lash BANCA fla gennaio 2017
PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA
BANCA DI PIACENZA - n. 1, gennaio 2017, ANNO XXXI (n. 168)
La nostra Banca, una “mosca bianca” di Giuseppe Nenna Presidente CdA Banca di Piacenza
A
1 / 9 2 L A TA A G O R O R P
una grande mostra per un grande artista
nche il 2016, che si è appena concluso, è stato un anno tormentato e faticoso per le banche italiane che, a quasi 10 anni dall’inizio della crisi, hanno visto una contrazione dei risultati economici e un calo progressivo della fiducia di investitori e clienti. Tutto ciò è dovuto anche – ma non solo – al cattivo andamento di alcuni Istituti. A questa già difficile situazione si è aggiunta l’emanazione di numerosi regolamenti e norme (ben 630 nei soli primi 6 mesi dell’anno), spesso difficoltosi nell’attuazione e a volte contraddittori. Ma anche in questo contesto, oggettivamente non semplice, la nostra Banca si appresta a presentare un bilancio positivo: è l’ottantesima volta consecutiva che questo accade. È un risultato di cui siamo orgogliosi, frutto di scelte lungimiranti, effettuate in passato ma condivise e ulteriormente sviluppate in questi ultimi anni. Scelte che hanno portato a privilegiare l’attività caratteristica di una banca, soprattutto se si tratta di una banca del territorio: fare più credito per favorire l’economia reale, escludendo la finanza speculativa; mantenere una dimensione che consenta di avere un rapporto diretto e personalizzato con i clienti; fornire risposte immediate a tutte le richieste che provengono da soci e clienti, ma anche da associazioni di categoria e istituzioni. Inoltre, puntare sulla solidità patrimoniale, e questo da prima che diventasse una moda, e fare della correttezza morale e della serietà professionale, valori ai quali crediamo e ai quali non vogliamo rinunciare, le nostre bandiere. Sono scelte che, purtroppo, non tutti adottano. A volte ci troviamo a confrontarci con concorrenti che tendono a mistificare la realtà. Abbiamo visto alcune banche magnificare la propria solidità patrimoniale, senza mai dire che, non facendo prestiti o facendone molto pochi, il loro patrimonio non è poi così solido come insistentemente pubblicizzano. Se noi riducessimo gli impieghi al loro livello, il nostro indice di solidità patrimoniale, che al 30 settembre era pari al 18,3% (comunSEGUE IN ULTIMA