Favole per psicoterapeuti Preview

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Impaginazione

Officine Bolzoni

Supervisione

Michele Foschini

Proofreading

Leonardo Favia e Francesco Savino

Volume stampato in quadricromia su carta Offset IQ print da 140 g/m2 per gli interni. Copertina stampata in bicromia su carta Offset IQ print da 130 g/m2.

Stampato nel marzo 2024 presso Abo grafika d.o.o. - Lubiana (Slovenia).

www.gliscarabocchi.com

FB/GliScarabocchiDiMaicolmirco

IG/gliscarabocchidimaicolmirco

X/gliscarabocchi

Via Leopardi 8 – 20123 Milano

chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it

Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Favole per psicoterapeuti è © 2024 Michael Rocchetti.

Per l’edizione italiana: © 2024 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati.

ISBN: 978-88-3273-993-0

PRIMA EDIZIONE

CEO Caterina Marietti CCO Michele Foschini

Redazione Leonardo Favia, Lorenzo Bolzoni, Francesco Savino, Sara Bottaini, Vanessa Nascimbene e Teresa de Pasquale Ufficio commerciale Simone Pappalettera Ufficio stampa Daniela Odri Mazza e Chiara Calderone Contenuti digitali originali Giuditta Esposti Ufficio amministrativo Alessandro Virgara

“Questo libro non contiene bestemmie o atti di violenza, ma solo loro rappresentazioni. Rappresentazioni messe in pratica non dagli autori-creatori, ma dai loro personaggi, i quali godono di libero arbitrio. In caso voleste condannarli e incarcerarli, avvertiteci pure.

Vi disegneremo una galera ad hoc.”

Maicol & Mirco

Grazie per avermi fatto uscire tutti i giorni.”

“A Whisky.

C’era una volta (su) Linus di Pietro Galeotti

“Ci sono temi che sarebbe meglio non toccare in assoluto e di questi tempi in particolare.

Partendo da questa semplice constatazione ci è parso naturale dedicare il numero di ottobre del vostro giornale preferito a Dio, nella serena consapevolezza di essere gli unici in grado di mettere un punto finale al dibattito che su di Lui, e credo anche a sua insaputa, si trascina da migliaia di anni.

Le menti migliori del nostro Paese si sono pronunciate definitivamente su ogni tipo di religione, setta, credenza in modo da fornire a voi tutti Linusiani di terra e di mare un catalogo completo dal quale scegliere fior da fiore il proprio orientamento mistico o spirituale. O continuare a esercitare il proprio sano ateismo, ma da ora in poi in modo consapevole e informato.

E allora, cari fedeli, fatevi guidare da Maicol & Mirco, autore della copertina super deluxe che avete appena visto, alla scoperta del papà di Dio e dei suoi guai con questo figlio distratto.”

Questo era l’incipit del mio editoriale su Linus di ottobre 2016, numero che presentava in copertina uno scarabocchio di Maicol & Mirco. Da pochi mesi ero il direttore della più bella rivista d’Italia (e non parlo solo di fumetti), e da subito mi ero riproposto di portare questo segno sghembo su sfondo rosso in copertina. Talmente mi aveva colpito quel segno da chiedergliene un’altra nel numero di aprile 2017. Una copertina, quest’ultima, che continua a distanza di anni a essere tragicamente contemporanea. Su un gommone alla deriva un gruppo di Scarabocchi rassegnati guarda un orizzonte senza speranza mentre uno di loro sentenzia: “In Italia si mangia bene ma bisogna prenotare.”

Perché mi piaceva e mi piace Maicol & Mirco? Perché è divertente, grottesco, intelligente. Ma anche per qualche motivo che non riuscivo a identificare e che però sentivo risuonare ogni volta che mi ci imbattevo. Poi ho capito.

L’ho capito quando, rispondendo a una precisa domanda di Linus, Maicol & Mirco citava come suoi ispiratori gli albi della defunta Bianconi. Cioè Geppo, Trottolino, Provolino, Soldino e soprattutto Braccio di Ferro.

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Sono le letture che ci hanno formato e che continuano a formarci. Il loro modo di raccontare, sintetico ed esplosivo, unito al loro segno, altrettanto sintetico e altrettanto esplosivo, sono il sugo con cui da sempre condiamo le nostre avventure. Vi raccontiamo la vita e la morte, ma con i pugni di Braccio di Ferro. Vi spieghiamo l'universo, tra un panino e l'altro di Poldo.

Potevo sottoscrivere ognuna di queste parole. E ora potevo godermi senza filtri le storie degli Scarabocchi che mese dopo mese si allargavano all’interno di Linus per il piacere non solo mio, ma della comunità dei lettori linusiani, ovvero quanto di più esigente allora ci fosse nel mercato editoriale.

Lasciata contemporaneamente alle spalle da entrambi con qualche ferita e moltissimo orgoglio l’indimenticabile esperienza di Linus, sono davvero felice di ritrovare le storie pubblicate in quel periodo in queste Favole per psicoterapeuti, in cui gli Scarabocchi l’universo, anziché spiegarlo, lo fanno implodere attraverso una strategia psicanalitica di evaporazione dell’Autore sempre più chiara, pagina dopo pagina, storia dopo storia.

Come in ogni archetipo, anche qui all’inizio la vita dello Scarabocchio chiede di essere accolta. La prima forma di vita per lo Scarabocchio è costituita dal desiderio del suo autore.

Ma è qui che nasce l’inciampo che nello scorrere delle storie emerge con sempre maggiore chiarezza: l’autore vuole accendere il desiderio dello Scarabocchio attraverso il suo desiderio.

Perché questo non è possibile?

Per la ragione decisiva che per lo Scarabocchio la presenza dell’autore, in luogo di curarne l’inquietudine, la genera.

La vita dello Scarabocchio ha bisogno di aria, di fare esperienza del mondo. Ha necessità del respiro della libertà. La sua ribellione all’autore è il necessario trampolino che lo traghetta in una realtà nuova.

Lo Scarabocchio vuole oltrepassare il recinto della battuta, dell’aforisma in cui prova a incardinarlo il suo autore: rivendica il diritto al vagabondaggio, alla sperimentazione, al conflitto. Il suo obiettivo non è più quello di soddisfare l’estro del suo autore, ma di appagare il proprio.

Il fallimento, l’errore, perfino la caduta sono i passaggi essenziali del suo percorso di liberazione.

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Nella sua necessaria esigenza di libertà, lo Scarabocchio affronta infine il suo compito più grande: eclissare l’autore, chiedergli di farsi da parte, di non essere più demiurgo e neppure complice, ma di essere, come noi, solo spettatore.

L’autore, intelligentemente, smette di avere attese, domande, aspettative verso la vita della sua creatura.

Sa che deve lasciarla andare.

Rispetta il destino dello Scarabocchio, il suo peregrinare verso luoghi dove non contano le regole, e neppure il consenso del lettore o il suo sgomento.

Conta solo avere fiducia nei desideri dello Scarabocchio.

W gli Scarabocchi! W Maicol & Mirco!

E ovviamente W Linus!

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