Arqueología Aplicada al Estudio de los Edificios Históricos. Ultimas Tendencias Metológicas

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Arqueología aplicada al estudio e interpretación de edificios históricos

operational adjustments of the Harris system, in order to let it be better applicable to architecture and functional to restoration. It deals with the matter of the “convincing points” and of the “transfer surfaces” as the foundations of knowledge and restoration, and focuses on the cognitive-aimed and operational differences which are linked to the two different goals. It illustrates a “semeiotic of the stratigraphical contact points” as a survey technique for the stratigraphical evidences, which is articulated in some different kinds of edge, limit and interface. It suggests a comparative reading of the different kinds of edge in the different constructive cultures, particularly in those ones which are reated to the construction-site activity. The paper handles the matters of the relationship between stratigraphy and restoration by means of the concept of “authenticity through realtionship” and points out the issue of the “architectural risk”, that is the presence of hidden structures underneath the layer, so as to require some verification tests and apposite demolitions.

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Nel riflettere sul ruolo che la stratigrafia va assumendo nello studio interpretativo delle architetture, siamo tentati di utilizzare le parole costruzione e stratificazione come sinonimi. Anche se può apparire un uso forzato, l’immagine del gesto ritmico con cui il muratore posa una pietra sull’altra ci ricorda che ogni fabbrica è costruita e trasformata realizzando strati —o formando interfacce— in una data sequenza. Inoltre, se la stratificazione è formata dalla posa in successione di entità in sé omogeneamente costruite ma tra loro distinguibili, che chiamiamo strati, il modo con cui ciascuno strato è deposto, ossia costruito, gli deriva dalla cultura costruttiva che lo ha prodotto e varia al variare di questa, sia pure entro certi limiti. Da questa interdipendenza deriva comunque una evidente sinergia descrittiva nell’utilizzo dei due termini, costruzione e stratificazione, a designare letture necessariamente complementari dello stesso processo, e rivolte in definitiva a conoscere e descrivere l’anatomia della fabbrica nella sua evoluzione formativa: l’una —costruzione— maggiormente rivolta ai modi con cui è stata compiuta ciascuna azione costruttiva; l’altra —stratificazione— più interessata alla sequenza con cui è stata formata/deposta. Ne consegue una sorta di circolarità continua, in cui per saper riconoscere e interpretare i segni della stratificazione dobbia-

mo conoscere i modi della sua costruzione, ma per comprendere come la costruzione è stata realizzata nel tempo dobbiamo saper riconoscere come è stata deposta/stratificata… Una constatazione appare evidente: la caratterizzazione conoscitiva dei modi costruttivi dell’architettura, delle culture materiali di aree e di tempi diversi, ha tratto da questo intreccio un vigoroso impulso1: da un lato perché la stratigrafia svolge un ruolo esegetico nell’interpretare i diversi documenti costruiti —tali ci appaiono, sempre di più, i monumenti— ed è in grado di formare in ciascuna costruzione la sequenza delle diverse espressioni di cultura materiale in essa presenti. Rappresenta dunque, per lo studio delle culture costruttive, un fondamentale strumento d’ordine, che Luis Caballero in questo incontro ha definito come il valor instrumental della stratigrafia. D’altro lato, l’accresciuta conoscenza dei modi costruttivi permette di capire meglio che cosa è uguale e continuo e che cosa è diverso e discontinuo, ossia contribuisce a identificare gli strati in base alla specifica caratterizzazione costruttiva di ciascuno: dunque offre essa stessa alla lettura stratigrafica uno strumento essenziale di individuazione prima e di descrizione/comparazione poi, necessario tra l’altro a condurre con rigore la prima semplificazione interpretativa della complessità stratificata, ossia l’istituzione dei rapporti di correlazione tra unità non contigue. Non vogliamo certo ridurre l’architettura a somma di strati di materia costruita, ma proponiamo la stratigrafia come una delle letture possibili delle architetture reali, complementare ad altre letture, funzionale soprattutto a chi intenda entrare in contatto diretto con la materia e la logica costitutiva di ciascuna; e questo passaggio, pur importante per chi vuole conoscere a fondo una data architettura, è indispensabile per chi intende restaurarla conservandole il patrimonio di tracce e di materie significative. Luis Caballero in questo incontro ha proposto la stratigrafia come primus inter pares tra gli strumenti di lettura delle architetture costruite. Concordo pienamente, per il motivo che la stratigrafia produce di per sè un contenuto conoscitivo (la suddivisione in strati/parti e la loro sequenza) in grado di diventare il contenitore di altre conoscenze, le quali possono

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Tra i contributi recenti vedi, in Italia, Fiorani, Esposito, 2005; in Spagna, Azkarate, Quirós, , 2005.


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