1. LA MEMORIA DELL'IMMAGINE
un castello con le armi di Spagna e Portogallo rendeva omaggio allâambasciatore portoghese durante il banchetto organizzato da Gregorio XIII15. Nella stampa in discussione, lâoccasione è il ritiro di un senatore bolognese e la parte centrale illustra unâallegoria di Bologna circondata da grifoni e divinitĂ fluviali tutta decorata e dorata. Sul tavolo stesso, specialmente durante la prima entrata, gli ospiti si vedono arrivare una serie di sculture sul tema del banchetto fatte di una mistura di zucchero e marzapane. Cristoforo Messisbugo ricorda, per esempio, le figure di zucchero delle dodici fatiche di Ercole che scandirono le dodici entrate di un banchetto dato da Ercole dâEste16. Le multiple statuette che decoravano la tavola seguono, nellâincisione Ratta, questa tradizione di cui le centinaia di pagine dellâantologia Trionfi da Tavola, compilata da Antonio Latini, offrono numerosi esempi17. Il cibo servito nelle quattro o cinque portate, a volte anche di piĂš, seguiva la naturale produzione stagionale. Anche le descrizioni dei banchetti sono organizzate in funzione dei mesi dellâanno e si propongono di insegnare a âconoscer le stagioni di tutte le cose18â. Nello stesso tempo queste descrizioni trasmettono i principali temi ossessivi del Rinascimento: vita e movimento, varietĂ e abbondanza. In particolare, varietĂ e abbondanza â un dono stilistico ideale anche in eloquenza, letteratura e nelle arti visive â sono contraddistinte non solo nella copiositĂ del cibo, ma anche nella raffinata preparazione di ciascun piatto che univa una molteplicitĂ spaventosa di sapori. Lâossessione per la vita e il movimento è invece particolarmente prominente nella tradizione di presentare il cibo ricreando la 15. Cervio V., op. cit., pp. 119 e 104. 16. Messisbugo C., op. cit., p. 44: âDapoi si portarono sopra la tavola figure grandi di zucchero 25, le quali significavano le forze dâErcole, quando vinse il Leone: la cui grandezza era piĂš di due palmi e mezzo par ciascheduna, dorate e dipinte, colle carnagioni che parevano viveâ. Per una ampia antologia si veda Latini A., op. cit., pp. 468-495. 17. Ivi, pp. 468-616. 18. Lancelotti, op. cit.; Geigher M., op. cit., Frontespizio.
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