APOCALISSE, il giorno dopo, Daniele Pugliese

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DANELE PUGLIESE, APOCALISSE,

IL GIORNO DOPO

comunque in cui tra natura ed uomo, e tra questi e le cose, i rapporti fossero meno sbilanciati. Che si tratti d’un altro spazio, l’Oriente, come suggeriscono in alcune loro opere Paul Nizan, André Malraux o Hermann Hesse121, o d’un altro tempo, il Medioevo, come auspica per esempio Berdjaev, esso ha comunque la caratteristica principale d’essere il non qui e il non ora. Oppure un hic senza nunc e un nunc senza hic. O, infine, il non qui e non ora. Si è scritto prima che letterati della crisi furono tanto a sinistra quanto a destra e solo qualche riga sopra che ebbero in disprezzo il sistema comunista, quanto il continente a cui si accedeva, soprattutto a quell’epoca, passando sotto la Statua della libertà, così come, quelle sì catastrofiche, le dittature nazifasciste della prima metà del Novecento. E tuttavia è opportuno fin d’ora riconoscere, senza per questo far delle generalizzazioni e tirare delle inappropriate somme, che molte delle argomentazioni su cui si fonda la letteratura della crisi, a partire dal disprezzo per le macchine, dal fastidio per la modernità ed il progresso, dall’insofferenza verso la democrazia, appartengono o, almeno, si rifanno ai pilastri del pensiero conservatore e reazionario: Edmund Burke, Donoso Cortés, Joseph de Maistre e Joseph Arthur Gobineau, Alexis de Toqueville. In particolare, nota Michela Nacci, la critica delle macchine «si era trovata generalmente a suo agio in una riflessione nostalgica del passato piuttosto che tesa a progettare un futuro totalmente rinnovato. Se è vero che la storia del pensiero antindustriale conosce William Morris, antimacchinista, fautore del ritorno all’artigianato, e apostolo del socialismo premarxista, la critica della società

Si veda: PAUL NIZAN, Aden Arabia, 1931, tr. it. Aden Arabia, Milano, Mondadori, 1996; ANDRÉ MALRAUX, La condition humaine, 1933; tr. it. La condizione umana di A. R. Ferrarin, Milano, Bompiani, 2001; HERMANN HESSE, Siddharta, 1922, tr. it. Siddharta, di Massimo Mila, Milano. Adelphi, 1975.

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