al grande evento di giugno. In attesa dell’8 giugno, sono diversi gli appuntamenti che prepareranno le donne a correre la Lierac Beauty Run. Al kick off di aprile che si è svolto durante il Fuorisalone con gli eventi speciali Yoga for Running e Mindful Running, seguirà infatti RUN4ME Lierac, il programma di training al femminile nato nel 2016 e caratterizzato da un calendario di 7 incontri totali, divisi tra running e fitness, organizzati ogni sabato mattina, dal 13 aprile e fino a giugno. Questo piano di allenamenti esclusivo è stato inaugurato durante il Milano Running Festival, la kermesse italiana dedicata alla corsa e al wellness organizzata da RCS Sports & Events al MiCo. A guidare le partecipanti del progetto RUN4ME Lierac durante gli allenamenti di running sarà Lucilla Andreucci, campionessa italiana di maratona e Madrina di tutto il progetto, affiancata dai trainer del gruppo sportivo Almostthere. La location indoor per i training dedicati al fitness sarà invece la palestra hi-tech AUDACE, di ispirazione newyorkese, posizionata nel cuore del quartiere Repubblica. Mentre il Partner scientifico di RUN4ME Lierac si riconferma Fondazione Umberto Veronesi che, tramite i suoi divulgatori scientifici, accompagnerà i consigli di bellezza Lierac

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I PARTNER LIERAC, NEW BALANCE, PHYTO, GARMIN, VEEPEE TESCOMA, SANGEMINI, AUDACE PALESTRE, FONDAZIONE UMBERTO VERONESI, IO DONNA


maggio\giugno 2019 con tanti suggerimenti volti a una sana e corretta alimentazione quale arma di prevenzione di numerose patologie. New Balance, per il secondo anno consecutivo, si conferma Technical Partner dell’intero progetto, dimostrando la sua vicinanza al panorama femminile. L’iscrizione alla Lierac Beauty Run permetterà di correre per una giusta causa sostenendo uno dei 5 Charity Partner del progetto: Fondazione Umberto Veronesi, Dynamo Camp, Diversity, Fondazione Francesca Rava e Professional Women’s Network e darà diritto a una sacca di gara ricca di prodotti di bellezza Lierac e Phyto. Per partecipare al programma di allenamento RUN4ME Lierac e alla LIERAC Beauty Run è necessaria l’iscrizione online sul sito dedicato e da quest’anno è possibile effettuare l’acquisto combinato di entrambe le opportunità a un prezzo ridotto. Info e iscrizioni: www.lieracbeautyrun.it

LIERAC Lierac è il brand cosmetico che dal 1975 offre alle donne soluzioni mirate e innovative nella dermocosmesi in farmacia e parafarmacia. L’azienda è da sempre vicina al mondo delle donne, non soltanto con i suoi prodotti studiati per la cura del viso e del corpo, ma anche prendendo parte ad iniziative importanti per la salvaguardia della loro salute e del loro benessere. Per questo, Lierac sostiene la ricerca scientifica della Fondazione Umberto Veronesi e permette di sovvenzionare ogni anno un progetto di ricerca scientifica per lo sviluppo di cure contro il tumore. Lierac fa parte di Alès, gruppo francese dalle dimensioni internazionali che porta l’efficacia cosmetica ai massimi livelli privilegiando i migliori principi attivi e le migliori materie prime provenienti dal mondo vegetale. Più di 1000 collaboratori nel mondo portano avanti questi valori attraverso i marchi di prestigio Lierac, Phyto, Caron e Ducastel nell'ambito del trattamento della pelle, dei capelli e del mondo professionale dei parrucchieri. Info: www.lierac.it

NEW BALANCE New Balance, azienda con sede a Boston, ha una mission: realizzare prodotti destinati a un mercato globale che gli atleti siano orgogliosi di indossare, che i collaboratori siano fieri di creare, e che tutti siano felici di indossare. Da sempre il running è il core business di New Balance. Nel 1961 il marchio inventò la Trackster, prima scarpa da running al mondo e la prima ad avere un’intersuola composta da più materiali, rialzata sotto il tallone e disponibile in diverse larghezze. Tutte le tecnologie all’avanguardia vengono sviluppate da New Balance con l’obiettivo di realizzare il miglior prodotto sul mercato, collaborare con atleti affermati, costruire la migliore comunità di runner e connettersi con i migliori eventi di running del mondo. New Balance è sponsor di alcune delle più importanti competizioni a livello mondiale come New York City Marathon, London Marathon, Deejay Ten e molte altre. Info: www.newbalance.it

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NOVITÀ IN VISTA PER “THE REUNION” 2019 A cura della Redazione

Dal 17 al 19 ma g gio l’A uto dro m o di Monza ha ospitato la 5 a edizione dell’evento motociclistico dedicato a café racer, scrambler, special e classiche. La manifestazione è iniziata un giorno prima, di venerdì sera, offrendo musica dal vivo sotto la direzione artistica di Dj Ringo. È stato riservato uno spazio significativo anche al segmento dell’elettrico. Tra gli espositori spicca, infatti, la presenza di Zero Motorcycles, il più importante produttore al mondo di motociclette elettriche, che ha presentato la prima moto realmente "smart". Non è mancata, inoltre, una sprint race dedicata. “The Reunion” riconferma il suo spirito internazionale grazie alle rinnovate partnership con Sultans of Sprint, campionato europeo di accelerazione per moto vintage, con Glemseck 101 e con Cafe Racer Festival. Protagonisti indiscussi i top customizer italiani e stranieri, affiancati da BMW Motorrad, Harley-Davidson, Yamaha, Indian, Kawasaki e Royal Enfield. “The Reunion” ha visto la partenza del Deus Swank Rally di Sardegna 2019, il primo rally africano dedicato alle moto classic enduro.

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maggio\giugno 2019 Nel 1987 furono oltre 1.000 gli iscritti al rally, tra partecipanti auto e moto, assistenti e appassionati. Lo Swank Rally ha proposto percorsi fuoristrada, con prove speciali di abilità e regolarità auto-cronometrate. Marco Belli e la sua Di Traverso School hanno proposto la Elf Dirt Race, una sfida in un ovale di flat track, riservata alle motociclette con ruote tassellate scrambler, non specialistiche e inappropriate. Ai motorini monomarcia quest’anno si è aggiunto la Moped Drag Race. Si tratta di una gara di accelerazione sui 200 metri, riservata ai ciclomotori con limite massimo di 100 cc. e ruote da 10 a 17 pollici, in cui sono vietati blocchi motore scooter, NOS e motori ausiliari elettrici. “The Reunion” ha ospitato anche la prima tappa dello Sprintrace Championship 2019 per moto special, che proseguirà a Modena e a Racalmuto. Continental si conferma main partner anche per la prossima edizione. TAG Heuer rivestirà ancora il ruolo di Official Timekeeper e presenterà la nuova collezione Autavia. I visitatori hanno potuto gustare lo street food proposto da una selezione di truck, caffè Lavazza energy drink Red Bull. Yamaha Motor Europe e BMW Motorrad hanno presentato i nuovi modelli.

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COME CONCLUDERE AFFARI CON I 4 TIPI DI CERVELLI DA BUSINESS A cura di Giorgio Nadali

Arthur Conan Doyle diceva: “Non posso vivere se non faccio lavorare il cervello. E, del resto, per cos'altro vale la pena di vivere?” Ma quanto può renderci il nostro cervello? William “Ned” Hermann ha distinto quattro tipi di cervelli da business identificandoli ciascuno con dei colori: azzurro, giallo, verde e rosso. Ned Herrmann è stato il fondatore della teoria Whole Brain Thinking Model (Modello del Pensiero di tutto il Cervello) e pioniere dello studio del cervello nel campo degli affari mentre era responsabile della Management Education presso l'università aziendale della General Electric Corporation a Crotonville (oggi General Electric John F. Welch Leadership Development Center). Conoscere i quattro modi di pensare dei potenziali clienti avvantaggia decisamente un venditore. Non tutti i clienti sono uguali! Ad esempio, se proponi un acquisto in modo formale e dettagliato – spiegando cosa faresti al suo posto – a un cliente dal “cervello rosso” (sognatore, narcisista, un po’ ribelle) stai sicuro di stare perdendo il tuo tempo e quello del cliente. Occorre quindi essere attenti ai particolari, capire chi abbiamo di fronte, o come parla al telefono e adattarci al suo modo di pensare per portare a casa l’affare. Ecco una guida pratica. Nessuno è mai un “colore assoluto”, ma può essere utile tenerne conto anche al di fuori del mondo degli affari. Come riconosci e convinci queste quattro personalità? Se capisco

come ragioni riesco meglio a convincerti. Dopotutto con-vincere vuol dire vincere insieme. È semplice. Si chiama "rapport". Come diceva Pascal "La gente arriva a credere non sulla base di prove, ma in base a quello che trova attraente". 1) Il cervello da business azzurro riguarda la corteccia corticale sinistra. Come lo riconosci. È logico, quantitativo. Cliente molto formale, serio, analitico, realistico e razionale. Preferisce raccogliere dati, analizzare, capire come funzionano le cose, giudicare le idee sulla base di fatti, criteri e ragionamenti logici. Contano i fatti. Ad esempio, se vuole acquistare un automobile Cerca informazioni o statistiche sulle prestazioni; vuole sapere il consumo di carburante; richiede informazioni sul prezzo di acquisto e rivendita; confronta altre auto; valuta il costo e la facilità di manutenzione; è interessato alla potenza della vettura; ricerca e sa quello che vuole. Come lo convinci. Per convincere questa persona è essenziale ragionare in termini di guadagni-vantaggi e costi-benefici e offrire suggerimenti molto pratici. Vuole informazioni immediate ed è molto attenta al prezzo scontato. È il cervello del banchiere, del trader di azioni, del manager, dell’ingegnere aeronautico, ma anche delle professioni mediche, del notaio e dell’avvocato, del pilota, del biologo e del chimico, dell’analista di dati. Lo convinci se gli parli di guadagno concreto. 2) Il cervello da business verde riguarda la corteccia limbica sinistra. Come lo riconosci. È un cliente metodico e conservatore. Abilissimo nel pianificare. Tipicamente è uno che si occupa di amministrazione e controllo della qualità. Come lo convinci. Vuole vedere un profitto comune del tipo win-win, cioè vinco io e vinci tu. Odia gli imprevisti ed è molto prudente. Devi fargli capire che stai analizzando le sue esigenze e hai a cuore il suo interesse. Devi essere formale (anche nell’abbigliamento) e preciso nell’esporgli il tuo progetto.

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3) Il cervello da business giallo riguarda la corteccia corticale destra. Come lo riconosci Molto vitale ed energico. Un po' narcisista, vuole sempre attirare l’attenzione su di sé. Ama il rischio e non gli importa di andare controcorrente e infrangere le regole. È quasi sempre un artista, attore, editore, responsabile vendite o immobiliarista, architetto o web designer, responsabile della produzione, scultore, musicista, disegnatore di moda. Come lo convinci. Devi mostrare interesse per i suoi problemi. Ama le sorprese e le novità. Stupiscilo. Non dare spiegazioni inutili. Spiega bene i vantaggi di ogni tua proposta. 4) Il cervello da business rosso riguarda la corteccia limbica destra. Come lo riconosci. Valuta la prima impressione e la comodità; è molto attivo, passionale e sensoriale. Ha bisogno di “sentire” il prodotto; gli piace la semplicità; è sensibile al saluto del venditore e dei servizi post-vendita; sente qual è la scelta giusta; considera la raccomandazione di un amico. Probabilmente è un giornalista, un comunicatore, un insegnante, un

formatore, educatore o psicologo. Si occupa di pubbliche relazioni o marketing, oppure è un dietista o logopedista. Come lo convinci. Illustra i vantaggi e non perderti in dettagli. Fallo immaginare, sognare. Fallo sentire parte di un gruppo. Fagli fare esperienza di quello che vuoi che lui faccia. Nel caso di vendita di un prodotto materiale faglielo toccare, ascoltare, sentire. Non dirgli mai e poi mai cosa faresti al suo posto. Chiediti. Quale tipo di personalità hai tra quelle descritte? Sapresti adattarti agli altri colori per comunicare meglio? Esercitati a identificare il colore della personalità di chi conosci. Per convincerli delle tue idee devi “entrare in rapport” con loro: metterli a loro agio adattandoti al loro colore di personalità!

*Giornalista e docente di "Comunicazione e Successo" c/o Università UniTre, Milano. Autore di 13 libri pubblicati con 7 Editori. Due libri presenti c/o Università di Harvard, USA. Performance Executive Coach e formatore per aziende. Ha pubblicato recentemente: • Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro Edizioni Segno, Udine, 2017 • Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più Lampi di Stampa, Milano, 2018. www.giorgionadali.com, coach@giorgionadali.com

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10 STRATEGIE PER UNA COMUNICAZIONE PERSUASIVA VERSO IL CLIENTE

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È caldissima. Finlandese. Nessuno le resiste per più di quindici minuti. Se ne sei dotato ti soddisferà. Rilassati con lei e prova il nostro nuovo modello di sauna! Ci siamo capiti, vero? Emoziona e convinci! E non dimenticare che “il potenziale cliente è più persuaso dalla profondità delle tue convinzioni che dall’altezza della tua logica”, come diceva Zig Ziglar. Questo perché viviamo tutti di emozioni. Il cervello adatta la logica alle emozioni percepite, non il contrario. Le emozioni comandano. Sempre. Capire questo vuol dire fare il primo passo per persuadere, cioè per suadére: per convincere. E come la grammatica esatta pone l’accento sulla seconda “e” di persuadere, anche la persuasione pone l’accento sulle sue regole. La scienza comportamentale ha dimostrato essere efficace, sia nella vendita, per ottenere cooperazione o consenso sia per persuadere e ricevere donazioni di beneficenza, dice Robert Cialdini, professore emerito di psicologia e marketing presso l'Arizona State University e autore di Influence: The Psychology of Persuasion. L'utilizzo corretto di questi principi è un vantaggio competitivo e sempre più aziende stanno iniziando a fare partecipare i propri collaboratori a corsi di comunicazione persuasiva. Immagina cosa potrebbero fare questi corsi per la tua azienda.

A cura di Giorgio Nadali*

1) Io do una cosa a te, poi tu dai una cosa a me La chiave per usare il principio di reciprocità è essere il primo a dare e assicurarsi che ciò che viene dato sia personalizzato e inaspettato. La reciprocità può rendere il tuo


maggio\giugno 2019 posto di lavoro più felice e produttivo anche se conosci i giusti modi per attivarlo. Uno dei modi più semplici per innescare un senso di reciprocità positiva nei tuoi dipendenti è un premio. Usa un sistema di premi casuali per motivare i tuoi dipendenti. Se noti un dipendente che mostra comportamenti che desideri incoraggiare, dagli un regalo, senza alcun preavviso. Ricorda, deve essere un buono regalo. Una nomination per un premio o un riconoscimento pubblico per le azioni positive del tuo dipendente, nella tua prossima riunione dei dipendenti farà molto per innescare la regola della reciprocità. Sarà più propenso a continuare quel comportamento desiderato come ringraziamento per aver fatto qualcosa di carino per lui. Questo è solo un modo per innescare la reciprocità e migliorare il tuo posto di lavoro, ma ce ne sono molti altri disponibili. La reciprocità non è uno scambio di quid pro quo, ma piuttosto una situazione in cui una persona dà qualcosa o fornisce un favore a un'altra persona senza alcun obbligo in cambio. La maggior parte dei siti di contenuti come blog e siti di notizie utilizzano una forma di reciprocità. Consentono ai visitatori di leggere contenuti attuali e meno recenti senza alcun costo e senza registrarsi. Quando invii un link diretto a contenuti gratuiti, ricerche gratuite

Zig Ziglar © www.ziglar.com

o offri loro una consulenza gratuita su un problema che stanno affrontando, stai approfittando della reciprocità. Secondo la ricerca di Cialdini, questo dovrebbe funzionare meglio dell'approccio molto più comune di ottenere prima, poi dare. 2) Gli affascinanti benefici nascosti Spesso le persone comprano prodotti per ragioni diverse da quelle pubblicizzate. Cosa fa sì che i tuoi consumatori realmente vogliono il tuo prodotto? Quale beneficio desiderano segretamente ottenere dal tuo prodotto? Alcuni “desideri nascosti” sono: appartenere ad un determinato gruppo, guadagnare velocemente denaro, status symbol, etc. Qualche modello di linguaggio che fa appello ai desideri nascosti: "(Il prodotto) è in (casa/garage/ufficio) di tutte le persone (intelligenti/di successo/ educate)". "Vuoi spiccare nel tuo (lavoro/ vicinato)?" 3) Bella e (quasi) impossibile Più c’è scarsità di qualcosa, più è desiderabile. Il suo valore percepito aumenta! I marketer usano spesso frasi come “Solo cinque rimasti!" o "L'offerta scade a mezzanotte!" e tu fai tardi per accaparrartela. I siti di viaggio sono anche diventati esperti di scarsità: spesso visualizzano avvisi come "Solo due posti a questo prezzo!" o "Solo una stanza rimasta!" Devi sapere che gli articoli scarsi o insoliti sono più preziosi, anche nel caso in cui si tratti solo del valore percepito. Qualche modello che puoi usare per generare più valore: "Solo per un periodo limitato..." "Solo X copie disponibili..." "Solo per i prossimi X giorni (il prodotto) ha i vantaggi seguenti...". Assumiamo che le cose difficili da ottenere siano generalmente migliori di quelle facilmente disponibili. Colleghiamo la disponibilità alla qualità. Puoi imparare a innescare il senso di urgenza dei tuoi clienti con questi metodi: • numero limitato: l'articolo scarseggia e non sarà disponibile una volta esaurito. • tempo limitato: l'articolo è disponibile solo durante quel periodo di tempo. • speciale: utilizzando entrambe le tecniche,

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anche per eventi una tantum (es. collaborazioni, anniversari) • utilizzo della competizione: la nostra inclinazione a desiderare di più le cose, perché anche le altre persone le vogliono, viene spesso utilizzata nelle aste o nelle offerte. Usa questi principi a tuo vantaggio, ma ricorda di ottenere i fondamenti giusti. Questi principi sono potenti perché superano le nostre menti razionali, facendo appello ai nostri istinti subconsci. Essi suscitano ciò che il dott. Cialdini definisce la risposta automatica "click, whirr" in ognuno di noi. Tuttavia, si noti che mentre questi principi possono aiutare a portare più consapevolezza per il proprio marchio, il fattore più importante che alla fine spinge la soddisfazione del cliente, la lealtà e le vendite è un ottimo prodotto. Tutti gli sforzi di marketing funzioneranno solo quando sosterranno un prodotto che porta vero valore ai clienti. 3) La classe non è acqua Desideriamo con maggior intensità quello che è più difficile da ottenere anche se, presta attenzione, la maggior parte della gente rinuncia molto facilmente. Un altro modo di "far sembrare" un prodotto difficile da ottenere è dire al cliente che lui non è all’altezza per averlo. Un esempio è l’introduzione della famosa lettera di vendita della carta di credito American Express che contiene la frase seguente: "Sinceramente la carta American Express non è per tutti. Non approviamo tutte le richieste della carta". (Messaggio percepito: "Ma a te così importante la approveremo di certo"). Forse perderai qualche potenziale cliente con bassa autostima (e disponibilità economica), ma ne guadagnerai molti profittevoli. 4) Allora lo voglio / lo faccio anch’io! Q ua n d o s o n o in cer te , le p er s o n e guarderanno alle azioni e ai comportamenti degli altri per determinarne le proprie. Vale soprattutto nei settori in cui non siamo esperti. La maggior parte dei titoli usa questo principio includendo frasi come "dicono gli scienziati", "dicono gli esperti", "mostra la ricerca". "clinicamente testato" (tutti i prodotti sono testati, ma tant’è…)

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È possibile creare un’aria di autorità se si presta attenzione a questi fattori: • titoli - Posizioni di potere / esperienza • vestiti - Segnali superficiali che segnalano l'autorità (es. divise, camici, ecc.) • accessori - segnali indiretti che accompagnano ruoli autorevoli (a me piacciono i gemelli ai polsini della camicia). Avrai notato che spesso gli hotel mettono una piccola carta nei bagni per convincere gli ospiti a riutilizzare gli asciugamani e le lenzuola. La maggior parte lo fa attirando l'attenzione dell'ospite sui benefici che il riutilizzo può avere sulla protezione dell'ambiente. Si scopre che questa è una strategia piuttosto efficace, che porta a circa il 35% di conformità. Ma potrebbe esserci un modo ancora più efficace? Si scopre che circa il 75% delle persone che si registrano in un hotel per quattro o più notti riutilizzeranno i propri asciugamani ad un certo punto durante il loro soggiorno. Quindi cosa succederebbe se prendessimo una lezione dal Principio del consenso e includessimo semplicemente quelle informazioni sulle carte per dire che il 75% degli ospiti riutilizza i propri asciugamani durante il loro soggiorno, quindi per favore fallo anche tu. Si scopre che quando lo facciamo, il riutilizzo degli asciugamani aumenta del 26%. Ora immagina che la prossima volta che rimani in un hotel tu veda uno di questi segni. "Il 75% delle persone che sono rimaste in questa stanza ha riutilizzato il proprio asciugamano". Cosa penseresti? "Spero che non siano gli stessi asciugamani". E, come la maggior parte delle persone, probabilmente penserai che questo non avrà alcuna influenza sul tuo comportamento. Ma si scopre che, cambiando solo poche parole su un cartello per sottolineare onestamente ciò che gli ospiti precedenti comparabili hanno fatto, il messaggio porta ad un aumento del 33% nel riutilizzo. La scienza ci sta dicendo che, piuttosto che fare affidamento sulla nostra capacità di persuadere gli altri, possiamo indicare ciò che molti altri stanno già facendo, specialmente altri simili a te. Un altro esempio che mi ha sempre colpito è il cartello del mendicante non vedente che chiede un’offerta: “Aiutatemi, sono cieco”.

Poche offerte. Allora gli cambio il cartello: "Oggi è una splendida giornata, ma io non posso vederla!". Bingo! Emozione! Offerte aumentate dell’87%. Viviamo di emozioni! (E… Hai notato? 87% è più credibile di 100%, vero?). Le parole contano! 5) So chi sei! Una delle maniere più potenti di influenzare qualcuno è facendo appello all’identità di chi è, di chi vuole essere e di chi non vuole essere. Esistono numerosi modi per farlo. Vedremo un modello di linguaggio che è molto semplice e molto efficace. Il modello è il seguente: "Posso dirti che sei una persona che (identità) perché (motivo del perché)" Esempi: • "Posso dirti che sei una persona molto intelligente, perché stai seguendo il corso del Prof. Nadali". • "Posso dirti che sei una persona che non vuol far parte del branco, perché adesso stai leggendo Beesness". Aggiungere la parola "perché" è una forma di persuasione molto potente, anche quando il motivo non ha troppo senso. Ciò è dovuto al fatto che siamo “programmati” per rispondere alla parola “perché”. Questo modello di linguaggio andrebbe usato all’inizio della tua presentazione. Ci sono molte varianti di questo modello, come: "So che tu sei (identità) perché (motivo del perché)" • "Io so che tu sei una persona con alti standard, perché altrimenti non saresti qui". Questo modello è fenomenale poiché, non solo fa appello all’identità della persona, ma la fa anche sentir parte di un gruppo desiderato, altro grande strumento della persuasione. 6) Coerenza! Alla gente piace essere coerente con le cose che hanno detto o fatto in precedenza. La coerenza si attiva cercando e chiedendo piccoli impegni iniziali che possono essere fatti. In una serie di studi famosi, i ricercatori hanno trovato piuttosto poco sorprendentemente che pochissime persone sarebbero state disposte a erigere sul loro prato un'antiestetica asse di legno per sostenere una campagna a favore della guida sicura nel loro quartiere. Tuttavia, in un vicinato simile, quattro volte


maggio\giugno 2019 più proprietari di case hanno dichiarato che sarebbero stati disposti a erigere questo cartellone sgradevole. Perché? Perché dieci giorni prima, avevano accettato di mettere una piccola cartolina nella vetrina anteriore delle loro case che segnalava il loro supporto. Quella piccola carta era l'impegno iniziale che ha portato ad un aumento del 400% in un cambiamento molto più grande, ma costante. Quindi, quando si cerca di influenzare l'uso del principio di coerenza, si cercano impegni volontari, attivi e pubblici. Ad esempio, uno studio recente ha ridotto del 18% gli appuntamenti mancati nei centri sanitari semplicemente chiedendo ai pazienti piuttosto che al personale di scrivere i dettagli dell'appuntamento sulla futura scheda degli appuntamenti. Impegno e coerenza: tendiamo a rimanere fedeli a ciò che abbiamo già scelto. Siamo bombardati da centinaia di scelte da fare ogni singolo giorno. Per praticità, prendiamo semplicemente una decisione e ci atteniamo ad essa per tutte le successive scelte correlate. Il modo per guadagnare la fedeltà dei clienti usando questo principio è quello di farli affidare a qualcosa (una dichiarazione/ posizione/identità). Sentiranno una compulsione automatica a seguirlo. Segui i tre modi per sfruttare questo principio: • chiedete ai vostri clienti di iniziare da piccole azioni , quindi dovranno attenervisi. • incoraggia gli impegni pubblici - sarà meno probabile che si tirino indietro. • premia i tuoi clienti per aver investito tempo e sforzi nel tuo marchio. 7) Chiedi, chiedi, chiedi Fa domande per trovare i bisogni del potenziale cliente e capire come rappresenta il suo mondo. Le domande sono basate sul contesto specifico di ogni situazione: "Come ti vedi tra 5 anni? Quanta fiducia hai in questo? Quali capacità, abilità e mentalità dovresti avere per aumentare le tue possibilità di raggiungere il tuo obiettivo? Che cosa accadrà se non ottieni questi cambiamenti? Quali benefici ti darà? Perché è importante che tu ottenga questo? Che valore hanno queste nuove credenze e mentalità che ti permetteranno di raggiungere i tuoi obiettivi?" Sono presupposizionali. Quindi

non "se", ma "quando", dando sempre per scontato che il cliente accetterà. Fallo pensare alle conseguenze del raggiungimento o meno di questi obiettivi o bisogni. Se il cliente non ha un obiettivo, una necessità o non associa alla soluzione un valore maggiore del tuo prezzo, è meglio rinunciare. Il prossimo passo è unire le soluzioni alle sue esigenze. 8) Mai accettare un “NO”. Perché no? Per persuadere devi mantenere il controllo della conversazione, e chi ha il controllo è sempre la persona che pone le domande. È possibile recuperare rapidamente il controllo, rispondendo con un'altra domanda. Non fare mai l’errore di rispondere con una contro-argomentazione e fare affermazioni che confutano l'opinione dell'altra persona. Il modo migliore per affrontare efficacemente queste obiezioni è porre una domanda nella direzione opposta. Esempio di obiezione: "Non ho soldi in questo momento". (Il tuo cliente si mostra sempre "povero" per te). Rispondi: "Il problema non è il costo del prodotto, ma quanto ti costerà non averlo. Cosa hai bisogno che io faccia per farti capire quanti soldi stai perdendo non comprando il prodotto?" Oppure obietta: "Non è il momento giusto". Rispondi "Cosa ti fa dire questo?" La risposta non ha importanza. La cosa importante qui è che hai aperto una possibilità di accordo nella mente subconscia dell'altra persona, perché stai presupponendo che ci sia qualcosa che puoi fare. Ad esempio, in una conversazione per un appuntamento: "Cosa devo fare per avere un appuntamento?". Chiedi "Perché no?" e poi prova ad affrontare le obiezioni. La chiave è trasformare il "no" di un secco rifiuto in un ostacolo da superare. Se puoi affrontare l'ostacolo, secondo la teoria, è più probabile che ti venga concesso ciò che chiedi. È la tecnica del "Perché no?"

per tutti e presenta perciò l’affermazione o la suggestione come un fatto accertato, come una verità universale. • La maggior parte. Anche questo è un "quantificatore universale" e utilizza una fo rm ula analoga s f r ut t a n d o l a " v a g h e z z a q u a n t i t a t i v a" p e r generalizzare assertivamente, senza verifica, un’af fermazione, un’idea, un’argomentazione, un’opinione. • Alcune persone… altre persone… e tu? Una formula che sfrutta i quantificatoti universali per vincere le resistenze del cliente. • Non devi. Questa formula utilizza il meccanismo dell’inversione. Contiene infatti un comando nascosto opposto a quello che dichiara. L’inconscio infatti tende a recepire la negazione come un’affermazione: “Non devi per forza acquistarlo” • Vai avanti e prova. Stimola all’azione inconscia del cliente e lo pone di fronte a una sola alternativa: che sia lui a dimostrare a se stesso la validità o meno di quanto gli si suggerisce, provando. Innesca così una reazione consensuale attraverso l’espediente della prova e del coraggio. 10) Credici! “Non ho mai lavorato un solo giorno della mia vita senza vendere. Se io credo in qualcosa, la vendo, e la vendo accanitamente”. (Estée Lauder)

9) Attiva la decisione! "Tutto quello che conta è che…" Ha un effetto ipnotico dando la sensazione di realtà, di spazzare via tutto quello che ostacola la decisione. Ad esempio: "Tutto quello che conta è che tu decidi di farlo, e poi inizi a farlo – Possiamo porci, tutti noi, mille domande, ma alla fine l’unica cosa che conta è provare a farlo". • Chiunque implica che l’affermazione è vera

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/ Formazione

10 PASSI PER IL PENSIERO POSITIVO NEL BUSINESS A cura di Giorgio Nadali*

Essere felici aumenta la produttività del 10%. È un dato importante emerso in occasione della presentazione il 1° aprile scorso all’università Bocconi di Milano del World Happiness Report 2019. Il Rapporto sulla Felicità Mondiale, studio prodotto dal Center for Sustainable Development della Columbia University con il contributo della Fondazione Ernesto Illy che, dal 2012 monitora lo stato di felicità e benessere delle popolazioni di 156 Paesi del mondo. L’Italia è passata dal vecchio 46° posto al 36° posto nel 2019. Dunque positività e produttività sono strettamente collegate. Già lo intuivamo. Ma come essere positivi soprattutto quando l’ambiente di lavoro è difficile o alcuni clienti mettono a dura prova il nostro equilibrio interiore e il nostro ottimismo?

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La dovrebbe insegnare lo spirito del "Se lo credi, puoi realizzarlo", perché gli scienziati della Stanford University hanno scoperto il percorso cerebrale che collega direttamente un atteggiamento positivo con il successo. I ricercatori della Stanford University School of Medicine hanno studiato 240 bambini di età compresa tra 7 e 10 anni e hanno scoperto che essere positivi ha migliorato la loro capacità di rispondere a problemi di matematica, aumentato le loro memorie e migliorato le loro capacità di risoluzione dei problemi. Hanno anche usato le scansioni cerebrali per mappare gli effetti neurologici della positività. Lo studio, pubblicato su Psychological Science, afferma: "Il nostro studio è il primo a delucidare i meccanismi neuro cognitivi mediante i

quali l'atteggiamento positivo influenza l'apprendimento e il rendimento scolastico." Nello specifico, la ricerca ha individuato i modi in cui un atteggiamento positivo ha migliorato le funzioni dell'ippocampo, l'area del cervello responsabile della memoria. "Le persone positive non si limitano ad avere una buona giornata, ne fanno una buona giornata" dice il miliardario autodidatta Richard Branson: "Le persone che pensano in modo positivo di solito vedono infinite possibilità." 1. NON LAMENTARTI Potrebbe sembrare difficile, ma con questa regola, succederà qualcosa di sorprendente. Inizierai ad allontanarti dal concentrarti sui problemi e ad individuare immediatamente


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le soluzioni ogni volta che ti trovi di fronte a una sfida. Ho scoperto che questo è uno dei modi più potenti ed efficaci per mantenere una prospettiva positiva indipendentemente da che cosa sta succedendo nella tua vita. Prendi l'abitudine e sarai sorpreso. Le persone lamentevoli non piacciono. È legato a quanto appena detto. Se ti lamenti di te stesso sei poco affidabile e non riconosci le tue responsabilità. Se ti lamenti degli altri sei giudicante e li allontani. 2. MOVIMENTO Gli anglosassoni dicono che "Emotions are created by motions", ovvero le emozioni sono create dal movimento. Movimento e/o estensioni verso l'alto aiutano la circolazione sanguigna e producono emozioni piene di risorse, del tipo "mi sento su", "mi sento euforico". Contrazioni e/o movimenti verso il basso tendono a restringere i vasi sanguigni e a creare emozioni senza risorse, del tipo "mi sento giù, depresso". Quindi, se devi affrontare una telefonata impegnativa dove vuoi trasmettere sicurezza, ma al tempo stesso disponibilità, assumi una posizione eretta e sorridi. Anche se l'altro non ti vede,

potrà percepire questi dettagli dal tuo tono perché quelle posizioni si sono tradotte in emozioni e le emozioni hanno trovato espressione. 3. PARLATI BENE È il nostro “dialogo interiore”. «Sono stressato», «sono preoccupato», «sono deluso», «sono amareggiato», «sono stanco». Un bel po' di: «così così», qualche generico «bene» e ben pochi «alla grande», «super», «in forma». Ci sono persone che sono già stressate e stanche di prima mattina. Quante volte ti capita di sentire o di dire frasi simili a queste? «Non ce la farò mai!». «È impossibile!». «Tanto non ci riesco!». «Non posso farci niente!». Ci sono buone probabilità che l'incantesimo funzioni e la profezia si avveri. Chi continuerà a ripetersi questi incantesimi depotenzianti anche se dice di non dare troppo peso a quelle parole consentirà a questi sortilegi di echeggiare nel proprio cervello, ipnotizzandolo! Esistono altri tipi di frasi depotenzianti: quelle che rafforzano un'identità limitata di noi stessi. Ci rendono incapaci di cambiare noi stessi, di migliorarci. L'unica trasformazione che

creano è quella di rendere noi stessi il più grande limite per la nostra crescita. «Con me non funziona!». «Non cambierò mai!». «Non fa per me». «Sono fatto così!». Infine, ci sono le frasi sulle quali ci concentreremo nello specifico. «Mi fai arrabbiare!». «Mi hai fatto sentire uno stupido!». «Che posso farci se sono giù!». «Il brutto tempo mi rattrista!» Hanno in comune il messaggio che i nostri stati d'animo non dipendono da noi bensì dall'esterno. Teoricamente, ci stiamo indirettamente auto-convincendo che non abbiamo nessun potere sulle nostre sensazioni! 4. POSIZIONA BENE LA TUA POSTAZIONE DI LAVORO Il feng shui è un'antica arte geomantica taoista cinese, ausiliaria dell'architettura, simile alla geomanzia occidentale. Nel feng shui, la posizione di comando di una stanza ti colloca nel posto migliore per affrontare qualunque cosa entri nella tua vita. Quando sei nella posizione di comando di una stanza, puoi vedere la porta. Per impostare la posizione di comando in qualsiasi stanza, posiziona la scrivania dove puoi vedere la

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la porta senza essere in linea retta con essa. L'essenza di questa posizione del feng shui è di essere il comandante della tua stessa energia in modo da fare del tuo meglio in ogni situazione. Non si tratta di comandare gli altri. In ogni stanza, la posizione di comando è il punto più lontano dalla porta e non nella linea diretta con esso. Di solito si trova in diagonale e di fronte alla porta. 5. SCEGLI IL MOMENTO GIUSTO PER DECIDERE Una ricerca psicologica suggerisce che il momento meno produttivo della giornata è il pomeriggio, intorno alle 15:00. Viceversa, il tempo di lavoro più produttivo è nelle prime due ore dopo il risveglio. Perché proprio come il tuo corpo, il tuo cervello si stanca. Gli psicologi la chiamano "fatica della decisione". "Prendere decisioni comporta la stessa forza di volontà di dire no a ciambelle, droghe o sesso illecito", dice Roy F. Baumeister, psicologo che studia la fatica decisionale e coautore di "Volontà: riscoprire la più grande forza umana ". Quando prendi una decisione, o eviti una tentazione, stai esaurendo la scorta di energia mentale che hai per un giorno, nello stesso modo in cui puoi sollevare un peso solo tante volte prima che i muscoli ti abbandonino. "La tua capacità di prendere la decisione giusta per l'investimento o l'assunzione può essere ridotta semplicemente perché hai speso parte della tua forza di volontà in precedenza quando ti sei trattenuto dal rispondere a un'osservazione offensiva di qualcuno o quando ti esercitavi per arrivare alla riunione in tempo". Che si rendano conto o no, la fatica decisionale colpisce alcune delle persone con la maggiore responsabilità al mondo, come, ad esempio, i giudici. In uno studio del 2011, i ricercatori della Columbia Business School e della Ben Gurion University hanno rintracciato le sentenze emesse dai giudici sui consigli sulla libertà vigilata che servono quattro principali prigioni in Israele. Dopo aver rintracciato 1.112 sentenze nel corso di 10 mesi, i ricercatori hanno scoperto che le decisioni favorevoli erano strettamente associate a quando i giudici hanno avuto una pausa alimentare. 6. FAI UNA BUONA IMPRESSIONE I ricercatori di Princeton lo hanno scoperto dando a un gruppo di studenti universitari 100 millisecondi per valutare l'attrattiva, la competenza, la simpatia, l'aggressività e l'affidabilità dei volti degli attori. I membri di un altro gruppo sono stati in grado di prendere tutto il tempo che volevano. I loro giudizi erano gli stessi per la maggior parte dei tratti come quelli che avevano solo un decimo di secondo. Gran parte di quel giudizio si basa su cose che non puoi davvero cambiare. Ad esempio, la ricerca suggerisce che i volti più femminili, infantili e felici sono percepiti come più affidabili. Puoi comunque modificare il tuo linguaggio del corpo per aumentare la fiducia degli altri in te. Prova a sorridere di più, ad andare avanti, a guardare le persone negli occhi e a imitare con discrezione il linguaggio del corpo dell'altra persona. Uno studio del 2007 condotto dalla professoressa Loyola Marymount University, Nora A. Murphy, ha rilevato che guardare il tuo interlocutore negli occhi era di grande aiuto per farti percepire come di valore. "Guardare mentre parli è un comportamento chiave", scrive Murphy. "È significativamente correlato al QI (quoziente intellettivo) e

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contribuisce a livelli di intelligenza percepiti più elevati". Inoltre, se vuoi avere successo, prepara il tuo abito su misura. In uno studio britannico-turco, i partecipanti hanno guardato le foto degli uomini in abiti di sartoria contro abiti comuni per soli cinque secondi. Gli uomini in abiti sartoriali sono stati giudicati più di successo. In uno studio canadese del 2011, agli studenti universitari sono state mostrate foto di modelli maschili vestiti con abiti da lavoro o casual. Sono stati poi poste domande su come quel ragazzo si esibirebbe in una varietà di lavori. I risultati furono netti: non solo i tizi ben vestiti si aspettavano di guadagnare di più, ma si aspettavano di essere promossi più rapidamente. 7. AMPIE VEDUTE, GRANDI PROGETTI E INTELLIGENZA EMOTIVA “Se devi pensare qualcosa fallo in grande”. Non perché lo dice Donald J. Trump, ma perché è un must della positività. Non si tratta di megalomania o di illusioni. È lo spirto del vincente. Inventati varie sfide durante il giorno per rafforzare la tua capacità di credere e di farcela. Piccoli obiettivi portano a piccoli risultati. Non permettere a te stesso di procrastinare; finisci il lavoro prima di distrarti. Il concetto non è come risparmiare, ma come guadagnare di più.


maggio\giugno 2019 fattori emotivi e inconsci. Questo può fare un’enorme differenza nel rapporto con i clienti. “La gente che non è in grado di motivare se stessa deve accontentarsi della mediocrità, non importa quanto impressionanti siano le loro capacità. Quando trattiamo con la gente, ricordiamo che non abbiamo a che fare con creature dotate di logica – scrive Dale Carnegie – ma con creature dotate di emozioni”. L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e le emozioni degli altri in un’organizzazione. Quando hai un’elevata intelligenza emotiva, puoi riconoscere e comprendere il tuo stato emotivo e gli stati emotivi degli altri e quindi usare questa conoscenza per rapportarti meglio, gestire meglio e ottenere un maggiore successo.

Questi sono tutti costruttori di forza interiore, e dovresti vederli come se fossero dei veri muscoli, allenarli proprio come faresti in palestra ogni giorno. Più la allenerai, più aumenterà la tua capacità di successo personale. Non dimenticare che il tipo di pensiero che guida la nostra intelligenza è più importante della quantità di intelligenza che abbiamo. E poi, il semplice quoziente di intelligenza non basta per avere successo negli affari. Ci vuole anche l’Intelligenza Emotiva. Il solo QI (il quoziente intellettivo) non è sufficiente. Gli psicologi ritengono, infatti, che tra gli ingredienti per il successo il QI pesi per circa il 10% (nel migliore dei casi il 25%), mentre il resto viene determinato da altri fattori, QE (quoziente emozionale) incluso. Uno studio condotto su oltre 40 società Fortune 500 ha rivelato che i venditori con elevata Intelligenza Emotiva hanno sovraperformato quelli con quoziente medio-basso del 50%. Le persone con un alto grado di Intelligenza Emotiva guadagnano anche di più: una media di 29.000 euro in più all’anno rispetto alle persone con un basso livello di Intelligenza Emotiva. Il legame è così diretto che ogni punto in più nell’Intelligenza Emotiva aggiunge 1.300 euro a uno stipendio annuale. Un imprenditore con alta IE sa che i processi decisionali, come confermano molti studi neurologici, passano da fattori razionali solo per il 5%, mentre il restante 95% è legato a

8. PRONTO AL CAMBIAMENTO Gli inglesi dicono: “Old habits die hard”, cioè le vecchie abitudini sono dure a morire. Secondo John Maynard Keynes, l’economista britannico padre della macroeconomia, "La più grande difficoltà nasce non tanto dal persuadere la gente ad accettare le nuove idee, ma dal persuaderli ad abbandonare le vecchie". Essere positivi significa anche aprirsi a nuove opportunità e possibilità. La vita è progresso e chi non vuole progredire ristagna in una triste mediocrità densa di rimpianti. Non chiederti cosa può fare il tuo conto in banca per te, ma cosa puoi fare tu per il tuo conto in banca! Per guadagnare di più devi prendere in esame la possibilità di cambiare lavoro. Lo so, non è facile. Devi superare la paura di non farcela e la mentalità perdente dei “soldi, pochi, maledetti e subito”. Devi abbandonare la tua zona di comfort e navigare verso orizzonti più ampi e sconosciuti. Insomma, mettiti in proprio. Certo, non è essenziale per essere libero finanziariamente. Quello che però è fondamentale è aumentare il tuo valore di mercato. Perché, sai, il mercato è un po’ egoista. Lui ti paga molto solo se tu vali molto e valere molto – per il mercato – non vuol dire essere una brava persona preparata, vuol dire fare guadagnare molto la tua azienda o i tuoi clienti. Vuol dire produrre un servizio o un prodotto che molti vogliono o percepiscono come importante. Non devi abbassare il prezzo, devi farlo percepire come essenziale per quello che offri. Ci vuole intelligenza. Devi farti conoscere e percepire come prezioso. Ci vogliono le giuste strategie. Un coach come me sarebbe felice di insegnartele. Churchill diceva: “Migliorare significa cambiare, essere perfetti significa cambiare spesso”. 9. SMETTI DI COMPARARTI AGLI ALTRI E NON SMETTERE MAI DI IMPARARE L’unico con cui devi confrontarti sei tu. Non sei in competizione con gli altri, ma con te stesso. Se continui a imparare, le abilità che ti hanno portato ad arrivare dove sei oggi, non possono essere le stesse che ti porteranno dove sarai domani. Le abilità e il team di cui hai bisogno per un’azienda da un milione di euro sono totalmente diverse dalle abilità e dal team di cui hai bisogno per un’azienda da 10 o da 100 milioni di euro. La domanda è: quali sono? Ogni tanto bisogna fermarsi e riflettere su quali sono le persone e le abilità che mi permettono di migliorare. Il tuo duro lavoro ti sta dando i suoi frutti. Stai andando bene nel tuo settore. Ma c'è qualcosa che

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si frappone tra te e il tuo prossimo livello di realizzazione. Quel qualcosa potrebbe essere solo una delle tue noiose abitudini. Forse un piccolo difetto, un comportamento che a malapena si riconosce. Potrebbe essere una caratteristica che tu che credi ti abbia portato dove sei e in realtà è quella che ti trattiene. Marshall Goldsmith è un esperto nell'aiutare i leader globali a superare le loro abitudini fastidiose a volte inconsce e raggiungere un livello più alto di successo. Nominato uno dei cinque executive coach più rispettati di Forbes ed executive coach nella top ten del Wall Street Journal, Goldsmith ha lavorato con alcuni dei leader più influenti nelle aziende di Fortune 500. Il suo coaching a tu per tu ha un prezzo a sei cifre. Quali sono le abilità che ti servono da acquisire? Cosa ti serve per salire di livello nel tuo business? Ogni tanto devi fermarti e riflettere su quali sono le persone e le abilità che ti permettono di migliorare! Ecco 20 punti che secondo Goldsmith ti impediscono di progredire. Se trovi in questo elenco qualcosa in cui ti riconosci, segnalo

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in rosso e lavoraci da oggi stesso. 1. Vincere troppo: la necessità di vincere a tutti i costi e in tutte le situazioni, quando è importante, quando non è così e quando è totalmente fuori luogo. 2. Aggiunta di troppo valore: il desiderio travolgente di aggiungere i nostri due centesimi a ogni discussione. 3. Sentenza. La necessità di valutare gli altri e imporre i nostri standard su di loro. 4. Fare commenti distruttivi: i sarcasmi inutili e le osservazioni taglienti che pensiamo ci facciano sembrare acuti e arguti. 5. A partire dai "No", "Ma" o "Tuttavia": l'uso eccessivo di questi qualificatori negativi che dicono segretamente a tutti "Ho ragione, ti sbagli". 6. Dire al mondo quanto sei intelligente: la necessità di mostrare alle persone che siamo più intelligenti.

7. Parlare quando sei arrabbiato: usare la volatilità emotiva come strumento di gestione. 8. Negatività o "Lasciami spiegare perché non funzionerà": la necessità di condividere i nostri pensieri negativi anche quando non ci è stato chiesto. 9. Informazioni sulla ritenuta: il rifiuto di condividere informazioni al fine di mantenere un vantaggio sugli altri. 10. N on riuscire a dare il gius to riconoscimento: l'incapacità di elogiare e premiare. 11. Rivendicazione di crediti che non meritiamo: il modo più fastidioso per sopravvalutare il nostro contributo a qualsiasi successo. 12. Scuse: la necessità di riposizionare il nostro fastidioso comportamento come un appuntamento fisso, così le persone ci scusano per questo.


maggio\giugno 2019 13. Aggrapparsi al passato: la necessità di deviare la colpa da noi stessi e dagli eventi e dalle persone del nostro passato; un sottoinsieme di incolpare tutti gli altri. 14. Giocare ai preferiti: non vedere che stiamo trattando qualcuno ingiustamente. 15. Rifiutarsi di esprimere rammarico: l'incapacità di assumersi la responsabilità delle nostre azioni, ammettere che abbiamo torto o riconoscere come le nostre azioni influenzano gli altri. 16. Non ascoltare: la forma passiva più rara di mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi. 17. Non esprimere gratitudine: la forma più semplice di cattive maniere. 18. Punire il messaggero: l'errata necessità di attaccare gli innocenti che di solito cercano solo di aiutarci. 19. Lo scaricabarile: la necessità di incolpare tutti tranne noi stessi. 20. Un eccessivo bisogno di essere "me": esaltare i nostri difetti come virtù semplicemente perché siamo chi siamo.

10. ASSUMITI NUOVE RESPONSABILITÀ Niente pigrizia! Un imprenditore che non si pone spesso nuovi obiettivi di miglioramento equivale al perdente che passa le sue giornate sdraiato sul divano. L'eccellenza sembra allontanarsi sempre più dalla norma e dalla zona di comfort. Le persone di successo migliorano per sé e per gli altri di cui hanno responsabilità. Anche gli altri ne trarranno beneficio. Smettere di crescere vuol dire smettere di vivere! Hai il dovere di fare la differenza e di provarne la soddisfazione. Diventa un esperto nel tuo campo. Diventa la persona più esperta nella tua area, nella tua azienda. Sviluppa la reputazione di essere il migliore nella tua azienda. Per ottenere questo potere devi imparare tutto ciò che puoi sul tuo lavoro. Prenditi il tempo per leggere i libri, frequentare i corsi e migliorare il tuo lavoro. Secondo Anthony Robbins “il cambiamento è automatico. Il progresso no”. Uno sforzo è essenziale per progredire e portare se stessi e il proprio business a un livello più alto. Crescendo, un’azienda ha anche bisogno di reperire nuove risorse più idonee. Le abilità e il team di cui hai bisogno per un’azienda da un milione di euro sono totalmente diverse dalle abilità e dal team di cui hai bisogno per un’azienda da 10 o da 100 milioni di euro. Quali sono le abilità che ti servono da acquisire? Non smetterò di dire ciò che ho scritto nel mio dodicesimo libro “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro”: Il successo è il sacro dovere che hai verso la tua dignità. Te lo devi. Ce lo devi. Contiamo su di te!

*Giornalista e docente di "Comunicazione e Successo" c/o Università UniTre, Milano. Autore di 13 libri pubblicati con 7 Editori. Due libri presenti c/o Università di Harvard, USA. Performance Executive Coach e formatore per aziende. Ha pubblicato recentemente: • Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro - Edizioni Segno, Udine, 2017 • Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più - Lampi di Stampa, Milano, 2018. www.giorgionadali.com, coach@giorgionadali.com

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/ Tecnologia

RETAIL: I DIGITAL TREND CHE CAMBIERANNO IL FUTURO DEL MERCATO A cura di Rubrica Boraso

Sempre più consumatori sono insoddisfatti della propria esperienza di shopping. Come contrastare questa tendenza? Offrendo acquisti one-click, consegne super veloci e shopping experience uniche, memorabili e personalizzate. In questo ar ticolo condividiamo lo scenario tracciato dal report condotto da Ovum e Criteo relativamente al futuro dell’eCommerce presentando i principali trend che andranno a impattare le realtà retail nei prossimi 5 anni. 1. Lo shopping come esperienza “immersiva" Dai camerini virtuali alle postazioni per farsi i selfie in negozio, i brand stanno lavorando sempre più nella direzione di dar vita ad esperienza di shopping “da ricordare”. In oltre, con l’av vento della realtà aumentata, tutto questo sarà portato a un livello superiore. In un futuro non troppo lontano, la tecnologia permetterà di realizzare con sempre maggior facilità applicazioni con realtà aumentata come quella di IKEA e Dior. Sarà possibile quindi creare esperienze di shopping in store, anche da casa, che tendono ad assottigliare sempre di più il confine tra mondo reale e digitale. Nell’utilizzo di queste innovazioni è fondamentale che i brand mantengano il focus sul consumatore senza ridurre queste tecnologie a meri espedienti di vendita.

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maggio\giugno 2019 2. I brand sanno dove vivi Realtà come Uber e Deliveroo ci hanno abituati a indicare, senza problemi, la nostra posizione. Questa tendenza sarà cavalcata sempre di più dai brand, soprattutto per ciò che concerne gli eCommerce, per realizzare esperienze d’acquisto accurate e personalizzate. Oltre a utilizzare gli algoritmi per comprendere e analizzare il comportamento dell’utente durante la navigazione, i brand saranno in grado di capire “da dove” stiamo effettuando la ricerca. Questo si tradurrà in un marketing ultra-mirato (e focalizzato sui device mobili). 3. La rivalsa dei pop-up store I negozi pop-up hanno vissuto un periodo di estrema notorietà, emblema distintivo di brand indipendenti e di successo. In futuro, questo tipo di store sarà utilizzato per massimizzare la conoscenza o la consapevolezza di un particolare prodotto. Un esempio su tutti è il ristorante Deluxe di Lidl. Un pop-up progettato per promuovere la proposta natalizia del supermercato. Per un breve periodo di tempo è stato possibile assaggiare e assaporare cibi e prelibatezze, senza conoscerne la provenienza (Lidl). Un progetto di successo che ha ampliato il bacino di utenza del brand e fidelizzato la clientela pre-esistente. 4. Advertising Mobile-first Oltre ai brand che sviluppano attività di marketing direttamente su mobile, si prevede che, entro il 2019, i ricavi dell’advertising online passeranno da 22,64 miliardi di euro a 63,94 miliardi di euro. Il motivo di questo grande salto? Fino ad oggi, la maggior parte delle revenue deriva da pubblicità web mobile standard e si andrà sempre di più verso un’integrazione con le piattaforme di messaggistica.

Con questo tipo di advertising in-app aumenteranno le interazioni dirette tra brand e consumatori. Questi nuovi format non avvantaggeranno solo il retailer, ma andranno a migliorare anche il servizio e la soddisfazione del cliente. 5. L'ascesa degli assistenti digitali Siri e Cortana? Diventeranno protagonisti delle esperienze di shopping. Gli assistenti digitali saranno infatti in grado di aiutare il consumatore nelle scelte di acquisto, rendendolo più veloce e apprezzato. Conclusioni La digital transformation diventa sempre più centrale anche nel panorama retail. Per non perdere il passo è fondamentale concepire l’esperienza d’acquisto in un’ottica omnichannel dove il confine tra online e offline tende a scomparire ogni giorno di più.

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/ Tecnologia

MAB SOLUTION, OVVERO LA CONSULENZA TAILOR MADE A cura della Redazione

A fine febbraio 2019, Palazzo Biandrà a Milano, sede di Banca Mediolanum, ha ospitato la presentazione di MAB SOLUTION , società volta a of frire soluzioni e servizi personalizzati alle aziende, al fine di conseguire l’equilibrio ottimale tra le esigenze dell’impresa e dei propri dipendenti. MAB SOLUTION pone al centro delle proprie attività le persone, sia nel ruolo di datore di lavoro sia di dipendenti e offre una consulenza strategica all’imprenditore, con l’obiettivo della crescita e dello sviluppo, attraverso

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l’ottimizzazione delle risorse interne all’impresa. Per le PMI verrà creato un piano su misura, offrendo servizi proporzionali alle dimensioni. L’ HR Management rappresenta il core business della società e si esplica nella corretta gestione del capitale umano e del suo inserimento nel “sistema azienda”. Un altro aspetto basilare è la formazione del personale e il Training e Coaching è lo strumento principale per coniugare le ambizioni e le aspirazioni delle persone con gli obiettivi dell’azienda. Possedere un’azienda significa

anche organizzare eventi e creare occasioni per comunicare i risultati raggiunti, le novità o informazioni necessarie: il settore Company, Business and Event mira a rafforzare l’immagine del brand. Altri servizi proposti da MAB SOLUTION consistono nell’Accounting e nella sempre più rilevante Corporate Social Responsability. A questo proposito, la società di consulenza ha stretto una partnership con LILT Milano, per promuovere un sistema di welfare sostenibile all’interno delle imprese, attraverso percorsi dedicati.


/ Tecnologia

SAFESOLUTION, START-UP INNOVATIVA

maggio\giugno 2019

A cura della Redazione

A febbraio ha aperto al pubblico la campagna di equity crowdfunding della start-up milanese ideatrice dell’innovativa cassetta di sicurezza da spiaggia, chiamata Safebeach. Dopo alcuni anni di sviluppo del prodotto presso l’incubatore POLIHUB del Politecnico di Milano, i riconoscimenti ricevuti – fra cui la vittoria del contest Start Cup dell'Università di Bergamo e i risultati soddisfacenti ottenuti nel 2018 presso alcuni stabilimenti balneari italiani (a Cervia, Rimini, Jesolo, villaggi Martinsicuro, Gallipoli, Sassari e Loano) – Safesolution ha deciso di espandersi. La società mira a raccogliere fondi da destinare alla produzione di nuovi dispositivi e attività di ricerca, sviluppo e comunicazione. L’idea nasce nel 2013 dall’esigenza di rendere la spiaggia un luogo più sicuro e più sereno ed è brevettato nel 2015. L’obiettivo per i prossimi anni è quello di raggiungere il 10% del mercato d’interesse. La cassaforte si applica agli ombrelloni ed è sbloccabile tramite braccialetto elettronico usa e getta, che utilizza la tecnologia RFID/NFC, già impiegata per i sistemi contactless dei cellulari con codice unico e programmabile e fornito in comodato d’uso gratuito. La nuova versione integrale, che sarà lanciata ufficialmente nel’estate 2019, permette di ricaricare con energia solare i dispositivi tramite porta USB applicata direttamente sull’ombrellone, ma anche presente all’interno della cassaforte. Inoltre, nella parte cilindrica della struttura sarà presente uno spazio grafico personalizzabile e destinato ai brand che vorranno apporre la propria pubblicità. La cassaforte è dotata di una componente elettronica che rende il prodotto monitorabile e controllabile a

distanza dal gestore tramite un’applicazione dedicata, utile come gestionale o in caso di problematiche. Safebeach, che aumenta il livello di servizio offerto dagli stabilimenti balneari, è ideale anche per hotel, laghi, piscine, terme e parchi acquatici.

Filippo Gigliotti

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/ Tecnologia

WEB MARKETING FESTIVAL: NOVITÀ IN ARRIVO A cura della Redazione

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maggio\giugno 2019 Dal 20 al 22 giugno al Palacongressi di Rimini si svolgerà la settima edizione del WMF, il più grande evento italiano dedicato all’innovazione digitale, tecnologica e sociale. I partecipanti potranno incontrare più di 500 relatori e ospiti internazionali che condivideranno il loro know-how, per garantire un percorso di aggiornamento professionale di qualità sul mondo del web marketing e dell’innovazione digitale in senso ampio. Gli incontri si svolgeranno all’interno di oltre 55 sale formative, ognuna rappresentante un evento verticale sul singolo tema trattato come, ad esempio, Content Marketing, SEO, Social Media Strategies, E-Commerce, Start-Up, etc. Quest’anno, saranno realizzate 10 location inedite: Robotica, Influencer Marketing, eSports and Gaming, Design, Digital Transformation, Sostenibilità e Terzo Settore, Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale (curata dal partner Hackathon), 5G, Open e Social Innovation, Comunicazione Pubblicitaria, Cambiamenti Climatici, Cyberbullismo e Blockchain (curata dal partner ARXivar). Il programma prevede circa 70 eventi

di fo rmazio n e , tra c ui b usin e ss e networking, musica, arte, cultura, show ed intrattenimento. Sono attesi oltre 40 talk e show e ospiti del calibro di Mimmo Lucano e Federica Angeli (La Repubblica), Alessandro Benetton (21invest), Daniele Pucci (Istituto Italiano di Tecnologia), Chiara Cocchiara (EUMETSAT, darà testimonianza sul settore aerospaziale), Pietro Milillo (NASA) e Roberto Zanda. Inoltre, Mediaset e Infinity realizzeranno 5 eventi formativi dedicati ai rispettivi comparti di affari e incentrati sullo studio di casi, sull’utilizzo di strumenti e sulle più recenti novità dei singoli ambiti di competenza (Salesforce, SEOZoom, CNA, Architecta e la Sala Video Strategy). Tra i relatori ricordiamo David Puente (Open), Alessandro Gallo (Linkedin), Andrea Fontana (Storyfactory), Larry Kim (MobileMonkey) e i rappresentanti di brand leader partner/sponsor come Alitalia, Barilla, Benetton, Booking.com, Burger King, Cisco, Enel, Gameloft, Intel, Lenovo, L'Oréal, Microsoft, Nielsen, Oracle, Reply, Porche Italia, Zalando, Amazon, AWS, Arduino, Enel Innovation

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Hub, Ferrovie dello Stato, Innogest, Milano Investment Partner, NTTData, Oracle, Unicredit StartLab, HP, Trustpilot, Siteground, Xpay, Nexi e Getresponse. I partecipanti potranno realizzare un percorso personale, proponendo tematiche d’interesse e scegliendo all’interno di un ampio programma e tra centinaia di interventi formativi sulle più importanti leve dell’innovazione digitale e su vari temi (web marketing, cultura dell’imprenditorialità, IT). Il WMF si propone anche per il 2019 come acceleratore del processo di innovazione e di miglioramento delle società civili, frutto del lavoro e dell’impegno congiunto con aziende, persone, professionisti e istituzioni. I momenti di formazione si declineranno in speech formativi, talk ispirazionali, workshop operativi, contest e dibattiti su temi come Cybersecurity, Circular Economy, Automotive e Debunking. Occasioni di promozione, di business e di networking – tra i partecipanti, i partner e gli sponsor – sono previsti all’interno dell’Area Espositiva, che ospiterà le maggiori realtà del mondo della tecnologia. L’Area Innovation Technology sarà dedicata alle tecnologie più innovative, dove istituti di ricerca, start-up e PMI esporranno prototipi, smart technologies e progetti in fase di

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sviluppo. La Start-Up Competition e la Start-Up Competition Young, rivolta agli under 22, avranno luogo anche quest’anno. Si svolgerà anche la cerimonia di consegna dei premi destinati alle campagne pubblicitarie digitali virtuose. La Digital Job Fair sarà rivolta alle professioni digitali e includerà il servizio di recruitment gratuito – il Job Placement – la Sala HR e la Sala Employer Branding, dove le aziende potranno presentare le proprie attività

ed individuare nuove risorse da inserire. All’insegna dell’inclusività, tutti i talk del Mainstage verranno tradotti nella lingua dei segni italiana. Sarà anche realizzato il WMF Lab, progetto che coinvolge gli studenti per avvicinarli al mondo del lavoro e dell’imprenditorialità, in collaborazione con Università e Istituti.



/ Musica

MOKAMUSIC E APOLLO MUSIC STORE, UNA SINERGIA INTERNAZIONALE PER LA PUBBLICITÀ ITALIANA A cura di Anita Falcetta

Mokamusic inaugura la partnership con Apollo Music Store. Un solo obiettivo: offrire soluzioni musicali di alta qualità alle agenzie creative, alle case di produzione, ai clienti, ai registi, al broadcasting e alle società di consulenza. L’agenzia musicale italiana, da sempre attenta ai trend internazionali, ha acquisito lo scorso febbraio, la rappresentanza in esclusiva per il nostro mercato della piattaforma canadese Apollo Music Store (AMS). Una rivoluzionaria novità che consente a tutti coloro che hanno bisogno di musica per campagne pubblicitarie omnicanale, per eventi o altri utilizzi, di acquistare, direttamente oppure attraverso la stessa Mokamusic, musica pre-autorizzata e di livello. In sostanza, qualità, prezzi in chiaro e licenze istantanee. Mokamusic ha scelto di lanciare in Italia il catalogo Apollo Music Store per offrire una soluzione nuova che si posiziona tra le libraries, intese come music providers di fascia basic e la musica top gamma gestita dalle Majors. I brani di AMS rappresentano, infatti, una valida alternativa che si colloca nella fascia medio-alta, sia sotto il profilo della qualità musicale che dell’investimento. Esiste tuttavia un’altra ragione sottesa alla partnership e cioè la volontà di adottare un business model open-minded che guardi con favore alla sinergia tra operatori simili dello stesso segmento, che punti oltre che su

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consulenza strategica musicale e fornitura di brani di alto livello (siano essi prodotti ad hoc dai compositori e musicisti connessi con l’agenzia, che offerti attraverso Apollo Music Store), sul valore della trasparenza, sulla velocità di risposta ai clienti, sulla proposizione di soluzioni innovative frutto dell’unione del pensiero creativo, della condivisione di un investimento di più parti anche apparentemente contrapposte. I fondatori di Mokamusic sono fortemente convinti che il gioco di squadra e la logica del Networking possano rappresentare punti di forza, fattori differenzianti per le imprese che agiscono secondo questa direttrice. Il mercato sta rispondendo bene. Sviluppata appositamente per le esigenze di comunicazione dei brand, l'offerta di Apollo Music Store è stata meticolosamente curata da un team di addetti ai lavori e supervisori musicali del settore pubblicitario e raccoglie un’ampia scelta di brani creati da alcuni dei migliori artisti provenienti da diversi paesi del mondo. Tutti i diritti musicali per i brani della piattaforma, navigabile gratuitamente, sono stati negoziati preliminarmente, il che semplifica le trattative di licensing perché consente di disporre di licenze istantanee per qualsiasi tipo di campagna pubblicitaria, garantendo copertura legale assoluta nei confronti degli aventi diritto dei brani. Phillipe-Aubert Messier, CEO di Apollo Music Store, commenta: "Il nostro team

è composto da appassionati di musica e persone provenienti dal mondo delle Agenzie. Siamo stati tutti in trincea per anni, lavorando con etichette musicali ed editori, il nostro scopo è quello di scovare le gemme musicali per far brillare gli spot. Nel corso degli anni, abbiamo sviluppato un sesto senso per ciò che funzionerà." Dichiara Philip Abussi, Head of Music di Mokamusic: "Il sito www.apollomusicstore. com, altamente intuitivo e user-friendly, consente all'utente di trovare velocemente la musica che si cerca. In pochi clic gli utenti possono ottenere le licenze di trasmissione in modo semplice e diretto. Una volta che i termini di utilizzo sono stati definiti, l’utente può trovare sul sito la musica che fa per lui autonomamente. Se, invece, è necessaria una ricerca musicale particolare o un cliente ha domande sul processo o sulla trattativa, il team di Mokamusic è a disposizione per supportarlo e consigliarlo". Che si tratti di vincitori di Grammy Awards o produttori di diversa tipologia, grazie al gioco di squadra tra Mokamusic e Apollo Music Store è possibile garantire in tempi brevi la fornitura di musica di qualità pertinente alle esigenze creative e pronta per l'uso commerciale.

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/ Premio

ESSERE SUPERBRANDS: ECCELLENZE DI MARCA CHE GUIDANO IL MERCATO Rubrica a cura di Superbrands

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Superbrands è il programma di aggregazione delle eccellenze di marca che celebra le loro storie di successo, le “certifica” con l’attribuzione del suo prestigioso Golden Seal e assegna i prestigiosi Superbrands Awards, considerati, in oltre 90 Paesi del mondo, gli Oscar per i brand. In un contesto sempre più affollato, o m o l o g a t o , i n d i f f e r e n t e , v i v ia m o quotidianamente sommersi di fake-news e post-verità, ma abbiamo bisogno di riferimenti sicuri, di bussole di orientamento che ci aiutino a vivere meglio e a fare le scelte più soddisfacenti. Abbiamo bisogno di “Superbrands” che, di fronte alle nuove sfide del sistema economico e sociale, abbiano il coraggio di assumersi più responsabilità, di prendere posizione, di essere autentici nelle relazioni che instaurano coi clienti e i consumatori, di mettere il rispetto al di sopra di tutto. I Superbrands sono quei brand capaci di

attrarre magneticamente gli interessi, le passioni e i desideri delle persone e delle communities, reali o digitali che siano, sottraendosi alla costante distrazione di un mondo sempre più iper-connesso e always on per essere più rilevanti e significativi degli altri. Valorizzano le proprie origini, creando storytelling coinvolgenti e memorabili, e continuano ad investire in innovazione, comunicazione e relazione per essere riconosciuti “super”. I Superbrands sono quindi i pionieri di un “movimento” di marche determinate a fare la loro parte perché il mondo sia più equilibrato, rispettoso, sostenibile. Un “Club d’eccellenza” che celebra i champions dei diversi settori merceologici per mostrare la strada e raccontare concretamente, con le migliori best practices del mercato, come si possa entrare, ancora oggi, nel cuore e nei sogni di milioni di persone.

Quest’anno Superbrands ha siglato una collaborazione con lo IED (Istituto Europeo di Design) per la realizzazione della Cover del Volume che celebrerà le loro storie di successo. Superbrands è infatti sempre attento a sviluppare connessioni con le nuove generazioni e gli appuntamenti organizzati nelle principali Università per raccontare agli studenti delle Facoltà di Marketing e Comunicazione come si può essere “super” sono diventati un riferimento culturale ampiamente rispettato e autorevole. Andando oltre lo spirito divulgativo, sono stati coinvolti direttamente gli studenti del secondo anno del corso di Diploma Accademico di Illustrazione tenuto dal Professor Marco Cimberle cui è stato affidato il compito di ideare la copertina 2019. Con un primo briefing nello Studio dell'Artista Ugo Nespolo, diventato ormai punto di riferimento per la realizzazione di cover Superbrands davvero uniche, i ragazzi hanno potuto apprezzare le opere esposte ed essere guidati direttamente dal maestro tra le mille sfaccettature della professione di un artista. Da lì è cominciata la loro avventura che ha portato all’identificazione delle prime idee, alla realizzazione dei bozzetti, modificati e aggiornati nelle settimane successive con la collaborazione in primis di Ugo Nespolo ma anche di insegnanti, fino ad arrivare alla scelta del risultato migliore che si trasformerà nella cover del volume Superbrands. Il prossimo 11 luglio lo studente che ha realizzato il bozzetto migliore avrà l’onore di salire sul palco di Radio Italia per la serata dei Superbrands Awards e la presentazione in anteprima della cover del volume.

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/Licensing

ARTE E PUBBLICITÀ Quando il prodotto diventa veicolo di un messaggio culturale Rubrica a cura di Brand Jam

Le collaborazioni tra il mondo dell’arte e quello delle imprese di consumo sono sempre più frequenti. Molti brand decidono infatti di affidarsi alle “mani” più o meno famose di maestri che spaziano tra diverse tecniche artistiche, dall’analogico al digitale – o con commistioni delle due – per creare delle limited edition che “sfruttano” il potere attrattivo ed evocativo dell’arte. Tra i marchi più attivi, quelli del lusso rivolgono da sempre una particolare attenzione all’art licensing. Primo tra tutti il gruppo LVMH, che tramite la Fondation Louis Vuitton ha come scopo proprio il sostegno, la valorizzazione e la divulgazione della cultura attraverso mostre, restauro di opere e monumenti, concerti e progetti pluridisciplinari. Questa attenzione si traduce anche nelle strategie di comunicazione, branding e innovazione dei suoi marchi più celebri, e il brand Louis Vuitton è stato tra i primi ad individuare il grande potenziale delle collaborazioni artistiche. Non solo per quanto concerne la comunicazione o per scatenare la corsa al collezionismo, ma per elevare i propri prodotti a veri e propri pezzi d’arte, dando nuovo senso al concetto di esclusività. Esempi lampanti sono le

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collaborazioni di successo con Stephen Sprouse, Takashi Murakami, Richard Prince e Yayoi Kusama, ormai parte della storia del brand, o l’ultima collaborazione con Jeff Koons dell’anno scorso.


maggio\giugno 2019 È in questo contesto che il 10 aprile, durante il recente Salone del Design, allo spazio Mondadori Superstore Popack ha presentato un concept nuovo per la diffusione e fruizione dell’arte contemporanea tramite i prodotti di largo consumo. L’obiettivo è trasformare gesti semplici e quotidiani, come bere un caffè o stappare una bottiglia di vino, in un’esperienza estetica completa, visiva e tattile.

Non stupisce quindi la recente convergenza verso l’arte da parte del mercato dei superalcolici e del vino, settori caratterizzati dalle stesse dinamiche del lusso. Nel mondo dei superalcolici, gli esempi di brand che hanno scelto l’ambito artistico come mezzo per costruire l’immagine di marca, per creare le campagne di comunicazione o engagement con i consumatori, o ancora per dare vita a delle vere e proprie collectors limited edition, sono moltissimi. Le ragioni che portano a questo tipo di scelta – gli elementi di contatto che si creano tra questi due mondi all’apparenza opposti – sono svariate. L’ elemento che crea la connessione speciale tra questi mondi è il packaging, con la bottiglia come ambasciatore primario. La bottiglia non è solo un contenitore in cui vendere il prodotto, ma è il primo mezzo con cui il brand comunica i suoi valori. Un esempio tra tutti, il rapporto tra Campari e Fortunato Depero (1892 – 1960): questo straordinario artista non solo infranse la barriera tra la arte e pubblicità, avvicinando due discipline che fino a quel momento si erano guardate da lontano, ma fu anche artefice della fortuna del marchio, creando nel 1932 la famosa bottiglia Campari Soda, ancora oggi segno distintivo di Campari. Un altro esempio eclatante in questo senso è Absolute Vodka che, con collaborazioni creative con artisti visionari del calibro di Andy Warhol, Keith Haring, Romero Britto, Damien Hirst e Ron English, ha fatto dell’arte il suo linguaggio, sia per il packaging che per le campagne di comunicazione

Secondo Popack “Non si tratta solo di differenziare e personalizzare il prodotto per renderlo più appetibile, ma di rendere il prodotto veicolo di messaggi culturali, uno strumento per comunicare stimoli al consumatore e invitarlo ad aprire spazi di confronto e di riflessione. Il prodotto tradizionale diventa oggetto d’arte, il consumatore fruitore di un prodotto culturale”. Tramite un bando, Popack selezionerà, con una giuria un panel di artisti, suddivisi in cinque categorie, a seconda del mezzo espressivo prevalentemente utilizzato: grafica, arte materiale, arte immateriale, street art e scrittura, e faciliterà il processo di selezione nei confronti di brand che vogliano trasformare un prodotto commerciale in un’esperienza per il consumatore.

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/ Automotive

#FORUMAUTOMOTIVE: ELETTRICO O DIESEL, IL DIBATTITO CONTINUA A cura della Redazione

A Milano a marzo 2019 sono stati presentati all’evento organizzato da #FORUMAutoMotive, il movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore, tre studi di settore. Doxa ha presentato "Cittadini nel caos: quale motore scegliamo?". L’analisi alimenta l’osservatorio ONTHEMOVE, sugli italiani e la mobilità, nato nel giugno 2017 e che conta già circa 17mila interviste al suo attivo, oltre a un costante monitoraggio sulle conversazioni sul web. I dubbi sul diesel riguardano principalmente l’inquinamento prodotto e il valore di rivendita dell’auto. Solo il 16% degli italiani dichiara di sentirsi completamente sicuro della propria scelta in relazione al livello di inquinamento prodotto per i motori diesel e benzina; rispettivamente il 19% e il 20% sul valore di rivendita dell’auto. Sette italiani su dieci dichiarano di avere bisogno di maggiori informazioni prima di scegliere la giusta alimentazione. Molti affidano alle ricerche sul web e sui social la propria conoscenza. Le quasi 90.000 interazioni sulle auto ibride e le 78.000 sulle elettriche parlano di guidatori attratti dagli incentivi e dall’ecologia in senso lato, ma anche delle loro perplessità (diffusione delle stazioni di ricarica, durata e modalità di smaltimento delle batterie, reale eco-compatibilità). Il 52% degli interpellati dichiara di sentirsi disorientato, mentre il 70% sostiene di avere bisogno di maggiori informazioni per compiere la scelta corretta. Il 71% degli italiani non si sente più sicuro ad acquistare un’autovettura a gasolio perchè teme i blocchi imposti dai comuni e il 68% ha timore che le principali case automobilistiche ne possano bloccare la produzione. Ulteriori limiti sono rappresentati dalla possibilità di accesso a incentivi per l’acquisto di vetture elettriche e ibride e dalle campagne contro il diesel. I cittadini manifestano qualche convinzione sulla possibilità di circolare senza limitazioni nei centri con auto con motorizzazione GPL, elettrica e ibrida e il 69% considera il diesel conveniente per chi viaggia molto. Aumentano, inoltre, i dubbi sulla possibilità di sopravvivenza anche dei diesel di nuova generazione, nonostante il 13% di italiani sia ancora fermamente convinto che continueranno a circolare per lungo tempo. Il 29% degli italiani

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maggio\giugno 2019 sembra privilegiare la motorizzazione ibrida, quale scelta futura più probabile. Unione Petrolifera ha presentato lo studio "Lotta alle emissioni: diesel da assolvere", che certifica il contributo dei veicoli diesel di ultima generazione nella lotta alle emissioni. Stessi progressi sono stati compiuti nel trasporto pesante. Infatti, in Italia, nei primi due mesi del 2019, con il calo delle vendite delle vetture a gasolio, sono aumentate le emissioni di CO2. Oggi l’utilizzo del diesel di ultima generazione è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 previsti per il 2030, in modo socialmente ed economicamente sostenibile. Il report intende fare chiarezza sul tema motorizzazioni ed emissioni climalteranti ed inquinanti e sfatare demagogie e pregiudizi nei confronti del diesel, sempre più spesso additato come la principale fonte dell’inquinamento urbano e delle emissioni climalteranti, con argomentazioni spesso non corrette che influenzano il dibattito pubblico e, in diversi casi, le scelte politiche in materia di mobilità, che tendono ad allontanare il raggiungimento degli obiettivi ambientali. Il parco auto italiano è tra i più vetusti a livello europeo e ciò incide fortemente sui livelli emissivi: oltre la metà del circolante ha un’età superiore ai 10 anni, rispetto al 36-39% di Francia, Germania e Regno Unito. Per ridurre l’impatto ambientale del settore trasporti, sarebbe auspicabile favorire il ricambio del parco auto con i modelli più recenti. Tuttavia, questo processo è rallentato da provvedimenti poco efficaci come il bonus-malus che non tiene conto dell’impatto del binomio "veicolo-vettore energetico" nell’intero ciclo di vita o da divieti e limitazioni alle auto Euro 6Diesel. Le soluzioni tecnologiche odierne sono in grado di rispettare gli obiettivi di riduzione di CO2 nel breve-medio termine e si stanno già studiando e sviluppando combustibili liquidi innovativi, per promuovere in futuro la decarbonizzazione. Gli investimenti in ricerca e sviluppo dell’industria petrolifera sono volti a ridurre nel 2050 dell’80-90% le emissioni climalteranti, rispetto al 2015. AlixPartners, società globale di consulenza aziendale, ha presentato l’analisi "Tradizione vs innovazione: lo scontro sui carburanti", da cui è emerso come anche in Italia la quota di mercato delle autovetture diesel sia calata a vantaggio dei motori a benzina. Nel biennio 2017/2018 le emissioni medie delle flotte europee hanno registrato un livello di CO2 medio in aumento, rispetto all’anno precedente. AlixPartners prevede che entro il 2025 il 20% delle auto nel mercato sarà elettrico. Nonostante il costo unitario sia ancora molto maggiore rispetto ad altre tecnologie disponibili, l’elettrico e l’ibrido plug-in rappresentano l’alternativa complessivamente più economica per ridurre le emissioni medie della flotta. L’elettrificazione, accelerata dai limiti emissivi, costituisce la soluzione meno onerosa per ridurre i livelli di emissione di CO2. Hanno partecipato all’evento anche un docente e 27 studenti dell’Accademia Formativa Martesana di Gorgonzola (MI), che propone alcuni corsi incentrati sul settore automotive: operatore/meccanico veicoli a motore, meccanico d’auto e motocicli e carrozziere.

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/ Turismo

QUANDO UN INTERO BORGO DIVENTA HOTEL L’Italia che non ti aspetti fatta di turismo slow, relax e di borghi rinati grazie a strutture di charme lontane dall’overtourism A cura di Cinzia Meoni

Un hotel diffuso dentro a un borgo storico o, e si preferisce, un borgo antico trasformato in un albergo. Sono questi due dei nuovi trend nell’arte dell’ospitalità prettamente tricolore che stanno sempre più affermandosi anche oltre confine grazie all’ideale perseguito di turismo sostenibile, lento e autentico, capace di valorizzare un intero territorio e non una sola singola realtà. L’Italia è d’altro canto un Paese costruito su tanti piccoli borghi storici, realtà suggestive lontane dal turismo di massa e spesso riportate a nuova vita grazie proprio a questi nuovi trend. In questi luoghi si scopre l’Italia autentica, delle opere d’arte spesso (troppo spesso) nascoste, dei sapori della tradizione e dei tesori enogastronomici non ancora recensiti dalle maggiori guide internazionali e forse, anche per questo, ancora più autentici. L’Italia dei borghi reinventati come strutture di accoglienza diffusa, è quindi un Paese tutto da scoprire, magari concedendosi un break di fine primavera per arrivare all’estate in forma smagliante. I cosiddetti alberghi diffusi si trovano ormai sull’intero territorio nazionale e soddisfano ogni tipologia di esigenza, persino quelle “business”. Vacanze campestri, lusso, itinerari nella natura o percorsi artistici: sono variegate le tipologie di vacanze offerte dagli alberghi diffusi che, in alcuni casi, propongono persino attività di team building all’interno dei borghi riconvertiti. Si tratta infatti di strutture, spesso storiche e ristrutturate, che prendono vita fra antichi vicoli, in castelli medievali, cascinali, poderi immersi nella campagna o tra i vigneti o anche case che ne hanno inglobate altre e si propongono come hotel “orizzontali” (in contrasto con gli hotel “verticali” ospitati in un unico edificio) ospitati da alcuni dei borghi più belli d’Italia. Talvolta interi micro-borghi, cappelle, forni ed ex edifici pubblici compresi, sono reinventati in strutture di accoglienza sostenibile e a dimensione più umana rispetto al classico edificio unico centralizzato. In questo modo, in ogni caso, si unisce la possibilità di vivere un’esperienza diversa da quelle abitali integrandosi perfettamente nella cultura e nella comunità locale con l’offerta di servizi centrali alberghieri adeguati.

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IL GIRO D’ITALIA IN ALBERGHI DIFFUSI Gli indirizzi da segnarsi in agenda sono numerosi. Ecco alcune idee per i week-end e le vacanze di fine primavera da Nord a Sud. Partendo da Nord a Egna, in uno dei Borghi più belli d'Italia in provincia Bolzano, ha preso recentemente vita il primo albergo diffuso dell'Alto Adige grazie a 15 appartamenti e camere distribuiti in tre diverse aree del centro storico. L’Albergo Diffuso di Egna, da lato promette di donare nuova linfa vitale al centro storico e dall'altra permette agli ospiti di soggiornare nelle case altoatesine di questo piccolo borgo nel sud dell'Alto Adige, crocevia di profumi mediterranei e tradizioni alpine, respirando dall'interno le tradizioni e la cultura altoatesine.

Veduta dei borghi diffusi di Egna, e dei suoi porticati


maggio\giugno 2019 In Friuli, l’Albergo Diffuso Altopiano di Lauco (Udine) propone ventiquattro case vacanze, completamente ristrutturate e con servizi alberghieri, nelle frazioni di Trava, Avaglio, Lauco e Vinaio. In Lombardia, il Borgo di Mustonate a Varese si propone per eventi e per una vacanza immersi in sessanta ettari di prati, boschi e frutteti, al centro del distretto dei sette laghi. Qui si gioca a golf, si va a cavallo e si esplora il territorio partendo dalle strutture dedicate all’accoglienza diffuse nel borgo, la Foresterie con le sue suite distribuite nelle diverse cascine del borgo e l’Agriturismo dei Piaceri Campestri.

In Toscana, da non perdere il Borgo San Felice, un villaggio medievale trasformato da Allianz in un hotel diffuso di charme all’interno di una tenuta nel Chianti Classico (a Castelnuovo Berardenga). Soggiornare al Borgo San Felice significa vivere l’autenticità e la storia del luogo, immersi nella comodità di una struttura di charme contemporaneo. Il Borgo San Felice si sviluppa intorno alla piazza medievale dove fa bella mostra di sé un palazzo patrizio del XVIII secolo, fronteggiato dalla cappella in pietra calcarea e affiancato dalla foresteria. Dalla piazza si snodano le vie che conducono agli altri edifici, dove trovano sede i due ristoranti, i bar con la terrazza esterna che si affaccia sulla piscina, alternati a vari giardini fioriti e cortili protetti, fino all'antica Pieve. Il Borgo San Felice, unico Relais & Châteaux del Chianti Classico, vanta un ristorante stellato (Poggio Rosso) e ha sviluppato l’attività di Agricola San Felice portandola ai massimi livelli di eccellenza con ben 20 etichette di vini. La struttura ha recentemente annunciato la partnership con lo chef Enrico Bartoli e Juan Camilo Quintero nel ruolo di executive chef.

Veduta del Borgo di Mustonate, Lombardia - © www.borgodimustonate.it/

In Liguria, l’Albergo Diffuso Muntaecara di Apricale promette di soggiornare in uno dei borghi storici più belli d’Italia, una terrazza incastonata tra le colline dell’entroterra ligure e da cui si gode un panorama mozzafiato. Qui tra abitazioni abbracciate tra stretti carruggi che risalgono al Castello della Lucertola, simbolo del borgo, torri antiche e palazzi nobiliari, trovano spazio camere e suite destinate a turisti che vogliano assaporare lentamente il territorio. Sempre in Liguria, l’Albergo Diffuso Relais Del Maro a Borgomaro propone diversi alloggi distribuiti in tre edifici e una vacanza “green”: prodotti locali e attenzione all’impatto sull’ambiente qui sono garantiti. Veduta de Il Borgo San Felice, Toscana

Albergo Diffuso Muntaecara di Apricale. © - www.muntaecara.it

Ristorante Il Poggio Rosso

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In Umbria, Borgogrufa Spa Resort di Torgiano è invece un borgo che ruota attorno al benessere grazie alla posizione privilegiata di cui gode, alla spa più grande della regione e alla gastronomia d’eccellenza. Situato nello storico borgo di Brufa, il resort nasce da un’azienda agricola di oltre 12 ettari, costituita da quattro casolari principali. Sempre in Umbria, a Gualdo Cattanei in provincia di Perugia, il restauro ha, per così dire, trasformato il piccolo borgo antico di Saragano nella Locanda del Prete: dieci appartamenti curati nei minimi dettagli e arredati in arte povera, con servizi centralizzati immersi tra uliveti e vigneti.

Veduta di Borgogrufa Spa Resort di Torgiano

Veduta de La Bagnaia Golf & Spa Resort, Siena

progetto è stato sostenuto da Francesco Bruno, imprenditore locali che ha avviato i lavori di ristrutturazione del borgo.

Veduta notturna di Borgogrufa Spa Resort di Torgiano

In Basilicata, sulle Dolomiti Lucane, il progetto de Le Costellazioni Lucane ha riqualificato tredici dimore antiche nel borgo medievale di Pietrapetrosa da cui si può partire alla scoperta di un territorio incantato. A Matera invece è da non perdere Sextantio-Le Grotte della Civita nella parte più antica dei Sassi dichiarata patrimonio Unesco. Il progetto di recupero di Sextantio-Le Grotte della Civita, strenuamente voluto da Daniele Kihlgren, ha riguardato 18 grotte, all’interno delle quali sono state collocate camere e suite, e uno spazio comune in una chiesa rupestre. Spostandosi verso il Parco del Pollino, a Rotonda (Potenza), il Borgo Ospitale propone alloggi indipendenti nel groviglio di vicoli e viuzze che si snodano tra scorci suggestivi sulla natura circostante e antichi palazzi nobiliari. Il

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Veduta di Borgo Ospitale a Rotonda, Potenza


maggio\giugno 2019 In Sicilia, nel Resort Borgo San Rocco a Savoca (Siracusa) si alloggia nelle 21 antiche case dei pescatori, casali completamente ristrutturati collocati su un’area di 20mila metri quadrati, tra vegetazione lussureggiante e bellezze architettoniche e dotati di servizi centralizzati.

In Puglia, ad Alberobello, si soggiorna in trulli completamente ristrutturati e arredati con mobili d’epoca al Trulli Holidays Albergo Diffuso. Gli edifici, dal tipico tetto conico con soffitti a volta, si trovano sparsi nel centro storico del borgo ma possono accedere a una piscina comune.

Facciata di una delle antiche case dei pescatori al Resort Borgo San Rocco, Savoca

IL BORGO PER TEAM BUILDING ED EVENTI AZIENDALI

Scatto degli edifici al Trulli Holidays Albergo Diffuso ad Alberobello, Puglia

In Toscana, nel cuore della Valle di Merse, La Bagnaia Golf & Spa Resort Siena, Curio Collection by Hilton, ha reinventato un borgo medievale in un hotel diffuso ed esteso su ben 1100 ettari di territorio. Il resort conta su 101 camere e suite divise tra Borgo Filetta e Borgo Bagnaia, spazi per meeting ed eventi, ristoranti e bar votati alla scoperta dell’autentica cucina toscana oltre a un campo da golf a 18 buche progettato dall’architetto Robert Trent Jones Jr. La struttura stessa dell’hotel e i suoi spazi (compreso un centro congressi) ben si prestano, oltre a rilassanti vacanze a pochi minuti da Siena, anche all’organizzazione di eventi business per cui La Bagnaia prevede pacchetti speciali comprensivi, volendo, di attività di team building che magari, grazie agli istruttori del Royal Golf La Bagnaia, può possono passare anche dal campo da golf.

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/ Turismo

I NUOVI TREND NEL TURISMO DI ALTA GAMMA Intervista a Elisabetta Neri, co-fondatrice di Nebe, società leader nella promozione b2b per hotellerie e viaggi di lusso ed eventi con formula club A cura di Cinzia Meoni

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maggio\giugno 2019 Non tramonta mai il sole sul turismo di lusso, quella gamma di proposte di eccellenza che muove miliardi (oltre mille miliardi di euro all’anno secondo le stime più recenti di cui poco meno di 8 in Italia), è in costante crescita (le stime parlano di un +6,2% all’anno anche grazie ai nuovi turisti luxury provenienti dai mercati emergenti, +7% in Italia) e coinvolge sempre nuovi profili professionali pronti a fornire servizi su misura a una clientela variegata e alla ricerca di chiavi di accesso per mondi esperienziali preclusi ai più e per cui il prezzo né si chiede né si tratta. Non solo quindi hotel di pregio, magari situati in antiche case nobiliari o in contesti paesaggistici particolarmente suggestivi, ma anche serate riservate nei maggiori musei italiani, concerti privati di star della musica internazionale, cene organizzate in dimore aristocratiche altrimenti chiuse al pubblico, fino alla possibilità di gestire, anche in tempi moderatamente brevi, “missioni impossibili” come l’ingresso alle Udienze in Vaticano (accesso di per sé gratuito ma per cui, generalmente, occorre organizzarsi con molto anticipo) o poter assistere a una preview di una collezione di moda, incontrare i calciatori prima di una partita. Un turismo, quindi, che si caratterizza sempre come esperienziale, laddove le esperienze e la qualità dei servizi offerti, ovviamente, sono da intendersi come esclusivi e personalizzati. Ne abbiamo parlato con Elisabetta Neri, co-fondatrice, insieme a Fulvio Bettini, di Nebe, società leader in Italia nella promozione b2b per l’hotellerie, i viaggi e gli eventi di alta gamma a livello internazionale per cui è utilizzata una formula club (ovvero è coinvolto un pari numero di agenti di viaggio specializzati e di espositori, tour operator o hotel, favorendo così il rapporto personale e non il solo scambio di biglietti da visita). In dieci anni di attività Nebe ha ideato format quali Lusso Mediterraneo, Mediterranean Luxury Club, Sensoh, Historia, Mice & Luxury Workshop, Gusto & Lifestyle, fino ai più recente Travelux Club, giunto ormai alla sua terza edizione e dedicato al mondo leisure e a Meet The Best, evento concentrato sul mondo del wedding alla sua seconda edizione. “Non c’è e non può esserci una sola definizione di turismo di lusso. Sarebbe

Elisabetta Neri, co-fondatrice di Nebe

contraddittorio visto che il turismo di lusso è la declinazione del piacere, delle aspirazioni e delle emozioni tailor made, personalizzati sulle singole esigenze del cliente che possono essere soddisfatti con modalità del tutto diverse tra loro anche a seconda della sensibilità e del background culturale di provenienza” commenta Neri. Dal glamour ricercato soprattutto dai viaggiatori Medio Orientali, ai percorsi enogastronomici e culturali nascosti ma esclusivi, prediletti da un pubblico più europeo e nord americano, dalle destinazioni autentiche e pienamente sostenibili a livello ambientale e sociale ricercate dalle nuove generazioni, fino al lusso forse più estremo ricercato da manager di alto profilo, quello di potersi rilassare in luoghi inaccessibili, sconnessi per qualche ora o per qualche giorno dal web: le esigenze e le aspettative di un turista di alta gamma sono le più svariate e la chiave per gli operatori del settore è anticiparle. Le stesse strutture luxury si differenziano tra loro sempre più per lo stile di ospitalità offerta. “È però vero che con la formula turismo di lusso possiamo comprendere tutti quei servizi di ospitalità di massima qualità e inaccessibili attraverso il solo utilizzo del web” sottolinea l’imprenditrice secondo cui “Questo universo di proposte di alta gamma

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non si trova racchiuso in un click, ma nelle singole professionalità che ruotano attorno al mondo del turismo di alta gamma. Per questo motivo diventa fondamentale, nell’ambito del turismo d’eccellenza, creare e rafforzare relazioni di qualità, capaci di generare contatti efficaci e reali opportunità di business per garantire al cliente quella qualità di servizi che solo un professionista può assicurare. È questo l’ideale su cui si fondano i format creati da Nebe. Provengo dal mondo dell’hotellerie di lusso dove ho iniziato dall’accoglienza per poi scalare le diverse posizioni fino ai ruoli apicali. Nel 2008, insieme con Fulvio Bettini, sulla base dell’esperienza raccolte negli anni, ho deciso di creare degli eventi b2b dedicati al mondo del turismo di lusso utilizzando una formula che non fosse quella fieristica ma quella a club, su invito, così da poter dar vita a solidi rapporti tra i diversi interlocutori selezionati. Siamo stati i primi in Italia ad aprirci a questo mondo e ancora oggi proseguiamo sulla strada della costante innovazione accogliendo nei nostri format i nuovi trend che si stanno delineando nel mondo del turismo di alta gamma, dall’enogastronomia al wedding fino alla sostenibilità, un tema caro alle nuove generazioni e che, a maggior ragione, occorre tenere in considerazione”. Il mercato, per chi sa evolversi e adeguarsi alle esigenze di una clientela variegata e in costante mutamento, è potenzialmente

enorme e redditizio. Non solo. L’Italia è tra le destinazioni preferite di tutta quella fascia di clientela che chiede determinati servizi di eccellenza senza preoccuparsi del prezzo. Più che singole destinazioni specifiche, ad attrare in Italia la fascia di clientela di alta gamma è il cosiddetto italian way of life, bellezze artistiche e paesaggistiche abbinate a un’accoglienza calda e personalizzata, alle infinite opportunità di shopping e alla varietà enogastronomica offerta dal Paese. In questo contesto si possono vivere esperienze autentiche in strutture ricettive di alto livello. “Secondo il Luxe Report 2019 di Virtuoso, il principale network globale di agenti di viaggi luxury, il nostro Paese è il primo sul podio sia come Top Global Destination sia come Top Family Travel Destination sia come Top Honeymoon Destination” spiega l’imprenditrice. “Per di più, inaspettatamente, l’Italia nel 2019 supera qualsiasi altra destinazione anche tra i Millenial. La generazione nata con l’esplosione del web e che oggi vive sui social, sceglie il Bel Paese come luogo dove vivere una vacanza a 360°”. Made in Italy e Luxury Travel sono quindi, inevitabilmente, sempre più uniti in un rapporto che, se ben gestito, è in grado di attrarre da oltre confine un turismo di alta gamma alla ricerca di esperienze d’eccellenza. Il cibo infatti è percepito come un modo per entrare

IL NUOVO FORMAT SULL’OSPITALITÀ E SUL TURISMO DEL VINO L’appuntamento da non perdere è quello con il nuovo format di Nebe dedicato all’ospitalità e al turismo del vino. DiVino Wine Hospitality & Travel è un evento club, a numero chiuso e solo su invito (riservato a 40 espositori e 50 buyer), disegnato per far incontrare i migliori operatori di settore: wine hotel, aziende vinicole con ospitalità turistico-ricettiva, consorzi, agenzie specializzate in wine e food tour, event & wedding planner. Dal 7 al 9 novembre a Villa Quaranta Tommasi Wine Hotel & spa nel cuore della Valpollicella.

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maggio\giugno 2019 in contatto diretto con i locali, sperimentare la cultura del luogo e, al contempo, imparare nuove abilità e si sta affermando sempre più come scopo del viaggio e non solo come elemento di soddisfazione del cliente. Ecco quindi che aumentano le proposte di viaggio in regioni culinarie o vitivinicole, di fine dining in ristoranti stellati e allo stesso tempo di menù local, di shopping dedicato e, infine, di lezioni di cucina o degustazioni personalizzate. Per questo, Elisabetta Neri ha coinvolto nella terza edizione di Travelux anche Le Cesarine, un network di signore che aprono le porte delle loro case per ospitare turisti da tutto il mondo e farli cucinare in casa con loro come si faceva una volta e The Grand Wine Tour, associazione che raduna una ventina di cantine vocate all’ospitalità d’eccellenza. Non solo. “A novembre debutta un nuovo evento dedicato al mondo della wine hospitality sul territorio per cui assistiamo a una crescente richiesta da parte del turismo di alta gamma. Dal 7 al 9 novembre, a Verona, organizziamo DiVino-Wine hospitality & travel, il primo salone dedicato in Italia a questa nicchia di mercato nell’ambito del turismo di lusso e per cui lo spazio di crescita è ancora enorme” conclude l’imprenditrice.

CHI SONO I VIAGGIATORI DI LUSSO Una ricerca Amadeus Travel Intelligence ha definito le cosiddette “Luxury Traveller Tribes”, ovvero le classificazioni della prossima generazione di viaggiatori di lusso su cui iniziare a delineare servizi e prodotti su misura. • Lusso Sempre (4%). Il lusso è un requisito minimo per rendere la vita di questi viaggiatori discreta, facile e confortevole. • Occasioni Speciali (20%). In questo caso la ricerca del lusso è sulle singole esperienze: si rinuncia al comfort in alcune fasi del viaggio (ad esempio utilizzando voli low cost), pur di ottenere particolari esperienze di alta gamma. • Bluxury (31%). In questo caso il viaggio ha come scopo principale quello lavorativo, ma trattandosi di una clientela facoltosa, c'è la possibilità di estendere il soggiorno in pieno lusso. L’obiettivo è quello di massimizzare il tempo libero una volta raggiunto lo scopo principale del viaggio. • Facoltosi Senza Tempo (24%). Questi viaggiatori sono propensi a delegare a terzi più esperti di loro la pianificazione del viaggio. Desiderano momenti di privacy per dedicarsi a se stessi o alle persone amate. • Opulenza Estrema (18%). Questi viaggiatori cercano le esperienze più glamour disponibili e amano condividerle sui social. • Indipendenti & Facoltosi (3%). Questa tribù si dedica alle esperienze lussuose per coccolarsi o provare qualcosa di nuovo, prende decisioni in autonomia, viaggia spesso da sola e ama sentirsi supportata dai consulenti.

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NEWS IN TOWN

A cura di Cinzia Meoni

Le novità nell’enogastronomia sotto la Madonnina: ristoranti gourmet, format di gastronomia veloce, sliding door di chef e rivisitazioni di concept storici. Milano si è ormai affermata come capitale dell’enogastronomia italiana e punto di riferimento della sperimentazione di nuove idee di ristorazione a livello internazionale. Ecco le più interessanti di fine primavera e inizio estate. JAZZ CAFÈ Corso Sempione 8, Milano Un ritorno alle origini per il locale di Corso Sempione che nella sala inferiore del locale, ogni giovedì, propone "Live Jazz is Back", una cena con concerto di uno dei più affermati chitarristi jazz italiani, Gigi Cifarelli. Un’occasione unica per appassionati del jazz ma anche per chi vuole gustarsi una cena allietata da una performance unica: dai grandi classici del jazz e del blues alle pietre miliari del pop internazionale, fino al meglio della tradizione italiana e napoletana.

LA MADIA CAMPAGNOLA Via Carlo Maria Maggi 6, Milano La Madia Campagnola ha aperto con l’inizio della primavera nei pressi dell’Arena e, per volontà dei suoi proprietari, Alessandro e Paolo Bozzano, si propone come un ristornate dove riscoprire la trazione dell’Alto Monferrato, del Roero e della Bassa Langa.

C-STYLE – TASTE OF CHINESE FOOD Via degli Imbriani 1, Milano C-Style non è l’ennesimo locale cinese ma un ristorante, appena aperto che propone la vera cucina piccante del Sichuan, storica provincia della Cina, regno dei panda giganti e crocevia di quattro fiumi tra cui lo Yangtze. La cucina del Sichuan è profumata, colorata, gustosa e molto varia con piatti che spaziano tra singoli sapori pungenti, piccanti, salati, acidi, dolci, amari e fragranti o mixati fra loro in centinaia di combinazioni, da accompagnare al thè al grano. Gli stessi arredi interni ripropongono fedelmente quelli tipici della Cina del Sud di 150 anni fa, così come i lavelli in ceramica del bagno, le piante sparse per il locale o il Gu Zheng, antico strumento simile a una cetra, un tempo suonato dalle orchestre alla corte dell’imperatore, che appartiene da diverse generazioni alla famiglia di uno dei titolari.

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TRE CRISTI Via Galileo Galilei 5, Milano È arrivato solo a metà novembre e ha già rivoluzionato il Tre Cristi, uno dei principali ristoranti gourmet nella zona di Porta Nuova, un’area milanese in costante evoluzione. Franco Aliberti è l’artista che ha ridisegnato i menù e il design del Tre Cristi, succedendo a Dario Pisani e, prima ancora, a Paolo Lo Priore. Lo chef propone percorsi degustativi che esaltano le singole materie prime presentate in diverse consistenze e utilizzando tutte le parti commestibili di frutta e verdura, con una forte attenzione all’idea di sostenibilità e, al contempo, un gioco di apparenze che inganna i sensi, sorprende e diverte. Lo chef sperimenta anche nel design con l’utilizzo di una termo-stampante adattata al mondo della cucina grazie a cui ha creato la prima collezione di piatti-scultura che prende a modello la verdura. Un percorso tattile, dall’ingrediente al piatto, che amplifica i sensi e il gusto puro dei singoli ingredienti, alla riscoperta di sapori puntuali, eleganti, netti. Lo skyline e la tradizione milanese sono infine la fonte ispiratrice nella composizione dei menù degustazione: “In Città”, sette portate che sono un omaggio di piatti a Milano (a 70 euro) e “A Due Passi da Milano”, dieci portate per un menu che raggruppa tanti piccoli produttori di nicchia, segnalando per ogni piatto gli ingredienti e la distanza dalla città (90 euro).

MUU MOZZARELLA Via Raffaello Sanzio 24, Milano Approda a Milano Muu Mozzarella, format nato cinque anni fa a Napoli e incentrato sulla mozzarella di bufala e già si propone una ulteriore espansione con la prevista apertura di altre due vetrine sotto la Madonnina entro fine anno. Il format può già contare su tre punti vendita nel capoluogo capano e su un temporary summer store a Portocervo. Il locale milanese è stato realizzato da Augusto Contract – foodservice general contractor – su progetto degli architetti Mario Sorrentino e Riccardo De Vincenzo che hanno creato un ambiente pop, al tempo stesso elegante e familiare. L’idea della catena di locali nasce dalla constatazione dei proprietari, Salvatore Maresca e Dario Moxedano, sul fatto che la mozzarella non si fosse ancora imposta come protagonista di piatti nuovi e creativi, ma si limitasse a essere servita come antipasto. Muu Mozzarella, al contrario, pone al centro dell’offerta ristorativa e dei menù stagionali proprio l’oro bianco campano che arriva fresco, quotidianamente, dai luoghi di produzione.

OSTERIA DELLA BULLONA Via Piero della Francesca 68, Milano L’Osteria sorge dove un tempo c’era la vecchia stazione ferroviaria della Bullona. In questo discreto ed elegante ristorante, tutto giocato sui toni caldi del bianco e del grigio, si possono gustare i sapori della migliore tradizione culinaria regionale italiana, sapientemente mescolati tra loro dal giovane Chef Andrea Iacolino. Per accompagnare le proposte si può scegliere tra le oltre 100 etichette presenti all’interno della bella cantina a vista che arreda un’intera parete. Vedendo nello specifico del menù, la clientela potrà spaziare dai paccheri cacio insaporiti al tartufo, scegliere fra una varietà di risotti, passare all’ossobuco e, per finire, alla rivisitazione della cotoletta alla milanese. Durante la settimana, l’osteria aperta dal martedì alla domenica, propone degli eventi dedicati alle eccellenze gastronomiche italiane accompagnate dalle cantine più interessanti, per esaltare i gusti del tartufo, del porcino e di tante altre pietanze.

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LA NOTTE

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DEL RETAIL

GALA DINNER // 29 Ottobre 2019 // Milano Superstudio Più

Successful Celebration Gala! Creiamo connessioni, premiamo eccellenze, deniamo la crescita dei più inuenti brand del mercato retail. Alla terza edizione, Retail Awards – la Notte del Retail di Forum Retail, rappresenta un’opportunità unica di branding in un contesto selezionato che coinvolge i principali attori del Retail italiano. Partecipare a Retail Awards è un’occasione per migliorare la tua attività e la tua carriera personale. Candida il tuo progetto entro il 26 luglio! Diventa protagonista della Notte del Retail di Forum Retail Maggiori informazioni www.retailawards.it Un evento di

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