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IL SALE DELLA DEMOCRAZIA

di Oscar Glioti

C’è stato un tempo in questo Paese in cui gli scioperi, i cortei e le adunate di piazza erano un ingrediente acquisito della politica italiana. Erano, come si dice, il sale della democrazia. Non solo un intralcio al traffico. C’è stato un tempo in questo Paese in cui ogni volta che veniva commessa un’ingiustizia ci si riversava nelle strade, rispondendo a un riflesso automatico e collettivo. Quando, per tanti giovani, era normale portare in tasca un fazzoletto, o una bandana, e la tenuta d’ordinanza prevedeva sempre almeno una felpa col cappuccio. Del resto, tutte le conquiste politiche e sociali più importanti erano state portate a casa anche così, con trascurabili variazioni nell’outfit. Era la cartina di tornasole, la conseguenza forse biasimevole, ma storicamente inevitabile, di una forte opposizione sociale.

C’è stato un tempo così, neanche poi così lontano: fino all’inizio degli anni Duemila era ancora nell’ordine naturale delle cose. Poi, improvvisamente, è stato decretato che il sale fa male. Che la pressione alta è un rischio. La militanza si è sfilacciata in un divisionismo rancoroso. La presenza in piazza è stata sostituita dal presenzialismo in Rete. I pochi indomabili che continuano a ostinarsi sono lasciati in pasto a un moloch repressivo spietato e inesorabile, che – nel consenso o nell’indifferenza generale – non fa sconti di alcun tipo.

Ognuno può pensarne ciò che crede. Fatto sta che Zerocalcare, figlio del Novecento, è cresciuto in quell’altra Italia là. Quella degli spazi occupati, delle adunate sediziose, dei fascisti che ti vengono a cercare sotto casa. Quella per cui la rabbia è ancora un sentimento collettivo, un’opzione politica come le altre. Quella che sente il peso della responsabilità delle cose che ha fatto, ma a cui pesa assai di più la responsabilità per ciò che non è riuscita a fare.

Quando tra queste immagini che vi circondano, tra i poster, le locandine, le illustrazioni, le tavole e le vignette realizzate a sostegno delle più svariate iniziative, per fanzine autoprodotte come per periodici ad alta tiratura, vedrete dei giovani con il volto coperto, i caschi, i sassi e le bandiere provenienti da quei tempi remoti: ricordatevelo. Fate i debiti distinguo, articolate le critiche, condannate senza esitazione. Niente è più inattaccabile del giudizio di un sincero democratico. Poi però uscite fuori ed esercitate il vostro sguardo limpido intorno. Capirete forse meglio quello che avete visto qui dentro. Molti rimpianti, sì, ma davvero nessun rimorso.

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