L'incanto del creato catalogo III ed.

III edizione

Liberamente ispirata al Cantico delle Creature a cura di Manuela Marinelli e Barbara Pavan

21 luglio - 28 agosto 2016

Il rapporto tra la terra e l’uomo che la abita non è questione di secondaria importanza.

Tra le molteplici rivoluzioni di cui nella modernità siamo stati spettatori, non ultima il capovolgimento della relazione tra l’uomo e madre terra.

Il rapporto di figliolanza che l’uomo percepiva poco alla volta è andato in dissolvenza: più che madre la terra ha cominciato ad essere considerata serva, e l’uomo più che figlio ha iniziato a sentirsi padrone.

“Asservire la terra” sembra far eco al grido “Dio è morto”.

La proclamazione dell’adultità dell’uomo, della sua conquistata autodeterminazione, ha comportato non solo liberarsi dalla sudditanza nei confronti di Dio, ma anche l’arroganza dell’uomo sull’uomo e l’asservimento brutale della terra, divenuta giacimento da sfruttare a proprio piacimento, senza regole, senza limiti, senza rispetto.

Poi ha cominciato a farsi strada l’idea che l’uomo stava erodendo il terreno su cui aveva costruito la propria casa, stava tagliando il ramo sui cui era seduto.

Si comprende allora che è necessario cambiare registro.

Si comincia a sentire un canto a più voci dove, ciascuno a suo modo, con le proprie peculiarità, contribuisce a far in modo che l’umanità comprenda come un valore ineludibile la salvaguardia del creato.

Anche il Tempio votivo di S. Francesco al Terminillo e la Fraternità monastica della trasfigurazione cui è affidato, contribuisce a questa coralità con una voce sua propria, con una specificità particolare e peculiare: trasmettere ai fanciulli la capacità di incantarsi davanti al mondo e all’universo intero, sviluppando atteggiamenti che dalla meraviglia, passano per la contemplazione, per giungere al rispetto e alla cura.

Questo lo scopo della mostra internazionale di illustrazione per l’infanzia “L’ inCanto del Creato” giunta alla sua terza edizione.

E’ una goccia nel mare, ma nello stesso tempo un contributo essenziale, unico nel suo genere: l’arte che descrive l’Arte,

gli artisti che si cimentano con l’Artista, ispirandosi al testo poetico di un uomo, Francesco, che ancora della terra si sentiva figlio.

Ne nasce un rincorrersi e un intrecciarsi fantasmagorico di bellezza, di sogno, di magia, di favola, ma nello stesso tempo emerge una presa di coscienza, una assunzione di responsabilità, il riappropriarsi della vocazione e della missione originaria, fondativa, genetica dell’uomo: “custodire e coltivare” (Gn 2,15) il giardino al centro del quale è stato posto.

Il meccanismo tutto interiore che mette in relazione l’uomo col creato e che avrebbe dovuto alimentarsi di incanto e di stupore, sembra essersi incantato, inceppato come succedeva una volta ai dischi in vinile.

Assieme ai nostri figli, con loro e per loro, è necessario far in modo che il meccanismo riprenda a funzionare, libero, fluido, piacevole, riscoprendo l’armonia originaria che soggiace alla relazione tra l’uomo e il mondo.

La mostra ne offre una opportunità perché gli adulti riprendano a guardare con gli occhi dei fanciulli e ai fanciulli si dica che, almeno nello sguardo, possono e debbono restare bambini e la terra riprenda ad essere considerata madre.

Esprimo gratitudine a tutti coloro che a diverso titolo hanno contribuito anche quest’anno alla realizzazione di questa mostra.

Ringrazio fin d’ora tutti coloro che ci aiuteranno a continuare a far udire questo canto, a non far svanire questo InCanto.

Padre Mariano Pappalardo Custode del Tempio Votivo San Francesco

La terza edizione de L’inCanto del Creato si svolge in una situazione caratterizzata da una sempre crescente criticità globale a causa dei cambiamenti antropologici, economici e ambientali che il pianeta sta attraversando.

Se la seconda edizione della mostra ha coinciso con l’enciclica Laudato si’, l’edizione attuale si svolge nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia proposto da papa Francesco.

Custodire, coltivare e lodare “sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa” è alla base della scelta di dare vita a questa mostra, ispirata al Cantico delle Creature, che ora va ad intrecciarsi con la riflessione sulla misericordia.

L’ambizione di questa mostra è riuscire a fornire un piccolo contributo per invitare tutti ad occuparsi della nostra casa comune, cercando di insegnare, soprattutto ai bambini, a vederne e a rispettarne la bellezza, invogliandoli ad accostarsi con stupore e tremore al creato perché ne colgano la sua irripetibile straordinarietà, ma anche la sua indifesa fragilità.

Apprezzare la bellezza, saperla riconoscere e difendere, sembra essere uno dei possibili antidoti per cercare di sconfiggere la “cultura dello scarto”, di cui parla papa Francesco, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura.

L’arte è espressione dell’interiorità, pallido riflesso dello Spirito, capace di risvegliare la vita interiore e la spiritualità che ci permette di rifondare il giusto valore delle cose.

La produzione illimitata di beni superflui e l’incremento indefinito dei consumi non rappresenta un progresso per l’umanità in quanto non migliora le condizioni di vita sul pianeta.

L’intreccio fra la custodia del creato e la misericordia sta nel comprendere che “i pani si moltiplicano nella misura in cui vengono condivisi”. Papa Francesco ci invita ad una forma di misericordia dinamica, capace di proiettare la nostra azione nel mondo per proteggerlo e migliorarlo, offrendo a ciascuno una possibilità di vita dignitosa e proficua. Proteggere il pianeta, avere cura delle sue creature, tutte incluse, non è romanticismo vetero ecologista di maniera, ma è assunzione di responsabilità di fronte al creato. L’atteggiamento falsamente pragmatico, malato di delirio di onnipotenza, di chi ritiene anacronistico e impossibile cambiare le cose, condanna tutti, e soprattutto le nuove generazioni,

all’impotenza e all’infelicità perché distrugge ogni speranza di futuro.

La speranza è l’estrema misura dell’impossibile, a partire proprio dalle piccole cose. Questa mostra è una piccola cosa che cerca di avvicinare i bambini e i giovani all’arte e all’attitudine alla riflessione che l’arte induce. Un piccolo contributo per aiutarli a riconoscere il proprio desiderio interiore, a trovare la propria strada e scommettere sul futuro.

L’arte e la fede si intrecciano nel Cantico delle creature di san Francesco che ha compreso quale fosse la sua strada contemplando il crocifisso di san Damiano. Perché l’arte parla.

Essa è lo strumento che mette in vibrazione le corde della nostra anima, svelandocela.

Come afferma papa Francesco nella Laudato si’: “Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea. La povertà e l’austerità di san Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio.”

Custodire, coltivare e lodare il creato significa operare per la misericordia, significa dare orientamento e senso alla vita, significa contribuire alla difesa della conoscenza, dell’amore per la bellezza e l’arte perché “nessuna positiva strutturazione del mondo può riuscire là dove le anime inselvatichiscono” (Spe salvi, Benedetto XVI).

Gli artisti che vengono proposti nella mostra di quest’anno hanno saputo esprimere il valore dello stupore e della meraviglia di fronte al creato. Con grazia e ironia, con leggerezza e delicatezza hanno saputo raccontarci la natura, illustrandocela, come in uno splendido libro, con un linguaggio figurativo semplice e diretto ma al contempo elegante e raffinato.

Andrea Alemanno L’artista napoletano dà forma figurata al verso “sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta”. Come onde sinuose i capelli si avvolgono attorno al capo della ninfa che emerge appena dalla massa liquida di cui è parte integrante e vivificante. Linfa vitale, simbolo di rigenerazione, l’acqua è casta perché pura e al tempo stesso purificatrice.

Ofra Amit L’illustratrice israeliana realizza un’immagine vagamente ambivalente. Su uno sfondo infuocato si stagliano sagome scure di alberi senza chioma che si innalzano verso l’alto come braccia protese. Un singolo albero bianco, quasi emblema di una estrema resa, sembra emergere dalla nebbia infuocata di un tramonto, presago di giorni splendenti, annunciati dai frutti policromi che pendono dai cespugli in primo piano, alternati alle foglie argentate di arbusti inventati.

Francesca Ascione L’artista italo-inglese mostra lo stupore attonito di una nuotatrice in stile anni sessanta che guarda lieta e imbambolata la molteplicità delle creature sottomarine che a loro volta la osservano curiose. Sorride estasiata al mondo subacqueo, delineandosi nell’azzurro dello sfondo con il suo costumino rosso, decorato con margherite bianche come la cuffia e gli occhialini rossi che le incorniciano lo sguardo soddisfatto.

Agata Badalyan L’illustratrice armena ci propone una bimba saputella che illustra il sistema solare con sicurezza sbarazzina. La terra ci appare accogliente e bella grazie a “messor lo frate sole”. Dalla lavagna spicca anche la luna che però ci appare inospitale e triste, tutta bucherellata dai crateri e grigia. Mentre Marte, il pianeta rosso, vagola nel buio senza riuscire a illuminare né a riscaldare.

Vesna Benedetič L’artista di Gorizia ci illustra il creato come una grande biblioteca che si protende verso il cielo, proiettandoci nella bellezza sconfinata dell’universo simboleggiato dallo splendore della luna. Ogni creatura è un libro magnifico che ci parla del miracolo della vita e del mondo. Ma la bellezza dell’universo si svela solo a chi sa arrampicarsi con pazienza, attenzione e

rispetto sulle scale della contemplazione da cui poter scorgere il mistero che ci avvolge.

Raffaella Bolaffio L’artista triestina ci propone una buffa pecora in meditazione che sembra volerci spiegare con leggerezza e ironia “la pazienza metafisica dell’agnello che sta al pascolo sotto tutte le intemperie”, che sta al gioco, perché sa che il buio dell’ignoranza ci avvolge e rende per noi incomprensibile il mistero dell’esistenza.

Lucia Campinoti I sogni sono semi di futuro che ci aprono alla conoscenza e alla speranza, all’azione e alla vita. Questo ci racconta l’artista toscana impastando i colori del suo acquerello con la materia di cui sono composte le fiabe. In ogni seme si nasconde un universo, pronto a prendere vita, germogliando speranza e letizia. Ogni creatura è messaggera del futuro, portato sulle ali veloci della fantasia e del sogno.

Alessandra Castagni Come una pioggia di luce cadono dal cielo, bucando la superficie dell’acqua, una moltitudine di stelle. Il piccolo pescatore col suo cagnolino guarda stupito quello sfavillio che solca la notte e sembra andare a spegnersi sfrigolando dentro la frescura liquida. Lo sciame di piccole stelle rischiara il buio della notte, accendendola di bagliori di lucciole.

Raffaella Di Vaio Creature festanti e rappacificate si affollano in frotta intorno ad un agnello che nessun predatore ormai minaccia più. Api e fringuelli, galli e vitelli, cani, gatti e porcelli sembrano insieme intonare una filastrocca che tutti in coro vorrebbero cantare.

Anche il somaro vuole partecipare e tutto contento comincia a ragliare.

Carole Hénaff Per l’artista francese il futuro di ciascuno è nella linea che solca la nostra mano. Un volto è inciso sul palmo, attorniato da animali e piante che tracciano la linea della fortuna e della felicità che si intreccia a quella della longevità se solo la nostra mano sarà dotata di qualcosa di più di un pollice verde.

Teresa Manferrari Dalla casa comune può germogliare un fico d’India, grande come un albero e azzurro come il cielo. Come la vita fatto di spine e frutti succosi, da saper gustare senza farsi male.

Solo così dalla casa madre nascerà un nuovo riparo e nuova imprevedibile vegetazione.

Marina Marinelli Quanto tempo ci rimane prima che un nuovo diluvio renda inospitale il pianeta? L’opera dell’artista perugina sembra adombrare un esodo ineluttabile di tutte le creature della terra. Alberi spogliati e contorti, fiori sfioriti e naufraghi dispersi annaspano senza meta verso sponde ormai scomparse.

Krisztina Maros Per l’artista ungherese le serenate dei grilli innamorati sono l’emblema della dolcezza dell’estate. Ogni creatura si culla mollemente al tenue suono portato dal leggero venticello che piega gli steli e accarezza le schiene.

Lucia Novelli Tutte le creature immaginabili pullulano ondeggiando nel dipinto, allungandosi verso lo spazio circostante che sembra risucchiato dalla fuga della scacchiera in prospettiva. La geometria si infrange sulla sinuosità opulenta e sensuale delle forme curve che, come in una stralunata Pala di Brera, si generano dall’uovo di struzzo, modulo e origine compositiva dell’opera.

Sergio Olivotti Un san Francesco inglobato in una scatola cinese di pennuti che armoniosamente ammiccano benevoli ad un creato stilizzato ed essenziale. Frugale ed ispirato san Francesco è appollaiato in cima alle zampe filiformi del volatile, come su dei trampoli animati.

Claudia Palmarucci L’artista marchigiana propone per la mostra alcune opere realizzate per il racconto “La rosa”, di Ljudmila Petruševskaja.

Il testo parla di un uomo che profuma di rosa. Questo lo renderà un diverso e un emarginato. Nell’opera in catalogo l’artista rappresenta un cane e una tortora attratti dal profumo

della rosa, capaci di accogliere la diversità come espressione dell’infinita variabilità e ricchezza dell’esistenza sul pianeta.

Paola Pezzotta L’enigmatica figura lunare distribuisce briciole di luce per attirare quei “mostri marini e voi tutti abissi” del Salmo 148 cui si è ispirato san Francesco per il Cantico. Galleggiano le creature marine fra acqua e firmamento, dove si trasformano in diafane costellazioni, andando a fluttuare in un blu avvolgente e misterioso.

Catia Piacentini L’amore non guarda le differenze e accoglie nel proprio nido tutti i cuccioli della terra. Attende e vigila nella notte, pazientemente, per custodire e proteggere le proprie creature che sono tali anche quando sono diverse, perché “essere madri non significa coltivare il ‘proprio’, ma aprirsi all’Altro” (Recalcati).

Giulia Pintus L’artista disegna strani esseri dal lungo naso che lei chiama “mostricini”. Quello inviato per la mostra si protende avidamente verso un libro, mentre sulla sua schiena-prato spuntano rossi papaveri, innaffiati da un annaffiatoio sorretto da un zigzagante braccio meccanico che fuoriesce dal libro. La natura è un congegno delicato e un libro in cui immergersi.

Anna Pirolli La compassione è comunione intima, partecipazione interiore all’esistenza dell’altro, è sollecitudine gratuita che conduce ad una pura e profonda unione con il prossimo. “Cum patior e συμπάθεια, sym patheia” sono le radici profonde della misericordia e del sentimento che ci accomuna a tutte le creature.

Sonia Maria Luce Possentini L’artista ha inviato per la mostra uno degli acquerelli con cui ha illustrato il racconto di Renzo Di Renzo “Due destini” in cui si narra la storia di due bimbi nati lo stesso giorno.

Uno in Etiopia e l’altra in Italia. I loro destini così lontani si incroceranno, trovando un punto di intersezione nella solidarietà, simboleggiati nell’opera in mostra dagli orizzonti

lontani e assolati delle savane africane, e dall’opulenza dei fiori e della bellezza mediterranee.

entro cui accovacciarsi a riposare. Una Pollicina addormentata dentro una margherita che l’accoglie con grazia, mantenendo i petali ben larghi ma non troppo, così da farle spazio senza che debba cadere.

Elena Prette L’artista di Monza propone un lavoro a lei molto caro. Una giungla caleidoscopica dal margine della quale si affaccia il volto di una esotica fanciulla pensierosa. Oggetti abbandonati di esploratori occidentali ormai scomparsi, vengono inesorabilmente inghiottiti dalla vegetazione lussureggiante e dalla moltitudine animale.

Un desolato e inutile messaggio galleggia dentro una bottiglia che non ha raggiunto alcuna sponda.

Rosa Taormina Nuota verso la luce, immersa nel blu degli abissi, l’emblematica sirena-bambina dell’artista palermitana. Fatta d’acqua, fonte di vita, culla di civiltà e di relazioni, la sirena presidia il mondo incantato dell’esistenza sottomarina che si cela sotto la superficie dei nostri mari interiori.

Socorro Reyes L’artista messicana ci propone il coronamento di un sogno impossibile che solo l’amore può realizzare: il matrimonio surreale e fiabesco fra un panda e una volpe. Ciò che può apparire assurdo, all’amore è possibile.

Maria Taragó Martí Per l’artista spagnola tutti sono chiamati al gioco della vita come in un campeggio di montagna. Bambine-coccinelle, giraffe escursioniste, topi free climber popolano il mondo onirico e sbarazzino.

Salvador Rojo Per l’illustratore messicano un bimbo addormentato fra coltri ornate da un volo di foglioline e piccoli cuori colorati è come un fiore rubicondo, adagiato su un cuscino. È lui il vero incanto del creato, perché, ogni bambino che viene alla vita, è un dono che fa ricominciare il mondo.

Johan Toggenburger (Tog) Alla natura rigogliosa, festante ed accogliente dell’immagine del catalogo, segue un fosco epilogo. Gli ammiccanti coniglietti finiscono in scatola, la quercia millenaria bruciata, l’altalena vuota e derelitta. Tutto intorno inquinamento e rifiuti, morte e desolazione.

Lucia Ricciardi L’artista reatina propone l’evocativo canto della natura terracquea composta di tutte le creature del pianeta che, esistendo, intonano una sinfonia universale che allieta la vita, vissuta con animo grato per la pozione di bellezza che ogni giorno viene versata nei nostri animi.

Valeria Tomasi Una grande sfera piena d’acqua racchiude un san Francesco assai stupito, intento a galleggiare fra rami di corallo, pesci e stelle, in un miscuglio d’acqua e cielo. Riccioli di onde sinuose scendono ai lati della vezzosa ninfa, attorniata da pesci e piante.

Valentina Rizzo Per l’artista torinese la vita è un enigma totemico. Entità ancestrale e sfuggente, l’essere androgino che emerge dagli abissi dell’inconscio, mostra il suo potere inviolabile, celato nell’imperscrutabilità del suo sguardo. L’infinito mistero, racchiuso nell’attorcigliarsi dell’ouroboros, è all’origine della vita e, nel mistero, il suo incantesimo di nuovo si avvolgerà.

Flavia Zuncheddu Isole d’alberi in un mare livido come ghiaccio, un campeggio notturno in un cielo infuocato, trapunto da un nugolo di stelle, danzanti come fiocchi di neve. Natura da brivido.

Alessandra Santelli Per l’illustratrice milanese la natura è una culla accogliente

Manuela Marinelli

GLI ARTISTI

Andrea Alemanno Italia_Campania Casta digitale cm 20x20

Ofra Amit Israele Senza titolo acrilico su carta cm 15x24

Francesca Ascione Italia_Lazio Sott’acqua digitale cm 21x29,7

Agata Badalyan Armenia Learning digitale cm 30x40

Vesna BenedetiÄ?

Italia_Friuli Venezia Giulia Libri nella notte acquerello, ecoline e matite colorate cm 28,5x38

Raffaella Bolaffio Italia_Friuli Venezia Giulia Meditazione tecnica mista/digitale cm 19x29

Lucia Campinoti Italia_Toscana Semi di sogni acquerello e matite su carta Fabriano 600 g cm 38x29

Alessandra Castagni Italia_Lombardia Sotto un cielo di stelle cadenti tecnica mista su carta (acrilici, pastelli, grafite) cm 31x31

Raffaella Di Vaio Italia_Emilia Romagna Creature acrilico, matite e china su carta Arches cm 25x25

Carole HĂŠnaff Francia Earthling acrilico e matite su carta cm 29,7x21

Teresa Manferrari Italia_Friuli Venezia Giulia Erbario immaginario linoleografia su carta giapponese cm 21x15

Marina Marinelli Italia_Umbria Senza titolo tecnica mista – ecoline, acrilico, matite – su carta cm 34x47

Krisztina Maros Ungheria Cricket on the moon collage digitale cm 29,7x42

Lucia Novelli Italia_Abruzzo Tucte le tue creature olio su tela cm 100x80 (x3)

Sergio Olivotti Italia_Liguria Tutto il creato ti sorride matita, china, acquerello su carta, rifinito in digitale cm 75x50

Claudia Palmarucci Italia_Marche La rosa olio e matita su carta cm 25,3x39,5

Paola Pezzotta Italia_Lombardia Nutrimento profondo matita e digitale cm 42x60

Catia Piacentini Italia_Toscana Nido tecnica mista (acrilici e pastelli) su carta cm 21x29,7

Giulia Pintus Italia_Emilia Romagna Papaveri tecnica mista su carta cm 41,95x29,66

Anna Pirolli Italia_Liguria La Compassione digitale cm 70x50

Sonia MariaLuce Possentini Italia_Emilia Romagna Due destini acquerello e pastello su carta cm 29x41

Elena Prette Italia_Lombardia Giungla digitale cm 20x25

Socorro Reyes Messico A simple love story tecnica mista su carta cm 43x27

Lucia Ricciardi Italia_Lazio Canto muto acrilico su tela cm 50x35

Valentina Rizzo Italia_Piemonte Vita e trasformazione tecnica mista - acrilico, olio e matite su carta cm 41x32

Salvador Rojo Messico Sogno d’infanzia tecnica mista e digitale su carta cm 30x45

Alessandra Santelli Italia_ Lombardia Sonni tranquilli tecnica mista cm 21x30

Rosa Taormina Italia_Sicilia Sirena digitale cm  29,9x42

Maria TaragĂł MartĂ­ Spagna Muntanya digitale cm 24x44

Johan Toggenburger Tog Francia Before digitale cm 45,91x30

Valeria Tomasi Italia_Piemonte Sorella acqua matite colorate su carta cm. 66x49,5

Flavia Zuncheddu Italia_Lombardia Stockholm upgrade 2.0 digitale cm 50x150

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