INCONTEMPORANEA Nove artisti dalla Versilia 1980-2010

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Per un nuovo Umanesimo antonella serafini

sia opera, ciò ha come estrema conseguenza la body art, l’happening, la performance, dove l’artista – e/o il suo gesto – divengono l’opera d’arte. Ciò che distingue l’azione di taluni artisti rispetto ad altri, nel caso specifico quelli che costituiscono il raggruppamento di cui ci stiamo occupando, è il recupero della manualità, del lavoro come valore intrinseco dell’opera, dell’artista come homo faber. Che poi il fare non sia necessariamente, o esclusivamente, dipingere, scolpire, incidere, modellare, ma sia una azione interdisciplinare che include scrivere, suonare, fotografare, filmare, servirsi di softwares, agire sulla meccanica, ecc. non fa altro che confortarci nella nostra tesi che esista l’afflato di un nuovo umanesimo. A fianco di questo persiste la necessità di coinvolgere il pubblico, non più solo di scandalizzarlo, al punto da farlo diventare egli stesso parte attiva, quando non addirittura parte integrante dell’opera con la sua reazione. La richiesta al visitatore di farsi in qualche modo partecipe dell’opera d’arte è un modo per cercare di ristabilire il dialogo (non di rado un vero e proprio “a tu per tu”) che si è interrotto quando l’arte ha cessato di avere un ruolo sociale ed è divenuta invece una mera azione, espressione individuale. *** La decisione di allestire la mostra mettendo in confronto costante le opere dei singoli autori evidenziando le differenze – anche interne ad uno stesso autore – provocherà forse la sensazione di un suk: la scelta è consapevole, per dare anche fisicamente l’idea della densità creativa del periodo e degli artisti coinvolti, perché ognuno di loro ha (ha avuto, ebbe) molto da dire e con diversi strumenti, pertanto la “cacofonia” va messa in scena. La complessità di un periodo e delle ricerche sempre in moto è una varietà non alienabile. Le ricerche di Baroni, Barsottelli, Battisti, Bove, Cupisti, Giannelli, Maffei, Pellegrinetti, Tomei si sono svolte nell’ambito delle principali correnti che hanno segnato, e tuttora orientano, gli sviluppi dell’arte coeva quali il New Dada, l’Arte Povera, il Concettuale, Fluxus, la Transavanguardia. Le loro opere sono esemplari di una grande libertà espressiva e della totale assenza di pregiudizio nei confronti sia dei linguaggi sia delle tecniche; convivono in contemporanea, non di rado all’interno della produzione di uno stesso autore, opere di pittura e scultura tradizionalmente intese, assemblaggi, installazioni, performances, fotografie, video; plastiche, marmi, vetroresina, bronzi, metalli, smalti, pigmenti, legni, terrecotte, materiali organici e inorganici, tutto ha eguale cittadinanza e valore. La capacità di attingere a varie forme ed aree espressive si sviluppa nel corso di tutto il trentennio indistintamente per tutti e nove in presenza della manualità come elemento costitutivo e irrinunciabile dell’opera. Ognuno di loro – pur prediligendo l’una o l’altra – ha realizzato opere sia di forte caratterizzazione pittorica sia scultorea. L’installazione è una esperienza a cui nessuno di loro si è sottratto, che anzi diviene spesso un passaggio ineludibile per rispondere all’esigenza di occupazione dello spazio e violazione dei confini, o ancora di sottoporre le opere ad atmosfere e suggestioni diverse; analogamente può dirsi per l’assemblaggio. La performance è una costante del percorso, fin dalle origini, di Baroni, Battisti, Bove; si inserisce periodicamente nell’attività di Maffei, Barsottelli, Cupisti, episodicamente in Tomei, Giannelli e Pellegrinetti. La musica, in tutte le sue estese accezioni, forma, attraversa e influenza le esperienze di Battisti, Baroni, Cupisti, Barsottelli, Giannelli. La poesia, e più in generale la scrittura, è sperimentata da Maffei, Cupisti, Bove, Baroni, Battisti, Pellegrinetti. La fotografia e il video, che da un certo momento in poi divengono linguaggi principali per Barsottelli la prima e per Cupisti il secondo, sono utilizzati episodicamente anche dagli altri, eccezion fatta per Giannelli e Tomei. L’ironia attraversa le ricerche dei nostri artisti, per alcuni in maniera più marcata e costante (esempio Battisti, Pellegrinetti) per altri in modo più intermittente, contribuisce ad articolare i loro linguaggi soprattutto nella scelta dei materiali. Infine l’interrogativo sull’arte e il suo senso. Come una palla che rimbalza dall’uno all’altro, dall’etichetta di Battisti ai ritratti dell’artista di Maffei, dalla Deposizione (del pennello) ai soldatini in assetto di guerra sulle tele di Pellegrinetti, dal grido L’arte è blasfema di Barsottelli fino alla disintossicazione attivata da Baroni, con ansia e ironia, ma anche con la consapevolezza della sua assoluta necessità: per quanto mutevole sia il prodotto artistico, non solo nella percezione ma in quanto tale, l’arte rimane una perenne necessità. 19   Per maggiori approfondimenti sui singoli artisti si rimanda alle biografie pubblicate nel presente volume.

Prima di addentrarci nella cronologia della rassegna, diamo qui una breve sintesi delle caratteristiche principali di ogni singolo artista19.

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