LA PERFORMANCE DELLA MEMORIA (a cura di Francesca Bortoletti e Annalisa Sacchi)

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1. LA MEMORIA DELL'IMMAGINE

un castello con le armi di Spagna e Portogallo rendeva omaggio all’ambasciatore portoghese durante il banchetto organizzato da Gregorio XIII15. Nella stampa in discussione, l’occasione è il ritiro di un senatore bolognese e la parte centrale illustra un’allegoria di Bologna circondata da grifoni e divinità fluviali tutta decorata e dorata. Sul tavolo stesso, specialmente durante la prima entrata, gli ospiti si vedono arrivare una serie di sculture sul tema del banchetto fatte di una mistura di zucchero e marzapane. Cristoforo Messisbugo ricorda, per esempio, le figure di zucchero delle dodici fatiche di Ercole che scandirono le dodici entrate di un banchetto dato da Ercole d’Este16. Le multiple statuette che decoravano la tavola seguono, nell’incisione Ratta, questa tradizione di cui le centinaia di pagine dell’antologia Trionfi da Tavola, compilata da Antonio Latini, offrono numerosi esempi17. Il cibo servito nelle quattro o cinque portate, a volte anche di più, seguiva la naturale produzione stagionale. Anche le descrizioni dei banchetti sono organizzate in funzione dei mesi dell’anno e si propongono di insegnare a “conoscer le stagioni di tutte le cose18”. Nello stesso tempo queste descrizioni trasmettono i principali temi ossessivi del Rinascimento: vita e movimento, varietà e abbondanza. In particolare, varietà e abbondanza – un dono stilistico ideale anche in eloquenza, letteratura e nelle arti visive – sono contraddistinte non solo nella copiosità del cibo, ma anche nella raffinata preparazione di ciascun piatto che univa una molteplicità spaventosa di sapori. L’ossessione per la vita e il movimento è invece particolarmente prominente nella tradizione di presentare il cibo ricreando la 15. Cervio V., op. cit., pp. 119 e 104. 16. Messisbugo C., op. cit., p. 44: “Dapoi si portarono sopra la tavola figure grandi di zucchero 25, le quali significavano le forze d’Ercole, quando vinse il Leone: la cui grandezza era più di due palmi e mezzo par ciascheduna, dorate e dipinte, colle carnagioni che parevano vive”. Per una ampia antologia si veda Latini A., op. cit., pp. 468-495. 17. Ivi, pp. 468-616. 18. Lancelotti, op. cit.; Geigher M., op. cit., Frontespizio.

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