Senago - Noi e la città

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SETTEMBRE 2010


Informazione a cura di Remo Malvestiti

Sì, vogliono costruire vasche di laminazione a Senago Perchè servono?

La ragione è che negli ultimi decenni si è costruito troppo e male, l’Italia è la prima nazione al mondo per uso di cemento pro capite, la Lombardia è tra le regioni più urbanizzate della terra. Anche il modo di costruire è cambiato. Fino agli anni ’60 si rispettava la morfologia del territorio, si costruiva in base ad una valutazione ponderata da parte di tutta la comunità, sulla base cioè della conoscenza storica dei luoghi, tenendo conto di non costruire laddove il fiume o torrente potesse esondare, le colline franare e così via. Dopo il 1960, l’unico criterio è stato quello della speculazione e di conseguenza non si è più rispettato né i corsi d’acqua né tanto meno le colline: il prezzo sono state le inondazioni e le frane. Il fiume Seveso è ciò che ci riguarda. Qualcuno credeva che per migliorare il rapporto uomo-natura nelle città e rafforzare la sicurezza della vita nei quartieri, necessitasse voltare le spalle ai corsi d’acqua per non vederne l’inquinamento ed il degrado, pensando bene di tombinare lunghi tratti del Seveso e di altri fiumi, causando l’impossibilità di pulire l’alveo con tutto quello che comporta. Ecco il risultato: alle prime piogge abbondanti, allagamento di strade, capannoni e case. Un progetto per eliminare il problema allagamento a Bresso, Niguarda e Milano. Il comune di Milano per evitare le inondazioni, si rivolge alla Regione e Provincia, gli assessori alla partita danno mandato ai tecnici di studiare un progetto per la realizzazione di un bacino idrico per il ricovero delle esondazioni delle acque del Seveso. L’area naturale è il Parco Nord, dove passa il fiume, in corrispondenza della zona Nord Milano. I tecnici presentano il progettato, e l’assessore della Regione chiama i sindaci interessati i quali si rendono conto che l’acqua del Seveso è inquinata. Allora non basta più un bel laghetto pulito, ma servono del-

le vasche di laminazione. “Le vasche nel Parco Nord noi non le vogliamo” gridano i sindaci, la voce si fa sempre più grossa e così forte che riescono a convincere l’assessore alla partita a trovare un’altra località e guarda caso trova… Senago.

Cos’è una vasca di laminazione?

Sono opere idriche che vengono realizzate per ridurre la portata di un corso d’acqua durante le piene tramite lo stoccaggio temporaneo di parte del volume dell’onda di piena. Questi serbatoi di laminazione vengono realizzati su territori delimitati da arginature naturali o artificiali. Il loro funzionamento è complesso e richiede manovre specifiche, noi a Senago abbiamo già un canale scolmatore per le piene del fiume Seveso, ma non basta e per evitare straripamenti, quando il fiume supera il livello di guardia si aprono le paratie mobili che sono a monte del fiume, l’acqua entra nel canale scolmatore che la porta nelle vasche di laminazione e qui rimangono fino a quando cessa la piena, poi vengono fatte uscire a valle ed entrano ancora nel canale che le porta nel Ticino. Tutto questo serve per far sì che non si allaghino le case e le strade in zona Bresso, Niguarda e Milano.

IN DATA 10 LUGLIO SI È UFFICIALMENTE COSTITUITO IL C.A.V. Comitato Anti Vasche. Apartitico, vede tra i suoi fondatori giovani ed associazioni senaghesi che hanno scelto come primo strumento di comunicazione Facebook “NO ALLE VASCHE DI LAMINAZIONE”. La creazione del comitato è dovuta al totale silenzio mantenuto da parte delle Istituzioni, Comune, Provincia, Regione su un progetto di così importante ricaduta per il nostro territorio.

Il primo atto concreto del C.A.V. è stata l’indizione di una assemblea pubblica tenutasi in data 12/07/2010 al parco di via Martiri di Marzabotto nel corso della quale è stata fatta una cronistoria sul problema legato alle esondazioni del fiume Seveso a Niguarda e Bresso, si sono rese pubbliche le disposizioni degli organi preposti alla soluzione del problema e, alla fine della riunione, sono state raccolte firme per una petizione che chiede lo stop al progetto vasche.

LA Redazione

www.senagonoilacitta.it

Senago noi e la città n. 50 - SETTEMBRE 2010

Periodico d’informazione registrato al Tribunale di Milano N. 130 - 5 Marzo 1994

N. 7.000 copie distribuite gratuitamente sul territorio senaghese.

Direttore resp.: Remo Malvestiti Editore: “Il Futuro” - Capo Redattore: Matteo Colombo Stefania Colombo - Loris Fiore - Sara Missaglia Alessandra Mongelli - Luca Rabarin - Silvana Rizzi

Pubblicità: Mery Malvestiti A 338.746.21.30

Tel./Fax 02.99.05.87.13 E-mail: ass.ilfuturo@libero.it Realizzazione e stampa: Tipografia Maggio - Tel./Fax 02.33300238 - www.tipomaggio.it


Informazione e riflessione a mente alta di Remo Malvestiti

Perché non si è voluto informare il Consiglio Comunale ed i cittadini? La questione delle vasche di laminazione a Senago parte nel 2006 quando la Regione Lombardia nell’approvazione del piano cave (D.C.R. 16 maggio 2006 n° 8/166 nell’ambito ATE g16) prevede la realizzazione di vasche di laminazione per l’esondazione del fiume Seveso nella cava di via Brodolini. La Giunta Chiesa, in possesso di questa delibera, era al corrente, ma tenne tutto nel cassetto. L’attuale Amministrazione, in una riunione per l’illustrazione del nuovo Piano di Governo del Territorio, parlò della volontà della Regione Lombardia di realizzare delle vasche di laminazione a Senago, ma proprio per le scarse notizie in suo possesso, non fece cenno né alle dimensioni né alla spesa: anche la Giunta Rossetti è al corrente, ma non dà risonanza alla questione. Solo successivamente qualche dubbio iniziò a serpeggiare. Partì una scrupolosa ricerca che portò alla luce fatti che, fino a quel momento, ai più erano sconosciuti. Si scopre che nel 2009, l’allora Assessore Regionale al territorio Davide Boni, sottoscrisse, con altri enti, l’atto integrativo di un accordo che prevedeva, a Senago, una mega vasca di laminazione della grandezza di circa 10 ettari, pari a 18/20 campi da calcio, con una spesa di circa 10.000.000 di euro. Vasche che porteranno sul territorio di Senago la fogna delle piene ed i veleni dell’acqua inquinata che genererà pesanti disagi come zanzare, topi e tutto quanto può comportare l’acquitrino maleodorante lasciato sul fondo delle vasche. La “Farfalla”, dopo essersi confrontata, con un comunicato stampa, rende pubblica tutta la questione. Dopo che tutto è stato reso pubblico, nel Consiglio Comunale del 7 giugno scorso, l’ex Assessore Fois dice: (sintesi dell’intervento) “Su un settimanale della nostra zona, Remo Malvestiti, esponente de “La Farfalla”, getta alcuni inquietanti interrogativi relativamente a delle vasche di laminazione che la Regione Lombardia avrebbe intenzione di realizzare nell’area sud del nostro Comune. Per completa informazione del Consiglio e della cittadinanza, mi preme precisare che nel periodo in cui ho ricoperto la carica di Assessore-Vicesindaco ho avuto modo di sentir parlare di queste vasche solo in due occasioni. La prima nel 2008, in una conferenza di servizi per la viabilità con la direzione della Provincia di Milano, dove un funzionario disse che la regione aveva l’intenzione di realizzare

Senago, cava di via Brodolini, dove si vorrebbe costruire le vasche di laminazione

delle vasche di laminazione nel comune di Senago. La seconda nella primavera del 2009, sul finire del mio mandato: il Comune venne convocato dalla Regione per la presentazione di un progetto relativo ad opere idrauliche sui corsi d’acqua in ambito regionale e si parlò di vasche a Senago, presenziammo io in qualità di Assessore e l’attuale Capo del settore tecnico. Quindi tutti sapevano, perché non si è parlato subito chiaramente? I cittadini si chiedono: Il Consiglio Comunale che ha il compito di indirizzo ed il controllo della Giunta, perché non è stato informato? Perché la cittadinanza è stata tenuta all’oscuro del grave problema? Certo: quando si parla di avvenimenti sfavorevoli per l’intera comunità, si parla sottovoce o non si parla affatto. Con questa teoria è passato il Crash Test e l’Agglomerato Case di via De Gasperi. Ora le vasche di laminazione. I cittadini si ribellano, danno voce ai giornali, organizzano comitati, vogliono far capire alle persone deputate ad amministrare gli enti pubblici, che i problemi che assillano la cittadinanza non sono né di destra né di sinistra, bisogna solamente cercare di risolverli. Finalmente, nel Consiglio Comunale del 15 luglio 2010, abbiamo visto destra e sinistra compatta a dire NO alle vasche: un segno di grande maturità che si spera, per il bene dell’intera cittadinanza, possa continuare.

Nella seduta del 15 luglio 2010 viene approvata all’unanimità la mozione contro la realizzazione di vasche di laminazione nel territorio di Senago.

IL CONSIGLIO COMUNALE Premesso che la Regione Lombardia ha chiesto al Comune di valutare un accordo per realizzare una vasca di laminazione nell’area a sud del canale scolmatore. Richiamato l’atto della Giunta Comunale n. 114 del 01/06/2010 in cui sono evidenziate le problematiche relative a tale previsione.

Evidenziato altresì che l’eventuale realizzazione della vasca di laminazione compromette l’integrità del territorio di Senago e valutato la necessità di tutelare i residenti escludendo la collocazione di impianti non consoni al quartiere. Esprime parere contrario alla realizzazione delle vasche di laminazione nel territorio di Senago. Impegna il Sindaco e l’Amministrazione Comunale a manifestare il parere contrario a tale previsione in tutte le sedi Istituzionali deputate a scelte di programmazione e previsione territoriali.


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Come è nato “ Il comitato di amministrazione dell’Istituzione Italo Calvino insediatosi nell’ottobre dello scorso anno, ha confermato la maggior parte delle iniziative organizzate dalla Biblioteca cambiando solo la manifestazione “Chi circo trova”, con “Lasciare il Segno” , progetto sviluppato in concerto con il Polo Culturale Insieme Groane . Si è partiti dal nostro territorio, posto a 13 km a nord ovest di Milano e a soli 5 km dalla sede della nuova Fiera, in un Parco Regionale, le Groane, con ancora ampie aree a verde, a metà strada della ciclabile che unirà il parco del Ticino a quello dell’Adda, con tante ville di delizia, Villa Borromeo, Sioli, Monzini, Ponti e Degli Occhi, la vicina villa Arconati sede di prestigiosi spettacoli, la vicinanza alle Ferrovie Nord, l’essere nell’area nord ovest di Milano, quella maggiormente interessata dall’EXPO 2015. Il consiglio di amministrazione ha preso in considerazione il tema dell’EXPO “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita” e ha formulato un progetto nel quale fossero presenti la riscoperta di origini e tradizioni culinarie, la salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente, il nutrimento di corpo e anima. E’ così nata la manifestazione “Lasciare il segno” (descritta nei particolari nelle pagine seguenti) nella quale

IL C.D.A. Biblioteca alla conferenza stampa per la presentazione “Lasciare il Segno”. Carlo Cattaneo, Presidente Polo Culturale Groane, Claudio Meneghello cons., Angelo Rega ass., Aldo Mauri Presidente, Cesare Minora cons., Roberto Borghi cons., Remo Malvestiti cons.

i tre elementi trovano espressione in altrettante iniziative:

l’Albero della Poesia Siamo alla prima edizione di una manifestazione che si propone di crescere negli anni che ci separano dal 2015 con l’ambizione di divenire, in unione con

il Polo Culturale Insieme Groane e con il Consorzio Parco delle Groane, un’offerta di visibilità e fruizione del nostro territorio in occasione di EXPO 2015, non con l’insediamento di nuove costruzioni o strade, ma con la messa a disposizione del nostro patrimonio artistico, culturale, naturalistico e di tradizione. Consiglio d’Amministrazione Ist. Italo Calvino - Biblioteca di Senago


Manifestazioni - Arti e Sapori - Mezza Maratona Groane - Poesia

Senago: da sabato 4 settembre a domenica 3 ottobre 2010

l’Istituzione Italo Calvino in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Sport e tempo libero del Comune di Senago nell’ambito delle iniziative organizzate con il polo Insieme Groane, ha creato la manifestazione “Lasciare il Segno”: poesia, mezza maratona competitiva affiancata da una manifestazione podistica, incontro con i gusti e con le antiche tradizioni culinarie ed artigiane, iniziative che animeranno Senago nei fine settimana dal 4 settembre al 3 ottobre, richiamando pubblico e partecipanti non solo senaghesi, ma di tutti i comuni componenti il polo Insieme Groane e più estesamente della metropoli Milanese. L’obiettivo di “Lasciare il Segno” è quello di valorizzare il nostro comune anche in vista del prossimo EXPO di Milano. Partendo dal fatto che Senago vanta uno dei pochi territori ancora salvaguardati dalla pressione edilizia dell’hinterland milanese con un ampia area agricola posta a sud, con il 40% del proprio territorio insito nel Parco Groane a ovest, con ben 5 ville e relativi parchi di rilevanza storica ed ambientale nel proprio centro, “Lasciare il Segno” candida Senago come sede in

grado di offrire occasioni di momenti di vita all’aria aperta e su terre sane (dai qui l’etimo di ‘Senago’) arricchita dalla poesia e dalla memoria delle tradizioni. Ecco nel dettaglio come si articola il programma.

Sabato 4 e domenica 5 settembre tutto il giorno - Piazza Tricolore. Un percorso nella nostra storia, alla riscoperta dei gusti genuini attraverso l’artigianato e le tradizioni culinarie.

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Nello spazio della piazza Tricolore e nel parco antistante si terrà una festa del gusto con esposizione e vendita di prodotti biologici e della filiera corta in collaborazione con la ConfAgricoltori. Ci sarà l’intervento di attori figuranti che rappresenteranno gli antichi mestieri, saranno organizzati giochi per bambini riconducibili al passato e con i più moderni gonfiabili. La festa sarà completata con serata danzante sia sabato che domenica.

Domenica 12 settembre alle ore 9 con partenza dal Centro Sportivo inizia la manifestazione concomitante con la Fiera di Senago. La corsa competitiva accreditata FIDAL, sulla distanza dei 21km, attraverserà i luoghi più suggestivi del Parco delle Groane portando i partecipanti (tra i quali è prevista la partecipazione di campioni nazionali), a conoscere le bellezze naturali e storiche come villa Arconati, villa Borromeo e villa Sioli, il lago delle ninfee, la brughiera. Il percorso verrà stabilmente segnalato (“Lasciare il Segno”) in modo da divenire una palestra verde aperta, fruibile anche dagli abitanti della vicina metropoli essendo raggiungibile con le Ferrovie Nord.

Per i meno allenati sarà organizzata, in collaborazione con AVIS, una passeggiata/corsa non competitiva sulla distanza più breve di 10 km. Per chi volesse saperne di più, iscriversi alla manifestazione o vedere le foto del percorso lanciandosi in una corsa ideale sul sito digitando www.mezzagroane.it.

l’Albero della Poesia Domenica 26 settembre e domenica 3 ottobre presso la villa Sioli. Si terrà la prima edizione de “L’albero della Poesia” a cura di Luigi Canillo e Gabriela Fantato. Organismo vivente, esperienza e lingua della vita. L’Albero si sviluppa in un ciclo che parte dal radicamento della poesia nella terra, nella comunità e si sviluppa in seme e dono, non solo per i poeti, ma per chiunque ami leggerla e ascoltarla. L’occasione offerta dagli incontri con alcuni tra i più affermati poeti contemporanei è il primo degli appuntamenti ideati con respiro pluriennale, che si svolgeranno coinvolgendo nuove realtà, nuovi appassionati, con la partecipazione di musicisti, attori ed associazioni culturali attive sul territorio. L’edizione 2010 si intitola “Radici”. L’origine ed il destino sono fonte ed elemento specifico della poesia, nel rapporto tra scrittura e tempo, destino e rivelazione. Così le radici del linguaggio poetico si possono ricercare nel dialetto come lingua originaria, nella per-

cezione più profonda della memoria e nell’interrogazione.

“Torneranno vivi gli amori tenebrosi che in mezzo agli anni lasceranno una spina, torneranno luminosi” Milo De Angelis

Ecco il programma: Domenica 26 settembre 2010 ore 17.00 / 19.00 - Villa Sioli Premio Mario Mambretti: l’Associazione Anno Zero presenta la nuova edizione del concorso poetico aperta a tutti coloro che coltivano l’arte della poesia. Leggiadri leggii: Inaugurazione della mostra, un allestimento creativo dedicato a tutte le poesie vincitrici delle passate edizioni del “Premio Mambretti” presso la Sala Mostre di Villa Sioli. Destino: la parola ed il tempo. Introducono l’incontro con i poeti Luigi Cannillo e Gabriela Fantato Milo De Angelis, Giancarlo Pontiggia, Ida Travi. Interventi musicali: Adalberto Borioli Domenica 3 ottobre 2010 ore 17.00 / 19.00 - Villa Sioli Omaggio ad Alda Merini voce recitante Viviana Nicodemo Memoria le radici della lingua Introducono l’incontro con i poeti Luigi Cannillo e Gabriela Fantato Vivian Lamarque, Franco Loi, Edoardo Zuccato. Interventi musicali: Antonio Ricci

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Progetto scolastico: “Il bell’anatroccolo” Le scuole medie statali di via Monza (PAPA GIOVANNI XXIII) e di via Risorgimento (ALLENDE), da anni aderiscono ad un progetto intitolato “IL BELL’ANATROCCOLO”: un percorso di conoscenza e di intervento per l’integrazione di alunni diversamente abili ed a rischio, che coinvolge scuola e famiglia. E’ un’attività che si svolge il giovedì pomeriggio con gruppi di ragazzi normodotati e con compagni in difficoltà. Le attività laboratoriali sono diverse e variano nell’arco dell’anno scolastico e sono finalizzate a sensibilizzare alla diversità come valore, a sviluppare capacità cognitivo-relazionali attraverso

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l’uso di molteplici linguaggi, a sviluppare l’autonomia personale e le abilità motorie. E’ stato bello aderire al corso di recitazione, trovarci con i compagni di scuola, studiare le battute e fare le prove, ma il giorno più emozionante è stato quello dello spettacolo. La rappresentazione del laboratorio teatrale si è svolta all’interno della scuola di via Monza. Dietro le quinte, il cuore mi batteva forte, l’aria era tesa, guardavo i miei compagni e mi sembravano tutti dei piccoli attori, in quel momento la tensione è intensa... ma quando la prof. ha detto: “Ragazzi si va in scena!”, come d’incanto, sul pal-

co, la paura mi era passata, ho iniziato a dire le prime battute, tutto mi è sembrato così normale che sono arrivata fino alla fine. Ad un tratto ho sentito il pubblico gridare: “Bravi, bravi!!!” e fare un fragoroso applauso. Questa è la magia che il palcoscenico compie quando si fanno spettacoli anche piccoli come questi. Alla fine la prof. Parolini ha preso il microfono ringraziando tutti i presenti ed i collaboratori per la bella rappresentazione. Un grazie particolare all’Amministrazione Comunale che con l’aiuto finanziario, permette lo svolgimento di queste manifestazioni. Alunna 2°F – Pistilli Lucrezia


Uomini del mondo sociale e politico che hanno contribuito a far crescere Senago

Franco Sioli, Cavaliere della Repubblica Classe 1923 - Presidente A.N.C.R. e Corpo Musicale Senaghese. Lunedì 3 maggio 2010, Franco Sioli, testimonianza storica del periodo bellico, lasciava Senago dove ha vissuto una vita intensa che lo ha visto molto attivo nella comunità. Per l’ultimo saluto, sul sagrato della Chiesa di Senaghino, vi erano i parenti, i cittadini ed il mondo politico e dell’associazionismo. Franco ha speso una vita per comunicare ai giovani e non solo, gli orrori e le atrocità della guerra, fatti che pur nella loro violenza e crudeltà non dovrebbero mai essere dimenticati; ha fatto conoscere inoltre la resistenza che i militari di ogni ordine e grado hanno opposto ai tedeschi, il tutto per evitare che situazioni simili potessero nuovamente verificarsi e soprattutto far capire che la libertà e la pace, conquistata con tanto sacrificio, è un bene prezioso che va costantemente difeso. Chi era Franco Sioli? Una persona che sul territorio era una vera istituzione. Vissuto da sempre nella sua amata Senago, a soli 18 anni, dovette interrompere gli studi per rispondere alla chiamata alle armi. Nel 1943 prestò servizio militare a Va-

rese, poi a Bolzano al IV Genio Radiotelegrafisti. L’8 settembre, con la firma dell’armistizio, i tedeschi catturarono 600.000 combattenti di stanza in Italia, Francia e Balcani ed in seguito deportati nei lager nazisti. Nel periodo di prigionia, nel campo di concentramento di Ebelsberg – Linz in Austria, dove rimase per 3 anni, ha vissuto in prima persona molti tragici episodi segnati dalla violenza, dalla sofferenza e dalla fame. Oltre 40.000 persone non sono più tornate in patria, in un periodo segnato dall’assenza del rispetto per la vita e per la morte. Liberato dagli americani il 5 maggio 1945, raggiunse Bolzano in treno e poi, il 5 maggio 1945, col camion arrivò a Senago. Ripresa la vita normale, terminò gli studi diplomandosi geometra, si sposò e si dedicò con amore alla famiglia. Franco però, non poteva dimenticare gli orrori vissuti… mentre altri giovani pensavano a coltivare i propri hobby, per svagarsi dopo le giornate di lavoro, lui impiegava il proprio tempo libe-

Chiesa di Senaghino, ultimo saluto a Franco Sioli

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Fiera di Senago Franco Sioli con Don Antonio Longoni nello stand dell’A.N.C.R. e Corpo Musicale

ro a trasmettere la propria esperienza, “informare per non dimenticare, al fine che le atrocità della guerra non si ripetano più”. Per questa causa il suo impegno fu notevole: la fondazione dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci negli anni ’50 lo vede in prima linea, diventando successivamente lo storico presidente che tutti conosciamo. Il suo impegno non si limitò solo a Senago, ma anche a livello provinciale di Milano, di Lodi e di Monza, dove negli ultimi anni divenne Presidente. Nel campo politico locale, negli anni ’60, fu eletto Consigliere Comunale nelle file della D.C., dove portò la propria voce in difesa dei più deboli e per far sì che il paese crescesse sempre più al passo con i tempi moderni. Fondò anche il Corpo Musicale Senaghese, un fiore all’occhiello che portava con grande orgoglio. Ciao Franco, ricorderò sempre le belle conversazioni che facevamo nel periodo della Fiera di Senago, quando nel tuo stand ci scambiavamo le nostre idee, ricorderò sempre il tuo modo garbato di dir le cose, il tuo stile da gentlemen, un vero uomo moderno dai valori antichi che sapeva comportarsi con rispetto in ogni circostanza: un dono che poche persone possiedono. Remo Malvestiti

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ADDIO DENTIERA: OGGI SI PUÒ…!

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Il termine dentiera, comunemente utilizzato per definire una protesi mobile totale, incute di per sé un senso di terrore e di angoscia. Spesso, nella vita di tutti i giorni, capita di assistere alle lamentele di persone a noi vicine, solitamente i parenti più anziani, relativamente alla poca stabilità, alla difficile accettazione e al discomfort generato da questo tipo di dispositivi. Essi, infatti, pur garantendo un ripristino completo della funzionalità masticatoria, anche con risultati estetici apprezzabili, comportano un notevole stress psicologico per chi è costretto a farne uso. La paura principale di un paziente portatore di protesi mobile è la mancanza di stabilità di quest’ultima e ciò provoca insicurezza nei rapporti interpersonali. La notevole quantità di pubblicità di prodotti che promettono un valido ausilio per stabilizzare le protesi è sintomatica di questo disagio diffuso. Un ulteriore problema è costituito dalla presenza del palato in resina, che, a causa dell’ingombro, limita l’accettazione della dentiera da parte del paziente. Ad oggi, i progressi in campo odontoiatrico permettono, in una percentuale molto alta dei casi, di poter fare a meno di questo tipo di riabilitazione. L’ostacolo principale per la realizzazione di protesi confortevoli, fino a qualche anno fa, era rappresentato dalla carenza di tessuto osseo di sostegno. Questa condizione comportava, in primo luogo, la mancanza di una solida base per l’alloggiamento di una protesi mobile e, secondariamente, non permetteva la corretta osteointegrazione degli impianti e impediva all’operatore di inserire questi ultimi nelle zone in cui

sono presenti strutture nobili da salvaguardare (nervo alveolare inferiore e seni mascellari). La perdita completa o parziale dei denti comporta, oltre ad una ridotta o assente funzionalità masticatoria, anche una progressiva perdita di supporto osseo. Quest’ultimo, infatti, in seguito alla mancanza di carico, subisce un processo di tipo atrofico che ne comporta l’assottigliamento. Ai giorni nostri, per risolvere questo tipo di situazioni è possibile attuare due

fissa in tempi brevi, garantendo risultati predicibili dal punto di vista estetico e funzionale. Lo sviluppo di nuove tecnologie e materiali permette all’operatore di provvedere alla riabilitazione totale tramite l’inserimento di sei impianti nell’osso mascellare superiore e di quattro nel mandibolare inferiore. Nel primo caso, la tecnica viene definita ALL ON SIX (tutto su sei), gli impianti sono in numero superiore data la minore qualità del tessuto osseo, essi vengono inseriti nella zona frontale compresa tra i seni mascellari, dove il processo di atrofia è più contenuto e non sono presenti particolari controindicazioni anatomiche. Nel caso di una riabilitazione inferiore, il piano di trattamento è definito ALL ON FOUR (tutto su quattro), le protesi implantari vengono inserite nella zona intraforaminale, cioè compresa tra i due sbocchi del nervo alveolare inferiore, siti nell’area sottostante ai due premolari. Per poter alloggiare gli impianti in uno spazio ristretto e garantire la massima stabilità e resistenza al carico i due impianti distali vengono inseriti in posizione inclinata. In questo modo è possibile fissare la protesi completa per garantire una riabilitazione ottimale in tempi ristretti, anche in una seduta soltanto, riducendo i costi e garantendo una maggiore soddisfazione del paziente.

diverse strategie di trattamento. Una prima via prevede l’inserimento di innesti ossei, al fine di garantire il ripristino di un adeguato supporto per la riabilitazione implanto-protesica. Metodologia sicuramente ottimale, poiché permette il completo ripristino della funzionalità masticatoria, ma più dispendiosa per il paziente in termini economici e di tempo. Per questo motivo, negli ultimi anni, sono state introdotte nuove metodiche che permettono di risolvere queste p ro b l e m a t i c h e ; VANTAGGI ALL ON FOUR/SIX esse prevedono - Tempi clinici ridotti l’inserimento di - Costi contenuti un numero limitato di impianti e - Minima invasività chirurgica la realizzazione di - Realizzabile con ridotto quantitativo osseo una protesi totale


Senago - Il comitato genitori delle scuole del primo circolo, impegnato a far conoscere la cultura locale

Percorsi di storia locale attraverso il lavoro dei nonni Gli alunni della scuola media Giovanni XXIII – Allende di Senago, nell’ambito delle manifestazioni collegate all’iniziativa “Una settimana fra le Groane”, hanno allestito la mostra “Legami: villa Sioli racconta”, promossa dall’Amministrazione Comunale. I ragazzi hanno lavorato con l’entusiasmo che li contraddistingue, coadiuvati dalle insegnanti Cabrini e Passadore. Non poteva mancare il supporto e la preziosa collaborazione delle professoresse Parolini, Macchi, Manfredi e Cesati. Altrettanto insostituibile l’aiuto del Comitato Genitori Medie Senago il quale non manca mai di sostenere la scuola senaghese contribuendo anche in questa occasione alla buona riuscita della manifestazione. Così, sabato 24 aprile 2010, nelle sale della nota villa, è stato possibile ammirare i lavori realizzati dai ragazzi i quali hanno interpretato, attraverso disegni e modellini, la chiesetta di Traversagna ed suoi piccoli tesori artistici.

Villa Sioli - Nonne impegnate nell’arte del tombolo con strumenti d’altri tempi

Nella sala conferenze, invece, sono state esposte alcune macchine antiche utilizzate per la lavorazione di fibre e filati, in omaggio all’ultima destinazione della villa: un cordificio, che è rimasto in attività fino al 1993. Il leit- motiv dell’esposizione è stato, infatti, il filo nelle sue molteplici funzioni: giocare per esempio, al salto della corda o al gioco della “culla”, tessere con piccoli telai, appositamente armati per l’utilizzo da parte dei visitatori; confezionare prodotti d’uso comune, per esempio sciarpe o semplici braccialetti. Esperte nell’arte del tombolo hanno poi ulteriormente arricchito l’iniziativa con la loro abilità e creatività nel maneggiare l’antico strumento. Il Comitato Genitori 1° Circolo di Senago, che nulla ha da invidiare all’altro già citato, ci ha regalato l’emozione della mostra fotografica “Generazioni… i nostri nonni al lavoro” documentando i vecchi mestieri ed in particolar modo l’attività del cordificio ed agli allevatori di bachi da seta.

Villa Sioli - Studenti delle Scuole Medie di Senago che nell’occasione hanno collaborato come guide nella visita dei luoghi storici locali.

Villa Sioli - Un gruppo di allieve delle medie statali di Senago, impegnate su telai tessili dei tempi antichi

Scuole elem. di via Repubblica - Mostra organizzata dal 1° circolo

Nella scuola di via Repubblica sono stati esposti, inoltre, atti manifesti e fotografie inerenti le attività economiche del secolo scorso. La mostra, spiega Maura Riboli presidente del Comitato Genitori, è stata allestita partendo dagli archivi scolastici e dal materiale che è stato messo a disposizione dai privati. La Redazione elogia nel dire che nessuna società civile potrà mai costruire un presente ma soprattutto un domani, senza prima conoscere il passato e l’aver spolverato la memoria storica e dato una giusta importanza alle vicende, al lavoro, alla personalità dei nostri padri e dei nonni: è stato un bellissimo lavoro che va a beneficio dei nostri figli e nipoti. Quindi ben vengano quegli insegnanti e genitori che dedicano il proprio tempo libero a queste bellissime manifestazioni; un grande impegno, che va premiato oltre al semplice grazie.

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Perché Senago deve subire le colpe di altri?

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È quello che si chiedono i cittadini senaghesi. Non bastava aver tagliato in due il paese con il passaggio del canale scolmatore e di averlo in parte allargato? Evidentemente no! La Regione, la Provincia e il Comune di Milano affermano che Senago deve dare altra disponibilità di territorio per la costruzione delle cosiddette vasche di laminazione che accoglieranno le acque inquinate e putride del Seveso, alias “fiume nero”. Un corso d’acqua di 53 km che nemmeno passa sul territorio di Senago! È tempo che i comuni interessati, anziché rimbalzarsi le colpe, si prendano la responsabilità di ciò che appartiene al loro territorio. Il canale scolmatore ormai non è più in grado di diminuire la portata del Seveso nei giorni di pioggia, ne riesce a portare via al massimo 30 metri cubi di acqua al secondo, quando invece ci sarebbe bisogno di almeno il doppio…

dire NO ad un’opera in grado di rovinare l’integrità del territorio. Battaglia vinta? Non ancora. Ecco che sabato 7 agosto 2010, dopo l’ennesimo temporale, in un articolo del Corriere della Sera, si parla che per risolvere la questione delle acque del Seveso, si potrebbe costruire due vasche di laminazione a Senago. Il pericolo delle vasche esiste, tutti sappiamo che il Seveso è uno dei progetti Expo. Entro il 2015 l’annoso problema dell’allagamento nelle zone limitrofe a Milano dovranno essere risolte e quindi cercheranno in tutti i modi di intervenire. I senaghesi tutti devono avere la consapevolezza che la battaglia non sarà facile, è necessario rimanere uniti e decisi per difendere il proprio territorio, un patrimonio che deve garantire una giusta qualità della vita, soprattutto ai nostri figli e nipoti.

Le acque del fiume SEVESO detto anche FIUME NERO

ed ecco che entra in gioco il bisogno delle vasche di laminazione. Spunta il nome di Senago: tutti entusiasti, cancellati in un attimo 40 anni di responsabilità e di colpe rimpallate fra i comuni dove scorre il fiume responsabile. Addirittura trovati anche i soldi! 10 milioni di euro stanziati dalla Regione Lombardia lo scorso novembre. Giustamente la politica senaghese unita (maggioranza ed opposizione) ribadisce all’unanimità una mozione per

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Nota Politica

di Francesco Giacobbe

La capacità di amministrare... La scommessa che ci attende Mettendomi nei panni del cittadino e cercando di esprimere imparzialità ed obiettività devo ammettere che il Consiglio Comunale del 7 giugno scorso, con la presenza del pubblico delle grandi occasioni, ha purtroppo offerto ai presenti uno spettacolo indecoroso a cui molti avrebbero fatto volentieri a meno di assistere. Devo altresì rilevare di non ricordare uno spettacolo simile sin dagli anni 70 quando l’assemblea si svolgeva in Via Risorgimento nei locali oggi occupati dall’Associazione Erbamatta. Nell’inedita veste di commentatore, tento di descrivere la situazione a quanti, per vari motivi, non hanno assistito a quel Consiglio Comunale; per comprendere meglio l’atmosfera di quella serata dico solamente che l’insulto è stato il complimento più gentile registrato nel dibattito. Per quanto era successo sono tornato a casa amareggiato e rassegnato pensando che sarebbe stato inevitabile l’insediamento del Commissario al posto del Sindaco, per la prima volta nel Comune di Senago. Pertanto l’unico commento che mi permetto di fare è quello di constatare che sono saltati tutti gli schemi, le certezze e le modalità etiche e tecniche del modo di fare politica e quindi di rappresentare i cittadini con un ruolo

di responsabilità, derivante dalla carica elettiva. Quanto è successo va oltre i limiti della dialettica politica, sconfinando nella decenza che, Eugenio Montale, definiva una qualità della vita. Diceva un altro vecchio saggio che l’onestà non deriva dall’appartenenza ed una delle virtù dell’uomo è quella di riconoscere i propri errori. Fatta questa doverosa premessa, bisogna guardare avanti e quindi concordo accettando il nuovo e vedendo in positivo il cambiamento; pertanto saluto con favore, simpatia e speranza, la ricomposizione della maggioranza, voluta dai cittadini Senaghesi nelle ultime elezioni comunali del 2009. Un’approfondita analisi, pur personale, mi consente di fare qualche riflessione, che vuole avere come unica finalità, il superamento delle difficoltà finora incontrate ed il rilancio di una incisiva azione amministrativa che, obiettivamente, è stata poco efficace in questo primo anno di governo della nuova compagine. Rispetto dei ruoli, maggiore fiducia reciproca, ricerca di sintesi e collegialità, rimozione di scelte inopportune e superamento dei personalismi e dei tatticismi di gruppo, se perseguiti, consentiranno in futuro l’attuazione del programma che i cittadini hanno condiviso e votato.

L’auspicio di tutti è che finalmente si cominci a lavorare veramente per risolvere i problemi della città. C’è tanto da fare, occorrono scelte non più dilazionabili ed è indispensabile avere un governo locale stabile e coeso. Occorre che il Sindaco e gli Assessori siano sempre consapevoli, di non rappresentare solo le loro forze politiche di provenienza, ma l’intera comunità e pertanto va prestata la massima attenzione a tutte le istanze e vanno affrontate le criticità presenti in Senago cercando di risolverle. In tutte le sedi bisogna difendere la comunità ed il territorio e vanno garantiti e possibilmente potenziati i servizi: questo è il minimo che tutti si aspettano. Per l’esecutivo è quindi iniziata la prova di appello, dato che i Consiglieri Comunali, responsabilmente hanno riconfermato la fiducia alla giunta; dipenderà soprattutto da loro, che adesso sono i protagonisti di sè stessi e che, cercando di stare insieme, dovranno dimostrare a tutta la città, di avere le capacità per amministrare Senago, facendolo con i fatti e non con gli slogan elettorali. Questa è la scommessa che ci attende. Chi vivrà vedrà.

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EDITORIALE

a cura del Direttore Remo Malvestiti

Sognare una politica intesa come scienza della vita sociale Quando nel 2009 scrissi che Senago da bozzolo era diventato una meravigliosa “farfalla”, pensavo ad una nuova e giovane generazione politica-amministrativa slegata da lacci e laccioli che avrebbe portato un modo moderno, snello ed efficace nell’amministrare la nostra Città. Nei miei sogni, vedevo una grande primavera che proiettava freschi amministratori nella scienza della vita sociale cittadina. Persone pragmatiche, virtuose, che lavorassero per i cittadini come sanno fare nella loro famiglia e soprattutto utilizzassero le loro cariche per il bene comune. Capaci di seguire un’etica politica incentrata sul senso morale, basata sulla fiducia e sull’esempio di un comportamento personale, che sapessero controllare prima sè stessi e se criticati, in grado di affrontare il problema con una dialettica, sì incisiva, ma competente e diplomatica. Con una cultura politica capace di dialogare anche con chi è di parere diverso e non allontanando coloro che dissentono scelte ritenute dannose per il proprio paese. Attente alle esperienze politico-amministrative che altri hanno già vissuto, perché possono essere utili a comprendere cosa viene prima e cosa arriva dopo ogni azione. Consapevoli delle proprie responsabilità e che ricordassero sempre che la loro elezione non è solo frutto di un lavoro personale, ma grazie ad un’in-

tensa attività di un gruppo di persone che si sono dedicate pienamente ed al massimo per raggiungere una vittoria collettiva. Solidali fra loro nel prendere decisioni e di fronte alle difficoltà, capaci di ricercare le soluzioni all’interno della coalizione e non altrove. Purtroppo, fino ad oggi, così non è stato e la conseguenza è un primo anno di amministrazione comunale non certamente fra i migliori. Abbiamo assistito ad una politica della diffidenza e del sospetto: pur di prevalere ognuno sull’altro si è praticata una ricerca esasperata di strane maggioranze, sia all’interno che all’esterno della coalizione, si sono prese decisioni avventate e solo per il buon senso di alcuni Consiglieri Comunali, si è evitato il commissariamento del Comune. La cittadinanza ha parlato a lungo del ritiro e della restituzione delle deleghe, delle dimissioni di assessori, delle oscenità sentite in Consiglio Comunale e sulla durata di questa Amministrazione. Detto questo, l’ottimismo mi porta a vedere il bicchiere mezzo pieno e quindi voglio credere che questi giovani e nuovi della politica, dopo l’esperienza vissuta, possano ora far buon uso della seconda opportunità, dimostrando di saper rispettare la compagine con la quale si è sottoscritto un programma di coalizione.

Essi dovrebbero tener costantemente presente che non è facile stabilire le verità, perché ognuno di noi ha la propria, esiste però un equilibrio che va trovato attraverso una corretta trasparenza e lealtà, informando sempre la coalizione in modo comprensibile. Realizzare una giusta mediazione tra la politica e l’istituzione, questo indispensabile connubio eviterebbe di prendere decisioni che creano dissensi. Operare in modo da tendere una mano verso l’alto e una verso il basso, abbracciando tutti, poveri e ricchi, in maniera da realizzare una forte solidarietà sociale, tanto necessaria per migliorare sempre più la qualità della vita cittadina. Sognare un futuro solido costruito sulla realtà di oggi tenendo conto anche del passato, forse può essere ritenuto un’utopia, ma la mia cultura sociale mi porta a credere che i nostri amministratori abbiano le capacità per far sbocciare una nuova primavera a Senago.

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ISCRIVERSI ALLA JUVENTUS CLUB DOC DI SENAGO

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Il primo scopo della JUVENTUS CLUB DOC DI SENAGO è quello di aggregare il più possibile e col giusto spirito di partecipazione, tutti i tifosi bianconeri che vogliano vivere e condividere la vera passione per la Juventus, facendo sentire la propria presenza al seguito della vecchia Signora!!! Con la tessera del nostro club noi non intendiamo darvi un semplice cartoncino plastificato ed i vantaggi che questo indiscutibilmente offre, ma fra i nostri desideri c’è primo fra tutti quello di conoscervi e di farci conoscere per darci un’occasione in più di parlare di Juve, di divertirci insieme, di seguire la squadra allo stadio, in ritiro, agli allenamenti, negli spogliatoi poco prima di un grande match e far vivere a chi non può venire con noi quelle grandi emozioni, attraverso una foto. Inizia ufficialmente il tesseramento allo Juventus Club Senago per la stagione 2010/2011

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TESSERARSI SIGNIFICA: Avere la precedenza sull’acquisto dei biglietti di tutte le partite. Ricevere insieme alla tessera un prodotto ufficiale Juventus F.C. personalizzato dal Centro Coordinamento Juventus Club Doc di Torino, in edizione esclusiva e limitata. Avere la possibilità di assistere agli allenamenti della Juventus, a seguito di richiesta inoltrata con adeguato anticipo al nostro Club. Avere uno sconto che varia dal 5 al 10% su tutti i prodotti ufficiali Juventus F.C. esibendo la tessera del club. Avere la possibilità di partecipare ai Walk About in cui i tesserati hanno l’opportunità di visitare l’Olimpico di Torino e vedere i propri idoli mentre raggiungono gli spogliatoi prima della partita. Il Costo della Tessera al Juventus Club Senago è di: Adulti 20 euro – da 0 ai 12 anni 12 euro (Tessera Jc Senago).

WALK ABOUT Chi non ha mai immaginato, almeno una volta nella vita, di varcare il tunnel che collega gli spogliatoi ad un campo di gioco circondato da spalti gremiti di migliaia di tifosi? E chi, in una classica “scapoli-ammogliati”, dopo un gol alla Maradona o dopo una rovesciata plastica alla Parola, non ha per un istante sognato di spiegare il suo gesto tecnico in un’intervista concessa di fronte a telecamere accese ed a taccuini spiegati? E che dire della possibilità di avvicinare e, perché no, richiedere autografi e fotografie agli idoli della domenica, bianconeri e non? Con il Walk Abount, organizzato dal Centro Coordinamento Juventus Club DOC, tutto questo è possibile, grazie ad una visita guidata di una sessantina di minuti che, oltre alle emozioni descritte, permette anche di accedere alla tribuna stampa, all’area VIP ed agli spogliatoi dell’Olimpico di Torino. Non avete mai avuto occasione di vedere i nostri beniamini prima dell’inizio della partita? Con il Walk About è possibile questo ed altro.

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2009-2010 come è andata… Si è conclusa la stagione calcistica 2009-2010 , che nonostante i modesti risultati conseguiti dalla nostra amata Juve, ha segnato una costante crescita del nostro club. La stagione era cominciata con la sottoscrizione di 30 abbonamenti Stadio per assistere alle partite casalinghe, record per il nostro club. Quando ancora si era in clima vacanziero alcuni di noi sono andati a Roma per assistere alla vittoria contro i giallorossi. Poche settimane dopo, il 30 settembre, ripartiva il tour europeo del club con destinazione Monaco di Baviera. In 16 a gustarsi la partita contro il Bayer Monaco ed ancor di più la birra dell’Oktoberfest. La settimana successiva, l’evento più importante della storia del club, la prima festa Bianconera da noi organizzata nella splendida cornice della Villa San Carlo Borromeo con la partecipazione di Diego, Mariella Scirea (presidente onorario club Doc), il direttivo del centro di coordinamento e Juventus

Ingresso al Craven Cottage; statua in onore di Johnny Haynes, campione del passato del Fulham.

Channel a riprendere la splendida serata. La stagione continua con la nostra costante presenza a tutte le partite casalinghe della Juventus in campionato ed in Champions League fino alla trasferta di Bordeaux. Partiamo in auto, alla volta dello splendido capoluogo dell’Aquitania per un viaggio di oltre 1100 Km. La Partita non ci offre grandi emozioni ma lo splendore della città attraversata dalla Garonna ed il vino noto in tutto il mondo allietano la delusione del post partita. Il viaggio di ritorno con tappa a Carcassonne chiude una tre giorni piacevolissima. Agli inizi di Novembre la Juventus ci conferma l’attestato di Club Doc, con 172 iscritti ed il riconoscimento della prima sezione del nostro club denominata “JC San Siro A. Del Piero”. Prima di Natale organizziamo una cena presso la nostra sede insieme agli amici dei Club di Saronno, Cermenate e Valle d’Intelvi, per cementare ancor di più la nostra amicizia e scambiarci auguri e regali. L’inizio del 2010 ci vede ospiti della

festa del club di Valle D’Intelvi, per festeggiare il loro ingresso ufficiale nell’universo dei club Doc. La stagione prosegue con la nostra presenza costante all’Olimpico di Torino. Con la ripresa della stagione europea riprende il nostro peregrinare per l’Europa; il 18 Marzo partiamo alla volta di Londra sponda Fulham per assistere alla partita nel magnifico Craven Cottage, storico stadio inglese con gli originali ed originari seggiolini ancora in legno. La sconfitta mette fine alle gite oltre confine ma la nostra passione ci porta comunque a Torino per le restanti partite della stagione. Archiviata la stagione, siamo pronti a ripartire per una nuova avventura con la stessa voglia e lo stesso entusiasmo che ci animano sin dall’inizio. A tutti coloro che vorranno sottoscrivere l’abbonamento stadio o vorranno acquistare singoli biglietti per le partite ricordiamo che da quest’anno sarà obbligatorio sottoscrivere la tessera del tifoso per assistere alle partite per cui l’osservatorio delle manifestazioni sportive predisporrà delle limitazione relative alla vendita dei tagliandi sia in casa che in trasferta. Mi auguro che altri vorranno unirsi a noi e con noi condividere la passione per la Juventus. Vi aspettiamo tutte le settimane presso la nostra sede per trascorrere insieme qualche ora chiacchierando di Calcio e della sua Signora.

VI RIPORTO INFINE L’ORGANIGRAMMA DEL NOSTRO CLUB

Alessio Fontana Maurizio Volpi Mauro Natalini Ivan Maestrini Luca Palmese Andrea Zoboli Emiliano Granato Adriano Manzotti Ionit Prearo

Presidente Vice presidente Consigliere e cassiere Consigliere e responsabile tesseramento Consigliere e fotografo da trasferta Consigliere Consigliere Responsabile organizzazione eventi, sponsor e rapporti con la Juventus Responsabile organizzazione eventi

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L’hobby del modellismo

Corazza Avelino

Un’artista del modellismo navale

È

ormai nostra tradizione ricercare persone di Senago con l’hobby del modellismo: in questo numero abbiamo incontrato Avelino Corazza, appassionato di navi e delle grandi avventure dell’uomo sui mari. Ci riceve nella sua abitazione e ci porta nel suo laboratorio dove tiene dei bellissimi modelli di navi antiche. Chi è Avelino Corazza: nato nel 1938 a Caorle (VE), dopo la leva militare, nel ’61 si sposa e viene ad abitare a Senago dove già si era trasferita la sua famiglia.

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Qui inizia a lavorare nel campo edile e poi in quello metalmeccanico. Nel ’69 viene assunto dal comune di Senago come conduttore di caldaie. Con il passare del tempo la sua dedizione e capacita nell’organizzare il lavoro lo mette in evidenza fino a guadagnarsi il posto di capo operaio ben voluto da tutti i suoi collaboratori. Nel 1994 raggiunge l’età della pensione, ma da instancabile lavoratore non poteva rimanere con le mani in mano e così all’inizio aiutava tutti coloro che lo chiamavano, ma gli rimaneva ancora del tempo… e per impegnarlo inizia a leggere opuscoli che trattano della costruzione di navi in miniatura. Sboccia così la passione per il modellismo navale, un hobby che lo porta ad essere impegnato ancora oggi. Avelino è molto orgoglioso delle sue opere, nel vederlo con quanta tenerezza spostava le navi per le fotografie, si capisce con quanto amore e trasporto passa le ore per costruire i suoi modellini. Nave a vela del XVIII secolo


Insegnanti impegnati a far conoscere ai giovani studenti la storia locale ed il mondo del lavoro

Gli studenti delle medie di via Monza guide e musicisti Il 25 aprile scorso, nell’ambito della rassegna organizzata dal “Polo Culturale” le professoresse Margherita Parolini e Neyla Annoscia, insegnanti di Arte-Immagine e di Lettere, hanno realizzato un progetto che ha visto gli studenti di 2ªE della scuola di via Monza, fare da guida a gruppi di 15/20 persone alla volta, nella visita del quartiere di Traversagna ed in particolare alla Chiesetta. Gli studenti raccontavano ai turisti che un tempo il piccolo borgo era popolato da contadini i quali, da antica consuetudine, avevano l’obbligo di versare annualmente, a titolo di primizia, “dieci mogge di mistura” al rettore pro tempore della chiesa locale per il mantenimento della piccola cappella intitolata a San Bernardino di Siena che serviva loro come luogo di culto. Visita alla piccola cappella La splendida cappella risale al 1458, come ricordato dalla lapide posta in facciata e ornata da due stemmi. È piccola ma discretamente conservata, non ci sono né la sacrestia né la casa del prete, la campanella è sorretta da due pilastri, si celebra solo nella festa patronale. La facciata tipicamente lombarda è in mattoni, mentre nel suo interno vi è un’abside affrescata e dorata, decorazioni a rosoni con motivi geometrizzati e quadrature settecentesche sulla volta della navata.

Gli studenti della 2° E della scuola media di via Monza, impegnati a far da guida alle persone che hanno visitato il santuario.

Presenta, oltre alla struttura, due elementi di età tardogotica al suo interno: una piccola acquasantiera in marmo, incastonata nella parete laterale destra, un tabernacolo in marmo, con motivo ad edicola con arco a sesto acuto tribolato, ornato da pinnacoli, murato tra l’abside e la parete laterale destra. Pur essendo documentate pitture antecedenti al 1573, quelle attuali nell’abside risalgono al 1700.

21 Cappella di Traversagna, Jacopo Rizzi impegnato nel concerto di violino per la delizia dei presenti.

Senago aprile 2010 - Cappella di Traversagna

La cappella è stata visitata dal Cardinale Carlo Borromeo nel 1573 in occasione della visita pastorale. All’interno della cappella i visitatori, oltre che ammirare le bellezze dell’arte, hanno potuto assistere alla bellissima esibizione dello studente di 3ªH Jacopo Rizzi, che con le note del suo violino ha reso veramente deliziosa la visita ai gioielli che raccontano la storia di Senago.

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VOLONTARIATO CATTOLICO SENAGHESE

Gruppo terza età della Comunità Pastorale S. Paolo Apostolo di Senago-Castelletto Domenica 13 giugno in Villa Monzini si è svolta la prima festa della solidarietà, lo scopo della manifestazione è creare un’occasione d’incontro fra le persone impegnate nel sociale, nell’ambiente nella sanità e nella conoscenza delle culture differenti. La bella iniziativa ha visto piccoli stand esporre tulle quelle attività di volontariato che le associazioni svolgono. La Redazione ha dato spazio al gruppo della terza età di Castelletto, donne che dedicano il proprio tempo libero al ricamo di biancheria, centri tavola, sotto vasi, scialli variopinti fatti ad uncinetto, grembiulini ed abiti per bambole ecc.., realizzati con stoffe regalate dai cittadini. I lavori vengono esposti l’8 dicembre, periodo natalizio, nella sala della Comunità Pastorale Santa Rita e le persone interessate ai capolavori, possono richiederle facendo una mo-

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assistenza

desta offerta. Il ricavato viene devoluto interamente a beneficio per le necessità della comunità pastorale per aiutare i più bisognosi. Alle signore del gruppo della Terza Età. Care signore, è meraviglioso vedere persone come voi, pur con i capelli argentei, impegnate nel sociale. E’ incantevole costatare la vostra vitalità e fantasia, librarsi nell’aria come gli agili gabbiani sulla perfetta onda oceanica della vita. E’ splendente vedervi dietro ad un tavolo con esposti i vostri capolavori, realizzati con ore e ore di lavoro, in at-

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tesa che qualcuno si fermi, li ammiri e li prenda lasciando un piccolo contributo, non per voi, ma per i più bisognosi. Chissà quante volte lasciate alle spalle i vostri acciacchi e i vostri dolci o tristi ricordi per continuare nell’opera sociale che avete intrapreso tanti anni fa, un lavoro questo che fa onore al vostro grande impegno e amicizia, alla vostra grande voglia di donare a tutti amore, gioia e felicità. Remo Malvestiti

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Uomini del mondo sociale e politico che hanno contribuito a far crescere Senago

Elia Martin

Presidente della 16ª Brigata del Popolo Un altro personaggio storico senaghese se ne va, i ragazzi delle scuole lo ricorderanno sempre, sentiranno nei loro cuori le parole con le quali esprimeva i valori del sacrificio, della responsabilità sociale, della resistenza, della memoria e soprattutto della libertà conquistata con grande abnegazione. Martin amava parlare con i giovani, perché era convinto che raccontare le vicende della guerra e della liberazione, avrebbe sensibilizzato i giovani affinchè quegli orrori non si fossero mai più ripetuti, perché il futuro è assicurato solamente mantenendo la pace.

Il presidente della 16ª Brigata del Popolo, Elia Martin e i ragazzi Senaghesi a Sant’Anna di Stazzema.

La sua voglia di pace e serenità, lo vedeva impegnato in prima persona come presidente nelle varie associazioni: 16° Brigata del Popolo - Coro Alpino Lombardo - Compagnia teatrale i Disurdinà. Organizzava inoltre gite e pellegrinaggi sui luoghi delle stragi nazi-fasciste.

Un uomo forte e coraggioso che ha saputo dare tanto nel nome della speranza di un mondo migliore, una vita piena di solidarietà, amicizia con tutti e tanto altruismo. Grazie Elia per tutto quanto hai fatto, Senago non ti dimenticherà mai.

UN PICCOLO RIPOSO PER LE LABORIOSE API? Capita sempre più spesso di ritrovare sciami d’api in città: è un fenomeno non ancora ben chiarito. Come le api (vedi foto) che a migliaia si sono posate su un muro di un’abitazione senaghese la scorsa primavera. Nel primo pomeriggio infatti, volavano tra i fiorellini degli alberi di tiglio e poi si sono sistemate su questa parete rivolta a sud, in modo da formare tre strati di api: il primo strato stava saldamente aggrappato al muro, mentre l’ultimo si muoveva sbattendo appena le ali senza produrre alcun ronzio. Se ne sono calcolate oltre 7000. Poi, dopo poco tempo, all’unisono, si sono alzate tutte in volo formando una piccola nuvola col classico ronzio (anzi, le api bombiscono, questo è il loro verso) e si sono allontanate lentamente in aria. Sulla parete non hanno lasciato alcuna macchia o traccia della loro recente presenza. È importante ricordare che le api sono importantissime per il ciclo naturale, per cui non vanno assolutamente disturbate, infastidite o, peggio, uccise. Tuttavia spesso si posano in luoghi particolari per cui si rende necessario allontanarle. Mai utilizzare i sistemi fai-da-te, ma interpellare i Vigili del Fuoco, l’ASL o un apicoltore esperto.

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SOS

Araldo SENAGHESE

IL “SALOTTO” DI SENAGO Noi abitanti della piazza Matteotti vogliamo dormire! Questo è stato l’appello di un signore che mi faceva osservare il rumore assordante che le mattonelle sconnesse della pavimentazione, provocano ad ogni passaggio di macchina. Certo è che il problema non si risolve con dei rattoppi in catrame, ma con un intervento radicale.

VIA S. CARLO Questa via è veramente una vergogna, sono anni che si fa presente ai sindaci che si alternano a Palazzo che i marciapiedi sono un obbrobrio. Una signora che da anni abita nella via, mi ha fatto osservare la pericolosità di questi marciapiedi, dalle buche all’erba alta che nasconde sporcizia ed insetti, ribadisce: “Pensavo che questa amministrazione facesse qualcosa in più dell’altra... che delusione!!!”.

VILLA SIOLI

NOVITÀ AL SENSO UNICO DI VIA PASCOLI

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E’ stata riaperta alla circolazione in entrambi i sensi di marcia, la parte finale di via Pascoli. Grande soddisfazione per i senaghesi ivi residenti, poiché era dal marzo 2007 che per rincasare, erano obbligati a transitare nella zona centrale di Senaghino. Ora disporranno di un’altra scelta percorrendo la via Togliatti. Certo però che il problema dei rottami a ridosso del cimitero rimane!

Da villa di delizia a regno del degrado, questo titolo era stampato a caratteri cubitali su un settimanale locale. E’ vero che i vandali non mancano mai, ma è pur vero che per la sicurezza e l’igiene dei cittadini il parco va tenuto sotto controllo e pulito. Mancano i soldi! Allora il Sindaco F. Rossetti ed alcuni dipendenti comunali si trasformano in operatori ecologici e a titolo gratuito spazzano la villa. Gesto apprezzabile, ma basterà per rendere il parco più vivibile?

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Consigli per la Sposa

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te: usate un colore unico, che sia quello da voi scelto per tutto il matrimonio; se il ristorante non ha il particolare lilla o verde o bordò da voi scelto orientatevi sul tradizionale bianco, evitate per favore venti tonalità diverse di colore. E in questi periodi di crisi, evitate i tanti chili di riso sprecati, usate invece per farvi fare gli auguri, magari dei petali di fiori, che la vostra amica del cuore o il fiorista stesso, vi confezionerà in simpatici cartocci, oppure fatevi furbe, vendono scatolette di petali colorati, realizzati in seta, a poco prezzo, una spruzzata di essenza di rose ed il gioco è fatto.

Foto: Alter Ego Studio

Tutte le spose sono bellissime, tutti i matrimoni sono belli... Bugie, non è assolutamente vero! Tutte le spose sono bellissime: prima di tutto bisogna distinguere le spose prefabbricate, come le chiamo io, da quelle che hanno osato, rischiato e quindi si sono lasciate consigliare e si sono fatte fare l’abito appositamente per loro. Le prime, non perdiamo nemmeno tempo a descriverle, sono quelle che entrano in un negozio, con le foto dell’abito, chiedono la marca, lo indossano, se lo fanno raffazzonare ed escono felici con il loro abito prefatto e senza emozioni. Le seconde (e sono le mie spose preferite) quelle che ti spiegano il tipo di cerimonia che vogliono fare, lo stile della chiesa e del ristorante, il loro colore preferito, il loro fiore preferito. Poi da lì nasce tutto, si studia la figura della persona che dovrà indossare l’abito, se al viso risalta al meglio un avorio particolare, oppure un bianco, se è aggraziata e quindi avrà un abito con strascico, o spigliata e sportiva e quindi abito senza coda. Tutti questi particolari, con i consigli ed i suggerimenti della persona giusta, fanno sì che la sposa sia davvero bellissima e soprattutto danno una soddisfazione sia a chi indosserà l’abito, sia a chi lo ha creato e realizzato. Tutti i matrimoni sono bellissimi... AIUTO! Non è assolutamente così: ragazze ricordatevi sempre che come per gli abiti anche i matrimoni, togliete, eliminate, non aggiungete troppe cose che non fanno un matrimonio bellissimo, ma pacchiano. Questo vale per i fiori: faranno più effetto pochi fiori magari profumati e di un colore particolare, si noteranno di più in chiesa e si ricorderanno molto di più che tutti i veli, organze, cascate di fiori vasi, vasini, vasetti alle panche... Tovaglie e tovagliette per il ristoran-

Abito Beretta

Vogliamo parlare delle auto della sposa??? Per cortesia, macchine che non riescono nemmeno a girare nei cortili di casa! O sulle strade, metri e metri di Limousine, che costano una fortuna ma che non servono a nulla... vorrei ricordarvi che le principesse si sposano sì in Rolls

a cura di Luigi Beretta

Luigi Beretta

Roice, ma che la loro, non è a noleggio... Dopo questi consigli, vorrei parlarvi delle nuove tendenze sposa, come sempre si sono aperte a giugno le porte della fiera sposi, la più importante è quella che detta le regole moda delle spose della prossima stagione: benissimo, innanzi tutto pare che ci sia un ritorno all’abito colorato, di foggia tradizionale, ma con accenni di colore o addirittura tutto colorato, via il solito avorio piatto, si passa al bianco o alle tinte champagne e per un tutto colore, ci si avventerà sulle tonalità dell’azzurro. Altra grande novità sono banditi i tessuti sintetici, solo ed esclusivamente seta, stampata e colorata, bianca, ma basta sintetici tessuti lucidi... Quindi quantomeno se acquisterete un abito già pronto, cercate di non farvi convincere: se lucido è sintetico, non esiste organza brillante sotto sole che sia seta, come il tullee e come il raso... I volumi degli abiti si rimpiccioliscono, le forme cambiano ed a poco a poco si va verso uno stile anni venti trenta, tranne quelle tre aziende che insistono con corsetti e tulli fiori. TORNANDO A NOI carissime spose della prossima stagione, VI CONSIGLIO: semplicità nelle forme e nei colori, preziosità nei materiali, rigore nelle linee degli abiti e... tanta gioia nel cuore...! Meditate spose meditate...

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Errore fatale: quel 28 aprile 1945… È la storia di Pietro Calistri, soldato che ebbe a che fare con Senago durante la 2° Guerra Mondiale. Veronese d’adozione, a 22 anni divenne pilota militare di caccia. Fece subito carriera nell’Aeronautica: combattè nel 1937 in Spagna meritandosi la promozione a tenente; scoppiata la guerra comandò la squadriglia di caccia nel Mediterraneo ed in nord Africa guadagnando 2 medaglie d’argento e la croce al merito; promosso capitano del 54° Stormo Caccia, fu decorato con la medaglia di bronzo. Cosa succedeva intanto a Senago? I tedeschi occupavano tutte le ville signorili, in particolare la villa Borromeo che trasformarono nel loro quartier generale. Una specie di fortino presidiato da più di 100 tedeschi della Luftwaffe, servizio antiaereo.

rimanere con Mussolini e la nascente RSI (Repubblica Sociale Italiana), oppure…? Non era certo facile decidere in quel periodo di sbando. Pietro Calistri decise per la RSI e si unì all’Aeronautica Repubblicana. In villa Borromeo si assisteva intanto al cambio della guardia: l’esercito italiano della Repubblica Sociale e le milizie tedesche della Wermacht subentrarono alla Luftwaffe: qui i militari italiani componevano la squadra di avvistamento comandata dal maggiore Francesco Mariani. I piloti italiani rimasti fedeli a Mussolini si occupavano della difesa delle città del nord Italia, escludendo così l’ipotesi di andare al sud Italia con la prospettiva di combattere contro i colleghi dell’Aeronautica Italiana.

Senago-via De Gasperi, Casermetta “Maruska”

Calistri per motivi di salute, lasciò la sua Squadriglia e venne infine destinato a Senago come Controllore Guida-Caccia, alla postazione radar “Maruska” dell’Artiglieria Contraerea di Senago: siamo nel 1944. Cos’era e dov’era la postazione radar? Soprannominata la “Casermetta” si trovava in via De Gasperi non lontano da Traversagna ed aveva la funzione di localizzare i bombardieri anglo-americani che, di notte, si portavano su Milano per bombardarla. È visibile ancora oggi seppur trasformata in abitazione civile. La guerra stava ormai per finire ed i tedeschi, sconfitti e pressati dall’arrivo degli americani, volevano tornare a casa il più rapidamente possibile: 26 aprile 1945, i partigiani senaghesi occuparono la villa Borromeo e controllarono che l’uscita dei tedeschi non provocasse disordini… Senago è libera! Anche la casermetta “Maruska” Agosto 1942, battaglia aerea sui cieli dell’Africa venne abbandonata, ma per sisettentrionale. Illustrazione di Iain Wyllie. curezza i tedeschi distrussero

Il fatidico 3 settembre 1943, quando l’Italia lasciò i tedeschi per allearsi con gli americani, improvvisamente regnò il caos. In particolare a Senago, i tedeschi qui presenti divennero in un sol colpo pericolosi nemici. E per i nostri soldati al fronte la situazione si fece ancor più confusa: che fare? Combattere a fianco degli americani, darsi alla renitenza, unirsi ai partigiani per la liberazione,

Il Pilota Pietro Calistri tutta la strumentazione radar. Pietro Calistri desiderava raggiungere la sua famiglia che non vedeva dopo 5 anni di guerra e si aggregò ad altre formazioni tedesche che via via lasciavano il nord Italia. Alla fine si unì con l’autocolonna in fuga formata dalle armate tedesche comandate dal tenente Hans Fallmeyer; da Mussolini ed i fascisti; e dalle SS del tenente Fritz Birzer. Tutto questo grande gruppo, fu intercettato dai partigiani nei due posti di blocco presso Dongo sulla riva occidentale del Lago di Como. Per ottenere il lasciapassare, i tedeschi abbandonarono i fascisti ai partigiani (“Sono responsabile della mia gente!” urlava Fallmeyer). Fra gli italiani arrestati furono scelti i gerarchi fascisti per essere fucilati: un gruppo venne fucilato presso il municipio di Dongo, mentre un altro sul lungolago. In quest’ultimo gruppo venne scelto anche il giovane pilota Calistri che fu erroneamente scambiato per Vittorio Pallottelli pilota personale del Duce: “Sono un soldato italiano!”. Nessuno gli credette, ma anche quando fu chiarito che Pallottelli era stato individuato altrove, Pietro Calistri venne ucciso lo stesso assieme ai gerarchi: era il 28 aprile 1945. I corpi degli uccisi (compreso Mussolini) furono poi caricati su di un camion diretto a Milano, piazzale Loreto e lasciati alla mercé della folla. La madre di Calistri riuscì a recuperare la salma del figlio, riconosciuta solo molto tempo dopo. Da allora riposa a S. Martino del Cimino, nel viterbese, luogo d’origine della famiglia, lasciando 2 figli d’età inferiore ai 5 anni. Nel dopoguerra la morte di Pietro Calistri venne riconosciuta dipendente da causa di servizio di guerra, mentre la sua fucilazione diede inizio a numerose polemiche negli anni a seguire. Matteo Colombo

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La pratica delle arti marziali, nel tempo consente ai praticanti di raggiungere un elevato benessere psicofisico sviluppando: forza, resistenza, elasticità muscolare, rapidità e coordinazione. Per i giovani un’adeguata educazione sportiva, oggi è assolutamente necessaria per la formazione. Con una preparazione graduale ma costante, i ragazzi prendono più consapevolezza delle loro potenzialità ma anche dei loro limiti, acquisendo nel tempo più sicurezza e automaticamente più stima di sè stessi. Non è necessario che raggiungano livelli strepitosi, poichè con la pratica costante questo arriverà a tutti i praticanti sempre se si alleneranno con impegno e “vorranno” raggiungere questi obiettivi. A Paderno Dugnano presso il centro IN ACTION, il M. De Nucci Alberto insegna questa disciplina da oltre 30 anni a bambini, ragazzi ed adulti; molti allievi hanno raggiunto ottimi livelli sia agonistici che tecnici. Il M. De Nucci vi aspetta nella sua palestra e vi offre UNA SETTIMANA INTERA DI PROVA GRATUITA per qualsiasi attività dove potrete valutare così la grande proBuon allenamento a tutti i lettori! fessionalità di tutto lo STAFF IN ACTION!!


Dedicato ai “Giovani del sabato sera”: MORIRE PER ALCOL! «Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, cosa che ho fatto bevendo solo una Sprite. Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana e il tuo consiglio è stato giusto. Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava...! Ora sono qui sdraiata sull’asfalto e sento un poliziotto che dice: “Il ragazzo che ha provocato l’incidente era ubriaco”. Mamma, la tua voce sembra così­ lontana! Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono: “Questa ragazza non ce la farà”.

Lettera al Direttore Sabina Verdi i tuoi occhi, stille d’anima flessa al vento dentro. Dimmi di quale luna sfiori il mare, e quale spiaggia conosce il tuo segreto. Mi hai insegnato il coraggio, e non dimentico il tuo dono: verità. Loris

Sono certa che il ragazzo alla guida dell’altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità . Alla fine lui ha deciso di bere e io adesso devo morire... Perchè le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Mamma ho tanto dolore, è come se mi pugnalasse un centinaio di coltelli contemporaneamente.

Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma; dì a papà di essere forte. Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare... Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva... La mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura. Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata... Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente. Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene e... addio». Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all’incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole e il giornalista scriveva... scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. Un appello che abbiamo ritenuto utile pubblicare per far capire ai giovani che mettersi alla guida in preda all’alcol, oltre a mettere la propria vita in pericolo si toglie anche quella degli altri. La Redazione

(per ragioni di privacy, il testo viene solo parzialmente pubblicato escludendo i nominativi)

Caro signor Remo Malvestiti, sono un padre di famiglia divorziato, un po’ all’antica, ma onesto lavoratore e con interessi culturali, nonostante i pochi studi. Ho letto sulla Sua Rivista che quest’autunno alla Biblioteca di Senago si terrà una rassegna di poesia. […]. So che questa lettera la lascerà sgomento e perplesso, ma io credo che la verità vada sempre detta, perché senza questa, le persone non si conoscono per quello che sono. Io ho messo anni per “recuperare” mio figlio e ci sono riuscito grazie ad una giovane donna di Senago, laureata in lettere dalla quale l’avevo mandato a ripetizione e che, ironia della sorte, scrive anche lei poesie. Credo avrà capito che si ratta di Sabina Pollet. Devo molto a questa persona, che con discrezione e sensibilità mi

ha aiutato. Credo sia arrivato il momento di contraccambiare, inviando alla Sua Rivista questa poesia che ho scritto per lei e che da anni tengo nel cassetto. Inoltre le dico che mi piacerebbe, un giorno, ascoltarla mentre legge le sue poesie, qui a Senago, perché è in questo paese, che la gente deve ancora imparare a conoscerla. […] Al di là della poesia, mi voglio soffermare sull’umanità di questa donna, che è sempre pronta ad aiutare gli altri, dialogando, a difendere i propri ideali con sincerità. […] RingraziandoLa per l’attenzione, Le auguro buon lavoro e Le invio la poesia per Sabina, sperando possa pubblicarla come regalo. Loris

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a cura di Matteo Colombo DIALETTO MILANESE

Favole… alla Milanese

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Cesarìn e Giuanìn

Cesarino e Giovannino

Cesarìn a l’è él pü sé brau dé la clas, la maèstra la prèmia con una medàia al mèrit. Giuanìn a l’è él so visìn dé banc, ma l’è minga brau in aritmética, él stüdia no la gramàtica e quant él scrif él fa un sac dé sbali. Giuanìn a l’è propi invidiùs dé Cesarìn, perché lü él g’ha sémper él prèmi: él vurarìa anca lü avèg la medàia sensa fa fadìga. Anche él dì prima la maèstra l’avéva premià él so cumpàgn. Giuanìn l’era diventà talmènt invidiùs, che l’ha ciapà un gessèt e l’ha disegnà su’l pavimént de’l curtìl dé la scòla un brüt fiö: él gh’avéva i dént lung, i urècc a svéntula e i cavéi dris cume un indiàn. In bas él g’ha scrivü: “Cesarìn a l’è un sghubùn e antipàttic” scrit con l’ “H” e dò “T”! Nisün l’avéva vist perché l’era scür e i fiö hin andà a cà. Sòta i cuèrt de’l so lèt, Giuanìn èl rid él pénsa: “Dumàn matìna i mé cumpàgn vedràn él disègn e ciaparàn in gir Cesarìn!”. In chéla manéra chi, Giuanìn él sé divertirà e sfugherà la so ràbia. Ma a mesanòt s’è mis a piöf. La venìva giò a diròt e g’ha lavà i técc, i cà e i curtìl. Anca él brüt disègn dé gès cun scrit i ufés, hin andà via… Giuanìn a l’è rimàst mal e la matìna dopo l’ha vist un’altra medàia d’or che la brilàva puntada su’l pèt dé Cesarìn! (Libera traduzione di Alfredo Colombo)

Cesarino è il più bravo della classe e la maestra lo fregia con una medaglia al merito. Giovannino è il suo vicino di banco, eppure non è affatto bravo in matematica, non studia la grammatica così quando scrive fa un’infinità di errori. Giovannino è roso dall’invidia nei confronti di Cesarino dato che lui ottiene sempre il premio: anche lui vorrebbe conquistare la medaglia senza però faticare. Anche il giorno appresso la maestra aveva decorato il suo compagno. Giovannino in un accesso d’ira, munito di gessetto ha disegnato sul pavimento del cortile scolastico, un orrendo bambino: aveva i denti lunghi, le orecchie a sventola ed i capelli dritti come un indiano. In basso ha scritto: “Cesarino è uno sghobbone e antipattico” scritto con l’ “H” e due “T”! Nessuno l’aveva notato dato che era buio ed i bimbi già rincasati. Sotto le coperte del suo letto, Giovannino sghignazza e fantastica: “Domattina i miei compagni vedranno il disegno e si burleranno di Cesarino!”. Con questo sistema Giovannino se la spasserà sfogando la sua ira. Ma a mezzanotte si è messo a piovere. Veniva giù forte lavando i tetti, le case ed i cortili. Anche lo scarabocchio di gesso con le scritte offensive, sono andati via… Giovannino è rimasto male e la mattina seguente ha visto l’ennesima medaglia doro che brillava sul petto di Cesarino! (Da una favola di S. Bitossi)

L

a scuola elementare “Caduti e Dispersi” in via Repubblica, è stata costruita nel 1916 al costo di 65.500 Lire ed ampliata nel 1933. Nel 1943, durante la 2° Guerra Mondiale vennero accolti nelle sue aule ed assistiti dalle suore, alcuni sfollati milanesi, coloro cioè che erano sopravissuti ai bombardamenti, ma avevano perso tutto. A scuola i bambini, durante l’intervallo così come nei loro cortili o cascine, giocavano tutti assieme. Se ci fosse stato il bisogno di interrompere il gioco, ba-

stava urlare: “ A r i m ò rta!” e per ricominciare “Arivìva!”. Q u e s t o modo di dire è antichissimo e risale addirittura al tempo degli antichi Romani, quando conquistarono il milanese. Infatti i Romani quando giocavano ad Alea (i Dadi), per interrompere la partita urlavano in latino: “Alea mortua!”;

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mentre per riprendere: “Alea viva!”. Nel tempo si è quindi trasformato nel milanese “Arimòrta!” ed “Arivìva!”. Più recentemente, pochi decenni fa, qui da noi i bambini usavano ancora dire: “Àrimo! - e poi - Arivìvis!”. È incredibile come questo detto abbia attraversato indenne i millenni. Ed oggi? Cosa gridano i bambini di oggi per interrompere i loro giochi? Risponde un bimbo: “Noi non urliamo, basta ‘Cliccare su Pausa’ e dopo ‘far Click su Continua’”. Ecco come gli antichi Romani sono stati definitivamente sconfitti.

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STORIA DI senagO

a cura di Matteo Colombo

caporedattore de

Fulmini, grandine & cataclismi vari… Nel passato l’unico rimedio contro i temporali era quello di suonare intensamente le campane della chiesa, perchè si sperava che le onde sonore emesse potessero smembrare le nuvole (funzionava?). Il 14 maggio 1787 un fulmine s’infilò nella chiesa della vicina Cassina Amata frantumando l’altare di marmo, arrecando poi gravi danni alle strutture portanti, all’orologio ed al tetto. Il parafulmine fu inventato nel 1752, ma il primo installato a Senago fu solo nel 1838 nella chiesa di Senaghino. Le saette rimangono però imprevedibili come avvenne nell’estate del 2003, quando un fulmine cadde sull’orologio del campanile della Chiesa Parrocchiale di Senago danneggiandolo. I temporali hanno distrutto diversi grandi alberi senaghesi, ma nel 2008 ucciso addirittura una persona. Gli anziani senaghesi dicevano che il più pericoloso fra i temporali era senza dubbio quello che “proviene da Rho”. È questo tipo di temporale particolarmente violento e, se viene a scaricarsi proprio su Senago, sono garantiti i danni. Si chiama “da Rho” perché in realtà proviene da circa sud-ovest, dalla Liguria. Fortunatamente è piuttosto raro poiché solitamente, da noi le perturbazioni a carattere temporalesco provengono dai quadranti settentrionali ed orientali. Nel 1855 arrivò una tromba d’aria ben descritta e studiata dagli esperti dell’epoca. La mattina del 9 luglio l’aria risultava calma e velata dal vapore. Dalle Alpi nord-occidentali, si formarono 4 diverse nuvole scure che scesero dai monti incontrandosi ed unendosi sui cieli del varesotto. Nel primo pomeriggio questa grande nuvola buia e disordinata, attraversò l’alta pianura

Danneggiati i tetti di tutte le abitazioni e cascine. Il frastuono di quella grandine durò un quarto d’ora e fra Castelletto e Palazzolo una ventina di persone con alcuFoto Sioli G. ni animali rimasero feriti. Oltre la Comasina la nuvola si abbassò a terra ed il vento spirava così forte da impedire la respirazione. Alle case accanto alla Chiesa di Cascina Amata, Effetti di una grandinata a Senaghino, pochi decenni fa si ruppero tutte le Dal Monte Resegone ricevette altre finestre, ma stranamente i frammenti due nuove perturbazioni che si aggiun- finirono tutti in strada anziché all’intersero all’originaria; l’ammasso aveva un no delle case. Il passaggio del turbine comportamento dinamico disordinato: lasciò poi una fitta nebbia lungo tutto si compattava, poi si spaccava e respin- il suo percorso. Altro pericolo estivo: geva, si avvolgeva vorticosamente so- la siccità, che cosa potevano fare i sepra sé fra i lampi, si bloccava come di naghesi del passato? Si affidavano alla fronte ad un ostacolo invisibile, scende- Misericordia Divina. Solitamente l’aridiva vicinissimo a terra. In pieno pomerig- tà si manifestava a luglio ed il popolo gio la tromba d’aria piombò a Limbiate partendo dalla Chiesa di san Bernare Senago: in un’oscurità quasi notturna do, compiva una sorta di pellegrile saette cadevano in numero eccezio- naggio recitando litanie. Saliva verso nale senza sosta, accompagnate da un via Piave e, sempre più su sconfinando forte vento e un acquazzone che alla- a Limbiate fino all’alveo asciutto del gava strade e piani terreni delle case. fontanile. La processione terminava Alla chiesa di Senaghino erano saltate poco più avanti, vicino ad un’antica le vetrate con i telai compresi. croce (“la Crusèta”) piantata su una Il ragionier Monzini spiegò che nel- montagnetta di terra: luogo dove tanto la sua casa (che aveva le vetrate aper- tempo prima erano stati seppelliti alcute ma le gelosie chiuse) erano entrati ni morti per la peste. i densi vapori del nubifragio allagando Le cronache del 1694 riportano un’inil pavimento; curiosamente entrarono vasione di cavallette. Come in una anche le foglie dei platani del giardino “piaga d’Egitto” migliaia di mandibole Borromeo appiccicandosi alle pareti ed distrussero grandi estensioni di campaal soffitto. Il turbine scagliava a terra la gna. Ancora si richiese l’intervento Digrandine in pezzi grossi (alcuni toccava- vino, in particolare con le preghiere dei no il chilo) e di forma tanto tagliente da francescani, i religiosi ritenuti più adatti infilzarsi nel suolo e nelle piante. per questo frangente… lombarda per circa 100 chilometri verso sud-est, alla velocità media di 33 km/h, cogliendo di sorpresa i vari paesi interessati.

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