Beesness n.2-18 - Amanda Ferber

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Periodico di informazione bimestrale – marzo/aprile 2018

Anno VIII - N° 2 2018 € 3,90

Amanda Ferber

L’influencer degli architetti

ANDREA DOVIZIOSO La stagione della riscossa

SONIA PERONACI La “regina” delle ricette on line

ULTRAVIOLET Quando il colore “detta” legge nel design


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PRIMAVERA, INIZIO DI NUOVE EMOZIONI… Primavera, inizio di nuove emozioni… Dalla partenza del motomondiale di Motogp, con il binomio Dovizioso/Ducati, giungendo fino al design, con l’influencer Amanda Ferber: questi e molti altri gli argomenti di spicco di questo numero di Beesness. Andrea Dovizioso è uno dei nostri piloti di punta del motomondiale. Cresciuto nel mito di Valentino Rossi, l’anno scorso ha riportato sei vittorie e sfiorato la conquista dell’alloro iridato. Quest’anno ci riproverà, con più convinzione, grazie anche ad una Ducati molto più prestante. Non solo influencer nel campo della moda come Chiara Ferragni. Ci spostiamo in Brasile, a conoscere Amanda Ferber, una delle influencer più in vista nel settore del design. Come tante altre storie di vita, anche la sua ci racconta di come sia possibile tramutare una passione, l’architettura, in una professione. L’obiettivo, tramite il progetto Architecture Hunter, che conta oltre 1,2 milioni di follower in tutto il mondo, è quello di generare ispirazione tra gli appassionati e i professionisti della materia. Oggigiorno, è un dato di fatto che il food, sia un argomento onnipresente, tanto che molte persone tendono a percepirsi come grandi chef. Girando per Milano, vediamo continuamente nascere nuove insegne e nuove reti in franchising. All’interno di Beesness non poteva perciò mancare un’interessante intervista a Sonia Peronaci, una delle prime food blogger a cimentarsi in questo campo, la quale ci racconterà tutte le sfaccettature del “cibo divino”. Passando poi alle altre rubriche, non perdetevi l’intervista a Chiara Bongiorno, dell’azienda Injob. Spiegherà le dinamiche per cercare e per assumere figure professionali nel mondo del fashion/luxury. Sul prossimo numero, daremo ampio spazio al food, trattando di chef, di format innovativi e di catene di franchising. Buona lettura! Giovanni Bonani Direttore Responsabile


Indice

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12

SPORT

Dovi & Ducati Una stagione mondiale

12

Mondiali di pattinaggio Dove il mondo del ghiaccio incontra il Made in Italy

MONDIALI DI PATTINAGGIO

16 Sci e snowboard

20

A Milano con Big Air & The City

DESIGN

24

28

32

36

40

Amanda Ferber Da semplice hobby a business globale Francesco Grottini La shopping experience cuore del retail store Luca Preti Il design storico nel cuore di Milano Alessandro Luciani L'eclettico: dall'aerospazio al design

DOI & DUCATI

La nuova tendenza è Ultraviolet Quando la moda influenza il design

32 ALESSANDO LUCIANI

6

8

Raffaella Cappelli L'arte di tramutare i sogni in realtà

marzo/aprile 2018

56 CANALI&C

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52

56

62

66

68

70

AMANDA FERBER

Turismo verde Design in verde - percorsi di primavera Le nuove frontiere dell'industria 4.0 per la catena alimentare WIP Architecture Techical Engineering CANALI&C Una comunicazione di Design

FOOD

Sonia Peronaci Food Blogger Langosteria Cresce e guadagna all'estero Berberè Non si ferma più Food Innovation per nutrire il pianeta: da Expo 2015 a Seed&Chips 2018

20


72

LIFESTYLE

Wedding planner d'alta quota Intervista a Jlenia Costner

74 76

FRANCHISING

80

82

86

88

Odontoiatrica

TECNOLOGIA

Vincenzo Ciulla Know How: la rivoluzione digitale a favore delle persone

76

VINCENZO CIULLA

Butiq Kiki Lab - Ebeltoft Italy Campagne Paid adv Qual è quella giusta per realizzare i tuoi obiettivi L'innovazione che parla Italiano

IMPRESE

90

80

Fashion and Luxury: chi cerca, trova... un lavoro Mapic F&B Programma Italia

88

BUTIQ

96

FASHION AND LUXURY

92

96

102

Il Brand? Meglio slow!

TURISMO

RECENSIONE

106

IL FENG SHUI

Il Feng Shui E l'arte dell'ospitalità

Progettare il Retail Il primo libro dedicato all’interpretazione del retail contemporaneo

SAVE THE DATE Coming soon Marzo-Maggio

108 Save The Date

102

PROGETTARE IL RETAIL

SAVE THE DATE

108

Design, sport ed enogastronomia protagonisti di un inizio di primavera da non perdere

marzo/aprile 2018

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Sport

Dovi E Ducati Una stagione mondiale

A cura di Marcella Ciappi foto Š Ducati


Il 2017 è stato un anno ricco di successi per la rossa di Borgo Panigale che, a novant’anni dalla sua fondazione, ha registrato il suo record di vendite e festeggiato i suoi piloti. Uno su tutti Andrea Dovizioso che ha chiuso il Mondiale MotoGP sul secondo scalino del podio e ha iniziato il nuovo Mondiale con una vittoria in Qatar. Andrea Dovizioso (Pilota MotoGP, Team Ducati)

“La cosa più grande è l’elettronica. C’è stato un adattamento all’evoluzione.”

“Sicuramente per me la stagione scorsa è stata quella più bella. Ho vinto sei gare, lottando per il titolo fino alla fine con Marquez, e sono arrivato al secondo posto…”

Come sei cambiato tu nello stesso arco di tempo?

Quanto è importante la collaborazione tra piloti dello stesso team?

“Maturi, capisci sempre più cose, fai esperienze ma soprattutto ti capisci sempre di più per quanto riguarda le cose più importanti, necessarie per fare i risultati giusti.”

“È importante a volte, in certe situazioni, ma non è fondamentale. Magari quando devi prendere una direzione molto diversa, allora è importante pensarla nello stesso modo per spingere nella stessa direzione ma quando non c’è questa necessità conta poco perché fortunatamente oggi le squadre ufficiali hanno la possibilità di assecondare bene o male tutti e due i piloti, anche se hanno richieste diverse.”

Cos’è cambiato nel mondo delle gare dal tuo esordio a oggi?

Su cosa avete lavorato in particolare, con Ducati e con il team tecnico? “A 360 gradi. Quando sono arrivato in Ducati c’era una situazione molto difficile e bisognava migliorare su tutti gli aspetti. A parte la moto, che non funzionava, a livello di struttura interna, bisognava ristrutturare un po’ tutto ed è stato fatto un bel lavoro perché adesso ci troviamo in questa situazione. Anche per quanto riguarda il team tecnico ci sono state delle evoluzioni che hanno fatto la differenza.” Quali sono i migliori risultati che avete ottenuto?

Come gestite l’equilibrio tra supporto reciproco e rivalità? “Non è facile ma dipende sempre da con chi hai a che fare, con che maturità c’è dalle persone. A volte funziona e altre volte non funziona.” Come ti sei conquistato anche il sostegno dei fan di Ducati?

“Oggi le squadre ufficiali hanno la possibilità di assecondare bene o male tutti e due i piloti, anche se hanno richieste diverse.” Durante la scorsa stagione ti sei distinto più che mai per la tua determinazione in gara? Quali esperienze degli anni precedenti ti serviranno? “Non è una questione di determinazione ma è una questione di consapevolezza, di conoscersi meglio e di sapersi gestire meglio. L’esperienza serve sempre…” Quali obiettivi ti sei prefissato per il 2018? “Di fare meglio dell’anno scorso, quindi per forza vincere il titolo!”

“Con risultati e umiltà.” marzo/aprile 2018

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Luigi Dall’Igna (Direttore Generale Ducati Corse) Dopo la vittoria di Stoner nel 2007, c’è stato nel 2017 il podio mondiale importante di Dovizioso, che ha lottato fino all’ultima gara per la vittoria del GP. Grazie a cosa è stato possibile questo recupero? “Direi che è stato possibile grazie a tutte le persone e i tecnici che lavorano in Ducati Corse. In questi anni hanno fatto sicuramente un ottimo lavoro, hanno saputo quasi superare i propri limiti per cercare di sviluppare la moto e in tutte le aree devo dire che non c’è stata una singola persona che non ha lavorato avendo chiaro in mente l’obiettivo e il percorso da fare per riuscire a recuperare la prestazione che ci mancava.” Quanto è rilevante la collaborazione tra i piloti di un team ai fini di un miglioramento sia personale che di squadra? “La MotoGP è sicuramente uno sport individuale perché è il pilota che guida 10

marzo/aprile 2018

la moto ed è lui che deve fare la maggior parte del lavoro, ma è sicuramente vero che è anche uno sport di team perché solo lavorando assieme al pilota è possibile trovare lo spazio sia per migliorare la moto ma anche per aiutare il pilota ad essere più competitivo nelle varie fasi della guida. Quindi è assolutamente

importante la collaborazione, lo scambio d’idee e il dialogo tra il pilota e tutto il team.” Quali ostacoli avete dovuto affrontare? Come li avete superati? “L’ostacolo principale probabilmente è dovuto al fatto che quando cambia la


guida di un gruppo di persone, è evidente che le persone si devono in qualche modo adeguare a una modalità di lavoro diversa. Credo che questo sia stato la difficoltà più importante che tutta la Ducati Corse ha dovuto superare, ma devo dire che tutti sono stati veramente bravi a capire il cambiamento che bisognava fare e che non è stato facile.”

Fondata nel 1926, dal 1946 Ducati produce moto sportive dotate di motori a distribuzione Desmo-dromica, design innovativo e tecnologia all’avanguardia. Quali sono gli obiettivi per il 2018? “Sicuramente quello di lottare per il campionato del mondo. Credo che per le aziende la cosa più importante sia il fatto di riuscire ad essere competitivo e lottare per il titolo del campionato del mondo, invece per le persone che lavorano nel

team o il pilota, è più importante vincerlo perché fra vincerlo o arrivare secondo fa veramente tanta differenza. Se uno valuta cos’è importante per l’azienda credo sia di gran lunga più importante essere sempre competitivi nel corso degli anni.” Presentazione della Società “Fondata nel 1926, dal 1946 Ducati produce moto sportive dotate di motori a distribuzione Desmo-dromica, design innovativo e tecnologia all’avanguardia. Ducati ha sede a Bologna, nel quartiere

di Borgo Panigale. La gamma di moto Ducati comprende le famiglie Diavel, Hypermotard, Monster, Multistrada, Superbike e SuperSport. Nel 2015 Ducati ha presentato Scrambler®, un nuovo brand di moto, accessori e abbigliamento. Ducati distribuisce i propri prodotti in 90

Paesi in tutto il mondo e i maggiori mercati di riferimento sono l’Europa, il Nord America e l’Asia. I concessionari sono 783. Ducati conta circa 1560 dipendenti e le filiali nel mondo sono 12: Brasile, Olanda, Francia e Belux, Germania, Giappone, Messico, Svizzera, Thailandia, Stati Uniti, Canada, India, Regno Unito, Svezia e Norvegia. Nel 2017 Ducati ha consegnato 55.871 moto, facendo registrare il record storico di vendite per l’Azienda.” Nuovo magazzino build-to-suit “Una nuova struttura logistica diventerà il centro europeo di stoccaggio e distribuzione delle parti di ricambio originali per Lamborghini e Ducati. I lavori, a cura di P3 Logistic Parks, specialista in acquisizioni, sviluppo e gestione di spazi logistici in Europa, sono cominciati a inizio estate 2017 e terminati a gennaio 2018. Il nuovo magazzino built-to-suit di 30 mila mq sarà inaugurato a Sala Bolognese (Bologna) a maggio 2018. L’investimento di oltre 20 milioni di Euro è accompagnato da un gettito fiscale che supera 1,6 milioni di Euro per le opera extra-comparto (opere di infrastrutture al servizio della comunità), oltre a IMU e TASI e agli oneri di urbanizzazione e si prevede che lavorare nell’immobile fino a 120 persone.”

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Sport

Mondiali di pattinaggio Dove il mondo del ghiaccio incontra il Made in Italy

A cura di Marcella Ciappi Foto Š A.Schiavina per FISG


Dal 21 al 25 marzo i migliori pattinatori al mondo si sfideranno a Milano per conquistare lo scalino più alto del podio degli ISU World Figure Skating Championship 2018. La storia e i dettagli dell’evento tanto atteso sono descritti dalle parole di Stefano Abram, Presidente del Comitato Milano 2018. I Mondiali di Pattinaggio, giunti alla 108a edizione, ritornano a Milano dopo 66 anni, dopo essere passati, sul territorio italiano, anche per Cortina d’Ampezzo (1963) e Torino (2010). Che cosa significa per Milano ospitare un evento di tale prestigio? “Diciamo che c’erano delle location logisticamente più pronte per poter gestire un campionato del mondo, come ad esempio Torino o altri impianti del ghiaccio già esistenti, in cui avremmo potuto spostare la macchina operativa in pochissimo tempo. La Federazione però, essendo innamorata della città di Milano ed essendo consapevole di quello che Milano avrebbe potuto offrire nel mondo sia in termini di appeal promozionale che commerciale ha scelto di venire a Milano, al Forum di Assago. Non essendo quest’ultimo specificamente organizzato dal punto di vista ghiaccio è stata un’impresa nell’impresa mettere insieme un campo ghiaccio temporaneo con gli standard qualitativi che un mondiale necessariamente deve avere. Devo dire che Milano sta rispondendo benissimo alle aspettative e che sia la regione Lombardia che il Comune ci stanno supportando al meglio. Ho riscontrato una certa proattività da parte della Pubblica Amministrazione nei nostri confronti e

devo dire che è stata una sorpresa. Dal punto di vista commerciale invece è stata una conferma perché stiamo ricevendo delle risposte decisamente positive.” Che cosa comporta la preparazione di un evento di tale portata? “Da parte nostra siamo partiti con l’organizzazione a gennaio 2017. Prima di tutto abbiamo dovuto definire i contratti con il Forum e, in particolare, i tempi. Il calendario del Forum è estremamente fitto per cui abbiamo dovuto definire il momento esatto nel quale avremmo potuto iniziare i lavori. Inizieremo dieci giorni prima e chiuderemo una settimana dopo la fine della manifestazione quindi saranno tre settimane di allestimento. Il ghiaccio ha

bisogno dei suoi tempi tecnici di preparazione e la superficie di 30x60 metri (1800 mq) richiede una settimana di tempo perché il ghiaccio cresca millimetro dopo millimetro fino a raggiungere lo spessore giusto, bisogna pitturare i loghi, mantenere la giusta temperatura, è un lavoro lungo e impegnativo…” Oltre alla competizione vera e propria, gli ISU World Figure Skating Championship 2018 rappresenteranno una vetrina per le eccellenze del “made in Italy” di tutti i settori: dal design alla moda, passando per il food, la cultura e l’arte. In che modo? “La base di partenza è stato il logo che è stato ispirato dai nodi vinciani. Leonardo, marzo/aprile 2018

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la stima è di circa 2.100.000, portando la ricaduta netta sul territorio lombardo per i soli capitoli di spesa di vitto ed alloggio a poco meno di 10 milioni di euro. Non vengono poi considerati in queste stime tutte le spese dirette che i vari fruitori affronteranno in correlazione a questo evento, come shopping nei negozi, transfer da/per l’evento (aeroporti, metropolitane, treni), visite ai musei e altre forme di intrattenimento.”

“La base di partenza è stato il logo che è stato ispirato dai nodi vinciani: Leonardo, rinascimento, genialità, innovazione.” rinascimento, genialità, innovazione: ci siamo fatti trasportare da questo e attraverso il segno rosso del nostro logo seguiranno questo fil rouge i nostri vari punti di esperienza. Nei vari piani del Forum saranno allestite delle aree nelle quali poter assaporare il food italiano, abbiamo trovato eccellenze di design e arredamento che permetteranno di accogliere i nostri ospiti in un living room italiano. Abbiamo pensato dei pacchetti che permetteranno di acquistare dei servizi addizionali per chi non volesse trascorrere l’intera durata dell’evento al Forum ma volesse anche vedere e vivere Milano ad esempio facendo shopping o gustandosi una cena gourmet in centro. In sostanza abbiamo cercato di portare Milano al Forum, abbiamo mixato l’evento con il Made in Italy, fashion, design, arte, shopping per rendere distintiva questa nostra proposta all’interno dei soliti eventi organizzati nel mondo ghiaccio.”

dell’hinterland, garantendo un indotto per il solo vitto ed alloggio di circa 5 milioni di euro. Inoltre verranno ospitati circa 1.500 addetti a vario titolo all’organizzazione dell’evento, con 2 milioni di euro di indotto. Per i biglietti singoli, con una presenza di circa 7.000 persone al giorno sui 5 giorni, saranno presenti un ulteriore 10% di stranieri, 40% di abitanti

Che tipo di indotto vi aspettate da questo evento?

fuori regione e 50% di abitanti all’interno della regione Lombardia. Nella venue sono, inoltre, previste spese, sostenute dai fruitori, per ristoro (Autogrill) e merchandising per circa 1 milione di euro. Per i soli stranieri e gli abitanti fuori regione

“L’evento garantirà circa 70.000 ingressi. Circa 2.500 stranieri, con profilo alto spendente, verranno ospitati per tutta la settimana nel territorio milanese e 14

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Quali sono le peculiarità di questa edizione? “Dal punto di vista della manifestazione sportiva è un anno un po’ particolare perché cade post Olimpiadi e quindi non sappiamo ancora quali atleti dopo le Olimpiadi decideranno di chiudere la stagione con il Mondiale. Dal punto di vista della Federazione Italiana ci sono importanti nomi come Carolina Kostner, Luca Lanotte e Anna Cappellini che stanno verificando se chiudere la loro carriera con il Mondiale o meno, il che crea un’attesa particolare verso la manifestazione. Dal punto di vista sportivo quindi ci sono in gioco importanti momenti delle carriere dei nostri ragazzi.” Quali sono le categorie della manifestazione? “Le categorie sono quattro: nell’artistico individuale maschile fanno da padroni i giapponesi, delle personalità sportive che nel loro Paese sono considerate delle star ma occhi puntati anche sul giovane Rizzo. Il femminile è invece in mano alla Russia. Poi ci sono la danza, dove la nazionale


italiana può schierare il duo Cappellini/ Lanotte e le coppie di artistico con, fra gli altri, il duo Marchei/Hotàrek.” Chi sono per ora gli atleti italiani in gara? “Gli atleti che dovrebbero partecipare, nelle rispettive categorie, sono: Singolo maschile: Matteo Rizzo Singolo femminile: Carolina Kostner, Elisabetta Leccardi Coppie: Nicole Della Monica/Matteo Guarise; Valentina Marchei/Ondrej Hotarek Danza: Anna Cappellini/Luca Lanotte; Charlene Guignard/Marco Fabbri.” Presso quali strutture si allenano sul territorio italiano? “Le strutture principali sono il Forum di Assago, L’Agorà di Milano e IceLab di Bergamo. Siamo molto Lombardiacentrici…” Qual è la tradizione degli sport su ghiaccio a Milano? “Come dicevo siamo Lombardia-centrici e questo è un aspet to su l quale la

Federazione sta lavorando per allargare un po’ i confini di questo mondo. A Milano in via Piranesi è nato il primo stadio del ghiaccio coperto di 30x60 metri nel 28 dicembre 1923. Il Palazzo del Ghiaccio è una struttura stupenda in acciaio, molto conosciuta nel mondo. Quindi la Lombardia, e Milano in particolare, hanno radici nel mondo del ghiaccio particolarmente profonde.” Cosa vorresti che cambiasse in futuro? “La FIG ha deciso di creare eventi, di cui ho l’onore e l’onere di essere l’ammini-

stratore, per ricavare utili da investire nel mondo ghiaccio. Questo vuol dire portarsi in casa nuovamente expertise e competenze dal punto di vista umano. Abbiamo infatti grandi nomi del nostro pattinaggio che lavorano all’estero come allenatori, coach, formatori, scenografi eccetera e sarebbe bello potersi permettere di riportarseli in casa. Sarebbe anche bello poter permettere ai nostri ragazzi di allenarsi in Italia ma di avere esperienze lavorative con i loro colleghi all’estero. In terzo luogo poter costruire strutture di ghiaccio per per mettere ai nostri atleti di allenarsi in maniera più capillare sul territorio.”

“L’evento garantirà circa 70.000 ingressi. Circa 2.500 stranieri, con profilo alto spendente, verranno ospitati per tutta la settimana nel territorio milanese e dell’hinterland, garantendo un indotto per il solo vitto ed alloggio di circa 5 milioni di euro.” Stefano Abram “Dopo un’esperienza dirigenziale pluriennale in ambito commerciale nel settore dell’articolo sportivo, ho costituito una Società organizzatrice di Turismo Sportivo Esperienziale. Anche in questa ottica, ho accettato la responsabilità di Fisg Eventi, Società creata per conto della Federazione Italiana Ghiaccio per l’organizzazione dei Mondiali di Figure Skating 2018.”

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Sport

Sci e snowboard A Milano con Big Air & The City A cura di Marcella Ciappi / foto © BigAirMilan.com

Gli sport invernali hanno dato spettacolo nel cuore di Parco EXPerience, l’ex area Expo della città lombarda. Questa volta con 1.300 metri cubi di neve e un obiettivo importante: le Olimpiadi.

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Big Air and The City è tornata a Milano con due weekend dedicati alla Coppa del Mondo FIS di Snowboard e Freeski. Il luogo designato a ospitare la manifestazione è stato ancora una volta Parco EXPerience, il parco eventi realizzato sulla scia di Expo 2015, con l’albero della vita, simbolo per eccellenza dell’esposizione universale. È qui che nel 2016 ha preso vita la prima edizione di Big Air and the City, l’evento organizzato dal Comitato Big Air Competition, in collaborazione con Arexpo e Regione Lombardia, che ha portato la Coppa del Mondo FIS di Freestyle davanti a un pubblico di 25 mila persone. “Expo nel 2015 è stato forse il luogo più visto e fotografato al mondo e Milano è il migliore spot che il nostro sport possa avere in Italia” – ha commentato Roberto Moresi, Contest Director della FIS

(Federazione Internazionale Sci) responsabile per le specialità dello Snowboard e del FreeSki, sottolineando come la location scelta abbia rappresentato un grande valore aggiunto. E ha continuato – “Sappiamo bene che portare la neve in città rappresenta un grande sforzo organizzativo, ma il Comitato Big Air Competition si è mostrato l’anno scorso all’altezza della sfida”. Big Air and the City ha rappresentato quest’anno il primo appuntamento di Coppa del Mondo in Italia tra gli sport invernali ma anche l’apertura della stagione dei Big Air. Una stagione molto impor tante per quanto riguarda lo Snowboard, dal momento che è culminata nei Giochi Olimpici di PyeongChang 2018, evento nel quale, a quattro anni di distanza dall’ingresso dello Slopestyle,


Big Air and the City ha rappresentato quest’anno il primo appuntamento di Coppa del Mondo in Italia tra gli sport invernali ma anche l’apertura della stagione dei Big Air. anche il Big Air ha debuttato come sport olimpico. L’appuntamento di Milano è diventato così una tappa fondamentale nel percorso di qualificazione per le Olimpiadi.

vanissima Elisa Maria Nakab. I vincitori delle due specialità hanno confermato l’altissimo livello della competizione: lo snowboard è stato dominato dallo statunitense Chris Corning e dall’austriaca Anna Gasser; il freeski ha visto sul gradino più alto del podio lo svizzero Elias Ambuehl e la francese Coline Ballet Baz. Nei due weekend, il Parco alle porte di Milano ha registrato oltre 33 mila ingressi. Senza contare le decine di migliaia di spettatori che hanno potuto seguire le gare su Rai Sport, Eurosport e NBC per citarne alcuni. Sono cifre che certificano il successo di un evento che a tutti gli effetti sta diventando l’appuntamento più prestigioso della stagione dei Big Air.

Una realtà raccontata con soddisfazione anche da Franco Vismara, Presidente del comitato Big Air Competition: “Avevamo l’ambizione di portare la montagna a Milano e abbiamo vinto la sfida. I numeri ci dicono che Big Air and the City, nonostante sia solo al secondo anno di età, è già entrato nel cuore dei milanesi e non solo. Il comitato organizzatore ha lavorato duramente, raddoppiando l’impegno per offrire uno spettacolo ancora più ricco e coinvolgente: da un weekend siamo passati a due, ampliando anche il programma con musica, show ed attività. La grande soddisfazione registrata tra i partecipanti, che per il secondo anno consecutivo hanno apprezzato il grande livello dell’evento, è la migliore ricom-

Il Big Air Il Big Air è una spettacolare competizione di salto freestyle, valutata da una giuria sulla base della performance complessiva e della difficoltà dei salti effettuati dagli atleti su una rampa appositamente realizzata. I salti vengono valutati dai giudici sulla base della difficoltà (Difficulty), dell’esecuzione (Execution), dell’ampiezza (Amplitude) e dell’atterraggio (Landing). Oltre a quella di Milano, le tappe dello snowboard sono cinque: Beijing (Cina), Moenchengladbach (Germania), Copper Mou nta i n (Usa), A lpensia (Corea), Quebec City (Canada), mentre per il Freeski gli appuntamenti sono quelli di Moenchengladbach (Germania) e Quebec City (Canada). I protagonisti Dalla rampa di Big Air Milan sono scesi 120 atleti in rappresentanza di 28 diverse nazionalità. Per quanto riguarda lo snowboard sono stati otto gli atleti azzurri in gara: Alberto Maffei, Nicola Dioli, Loris Framarin, Cesare Girotto, Nicola Liviero, Emil Zulian, Giorgia Locatin e Margherita Meneghetti. Gli azzurri del freeski che hanno partecipato sono invece Ralph Welponer, Christof Schenk, Igor Lastei, Kilian Morone, Ian Rocca, Jonas Seiwald, Yuri Silvestri, Silvia Bertagna e la gio marzo/aprile 2018

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pensa per tutti gli sforzi”. Per quattro giorni, Big Air and the City ha trasformato un angolo di Milano in un vero e proprio villaggio alpino, con aree food dedicate, spazi espositivi e iniziative legate al mondo della neve e dello sport. La struttura Il palcoscenico dal quale gli atleti hanno infiammato il pubblico presente è il trampolino più grande mai realizzato in Italia. Una spettacolare rampa allestita tra il padiglione Italia e l’albero della vita, alta 40 metri (12 in più del padiglione Italia e 6 in più dell’albero della vita) e lunga 130: un capolavoro di ingegneristica dotato di un potente impianto di illuminazione che ha reso possibile lo show anche in notturna. La pista larga tra i 6 metri della partenza e i 20 metri della Finish Area, aveva parapetti alti da 2 a 6 metri, per garantire agli atleti il massimo della sicurezza. Ma, rispetto alla prima edizione, è tutta la filosofia costruttiva a essere stata perfezionata, come ha dichiarato Antonio Noris, Technical area coordinator del comitato Big Air Competition: “La rampa di Big Air Milan 2017 è il risultato di una lunga progettazione, avvenuta a stretto 18

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contatto con la FIS e in particolare con Roberto Moresi. La sfida costruttiva è stata quella di realizzare una rampa che rispondesse alle esigenze sia di snowboarder che di freeskier, maschi e femmine. Prima di tutto si è pensato alla loro sicurezza. Per garantire uno spettacolo senza pause, poi, è stato installato un ascensore che porta in 50 secondi gli atleti in cima alla rampa, con una capienza di 10 persone”. Sono circa 1.300 i metri cubi di neve serviti per preparare la pista su cui si sono sfidati gli atleti. “Portare la neve qui a M i la no è u n sogno a mbito da

tutti ” – ha commentato il Presidente del la FISI Flavio Roda – “basti pensare che la prima vittoria di Alberto Tomba tra i grandi avvenne proprio nel Parallelo di Natale sulla Montagnetta di San Siro. Gli organizzatori di Big Air Milan, partendo dal Presidente del Comitato Franco Vismara, hanno avuto la lungimiranza di riportare un grande evento a Milano, e in una zona suggestiva come l’ex area Expo, un luogo di grande importanza per la storia recente della città”. E ha aggiunto: “Big Air Milan è una vetrina importante per la Federazione e anche per i nostri atleti”.


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Design

Amanda Ferber

Da semplice hobby a business globale A cura di Patrick Abbattista / foto di Š Shutterstock.com


Ecco come una ragazza di 22 anni brasiliana, è riuscita a trasformare la propria passione per l’Architettura in una community da oltre 1,2 milioni di persone, grazie a Instagram.

Com’è iniziato il progetto Architecture Hunter? “È nato da un semplice hobby. Mi piaceva scovare i progetti di architettura più interessanti, condividendoli su Instagram. Oggi, la community conta oltre 1,2 milioni di persone da tutto il mondo. Il mio obiettivo è ispirare sia gli architetti che gli appassionati, cercando sempre di mantenere alto lo standard di selezione all’interno della pagina.”

Come mai hai deciso di partire da Instagram? Quali erano i tuoi obiettivi iniziali? “Quando iniziai il college, mi innamorai perdutamente dall’Architettura. Ne ero estasiata perché rappresentava perfettamente ciò in cui mi identificavo. Cura dei dettagli, innovazione, bellezza. Valori che ricerco nelle cose che faccio. Per questo, tra foto fatte personalmente e ricerche su Google, iniziai a riempire l’archivio del mio cellulare. Un giorno, mi resi conto di avere oltre 3mila foto a disposizione e pensai: «Forse, è giunto il momento di condividerle con il resto del mondo!» Fu così che nacque l’account Instagram @architecture_hunter e iniziai a condividere una selezione di quell’archivio, ovvero i progetti che ritenevo più spettacolari. In principio, mi preoccupavo di condividere giusto quello che piaceva a me, ma mai avrai immaginato che la mia passione avrebbe raggiunto così tante persone e che avrei potuto trasformare un hobby in un’attività professionale, in un tempo così relativamente breve.”

Quanto lavoro è servito per crescere così tanto su Instagram? “A ll ’ inizio, non molto. Architecture Hunter fu una delle prime pagine di architettura su Instagram, e non fu difficile attrarre il pubblico alla ricerca di questo tipo di immagini. Inoltre, all’epoca, le metriche di Instagram erano diverse ed era più facile crescere, la visibilità dei post era maggiore. Non ero nemmeno obbligata a postare tutti i giorni. L’unica cosa che mi importava era la qualità dei contenuti, sia dal punto di vista del progetto condiviso che per la qualità della foto. Volevo tenere un certo standard. Come detto, postavo solo ciò

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che ritenevo incredibilmente attrattivo. Oggi, le cose sono un po’ cambiate. Le metriche sono diverse, l’algoritmo ha ridotto di molto la visibilità dato anche l’elevato numero di persone che utilizza Instagram, e solo le pagine che postano molto e regolarmente hanno più visibilità. Nonostante ciò, continuo a lavorare sodo per tenere alta la qualità della pagina, non potrebbe essere altrimenti. Ho fatto una specie di promessa a chi ha scelto di seguirmi. Questo, richiede più tempo, più ricerca, maggiore dedizione, ma per fortuna non è cambiata la mia passione per l’architettura. Tant’è che non lo reputo un sacrificio, ma un’opportunità per scoprire sempre cose nuove.” Secondo te, perché i designer (di ogni tipo) dovrebbero investire su Instagram? Come mai, ad oggi, è così importante essere su questo social? “Instagram è un bellissimo strumento di condivisione, è facile da gestire e funziona perfettamente come “catalogo”. Una vetrina straordinaria. È il social più utilizzato nel mondo occidentale, quindi 22

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“Alla fine del 2017, abbiamo lanciato due nuove pagine. La prima è Design Hunter, che è già arrivata a 80 mila followers.” una piattaforma indispensabile per i designer. Ti permette di essere presente ovunque, nella vita delle persone, ogni singolo giorno. Da ultimo, è una fonte di contatti di lavoro incredibile! Mi ha aiutata a realizzare molti dei miei sogni. Per esempio, nell’estate del 2015 sono riuscita, grazie ad Architecture Hunter, a fare uno stage presso lo studio di uno dei miei architetti preferiti, in Brasile: lo StudioMK27 di Marcio Kogan. Nel 2016, sono entrata a far parte del team editoriale brasiliano di ArchDaily, la piattaforma più grande al mondo per i progetti di Architettura, e a diventare la loro Business Development Manager nel

giro di pochi mesi. Tuttavia, ho lasciato alla fine del 2017 per concentrarmi a pieno su Architecture Hunter. Sempre grazie ad AH, ho incontrato Thiago Bretones, il fondatore di ArgForma. E adesso, insieme, stiamo creando una piattaforma per gli studenti di architettura. Insomma, ho preso una serie di esempi personali per mostrare come Instagram possa dare una mano concreta allo sviluppo del business di chiunque ami il design, ma non solo. Per questo, considero la presenza su questo social un must.” Come ricerchi i contenuti? Quali sono le tue fonti privilegiate? “Seguo sia profili personali, che di business, su Instagram. Ma cerco molto anche su Behance, dove ci sono moltissimi account di giovani architetti, sketchers e designer, spesso ancora a scuola. Pinterest è un’altra fonte da cui prendo spunto. Non sempre le foto sono accompagnate da descrizioni accurate, ma poco importa, visto che poi controllo anche su ArchDaily. Oltre a questo, la mia community è piena


di Architecture Hunters! Moltissimi progetti mi vengono segnalati direttamente da chi segue la pagina, siano essi gli autori o appassionati.” Quali sono i criteri che i designer devono rispettare per essere pubblicati sulla tua pagina? Inoltre, come fanno a proporti i loro lavori? “Se parliamo di progetti esistenti, sono io a cercare le immagini di qualità direttamente sul web. Questa è una delle cose per me più rilevanti, le foto devono essere in alta risoluzione, non risultare quindi sgranate o di scarsa resa. Nel caso di render in 3D, prediligo i progetti che sembrano quanto più realistici possibili. Pubblico solo quelli che rispettano quest’aspettativa. Quanto agli “schizzi”, quindi i disegni fatti a mano e gli sketch, sono una fan

delle immagini in cui si vede solo il disegno fatto e nulla di più. Evito le foto in cui si vedono le matite o penne, le mani, etc. perché credo che sporchino la foto. Guardo sempre anche i post fatti da coloro che usano il mio hashtag #architecture_ hunter, o le menzioni della nostra pagina fatte da chi posta. I designer possono altresì inviare i loro progetti al mio indirizzo email (architecture.hunter@gmail.com).” Potresti dare 3 consigli “d’oro” ai lettori, per gestire in modo appropriato e vincente la loro pagina Instagram? “Certo! Il primo, è quello di postare frequentemente e molto, per assicurarsi la visibilità. Poi, di essere intransigenti con la qualità del contenuto. Consiglio di evitare i post tanto per, ma concentrarsi sul risultato della foto, perché altrimenti

si perde di credibilità. Da ultimo, non mollare mai! Quando si inizia, è facile demoralizzarsi, ma il tempo, se rispettate le regole sopra, vi darà ragione. Ne vale la pena!” Quali saranno i tuoi prossimi passi e progetti? “Alla fine del 2017, abbiamo lanciato due nuove pagine. La prima è Design Hunter, che è già arrivata a 80mila followers. L’ho creata con una delle miei migliori amiche, Fernanda Lucchini, la quale ha un gusto straordinario e mira all’eccellenza in ogni cosa che fa, questo per sottolineare che non bisogna mai tradire i propri standard. La seconda, dedicata alla gastronomia, si chiama Food Hunter. Oggi, ha più di 10mila followers ed è stata creata con 2 amici ed esperti sul campo: Lalo Zanini e Fernanda Cestari. Oltre questo, abbiamo lanciato un canale YouTube col legato ad A rc h itec tu re Hunter. Stiamo preprando il lancio di diversi contenuti, come interviste con architetti, visite guidate ai grandi capolavori dell’architettura fatte dai loro stessi designer, e una serie di altre sorprese! Quest’anno, lancerò anche un’applicazione per Architecture Hunter. Non posso dire molto adesso, ma sarà dedicata agli architetti di tutto il mondo!” Chi è Amanda Ferber Amanda è una giovane imprenditrice Brasiliana, laureata in Architettura e Urbanismo, che ha lanciato a giugno 2013 la pagina Architecture Hunter su Instagram. Appassionata di architettura, fotografia, arte e psicologia, è oggi una delle voci più autorevoli su Instagram, nel mondo dell’Architettura, con una pagina che riunisce oltre 1,2 milioni di persone da tutto il globo, e detta i trend del settore. Giovane, brillante, caparbia, è riuscita a realizzare i suoi sogni investendo tempo e cura sul canale social più forte al momento, dimnostrando, ancora una volta, che il web può avere risvolti molto concreti in termini di business, e non solo, se usato bene. marzo/aprile 2018

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Design

Francesco Grottini

La shopping experience cuore del retail store A cura di Laura Lamarra


A Porto Recanati, in provincia di Macerata, nasce, 40 anni fa nel 1975, Grottini S.r.l., fondata dallo spirito imprenditoriale della famiglia Grottini. Il papà, Pietro Grottini, ha creato una piccola azienda per la produzione artigianale di vetrine e arredamenti modulari per negozi. L’azienda con a capo Francesco è cresciuta divenendo Grottini Retail Environments, specializzata nella creazione di ambienti olistici di vendita al dettaglio in tutto il mondo. Quali sono i servizi offerti, il target di clientela e i mercati in cui opera? “Siamo specializzati in progetti di vendita al dettaglio, il nostro target è il retailer, e forniamo soluzioni uniche, creando relazioni di lungo periodo tra i nostri clienti e consumatori. Oggi abbiamo una presenza consolidata con uffici nel Regno Unito, Hong Kong, Dubai, India, Taiwan,

Cina e USA. La produzione, oltre a svolgersi nella sede centrale e nello stabilimento italiano, annovera anche partner a Guangzhou, in Cina, Taiwan e Brasile.” Quali sono i punti di forza di Grottini nei diversi servizi offerti? “I valori fondamentali che condividiamo con la clientela, ossia l’impegno per la qualità, l’energia creativa, lo spirito propositivo e collaborativo. Puntiamo sullo sviluppo del servizio più adatto, votato al raggiungimento di profitto, generando soluzioni olistiche e produttive, derivanti dalla nostra strategia, creatività ed esecuzione. Infine, la vastità dei servizi offerti fa si che il cliente possa trovare nella nostra azienda soluzioni e supporto dalla fase iniziale strategica alla realizzazione del Punto Vendita.” Quali sono i principali progetti in cui questi elementi di unicità sono evidenti? “La recente esperienza dello store, da noi realizzato per Huawei, visionabile in CityLife, ne è una testimonianza principe. Lo store, per la cui ideazione e direzione creativa ci siamo rivolti al designer Alessandro Luciani, rafforzando così una

collaborazione in essere da qualche anno che punta su innovazione, design, architettura d’avanguardia ed ecosostenibilità. Sono stati utilizzati materiali ecosostenibili, a basso impatto ambientale, come il vetro, presente in gran parte delle pareti e nei tavoli arricchiti dalle “Digital Lables”, aggiornabili da un sistema di

“La risposta è legata a una shopping experience che dovrà essere talmente interessante da motivare lo sforzo pur di viverla. Teniamo presente che, più tempo si riesce a intrattenere le persone all’interno dello store, più aumentano le possibilità di acquisto”.

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tenere le persone all’interno dello store, più aumentano le possibilità di acquisto”. L’innovazione digitale e la sostenibilità ambientale sono fattori da considerare nelle politiche di sviluppo per garantirsi alte performance in un mercato sempre più competitivo?

gestione remota da noi sviluppato, e il legno, in essenza vera di origine europea, utilizzato in molte pareti e negli elementi posizionati davanti al grande Ledwall di fondo. Quest’ultimo vanta delle caratteristiche tecniche straordinarie, con una superficie di oltre 40 mq in altissima risoluzione, il tutto gestito da un sistema di regia all’avanguardia che coordina tutte

“La realizzazione di un nuovo format, così come il restyling di un negozio, passano sempre più attraverso strumenti di retail intelligence ed ecosostenibilità.” le tecnologie presenti all’interno dello store. L’integrazione tra tecnologie e «giardino verticale con piante e fiori veri» ha consentito di creare qualcosa di unico e spettacolare, grazie all’inserimento al suo interno di alcuni fiori videoled, prodotti su misura in esclusiva per Huawei. 26

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Un lavoro di squadra che ha visto la collaborazione con la divisione Grottini Lab, grazie alla quale è stato realizzato un sistema di pavimento energetico, inserito nello store. Un meccanismo capace di produrre, al passaggio dei clienti (calpestio), una reale quantità di energia elettrica visibile nel display posizionato sulla colonna posta al fianco dell’ingresso. Questo innovativo sistema, è stato affiancato all’ormai collaudato meccanismo di analisi comportamentale dei clienti all’interno dello store, che sta dando ottimi risultati anche negli altri store presso i quali è stato installato. Un lavoro complesso e realizzato in un tempo ristretto, dove ogni elemento è nuovo, unico e custom made.” Quali sono i trends del mercato in cui operate e su cosa occorre migliorare? “La tendenza attuale predominante è portare la shopping experience all’interno del Retail Store. Oggi si può facilmente acquistare online, e sempre più lo sarà in futuro, pertanto la sfida principale sarà quella di giustificare l’ingresso delle persone nel punto vendita. La risposta è legata a una shopping experience che dovrà essere talmente interessante da motivare lo sforzo pur di viverla. Teniamo presente che, più tempo si riesce a intrat-

“La realizzazione di un nuovo format, così come il restyling di un negozio, passano sempre più attraverso strumenti di retail intelligence ed ecosostenibilità. Con la nostra divisione interna, Grottini Lab, monitoriamo il comportamento del consumatore. Attraverso i nostri software proprietari, sensori e telecamere, riusciamo ad analizzare il percorso dello shopper. Grottini Lab è un centro di ricerca per il retail che ha sviluppato una suite di tecnologie: Shopper Analytics, Planogram Management e Shelf Detector. In sintesi, Shopper Analytics converte le immagini in numeri, evidenziando i punti più frequentati di un negozio, (zone calde e fredde), e le interazioni del consumatore con i prodotti esposti. Il Planogram è un indicatore della performance dello store; mentre Shelf Detector è la tecnologia che verifica la disponibilità dei prodotti a scaffale, sulle appenderie e sui materiali per l’esposizione preferenziale. In termini di ecosostenibilità, siamo un’azienda certificata ISO14001, ricerchiamo partner che condividano questa filosofia green e che forniscano certificati FSC. Ci avvaliamo dello sviluppo unico di un nostro inceneritore che ricicla segatura e fornisce calore o aria condizionata per il nostro lavoro. Infine riutilizziamo componenti e materiali derivanti dalle nostre lavorazioni per confezionare e spedire le nostre merci.” Dove diamo appuntamento ai nostri lettori? “Presso la nostra sede in Porto Recanati, nei nostri uffici e stores in tutto il mondo e saremo presenti al fuori salone del mobile, di prossima edizione, dove esporremo dei Mock-up della lounge Alitalia che sarà realizzata a Fiumicino”.


Crystalscape Beauty Salon Tokyo | Design Moriyuki Ochiai Architects | Photo Fumio Araki

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Design

Luca Preti

Il design storico nel cuore di Milano di Alessia Portelli

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Luca Preti, milanese, classe 1976, è nato e cresciuto nel cuore di Milano, nel quartiere Brera, dove da sempre respira l’aria e il fascino della Milano d’altri tempi.

Una Milano che si affaccia quotidianamente all’arte e che ci accoglie in un’atmosfera preziosa e raccolta di stradine, negozi, ristoranti e botteghe. A pochi passi dalla casa in cui cresce Luca, si trova l’Accademia di Brera, dove studia. Un percorso nel mondo degli oggetti

La sua è una vetrina storica. Ogni singolo pezzo è unico, con un’affascinante storia di provenienza da svelare. storici, quasi segnato il suo. Dal papà antiquario in San Marco, passano volti di artisti eclettici, creativi e appassionati del bello. Studia e si appassiona all’arte e al design del ‘900, ne approfondisce ogni aspetto fino a diventarne un massimo esperto. Con circa 20 anni di attività, si dedica ad una accurata e appassionata selezione di modernariato e design. Il suo lavoro è sempre rivolto alla ricerca

di specifici articoli di design storico italiano. Dalle lampade di Fontana Arte, Arteluce, Arredoluce, Stilnovo, ad altri progetti dei designer e architetti italiani come Giò Ponti, Ettore Sottass, Ico Parisi, JoeColombo, Angelo Mangiarotti, Franco Albini, Gino Scarfatti, Borsani, Venini, Gianfranco Frattini, Nanda Vigo, e molti altri. Luca Preti, in questa intervista per Beesness, racconta di come la sua attività si sviluppa tra la ricerca di oggetti rari, collezioni, mostre e contatti con clienti selezionati. La sua è una vetrina storica. Ogni singolo pezzo è unico, con un’affascinante storia di provenienza da svelare. Tripudio di creatività e libertà! Entrando in questo elegante negozio si può trovare un mondo: quello del design italiano del ‘900. Cosa si intende per design storico? “Per design storico intendo quei prodotti disegnati da designer negli anni passati che oggi nella maggior parte dei casi sono usciti dalla produzione. Sono creazioni senza tempo, espressioni di creatività che si possono tradurre in una lampada, piut-

tosto che in un oggetto o in un mobile.” Quali sono gli autori che più hanno segnato il design del ‘900? “Gli autori sono tanti, soprattutto dal dopoguerra in poi in Italia hanno lavorato tanti architetti e designers che oggi sono riconosciuti a livello internazionale, ma tra i protagonisti principali sicuramente c’è Giò Ponti che con la sua linea evoluta ed inconfondibile ha partecipato alla rinascita del design italiano del novecento. Tra i miei preferiti: Ettore Sottsass, che ha sempre trasmesso forti emozioni usando come strumenti forme e colori. Oppure Franco Albini che è stato tra gli architetti più rigorosi del XX secolo italiano. Ma anche il designer Giorgio Sarfatti, creativo e fondatore dell’Arteluce, ha segnato la storia del design italiano. E Joe Colombo tra i più rinomati designers degli anni ’60 che credeva fortemente nel futuro, progettando nuovi modelli abitativi e nuove idee nell’arredamento che ancora oggi risultano moderne. Nanda Vigo, che opera tuttora ed è impegnata su molteplici progetti che spaziano tra arte, architettura e design.” marzo/aprile 2018

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Com’è nata la tua passione per il design e come è diventata un lavoro? “È nata dallo studio dell’arte moderna. Il futurismo con i mobili disegnati da Giacomo Balla e Fortunato Depero mi ha dato lo scatto reattivo contro lo stile classico. Saranno poi gli approfondimenti sull’arte degli anni ’50 e ’60 a coinvolgermi totalmente allo studio dei progetti di design dell’epoca ed al connubio tra arte e design.

"La Triennale di Milano è sicuramente un indirizzo importante per conoscere il design italiano. "

Come avviene la ricerca dei pezzi e qual è il target dei vostri clienti? "Avendo un’attività di “ bottega”, la vetrina è sempre esposta al passaggio, quindi molti clienti mi propongono pezzi di design. Spesso, soprattutto in città, c’è chi (causa trasferimento da una casa grande ad una di minor dimensione) non può permettersi di riadattare alcuni mobili, lampade, ecc. nella nuova casa, e quindi decide di venderli. Solitamente i miei clienti sono appassionati dei pezzi “introvabili” del design." Quali sono per te i luoghi, le mostre, gli eventi dove poter ammirare il design di questo periodo storico? "La Triennale di Milano è sicuramente un indirizzo importante per conoscere il design italiano. Bisogna poi seguire le varie mostre monografiche dove spesso si possono scoprire progetti inediti, prototipi, ecc." Qual è la tua visione del design moderno e cosa rimane costante per definirlo design? 30

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"Attualmente la tecnologia e la comunicazione stanno procedendo molto velocemente ed il design ne segue. La tastiera del pc ha preso il posto della matita. Certi progetti che un tempo occupavano molto tempo di esecuzione e costi, oggi non vengono quasi più presi in considerazione. È un peccato quando spesso mi capita di acquisire mobili che dopo un breve esame sui materiali e sull’esecuzione, comprendo che oggi non varrebbe la pena riprodurre. Ci sono alcuni brand, oggi, che riprodu-

cono dei progetti storici come Cassina. Tra i brand contemporanei, quelli che più mi piacciono sono Edra e Cappellini ai quali si affiancano famosi designer con nuove idee, così come Artemide e Flos. Viviamo in un continuo cambiamento con nuove idee e ricerca di materiali, e credo che come l’arte sia figlia del suo tempo, anche il design non possa farne a meno."


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Design

Alessandro Luciani L’eclettico: dall’aerospazio al design A cura di Laura Lamarra

Foto By Yuma Giuseppe Migliaccio


Foto By Richard Cadan

Talento emergente sul panorama internazionale, pluripremiato agli “International Store Design Awards”, si definisce un “Eclettico” per eccellenza, con forte spirito di curiosità ed osservazione, appassionato della vita e della sperimentazione in tutte le sue molteplici espressioni, dallo sport, alla musica, dallo studio dell’arte pasticcera, alla moda, dalla progettazione al design.

Quale tra queste passioni segna il suo debutto professionale? “Ho sempre praticato sport agonistico, (in particolare sci ed automobilismo), e la mia famiglia di origine romana, con oltre 100 anni di storia commerciale alle spalle, aveva allora e continua tutt’oggi, grazie all’impegno di mio fratello Carlo, un negozio di articoli sportivi nella splendida e tranquilla Rieti. Dopo le scuole superiori avrei voluto fare lo stilista, iscrivendomi all’accademia di moda e Costume di Roma, il Design, lo stile era la mia grande passione, ma non fu possibile. Feci una scelta più razionale laureandomi all’ISEF con una tesi unica, “la preparazione psicofisica degli astronauti”, nel 92’ sconosciuti alla quasi totalità della popolazione Italiana. Il mio inserimento come figura professionale qualificata all’interno del negozio di famiglia dove ho lavorato per circa 10 anni ed imparato tanto è stata una naturale conseguenza.” Quando si è eclettici vi sono barriere di tempo e spazio? “Non per me che da sempre vivo mentalmente proiettato al futuro, un po’ meno

al presente. Con questo spirito decisi di rinnovare il look del negozio di famiglia, ripensando tutta l’esposizione merceologica e ridisegnando tutti gli arredi, mi premeva particolarmente introdurre una visione più moderna che valorizzasse maggiormente il prodotto, rendendolo più attraente per i clienti, oggi definita Visual Merchandising. Fu molto apprezzato da tanti negozi di tutta la regione e oltre, in particolare dai giovani, ho cominciato così a vendere la mia visione di negozio e gli arredi da me disegnati. La sfida, tipica delle discipline agonistiche e il mettermi continuamente alla prova, mi hanno condotto ben presto alla ricerca della mia strada personale. Nel 2000 sono stato chiamato, sorride compiaciuto, a ideare e realizzare completamente il negozio di un cliente a Roma. Fu lo stimolo ad una nuova avventura che nasceva da una mia grande passione, questa volta scelsi di seguire le mie emozioni ed oggi posso ritenermi fortunato ed orgoglioso di fare una entusiasmante professione.”

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Foto By Sanda De Feudis

“Amo ricordare ad esempio il progetto che ho fatto per Red Sox, un’installazione molto particolare con oltre 600 rose vere presso la Rinascente di Milano lo scorso anno, premiato all’ultima edizione del Retail Institute Award Italy.” Qual è e com’è giunto il progetto che ha rappresentato il suo trampolino di lancio? “Ritengo debba ancora arrivare ma ci sto lavorando. Certamente l’ultimo progetto che ho sviluppato per il top brand cinese di telefonia, Huawei, che ha inaugurato recentemente il primo experience flagship store a Milano, sta avendo un grande 34

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riscontro internazionale. Questo progetto mi ha consentito di mettere in campo e far apprezzare le mie competenze e capacità e applicare quello che in questo momento coltivo di più, una visione ed un approccio «olistico» del progetto, esempio dell’ottimo lavoro di squadra svolto insieme al Retail Team Huawei, che ringrazio, e all’azienda Grottini che lo ha realizzato. Un progetto per me significativo è stato senza dubbio «il Gommista del Futuro», concept progettato per la Pirelli Tyre l’anno che entrò in F1. Mi piace dare valore alle cose, trasmettere emozioni e coltivare una filosofia progettuale «antropocentrica». Amo ricordare ad esempio il progetto che ho fatto per Red Sox, un’installazione molto particolare con oltre 600 rose vere presso la Rinascente di Milano lo scorso anno, premiato all’ultima edizione del Retail Institute Award Italy; cosi come i progetti delle prestigiose boutique, in Italia e all’estero, del marchio di alta orologeria U-Boat. In vista della prossima edizione del Salone del Mobile alle porte, sarò presente con particolari

pouf a forma di uova, che ho disegnato per lo stand della ditta Grottini all’ultima edizione dell’Euroshop, suscitando grande curiosità e che saranno esposti in uno spazio nel cuore di Brera.” È sempre stato alla ricerca della sua strada personale, oggi sente di averla finalmente trovata? “Non credo che la troverò mai, oggi sento di aver maturato tante esperienze importanti, arricchenti e di qualità, che mi rendono consapevole di poter dare ancor di più rispetto a quanto sin qui fatto. Mi sento pronto per una vera e propria direzione creativa, portando avanti una visione più ampia che possa creare una forte e coordinata Brand Identity espressa in tutti i dettagli, e dare spazio a ciò che il mio estro e la mia competenza possono sprigionare, in un processo personale di continuo miglioramento e di ricerca. Sono convinto che la creatività e il Design saranno la salvezza del Retail tradizionale e non voglio farmi trovare impreparato.”


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aggiuntivi.


Design

Raffaella Cappelli

L’arte di tramutare i sogni in realtà A cura di Laura Lamarra


Nata a Chiavari nel ’77, con sede legale a Rapallo e operativa a Forte dei Marmi, Milano e Genova, ama definirsi “architetto in senso proprio”, ossia il professionista che accompagna, nel suo caso specifico, il privato nella realizzazione dei suoi sogni, dalla casa, all’ufficio, all’ideazione, creazione e allestimento di spazi speciali.

Una passione per l ’architettura e il design, del tutto personale, non ereditata dalla famiglia, nata sui banchi di scuola, dall’amore per il disegno, sviluppatosi poi nella storia dell’arte, nelle scienze tecniche e di architettura all’Università di Genova. Dopo aver studiato e lavorato con Benedetta Spadolini, lascia il contesto ligure per approdare a Milano e divenire partner dello studio di architettura Micheletti&Partners. Sviluppa esperienze in Italia e all’estero, in lavori che ama definire di “progettazione sartoriale”, per la riconosciuta e ricercata capacità di interpretare e creare ambienti e oggetti di dettaglio, non comunemente in commercio, e per la bravura, tipica delle maestranze artigianali italiane, nel disegnare e realizzare spazi privati.

e di progettazione e ricostruzione di ville, sino al dettaglio dell’interno e alla scelta dell’opera d’arte da posizionare in un particolare spazio. Sono lavori che durano all’incirca 2 anni. Ho altresì maturato una notevole esperienza in ambito paesaggistico. Negli ultimi 6 anni, avendo concentrato l’attività in Versilia, ho lavorato con vivai in Pistoia, quali Mati 1980 e Innocenti e Mangoni; grazie ai quali ho potuto progettare e realizzare giardini privati e parchi di notevole importanza, con lo stesso metodo e dedizione con cui si curano i dettagli degli interni di una villa”. Quali sono i trend del mercato del design in termini di stile, gusti e scelta di materiale? “Si assiste a un ritorno alla funzionalità, senza perdere la ricerca della bellezza, del dettaglio, del materiale. Abbiamo visto un estremizzarsi di ambienti interni che sembravano più show-room che case. Tuttavia la casa è luogo da vivere e come tale deve essere necessariamente confortevole. Ciò, a mio avviso, ha por-

tato nuovamente a un’evoluzione verso la funzionalità del progetto, senza tuttavia perdere l’utilizzo di materiali innovativi e di dettagli che riescono a far trasmettere alla casa qualcosa di unico e di diverso. Si è perso il minimalismo estremo e, anche per il periodo storico non facile, la sensazione che si vuole vivere negli ambienti è di comfort e personalizzazione. Quest’ultima si crea con la storia e l’utilizzo di oggetti che derivano dalla ricerca che il progettista fa insieme al cliente: pezzi creati ad hoc, di sua proprietà o cercati all’asta, capaci di conferire un senso di particolare calore alla casa, creando un’atmosfera che trasmette benessere”. L’attenzione alla sostenibilità ambientale è un driver che indirizza le scelte operative nel tuo settore? “Certamente. Vi è un diffuso utilizzo del vetro, altamente riciclabile, e di alcuni materiali che hanno un certificato lead elevato ma che, a fronte di costi troppo elevati, rappresentano per noi architetti ancora una vera e propria sfida. In

Qual è la richiesta che più usualmente ti rivolgono? “Realizzare idee di ville, spazi interni, oggetti di dettaglio, che siano altamente personalizzate. Seguo il cliente dall’inizio alla fine, dall’idea embrionale alla realizzazione fattiva. Negli ultimi anni gestisco progetti complessi in Versilia, di demolizione di immobili preesistenti marzo/aprile 2018

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generale, in Italia abbiamo la fortuna di avere a km zero l’eccellenza a livello mondiale, cosi come per il cibo, anche per i materiali: dal legno, al marmo, alle tappezzerie, alla manifattura manuale nella finitura delle pareti. Materiali e maestranze eccelsi che, specie nei progetti di lusso, sono le nostre scelte pre-

“Si assiste a un ritorno alla funzionalità, senza perdere la ricerca della bellezza, del dettaglio, del materiale.”

valenti. Si assiste a una predilezione per marmo e legno per pavimentazioni; mentre per le pareti vi è un ritorno alle carte da parati, ai tessuti naturali per le tappezzerie, agli stucchi, al gesso e alle 38

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interpretazioni dello stesso in chiave più moderna, come pareti materiche che con le luci riescono a creare,all’interno degli ambienti, effetti di calore e movimento molto gradevoli. La luce naturale/artificiale e lo studio illuminotecnico degli ambienti interni ed esterni hanno una funzione fondamentale nella riuscita del progetto e degli scenari in cui ci si troverà a vivere gli spazi ideati. Per gli esterni, il cliente segue molto le ultime innovazioni in commercio e le esigenze di praticità e funzionalità spingono verso la scelta di materiali che non si rovinano nel tempo, come composti di legno e resina che offrono garanzie decennali in termini di integrità. Per gli arredi esterni prevalgono l’alluminio verniciato, la resina e il vetro e la ricerca tecnologica sulle fibre per i tessuti da esterno, come per l’interno, ci permette di spaziare in una vasta gamma di scelte e soluzioni innovative e garantite nel tempo. L’esterno, dallo studio del verde all’arredo, diventa la continuità dell’IN nell’OUT , ampliando la casa con tutti i comfort immersi nella

natura di una terrazza, di un giardino, di un parco”. Trovarsi di fronte ad un nuovo cliente è ogni volta una sfida. Come si riesce a tradurre idee potenziali e spesso confuse in realizzazioni concrete e vincenti? “Personalmente ascolto tantissimo il cliente, la sua idea di villa al mare o di casa in città, i suoi desideri, non immediatamente espressi con la funzionalità


dell’ambiente o con i dettagli dei materiali. Non impongo il mio stile personale e cerco di interpretare al meglio, mettendo a disposizione del cliente l’esperienza e gli strumenti giusti per realizzare il sogno. Amo l’idea di sfidare progetti diversi e riuscire a realizzarli con soddisfazione del cliente. Ad esempio, dal racconto della grande passione per le ville di Miami da sempre agognate, dall’idea di casa della vita da lasciare in eredità ai figli, ricreando in stile italiano l’opulenza e la ricchezza delle ville americane molto accessoriate e dettagliate, sono scaturite l’ideazione e la realizzazione della villa classica riportata in foto. Per essa ho ricercato pezzi di alto antiquariato in Italia e creato oggetti che si sposassero con lo stile desiderato. In contrapposizione, l’altra villa in foto è frutto dell’ascolto e dell’interpretazione dell’amore del cliente per il minimalismo, abbinato altresì alla ricerca di un ambiente accogliente, riscaldato dalle luci, dai dettagli e dagli oggetti d’arredo. Una casa moderna minimale ma calda che ha condotto a selezionare e personalizzare articoli di design italiano, abbinando toni dei marmi e tappezzerie

che rendessero il calore e la familiarità che il cliente desiderava”.

"Energica, estroversa e generosa, sono attributi della mia personalità che si riflettono inesorabilmente nei progetti che seguo."

Oltre alla preparazione tecnica e all’ascolto attento e senza filtri, quali sono i punti di forza del Tuo approccio al cliente? “Energica, estroversa e generosa, sono attributi della mia personalità che si riflettono inesorabilmente nei progetti che seguo. Negli ultimi 10 anni ho gestito l’ideazione e la realizzazione di almeno 6 ville; progetti complessi che hanno richiesto molta creatività e dedizione e

che mi hanno appassionato, rimanendomi nel cuore tutti in egual misura. Il mio rapporto con il privato si trasforma sempre in una bellissima amicizia e ogni progetto diventa un’esperienza di vita, vera e propria, totalmente coinvolgente. Infine, ho voluto affiancare alla parte creativa, che si alimenta ogni giorno con il mio vivere e osservare ciò che mi circonda, una componente non tipicamente nota come punto di forza proprio della figura dell’architetto, quella manageriale. Ne ho fatto parte fondamentale del mio approccio al cliente. A seconda del lavoro che mi viene richiesto, creo la mia squadra, team specializzati composti, all’occorrenza, da assistenti amministrativi, ingegneri, meccanici e strutturali. Sono in grado, in tal modo, di offrire al cliente una progettualità sostenibile non solo sul piano creativo e tecnico ma anche dal punto di vista gestionale ed economico. Una progettualità sostenibile per realizzare il sogno”. rcappelliarchitetto@gmail.com

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Centri Commerciali Design

La nuova tendenza è Ultraviolet Quando la moda influenza il design A cura di Patrizia Saolini

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La nuance ultraviolet pervade non solo le collezioni fashion ma esprime il massimo della creatività nell’espressione dei maggiori designer del living contemporaneo Noi di Beesness vi proponiamo un’accurata selezione di complementi di arredo ispirati al Pantone più gettonato della stagione. Ultraviolet, ovvero la parola d’ordine per le aziende del design che sfidano il passare del tempo rimanendo sintonizzati sui gusti dei millenials. Non solo una moda di passaggio intercettata sulle passerelle delle fashion week internazionali ma un vero e proprio inno di emancipazione cromatica che vede protagonista uno dei colori più contestato sul fronte scaramantico, il viola appunto, diventato sempre più vivido e iper pigmentato nella moderna versione ultraviolet. Se il colore viola rimane ancora tabù per le prime a teatro e per le interviste televisive, i designer hanno trovato il coraggio di cavalcare l’onda del colore Pantone per l’anno 2018 introducendo nelle collezioni moda, beauty e persino nella gioielleria, degli eclettici mix che spaziano dal lilla tenue al più impavido dei viola. L’ambito del design non è da meno e con reverenza magistrale verso il colore più “spirituale” di Pantone, i maestri dell’innovazione come Stark e le aziende di rilievo come Kartell hanno colto l’occasione per riproporre i pezzi più iconici nel gettonatissimo colore di stagione. Il risultato? Audace e fuori dagli schemi, rispecchiando quel tocco di vanità personale tanto in voga anche sui social network planetari. Ed è sulla scia delle più interessanti proposte di interior design che la nostra selezione di complementi di arredo ultraviolet svela il desiderio di rinnovare gli ambienti più classici per renderli più freschi e un po’ speciali.

Sgabello New Bubu di XO Bubu I, icona del design democratico firmato Philippe Starck, qui fotografato nella versione ultraviolet, uno dei 12 nuovi colori pop-chic che si combinano tra di loro divinamente. Bubu è dotato di un coperchio che si solleva e permette di riporvi dei piccoli oggetti inoltre, grazie ai suoi piedini a forma di corona rovesciata, taglia i ponti con tutti gli altri sgabelli convenzionali diventando must have stagionale.

colori, la brillantezza e la morbidezza di ogni tessuto. Dimensioni: 170 x 240 cm Prezzo: 1.218 euro

Dimensioni: Ø32,5 x h44 cm Prezzo: 58 euro

Comodino Small Ghost Buster di Kartell La famosa famiglia Ghost di Philippe Starck si amplia per far spazio al comodino Ghost Buster destinato ad essere una futura icona del design in quanto può essere posizionato ovunque ed avere anche funzione di tavolino d’appoggio all’estremità del sofà. Dimensioni: L40 x H57 x P37 cm Prezzo: 275 euro Tappeto Natural Tatami di Nanimarquina Natural Tatami è un elemento d’arredo unico, in quanto riprende l’intreccio tradizionale dei tatami giapponesi. La fibra di iuta e la lana vergine proveniente dalla Nuova Zelanda sono filate a mano e rendono speciale ogni singolo tappeto che risulta anche essere morbidissimo al tatto. I l colore va r ia i n base a l l ’ i nc l i nazione delle fibre e per essere in linea con la cultura eco-friendly del brand, Nanimarquina ha introdotto l’eco-lavaggio: i tappeti sono infatti lavati con il prodotto Ecosheen, biodegradabile e privo di prodotti chimici, che ravviva i marzo/aprile 2018

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Fodera per caraffa Stoppe di Eva Solo Questa fodera in neoprene con chiusura a zip si adatta alle caraffe Stoppe-goutte da un litro di Eva Solo. Se non le conoscete, oltre ad essere super ergonomiche e pratiche, sono anche versatili, tanto da poter cambiare a piacimento il look o il colore a seconda del servizio da tavola che avete scelto. Il rivestimento mantiene le bevande alla temperatura desiderata persino per un’ora, inoltre, il neoprene fa sì che la caraffa non scivoli dalle mani e protegge quando la bevanda è troppo calda. Prezzo: 15 euro La caraffa è venduta separatamente a 39,95 euro.

gli splendidi colori ispirati ai colori della moda. Ideato da Nicholai Wiig Hansen, Geo è un must per matenere le vostre bevande fredde o calde, in modo elegante! La sua capacità è di 1 litro. Dimensioni: Ø16,5 x H20 cm Prezzo: 68 euro

Tappeto Calder di Nanimarquina Ispirato ai mobili del celebre scultore americano Alexander Calder, questo tappeto rende omaggio al pioniere dell’arte cinetica, trasferendo a terra le sue forme mobili. L’originalità di questo tappeto consiste nella forma irregolare e non convenzionale. A seconda dell’angolo di osservazione, Calder appare più o meno affusolato, passando dalla forma sferica alla forma ovale. Particolarmente morbido e piacevole al tatto, questo tappeto 100% lana è disponibile in colori vivaci e intensi. Vera e propria opera d’arte, Calder è un tappeto con lavorazione tufted a mano. La sua produzione richiede un know-how di eccellenza: utilizzando una pistola manuale ad aghi, la lana viene inserita filo per filo nella base e fissata con lattice. Dimensioni: 120 x 90 cm Prezzo: 493 euro

Poltrona Lago di Driade Disegnata nel 2005 da Philippe Starck, Lago è un classico del design. Questa poltorna propone un’armonia perfetta tra le linee avvolgenti, la scocca e il design aereo delle gambe fini e delicate. La struttura è in poliuretano rigido, la base in alluminio. La finitura laccata molto brillante sottolinea l’eleganza della linea: un bell’oggetto! Dimensioni: L60 x P54 x H80,5 cm Seduta: H45 cm Prezzo: 653 euro

Vaso per fiori luminoso Bloom di Bloom! Non solo un vaso per i fiori e piante ma anche un’allegra ed inconsueta lampada. Realizzato in polietilene a parete doppia, è a tenuta stagna, adatto sia per interni che per esterni. Bloom! somiglia a un vaso da fiori in terracotta da giardino ma in realtá è perfetto per dare un tocco di luce agli ambienti interni. Anch’esso super versatile, si può riempire di ghiaccio ed usare per tenere in fresco le bottiglie di vino o le bevande fredde. Dimensioni: H40 x Ø 44 - Lung cavo 5,60 m Prezzo: 129 euro 42

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Brocca isotermica Geo di Normann Copenhagen Un design minimal, dalle linee maschili e nette, sottolineato da associazioni di colori vivaci e forti: ecco l’essenza della caraffa isotermica Geo. Ci piace il suo design classico dalle influenze retrò e

In vendita su kartell.it, driade.com e madeindesign.it


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Design

Turismo verde Design in verde − Percorsi di primavera di Cinzia Meoni

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È questa la stagione migliore per scoprire come gli architetti del paesaggio abbiano creato, già cinquecento anni fa, un "made in Italy” riconosciuto nel mondo: i giardini all’italiana, un’eccellenza da scoprire.

La primavera è la stagione ideale per scoprire il design in verde, i grandi giardini storici italiani, prendono spunto magari per trascorrere un week end in uno dei mille borghi che rappresentano il patrimonio artistico del Paese. “Nel ‘500 l’idea di made in Italy era legata ai giardini e, in particolare, alla struttura dei giardini all’italiana” sostiene Judith Wade, anima e numero uno del network i Grandi Giardini Italiani. Non è un caso che, nel corso dei secoli, l’Italia sia stata

spesso definita da poeti, viaggiatori e intellettuali il giardino d’Europa. Oggi il network Grandi Giardini Italiani, fondato nel 1997, si propone di far conoscere al pubblico 125 parchi, pubblici o privati, di interesse artistico storico e botanico. Alla base dell’iniziativa di Wade infatti vi è quella “di aprire i giardini a tutti e di farne una proposta culturale”. “Sono oltre otto milioni le persone che, da tutto il mondo, visitano ogni anno i nostri giardini” sottolinea l’esperta, augurandosi

poi che i grandi giardini possano godere di una crescente attenzione come veri e propri monumenti rappresentanti, attraverso il design appunto in verde, la storia del Paese. 500 ANNI DI DESING DEL VERDE “Per un percorso ideale nella storia dei giardini italiani, consiglierei di partire da Palazzo Farnese, icona dei giardini all’italiana rinascimentali dove l’uso bosso in forma geometrica, la presenza di grotti, fontane e corsi d’acqua artificiali sottolineava la consapevolezza raggiunta dell’uomo artefice di se stesso e «addomesticatore» della natura” commenta l’esperta. Come seconda tappa l’esperta suggerisce, Villa Garzoni in Toscana, emblema di un ‘600 in cui i palazzi aristocratici ospitavano luoghi

“Nel ‘500 l’idea di made in Italy era legata ai giardini e, in particolare, alla struttura dei giardini all’italiana.”

di svago e cultura per le corti, divenendo centri di relazione personali e politiche. Al terzo posto, nel piacentino, l’ideatrice dei Grandi Giardini Italiani marzo/aprile 2018

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propone Grazzano Visconti, un giardino ottocentesco che abbraccia il castello di famiglia. “Suggerisco poi un luogo del cuore davvero special Casa Coseni, una villa siciliana con un giardino art déco dei primi anni del ‘900” spiega Wade. A chiudere la magnifica cinquina, come emblema di un percorso nel verde che da privato diventa sempre più aperto verso il pubblico e l’intera cittadinanza, per Wade vi è il Parco Sigurtà sul Mincio, un giardino pienamente accessibile anche alle persone diversamente abili e la cui gestione è all’insegna della sostenibilità. GIARDINI DI PALAZZO FARNESE Il complesso è stato ideato dall’architetto Jacopo Barozzi da Vignola su commissione del cardinale Alessandro Farnese a Caprarola (Viterbo). Nei giardini Vignola ha realizzato la sintesi tra natura e artificio architettonico caratteristico delle ville del Lazio del Cinquecento. L’ingresso costa 5 euro. 46

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GIARDINO STORICO GARZONI Il giardino di Collodi (Pistoia) è incastonato in una collina dove il percorso si dipana tra vialetti, fontane e giochi d’acqua alla scoperta del labirinto, del teatro della verzura, del viale dei poveri

fino alla villa. Il primo architetto fu probabilmente Romano di Alessandro Garzoni intorno al 1633. Un secolo dopo Diodati Ottaviano, architetto del paesaggio del ‘700 e traduttore dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, ha concorso a


disegnare aree del giardino e la Palazzina d’Estate. Il giardino è aperto da marzo a novembre, l’ingresso costa tra i 10 e i 13 euro a seconda della stagione. CASTELLO DI GRAZZANO VISCONTI Centocinquantamila ettari di parco custoditi a Grazzano Visconti, appena fuori Piacenza. Il castello del XIV secolo ospita il giardino ancora oggi di proprietà della famiglia Visconti e attorno a cui, agli inizi del ‘900, Giuseppe Visconti di Modrone ha voluto ricreare un borgo di all’atmosfera medioevale. Il parco è stato ideato e realizzato tra fine ‘800 e inizio ‘900 sempre da Giuseppe Visconti di Modrone (padre di Luchino Visconti che qui trascorse l’infanzia) come giardino eclettico in cui convivono le simmetrie del giardino all’italiana e l’atmosfera romantica. Il parco è aperto al pubblico con visite guidate nei week end e nei giorni festivi. L’ingresso costa 8 euro. GIARDINO E CASA COSENI Casa Coseni si trova nella parte collinare di Taormina ed è stata costruita a inizio ‘900 dal pittore inglese Rober Kitson divenendo presto centro artistico internazionale. Da qui infatti sono passati, tra l’altro, Pablo Picasso, Salvador Dalì, Henry Moore e Ezra Pund e, in un periodo successivo, Tennessee Williams, Bertrand Russell e Henry Faulkner. La casa custodisce collezioni a testimonianza del tradizionale Grand Tour Inglese e una sala da pranzo di Frank Brangwin, tra i primi decoratori di Tiffany. Lo stesso Brangwin ha disegnato anche il giardino della villa, utilizzandole prospettive sull’Etna e sul golfo di Naxos e il paesaggio come elementi decorativi. Nel giardino le piante africane si mescolano agli agrumi siciliani e alle rose inglesi. Casa e giardino sono aperti dalle nove di mattina fino a un’ora prima del tramonto. L’ingresso costa 15 euro. PARCO GIARDINO SIGURTÀ Boschi, fioriture straordinarie (un milione di tulipani, oltre giacinti e narcisi), un labirinto con 1500 esemplari di tasso, specchi d’acqua e ninfee, il viale delle rose e distese erbose per complessivi

600mila metri quadrati di parco voluti, a metà del 900, da Carlo Sigurtà, industriale farmaceutico innamoratosi di Valeggio sul Mincio. Alcune aree del parco sono state disegnate da Cocker Henry, tra i più noti architetti del passaggio del novecento. Oggi il parco, a metà strada tra Verona e Mantova, continua ad essere della famiglia Sigurtà ma tra marzo e novembre è aperto al pubblico. L’ingresso costa 12,5 euro.

La magnifica cinquina dove la primavera è in festa Castello di Pralormo (Torino) dove si attende la fioritura di 80mila tulipani e narcisi e la fioritura dei ciliegi giapponesi. Ad aprile ha luogo la manifestazione “Messer tulipano”. Giardini botanici di Vi l la Taranto (Verbania-Pallanza) In primavera trionfano tulipani (sono piantumanti oltre 20m i la bu lbi d i 65 va r ietà diverse), muscari (oltre 40mila bulbi che formano un tappeto blu) e narcisi e fioriscono azalee, rododendri, forsizie e magnolie. Isola Bella a Stresa Rododendri e camelie, oltre a una magnifica collezione di rose trovano posto nel celebre giardino all’italiana del Lago Maggiore. Isola Madre a Stresa. Per Gustave Flaubert era “il luogo più voluttuoso al mondo”. Da non perdere la fioritura primaverile di rododendri, camelie, azalee, e magnolie. Oasi Zegna a Trivero sulle Alpi Biellesi. Un ambiente voluto e ideato da Ermenegildo Zegna a partire dal 1938. Da non perdere la conca dei rododendri.

Alla base dell’iniziativa di Wade infatti vi è quella di aprire i giardini a tutti e di farne una proposta culturale.

Living nature, la natura dell’abitare Dal 17 al 25 aprile in Piazza dl Duomo a Milano prende vita un progetto tutto in verde per Salone del Mobile sviluppato dallo studio di design e innovazione Carlo Ratti Associati. Sono stati prev isti quat tro microcosmi naturali e climatici, in rappresentanza delle quattro stazioni dell’anno, racchiusi in un ambiente di 500mq concepito con criteri di risparmio energetico. Il progetto punta alla “riconciliazione tra gli spazi domestici, urbani e la natura” oltre che sulla proposta di “soluzioni sostenibili e realmente applicabili”.

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IKN Italy

Le nuove frontiere dell’industria 4.0 per la catena alimentare A cura di IKN Italy

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Quali soluzioni in termini di qualità, innovazione e sicurezza è necessario integrare per garantire la sicurezza alimentare in filiera. A seguito del Piano Calenda rivolto allo sviluppo economico e industriale si stima che il 61% delle imprese sta investendo in piani di Industry 4.0 portando entro il 2030 una crescita del 25% dell’industria manifacturing per un giro d’affari di circa 1.7 miliardi di euro. Le aziende si trovano a ridefinire il Digital Readiness, ovvero comprendere come leggere le opportunità delle nuove tecnologie e come valutare e definire le skills operative necessarie. Un grande beneficio nella riuscita dello sviluppo industriale è, per le aziende, saper identificare e classificare le utilità delle tecnologie focalizzando gli investimenti volti a: • •

Sviluppare una connected factory grazie all’IoT Implementare soluzioni di Cloud ma nufac tuting e d i Industr ia l Analytics Automatizzare i processi grazie alla realtà aumentata, scanner e printing 3D e wearable technology

Antonio Nespoli Group Research, Development and Quality, Quality&Food Safety Governance and TPA Barilla Automazione e Robotica ridefiniscono la relazione uomo-macchina. Come la tecnologia può ridefinire il processo produttivo? Quali impatti per il controllo qualità lungo la filiera di produzione? "La tecnologia se unita alla conoscenza, alla modellazione dei processi produttivi, alla gestione della filiera, può dare grandi benefici sia agli aspetti di qualità che di food safety. Ad esempio: per la parte quality si pensi alla possibilità di controllare online i parametri di processo e quindi di anticipare eventuali derive qualitative. Per essere efficiente però è necessario capire cosa misurare, quali variabili influenzano

"La vera sfida per gli anni a venire sarà l’identificazione dei sistemi che ci aiutano a selezionare ciò che è importante."

presa. Come ridefinire la produzione, la componente logistica i processi di manutenzione e qualità con l’innovazione tecnologica nel rispetto delle normative vigenti? "Tutto ciò che è sicurezza ha sia una componente di gestione che è facilitata dall’introduzione della tecnologia ma anche una componente culturale che, sfortunatamente è molto poco influenzata dagli avanzamenti tecnologici. Lo sviluppo della cultura della sicurezza e della qualità è una delle sfide più importanti da portare avanti nelle industrie del futuro." Automazione e Cloud: come gestire il dato ottenuto per la realizzazione di piani di intervento strategico mirato alla conservazione e interpretazioni delle informazioni ottenute? "Uno dei paradossi dell’uomo moderno è che mano a mano che le informazioni a disposizione aumentano con l’accesso alla conoscenza grazie alla rete, proporzionalmente incrementa il nostro livello di ignoranza. Non riuscendo a processare tutte le info potenzialmente a disposizione, la vera sfida per gli anni a venire sarà l’identificazione dei sistemi che ci aiutano a selezionare ciò che è importante in un particolare contesto. L’intelligenza artificiale sarà la risposta?"

il risultato finale. Sui temi di Food safety invece un altro utilizzo della tecnologia sarà la verifica della Food Integrity, la riduzione cioè del rischio di frodi attraverso una applicazione più diffusa e puntuale della tracciabilità. Ma anche in questo caso la tecnologia va affiancata alla conoscenza e alla gestione del processo di approvvigionamento. Per essere sicuro di cosa sto ricevendo devo avere non solo la piattaforma di gestione (il software), ma anche ingaggiare i fornitori e far si che inseriscano le informazioni e garantire la loro affidabilità."

Riduzione dei costi e dei tempi di produzione, come è possibile?

Sicurezza sui luoghi di produzione, intesa sia verso l’uomo che verso l’im-

"Andremo verso un mondo in cui l’uomo dovrà contribuire ai processi attraverso

"L’integrazione dei sistemi, lo sviluppo di una sempre più accurata modellazione previsionale, tecniche di misura online, introduzione di controlli sempre più online, diffusione della cultura della qualità, analisi continua dei feedback provenienti da filiera, produzione, logistica e consumatore finale sono alcuni dei tools che aiuteranno a raggiungere questi obiettivi." Change management socio demografico, come cambia il concetto di lavoro con l’industria 4.0?

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tutto ciò che non è prevedibile e ripetibile, sfruttare in altre parole quelle caratteristiche che ci rendono diversi dalle macchine: la creatività, la capacità di astrazione e di pensiero laterale, la forza di lavorare in gruppo per un fine unico, la cultura. Il change management sarà difficile come tutti i cambiamenti, ma non ci sono altre strade, dovremo usare la nostra abilità di adattarci ad un mondo nuovo."

"Importante è sicuramente non partire con processi troppo complicati, dandosi obiettivi raggiungibili." Nicola Cilento Resp. Di Produzione e Stabilimento Agroittica Italia

Automazione e Robotica ridefiniscono la relazione uomo-macchina. Come la tecnologia può ridefinire il processo produttivo? Quali impatti per il controllo qualità lungo la filiera di produzione? “Le aziende oggi non possono permettersi di non prendere in considerazione tale opportunità. Importante è sicuramente non partire con processi troppo complicati, dandosi obiettivi raggiungibili. Come sappiamo l’automazione e l’integrazione di nuove tecnologie produttive hanno anche come scopo il miglioramento delle condizioni di lavoro e l’aumento della produttività e della qualità produttiva degli impianti. Sicuramente sistemi avanzati di produzione, sistemi interconnessi e modulari che permettono flessibilità e performance possono portare ad una riduzione dei costi e dei tempi di produzione. L’uomo deve rimanere al centro del progetto in cui il concetto di lavoro deve comprendere ancor più concretezza, efficienza e personalità nell’affrontare e gestire tali 50

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Quality Food Forum: PERCHÉ PARTECIPARE IKN a seguito di una decennale esperienza nell’organizzazione di eventi e corsi di formazione rivolte ai professionisti della produzione, confezionamento, manutenzione e controllo qualità del settore Food&Bev presenta la 1a edizione di Quality Food Forum, l’appuntamento dedicato approfondire sinergie e dinamiche operative e relazionali, messe in atto dai Responsabile controllo qualità, packaging e produzione per contenere i rischi diretti e indiretti per la salute pubblica, connessi al consumo di alimenti e bevande per salvaguardare la brand reputation. L’evento vuole comprendere come la digitalizzazione della fabbrica e l’implementazione di nuovi sistemi automatizzati ha permesso lo sviluppo tecnologico efficace ed efficiente degli impianti produttivi. Obiettivi: • Sfruttare le tecnologie più evolute per la produzione alimentare (raggi X, magneti , Metal Detector) per rilevare anomalie negli alimenti e contenere il rischio da contaminazione chimica e fisica • Valutare i rischi e la tutela della sicurezza lungo la filiera produttiva attraverso l’implementazione di sistemi di prevenzione per l’efficacia del controllo qualità • Approfondire le responsabilità penali, civili e amministrative dei soggetti coinvolti nei servizi di sanificazione ambientale, pest management e rilevazione corpi estranei in relazione alle normative nazionali e UE e ai requisiti delle certificazioni BRC, IFS e ISO per una gestione integrata dei sistemi di controllo NOVITÀ 2018 • 1 plenaria dedicata a comprendere le nuove frontiere dell’industria 4.0 • 3 tavoli interattivi per sviluppare soluzioni, metodologie e tecniche preventive • 2 tavole rotonde dedicate ai nuovi obblighi di etichettatura e agli interventi strategici di Pest Proofing • 3 Keynote Speech per individuare le strategie organizzative, procedurali e documentali da applicare in caso di crisi alimentare, da contaminanti chimici e residuali • 1 Inspirational Speech come benchmark di confronto dal settore sanitario • 1 workshop sul Pest Control Management per valutare quali tecniche di intervento sono necessarie per il contenimento del rischio di contaminazione


cambiamenti anche organizzativi. L’integrazione e l’interconnessione tra tutti gli attori del processo produttivo con scambio di informazioni in orizzontale e verticale risultano fondamentali per il raggiungimento di tali obiettivi.” Andrea Gorga Quality Manager Europe Gruppo Campari

Riduzione dei costi e dei tempi di produzione, come è possibile? I controlli qualità lungo la filiera produttiva giocano un ruolo fondamentale per i raggiungimento di due obiettivi cari a tutte le imprese: la riduzione di costi e tempi di produzione. Come è possibile? La risposta a mio avviso è molto semplice: “RCA” root causes analysis! Cerco di spiegarmi meglio. Ad oggi si punta sempre di più ad automatizzare le linee sia nei controlli qualità che nella registrazione dei fermi macchina, come giusto che sia; ma pochi dedicano, a mio avviso, il giusto tempo e l’expertise nell’analizzare questi numeri. Da una analisi accurata e con l’esperienza di personale altamente qualificato si è in grado di individuare le cause che generano prodotti con difetti o fermi macchina raggiungendo in un colpo solo i due obiettivi.

5 edizioni con oltre 90 relatori provenienti da 100 fra le più grandi aziende del retail e del food, rivolgendosi a più di 1000 partecipanti e a 50 sponsor.

Retail & Food Energy 2018 è “Inspiring Energy Manager” Dalla progettualità alla manutenzione degli impianti: come differenziare l’Experience e garantire Confort al cliente L’evento, giunto alla 6a edizione, è inoltre dedicato agli Energy Manager che puntano alla sostenibilità e alla propria crescita professionale. • • •

• • • •

1 giornata di convegno 2 sessioni tematiche dedicate al Retail e alla produzione Food & Bev 2 plenarie di approfondimento su: − impatti della riforma tariffaria trinomia − confronto fra energy manager e direttori commerciali − servizi di manutenzione − architettura, design e sostenibilità 3 tavoli di interazione fra industry: smaltimento rifiuti, re-lamping, smart grid e data analytics 1 indagine statistica per conoscere le scelte degli investimenti e il ruolo strategico degli energy manager con il commitment interno 1 Inspirational Speech l’achitettura e il design made in italy come espressione del progresso e dell’innovazione tecnologica 1 Award “Best Speaker 2018” dedicato alla premiazione del Relatore che espone le idee più innovative, smart e originali durante la giornata di convegno 8 Focus discussion sviluppati in tavole rotonde, panel e interviste

La 6a edizione del Retail & Food Energy è l’unica occasione per gli operatori del settore di analizzare gli argomenti più caldi dell’efficienza energetica, confrontarsi direttamente all’interno di dibattiti e di interazioni volte a favorire il networking, definire il ruolo degli Energy Manager nello sviluppo sostenibile della azienda in chiave 4.0. L’edizione vuole dare risposte concrete per comprendere come e dove orientare gli investimenti per contenere i costi dei consumi energetici e come sfruttare l’efficienza energetica per garantire confort nel punto di vendita attraverso il corretto funzionamento degli impianti energetici. www.retailenergy.it

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Design

WiP

Architecture Technical Engineering a cura della redazione

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WiP ARCHITECTURE TECHNICAL ENGINEERING è una società di professionisti altamente qualificati nella progettazione architettonica, urbanistica, ingegneristica e nella consulenza tecnica, che opera sul mercato in Italia e all’estero. WiP è in grado di generare progetti creativi e performanti, grazie alle esperienze professionali differenti ma complementari del suo management. Fondata a Milano nel 2000 da Federico Barbero, Nicola Di Troia e Marco Splendore, tre architetti dai profili diversi ma con un’unica vision, nel 2008 WiP accoglie nel gruppo Giuseppe Garbetta, responsabile dell’area TECHNICAL. WiP “Work in Progress” porta nel nome l’idea di un lavoro creativo in continuo sviluppo e rappresenta l’evoluzione dello studio di architettura verso modelli organizzativi di tipo aziendale, grazie alle competenze manageriali dei soci. Oggi WiP, con una struttura di oltre 40 professionisti e un’estesa rete di collaboratori sul territorio nazionale, è una realtà

multidisciplinare che opera in diversi settori: residenziale, direzionale, ospedaliero, turistico, commerciale e terziario. La società è suddivisa in tre macro aree di intervento – ARCHITECTURE, TECHNICAL e ENGINEERING – che possono agire singolarmente o nell’ambito di un progetto integrato grazie all’attività di Project Management, al fine di rispondere in modo efficace alle sempre più complesse esigenze dei soggetti pubblici e privati che operano nel settore immobiliare. L’area ARCHITECTURE, con le relative divisioni di Concept Design, Urban Planning, Architectural Design, DL/HSE, è in grado di sviluppare tutte le fasi della progettazione, dalla pianificazione preliminare delle attività alla consegna del manufatto edilizio grazie alle divisioni Residenziale, Commerciale & Retail, Uffici

& Space Planning, Edilizia Pubblica, Sociale e Ricettiva. L’area TECHNICAL offre supporto strategico e assistenza per tutti i servizi complementari alla progettazione e fina-

WiP “Work in Progress” porta nel nome l’idea di un lavoro creativo in continuo sviluppo e rappresenta l’evoluzione dello studio di architettura verso modelli organizzativi di tipo aziendale. lizzati alla costruzione, manutenzione, riqualificazione e gestione del patrimonio immobiliare, grazie a competenze sempre aggiornate sulle regolamentazioni e sulle norme vigenti. WiP facilita la realizzazione dei progetti affiancando il cliente durante le diverse fasi del lavoro grazie ai servizi di valuation & advisory, due diligence e construction survey. Con l’area ENGINEERING, e le relative divisioni Electrical Engineering Mechanical Engineering - Fire Prevention, marzo/aprile 2018

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WiP opera nella logica della progettazione integrata, offrendo competenze specialistiche e multidisciplinari nel campo dell’ingegneria, del controllo gestionale tramite Project Management, della sostenibilità economica e ambientale dei propri progetti per razionalizzare il processo costruttivo in ogni sua fase. WiP collabora con società che operano nei settori Energy, Oil&Gas, Finance e

Commerce, Banche, Assicurazioni, Fondi Immobiliari, SGR ed Enti Pubblici e Privati. Tra i suoi clienti: Eni, Snam, Beni Stabili, BNP Paribas, A xa, Magneti Marelli, McDonald’s, Luxottica, NaturaSì. WiP opera anche a livello internazionale, con numerosi progetti in Algeria, Angola, Barbados, Cina, Egitto, Francia, Ghana, Mozambico, Nigeria, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Ucraina.

Nel 2011 WiP ha ottenuto la Certificazione ISO 9001, step importantissimo verso il perseguimento di valori concreti quali cultura e identità organizzativa improntate sulla qualità, nel rispetto di tempi e costi. Ufficio Stampa WiP: NIC nuove idee di comunicazione Tel 02 36535859 Paola Nicolai paola.nicolai@nicpr.it t. +39 335 8056962 Claudia Celada claudia.celada@nicpr.it t. +39 335 7066765 In alto da desta a sinistra: Nicola Di Troia (Business Development Director), Giuseppe Garbetta (Technical A rea Director), Marco Splendore (Creative Director), Federico Barbero (Managing Director, Responsabile Area Architecture).

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Inspiring Energy Manager

Milano EntErprisE HotEl 29 MaGGio 2018

Dalla progettualità alla Manutenzione degli Impianti: come differenziare l’experience e garantire comfort al cliente

www.retailenergy.it

Un evento di

Per info e iscrizioni:

www.retailenergy.it

Tel: 02 83847.627 email: info@ikn.it marzo/aprile 2018

#retailenergy

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Design

Canali&C A cura di Canali&C.

Una comunicazione di Design 56

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Che l’Agenzia di Ermanno Canali sia conosciuta e non abbia bisogno di presentazione nel settore pubblicitario Retail Real Estate si sa, che abbia comprovata esperienza nella comunicazione anche. Che si sia specializzata in declinazioni che vanno al di là dell’in-store ADV, abbracciando format e concetti che investono e rivestono l’intera immagine di un Centro Commerciale è una rivoluzione del settore. Cinque Unit iperspecializzate: Creativity, Media, Digital, Unconventional e Branding Spaces, di cui una concepita, nata e studiata per prevedere e curare la sinergia tra design e comunicazione. La Branding Spaces Unit progetta scenografie ed elementi di design ad alto contenuto di comunicazione. Spazi che raccontano una storia, elementi che attraggono il consumatore. Refurbishment, Food Court, allestimenti, arredi, decorazioni, ingressi, lobby, play area e aree relax, sono solo alcuni degli interventi studiati dal pool di architetti della Unit in forza alla Canali&C. Riqualificare curando nel dettaglio ogni fase lavorativa: dalla progettazione alla definizione, fino alla messa in opera degli interventi. L’obiettivo primo della Branding Spaces è creare ambienti gradevoli, caldi, accoglienti, mettere a proprio agio il consumatore, confezionare un luogo in cui restare e in cui tornare favorendo la permanenza nel Centro e

nell’acquisto, e lo fa interpretando gli spazi in chiave di marketing, con soluzioni che uniscono architettura e comunicazione trasformando ogni ambiente

Più di 150 interventi su Centri Commerciali, 14 Food Court realizzate, oltre 15.000 metri di percorso clienti progettati e 100 aree relax create.

16 PINI In foto, l’intervento di riqualificazione della facciata del Centro Commerciale 16 Pini realizzata in lamiera stirata.

in una esperienza appagante. Più di 150 interventi su Centri Commerciali, 14 Food Court realizzate, oltre 15.000 metri di percorso clienti progettati e 100 aree relax create questi i numeri all’attivo della Branding Spaces di Canali&C. Idee innovative, a tratti presuntuose o per meglio dire coraggiose, come nel caso del Centro Commerciale 16 Pini, a Pomezia. L’intervento ha interessato in primis la facciata, dando una nuova identità agli ingressi, stravolgendone e migliorandone l’estetica. Una volta arretrate rispetto al perimetro dell’edificio, le entrate oggi sono la punta di diamante della struttura grazie alle sagome azzurre che diventano un po’ il file rouge di tutto il restyling e un simbolo distintivo e inconfondibile che conferisce personalità al Centro. Pomezia è un comune in affaccio sul litorale laziale, per tanto la ratio del relooking ha tenuto conto della volontà di creare un marzo/aprile 2018

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luogo dove fare una sosta diventa piacevole, che sia per la spesa quotidiana piuttosto che per i grandi e piccoli acquisti prima e dopo il week-end al mare. Qui, arredi, decorazioni, elementi iconografici, palette cromatiche hanno tratto ispirazione dalla natura, dal verde delle pinete vicino al mare da cui per altro il Centro Commerciale 16 Pini prende il nome. La tendenza Baby Room L’intuizione di proporre all’interno di una rinnovata Food Court un’ampio spazio bimbi super attrezzato e di ultima generazione è stata certamente una scelta vincente nel progetto di Tiare Shopping a Villesse, Gorizia. Il progetto prevedeva in realtà un refurbishment ad ampio spettro, ma una volta in cantiere gli architetti della Canali&C hanno deciso di investire ancora più risorse, inventiva, estro e dedizione a quest’area kidsfriendly che ricopre buona parte della zona ristorazione. Un’ area bimbi di design, attenta alle più piccole esigenze e necessità, dalla possibilità del gioco tradizionale si passa al drawing bar con ledwall che riproduce i disegni realizzati nel touch screen sottostante. 58

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TIARE SHOPPING Qui, gli architetti di Canali&C sono intervenuti nel Refurbishment della food court, realizzando ed istallando arredi su misura. Hanno poi progettato e realizzato 14 nuove aree relax in Galleria, di cui 4 tematizzate: lettura, bimbi, musica, turisti, con arredi su disegno originale Canali&C.
 Il team di Ermanno Canali firma in oltre per Tiare Shopping anche il naming di Piazza Maravee, in friulano, “meraviglia” che esprime il legame con il territorio. Nelle immagini anche l’innovativo spazio dedicato ai più piccini, con interventi unici e originali.


Una scenografia divertente in cui macro e micro convivono, popolato da elementi semplici e riconoscibili anche dai più piccini. L’albero realizzato in legno ad altezza naturale, al posto delle mele le palline colorate, scaltramente riunite nell’aiuola che lo contorna, lavagne giganti che sono in realtà il tetto di una casa. Un micro mondo in cui tutti si riconoscono che comunica tranquillità serenità ma soprattutto famigliarità e sicurezza. La tranquillità di giocare come a casa, la serenità di potersi fare un giro con la famiglia sapendo che il proprio bimbo non si annoierà e che anzi sarà felice di esserci, e vorrà tornare. Se conquisti il bambino avrai i genitori. Una delle leve emotive che non tradiscono mai.

AUCHAN CUNEO Key concept: come a casa. A questo si è ispirata Canali&C nella realizazione della nuova foodcourt di Auchan Cuneo. Il Centro si rivolge a una clientela già consolidata e fidelizzata, proprio per questo migliorare la propria offerta è un valore aggiunto importante. Il progetto di ristrutturazione messo in opera dagli architetti della Canali&C mira a valorizzare la food court rendendola più attrattiva ed esaltandone le peculiarità. Un ambiente familiare e accogliente con una zona gioco per i bimbi, intorno al grande albero; la Pappatoia (area attrezzata per famiglie) con microonde, scalda biberon, bavaglini e seggioloni e ovviamente un’area business con postazioni di ricarica device e area relax con divanetti. Ecco la Tana dei Golosi firmata Canali&C.

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GRANGIUSSANO Esempio di intervento di riqualificazione di uno dei Centri italiani Carrefour in base al concept internazionale UN AIR DE FAMILLE. Realizzazione di portali d’ingresso con decoro legato ai simboli del territorio e retroilluminato, realizzazione della food court con elementi di arredo e colori in linea con il concept e con decori che rimandano al territorio; progettazione e realizzazione degli arredi, su disegno originale Canali&C. Il team di Ermanno Canali ha anche realizzato il nuovo logo e le nuove insegne.

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CENTRO BRIANZA Progettazione e realizzazione nuova della Food Court pensata come luogo nel luogo. Le casette sagomate oltre a delimitare l’area ristoro, conferendo privacy agli ospiti, regalano un senso di accoglienza e familiarità .

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Sonia Peronaci Food Blogger di Elena Pravato

Chi di voi, cari lettori, almeno una volta nella vita, non ha cercato una ricetta on line o non è mai ricorso al sito Giallozafferano per stupire gli invitati ad una propria cena?

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Sonia Peronaci è la creatrice ed ideatrice del sito di cucina più cliccato d’Italia. L’idea è molto semplice ed efficace ma del tutto utopistica e visionaria per l’anno 2006 (anno di creazione del sito) quando l’Italia digitale era ancora un miraggio: ricette non elaborate, spiegate passo a passo, con foto e video tramite le quali è impossibile sbagliare anche per i meno dotati in cucina. Vi raccontia mo l ’ i mpresa d i Son ia Peronaci, che nel 2017 è stata annoverata fra le quindici donne più influenti del web in Italia. Per coloro i quali non fossero a conoscenza della storia di Sonia Peronaci, occorre sapere che la maestra di cucina

più famosa d’Italia, prima di lanciarsi nel la “pion ier ist ica” av vent u ra d i Giallozafferano, era una commercialista. Immagino che prima di voltare pagina, abbandonare una professione sicura per un’incognita, abbia valutato, insieme a suo marito che l’ha accompagnata nell’impresa, una serie di pro e contro. Cosa è stato determinante per far pendere l’ago della bilancia dalla parte dei sì e intraprende il progetto di “Giallozafferano”? “In realtà, l’intenzione mia e di Francesco, mio marito, era quella di continuare la nostra attività di commercialisti e dedicarci contemporaneamente allo sviluppo


di Giallozafferano, sfruttando i ritagli di tempo possibili oppure la sera (spesso anche la notte) dopo il lavoro. Questo periodo sarebbe stato un banco di prova perfetto per valutare le future possibilità della nostra creazione: un progetto innovativo, interessante e, oserei dire, all’epoca unico nel panorama del web. Col passare del tempo, e con le prime entrate economiche, io mi sono staccata dall’attività principale per dedicarmi completa-

mente allo sviluppo del sito che in quel particolare momento abbiamo capito essere la nostra vera passione, trattandosi di un’esperienza nuova, stimolante e creativa. Da lì a poco anche Francesco mi ha seguito e Giallozafferano nel giro

di 4 anni, è diventato la nostra creazione e forma di totale sostentamento.” L’ideatrice di Giallozafferano, non ha mai fatto mistero, però che il successo non è arrivato dal primo momento. La famiglia Peronaci ha dovuto faticare ben tre anni, lavorando gratis, prima di registrare i primi guadagni. Cosa non vi ha fatto demordere e continuare nell’intento? “Nei quattro anni di lavoro e completa dedizione al nostro nuovo progetto, abbiamo sempre pensato di essere sulla strada giusta perché era tangibile l’apprezzamento degli utenti, nostri fedeli followers in questa avventura: questa è una delle principali motivazioni che ci ha sempre spronati a dare il meglio e proseguire con tenacia sulla strada che avevamo intrapreso. Purtroppo eravamo consapevoli che l’Italia, in quel preciso momento, non era storicamente e tecnologicamente pronta per comprendere il fenomeno del web che all’epoca risultava pressoché inesplorato; ci vollero ben quattro anni per fare comprendere alle aziende le sue enormi potenzialità.” Com’è cambiato il rapporto con gli chef dall’inizio di Giallozafferano ad ora? C’è stato snobbismo inizialmente? “A dire la verità, non ho mai avuto grandi rapporti con gli chef, dal momento che

Giallozafferano sin dal suo esordio si era posto con un target ben preciso: persone comuni, famiglie, studenti e neofiti; insomma, il suo intento era quello di spiegare e illustrare nella maniera più chiara possibile ricette e procedimenti. La cucina semplice, che di fatto era la fortuna e la cifra stilistica di Giallozafferano, nei primi tempi fu piuttosto snobbata soprattutto da alcuni blogger che per distinguersi o farsi notare tentavano di cucinare con ingredienti esotici e sconosciuti oppure attuare tecniche culinarie piuttosto strane estremamente innovative e complicate. Oggi, al contrario, si sta verificando un’inversione di marcia, ossia si sta attuando un vero e proprio ritorno alla cucina semplice e tradizionale; persino gli chef stellati partono dalla tradizione e dalla regionalità come base vincente per il proprio ristorante.”

"Giallozafferano nel giro di 4 anni, è diventato la nostra creazione e forma di totale sostentamento.” Dopo anni di lavoro e tanta tenacia, nel 2009 il Gruppo Banzai si accorge dell’enorme potenzialità di Giallozafferano e arrivano anche i primi investimenti e i primi sponsor. “L’arrivo di Banzai è stato per noi come la luce in fondo al tunnel. Finalmente si era fatta avanti un’azienda che credeva nel web e nel suo futuro, una solida realtà che ci aveva notato e che voleva investire nel nostro progetto. Potevamo così proseguire con l’aiuto di qualcuno di strutturato che ci avrebbe procurato anche dei clienti con cui collaborare a stretto contatto.” Nel frattempo, dal 2006, anno della sua creazione, Giallozafferano macina record su record fino ad arrivare a due milioni marzo/aprile 2018

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di utenti al giorno, gli inserzionisti diventano sempre più numerosi come i banner presenti sul sito e aumentano vertiginosamente anche le aziende che vogliono le ricette di Sonia Peronaci per pubblicizzare i propri prodotti. Inoltre il sito si arricchisce di una fitta rete di blogger che pubblicano le proprie ricette attraverso il sito. Nel 2015 arriva una decisione choc: Sonia Peronaci lascia Giallozafferano. L’uscita dal progetto Giallozafferano all’apice del successo è stata una scelta strategica (Sonia Peronaci ha raggiunto una popolarità e una riconoscibilità, indipendentemente da GialloZafferano) oppure può essere letta come l’abbandono di un prodotto in cui non si riconosceva più? “La scelta di lasciare Giallozafferano è stata ponderata e mi ha permesso di creare un sito (www.soniaperonaci.it) più a mia misura, più personale, che mi rispecchiasse maggiormente. Dopo 10 anni di attività ho portato la mia esperienza in 64

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un altro posto e anche se sono cambiati i presupposti, le idee si sono evolute e molte cose sono cambiate, lo spirito resta assolutamente quello iniziale e resta immutato anche il desiderio di dare il mio apporto a chi vuole imparare a cucinare in modo semplice e con spiegazioni esaurienti. Il mio nuovo sito, andato online a novembre 2015, è uno specchio della mia passione e della mia professionalità: ho

“Il mio nuovo sito, andato online a novembre 2015, è uno specchio della mia passione e della mia professionalità” voluto crearlo con un occhio alla semplicità e alla comprensione. Step delle ricette, (provate ed adattate in modo che

possano riuscire a chiunque), spiegazioni chiare, foto belle ed accattivanti (sulle quali abbiamo puntato molto), tutorial di approfondimento e speciali dedicati. Tutto è pensato per dare all’utente esattamente quello che cerca o comunque per incuriosirlo e stimolare la sua creatività. Ma la novità più significativa è la decisione di non far girare pubblicità tabellare, banner e simili, sul sito. Al giorno d’oggi esistono metodi più innovativi per veicolare messaggi pubblicitari ed io ho deciso di puntare sul formato native che consente di raccontare il prodotto senza però essere invasivo o bombardare gli utenti con continue sollecitazioni. Da quando ho iniziato la mia avventura in solitaria, inoltre, mi sono dedicata a moltissimi progetti nuovi, primi fra tutti un nuovo libro, “la mia cucina” edito da Rizzoli e due trasmissioni tv, “Le ricette di Sonia” andato in onda su rete 4, “Una sorpresa da chef ”, andato in onda su canale 5, e “Cooking class” su Fox Life.” Dal 2015 partono subito i nuovi progetti:


soniaperonaci.it e Soniafactory, un luogo reale con sede a Milano. Quali novità bollono in pentola? “Per quanto riguarda la Sonia Factory, ho voluto creare, in un open space, uno spazio polifunzionale capace di ospitare eventi, shooting, una scuola di cucina, cooking show e molto altro. La Sonia Factory è un sogno chiuso da anni nel cassetto, nutrito poco a poco e che ora sta prendendo forma. Può essere considerato il risultato di tutte le fatiche, le speranze, le difficoltà, i successi e gli insuccessi di ieri; rappresenta le ambizioni di oggi e una tela bianca da riempire per il domani. Una redazione, una cucina, un set e una scuola di cucina: non uno spazio canonico quindi o asettico, ma, al contrario, un luogo di lavoro vivo e in continuo movimento, in cui tutte le persone coinvolte possano sentirsi a casa propria. Ho molti progetti e idee in cantiere per il futuro tra web e cucina, capaci di coniugare l’online e l’offline. Lo stesso vale per il mio nuovo sito, dove ho cercato di portare uno stile diverso, un po’ più internazionale, sia nelle foto finali dei piatti che negli step by step, e puntando su una varietà di ricette molto ampia che comprende anche intolleranze e ricette vegane.” La cooking teacher più famosa d’Italia ha sempre dichiarato di volersi ispirare alla nota conduttrice tv americana Martha Stewart. La Stewart, però, oltre alla cucina, segue rubriche di hobby, table setting, bricolage, consigli e rimedi per la casa.

terebbe di realizzare interessanti progetti e collaborazioni.” Sonia Peronaci è ormai un marchio di qualità e oserei dire anche un brand, visto anche la creazione di una linea di gioielli. Di certo l’intraprendenza e la determinazione non mancano all’imprenditrice milanese. Con la semplicità, che contraddistingue ogni sua ricetta e progetto, ha instaurato un rapporto di fiducia con il pubblico attraverso il web, l’editoria e la tv. Sonia Peronaci diventerà anche il nome di una prossima catena di ristoranti? Quali potrebbero essere i tratti distintivi dei suoi locali? “Con il mio nuovo sito e le mie nuove attività ho creato un vero e proprio ecosistema che definirei come il «Mondo di Sonia», che rientra in un’ottica di brand ben precisa e ben definita. «Sonia Peronaci» non è solo un sito, ormai è diventato un «marchio di fabbrica». Il mio progetto comprende più attività legate al mondo della cucina sia offline che online e presenta una precisa identità. Non escludo, in futuro, di pensare ad una catena di ristoranti, un progetto che mi permetterebbe di mettere in pratica tutto quello che ho acquisito in questi anni: i tratti distintivi sicuramente si baserebbero sulla regionalità, ossia sulle ricette più classiche e tradizionali che da

sempre caratterizzano la nostra tavola.” Si vocifera di un cambio di conduzione (leggendo i quotidiani) alla Prova del Cuoco. Le piacerebbe condurre il programma di cucina più famoso d’Italia? “La prova del cuoco è uno dei più consolidati programmi di cucina italiani presenti in tv: basti pensare che la prima puntata è andata in onda 18 anni fa. Reputo Antonella Clerici, che tra l’altro ho avuto modo di conoscere, una grandissima professionista: non solo ha saputo infondere negli anni la sua personale impronta, ma ha condotto sapientemente un programma che è letteralmente entrato nelle case di tutti gli italiani. Certamente, per me, sarebbe un vero onore, trattandosi di un programma così importante!” Ringraziamo la dottoressa Peronaci per la disponibiità e gentilezza.

Non ha mai pensato di “sdoganare” anche questi settori nel web? “Martha Stewart per me è stata un importantissimo punto di riferimento fin dagli inizi, quando il nostro sguardo era già rivolto oltreoceano. Non escludo che in futuro possano aprirsi per me altri settori magari legati alla tavola, seguendo lo stile che caratterizza da sempre la Stewart. Il fatto di creare contenuti che abbraccino diversi settori, a mio parere, è molto importante, in quanto mi permet marzo/aprile 2018

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Food

Langosteria Cresce e guadagna all’estero di Gabriele Perrone

Il gruppo di ristorazione fondato da Enrico Buonocore festeggia 10 anni con un fatturato di 18 milioni. E ora prepara lo sbarco nelle grandi metropoli internazionali.

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Per Langosteria è arrivato il momento del grande salto. Il gruppo di ristorazione fondato nel 2007 da Enrico Buonocore è oggi una holding che gestisce quattro locali (tre a Milano e uno stagionale a Paraggi) a cui si è aggiunto dallo scorso dicembre il Fish Bar sulla terrazza del Super G Mountain Lodge di Courmayeur. Langosteria ha festeggiato il suo decimo anniversario con un fatturato di 18 milioni di euro, in crescita a doppia cifra in tutti i locali del gruppo che puntano da sempre a servire pesce della massima qualità. Ora l’insegna si appresta a sbarcare per la prima volta all’estero: nei progetti della holding c’è infatti l’espansione oltrecon-

“Siamo alla ricerca di partner locali che ci consegnino le chiavi della città.” fine, per la quale non è esclusa la strada del private equity. «Le città nel mirino per il 2019 sono Londra, New York, Los Angeles e Dubai», racconta Buonocore. «Siamo alla ricerca di partner locali che ci consegnino le chiavi della città e di investitori con uno


«il massimo impegno quotidiano». Classe 1976, Buonocore ha iniziato a lavorare come operaio in fabbrica a Corsico e parla di Langosteria come «una società

“Nel 2017 sono stati messi da parte 400mila euro per i premi di fine anno.”

standing reputazionale importante nel settore del lusso». Da luglio 2017, i nuovi uffici di Langosteria Holding sorgono in via Lecce a Milano. Nella struttura di tre piani è presente anche un laboratorio di ricerca e sviluppo (Langosteria Lab) con una cucina dove provare nuovi piatti e menù. Tra Buonocore, i restaurant manager e gli executive chef dei vari locali c’è un controllo e un confronto quotidiano per analizzare i dati, garantire la standardizzazione dei processi e fornire il massimo del servizio. Dalla prima Langosteria di via Savona, negli scorsi anni sono stati aperti: il “bistrot” di via Bobbio, il “Langosteria Cafè” nella centrale Galleria del Corso e (a maggio 2017) “Langosteria Paraggi”, tra Santa Margherita Ligure e Portofino. A Courmayeur, invece, la formula non è quella del ristorante, ma del Fish Bar già sperimentata con successo in occasione di Expo 2015. Qui, accanto a ostriche, aragoste e king crab, ci sono le bollicine di Cantine Ferrari, con cui Langosteria condivide la stessa idea di “Italian style experience” attorno al cibo. Ma qual è il segreto del successo di Langosteria? «La sua cultura del cliente che va di pari passo con quella del dipendente», afferma Buonocore. Oggi 135 persone lavorano per questo gruppo, il cui valore principale è la squadra. Quest’ultima, motivata dal punto di vista

economico e contrattuale, dà il massimo per dare ai clienti la migliore accoglienza possibile. «Ciò si traduce in un’apposita policy interna, con un codice etico focalizzato sulla centralità della persona», spiega l’imprenditore. «Dal 1° febbraio 2018, inoltre, tutti i dipendenti hanno un contratto collettivo realizzato ad hoc per Langosteria insieme al sindacato, che comprende premi e bonus legati al raggiungimento degli obiettivi». Se da un lato «nel 2017 sono stati messi da parte 400mila euro per i premi di fine anno», dall’altro Buonocore si aspetta sempre in cambio dai suoi dipendenti

di persone fondata sul riscatto sociale», i cui dipendenti «hanno fame di tirarsi fuori dalla mischia e avere una posizione professionale importante per permettersi di vivere economicamente con maggiore libertà». Oltre all’imprenditore, oggi il team direzionale di Langosteria Holding è composto dai soci Gianni Mondelli (responsabile amministrativo e finanziario), l’agente Fifa Giovanni Branchini (definito “il ministro degli Esteri”), Attilio Traverso dell’azienda fornitrice di crostacei Agras, e Giuseppe Leccese, proprietario di Micucci e Balzari, grossista del mercato ittico. Infine, in libreria è uscito da poco Rivoluzione Langosteria, il libro che racconta l’avventura di Buonocore iniziata nel 2007 e giunta ora al suo decimo anniversario con grandi progetti di sviluppo per il futuro.

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Food

Berberè Non si ferma più di Gabriele Perrone

La pizzeria artigianale dei fratelli Aloe ha già conquistato le città italiane e Londra. Ma l’espansione continua anche nel 2018.

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Il 2018 di Berberè sarà ricco di grandi novità. La pizzeria artigianale dei fratelli calabresi Matteo e Salvatore Aloe pianifica tre nuove aperture quest’anno, che si aggiungono ai sette locali già presenti in Italia e ai due di Londra. L’ultima pizzeria in ordine di tempo è stata aperta a ottobre 2017 sui Navigli a Milano, a un anno esatto da quella di zona Isola, sempre nel capoluogo lombardo. La nascita di Berberè, però, risale al 2010 a Castel Maggiore (Bologna) quando i fratelli Aloe, allora 24 e 31 anni, decisero di lanciarsi alla conquista del mercato con la loro pizza artigianale. Oltre a Milano e Bologna (due negozi ciascuna), negli anni Berberè ha ampliato la sua presenza a Firenze, Torino e Roma. A

Londra invece lavora in due location con l’insegna Radio Alice. I due imprenditori, che hanno studiato entrambi Economia e commercio, hanno investito in media dai 300 ai 500mila euro per ogni locale attraverso finanziamenti bancari e dal 2015 possono contare sul supporto di Alce Nero (azienda leader nella distribuzione di alimenti biologici) che è entrata con il 49% nel capitale sociale. Una leva finanziaria importante per sostenere gli investimenti e la crescita di Berberè, il cui giro d’affari è balzato dai 700mila euro del 2011 ai 4,5 milioni del 2017. Nel 2018 l’obiettivo è quello di arrivare a 12 pizzerie con l’apertura di tre nuovi locali: il terzo a Londra, il secondo a Torino e un altro fra Roma e Milano.


Berberè però non è una catena, perché «la gestione dei locali è diretta per sal-

L’ultima pizzeria in ordine di tempo è stata aperta a ottobre 2017 sui Navigli a Milano

vaguardare l’artigianalità della nostra pizza mantenendo un rapporto diretto con dipendenti e fornitori, nel rispetto del lavoro e della clientela», spiegano i fratelli Aloe.

«Ci riusciamo perché investiamo nella formazione del nostro personale, non solo dei pizzaioli ma di tutte le figure coinvolte nel processo produttivo artigianale, e investendo in una struttura centrale in cui ogni persona ha un ruolo preciso», dai manager responsabili di ciascun locale a un’area manager che coordina tutto il personale (circa 90 dipendenti), fino al cuoco che crea i menù stagionali replicabili nei vari locali. C’è anche una persona che si occupa solo del controllo-gestione, per osservare i dati, capire come migliorarli e su cosa agire. «L’ispirazione è ai grandi restaurant group internazionali dove ci sono persone addette ai più piccoli particolari: anche accertarsi che tutti spengano la luce alla

fine del servizio significa fare più o meno utile a fine anno». Il progetto londinese di Radio Alice (in omaggio alla città di Bologna e alla radio simbolo della controcultura anni ’70) è nato in partnership con l’australiana Emma King, cofondatrice di Gail’s Artisanal Bakery, che ha convinto i fratelli Aloe a esportare la loro pizza in Uk. Il primo locale risale al 2016 e si trova nel cuore di Shoreditch, uno dei poli più vivaci e dinamici della città, mentre nel 2017 è arrivata la seconda apertura nella zona sud-ovest di Londra, nel quartiere di Clapham. Il menù stagionale di Berberè è composto da pizze realizzate con l’impiego di prodotti provenienti da contadini e allevatori, molti dei quali certificati biologici e presidi Slow Food. I suoi promotori parlano spesso di una pizza rivoluzionaria: ma cosa significa? «La nostra idea di partenza era quella di rendere la pizza, fra i cibi della cultura italiana più bistrattati, un piatto a tutti gli effetti, fatto con ingredienti di alta qualità, studiandone i processi di panificazione affinché fosse anche un cibo altamente digeribile, ma mantenendo la sua anima pop, senza sofisticazioni gourmet», spiegano i fratelli Aloe. «Questa è stata la nostra rivoluzione».

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Food

Food Innovation

per nutrire il pianeta: da Expo 2015 a Seed&Chips 2018 di Marco Gualtieri, Fondatore e Presidente Seeds&Chips

Partiamo da alcune importanti considerazioni: secondo le stime della FAO entro il 2050 la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi, il 34% in più rispetto ad oggi; un aumento che si concentrerà in particolare nei Paesi in via di sviluppo.

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Per alimentare questa popolazione in crescita e sempre più urbanizzata, la produzione alimentare dovrà necessariamente aumentare del 70%. Va considerato inoltre che oggi il settore food a livello mondiale vale oltre 5 trilioni di euro e il 40% dell’intera forza lavoro è impiegata proprio nel food system. Da questi dati si comprende quanto il comparto del cibo sia fondamentale per lo sviluppo e la crescita dell’economia mondiale. Oggi l’umanità è infatti chiamata a far fronte a grandi sfide globali: dall’aumento della popolazione mondiale e dei flussi migratori al climate change fino all incremento delle malattie legate ad un’alimentazione sbagliata o peggio

alla denutrizione. È necessario quindi agire subito e con interventi concreti ed immediati per-

"Oggi, dalla nostra parte abbiamo la tecnologia, la scienza e l’innovazione che ci assistono e ci offrono gli strumenti necessari per affrontare queste grandi sfide."


ché in gioco c’è la sicurezza stessa degli Stati, di ampie aree geografiche, del mondo intero. Ma oggi, dalla nostra parte, abbiamo la tecnologia, la scienza e l’innovazione che ci assistono e ci offrono gli strumenti necessari per affrontare queste grandi sfide. Un esempio lungimirante in questo senso è stato Expo Milano 2015, dove l’Italia, per la prima volta, ha riunito e catalizzato l’attenzione del mondo intero sul tema del cibo: “Nutrire il pianeta, energia per la vita” questo il focus della manifestazione su cui si è concentrata la visione del cibo come elemento fondamentale per il futuro dell’umanità. L’esperienza di Expo può infatti essere considerata un punto di svolta epocale che ha segnato il cambiamento del modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito e una nuova consapevolezza degli “addetti ai lavori”, dei policy maker, ma soprattutto dei cittadini. Un cambiamento che vedrà soccombere coloro che non sapranno adattarsi per tempo alle esigenze mondiali, ma anche l’affermarsi di nuovi operatori, così come il consolidamento di un nuovo settore economico capace di generare volumi di miliardi in termini di fatturato, creare migliaia di posti di lavoro e soddisfare i bisogni crescenti. Come dovrà essere quindi il cibo del futuro? La risposta è nella sostenibilità: il cibo dovrà essere sostenibile per l’ambiente e per la nostra salute con un occhio attento anche all’impatto della spesa sanitaria sui bilanci degli stati. Mai come in questa fase storica il concetto “dal campo alla tavola” diventa chiaro e importante, spingendosi oltre, con implicazioni legate all’economia circolare e alle fortissime relazioni tra cibo e salute. Solo inserendo il food in questo contesto si possono cogliere l’importanza e le opportunità offerte oggi dalla food innovation, e l’Italia, in questo settore, ha tutte le capacità per rivestire un ruolo da protagonista.

La food innovation apre infatti orizzonti legati alla creazione di nuovi modelli, prodotti, tecnologie, know how e servizi capaci di soddisfare la domanda di decine di stati che tra le loro priorità hanno inserito la sicurezza alimentare. Per fare un esempio: oggi, grazie alla food tech, è possibile produrre frutta e verdura nel mezzo del deserto, in siti industriali in disuso, risparmiando l’80% di acqua e senza l’utilizzo di pesticidi, attraverso

Mai come in questa fase storica il concetto “dal campo alla tavola” diventa chiaro e importante, spingendosi oltre.

l’idroponica, l’aeroponica oppure produrre proteine animali grazie all’acquaponica, in un circolo chiuso, completo e sostenibile. Si tratta di CEA (Controlled Environment Agriculture), più comunemente conosciuto come smart o vertical farming: soluzioni ed infrastrutture che permettono di dare una risposta efficace e porre rimedio a una condizione generale caratterizzata da crescita demografica

incondizionate, urbanizzazione e conseguente aumento della richiesta di cibo. È l’innovazione nel campo del food che ci aiuterà quindi a far fronte a queste sfide globali, le ricerche di mercato lo dimostrano! Oggi abbiamo a disposizione soluzioni tecnologiche in grado di aiutare anche i Paesi in via di Sviluppo, non solo legate al cibo ma anche all’utilizzo e al consumo consapevole dell’acqua, il “petrolio” dei nostri tempi. Un tema, quello dell ’acqua, che costituirà un focus speciale della prossima edizione di Seeds&Chips, “WaterFirst!: a necessity for life”. Il Summit infatti unisce da sempre cibo, sostenibilità e innovazione attraverso la compartecipazione di startup, aziende, opinion leader e media mondiali, per affrontare il grande tema del food e delle nuove soluzioni che lo sviluppo tecnologico può offrire, non solo per i Paesi economicamente più evoluti, ma soprattutto per le popolazioni che vivono una condizione di povertà e scarsità di risorse. Il progresso e le potenzialità della food innovation sono oggi una realtà e a Seeds&Chips 2018 (7-10 maggio, Mi.Co Milano Congressi) sarà “in mostra” il meglio di questa Rivoluzione.

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Lifestyle

Wedding planner d’alta quota Intervista a Jlenia Costner di Elena Pravato

In questo articolo vi porteremo sulle meravigliose cime delle Dolomiti, in particolare faremo conoscenza di Jlenia Costner, che potremmo definire “wedding planner d’alta quota.”

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Un mercato ancora vergine (quello dell’organizzazione di matrimoni in Alto Adige), panorami mozzafiato, competenza, creatività e una grande dose di dolcezza, sono gli ingredienti che hanno decretato il successo dell’impresa di Jlenia Costner. Come ha avuto l’idea di creare un’agenzia di wedding planner in alta montagna? “Io sono laureata in Management del Turismo, dello Sport e degli Eventi all’Università di Bolzano. Un giorno d’estate, nella mia amata Corvara, potei assistere al ricevimento di due sposi americani che avevano scelto l’Alta Badia per sposarsi e l’hotel aveva offerto tutti i servizi che solitamente competono ad una Wedding Planner. Ebbi poi modo di valutare il

numero in continua ascesa dei matrimoni celebrati a Corvara e in tutta la Val Badia e scoprii con stupore che molti stranieri sceglievano l’Alto Adige per il proprio Grande Giorno. Ecco, allora , l’idea di mettere a frutto i miei studi e la mia passione per i matrimoni!” Di che nazionalità sono i suoi clienti? “Le coppie che si rivolgono a me sono per la maggior parte inglesi, poi americane, australiane e infine tedesche.” I suoi servizi organizzativi sono all inclusive? Organizza tutti gli aspetti anche di trasferta per gli invitati? “Assolutamente sì, organizzo ogni aspetto dalle trasferte dall’aeroporto fino ad ogni


stare i costumi presso le boutique locali.” Un buon indotto, quindi, anche per le attività locali. Si rivolge spesso presso fornitori della zona? “Potrei dire, quasi esclusivamente! Mi rivolgo alle attività della zona per ogni cosa: dalle bomboniere in lino e cirmolo fino al catering. Molto richiesto, ad esempio, è l’aperitivo con speck e formaggio o un buffet di strudel al posto della tradizionale torta nuziale ed addirittura mi hanno commissionato un pranzo a base di Kaiserschmarrn, la tipica frittata dolce austriaca.”

evento durante la permanenza di sposi ed invitati. Molti mi chiedono di pianificare una vera e propria settimana vacanza per amici e parenti con escursioni e degustazioni enogastronomiche, eventi che culminano, poi, con la celebrazione delle nozze.“ Si tratta di cerimonie religiose o civili? “Per la maggior parte si tratta di cerimonie civili simboliche”. Quali sono le località altoatesine più richieste? “L’Alta Badia è la location più gettonata, seguita dalle zone del Renon e Bolzano e poi a seguire il Lago di Braies e Dobbiaco.” Quali sono le particolarità di un matrimonio in montagna? “Naturalmente citerei per prima cosa i mezzi di trasporto per raggiungere l’altare: funivie, ovovie ma non solo; carrozze trainate dai cavalli o slitte sostituiscono limuosine e auto d’epoca. Per quanto concerne i bouquet, la stagionalità dei fiori è la medesima di tutte le regioni italiane ma di sicuro vengono prediletti bouquet con pino, pigne e bacche, a tema alpino. L’abbigliamento degli sposi rimane comunque una scelta personale degli sposi: la settimana prossima, ad esempio, si terrà la cerimonia di due sposi americani al Santa Croce e saranno vestiti in tuta da sci! Si celebrerà alla presenza di soli due testimoni e tutti e sei i par-

tecipanti arriveranno all’altare con gli sci ai piedi.” Una volta trovata la località, come avviene la scelta della location? “La scelta della location dipende molto dalla visione di matrimonio degli sposi; c’è la coppia che sceglie l’albergo di lusso e quella che vuole il fienile per la cena di matrimonio. Il fienile, ad esempio, offre molte possibilità di allestimento, può essere allestito in modo rustico chic trasformando la struttura rurale in un luogo esclusivo e di classe con l’aiuto di un ottimo catering oppure in modo country classico, con le balle di paglia, finger food e tanto divertimento. Per i riti civili simbolici gli sposi prediligono la cerimonia in mezzo alla natura ed in tanti lasciano che sia proprio la natura incontaminata a fare da scenario al momento del loro sì, riducendo al minimo gli addobbi floreali. Le montagne e i verdi prati circostanti diventano i veri testimoni del loro amore.“

Qual è il matrimonio che non è ancora riuscita a realizzare, le nozze dei suoi sogni? “Dovrei trovare la coppia giusta a cui proporlo ma nei miei sogni c’è una cerimonia celebrata in vetta al Sassongher, una cima molto famosa delle Dolomiti con altitudine 2665 m, una location però decisamente estrema e per i più impavidi!” Passiamo, ora, a dare qualche cifra della sua attività. Quanti matrimoni riesce ad organizzare in un anno? “Dipende molto dal tipo di evento: organizzo dai matrimoni con quattro persone, come quello di settimana prossima, fino a ricevimenti con cinquecentocinquanta invitati. Per me è fondamentale ogni piccolo particolare e cerco di dedicare la massima attenzione sia ai i riti più intimi sia alle celebrazioni più impegnative con molti invitati”.

Le hanno mai richiesto una cerimonia in dirndl, l’abito tradizionale tirolese e bavarese? “Non ancora, però, sempre in Val Badia, una coppia di statunitensi ha richiesto per la cena pre-nozze un banchetto tirolese con centocinquanta invitati dove era obbligatorio il dirndl e per gli uomini il lederhosen, la tipica salopette di pelle. Tutti i partecipanti andarono ad acqui marzo/aprile 2018

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Franchising

Odontoiatrica A cura della redazione

Il mondo sottovaluta la vendita diretta. Proprio attraverso la vendita diretta ODONTOIATRICA ODT, la prima azienda in Italia a creare una comunità d’acquisto nel settore dei dentisti, con la propria rete di promotori della prevenzione orale Italia Dentale Network, intende ridurre del 20% la spese in cure odontoiatriche degli italiani, che ogni anno ammontano a dieci miliardi di euro, donando a tutti una bocca sana e forte! ODONTOIATRICA, ci racconta il fondatore e amministratore Orazio Ventimiglia, è nata nel mese di marzo del 2005. In tredici anni la crescita è stata notevole, grazie a tutte le persone che in questi anni hanno creduto nel progetto/sogno di creare un’impresa differente. Un progetto che prende sempre più forma e che ha nella creazione di una “comunità d’acquisto” il suo fine. Il 74

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settore dentale è in grande evoluzione: da una parte lo sviluppo tecnologico che ha stravolto il modo di fare e curare i denti, esaltando la parte clinica di cui gli odontoiatri italiani sono grandi rappresentanti nel mondo, dall’altra l’avanzare delle strutture commerciali che mettono a ferro e fuoco una categoria medica che sta cercando di inventarsi categoria commerciale. È impossibile che ciò avvenga. L’odontoiatra italiano deve fare il clinico. Noi stiamo pensando a snellire tutte le procedure della loro attività con l’offerta di servizi a valore aggiunto cui hanno già aderito più del 10% degli odontoiatri italiani. Tra le diverse iniziative l’ultima è per me la più elettrizzante e ambiziosa. Da poco abbiamo presentato Italia Dentale Network, la prima e unica rete al mondo di promotori della

prevenzione orale che ha come missione la diffusione di cultura odontoiatrica sana, la promozione del sistema odontoiatrico professionale e la distribuzione in rete di prodotti e servizi in grado di creare una protezione ed un rafforzamento totale di bocca e denti e permettere un forte risparmio sulle cure dentali. La bocca è la finestra del nostro corpo, da essa può dipendere il nostro malessere generale, dal classico mal di testa fino a ictus, malattie cardiache o neuro-degenerative per parlare solo delle ultime ricerche e non è un mistero che il futuro “orale” degli italiani non è roseo. Anzi. Basti pensare che il 60% degli italiani soffre di problemi parodontali e che il 43% dei bambini/ragazzi italiani, dai zero ai 14 anni, ha i denti cariati. Intraprendere oggi l’attività di Promotore


della prevenzione orale vuol dire impegnarsi in prima persona nello sviluppo di una propria impresa in un ambito dove è necessario comprenderne il valore principale, che non è solo quello di fare business, ma anche e soprattutto di creare una nuova figura in grado, con autorevolezza e forti capacità di “persuasione”, di far conoscere le soluzioni che abbiamo ideato insieme ai più di duecento partner dentisti in tutta Italia aderenti al programma.

Dal total check gratuito, la possibilità di poter usufruire gratuitamente di controlli accurati per se stessi e la propria famiglia alla Total Care, una carta fedeltà che permette, ai soli possessori, di poter accedere alle cure dentali in modo sostenibile. E poi il sistema, 100% naturale, protezione totale. Grazie all’esperienza acquisita in questi tredici anni, abbiamo realizzato un percorso d’igienizzazione e rafforzamento di bocca e denti articolato in cinque veloci

passaggi da effettuare per appena quattordici giorni ed in grado di ristabilire il naturale benessere dell’intero cavo orale. E in cantiere abbiamo anche altro, come per esempio l’HyperSet, il primo kit professionale per l’igiene orale domestica di tutta la famiglia, come avere il kit del piccolo dentista in casa. Ritengo che nella vita si debba avere una missione, inevitabilmente questa condiziona la nostra vita ogni giorno, nel mio caso la mia è quella di unire professionisti, pazienti e futuri imprenditori/promotori nell’interesse del benessere generale, anche economico. Tutto ciò è possibile allineando le nostre competenze commerciali e industriali a quelle della categoria, offrendole direttamente al consumatore finale, ecco perché invito, gli ambiziosi e i sognatori, a chiamare o scrivere ora per partecipare alle presentazioni dell’opportunità imprenditoriale che si terranno nelle diverse città italiane nelle prossime settimane e avviarsi in un’attività che nel breve tempo avrà un forte sviluppo etico ed economico.

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Tecnologia

Vincenzo Ciulla Know How: la rivoluzione digitale a favore della persona di Laura Lamarra

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Con un inconfondibile accento e modo di fare tipicamente siciliano, Vincenzo Ciulla, CEO di Know How ci racconta il cuore del suo progetto.

Come nasce l’idea di quest’app rivoluzionaria? “Nasce circa 2 anni fa dalla consolidata esperienza professionale in consulenza aziendale e gestione diretta d’impresa. È frutto di un desiderio: offrire ai professionisti l’opportunità di una vetrina per le proprie competenze e know how, facilitando l’incontro con chi necessita di supporto specialistico consulenziale. Ho coinvolto Alex Di Nunzio, laureato in lettere ed esperto informatico, per esaminare le piattaforme digitali simili alla mia idea. Dopo 6 mesi, dall’indagine emerse un gap: non vi era sul mercato nessuna app che ponesse al centro la persona, sovrapponibile a ciò che avevo in

mente. Nei successivi mesi siamo passati ai fatti: abbiamo affidato lo sviluppo dei codici a una software house esterna, Evin Srl di Ascoli Piceno, e individuato specialisti in comunicazione digitale, grafica, sviluppo di contenuti e marketing per un valido team di lavoro”. Know How si è trasformata da un’idea progettuale in un’azienda che ha un pavone come logo. Non trova sia un po’ narcisista e in antitesi con i valori di competenza? “A luglio 2016 abbiamo fondato la nostra Start Up Innovativa, chiamata Fuddria, che in dialetto siciliano vuol dire “follia”, proprietaria di Know How. Il pavone non è in antitesi: coniuga perfettamente il desiderio di mettersi in mostra, concetto della cultura occidentale, con la saggezza e conoscenza, a cui rimanda nelle culture orientali. Ciò che vogliamo con Know How è far «pavoneggiare» i membri della community, non per la loro esteriorità ed avvenenza ma per la loro sapienza e competenza”. A chi è rivolta Know How? “A beneficiare dell’App sono tutte le realtà destrutturate, i privati cittadini, le piccole e medie realtà imprenditoriali e tutti coloro i quali non hanno subito a

disposizione un consulente finanziario, assicurativo, del lavoro, un commercialista, un architetto, un geometra ecc. Protagonisti sono altresì tutti i profes-

“Know How è per i professionisti una grande opportunità, specie per i giovani e per chi si affaccia al mondo del lavoro.” sionisti che nella nostra App chiamiamo “Knower”, appartenenti a ordini e corporazioni, ma anche consulenti a partita iva e tutti coloro che hanno competenze da mettere a disposizione”. I professionisti come accedono a questa vetrina digitale? “Know How è per i professionisti una grande opportunità, specie per i giovani e per chi si affaccia al mondo del lavoro. Abbiamo stipulato una convenzione con l’ADSU dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti Pescara perché crediamo che la nostra App rappresenti un supporto per l’orientamento al lavoro dei giovani

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laureati in uscita dall’ateneo. Per tutti i laureati nell’ultimo biennio, abbiamo previsto un costo di accesso alla piattaforma agevolato di 40 euro l’anno, contro 120 euro del contratto di abbonamento annuale che i professionisti versano per avere la propria vetrina sull’App”. Dove si acquista e come funziona nella pratica? “L’App è facilmente scaricabile dagli store di Apple e Google ed è acquistabile dal 28 febbraio scorso, dopo circa 2 anni di sviluppo. È impostata come un gioco in cui un utente (User), lancia un quesito a 10 Knower (i professionisti) contemporaneamente; il primo Knower che lo intercetta può fornire riscontro, impendendo agli altri di rispondere, salvo che la domanda sia rilanciata. Le professionalità sono filtrabili in diversi modi: dalle 4 aree cliccabili, (economica, legale, tecnica e tecnologica), alla sele78

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zione per ranking (ossia la performance calcolata sul comportamento in App), o agli ultimi iscritti ecc. L’assistenza h24, la possibilità di segnalare comportamenti anomali, il biglietto da visita virtuale, le pillole dell’App utili a far conoscere i propri servizi e le molte altre funzionalità sono facili e intuitivi. La certificazione delle professionalità dei Knower ha luogo con i feedback degli utenti. In sostanza, sotto questo punto di vista, Know How è il “tripadvisor” delle professioni”. Il digitale in soccorso delle professioni intellettuali? “Know how è la piattaforma che usa il digitale per valorizzare le professioni intellettuali, specie quelle destinate a scomparire con l’informatizzazione. L’App spersonalizza la relazione con il cliente, personalizzando invece la risposta. L’utente contatta, inviando un quesito, il professionista senza conoscerlo, il quale,

una volta agganciata la domanda, dà una risposta personalizzata; se la stessa risulta adeguata nulla vieta che si torni a personalizzare anche il rapporto. Questa è e sarà la magia di Know How”. Una piattaforma di competenze come viene animata? “L’App è solo il superamento del ciglio della porta, nel momento in cui il professionista fornisce la diagnosi al quesito, all’utente si apre un mondo di possibilità. Per stimolare e popolare la community, l’App è affiancata dal sito knowhow.it, ricco di contenuti utili per chi vuole fare impresa. Il configuratore d’impresa, con i numerosi tools interni alla piattaforma, è un valido strumento per chi vuole avviare un’attività imprenditoriale e ignora ciò che occorre fare: dalla scelta della natura giuridica, alla creazione e simulazione del budget, alla sensitivity analysis, alla determinazione


“Obiettivo per il 2018 è ramificare la presenza dell’App dal punto di vista dei Knower in ogni provincia d’Italia.”

imprenditoriali selezionate, valide e sviluppabili. La differenza rispetto agli altri portali affini sarà la territorialità, la regionalizzazione. Dopo la validazione del progetto, la ricerca di risorse da potenziali investitori sarà consentita solo nella zona di residenza del team di realizzazione, per dare la possibilità di una presa visione diretta dell’avanzamento”. Quali sono le principali fonti di reddito e le attese economiche stimate per l’anno ?

di costi fissi di costituzione e di mantenimento ecc. Know How Project invece è un contenitore in cui confluiranno idee di business dagli utenti per i quali i Knower potranno dare assistenza gratuita nella fase iniziale di prototipazione e a success fees subito dopo. Infine, knowhowcrowd, per cui attendiamo da Consob l’autorizzazione all’iscrizione al registro ordinario dei portali di crowdfunding, permetterà di finanziare, con raccolta di equity, idee

su tutti gli smartphone e usata dagli utenti all’occorrenza. Siamo convinti che i professionisti si accorgeranno presto del suo valore aggiunto in termini di visibilità, rapportato all’irrisorio investimento. Obiettivo per il 2018 è ramificare la presenza dell’App dal punto di vista dei Knower in ogni provincia d’Italia. Il download degli utenti crediamo sia una conseguenza”.

“Le linee di ricavo attuali scaturiscono dagli abbonamenti sot toscr it ti dai knower, al prezzo complessivo di 120 euro annui. Non sono previsti meccanismi provigionali sulle prestazioni dei professionisti. Da marzo di quest’anno, abbiamo avviato lo sviluppo di pacchetti premium per gli utenti (user), con servizi aggiuntivi, sconti e convenzioni. Il nostro auspicio è che Know How diventi velocemente un’App di nicchia, presente

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Tecnologia

Butiq

Kiki Lab - Ebeltoft Italy Fabrizio Valente, Fondatore e Amministratore

Caso tratto in anteprima dalla ricerca internazionale di Kiki Lab – Ebeltoft Group, Retail Innovations 13

Area chiave: Emotional Retail Tendenza complementare: Scelta2 BUTIQ – Germania Un concept store attento alle ultime tendenze, che mixa categorie diverse di prodotti con eventi e servizi, come la produzione in 3D dei famosi ‘mini-me’. Info chiave Concept store lifestyle 2017: prima apertura 2 negozi 1.000 referenze

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Butiq è un concept store che seleziona prodotti di tendenza che spaziano dagli oggetti di design agli accessori, dai complementi d’arredo ai prodotti food, tutti caratterizzati da un forte contenuto di stile. Lo spazio ospita anche una caffetteria e programma un calendario di eventi su base continuativa. Scelta2 Per un caso come Butiq è più corretto parlare di “curatore” che di commerciante e di “collezione” più che di assortimento. I prodotti proposti sono infatti un mix eclettico di varie categorie, sia iperlocali che internazionali: calze colorate made in Germany, birre e vini artigianali, accessori lifestyle, gioielli, idee regalo,


accessori per l’auto e bici elettriche. Tutti i prodotti sono esposti in modo particolarmente valorizzante e i fondatori si sono dati l’obiettivo di includere almeno due prodotti nuovi alla settimana per incrementare la frequenza di traffico. Coinvolgimento attivo Butiq promuove e ospita costantemente eventi come degustazioni di vario tipo (vino, gin, tè), pasticcerie pop-up e personalizzazione di gioielli. Tutte occasioni in cui i clienti possono incontrare designer, creativi, artigiani e produttori che sviluppano i vari progetti. Lo spazio si presta molto bene al coinvolgimento perché il concept store valorizza le esperienze grazie a un’illuminazione particolarmente curata e a decorazioni come quelle a parete del famoso duo di street artist “Herakut”. Il reparto dei vini ospita un innovativo espositore a rastrelliera dotato di schermo, in cui i clienti possono indicare per quali tipi di piatti o di eventi desiderano legare la scelta del vino ed una luce a led, si accende sul display per segnalare la bottiglia più indicata per l’occasione. Il negozio è anche attrezzato con uno scanner per scattare foto 3D del proprio corpo ed una stampante per riprodurre in 3D i famosi ‘mini-me’. Commento finale di Kiki Lab ed Ebeltoft Group I lifestyle concept store esistono da decenni e non è facile tenerli in vita nel tempo, Butiq sembra guidato da imprenditori capaci di interpretare bene i mood e i trend della contemporaneità. Dopo il primo negozio aperto a Stoccarda nel 2017, l’azienda che ha già aperto un secondo a Mannheim, può contare su un’ampia copertura dei media in target e ha anche vinto il premio tedesco Store of the Year 2017 per la categoria “Concept di Negozi Innovativi e Creativi”.

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Tecnologia

Campagne Paid adv

Qual è quella giusta per realizzare i tuoi obiettivi? Rubrica Boraso

Il termine “Paid Advertising”; può indicare diversi tipi di attività, tutte caratterizzate dallo stesso obiettivo: generare traffico qualificato verso il proprio sito, attraverso delle inserzioni a pagamento.

In questo articolo vedremo quali sono le tipologie di campagne paid che si possono utilizzare per raggiungere le persone potenzialmente interessate all’acquisto del tuo prodotto. Conoscere le possibilità a disposizione ti di permette di selezionare gli strumenti per intercettare gli utenti nelle varie fasi del Customer Journey. Campagne Search Advertising Le campagne search hanno come obiettivo gli utenti che stanno utilizzando un motore di ricerca. Le inserzioni vengono mostrate in cima alla SERP (la pagina dei risultati che restituisce il motore di ricerca). Così, se la tua azienda vende piante da giardino e scegli le keyword giuste per la tua inserzione, quest’ultima potrebbe

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essere mostrata ad un utente che ha cercato la keyword “dove comprare piante da giardino a Milano” (dando per scontato che in questo esempio la tua azienda si trovi effettivamente a Milano). È attraverso un’asta in tempo reale che il motore di ricerca (ad esempio Google) stabilisce quali inserzioni verranno mostrate in risposta ad una determinata keyword: nel momento in cui imposti la tua campagna, stabilisci un budget e l’offerta massima che indica quanto sei disposto a pagare per ogni clic. La modalità di acquisto che caratterizza le campagne di Search Advertising è infatti il PPC (Pay Per Clic): significa che pagherai soltanto quando un utente clicca sulla tua inserzione. Se hai scelto di offrire un massimo di 2 euro, Google mostrerà la tua inserzione solo se i tuoi concorrenti non stanno


offrendo di più. Se invece le loro offerte non superano la tua, Google non spenderà l’intero importo della tua offerta massima, ma ti addebiterà un importo pari all’offerta del tuo concorrente più prossimo più un centesimo. C’è però un altro fattore da tenere in considerazione quando si parla di campagne search su Google: si tratta del Quality Score. Questa metrica considera alcuni fattori che servono a determinare quanto effettivamente è “buona” la tua offerta rispetto ad una query; in particolare vengono giudicati: quanto è rilevante la keyword scelta rispetto all’annuncio; il click-through rate previsto (quello delle tue precedenti campagne e quello atteso), calcolato confrontando ogni quante impression la tua inserzione riceve un clic; in misura minore, viene considerata la history del tuo account, per stabilire la trasparenza e l’affidabilità della tua azienda; la qualità della Landing Page a cui indirizzano le inserzioni. È sulla base della tua offerta massima e del Quality Score che Google stabilisce il tuo AdRank, il punteggio che determinerà se e in che posizione il tuo annuncio verrà mostrato in risposta ad una certa ricerca. Quando utilizzare le Campagne Search Advertising? Una campagna di search advertising potrebbe rivelarsi la scelta migliore per intercettare quegli utenti che stanno cercando attivamente un modo per soddisfare un bisogno. Si tratta di persone che stanno facendo una ricerca con un intento preciso e che vogliono una soluzione. Ad esempio, le piccole realtà locali beneficiano di questo tipo di advertising perché intercettano quelle persone che sono alla ricerca di un ristorante nei paraggi

dove cenare, della ferramenta più vicina, di un dentista aperto h 24… Le campagne search possono dimostrarsi efficaci anche per quegli utenti interessati a prodotti difficilmente reperibili nei negozi, o per quelli che richiedono un investimento consistente, sul quale fare ricerca prima dell’acquisto (un’auto, un notebook, una lavastoviglie…), per i quali si manifesta dunque l’esigenza di raccogliere informazioni. Questa esigenza comunque può emergere per qualsiasi tipo di prodotto, non solo per quelli classificati come ad alto investimento. Campagne Social Advertising Le campagne Social raggiungono gli utenti che utilizzano un Social Network. Facebook è sicuramente il canale più utilizzato, ma puoi posizionare le tue inserzioni anche su: • Linkedin (prevalentemente per aziende b2b)

• • • • •

Twitter Snapchat Twitter Instagram Spotify

In questo tipo di campagne puoi selezionare il pubblico che vuoi raggiungere basandoti sulle caratteristiche che ha. I social network hanno infatti accesso ad un gran numero di informazioni sui propri iscritti, che utilizzano per mostrare annunci mirati a tipi di utenti ben precisi e selezionati dall’inserzionista. Ecco alcune delle discriminanti che puoi utilizzare per segmentare la tua audience: • Informazioni demografiche • Luogo • Interessi • Comportamenti d’acquisto • Connessioni Hai anche la possibilità di raggiungere i tuoi clienti attuali (caricando su Facebook il tuo database di contatti) e allargare il tuo pubblico entrando in contatto con altri utenti che hanno caratteristiche simili, attraverso la funzionalità “Lookalike Audiences”. Anche su Facebook è attraverso un’asta che si determina quali inserzioni verranno mostrate ad un certo pubblico. In questo caso però puoi scegliere tra 3 diversi tipi di offerta: marzo/aprile 2018

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CPC, costo per clic: pagherai soltanto nel momento in cui un utente clicca sulla tua inserzione.

CPM, costo per mille impression: pagherai ogni volta 1000 persone visualizzeranno la tua inserzione.

CPA, Costo per acquisizione: pagherai per ogni utente che effettua un’azione di conversione sul tuo sito. Ovviamente il costo è più alto rispetto alle due offerte precedenti.

Quando utilizzare le campagne di Social Advertising? Se sai che la tua offerta è interessante per una certa categoria di persone, utilizzare le campagne social è una buona scelta. Le pressoché infinite possibilità di segmentazione che offre Facebook ti permettono di raggiungere con precisione i tuoi utenti ideali e mostrare loro la tua inserzione. Di base gli utenti non si trovano su Facebook per comprare qualcosa, ma per intrattenersi e interagire con i propri 84

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contatti: questa piattaforma può innanzitutto rivelarsi un’alleata preziosa per costruire Awareness nei confronti dei tuo brand. In questo caso è possibile utilizzare le campagne in modo da mostrare le inserzioni a quante più persone possibile, tra quelle potenzialmente interessate. Le campagne su Facebook possono essere utilizzate anche per raggiungere utenti che si trovano nella fase Consideration del Customer Journey, indirizzandoli verso il proprio sito tramite contenuti editoriali, per esempio. Si può anche lavorare per incrementare le interazioni con la propria pagina web o per ottenere nuovi contatti attraverso tecniche di Lead Generation. Infine, questo tipo di campagne può rivelarsi efficace anche per raggiungere obiettivi di conversione: in questo caso potrai valutare i risultati delle inserzioni in base alle conversioni tracciate sul tuo sito dal Pixel di Facebook. Campagne Display Advertising Il display advertising è una delle forme più classiche della pubblicità online. Le

inserzioni in questo caso sono chiamate “banner” e possono assumere vari formati e dimensioni. I banner vengono mostrati all’interno delle pagine dei siti rilevanti rispetto al prodotto o al servizio che offri. Il principale strumento che si utilizza per fare campagne display advertising è la Google Display Network, che ti permette di mostrare il tuo banner ad un pubblico potenzialmente molto ampio: Google parla del 90% degli utenti dell’intero web. Non si tratta di un dato irre-


alistico, dal momento che fanno parte della GDN anche realtà come Youtube, Gmail e Blogger.

Con le campagne display puoi individuare il segmento di pubblico a cui vuoi rivolgerti attraverso 6 diverse modalità di targeting: • Keyword Targeting: ti permette di selezionare delle keywords e inserire il tuo annuncio all’interno dei siti con contenuti che riprendono le parole chiave selezionate dall’inserzionista; • Placement Targeting: ti permette di selezionare i siti dove mostrare il tuo annuncio; • Interest Targeting: ti permette di mostrare il tuo annuncio a gruppi di persone accomunate dallo stesso interesse; • Audience Targeting: ti permette di utilizzare le Audiences che hai creato in Google AdWords o in Google Analytics;

Topic Targeting: ti permette di mostrare il tuo annuncio all’interno di un gruppo di siti che trattano lo stesso argomento; Demographic Targeting: ti permette di mostrare il tuo annuncio a un pubblico con delle caratteristiche demografiche definite; R e m a rk e t i n g: t i p e r me t te d i mostrare il tuo annuncio a utenti che hanno visitato in precedenza il tuo sito (il Remarketing è attuabile utilizzando tutte le tipologie di campagne, non solo quelle Display).

Quando utilizzare le campagne Display Advertising? Le campagne display possono essere utilizzate per raggiungere diversi obiettivi: • Creare awareness: se hai appena aperto un’attività, una nuova sede o se hai lanciato un nuovo prodotto puoi sfruttare le campagne display per presentare la tua offerta ad un

pubblico vasto, utilizzando ad esempio il targeting demografico o per interesse; Influenzare la considerazione: puoi utilizzare questo tipo di campagne anche con l’obiettivo di informare adeguatamente il cliente sulla tua offerta, invitarlo ad esplorare le caratteristiche dei tuoi prodotti o servizi, o per distinguerti dai tuoi concorrenti.

Puoi utilizzare le campagne display anche con lo scopo di incentivare le azioni, rivolgendoti a quei clienti che si trovano in una fase del Customer Journey più vicina all’acquisto. In questo caso l’obiettivo è la conversione e si cerca di raggiungerlo attraverso funzioni che agevolano la procedura d’acquisto, come le offerte per il remarketing.

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Tecnologia

L’innovazione che parla Italiano di Cinzia Meoni

Ansaldo Energia, G.D., Fiat Chrysler, Pirelli, Chiesi Farmaceutici, Telecom Italia, Leonardo, Campagnolo, Prysmian e Saipem. È questa la top ten tricolore che, negli ultimi dodici mesi, ha depositato il maggior numero di domande di brevetto prevenienti dall’Italia presso gli uffici European Patent Office. 86

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Negli ultimi dodici mesi l’Italia ha registrato una delle migliori performance nell’ambito dell’innovazione in Europa. Lo evidenziano i dati annuali di European Patente Office (Epo) istituzione con 7mila dipendenti che si occupa di rafforzare la cooperazione sui brevetti nel Vecchio Continente: attraverso il procedimento centralizzato di assegnazione dei brevetti, infatti, gli inventori riescono a ottenere una protezione brevettuale all’interno dei 38 Paesi membri di Epo. “In termini di domande per brevetti, il 2017 è stato un anno positivo per l’Europa” ha dichiarato il Benoît Battistelli, presidente di European Patent Office per poi proseguire: “L’aumento delle richieste di brevetti europei conferma che il

Vecchio Continente rimane un mercato tecnologico di interesse primario. Mai come lo scorso anno le imprese europee hanno inviato un numero tanto cospicuo

di domande di brevetto, segno tangibile del loro potenziale innovativo e della fiducia che ripongono nei nostri servizi.”


L’ACCELERAZIONE TRICOLORE Le domande di registrazione di brevetti provenienti dall’Italia e indirizzate a Epo sono state, nel 2017, 4.352, in aumento del 4,3% rispetto all’anno precedente, una accelerazione che pone l’Italia al decimo posto tra i Paesi più innovativi aderenti ad Epo. Nel complesso, European Patent Office ha ricevuto quasi 166.000 domande

nel 2017, un incremento del 3,9% rispetto all’anno precedente e che rappresenta un nuovo record. Per la prima volta, inoltre, l’elevato numero di richieste arrivate dalla Cina (8.330, in miglioramento del 16,6%) rispetto al 2016 ha di fatto incluso il gigante asiatico (a spese della Svizzera) nella top five dei Paesi più attivi (Stati Uniti, con 42.300 domande di brevetto presentate nel 2017 sovrasta incontrastata la Germania con 25.490 richieste di brevetto; il Giappone, con 21.712 domande e la Francia con 10.559 domande).

Mai come lo scorso anno le imprese europee hanno inviato un numero tanto cospicuo di domande di brevetto.

con 60 domande di brevetto depositate in Epo, G.D. (54 domande), Fiat Chrysler (42 domande), Pirelli (40 domande), Chiesi Farmaceutici (33 domande), Telecom Italia (28 domande), Leonardo (27 domande), Campagnolo (26 domande) a pari merito con Prysmian (26 domande) e Saipem (26 domande). A livello settoriale a vincere la palma per i comparti più innovativi si sono dimostrati la “movimentazione” (sistemi di trasporto nel quale possono venire inclusi anche i container), il settore dei “trasporti” e la “tecnologia medicale”. Con il 32,7% di richieste di brevetti presentate nel corso degli ultimi dodici mesi ad Epo, la Lombardia guida poi la classifica delle regioni italiane, seguita dall’Emilia Romagna con il 16% (+ 4,6% rispetto al 2016) e il Veneto con il 13,4% del totale delle richieste (+7,3%). Queste tre regioni contano per più del 60% di tutte le domande italiane di brevetti presentate all’Epo. Nella graduatoria per città, Milano guida la classifica con il 20,4% precedendo Torino (7.4% di domande), Bologna (6.5%) e Roma (4.3%). TECNOLOGIA MEDICALE SUPERSTAR A livello internazionale i colossi più innovativi si sono dimostrati nell’ordine: Huawei (con 2.398 domande di brevetto presentate nel 217 a Epo), Siemens (2.220 domande), LG (2.056 domande), Samsung (2.016 domande), Qualcomm (1.854 domande), Royal Philips (1.733 domande), United Technologies (1.719 domande), Intel (1.435 domande), Robert Bosch (con 1.412 domande), ed Ericsson (con 1.373 domande). Per quanto riguarda l’ambito settoriale a livello mondiale, la tecnologia medicale rimane il settore con il più grande numero di domande di brevetto a Epo (+6,2%) seguito, ancora una volta, dalla comunicazione digitale e dalla tecnologia informatica.

L’INNOVAZIONE È MADE IN MILANO A trainare l’innovazione tricolore sono state in particolare: Ansaldo Energia marzo/aprile 2018

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Imprese

Fashion and Luxury: chi cerca, trova… un lavoro A cura di Alessia Portelli

Il mondo del lavoro, in continua evoluzione e cambiamento, non può prescindere dalla formazione e dall’orientamento personale.

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Con consapevolezza e professionalità, domanda e offerta dovrebbero incontrarsi individuando quei talenti, o quei profili più adatti, alle varie posizioni aperte. Un equilibrio naturale, un incontro spontaneo, culmine di un percorso formativo e professionale in crescita. Concretamente sappiamo quanto sia complesso il processo di ricerca e selezione del personale. Già dal primo step, in cui un’azienda si accorge di aver un bisogno, entrano in gioco realtà specializzate come In Job, per valutarne ogni aspetto e iniziare un processo mirato verso il supporto all’azienda e la ricerca del candidato più idoneo. Il settore moda e beni di lusso è sicuramente un settore in crescita, dinamico e sempre più internazionale. Grandi marchi, grandi gruppi diventano

realtà molto ambite dove lavorare e candidarsi. Le regole per entrare a farne parte sono tuttavia ben precise. Beesness ha incontrato Chiara Bongiorno, head hunter di In Job specializzata in Fashion & Luxury, per conoscere da vicino il mondo della ricerca e selezione del personale in questo settore. Come hai iniziato a fare l’Head Hunter nel settore moda e beni di lusso? “La mia esperienza nella selezione è iniziata circa 10 anni fa in ambito generalista ma negli ultimi 6 anni (da quando mi sono trasferita a Milano dal Friuli), mi sono orientata verso la ricerca di questi profili di cui il mercato milanese ha sempre grande esigenza.”


In cosa consiste il tuo lavoro e che tipo di servizi offrite ai clienti che si rivolgono a In Job? “Mi occupo della gestione di cliente e candidato a 360 gradi, il mio lavoro inizia con la ricerca del cliente e la condivisione delle proprie esigenze in ambito di selezione, la costruzione della job description, l’individuazione del candidato ideale che accompagno durante la negoziazione con il cliente e successivi follow up dopo l’inserimento in azienda. Da In Job ci occupiamo di ricerca di professionisti qualificati e di placement in azienda con soluzioni temporary e permanent con uffici in Italia, Gran Bretagna, Polonia, Germania, Stati Uniti, Cina e Russia.” Cosa si intende esattamente per settore “Fashion & Luxury”? “Il settore Fashion & Luxury è un grande contenitore che non comprende solo i grandi marchi della moda ma si estende ai player del settore Jewelry, Furniture e Lifestyle. In particolare con riferimento al luxury comprendiamo tutti quei brand che si rivolgono ad una clientela che cerca un prodotto riconoscibile ed unico garantendo allo stesso tempo un’esperienza eccezionale dentro e fuori la boutique.”

dai sales assitant con le loro diverse specializzazioni linguistiche e di prodotto, gli store manager veri registi della vita di ogni boutique e tutte le figure che compongono la rete commerciale wholesales e retail. Negli ultimi anni c’è forte richiesta di figure in ambito digital ed ecommerce che sono anche quelle maggiormente ambite tra i candidati.” A tuo avviso, quali caratteristiche non devono mai mancare a un candidato per questo settore, per essere valutato? “Metto al primo punto la motivazione, se è forte può sopperire anche a qualche gap a livello di competenze, la conoscenza del mercato di riferimento e le competenze linguistiche completano il profilo.” Come si riconosce il candidato “ideale”? “Il candidato ideale non so se esiste, ma sicuramente chi arriva a colloquio preparato sull’azienda che andrà ad incontrare e con ben chiare le sue aspettative ha sicuramente maggior possibilità di portare a termine il processo di selezione con successo.”

Quali sono le posizioni più richieste da parte delle aziende? “Le posizioni più ricercate sono da sempre quelle a contatto con il cliente partendo

Dalla tua esperienza, che evoluzione ha avuto il ruolo del “cacciatore di teste” e come si coniuga, oggi, con le nuove tecnologie e app che dovrebbero mettere in contatto diretto domanda e offerta?

illimitate presenti sul web che non solo ci permettono un contatto diretto ma ci danno anche un quadro generale sempre aggiornato sul momento professionale del candidato potendo conoscere se è aperto o meno a nuove opportunità. Dall’altro questi strumenti potenzialmente favoriscono il contatto diretto tra domanda ed offerta, ma in tal caso, viene meno tutta quella attività di affiancamento, conoscenza del mercato e dei candidati che sono il punto di forza di ogni Head Hunter.” Per chi si candida, che percorso consiglieresti a chi vuole iniziare a lavorare in un’azienda di moda e lusso? Quali strumenti sono utili per la ricerca di un lavoro in questo settore? “Ai giovani talenti consiglio di scegliere un percorso di studi in linea, approfondire la conoscenza di almeno una lingua straniera oltre all’inglese e tenere monitorato il mercato attraverso il web e riviste on line specializzate. Un cv sempre aggiornato contenente le informazioni essenziali e l’application a posizioni in linea con il proprio percorso che si possono trovare ormai esclusivamente sul web hanno una redeption sicuramente elevata nella ricerca del lavoro desiderato.”

“Le nuove tecnologie ci hanno da un lato semplificato la vita perché siamo passati dalle chiamate dirette in azienda in incognito all’accesso ad informazioni marzo/aprile 2018

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Imprese

Mapic F&B Programma Italia con Nathalie Depetro

MAPIC Food&Beverage è la vera novità di quest'anno. Perché ha scelto Milano per ospitare questa prima edizione? "MAPIC Food&Beverage offrirà un'area espositiva in cui i retailers internazionali di prodotti alimentari e di bevande potranno mostrare i loro concept ai professionisti del settore immobiliare, desiderosi di espandere il loro retail mix nel settore del food. A differenza del MAPIC di Cannes, i retailers saranno gli espositori e i professionisti del settore immobiliare parteciperanno in veste di visitatori. 90

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MAPIC Food&Beverage sarà una piattaforma di business unica, internazionale e importante. A partire dall’EXPO 2015, creando un patrimonio legato alla nutrizione e all'alimentazione sostenibile, Milano si è affermata come la World Food Capital City ed è oggi il palcoscenico principale per eventi, per progetti e per dibattiti su tematiche di tipo alimentare." In che modo il settore retail internazionale sta reagendo alla prima edizione di MAPIC Food &Beverage?


"Ad oggi, abbiamo già oltre 180 marchi e 400 delegati provenienti da 23 paesi che partecipano, quindi vediamo questa edizione inaugurale caratterizzata da un’alta partecipazione internazionale! Il nostro programma di conferenze, molto ricco da un punto di vista degli argomenti trattati, avrà sicuramente un tocco internazionale, grazie all'entusiasmo dimostrato da molti player del settore, desiderosi di partecipare a MAPIC F&B. Saranno presenti tre panel di esperti, che

"I dati MAPIC Italia sono molto positivi quest'anno, con 44 espositori previsti, rispetto ai 39 dello scorso anno." si concentreranno sulle tendenze di forte interesse: le Food Halls, con interventi di Didier Soulliat di Time Out Market, di Andrea Rasca del Mercato Metropolitano di Londra e di Simon Gibbs di Covent Garden Market. Un altro panel metterà in evidenza l'importanza dell'offerta F&B nel travel retail, con interventi, tra gli altri, di Nick Shapira del gruppo Jamie Oliver Group e Lucio Rossetto di Lagardère Travel Retail. Infine, una sessione sarà dedicata all'impatto della scelta corretta del F&B retail mix, come driver di traffico per le destinazioni al dettaglio, moderato da Jonathan Doughty di ECE e con gli interventi di Simon Stenning della rivista MCA, di Jakub Bilik di AMREST e di Joel Silverstein del gruppo East West Hospitality. Gli espositori rappresenteranno i mercati principali, come il Regno Unito con Casual Dining Group, proprietario di diversi marchi di riferimento, Wok to Walk o Heavenly Desserts, presenti al salone. Starbucks e Jamie Oliver Group parteciperanno invece come visitatori. La Francia sarà ben rappresentata dai

marchi Delifrance e Le Duff Group. La Germania sarà presente con Nordsee, Dean & David e Whats Beef e, infine, il salone ospiterà players del settore, provenienti da mercati più distanti, come gli Stati Uniti (ristoranti CKE) e il Medio Oriente (Aura Lifestyle Group). Tra gli operatori, i master franchising e i proprietari terrieri, abbiamo registrato alcune importanti delegazioni provenienti non solo da tutta Europa (Union Investment, Westfield, INTU), ma anche dal Medio Oriente (United Developer / Place Vendome), dall’Iran (Iran Mall), dall’India (Allied Investments e Housing Private Limited), da Hong Kong (East West Hospitality Group) e dall’America Latina (Inmuebles Panamericana S.A.). Inoltre, par teciperanno molte e impor tanti master franchise, che ricoprono vasti territori in tutto il mondo. Ricordiamo Amrest, Azadea, Blackwood, CAA Global Brands, Harper Dennis Hobbs, Civitano e Multifranquisias." MAPIC Italy è giunto alla sua terza edizione: cosa si aspetta adesso? * Il mondo digitale giocherà un ruolo da protagonista durante Mapic Italia, quest'anno. Potrebbe dirci di più a riguardo? "I dati MAPIC Italia sono molto positivi quest'anno, con 44 espositori previsti, rispetto ai 39 dello scorso anno (esclusi i 17 espositori del settore F&B, che quest'anno sono migrati all'evento dedicato, MAPIC Food&Beverage). Ci aspettiamo anche un aumento del numero di partecipanti, oltre 1.600, in termini di espositori e di visitatori. Inoltre, ci aspettiamo di confermare la presenza di tutti i principali player nel mercato (aziende come IGD, Grandi Stazioni Retail, Falcon Malls, Westfield, Klepierre, JLL, Cushman, Multi, CBRE, Euro Commercial, ECE, Carrefour/Carmila, Gallerie Commerciali Italia). Discuteremo di tre tematiche principali al MAPIC Italia: il primo è l'impatto dell'innovazione digitale nel mercato immobiliare commerciale. Per la prima volta, quest'anno, avremo una sala dedicata alle aziende che hanno sviluppato servizi particolarmente innovativi, come Microlog,

PTA, Geomap e altri. L’argomento del digitale sarà presente anche nel programma di conferenze MAPIC Italia (un approfondimento, quest'anno, sviluppato in partnership con Largo Consumo) e sarà trattato in una sessione di esperti con il titolo: "Big Data: nuovi modelli di collaborazione tra centri commerciali e rivenditori". Verranno affrontate questioni come la gestione dei dati, il CRM e la fedeltà, nonché i modi per aumentare il coinvolgimento dei clienti e per condividere correttamente i dati sensibili. Saranno presenti relatori di grande interesse, come Alessia de Col di Amazon Italia, Alessandro Zanotti di Accenture, Massimo Baggi di IPER, Massimo Pozzi di KIABI e Fabrizio Valente di KIKILAB. Ci saranno anche le presentazioni di soluzioni sviluppate da quelle aziende che espongono nella Digital Lounge. Un secondo tema si concentrerà su una selezione di nuovi retailer internazionali presenti nel mercato italiano, che presenteranno i loro concept e le ragioni che li hanno condotti a entrare nel mercato. Tra i marchi che hanno confermato a oggi la loro presenza ricordiamo Sephora e DM Drogerie Markt. Infine, avremo la tradizionale conferenza sullo stato dell'arte del mercato italiano, organizzata in collaborazione con CNCC. Tre principali società di consulenza, JLL, CBRE e Cushman & Wakefield, forniranno dati e analisi aggiornati sul mercato. Seguirà una tavola rotonda, con la partecipazione di attori come IGD, Falcon Malls e GVA Redilco, per presentare i nuovi progetti di sviluppo dei centri commerciali in Italia. Le conclusioni di queste stimolanti discussioni sul mercato italiano saranno presentate da Vincenzo Gibiino, Presidente dell'Osservatorio parlamentare sul Mercato Immobiliare e da Massimo Moretti, Presidente e CDS di CNCC, Holding General Director di CNCC."

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Turismo Imprese

Il Brand? Meglio slow! di Ugo Perugini

Patrizia Musso, ideatrice di Brandforum, è convinta che non si possa rinunciare al diritto a vivere e pensare più lentamente, e anche le imprese più importanti se ne sono accorte.

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La velocità del mercato grazie alla rivoluzione digitale ha relativizzato il nostro tempo. La tempestività, la rapidità sono diventati dei must e considerati vantaggi competitivi irrinunciabili. Bisogna pensare, reagire, anticipare l’imprevedibile, tutto in tempo reale. A questo punto, parlare di slow brand può apparire paradossale, ma non è così. In realtà, si tratta di un modo diverso di intendere il branding e di utilizzare il tempo che abbiamo a disposizione. Il Brandforum, diretto da Patrizia Musso, docente presso l’Università Cattolica di

Milano e autrice di diversi libri sul tema – l’ultimo dei quali è “Slow Brand. Vincere imparando a correre più lentamente”, Franco Angeli – affronta questo argomento sotto diversi aspetti. A lei abbiamo rivolto alcune domande. Non le sembra di andare controcorrente usando un termine come slow, abbinato al brand, in un’epoca dove la tempestività viene vista come uno dei principali fattori di successo? “Avere un approccio slow alle cose è un concetto che a prima vista può sembrare


“FAQ”, vogliono avere contatti di persona, hanno bisogno di qualcuno che dedichi loro tempo, ascolto e risponda direttamente alle loro domande. D’altra parte, quale altro modo c’è per poter costruire un rapporto di fiducia tra le persone? In altre parole, bisogna contrastare la percezione che si debba per forza perseguire la velocità in ogni aspetto dell’agire economico. Occorre imparare a muoversi rapidamente ma facendo le cose giuste, al momento giusto, senza mai perdere di vista alcuni valori che nelle aziende devono restare al centro, cioè la relazione, la fiducia, l’ascolto, ecc. Ecco perché oggi il brand deve essere slow. Chi lavora nell’ambito del retail può avvalersi di un approccio slow? E perché?

contraddittorio in una società come la nostra, in cui l’aspetto più importante è la rapidità. Ma se parliamo, ad esempio, di slow food, ci rendiamo immediatamente conto che la maggior parte delle persone concordano con questa scelta perché significa dare il giusto valore a concetti quali la selezione accurata del

“Avere un approccio slow alle cose è un concetto che a prima vista può sembrare contraddittorio in una società come la nostra.”

le aziende ad accelerare la propria trasformazione digitale. Come fare arrivare a loro un messaggio slow? “I giovani sono decisamente orientati verso le tecnologie digitali più avanzate e le sanno sfruttare al massimo. Ma anche loro quando vanno a fare un acquisto importante, o hanno contatti con le aziende per il loro futuro lavorativo, non si accontentano di visitare siti, con contenuti più o meno curati, esaminare le

L’approccio slow è fondamentale anche per chi opera nel retail. Una ricerca Nielsen dello scorso anno rileva che il 60% degli italiani ama fare la spesa ma vorrebbe “un’esperienza più personalizzata”, di questi solo la metà ritiene che i retailer capiscano i loro reali bisogni. Sono dati significativi che mostrano come ancora vi sia parecchia strada da fare per gestire al meglio i rapporti con la clientela. E la soluzione potrebbe essere proprio quella “slow”. In altri termini, ben vengano le innovazioni digitali che possono snellire certe procedure

cibo, il rispetto della tradizione, la possibilità di promuovere la convivialità, ecc. In altri termini, come dire: la rapidità va bene, ma a condizione che non vada a scapito della qualità della nostra vita. La ritengo una sfida interessante per il mondo aziendale, che con coraggio può spostarsi dal solo dire al fare”. I cosiddetti Millennials stanno cambiando il volto del mercato spingendo marzo/aprile 2018

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ma solo se alla fine possono realmente rappresentare un “plus” che favorisce e amplia il servizio offerto, dando più spazio al rapporto umano. Credo che abbia ragione Wakamatsu, uno dei padri della Toyota, che sostiene: «La vera innovazione (in azienda) oggi sta nella capacità delle persone di ripensarsi plasmandosi sulla base di ciò che il cliente desidera».”

petition» che non lascia dubbi.”

Le aziende fanno qualcosa di “slow” nell’ambito delle loro campagne pubblicitarie? “Certamente. Questa sorta di dicotomia tra mondo digitale e mondo fisico non sfugge alle aziende più sensibili, le quali pare si siano rese conto nelle loro campagne pubblicitarie della necessità di tendere sempre più verso il real time marketing. In altre parole, non richiami a mondi lontani, edenici, ma riferimenti a situazioni concrete; pensiamo, ad esempio, alla pubblicità della CONAD, con il claim «Persone oltre le cose». Oppure, alla abilità di sfruttare l’ironia per criticare la mania di fare le foto al cibo, come nel caso di una recente, riuscitissima, campagna pubblicitaria dell’IKEA con il messaggio finale «Let’s relax! It’s a meal, not a com94

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Lei ha ideato nel 2001 il Brandforum e ne è il Direttore. Che cos’è? Cosa si propone di fare? “È difficile da definire, direi che si tratta di un osservatorio dal quale guardare verso il mondo delle imprese, cercando di evidenziare le best practice delle aziende che sposano la filosofia slow. In altri termini, una community che incoraggia e promuove l’atteggiamento mentale slow

che significa vivere e produrre senza l’assillo della rapidità ad ogni costo. Non siamo contro la tecnologia, ma gli strumenti tecnologici vanno usati nel modo giusto perché altrimenti finiscono per sottrarci del tempo. E, oltretutto, ricordiamo che la specializzazione, a cui ogni lavoro deve tendere, è l’esatto opposto del fast. Naturalmente, pur non essendo una testata giornalistica, il Brandforum dà spazio ai contenuti, pubblicando articoli di guest ed esperti, ma anche abstract di tesi di laurea, contributi diversi in grado di creare una cultura slow ad ampio raggio. Dal 2015, inoltre, organizziamo anche un Festival nel quale affidiamo a un gruppo di giovani (studenti, neolaureati, profili junior) il compito di segnalare, di volta in volta, le aziende più virtuose, tra cui non mancano anche le PMI e le start-up, verificando le loro scelte slow secondo diverse ottiche: advertising, spaces, web e factory. Il grande successo dell’iniziativa (con oltre 100 nomination ricevute) ci conferma che la strada intrapresa è quella giusta.”


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Turismo

Il Feng Shui E l’arte dell’ospitalità di Cinzia Meoni

Il design interpretato secondo quanto prevede l’antica filosofia cinese porta benefici concreti sulle persone e sugli ambienti in cui queste ultime vivono. Ecco, quindi, che per il settore turistico il Feng Shui diventa una chiave interessante a cui ispirarsi per proporre nuove esperienze ad ospiti e clienti. Ne abbiamo parlato con chi lo sta sperimentando in quattro distinte attività. 96

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Il Feng Shui è un’antica arte cinese che studia come l’energia vitale del Cielo e della Terra (Chi, o Qi) influisce e interagisce con l’uomo, per creare ambienti in cui ritrovare benessere, equilibrio e armonia. Letteralmente Feng Shui significa “vento e acqua”, il vento il cielo, l’aria che trasporta nuvole gonfie di pioggia senza di cui non ci sarebbe vita. Non si tratta quindi di uno stile architettonico ma di uno stile di vita, un insieme di pratiche e interpretazioni del paesaggio, dei materiali, dei colori, delle forme delle costruzioni, degli spazi interni agli edifici. L’obiettivo è quello di rendere favorevoli le energie di un luogo attraverso la ricerca dell’equilibrio e di costruire quindi un ambiente sano, bello e sereno. Non vi sono evidenze scientifiche sull’efficacia del Feng Shui nel raggiungimento dello

scopo. In Cina l’esperto di Feng Shui è una professione piuttosto diffusa. Da noi non ancora. Ma chi lo ha provato assicura che non ne potrebbe più fare a meno. Ne abbiamo parlato con quattro imprenditori che hanno deciso di ispirare la propria attività al Feng Shui e oggi sono più che soddisfatti. RAFFAELLA STUCCHI PROPRIETARIA DI SPAZIO SUSHI A MILANO Cosa significa un ristorante Feng Shui e in che cosa si differenzia da uno tradizionale? “Rispetto ad un locale tradizionale, quello che si ispira a questi antichi principi non lascia nulla al caso, anzi, diventa un contenitore che si adatta alle necessità


dell’animo e alle attività che si svolgono all’interno, rispettando le leggi che armonizzano forme, funzioni e sostanze di tutta la materia. Ecco allora la scelta mirata dei colori delle pareti e degli oggetti, i materiali naturali, la disposizione dei tavoli e dell’arredamento. Le energie positive circolano nel rispetto dei punti cardinali e vengono liberate quelle negative dalla cucina.” Perché il vostro ristorante si ispira ai principi del feng Shui? “Fin da piccola sono stata affascinata dalla cultura orientale. Anni di studio, pratica e viaggi in oriente mi hanno istruito e plasmato. Ho visitato numerosi locali che si ispirano al Feng Shui. Non ho fatto altro che portare un angolo di questa millenaria cultura a Milano. Non è certo un caso che proprio nel palazzo dove ha sede “Spazio Sushi” sia vissuto Giacomo Puccini. Un luogo magico ricco di energia positiva. E proprio per questo andava rispettato e onorato.” Quali benefici ritiene che abbia sulla vostra proposta? “Puntiamo tutto sulla qualità. Il nostro ospite deve vivere un’esperienza unica

e in questo la filosofia del Feng Shui è fondamentale. Non vogliamo deliziare solamente il palato, ma anche gli altri sensi. Penso che alla fine la ricerca dell’eccellenza e dell’equilibrio porti i risultati. Senza fretta, ma con le idee chiare.”

anche gli uramaki tra cui spiccano il winter roll con salmone, fico candito e noci e il sea roll con fiori di zucca in tempura, avocado, scampo, gambero rosso e caviale.”

La scelta del menù e delle materie prime è in qualche modo collegata alla filosofia Feng Shui che omnia gli ambienti?

Al di là delle creazioni in cucina, in Primavera allestiremo nel locale alcune mostre d’arte e per l’estate ci sarà il brunch domenicale.

“Sicuramente sì. Ogni singola materia prima è scelta con cura, rispettando la natura e i suoi equilibri. Scegliamo solo prodotti certificati e garantiti per non spezzare l’armonia e la filosofia del locale. Il nostro chef inoltre utilizza i 5 elementi per cucinare.” In che modo avete strutturato la proposta menu? “Originalità e raffinatezza sono le parole d’ordine delle nostre proposte. Le portate di crudi si estendono ad interpretazioni creative e fusion con accenti mediterranei, dando vita ad uno stile unico nel suo genere. Accanto ai classici sushi e sashimi, siamo orgogliosi delle tartàre, in par ticolare quelle di gambero rosso o di scampo con frutta tropicale come l’avocado o il mango. Speciali

Quali sono i prossimi?

ALEXANDER VAN BEEK DIRETTORE GENERALE DI CAIAROSSA Cosa si intende per cantina Feng Shui? “La forma, l’orientamento, la scelta dei materiali e dei colori della cantina è stata ispirata dai principi del Feng Shui e della geodinamica. La realizzazione è

“Non ho fatto altro che portare un angolo di questa millenaria cultura a Milano.”

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valsa a Caiarossa l’inserimento nel progetto Toscana Wine Architecture promosso dalla Regione Toscana. L’esterno della cantina, ad esempio, appare di un rosso intenso, che oltre a rievocare il colore del suolo è simbolo di forza passione e concentrazione. Le grandi vetrate, poste ai lati della struttura, permettono ai raggi del sole di penetrare dall’alba al tramonto e regalano, grazie al giallo caldo e tenue delle pareti che ne amplifica la luminosità, una luce naturale, fonte di energia indispensabile per il benessere psicofisico dell’uomo. I materiali utilizzati sono, per quanto possibile, naturali, a partire dalla volta in legno sino adarrivare alle numerose

“La filosofia biodinamica si basa su una concezione olistica dell’Universo.”

vasche per la vinificazione in cemento e legno. Gli spazi sono volutamente ampi e tutti gli angoli arrotondati per evitare 98

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ostacoli alla circolazione delle energie. Nella “barriccaia”, infine, al centro della stanza si trova una apertura sul suolo collegata direttamente al terreno attraverso dei fili di rame che servono per scaricare i campi elettromagnetici ed elettrostatici e vi è inoltre la possibilità di creare un ruscello di acqua artificiale per il controllo dell’umidità.”

nella conformazione geologica e spirituale del borgo e che trasmettesse i suoi benefici anche alle persone che qui avrebbero dovuto lavorare. Nel 2004 la cantina fu acquisita da Eric Albada Jelgersma che, nel tempo, ha cercato di portare avanti questi principi.”

Perché la cantina si ispira ai principi del Feng Shui?

“Sappiamo che l’architetto che ha ispirato e seguito il progetto è Micheal Bollè autore di un famoso trattato sulla geobiologia. Durante la costruzione della cantina sono stati inoltre interpellati vari esperti di Feng Shui.”

“La cantina e i vigneti sono stati costruiti partendo da zero fra il 1998 e il 2002. Il primo proprietario, Jan Theyss, innamorato di Riparbella, decise di ricreare un luogo che si integrasse perfettamente

Chi ha suggerito una simile disposizione e per quale motivo?

Quali benefici ritiene che l’adesione a


questa antica pratica apporti alla vostra azienda?

vino biodinamico è legata alla filosofia Feng Shui della cantina?

“La scelta di aderire alle regole del Feng Shui per la costruzione dell’azienda è stata fatta per creare un ambiente salutare e positivo per coloro che vi lavorano. E siamo certi che questo venga trasmesso anche al prodotto finale. Il vino deriva da un processo produttivo su di una materia viva e beneficia delle influenze positive derivanti da chi il prodotto lo tratta per lunghi periodi, enologo, cantiniere e tutti gli operai, dalla vigna alla bariccaia.”

“La filosofia biodinamica si basa su una concezione olistica dell’Universo, inteso come un tutto che va oltre alla mera somma degli elementi che lo compongono e significa cercare di creare un rapporto di armonia fra Natura e Uomo. Per noi tutto questo si trasforma in un profondo legame con l’ambiente che ci porta ad abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici e ad accudire i vigneti attraverso ricognizioni di controllo quotidiane. Coltivare secondo i principi dell’agricoltura biodinamica, in ultimo, significa amare il territorio cercando di rispettarne le caratteristiche morfologiche, i suoi ritmi e il suo habitat naturale. Un concetto che ben si sposa con i principi feng shui che hanno guidato la costruzione della cantina.”

Il Feng Shui trova spazio anche in altri ambiti dell’azienda? “La scelta di seguire i principi della biodinamica in vigna e in cantina si lega in maniera perfetta alla pratica feng shui e può addirittura essere interpretata come una sua continuazione. Crediamo infatti che a Caiarossa tracciare una linea definita fra poesia e tecnica sia impossibile poiché da sempre cerchiamo di ricreare un legame tra Tradizione e Innovazione, fra Natura e Uomo, fra Dinamicità e Attesa.” In che modo la decisione di produrre

Quali sono i prossimi progetti dell’azienda? “Stiamo realizzando la costruzione di un nuovo magazzino alle porte del paese di Riparbella all’interno del quale verrà realizzato un punto vendita aperto al pubblico”.

SILVIA KOSTNER DIRETTORE POSTA ZIRM CORVARA Cosa significa una spa Feng Shui? “La wellness-farm del Posta Zirm Hotel di Corvara è stata ideata dallo studio Progettaere di Predazzo seguendo i dettami feng shui che insegna come armonizzare le nostre energie con l’ambiente che ci circonda. La wellness-farm, su due piani, non ha quindi spigoli, interruzioni, gradini in mille metri quadrati di bianche linee curve. Nude le pareti, essenziali le linee, minimale l’arredo.” In cosa si distingue una wellness-farm tradizionale da unaFeng Shui? La spa declinata in ottica Feng Shui non si limita ad essere una tradizionale beauty-farm, di puro svago e rilassamento, ma vuole proporsi bensì come una struttura dove ritrovare il pieno benessere e la completa rigenerazione del corpo e dello spirito. I trattamenti giornalieri nella wellness-farm sono infatti affiancati da una proposta (per chi vuole) salutista e persino vegana offerta dal nostro ristorante, oltre che dalle passeggiate nella marzo/aprile 2018

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natura incontaminata delle Dolomiti, “ricarica” naturale e antidoto contro lo stress.”

“Da quattro generazioni proponiamo la nostra idea di ospitalità.” Come si articola il progetto della spa Feng Shui? “Il progetto della wellness-farm, unica nel suo genere nelle Dolomiti, si basa sui cinque aspetti ciclici dell’energia: Fuoco, Acqua, Legno, Metallo e Terra. Ad ogni aspetto dell’energia corrispondono particolari cicli di trattamento, di 100

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differente durata: il fuoco è abbinato al rilassamento, l’acqua al rafforzamento, il legno alla stimolazione, il metallo al riequilibrio, la terra, infine, al ciclo completo. L’acqua è onnipresente e ricorrente in forme diverse, dal ghiaccio del frigidarium fino alle piogge abbinate ad aromi rivitalizzanti Il fuoco è nella sauna ed è anche presente nel calore dei massaggi. Il legno arreda i locali, profuma l’aria, rigenera il corpo nei vari bagni alpini. Sono di metallo infine i grandi lampadari color oro, mentre l’elemento terra è presente nell’acciottolato, nel pavimento di pietra naturale, nelle pareti di argilla”. La scelta dei materiali nella spa è stata ispirata a questi principi? “Sì. Sono stati utilizzati i materiali che armonizzavano al meglio il rapporto uomo-ambiente esaltato dal feng shui come la pietra naturale e il legno cir-

molo.” Perché la spa si ispira ai principi del Feng Shui? “Da quattro generazioni proponiamo la nostra idea di ospitalità: quella di portare serenità, benessere ed equilibrio interiori nelle vacanze e nella vita dei nostri ospiti. La filosofia Feng Shui sposa a pieno quest’idea.” Quali benefici ritiene che abbia? “Riteniamo che la nostra wellness-farm Feng Shui, soprattutto se associata alle passeggiate sulle Dolomiti e alla una cucina gustosa ma sana presente nella nostra proposta di ospitalità, possa favorire una completa rigenerazione della mente e del corpo”. Quali sono i progetti per la spa?


“È forse troppo presto per parlare ma ci piacerebbe, in futuro, ampliare l’area destinata al benessere.”

A NGEL A BI A NCH I FONDAT R ICE VIRGOIMAGE E CONSULENTE ETRE MILANO Cosa significa una consulenza di immagine Feng Shui? Il Feng Shui DressUp aiuta ad armonizzare il carattere, i valori e i progetti di vita del cliente con gli abiti e gli accessori quotidiani per raggiungere più facilmente i propri obiettivi. Il Feng Shui Fashion Styling parte dai cinque elementi tradizionali del Feng Shui e insegna come gli abiti possano diventare un importante strumento di trasformazione personale. In Italia questa pratica si sta facendo strada poiché sempre più persone desiderano sentirsi in armonia con se stesse e scoprono che abiti e accessori lavorano sulle energie vitali.”

e ai colori del cliente senza considerare la sua energia. Per questo una consulenza feng shi può essere letta come un viaggio dentro di sé che parte dall’incontro con la persona che mostriamo al mondo e termina nel rapporto con gli altri e nel percorso che condurrà alla realizzazione dei propri obiettivi. Per semplificare dall’analisi una persona può, ad esempio, scoprire che indossare qualcosa di rosso o viola potrebbe facilitare la buona riuscita di un appuntamento di networking.”

un ruolo fondamentale nelle sue scelte. Dentro di noi abbiamo diverse nature che il Feng Shui identifica in 5 elementi (Acqua, Legno, Fuoco, Terra e Metallo), il Feng Shui DressUp esplora quel è la natura e l’elemento e crea dei look permettono di viverli appieno. La consulenza farà apparire al meglio e sentire bene nei capi indossati. E se ci si sente bene tutto il resto funziona meglio, ed è più semplice far funzionare le cose se si dispone degli strumenti necessari.”

Perché ha deciso di offrire questa tipologia di consulenza all’interno della sua struttura?

Come si diventa una consulente di immagine Feng Shui?

“Ho provato personalmente l’efficacia di questa disciplina che mi è stata proposta, anni fa, da Elisa Scagnetti, da dieci anni nel settore e oggi consulente di Virgolmage. Abbiamo deciso di offrire un simile servizio all’interno di Etre Milano un nuovo format di Beauty Concept Store a 360° gradi di cui VirgoImage è il fornitore ufficiale dei servizi di consulenza di immagine.” Quali benefeci ritiene che apporti una simile consulenza? “Una persona che desidera provare un’esperienza come questa deve essere aperta a comprendere appieno che la componente più istintiva di ognuno di noi ha

"In Italia la referente è Elisa Scagnetti. In alternativa i corsi esclusivamente di Fashion Feng Shui sono tenuti negli Usa o in Inghilterra (dove si è formata Elisa) o in eventuali altre scuole specializzate in Italia."

“È forse troppo presto per parlare ma ci piacerebbe, in futuro, ampliare l’area destinata al benessere.”

In cosa consiste il Feng Shui DressUp e in cosa si distingue auna consulenza di immagine tradizionale? “La consulenza di immagine tradizionale si «limita» alla forma del fisico, allo stile

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Recensione

Progettare il Retail Il primo libro dedicato all’interpretazione del retail contemporaneo A cura della redazione

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Il retail è da sempre un focus importante nell’attività progettuale di Lombardini22. A testimoniarlo è il volume, sviluppato in collaborazione con Hoepli, disponibile in libreria da gennaio 2018. Il libro è presentato il 15 febbraio negli spazi della società di progettazione durante un incontro moderato da Luigi Prestinenza Puglisi, con gli interventi di Luca Tamini, Paolo Facchini e Adolfo Suarez Ferreiro. Progettare il retail. Un percorso attraverso le forme dei centri commerciali di Paolo Facchini e Adolfo Suarez Ferreiro, a cura di Michele Calzavara, è un ibrido tra l’espressione di un sapere (di chi progetta) e l’interpretazione di un’esperienza (di chi attraversa e percepisce gli spazi progettati). È il punto di vista di una società di progettazione che opera da tempo nel settore retail e racconta i punti salienti di un processo, di una metodologia progettuale, attraverso l’illustrazione

di alcuni casi selezionati, con un taglio anche emozionale. Si sviluppa per ramificazioni progressive e zoom in sequenza: un espediente attraverso cui navigare dalla visione ampia della scala territoriale ai dettagli delle diverse componenti che formano un centro commerciale. A ogni livello traspare un elemento fondamentale: il progetto dello spazio, da vivere e abitare con il corpo e con i sensi e, soprattutto, sempre concretamente declinato in un luogo. L’importanza del luogo, quindi, anche per un tema che è forse il primo e più emblematico rappresentante dell’ubiquità globalizzata: gli “spazi del consumo”

e le loro tipologie architettoniche. Il commercio è alla base della civiltà, ne rappresenta uno specchio di vitalità e di cultura. Quella che si vive in uno spazio retail è un’esperienza che va oltre il semplice acquisto: attiva emozioni, il vissuto e i valori non espressi delle persone che vi lavorano e frequentano gli spazi. Il tema è progettuale, sociale e anche meramente economico. Mantenendo fermi i parametri che rappresentano l’essenza stessa dell’architettura: la definizione con la massima cura di tutte le voci che concorrono alla qualità ambientale formale (interior design) e alla tecnica (acustica e illuminazione). Le grandi superfici si stanno riqualificando, riducendosi e accogliendo nuovi player, integrando il mondo digital, la ristorazione, e affiancando servizi e occasioni di consumo al loro interno: un interno più caldo, variamente connotato. Ora l’attrattività del Centro Commerciale è data da tutti gli spazi, in particolare sono le parti comuni a caratterizzarli come luoghi di esperienza. Gli spazi più cadenzati offrono un’esperienza più ricca e più articolata. A livello progettuale, quindi, ora i layer di complessità sono aumentati. La sfida è più grande e stimolante. L’esperienza deve essere immersiva e densa di significato autentico e genuino, sempre oltre l’estetica: uno spazio ben progettato accoglie persone, rituali e culture per costruire,

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arricchire e incoraggiare nuove forme di esperienza. Il volume Progettare il retail. Un percorso attraverso le forme dei centri commerciali, già adottato da alcune uni-

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versità italiane, rappresenta un catalogo selettivo di progetti, una mappa concettuale, un glossario metodologico, un taccuino di schizzi e di appunti. Con le parole di Luca Tamini (Docente di Progettazione urbanistica di strutture commerciali e Responsabile URB&COM Lab-Laboratorio Urbanistica e Commercio del Politecnico di Milano): Lo stile della pubblicazione alterna infatti elementi di strategia progettuale con la restituzione di una molteplicità di dettagli (dalle aree pubbliche e dai portali ai layout e ai tempi di permanenza nelle Food Court) e di inediti approfondimenti tematici (dalle neuroscienze al wayfinding), utilizzando citazioni di autori della letteratura internazionale (da Victor Gruen a SITE, da Coleman a Rem Koolhaas) e alcuni casi di studio emblematici di enclosed Mall. La ricerca di Lombardini22 conferma la complessità del disegno degli spazi retail orientato sia da criteri di

qualità architettonica, urbanistica e di integrazione spaziale e sociale, sia dalla consapevolezza dei progettisti della decisa rilevanza pubblica e identitaria delle nuove centralità commerciali e della necessaria complementarietà con le dinamiche territoriali e urbane. Le pagine […] rappresentano un utile e importante contributo qualitativo – non solo tecnico – a temi emergenti e plurali connessi sia alla rigenerazione delle strutture commerciali esistenti (re-tailoring retail), sia al progetto di nuovi superluoghi sempre più inclusivi, tecnologici e sostenibili che caratterizzeranno lo scenario del tempo collettivo del prossimo futuro.


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Save The Date

Coming soon Marzo - Maggio di Cinzia Meoni

I saloni da non perdere sul territorio italiano. Spazio all’enogastronomia con Vinitaly e Cibus, alla bellezza con il Cosmoprof fino al Design, protagonista del mese di aprile. A Milano il Salone del Mobile e il Fuorisalone richiamano designer, buyer e curiosi da tutto il mondo per una settimana da non perdere. 106

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15-18 marzo Cosmoprof Perfumery&Cosmetics 15-18 marzo Cosmopack (macchinari) 16-19 marzo Cosmoprof Hair&Nails&Beauty Salon Bologna Fiere, Via Maserati 16 – Bologna Telefono: 02 796420 web: cosmoprof.it Il Cosmoprof è l’osservatorio per eccellenza sulle tendenze legate al settore della cosmetica e del mondo beauty. Lo spazio espositivo copre l’intero quartiere fieristico di BolognaFiere ed è dedicato ai diversi settori dell’industria cosmetica. Per il 2018 Cosmoprof Worldwide Bologna vuole facilitare le opportunità

di networking e di business per aziende, retailer e operatori professionali presenti in manifestazione, creando una fiera “tailor made” composta da tre saloni. 23-25 marzo Fa’ la cosa giusta Fiera Milano City web: falacosagiusta.org Il salone, organizzato da Terre di Mezzo, è dedicato al consumo critico e a uno stile di vita sostenibile 23-25 marzo Borsa Mediterranea del Turismo Napoli Mostra d’Oltremare spa, Viale Kennedy 54-Napoli web: bmtnapoli.com Bmt Napoli è un punto di incontro pre-


zioso per gli operatori del settore che operano nel bacino del Mediterraneo. 5-7 aprile Seatec CarraraFiere, Marina di Carrara Seatec è la rassegna internazionale di tecnologie, subfornitura e desing per imbarcazioni, yatch e navi. 5-8 aprile Esxence The Mall, Piazza ona Bo Bardi-Porta Nuova, Milano web: esxence.com Il salone dedicato alla profumeria d’arte mondiale celebra quest’anno il decennale con la presenza di oltre 200 case madri, storiche ed emergenti, che rappresentano l‘eccellenza del settore.

17-22 aprile Salone Internazionale del Mobile 17-22 aprile Salone Internazionale del Bagno 17-22 aprile Salone Internazionale del Complemento d’Arredo web: salone.it telefono: 02 725941 Il Salone, per la sua 57a edizione, propone come tema Il “Classico: Tradizione nel Futuro”. Attesi oltre 300 mila i visitatori da più di 165 paesi e 2.000 espositori.

20-22 aprile Cosmofarma Bologna Fiere web: cosmofarma.com Cosmofarma è l’evento di riferimento del settore farmaceutico. 21 aprile-6 maggio EuroFlora Parchi di Nervi, Genova Telefono: 010 5391200 web: euroflora2018 Euroflora celebra il settore florovivaistico del Paese. Giunta all’11a edizione, la manifestazione quinquennale si prepara ad offrire ai visitatori un’esperienza unica su 86mila metri quadrati di esposizione e 5 km di percorsi. Nel corso della manifestazione si terranno 150 concorsi dedicati. 4-6 maggio Verona Legend Cars VeronaFiere Telefono: 045/8298111 web: veronafiere.it

7-10 aprile TipWorld Fiera Bolzano Tipworld è la Fiera della gastronomia, dell’edilizia e dell’arredamento dell’Alto Adige. Un punto di incontro per gli specialisti dell’industria alberghiera. 13-15 aprile MiArt Fiera Milano City web: miart.it Telefono: 02 49971 Fiera internazionale dedicata all’Arte Moderna, Contemporanea e di Design in edizione limitata. È la fiera che presenta al pubblico la più ampia offerta cronologa dell’arte dall’inizio del secolo scorso fino alle opere delle generazioni più recenti. 15-18 aprile Vinitaly VeronaFiere, Viale del Lavoro 8-Verona Tel: 045 8298111 web: vinitaly.com Nata nel 1967 Vinitaly è la manifestazione che più d’ogni altra ha scandito l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale ed internazionale, contribuendo a fare del vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà. 17-22 aprile Salone del Mobile di Milano 17-22 aprile Eurocucina

17-22 aprile Fuorisalone di Milano Da Brera, a Via Tortona verso l’innovativa Lambrate Per una settimana poi il design invade l’intera Milano con il Fuorisalone: la città si fa palcoscenico di installazioni, party, eventi, tutto all’insegna del design. Tra le prime partecipazioni annunciate per il Fuorisalone: Din-Design In (via Massimiano 6), DesignCircus (presso Spazio Donno, via Conte Rosso 36), Shared House: Architettura Co-individuale (in via Ventura 3), Studio CR34 (via Conte Rosso 34), Fuorisalmone (via Massimiano 5) che mira ad offrire opportunità concrete di business tra professionisti e imprenditori. Ampio spazio al food design WEating 2018 (nel giardino interno di Din-Design In) e Street Food Experience presso Giardino Ventura.

7-10 maggio Cibus web: cibus.it Fiera di Parma Il Salone internazionale dell’alimentazione è tra le manifestazioni principali nell’agroalimentare italiano e popone una grande vetrina di visibilità nel settore “food and retail”. In questa ediizone sono attesi 3mila espositori e 80mila visitatori. 10-14 maggio Salone Internazionale del Libro Lingotto Fiere, Torino web: salonelibro.it

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Save The Date

Save the date

Design, sport ed enogastronomia protagonisti di un inizio di primavera da non perdere di Cinzia Meoni

Gli appuntamenti con il design

1° marzo Giornata del Design italiano nel Mondo-Italian Design Day. Cento città del mondo ospitano cento altrettanti ambasciatori del design italiano. Il tema, “Il rapporto tra sostenibilità e design”, anticipa la XIII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano (1° marzo-1° settembre 2019) 20 -25 marzo “C’era una volta… il Ritz Paris” Palazzo Crespi, Corso di Porta Venezia 22, Milano Artcurial Italia presenta un’anteprima dei lotti provenienti dall’asta dedicata all’iconico Ritz di Parigi che si terrà poi dal 17 al 21 aprile all’hotel Marcel Dassault nella capitale francese.

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Fi no a l 25 ma rzo R ick O wens. Subhuman, Inhuman, Superuman. Palazzo della Triennale a Milano Prima retrospettiva dedicata al visionario stilista e furniture designer Rick Owens Fino al 2 aprile “999 Domande sull’abitare contemporaneo”. Palazzo della Triennale di Milano La casa, a cavallo tra il mondo fisico e quello digitale: nuovi immaginari che trasformano le nostre esistenze. L’abitazione come non è mai stata vista prima. 9 marzo-2 maggio Welcome! Design e Ospita l ità . Ter me Lu ig i Zoja a Salsomaggiore Terme La poltrona Pl19, disegnata da Albini e


18 marzo Inaugurazione della stagione dell’Ippodromo Snai San Siro Immerso nel verde, con un parco botanico che conta 72 specie differenti di piante e alberi secolari, palazzine liberty e il Cavallo di Leonardo, l’ippodromo di San Siro è un luogo da scoprire, meglio ancora se in una giornata di musica, glamour e festa come quella che apre la stagione delle corse. Non è un caso che, da quest’anno, l’Ippodromo sia inserito nei luoghi del Fai. Proprio il 24 e il 25 marzo, in occasione delle giornate del Fai, San Siro aprirà le porte ai visitatori per svelare i suoi tesori nascosti.

Helg nel 1957 e impiegata come arredo delle Terme è il simbolo della mostra. Rappresenta infatti un perfetto esempio di unione tra architettura e design in un progetto totale. Altri eventi da segnare in agenda 13-29 marzo Oblivion “The Human

Jukebox” al Teatro Leonardo da Vinci di Milano. Biglietti da 25,80 euro. Dalle 20.30 “Mashup”, parodie e duetti impossibili. Dai Ricchi e Poveri ai Rapper, da Ligabue ai cori Gospel, da Morandi ai Queen, un flusso di note infinito prende vita per una esperienza folle e mai ripetibile. Nessuno spettacolo sarà uguale al precedente.

21-25 marzo Campionati Mondiali di Pattinaggio sul Ghiaccio al Mediolanum Forum di Assago (Milano). Ghiaccio bollente. I campioni mondiali si danno appuntamento a Milano per una sfida mondiale dove i colpi di scena saranno quotidiani. Salti, acrobazie atletiche e arte per un evento unico nel suo genere. Da non perdere il galà finale dove, al termine della tornata di gare, si esibiranno i nuovi campioni.

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8-9 aprile Roero Days presso il Castello di Gaurene (Cuneo). Dalle 10 di mattina

sentate le più prestigiose etichette delle denominazioni Roero e Roero Arneis.

La manifestazione, a cura del Consorzio di Tutela Roero, propone l’assaggio delle perle enologiche di 70 cantine e degustazioni guidate, laboratori, dibattiti e il tour nel territorio alla scoperta dei manieri (come il Castello di Monteu Roero aperto al pubblico dalla famiglia Berta), dei vigneti e dei paesaggi del Roero. Nel corso della manifestazione saranno pre-

20 aprile Volare nel Blu, Torino (Via Guido Reni 102) Festival nazionale della canzone d’autore organizzato dall’Associazione Musicisti Italiani e dedicato a Domenico Modugno. Tra i partecipanti Riccardo Moraca, in arte Rhok, con “La mattina appena sveglia”. 21-22 aprile EcoMaratona del Colliobrda e Camminando nel Collio Cormons (Gorizia) L’EcoMaratona e le altre proposte di percorsi non competitivi uniscono le città del vino sul confine italo sloveno e, più in dettaglio i territori nei comuni di Cormons, Dolegna del Collio, Brda, San Lorenzo Isontino e Capriva del Friuli permettendo di scoprire la viticoltura eroica della cantina più grande della Slovenia (Klet Brda), il Castello di Dobrovo e i vigneti del Collio, fino al Castello di Spessa e la Cantina Schiopetto. 22-27 aprile Fish&Chef Lago di Garda I grandi nomi della cucina internazionale sono chiamati ad interpretare le

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eccellenze del territorio gardesano in sei serate gourmet che, da sole, valgono il viaggio. Tutto questo è Fish&Chef: La manifestazione, giunta ormai alla sua nona edizione, propone come tema degli appuntamenti “l’Evoluzione”. Gli chef ospiti si misurano con la qualità dei prodotti del lago proponendo menu a tema in alcune delle più belle località del Garda: Riva del Garda (il 22 aprile all’Hotel Lido Palace), Costermano sul Garda (alla Casa degli Spiriti), Gardone Riviera (al Grand Hotel Fasano), Garda (il 26 aprile all’Hotel Regina Adelaide), Calvagese della Riviera (il 26 aprile a Palazzo Arzaga) e San Lorenzo di Malcesine (il 27 aprile all’Hotel Bellevue).


L’EVENTO INTERNAZIONALE DEDICATO AL SETTORE IMMOBILIARE COMMERCIALE 14-16 Novembre, Cannes - Francia

8.600 PARTECIPANTI 80 PAESI | 2.500+ SVILUPPATORI 2.100+ RETAILER | 1.000+ INVESTITORI MAPIC è l’appuntamento annuale di referimento a livello internazionale per gli operatori del settore immobiliare commerciale. Retailers, sviluppatori, investitori, brokers, architetti, master franchisee, retail partners e tutti i più importanti professionisti del settore si ritrovano a Cannes per sviluppare il proprio business, concludere nuove partnership e tenersi aggiornati sui principali trend del mercato.

SCOPRI GLI ALTRI NOSTRI EVENTI RETAIL SEI INTERESSATO AL SETTORE FOOD & BEVERAGE ? Scopri i format retail internazionali più dinamici del settore F&B. 23-24 Maggio 2018 Milano

VUOI ESPANDERE IL TUO BUSINESS SU ALCUNI DEI PRINCIPALI MERCATI INTERNAZIONALI ? Scopri i nostri eventi regional dedicati ad alcuni dei mercati retail a più forte potenziale!

23-24 Maggio 2018 Milano, Italia

24-26 Aprile 2018 Mosca, Russia

5-6 Settembre 2018 Mumbai, India

Estate 2018 marzo/aprile 2018 Shanghai, Cina

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5a EDIZIONE

IPERN LAS BARACCA EMA INIZIATIVA BENEFICA IL CUI RICAVATO SERVIRÀ A FINANZIARE ATTIVITÀ DI CARATTERE EDUCATIVO PEDAGOGICO A FAVORE DEI RAGAZZI DELLE ZONE TERREMOTATE.

Visita ludico didattica a Milano

Ricucire le emozioni

Nei giorni 3-4-5 maggio di 3 classi delle scuole medie di Norcia. gli studenti saranno ospiti della fondazione Francesca Rava, che provvederà a organizzare il loro trasporto da Norcia a Milano, li ospiterà in strutture alberghiere centrali e organizzerà per loro visite guidate in giro per la città.

Laboratorio di assistenza pedagogica con incontri a cadenza settimanale volti a stimolare le riflessioni personali e le aspettative dei ragazzi in seguito ad un evento traumatico quale è rappresentato dal terremoto. Le attività di laboratorio sono realizzate insieme all’equipe de Il Geco Onlus.

Contribuiamo tutti insieme a regalare un sorriso a questi bambini, perchè tutti loro hanno bisogno di dolci sonni e grandi sogni.

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www.insemaperlabaracca.it




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