A cura di Edoardo Blosi g
Gestori nella nuova era tra Europa, Cina e Trump
Gli equilibri geopolitici e il loro ef fet to sui mercati con le elezioni Usa
Tut te le tematiche analizzate nell’ultimo Banor Funds Event di Milano
Cosa cambierà per l’economia e i mercati con il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump? L’interrogativo che da diverse settimane fa discutere tutta la comunità finanziaria internazionale è stato il tema con cui si è aperto l’appuntamento ormai consolidato con i gestori di Banor, una delle poche realtà indipendenti italiane del wealth management che supervisiona oltre 12 miliardi di euro di patrimoni.
Due ore di dibattito
Lo scorso 12 novembre, a una settimana esatta dalla vittoria di Donald Trump alle urne, il Banor Funds Event ha riunito nella cornice di Palazzo Parigi a Milano clienti istituzionali e addetti ai lavori, per parlare delle principali tematiche che interessano e condizionano l’andamento dei mercati attraverso le analisi dei gestori della gamma fondi di Banor. Circa due ore di dibattito sul futuro dell’Europa, richiamata da molti a compattarsi per fronteggiare la minaccia dei dazi americana, non da ultimo da Mario Draghi, sulla ripresa dell’economia
della Cina, che per gli esperti di Banor rappresenta un’opportunità, e sulle nuove frontiere del settore obbligazionario, dopo che il ciclo rialzista dei tassi di interesse sembra giunto al capolinea su entrambe le sponde dell’Atlantico. Irene Elisei, giornalista e conduttrice televisiva di Class Cnbc che ha moderato l’evento, ha aperto i lavori con un’interessante intervista all’amministratore delegato Massimiliano Cagliero, sulla nuova era trumpiana. Cagliero è un profondo osservatore e conoscitore della realtà americana e, proprio per questa ragione, ha sottolineato con molta umiltà un aspetto: “Conoscere bene un paese come gli Stati Uniti è davvero difficile. Ci sono però alcuni punti fermi. Primo: la vittoria di Trump è stata netta; persino nelle roccaforti democratiche come New York, il candidato repubblicano ha guadagnato infatti molti voti rispetto a 4 anni fa. Non ha dunque votato per lui soltanto l’America profonda, ma anche molti latinos e persone di colore, molte donne e immigrati di seconda generazione”.


Il secondo punto fermo, secondo Cagliero, è che Trump ha ben chiaro in testa quello che vuole fare, nelle politiche sull’immigrazione, così come nell’economia e nei rapporti internazionali.
“Per l’Europa, la sua vittoria non è proprio una buona notizia. Non perché il neopresidente non voglia avere relazioni amichevoli con il Vecchio Continente ma perché, piuttosto, preferirà dialogare con un’Europa divisa, dove purtroppo c’è carenza di leadership”.
La Casa Bianca e Wall Street
Aldilà di queste considerazioni, Cagliero invita a non sopravvalutare il legame tra chi si insedia a Washington sulla plancia di comando e l’andamento delle Borse. “I mercati sono andati bene sia sotto il mandato di Biden che quello precedente di Trump anche se le condizioni attuali sono ben diverse da quelle che c’erano nel 2016, quando il prossimo presidente entrò per la prima volta alla Casa Bianca”.



Protagonisti della mattinata sono stati poi i gestori dell’offerta fondi che si sono alternati sul palco, inclusi i fund manager di società advisor a cui Banor ha scelto di affidare la copertura di asset class più di nicchia: Dawid Krige, veterano dei mercati cinesi e gestore della strategia Banor Sicav Greater China Equity, Will Smith, che investe in tutta la filiera della transizione energetica in maniera flessibile con la strategia Banor Sicav Volta L/S Equity e Francesc Balcells, portfolio manager della strategia Aristea Sicav Fim Gem Debt, specializzato nel debito dei mercati emergenti, che ha lavorato in passato per il Fondo Monetario Internazionale e per una grande casa di gestione internazionale come Pimco.
Banor ha scelto di gestire internamente le strategie sulle quali è dotata di notevoli expertise, per le quali vanta un rispettabilissimo track record, come nel caso dell’azionario e obbligazionario europeo, grazie a professionisti che hanno un’esperienza pluridecennale o addirittura pluritrentennale sui mercati.
Oppor tunità globali
A loro il compito di guidare la platea nell’analisi delle migliori opportunità d’investimento nel complesso quadro globale. Nel reddito fisso la società può contare sull’expertise di un gestore di lungo corso come il responsabile obbligazionario Francesco Castelli; tra le soluzioni obbligazionarie è degno di nota Banor Sicav Euro Bond Absolute
Return, prodotto a ritorno assoluto con strategie flessibili su obbligazioni europee (prevalentemente corporate) con duration non oltre i tre anni e un profilo di rischio/ rendimento che spazia dall’investment grade fino all’high yield (anche se il rating medio è comunque sopra la tripla B). Nel segmento equity si distinguono Banor Sicav Mistral L/S Equity, prodotto che investe sui mercati globali (in Europa e negli Stati Uniti) con strategie long/short, cioè assumendo sia posizioni lunghe che corte sui titoli, in capo ad Angelo Meda, responsabile azionario e Luca Riboldi, direttore investimenti e Banor Sicav European Dividend Plus, gestito da Gianmarco Rania
INDIPENDENTI E SPECIALISTI DA OLTRE UN QUARTO DI SECOLO
Banor Sim è una società italiana indipendente di intermediazione mobiliare specializzata in gestione di capitali e consulenza su grandi patrimoni per investitori istituzionali, privati e famiglie imprenditoriali, con sede a Milano e uffici a Torino, Roma e Biella. Banor Sim è collocatore dei comparti delle sicav di diritto lussemburghese Banor Sicav e Aristea Sicav, della Sicav Raif Banor Alternative Assets, una struttura multicomparto lussemburghese di investimento alternativo riservato e del fondo Alternative Investment Platform - Aristea Multi Strategy; l’investment manager della gamma fondi è Banor Capital Ltd, società di gestione indipendente di diritto inglese, autorizzata dalla Fca, specializzata in strategie che fanno dell’approccio fondamentale il principale punto di forza.



Quest’ultimo è un prodotto che investe in aziende europee con un flusso costante ed elevato di dividendi, in grado di assicurare performance significative nel medio e lungo periodo, coniugate con una maggiore stabilità del portafoglio derivante dai flussi cedolari. Come ben sintetizzato da Luca Riboldi al termine dei lavori, la domanda da porsi è dove trovare valore oltre alla borsa americana che ha raggiunto i suoi massimi.
Alla ricerca del valore
A questo quesito la risposta dei gestori di Banor è stata sostanzialmente unanime: il valore è da cercare nelle multinazionali tascabili europee, molte delle quali italiane, che viaggiano a sconto e che hanno ampi margini di apprezzamento. Banor è sempre in movimento sul fronte dell’offerta e attraverso il suo laboratorio di Londra sta lavorando al lancio di due nuovi prodotti, previsto per il 2025: una soluzione multi-asset “chiavi in mano” e un’altra obbligazionaria che investirà nel settore finanziario. Sempre fedele al suo tratto distintivo principale: l’approccio value/quality agli investimenti, con strategie di gestione che mettono al centro i fondamentali delle aziende in cui investono e seguono un approccio imprenditoriale. Avere queste caratteristiche vuol dire che l’obiettivo principale è quello di indirizzare “pazientemente” i capitali verso aziende solide, capaci di creare valore nel tempo.