BE.COME2024

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BE.COME

ABOVE AND BEYOND WINE

INDICE

BENTROVATI

PrefazionediAlessandraMontana

NUOVIORIZZONTIDIGITALI

JeoffreyRomanosiracconta.

TERROIR

introduzionediGabrieleGorelli.

WORLD’SBESTVINEYARDS

Cantinecheoffronoesperienzevinicoleindimenticabili selezionatedalconcorsomondialeperl’enoturismo.

LENEUROSCIENZEALSERVIZIO

DELMARKETINGENOLOGICO

UnnuovoambitodiricercachiamatoNeurogastrofisica.

L’IMPORTANZADELLESTELLEVERDIMICHELIN

NELLARISTORAZIONECONTEMPORANEA

Lasostenibilitàèdiventatauntemacentralenellaristorazione.

LECENTOSICILIE

Gliitineraridelgusto.

ADESTINATIONISBORN

UNVUOTOTROPPOPIENO

Comenasceunadestinazione ecosacercailviaggiatorecontemporaneo. Ritornoalleoriginidell’ospitalità

Allumeuse Founder & CEO

Become Co Founder

Alessandra Montana

Become Co Founder

Gabriele Gorelli MW

AMBASSADOR

Michele Machetti

Hotel Manager & Sommelier

Andrea Lonardi MW

Founder of Cultivating Legacy

Lorenzo Mancusi

Drink Kong General Manager & Sommelier

Marco Muggiano

CMO & ESG Director SLOWEAR

Pietro Palma

Professional Sommelier

Pietro Russo MW

Freelance Wine Consultant

Francesco Saverio Russo

Divulgatore Enoico

Clizia Zuin

Professional Sommelier Atto di Vito Mollica

BENTROVATI, CARI LETTORI.

IL VINO È MOLTO PIÙ DI UN PRODOTTO: È UN'ESPERIENZA CHE AFFONDA LE RADICI IN UN TERRITORIO, IN UN RACCONTO FATTO DI TRADIZIONI, VALORI E LEGAMI PROFONDI. OGGI, IL CONCETTO DI "TERROIR" NON È SOLO UNA QUESTIONE DI CLIMA O SUOLO, MA DIVENTA UN VIAGGIO SENSORIALE CHE CI INVITA A SCOPRIRE LE STORIE, I VOLTI E LE CULTURE CHE ANIMANO UNA CANTINA. È UN SEGNO DISTINTIVO CHE PARLA DI APPARTENENZA, DI UN AMORE PER IL BELLO E IL BUONO, E DI UN LEGAME STRETTO CON L'AUTENTICITÀ DI UN LUOGO.

Nel mio lavoro, credo fermamente che il futuro del vino risieda nella capacitàdiraccontarequestilegamiinmodonuovoecoinvolgente

La comunicazione, infatti, deve andare oltre la semplice promozione di un prodotto e diventare un'opportunità per creare connessioni autentiche tra le cantine e i loro territori, tra chi produce e chi vive l’esperienza del vino. Questo è ciò che cerchiamo di fare con Be.Come, uneventochenonèsolounavetrina,maunaveraepropriapiattaforma per esplorare e valorizzare l’essenza dei terroir, raccontando in modooriginalelestorieeivaloricheognibottigliaportaconsé.

Il mondo del vino sta cambiando: la relazione tra il prodotto e il territorio è sempre più al centro, e noi vogliamo essere pionieri di un nuovo approccio, dove la comunicazione diventa strumento di educazione, di scopertaediconnessione Vogliamo creare nuove modalità per parlare di vino, puntando su esperienze che arricchiscano non solo il palato, ma anche lo spirito. Un vino non è solo un bicchiere che si svuota, è un mondo chesiesplora,unviaggiochecontinuaadarricchirciognigiorno

Per tutto questo vorrei ringraziare innanzitutto le aziende e le persone che le compongono e che continuano a seguirci, a credere nel nostro approccio perché sentono che la condivisone dei loro valori è fonte continua di ispirazione per noi, e poi i World’s Best Vineyards che ci hanno scelto come luogo dove raccontarsi e raccontare le eccellenze del nostro territorio, l’Italia appunto, che nell’ultima edizione è stata così tantoecosìbenerappresentata Questoèpernoimotivodiorgoglio ed allo stesso tempo ci aiuta a svelare quello che è un obiettivo da sempre insito nel progetto Be.Come e cioè quello di diventare un giorno anche noi una piattaforma internazionale che potrà dialogare al mondo del vinononpiùsolamenteintesocomefiguraretorica

“ “ ”

Ceo & Co Founder

NUOVI ORIZZONTI DIGITALI.

JEOFFREY

ROMANO, CEO DI JR

STUDIO

SI RACCONTA.

JR STUDIO nasce da una mia idea, la cui carriera è iniziata nel 2011, con l’obiettivo di aiutare le aziende nell’ambito della moda, del lusso e lifestyle a costruire ed implementare le loro strategie di Digital Pr, Influencer Marketing e Social Media. Dopo il Central Saint Martin college di Londra e 10 anni nel settore trascorsi collaborando con i marchi più prestigiosi, nel 2020 ho fondato JR STUDIO, un hub creativo, nativo digitale a 360 gradi, capace di progettare e dare vita a narrazioni su misura per i brand partner, attraverso servizi di Digital Pr, gestione dei social network, talent management e celebrity endorsement

Dopo aver conosciuto Alessandra Montana lo scorso Giugno, è subito scattata la scintilla e da Settembre abbiamo iniziato a collaborare insieme

Sono molto entusiasta di collaborare con Allumeuse, con cui condividiamo l’importanza di costruire relazioni di profonda fiducia e lealtà con i nostri partner, offrendo strategie su misura, questa sinergia ci permetterà di esplorare nuovi mercati e potenziare i nostri servizi, sviluppando strategie di comunicazione altamente personalizzate Questa alleanza strategica nasce dall’intuizione di Alessandra Montana di comunicare i clienti del settore food & Wine e Hotellerie come veri luxury brand, adottando un approccio che trascende il settore per abbracciare una dimensione lifestyle. Il valore aggiunto della nostra JR STUDIO, la strategia e lealtà con cui lavoriamo costruisce lunghi percorsi di comunicazione digitale affrontando ogni occasione come tassello di un puzzle che va a comporre appunto il piano di pubbliche relazioni e comunicazione completo tra Digital Pr, Press Office e Social Media

TERROIR

ABOVE & BEYOND WINE INTRODUZIONE DI GABRIELE GORELLI MW

Scriveva il filosofo Michel Serres che la sola transazione che arricchisce entrambe le parti è quella di trasferimento della cultura Quando si passano concetti e conoscenze, questi si diffondono ma comunque rimangono anche a noi Al contrario, uno scambio di merce è squisitamente materiale. E mentre la merce si consuma, la cultura si espande senza fine.

Mondo speciale quello del vino, forse il solo campo che si aspetta che il cliente sia già formato, già conoscitore in grado di sentire, capire e scegliere. L’unico mondo non accogliente e inclusivo per un consumatore – potenziale o ricorrente – che non sia preparato.

Sappiamo che il vino attraversa trasversalmente e agevolmente tutta una serie di discipline, dalla storia, alla geopolitica, all’antropologia, solo per citarne alcune. E se riuscissimo a rendere centrale nel nostro racconto tutta una serie di valori che sono più alla portata del consumatore? Valori ad un livello più di cuore che di testa, Valori che travalichino la mera conoscenza ma che tocchino l’anima.

Questo è andare ‘above and beyond wine’. Il paesaggio, l’architettura, l’esperienza come elementi di ingaggio e coinvolgimento di una conversazione con il consumatore. Ci interessa veramente esplicitare la litania del processo produttivo? I ‘come’ sono spesso sterili e inutilmente quantitativi.

Al contrario, bisogna trasferire i perché di certe scelte –passate e future – per aprirsi ad un pubblico sempre più esigente e aggiungere una profondità culturale che vada oltre il calice

Ecco che si possono radunare stili, colori, varietà e denominazioni differenti sotto concetti provocanti e coinvolgenti Da qui le masterclass di Be Come 2024: I grandi rossi - future leggende - da godere anche giovani e da assaggiare in anteprima. ‘Revival of the land’, con le etichette che rappresentano la volontà di recuperare, rivitalizzare e rilanciare saperi antichi che oggi risultano contemporanei.

Infine, un ‘caleidoscopio di bianchi’ da tutta la penisola per celebrarne le diversità di espressione, evoluzione e occasione di consumo.

Gabriele Gorelli MW, primo Master of Wine italiano & Co Founder di Become

"ABOVE & BEYOND WINE"

Oltre il calice: terroir, tradizione e innovazione.

LE CANTINE DIVENTANO PORTE APERTE SUL TERRITORIO.

IL

LEGAME CON L’UNIVERSO CHE LE CIRCONDA È SEMPRE PIÙ FORTE.

WORLD’S BEST VINEYARDS,

IL CONCORSO MONDIALE PER L’ENOTURISMO, HA SVELATO LE 100

MIGLIORI DESTINAZIONI VINICOLE PER IL 2024, PRESENTANDO CANTINE CHE OFFRONO ESPERIENZE VINICOLE INDIMENTICABILI E PROMUOVONO LA CULTURA DEL VINO.

La Top 50 è stata annunciata presso la pittoresca tenuta di Nyetimber in West Sussex, con un evento a cui hanno partecipato produttori e proprietari di vigneti da tutto il mondo. La Spagna è in cima alla lista con Bodegas De Los Herederos Del Marqués De Riscal, in Rioja: numero uno dei World’s Best Vineyards 2024 Il magnifico specchio d'acqua con la scultura immaginativa in pietra fluviale di VIK (Cile), si è posizionato al 2° posto. Mentre la splendida Creation, circondata da fiumi e montagne ricoperte da fynbos, ha guadagnato la 3° posizione nonché il premio come World’s Best Vineyards Continent Winner - Africa, anche grazie ai suoi menù gourmet che si abbinano perfettamente ai suoi vini Creation offre anche percorsi educativi sul processo di vinificazione e sulla gestione dei vigneti per gli appassionati che desiderano esplorare più a fondo il mondo del vino. Bodegas Ysios si è classificata al 4° posto; nota per i suoi vini Rioja di alta qualità e l'architettura all'avanguardia, è stata anche premiata come Highest Climber, avendo guadagnato 67 posizioni rispetto all’anno precedente. I visitatori possono prenotare tour privati dei vigneti con autista e sommelier per esplorare i vigneti e i vini in profondità Schloss Johannisberg, in Germania, conosciuta come il luogo di nascita del Riesling, con oltre 1 200 anni di storia vinicola, si è classificata al 5° posto. La cantina era un ex monastero ricostruito come castello nel 1716 ed è circondata da vigneti con una vista mozzafiato sul fiume Reno Propone tour e degustazioni che offrono un’idea delle secolari tradizioni vinicole.

Andrew Reed, Direttore Generale Wine and Exhibitions di William Reed, commenta: "Siamo entusiasti di svelare i World’s Best Vineyards 2024, celebrando i migliori vigneti di tutto il mondo Questa classifica annuale riconosce le esperienze uniche che questi vigneti offrono, dai paesaggi mozzafiato e dalle ricche storie, ai ristoranti straordinari e ai tour dei vigneti I 50 vigneti in cima alla lista rappresentano l’eccellenza, l’innovazione e l’impegno per la qualità, guidando gli appassionati di vino alla scoperta sia di gemme nascoste che di tenute rinomate."

L’Italia è da sempre uno dei paesi che si distingue per le sue destinazioni enoturistiche supportate dalla fama del vino come bene di consumo, e ormai di lusso, nel mondo.

Le aziende italiane hanno conquistato 6 posizioni nella Top100 di questa edizione, senza dimenticare che Antinori nel Chianti Classico, numero 1 nel 2022, è entrata di diritto nella Hall of Fame del concorso

Tenuta Cavalier Pepe

La Tenuta Cavalier Pepe, 14ª si trova in Irpinia, a 1 ora da Napoli , ed è specializzata in una vasta gamma di vini e vitigni, tra cui Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina, insieme a un olio extra vergine di oliva di alta qualità. La cantina offre anche esperienze turistiche, con un ristorante panoramico,residenze confortevoli e attività stagionali come la pigiatura delle uve e la raccolta delle olive I visitatori possono esplorare la regione, gustare cucina locale e vini pregiati, vivendo un'esperienza immersa nella natura

Ceretto

Ceretto, 20° in classifica , è una nota cantina delle Langhe, con una lunga tradizione nella produzione di Barolo e Barbaresco Oggi, la terza generazione della famiglia gestisce l'azienda con un focus su pratiche agricole biologiche e biodinamiche La cantina offre esperienze di degustazione che spaziano dalle opzioni base a quelle premium sette giorni su sette, con prodotti tipici e una vista mozzafiato sulle colline delle Langhe

Castello Banfi

Banfi, 22° in classifica, fondata dalla famiglia Mariani a Montalcino nel 1978, è un'azienda di prestigio che produce vini di alta qualità, tra cui il celebre Brunello di Montalcino La cantina è situata in una tenuta di 2 830 ettari e offre una vasta gamma di esperienze turistiche, tra cui un hotel, ristoranti, un museo del vetro e attività come caccia al tartufo e cicloturismo Banfi è un punto di riferimento per l'ospitalità e la sostenibilità, impegnandosi a rispettare l'ambiente e le comunità locali

Tenuta Castelbuono

La Tenuta Castelbuono, di proprietà della famiglia Lunelli dal 2001, è situata in Umbria, nella zona di Montefalco, e produce vini di alta qualità, tra cui il Montefalco Sagrantino La cantina, progettata dallo scultore Arnaldo Pomodoro, è un’opera d’arte che mescola scultura, architettura e vino, ed è un'esperienza unica per i visitatori I vini della tenuta, come il Montefalco Sagrantino e il Montefalco Rosso Riserva, sono caratterizzati da grande potenza, eleganza e longevità, in perfetta sintonia con la tradizione vinicola umbra La Tenuta Castelbuono, 25ª, è anche il miglior nuovo ingresso del 2024

Feudi di San Gregorio

Feudi di San Gregorio, che si è posizionata all'80° posto, è simbolo del rinascimento enologico dell'Irpinia, una regione storica dell'Appennino campano, famosa per i suoi vigneti immersi in un paesaggio variegato L'azienda valorizza vitigni autoctoni come Aglianico, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, rispettando la tradizione e l'ambiente.

La cantina di Sorbo Serpico è un luogo di cultura e incontro, con una lunga bottaia per l'invecchiamento dei rossi Il progetto architettonico, firmato dalla giapponese Hikaru Mori, è arricchito dal design degli interni e delle etichette creati da Massimo e Lella Vignelli

Cantine Marisa Cuomo

Cantine Marisa Cuomo, 91ª, è un'azienda vinicola fondata nel 1980 da Andrea Ferraioli e Marisa Cuomo, situata in Costa d'Amalfi (SA), lungo 10 ettari di vigneti aggrappati alla roccia di Furore, esposti al sole e al mare.

La cantina, scavata nella roccia, aggiunge fascino al paesaggio. Grazie alla selezione di uve nobili, alla ricerca del giusto grado di freschezza e umidità, e all'uso di tecniche vinicole moderne unite ai segreti tradizionali locali, l'azienda produce vini di alta qualità, apprezzati a livello mondiale. ‘Gran Furor Divina Costiera’ è il marchio storico dei vini di Furore, acquistato da Andrea Ferraioli nel 1980, con l'intento di produrre vini pregiati recuperando la tradizione vinicola della sua famiglia

LE NEUROSCIENZE AL SERVIZIO DEL MARKETING ENOLOGICO.

Il sapore di un vino può essere modificato da aspetti che nulla hanno a che fare con il prodotto stesso? Certamente si

Se, come dicono alcuni noti neurobiologi Morrot, Brochet e Dubourdieu (2001), “il gusto di una molecola o di una miscela di più molecole si costruisce nel cervello di un assaggiatore”, si può comprendere come elementi esterni al sistema gustativo possano modificare la percezione dei sapori.

Lo studio di questi processi rientra all’interno di un nuovo ambito di ricerca denominato Neurogastrofisica

Si tratta di un ambito che, da una parte, raccoglie i risultati di numerose ricerche di grande interesse per la ristorazione e, dall’altro, apre nuovi campi di studio, connessi al neuromarketing che contribuisce a misurare l’effetto emozionale di questi elementi, apparentemente secondari, attraverso tecnologie molto avanzate in grado di misurare, direttamente e senza l’intermediazione della razionalità, l’esperienza emozionale di uno stimolo enogastronomico

Durante l’evento verranno prima descritti alcuni “segreti” sul funzionamento cerebrale e gusto e poi presentati interessanti applicazioni per rendere la promozione del vino e l’esperienza ad esso legata più efficace e funzionale

Un esperimento con alcuni vini in assaggio completeranno l’esperienza proposta durante il seminario

“IL GUSTO DI UNA MOLECOLA O DI UNA MISCELA DI PIÙ MOLECOLE SI COSTRUISCE NEL CERVELLO DI

UN ASSAGGIATORE”

L’IMPORTANZA DELLE STELLE VERDI MICHELIN NELLA RISTORAZIONE CONTEMPORANEA.

Negli ultimi anni, le stelle verdi Michelin hanno acquisito un ruolo cruciale nel panorama della ristorazione contemporanea, andando oltre il semplice riconoscimento della qualità culinaria. Questi premi, focalizzati sulla sostenibilità e sull’uso di ingredienti locali, hanno trasformato il modo in cui i ristoratori e i consumatori percepiscono la cucina

La sostenibilità è diventata un tema centrale nella ristorazione, e le stelle verdi Michelin sono un potente strumento per promuoverla I ristoranti premiati sono spesso pionieri nell'adozione di tecniche ecocompatibili, dalla gestione dei rifiuti al risparmio energetico. Molti utilizzano tecnologie verdi e sistemi di approvvigionamento che riducono l’impatto ambientale La stella verde premia i ristoranti che collaborano con agricoltori e produttori locali, riducendo la distanza tra il campo e la tavola.

Questa connessione non solo minimizza l'impatto ambientale, ma valorizza anche le eccellenze regionali. Le stelle verdi hanno reso visibile il legame tra ristorazione e agricoltura locale.

I ristoranti premiati spesso esplorano ricette tradizionali e ingredienti autoctoni, contribuendo a preservare il patrimonio gastronomico di una regione Questo processo di valorizzazione non solo arricchisce l’offerta culinaria, ma promuove anche una maggiore consapevolezza culturale tra i clienti. Collaborare con produttori locali significa anche sostenere l'economia agricola I ristoratori diventano ambasciatori dei prodotti locali, contribuendo a costruire una rete di fornitura sostenibile e responsabile.

Le stelle verdi MICHELIN fungono anche da piattaforma educativa per i consumatori, contribuendo a sensibilizzarli su temi chiave come, ad esempio, la consapevolezza culinaria infatti I ristoranti premiati spesso condividono informazioni sui loro fornitori, tecniche di preparazione e le ragioni dietro le scelte alimentari

Questo porta a un maggiore apprezzamento per il cibo e per le storie che ci sono dietro. Attraverso menù che evidenziano la sostenibilità, i ristoranti possono guidare i clienti verso scelte più etiche I consumatori diventano così parte di un movimento che incoraggia la responsabilità e la consapevolezza ambientale Inoltre, la ricerca di nuove fonti di ingredienti, come i vegetali dimenticati o le proteine alternative, spinge i ristoratori a esplorare, innovare e diversificare il loro menù, offrendo ai clienti esperienze sempre nuove

Le stelle verdi MICHELIN hanno un impatto significativo sul mercato della ristorazione, creando opportunità e sfide. I ristoranti con la stella verde attirano un pubblico sempre più ampio e diversificato La notorietà derivante dal riconoscimento può portare a un aumento delle prenotazioni e a un miglior posizionamento sul mercato L'assegnazione delle stelle verdi contribuisce a elevare gli standard nel settore, incoraggiando anche i ristoranti non premiati a migliorare la qualità e la sostenibilità delle loro offerte Questo porta a una crescita complessiva del mondo della ristorazione.

Certo è che il sistema di riconoscimento Michelin possa escludere ristoranti più piccoli o meno noti, che offrono comunque esperienze gastronomiche eccellenti ma non hanno le risorse per investire in pratiche sostenibili o marketing.

IN

SINTESI, LE STELLE VERDI MICHELIN STANNO RIDEFINENDO LA RISTORAZIONE CONTEMPORANEA, PONENDO L’ACCENTO SU SOSTENIBILITÀ, QUALITÀ ED INNOVAZIONE,

INNOVAZIONE,

Questi riconoscimenti non solo valorizzano i ristoranti e i loro chef, ma contribuiscono a creare una cultura gastronomica più consapevole e responsabile

La ristorazione del futuro si orienta verso una cucina che unisce eccellenza culinaria e rispetto per l’ambiente, e le stelle verdi rappresentano un faro in questo percorso, ispirando ristoratori e consumatori a perseguire un mondo culinario migliore e più sostenibile.

UN VIAGGIO SENSORIALE VERSO UNA CULTURA GASTRONOMICA CONSAPEVOLE

Detto ciò, è interessante vedere nello specifico cosa hanno fatto alcuni chef per il conseguimento di questo ambito e prezioso riconoscimento

Per lo chef Stefano Pinciaroli, del ristorante PS Ristorante di Villa Petriolo a Cerretto Guidi tra Firenze e Pisa, la caratteristica principale del suo locale è l’unicità dell’offerta sia dal punto di vista enogastronomico che da quello dell’esperienza. Attraverso un paziente e meticoloso programma di adesione ai contenuti delle microimprese locali, PS ha creato una rete virtuosa di produttori che, coniugata a quella della Villa Fattoria, è la massima espressione di qualità e sostenibilità Dalla costa toscana all’entroterra, stimolando e supportando anche piccole aziende territoriali a percorrere una strada comune, si arriva ad un processo di crescita e promozione della filiera che rientra nell’idea di sostenibilità territoriale e sociale oltre che ambientale, che da sempre ha animato il progetto di Stefano Pinciaroli e Lorenzo Caponi, l’altra anima fondatrice di PS in qualità di sommelier e maître di sala. Le caratteristiche fondanti del primo partner e fornitore, Villa Petriolo, luogo che oggi ospita il progetto di ristorazione, hanno permesso a Stefano e Lorenzo di poter accedere alle produzioni interne da agricoltura biologica e allevamento estensivo, un’esperienza virtuosa a partire dalle radici di una terra, che definire a Km0 è riduttivo. Dalla produzione diretta di gran parte delle materie prime alla realizzazione del piatto il passo è tanto breve quanto complesso e lungimirante L’esperienza di cucina dello chef Pinciaroli è chiara e ben rappresentata, tutti i suoi piatti sono un’espressione coerente del suo processo creativo che parte dal rispetto per l’ambiente e la cucina circolare La memoria della grande tradizione enogastronomica toscana e la rigida adozione di nuovi contenuti di sostenibilità sono gli ingredienti di questo modello di ristorazione virtuoso a cui è affidato l’arduo, ma gradito compito, di rappresentare la massima espressione del luogo e delle persone che lo abitano di fronte alla comunità locale ed internazionale, che frequenta Villa Petriolo, in qualità di primo ecosistema completamente sostenibile d’Italia.

“La stagione che non c’è” è invece la filosofia seguita da Ariel Hagen executive chef delle realtà culinarie di Borgo Santo Pietro sempre in Toscana Un impegno costante: “dalla terra al piatto” che trova lo spirito affine della visione culinaria dello chef Un profondo rispetto per le stagioni, in continua evoluzione con Madre Natura Una rivoluzione culinaria che vuole guardare oltre il mito del termine "sostenibilità", ormai inflazionato Collaborando con un team dedicato, compresi esperti in giardinaggio, foraggiamento, produzione, cottura al forno e fermentazione, Hagen esemplifica l’impegno di Borgo nei confronti dei principi della biodiversità e dell’agricoltura rigenerativa. All’interno degli orti culinari di Chiusdino, le creazioni di Hagen prendono vita, onorando il ritmo della natura. La sua maestria trasforma gli ingredienti in un viaggio sensoriale, in linea con la filosofia della tenuta e la sua idea di armonizzare l’etica “dalla terra al piatto”.

Per finire Juan Camilo Quintero di Borgo San Felice a Castelnuovo Berardenga (SI), chef del ristorante Il Poggio rosso; lo chef colombiano studia in Italia a Pollenzo e poi gira fra Stati Uniti, Spagna, Italia e Belgio e lavora al fianco di chef pluristellati come Arzak e Bottura Dal 2019 diventa l’executive Chef di Borgo San Felice, dove collabora con lo Chef Enrico Bartolini con idee molto chiare: rendere l’esperienza della tavola un momento di felicità per i suoi ospiti, raccontando un territorio unico attraverso il gusto e l’autenticità degli ingredienti e dando della toscanità una lettura colta, contestualizzata e internazionale Sostenibilità a Poggio Rosso significa anche partecipare a progetti di agricoltura sociale, come l’Orto Felice, che si propone di migliorare la qualità della vita di ragazzi con disabilità e ne promuove l’integrazione attraverso le attività di orticoltura svolte in campo, con il coinvolgimento degli anziani del territorio I prodotti a km 0 si fanno protagonisti di tante ricette di stagione L’orto sociale di Borgo San Felice è una delle iniziative di sostenibilità più significative all'interno della tenuta e rappresenta un esempio di come la responsabilità sociale e la sostenibilità ambientale possano essere integrate in un contesto vitivinicolo di alta classe L'orto non è solo una risorsa per la produzione di alimenti freschi e genuini destinati al ristorante e alle strutture della tenuta, ma è anche un progetto che coinvolge attivamente la comunità locale e contribuisce a sensibilizzare i visitatori sulla cultura della natura, della biodiversità e del ciclo stagionale

La stella verde Michelin è sicuramente un booster per aumentare la visibilità di un ristorante così come lo sono i “macaron” tradizionali ma certamente non basta per ambire ad un successo costante di pubblico Sempre di più è necessaria un’alchimia di fattori che partono dalla cucina, dagli ingredienti e dai piatti, prima di tutto, per passare alla proposta dei vini e quindi alla qualità del servizio di sala senza dimenticare l’ambiente e il design del ristorante. Un equilibrio non facile da raggiungere per soddisfare il cliente e farlo uscire contento.

Il cosidetto fine dining così come l’ospitalità di lusso devono focalizzarsi sempre più sull’esperienza complessiva offerta ai propri clienti che sono esigenti e preparati Alla fine il cliente torna non (solo) dove mangia bene ma soprattutto dove sta bene

"SE NON ORA, QUANDO?"

Il vino è molto più di un prodotto, è un’ esperienza.

SCOPRIRE IL VINO, I SUOI TERRITORI ED I CONTESTI CHE VEDONO SEMPRE PIÙ IL RAFFORZARSI DI UN LEGAME TRA LA CANTINA E L’UNIVERSO.

LE CENTO SICILIE.

LA CUCINA SICILIANA DIVENTA

L’ASSOLUTA PROTAGONISTA NELLA

SECONDA CENA DI BE COME

CON TRE FRA I MIGLIORI

RAPPRESENTANTI DELLA NUOVA ONDATA

DI GIOVANI CUOCHI DELL’ISOLA PRONTI

AD ALTERNARSI AI FORNELLI PER RACCONTARE I SAPORI E LE TIPICITÀ

DI UN TERRA CHE NON SMETTE MAI

DI SORPRENDERE E CHE VEDE UN NUOVA

RINASCITA GASTRONOMICA DETTATA

DALLE IDEE E DAL TALENTO DI INTERPRETI SMALIZIATI E PRONTI A FAR PARLARE DI SÉ.

Ad aprire le danze sarà il ventinovenne Gaetano Verde, arrivato quest’anno a Palermo con la scommessa di ridar lustro al rinnovato Charleston, un’insegna storica che si ripresenta in città forte di un nome e di una tradizione consolidata, ma con la voglia di stupire senza venir meno alla volontà di voler rappresentare l’eccellenza siciliana. D’altro canto il cuoco è un palermitano doc, e pur essendosi concesso esperienze lavorative di assoluto rilievo tra estero (Ledbury a Londra) e Italia (Taverna Estia a Brusciano), oggi è rientrato verso casa, con il carico di un cucina d’autore che mette in mostra cotture al barbecue, la scelta di affidarsi a una rigorosa stagionalità della materia prima e originali spigolosità che giocano su contrasti acidi, amari e dolci

Non meno brillante è poi la cucina di Riccardo Fazio, arrivato poco più di un anno fa a reggere le sorti del nuovo ristorante BLUM, ospitato all’interno del Mazzarò Sea Palace a Taormina. Un ristorante di soli dodici coperti, esclusivo, costruito su una piccola terrazza che si affaccia sulla spiaggia e la baia di Taormina e che rivela l’idea personale di cucina di Fazio e la sua ricerca dell’equilibrio nel piatto. “Tutto parte dall’incontro con un ingrediente” dice il cuoco, “da un sapore che rimane presente e conduce a un abbinamento”, ma nel suo menù non mancano certo continui rimandi alle tradizioni siciliane A partire dall’immancabile pasta di mandorle che, a fine pasto, delizia il palato

Il viaggio terminerà con Alen Mangione ed il suo ristorante Carusu, della Valle dei Templi di Agrigento ‘’La mia è una cucina dei ricordi’’ racconta lo chef; una proposta culinaria intima e personale che esalta tradizione, territorio ed ingredienti locali attraverso tecniche di lavorazioni antiche ed un profondo ascolto del presente.

I SAPORI DI UNA TERRA

CHE NON SMETTE MAI DI SORPRENDERE.

A DESTINATION IS BORN.

Come nasce una destinazione e cosa cerca il viaggiatore contemporaneo.

DREAM BEYOND

LUXURY DESTINATION MANAGEMENT

DI ESPERIENZE DI VIAGGIO

E PERSONALIZZATE

ESPERIENZE

IL VIAGGIATORE ODIERNO È DIVENTATO UN CLIENTE SEMPRE PIÙ ESIGENTE ED AFFAMATO DI NUOVE ESPERIENZE. LA CAUSA È IN PARTE LA COSTANTE SOVRAESPOSIZIONE AD INPUT CHE PERVENGONO DA TUTTE LE DIREZIONI, SOCIAL NETWORK IN PRIMIS

Che si tratti di una prima visita in un determinato luogo piuttosto che l’ennesimo viaggio in una località favorita, le aspettative di vivere qualcosa di “speciale” sono aumentate in modo significativo negli ultimi tempi

- We want something truly memorable. I saw this thing on Instagram… I nostri clienti arrivano a spendere anche il 50% del loro budget totale in visite ed esperienze Un dato importante che apre le porte a moltissime possibilità per poter sviluppare nuovi modi di intrattenere gli ospiti, mostrar loro diversi aspetti del territorio e soddisfare la loro fame - o in questo caso sete - di nuove emozioni

Per quanto riguarda le realtà vinicole, questo significa la possibilità di evolvere la propria offerta oltre le classiche degustazioni in cantina.

- Yet another wine tasting? Isn’t there something different we could do?

Questo non significa che debbano sparire del tutto, ma spesso non soddisfano appieno le aspettative in costante evoluzione del viaggiatore internazionale

Negli ultimi anni si sono sviluppate molte nuove idee che hanno ottenuto un buon riscontro da parte dei viaggiatori appassionati di vino e del buon cibo: degustazioni in vigna, mini eventi, visita dei vigneti con mezzi particolari, yoga tra i filari, esperienze di raccolta, pigiatura delle uve con i piedi e molto altro

Queste attività, oltre ad offrire qualcosa di diverso rispetto alla sola degustazione del vino (attenzione, la comunicazione e commercializzazione rimane sempre l’obiettivo finale), permettono di coinvolgere un pubblico più ampio Nelle cantine oggi non vediamo più solo gli appassionati e i wine connoisseurs che si immergono in ore di degustazione tecnica Le porte si sono aperte anche a molte altre categorie fino a quel momento rimaste escluse da questo mondo: famiglie, appassionati d’arte o di storia, amanti della natura e del benessere, così come bevitori occasionali o persone che semplicemente desiderano poter partecipare alla conversazione sul vino durante una cena con amici o colleghi.

Le realtà vinicole in Italia si prestano a moltissime attività complementari alle degustazioni, abbracciando aspetti culturali, sportivi, artistici, naturalistici o storici Questo corollario di attività e narrazioni non deve avere l’obiettivo di allontanare il visitatore dal tema centrale (il vino), bensì raccontarne il suo meraviglioso mondo da una prospettiva diversa C’è infatti un rischio dietro l’angolo: quello di snaturare l’azienda cambiandone l’attività principale Ci sono realtà che hanno perso la loro “anima vignaiola” dando un tale focus alla parte ospitalità da farne l’obiettivo primario e relegando ad un ruolo secondario l’attività vinicola

Ci sono altri casi in cui la cantina storica è stata ad esempio adibita alla parte visite e degustazioni, mentre la produzione vera e propria è stata spostata in una cantina nuova, diversa, più efficiente senza i visitatori giornalieri attorno, ottenendo così però un distaccamento dei visitatori dalla realtà produttiva. L’obiettivo principale deve rimanere quello di avvicinare il visitatore all’attività alla cantina, non di tenerlo alla larga, rendendolo estraneo.

L’importante è individuare gli elementi, o meglio i valori come vedremo sotto, che caratterizzano le specifiche realtà vinicole, così da rimanere coerenti alla propria identità

La creazione di nuove destinazioni

Così come i viaggiatori oggi richiedono esperienze

sempre più immersive e “speciali”, allo stesso tempo sono molto più pronti a scoprire destinazioni nuove e fuori dai classici itinerari

- I’ve done all the classic must-do’s in Italy, which other areas would you recommend to visit?

Consideriamo che l'Italia è la destinazione numero uno per la maggior parte delle agenzie americane - è vero, ci saranno sempre i “first timers”, ma anche moltissimi viaggiatori che tornano anno dopo anno, aprendosi man mano alla scoperta di nuovi posti

Questo ci dà la possibilità di creare nuove destinazioni

Alla base di questo processo, che vede il confluire di diverse realtà, ci deve essere un momento di analisi per definire con quale strategia si intende comunicare l’essenza della destinazione

I valori come punto di partenza per una nuova destinazione

Al fine di sviluppare un’identità ben definita, è bene fermarsi e analizzare quali sono i principali elementi e i valori che ne definiscono l’essenza

Tra questi potrebbero spiccare ad esempio la storicità della destinazione, la posizione particolare, le caratteristiche culturali, il contesto biologico e/o geologico, la biodiversità, l’attenzione alla sostenibilità, e molte altre Da diversi casi studi emerge che tra i fattori di successo di una destinazione si individua la “responsabilità nei confronti della comunità”

Effettivamente è un valore che negli ultimi tempi viene sempre più ricercato dal viaggiatore internazionale. Non basta più “viaggiare per il piacere di viaggiare”, ma c’è una ricerca sempre maggiore di un valore più profondo del viaggio, quasi per dare un senso al viaggio stesso.

- Last year I visited that farm/property/winery/producer and it’s amazing what they to for the local community!

Indubbiamente il mondo vinicolo ha un importante vantaggio da questo punto di vista: per sua natura è infatti strettamente collegato alla comunità locale, è interessato al benessere sia ecologico che sociale del mondo che lo circonda, e coinvolge molteplici attori del territorio, andando così a creare un vero e proprio ecosistema che condivide interessi, obiettivi e valori.

Una volta individuati i valori e i punti di forza propri della destinazione e della comunità, è importante sviluppare una strategia di comunicazione comune e coerente con la propria identità Lo sviluppo di una nuova destinazione turistica legata al al mondo enologico e che coinvolge l’intero territorio di cui è parte integrante, è così possibile.

UN VUOTO TROPPO PIENO. RITORNO ALLE ORIGINI DELL’OSPITALITÀ.

“SE APRIAMO LE MANI, POSSIAMO

RICEVERE

OGNI COSA; SE SIAMO VUOTI, POSSIAMO CONTENERE L’UNIVERSO.”

Con queste parole il Buddha ci ricorda l’importanza del vuoto, ossia di quel punto interno a noi, che è il luogo di partenza per ricentrarsi, per ritrovare o ricreare sé stessi.

Nella nostra società e quotidianità che cosa accade? Esattamente l’opposto: anziché essere vuoti, ci riempiamo di cose; questo è tutto ciò che sembra avere valore Allora l’esperienza forte, che sia un viaggio in un luogo esotico, il degustare un calice di una pregiata bottiglia di vino, una cena in un ristorante stellato, è ciò che vale Perché nella nostra società: consumiamo, dunque siamo Stiamo tutti quanti vivendo il “tempo dello sradicamento“, ossia la fuga dell’uomo dalla sua natura profonda: fuga da sé, dalla potenza vivificante delle tradizioni che invece potrebbero aprirci verso un prospero futuro A essere sradicati non raggiungeremo mai l’autenticità che risiede in noi, a essere sradicati non capiremo di essere radice piantata a testa in giù. A essere sradicati non avremo futuro dinnanzi a noi

Si legge nel Timéo: "L'uomo è una pianta celeste, non terrestre". Ma nel tempo, da cosmico e potente l’uomo è divenuto pre-potente, individuale, superbo, passivo In questo nostro mondo consumista, noi consumiamo passivamente, assimiliamo passivamente senza porci domande, guidati dagli istinti, dalle pulsioni, dalle emozioni del momento

E così, anche nel mondo del turismo “Tutto è vanità, è un correre dietro al vento” come dice l’Ecclesiaste

Nella passiva velocità non entriamo più davvero in contatto con il luogo che visitiamo o con le persone che lo abitano

Si scrollano foto in pochi secondi; e al diavolo la luce, l’inquadratura, il cogli l’attimo Quando sorseggiamo un buon calice di vino siamo impegnati a fare un check sui nostri profili social o a scattarci un selfie; ci dimentichiamo di osservare le meraviglie intorno a noi, godendo del paesaggio Oggi per vivere dobbiamo necessariamente avere e apparire. E applichiamo tutto ciò anche nelle strategie di marketing turistico Ed ecco che costruiamo le slackline, i parchi giochi per adulti in altura, le funivie che girano su sé stesse e in cima al piccolo Cervino è d’obbligo una sala cinema.

Stiamo assistendo quindi ad una sovrapproduzione, dove il turismo non è più solo una forma di profitto, ma costituisce allo stesso tempo una forma di spettacolo, di disegno, di modello consumabile Quello che sta accadendo rappresenta in pieno la spettacolarizzazione che è parte integrante di questa nostra società Il turismo si fa becero, divenendo esso stesso mercificato, poiché tutto è mediato e filtrato dallo spettacolo creato ad hoc per osannare la merce La contemplazione di un vecchio larice ad oggi ci annoia profondamente; ciò che ci soddisfa è la prevalenza del simulacro sul reale. Non intendo moraleggiare, mi limito a rilevare ciò che esiste

Morte le rivoluzioni, lo spettacolo è diventato l’episteme del nostro tempo Oggi dobbiamo fare show E show in inglese significa proprio mostrare

E allora, cosa stiamo mettendo in mostra nel nostro mondo del turismo? A volte mostriamo delle grandi bolle di sapone create ad hoc per impressionare. Splendide, fantasmagoriche, eccitanti bolle

Perché nell’era digitale il turista non visita i luoghi: vuole vedere ciò che ha letto o visto nelle sue piattaforme di riferimento. E se il luogo non corrisponde alle aspettative create, la delusione è grande Ma ciò che legge, ciò che vede, lo abbiamo esposto proprio noi.

La fretta ci spinge a trovare le scorciatoie per una stagione di piena occupazione E la digitalizzazione ci supporta perfettamente in tal senso Nella giostra dello spettacolo delle merci, non c’è spazio per riflessioni più profonde

In un tempo consumista, in cui velocemente e voracemente dobbiamo avere, apparire, far consumare, l’homo oeconomicus pensa di sapere quel che gli serve, ma non comprende che, in realtà, ha necessità di fermarsi. Dobbiamo tornare ad essere in armonia, da harmonía che significa accordo, proporzione.

In questo senso dovremmo competere. Competere ha un bel significato: deriva da cum-petere, andare insieme, dirigendoci verso qualcosa insieme. Ritrovare quel giusto equilibrio, quel senso profondo dell’essere ospitali, più che del fare del turismo un mero modello di consumi e ricavi. Un cammino non facile, ma necessario

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