BENESSERE CONDIVISO di Giuliana Gemelli e Francesco Lanza (a cura di)

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GIULIANA GEMELLI E FRANCESCO LANZA (A

CURA DI)

poche settimane, ma sentiva il reparto dell’Area Giovani che stava per rinascere completamente rinnovato e riprogettato, non solo come luogo di malattia, ma come parte del suo progetto di vita e dell’esperienza che da un letto di ospedale voleva portare agli altri. Sara compì un’impresa titanica per un fisico cosi minato dalla malattia. Resistette, mantenne la mente accesa sino all’inaugurazione, nell’aprile 2018. Quel giorno si svegliò presto, si truccò, indossò la parrucca per le grandi occasioni ed un bellissimo abito giallo e nero, come fosse la nostra piccola ape regina. Lei, la nostra regina, tagliò il nastro con le autorità. La stessa sera si distese in una stanza del nuovo reparto per non rialzarsi più dal letto, e ci lasciò dopo poche settimane. La seconda storia è quella di Simone, un ragazzo di 25 anni con una brutta recidiva di sarcoma, a distanza di dieci anni dalla prima diagnosi, nel 2010. Un’ evenienza rarissima che lasciò tutti sgomenti, anche noi medici che conosciamo quanto certi tumori siano subdoli. La diagnosi di recidiva era coincisa con la scoperta che la compagna era incinta. Entrambi volevano quel bambino, entrambi sapevano che il padre non lo avrebbe mai potuto crescere e che quel bambino forse sarebbe nato già orfano di padre. La malattia di Simone non rispondeva a nessuna terapia, anche sperimentale. Lui peggiorava di giorno in giorno, le terapie oncologiche erano state sospese. Non respirava più, lo sosteneva solo un pezzetto di polmone ancora integro, ma Simone non mollava. Dopo diverse settimane di ricovero e pochi giorni prima del parto, aiutati dai servizi domiciliari, lo trasferimmo a casa con più flebo e tubi per l’ossigeno che chili nel fisico. La compagna diventata nel frattempo moglie, fu dimessa poco dopo il parto e finalmente portò tra le braccia del neo papà, un bel maschietto, dono di una nuova vita. Simone se lo cullò tutti i giorni fino al compimento del primo mese e poi salutò il figlio per sempre. Regalò ai suoi cari non un progetto che si interrompeva, ma un grande insegnamento per una nuova vita appena 142


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