Portfolio Giordana Petrucci

Corso di Laurea Magistrale in Architettura - Ambiente Costruito - Interni Accesso settembre 2019

Prima consegna

STATUS IBRIDO

Giordana Petrucci matricola 860260 nata a Giulianova il 27 dicembre 1996

Laureata in Progettazione dell’Architettura presso la Scuola di Architettura Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano

LAVORI INERENTI LA CARRIERA UNIVERSITARIA Fondamenti di Rappresentazione dell’Architettura a.a. 2015-2016 Laboratorio di Progettazione Architettonica \ a.a. 2015-2016 Laboratorio di Urbanistica \ a.a. 2015-2016 Fondamenti di Conservazione dell’Edilizia Storica a.a. 2015-2016 Laboratorio di Progettazione 2 \ a.a. 2016-2017 Laboratorio di Corstruzione dell’Architettura a.a. 2016-2017 Corso di Caratteri Distributivi e Tipologia degli Edifici a.a. 2016-2017 Laboratorio di Progettazione di Interni a.a. 2017-2018 Laboratorio di Progettazione Architettonica Finale \ a.a. 2017-2018 Laboratorio di progettazione Architettonica 3 \ a.a. 2018-2019

prof. Comi Claudio U. prof. Canella Riccardo, Giudo Davide, Bonaretti Pellegrino prof. Montedoro Laura, Vescovi Francesco prof. Giambruno Maria C. prof. Galliani Pierfranco, Bellini Oscar, Coronelli Dario A. M. prof. Daglio Laura, Del Pero Claudio prof. Gritti Andrea prof. Brenna Mariella, Pesenti Serena prof. Zanni Fabrizio, Boffino Massimo, Giacomini Lorenzo prof. Guidarini Stefano, Bassoli Caterina A.

CERTIFICATI O DOCUMENTI DI ATTIVITÀ DI TIROCINIO Tirocinio curricolare svolto presso lo Studio di Architettura HYPNOS di Nicola Brembilla Data di inizio: 27.04.2018 Data di fine: 18.05.2018 Durata 100 ore Convalidato il 27.07.2018 Tirocinio extracurricolare svolto presso lo Studio di Architettura Roberto Di Pizio Architetti Data di inizio: 20.07.2018 Data di fine: maggio 31.08.2018 Durata 100 ore

INDICE

ABSTRACT

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- PIEGARE IL PROGRAMMA \ CONCRETE Progetto per una scuola edile, scuola di danza e teatro Laboratorio di Progettazione Architettonica 1 prof. Canella Riccardo, Giudo Davide, Bonaretti Pellegrino

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a.a. 2015-2016

- SCAVARE E INNALZARE \ LANDFORM Progetto per la riqualificazione dello scalo di Porta Romana Laboratorio di Urbanistica prof. Laura Montedoro, Francesco Vescovi

a.a. 2015-2016

- FORARE PER GERARCHIE \ MODULO Progetto per edificio ad angolo in zona Porta Vittoria Laboratorio di Progettazione Architettonica 2 prof. Pierfranco Galliani, Oscar Bellini, Dario Coronelli

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a.a. 2016-2017

SOSPESA - RACCORDARE, INNESTARE \ LANTERNA Progetto per edificio ad angolo in zona Gorla Laboratorio di Progettazione Architettonica 3 prof. Stefano Guidarini, Caterina Bassoli

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a.a. 2018-2019

PONTE - INCIDERE E PIEGARE \ ILProgetto architettonico e paesaggistico in zona Lambrate Laboratorio di Progettazione finale prof. Fabrizio Zanni, Massimo Boffino, Lorenzo Giacomini

TIROCINIO EXTRACURRICULARE

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a.a. 2017-2018

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ABSTRACT

Il portfolio racchiude una selezione dei lavori svolti nella mia carriera universitaria. Sono stati scelti i progetti che più rappresentano il metodo appreso in questo percorso e del quale vorrei approfondire alcuni aspetti.

“Status ibrido” è il titolo che ho individuato per la raccolta, esplicitando una modalità di progettazione che, secondo me, è interessante e significativo nel disegno della morfologia urbana e paesaggistica.

Il doversi approcciare a scale di intervento differenti, le quali però sono in costante dialogo, crea intersezioni a condizioni locali e globali. Il concetto di paesaggio è diventato un concetto ibrido, allontanandosi dal suo significato originario. Il concetto di territorio invece viene ora esplorato andando ad analizzarne i vari e diversi strati -layering-.

L’ibridazione può essere intesa in duplice maniera: come “progetto” e come “processo”.

Fusione tra artificio e natura. Il primo carattere fondamentale che distingue l’ibrido urbano è la fusione tra “natura” e “artificio” in tutte le sue forme e dimensioni culturali, non più contrapposizione bensì intersezione tra di esse.

Interconnessione, sovrapposizione, interferenza dello spazio determinato. Interferenza di parti provenienti da differenti tipi e tessuti urbani assemblati in una forma nuova -ibrida-. Interferenza di scale e miscelazione di “materiali” urbani.

Il Professor e Architetto Luigi Coccia ci spiega che la base sugli studi sull’ibridazione urbana giunge a noi dalla “scuola italiana” sviluppatasi negli anni ’60. Essa ci ha fornito teorie e precisi metodi di analisi e progettazione.

Il merito di aver inteso il concetto di “forma urbana”, non in senso statico ma come forma di trasformazione dei sistemi urbani, va attribuito a Sergio Crotti. Lo scopo del design ibrido è dunque quello di poter creare spazi di relazione in grado di rompere il divario tra natura e artificio, tra pubblico e privato, costruendo spazi interstiziali, i quali incorporano un’interstiziale “natura di secondo livello”.

Tra le categorie ibride io tratterò quelle della piega e del poro, dove la prima è generatrice della seconda.

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CONCRETE - PIEGARE PER IL PROGRAMMA LABORATORIO DI PROGETTAZIONE 1 Prof. Riccardo Canella in collaborazione con Noemi Perina

VISTA ASSONOMETRICA - i colori individuano le funzioni indicate nella pagina seguente.

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Il progetto si inserisce all’interno della città di Tirano, nell’area in prossimità della stazione ferroviaria. In tale contesto, in parte montuoso e in parte cittadino, si inserisce l’area di progetto di nostro interesse, che sono oggi 20.000 mq di vuoto urbano creatosi in seguito alla dismissione dello scalo ferroviario industriale.

PIANTA PIANO TERRA

La necessità di una diretta connessione con la stazione ha generato un passaggio sotterraneo che conduce ad una piazza ipogea e un passaggio sopraelevato che porta alla copertura della scuola di danza -in rosa- e alla parete dei rocciatori -appartenente alla scuola edile, in verdone-.

Vi sono inoltre un teatro -in marrone- e una stazione degli autobus -in verde-.

PLANIVOLUMETRICO

Il concetto di piega e del piegare interessano l’ambito del suolo e della superficie. Il suolo, piegandosi, assume qualità architettoniche, urbane.

CONCRETE è il nome assegnato al progetto in quanto, a favorire l’azione del piegare

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-generando spazi continui e penetrati gli uni negli altri- è la malleabilità del calcestruzzo gettato in

opera. Dai pavimenti esso si innalza, generando continuità tra piano orizzontale -caplestabile- e verticale.

I percorsi, invece, sono tutti coperti da elementi in COR-TEN, creando anche un segno visivo per chi non conosce il complesso e deve raggiungere velocemente la stazione. Infine, per dare leggerezza e senso di sospensione alla struttura, è stato utilizzato il vetro.

VISTA DALLA COPERTURA DELLA SCUOLA DI DANZA

SEZIONE LONGITUDINALE

L’intento è quello di creare un progetto che si identifica come nodo dal punto di vista sia funzionale sia morfologico, componendo una “geografia costruita” la quale modifica il suolo increspandolo e piegandolo: il piano di calpestio diventa rampa, il muro copertura, si perde il concetto di margine; vengono creati nuovi luoghi all’interno dei quali l’utente sia in grado di orientarsi e muoversi, poiché la città contemporanea è soggetta ad una metropolizzazione dispersa.

Tali luoghi costituiscono il presidio contro le forme degenerative insite nella dispersione, caratterizzandosi su alcuni fattori comuni: la capacità di sintetizzare diverse funzioni, flussi, modalità di attribuzione di senso al luogo.

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VISTA PERCORSO CENTRALE - SCUOLA EDILE

MAQUETTE

VISTA STAZIONE AUTOBUS

LANDFORM - SCAVARE E INNALZARE LABORATORIO DI URBANISTICA Prof. Francesco Vescovi

in collaborazione con Paoloandrea Paganotto e Noemi Perina

VISTA ASSONOMETRICA - i colori individuano le funzioni indicate nella pagina seguente.

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AREA DI PERMEABILITÀ

SOGLIA

DIAGRAMMA DELLA PERMEABILITÀ

Il progetto si inserisce all’interno della città di Milano, nell’area dello scalo ferroviario di Porta Romana, con l’obiettivo di riqualificare la vasta area ex-industriale, ora in abbandono, mediante l’inserimento di funzioni utili al quartiere, quali: edifici per il terziario, per la ricerca, residenziali, locali commerciali, espositivi, cinema, verde urbano con area giochi e una grande piazza con la stazione dei treni di Porta Romana e l’accesso alla metropolitana Lodi TIBB. La “soglia” sopra illustrata equivale al passaggio ferroviario. Un’importante barriera, sia fisica sia visiva, risolta: con un passaggio sopraelevato interno al corpo commerciale-cinema; con la copertura della stessa attraverso una piega calpestabile del verde; con una piazza ipogea attraversata dalla ferrovia a 4 metri di altezza.

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VISTA AEREA SULLA PIAZZA

VISTA SULLA PIAZZA

La piega permette di creare realtà complesse, percepibili in modo non univoco, “spazi che non sono né interno né esterno, ma spazi o percorsi o elementi di vegetazione nello sviluppo delle necessità del progetto”, offrendo così differenti punti di vista. Questo approccio è stato seguito da Eisenman a Santiago e da molti altri architetti come Miralles, i Morphosis, UnStudio e altri.

Riprendendo i Morphosis sopra citati introduco ora il concetto di landform architecture.

La landform architecture propone un modo innovativo per l’architettura di confrontarsi con paesaggio e suolo fondato su un’architettura che si compone con il paesaggio e il suolo acquistandone le regole organizzative, o i caratteri conformativi, che si mescola col paesaggio scomparendo o mimetizzandosi nel suolo.

Architettura e paesaggio diventano un unico ecosistema.

L’architettura non è più un oggetto nello spazio ma uno strumento di costruzione dello spazio, come elemento di messa in scena del paesaggio di cui l’architettura stessa è parte.

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DIAGRAMMA STRATEGICO

LANDMARK

TRAMITI

FULCRI

Nel paesaggio architettonico emergono dei “Landmark” che spiccano per altezza, forma o materiale collegati da percorsi pedonali “tramiti”, formando due “fulcri” che sono anche i principali punti di accesso a tutta l’area d’intervento.

MODULO - FORARE PER GERARCHIE LABORATORIO DI PROGETTAZIONE 2 Prof. Pierfranco Galliani in collaborazione con Beatrice Botton

VISTA ASSONOMETRICA - i colori individuano le funzioni indicate nella pagina seguente.

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L’area di progetto è situata a Milano, all’incrocio tra via Cena e viale Umbria. Un lotto ad angolo con dei vincoli strutturali -in quanto al di sotto vi passa la metropolitana- risolti con parti di edificio a ponte -nonché accessi alla corte interna- e non permettendo l’edificabilità nella parte centrale. Essendo un’area complessa anche dal punto di vista perimetrale abbiamo deciso di tenere pochi e mirati allineamenti, che caratterizzassero però l’intervento.

Si è creato, attraverso i rivestimenti, una distinzione dei corpi vista la moltitudine di funzioni presenti, quali: spazio espositivo, locali commerciali, spazi dedicati al co-working, uffici, residenze universitarie e residenze duplex, oltre ai due livelli di parcheggi sotterranei.

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PIANTA ATTACCO A TERRA

PIANTA PIANO PRIMO

PROSPETTO VIALE UMBRIA

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VISTA DALLA CORTE INTERNA SUL CORPO DELLE RESIDENZE UNIVERSITARIE DIAGRAMMA ALLINEAMENTI

Il termine MODULO è in riferimento alle forature effettuate sugli edifici. Oltre che al rivestimento, anche le aperture aiutano alla distinzione funzionale. In base alla funzione, infatti, vi è un modulo per le aperture che si dimezza, raddoppia o triplica, in base alla necessità del programma che va a creare la figura ibrida del poro.

VISTA DA VIA GIOVANNI CENA

PROSPETTO VIA CENA

LANTERNA SOSPESA - RACCORDARE, INNESTARE

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LABORATORIO DI PROGETTAZIONE 3 Prof. Stefano Guidarini in collaborazione con Elisabetta R.M. Maggiore

CONCEPT

MATRICI GENERATRICI

RACCORDO

PENETRAZIONE

ARRETRAMENTO

INNESTO

L’area di progetto è proposta sulla piattaforma “Ri-formare Milano”. Il progetto architettonico per il completamento dell’isolato tra viale Monza e via Monte San Gabriele a Milano si pone come scopo quello di dare forma ad un edificio polifunzionale ad uso pubblico che rappresenti un’opportunità per convertire e riqualificare l’area ora in disuso dell’ex mercato comunale di Gorla in un lotto d’angolo dalle dimensioni ridotte, ma d’impatto sull’attuale impianto della città, vista la sua posizione lungo un’importante asse urbano.

La strategia adottata si propone di creare un sistema di integrazione tra la varietà funzionale di Gorla, quartiere periferico residenziale caratterizzato da un tessuto denso e isolati di piccole dimensioni, e la città, con un programma che permetta di creare uno spazio utile al pubblico. Un complesso polifunzionale che diventasse un punto di riferimento per il quartiere: una caffetteria situata nella corte interna, un piccolo supermercato 24/h -sulla via secondaria- e una scuola di danza nella lanterna sospesa su viale Monza. La decisione di non superare in altezza gli edifici che fiancheggiano il lotto ha inciso sulla creazione della lanterna -la definisco così in quanto è un corpo interamente vetrato e rivestito con il policarbonato-, utile al rapido riconoscimento del nuovo inserimento.

17 Il progetto si costituisce di due corpi di fabbrica principali che corrono parallelamente alle due vie che delimitano il lotto: il primo più massivo e piccolo, in continuità con la cortina edilizia di via Monte San Gabriele e di due piani fuori terra, funge da sostegno al secondo, il quale crea uno scarto con gli edifici adiacenti arretrandosi rispetto al filo strada e lasciando libero al piano terra un accesso alla corte interna. A questi edifici si aggiungono un corpo di servizio che funge da collegamento con il tessuto esistente e una caffetteria addossata alle pareti cieche del lotto che organizza lo spazio aperto. Sono state accostate le due funzioni di piccolo supermercato e scuola di danza, che potessero essere organizzate in spazi quanto più aperti e flessibili.

I materiali utilizzati per i rivestimenti sono principalmente tre: pannelli in policarbonato per la scuola di danza; COR-TEN per gli elementi leggeri come pensilina, scale e arredi esterni; e calcestruzzo a vista, quest’ultimo adottato sia per le facciate che per la pavimentazione dalla quale sono stati estrusi blocchi di varie dimensioni che fungono da sedute, playground, organizzazione dei percorsi pedonali e griglie di aerazione dei parcheggi presenti nel piano interrato.

PIANTA ATTACCO A TERRA

PIANTA PIANO PRIMO

PIANTA PIANO SECONDO

18 La piega, in questo progetto, si palesa nella pavimentazione esterna del pian terreno attraverso estrusioni quadrate del medesimo materiale -calcestruzzo-, creando sedute che scandiscono e delineano anche i percorsi interni al lotto. La piega, dopo essere stata incisa, spezzata, estrusa, resa parassita, pavimentazione, parete, margine, essa stessa si identifica come elemento ibrido che subisce a sua volta un’ibridazione.

VISTA D’INGRESSO ALLA CORTE INTERNA

PROSPETTO VIALE MONZA

VISTA NOTTURNA SULLA SCUOLA DI DANZA

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ASSONOMETRIA

Progettare per ibridazione significa individuare nuovi e diversi strumenti con cui andare a modificare la condizione urbana contemporanea, quindi non pensando in modo tradizionale, allontanandosi dal concetto di “tipologia”, e scoprendo nuove realtà operative e teoriche.

SEZIONE DI DETTAGLIO

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SEZIONE SCUOLA DI DANZA CON PROSPETTO INTERNO DEL SUPERMERCATO

SEZIONE SUPERMERCATO CON PROSPETTO INTERNO DELLA SCUOLA DI DANZA

VISTA DA VIA SAN GABRIELE

IL PONTE - INCIDERE, PIEGARE

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LABORATORIO DI PROGETTAZIONE FINALE Prof. Fabrizio Zanni in collaborazione con Sara Valsesia e Isotta Zarpellon

Le tre aree di progetto proposte nel laboratorio sono situate a Milano, più in particolare dietro la stazione di Lambrate, in prossimità della caserma.

Il principio attorno al quale si fonda questo progetto si incentra totalmente sulla figura ibrida della piega.

Sfruttando la piega abbiamo creato un percorso che unisse, fisicamente e concettualmente, tutte e tre le aree d’intervento.

Quest’ultimo è stato generato attraverso un lavoro di studio del suolo, andando ad individuare i tracciati regolatori da noi ritenuti più significativi confrontandoci con il contesto urbano circostante.

La direttrice da noi ritenuta primaria ha un andamento rettilineo che idealmente traccia un’asse di collegamento tra Città studi e la Green Belt -zona Parco Lambro, Parco degli Innocenti e Parco Forlanini-.

Questa è stata trasformata in un ponte verde pedonale; si ricollega inoltre, attraverso tracciati secondari che piegandosi si diramano dal ponte, sino a giungere al sito sottostante, giocando con il suolo su altezze diverse e creando nuove prospettive per l’utente. Da qui l’importanza della piega, la quale si caratterizza per il suo instaurare una continuità nella variazione tra le parti del progetto, favorendo la possibilità di mediazioni di scala attraverso un lavoro specialmente concentrato sui margini. In tal senso la piega, integrandosi con le altre figure di progetto prima enunciate -infra-struttura, spugna, corridoio-, conformerebbe un vero e proprio strumento operativo del progetto interscalare.

PLANIVOLUMETRICO

La pavimentazione del ponte, che prosegue nel lotto davanti, si gira e ripiega sugli edifici industriali preesistenti diventando copertura.

Abbiamo agito su di essa incidendola, creando così nuove fonti di luce e portando moviemento all’interno dei futuri spazi espositivi; viene data, in tal modo, nuova vita a realtà in disuso.

Seguendo la traccia del ponte, il percorso penetra all’interno diventando un passaggio coperto, sfruttandone lo scheletro strutturale; si crea così un collegamento diretto con il nuovo brolo di Cino Zucchi e Città studi.

Un aspetto significativo su cui volevamo lavorare nel nostro progetto è stato quello del layering, ovvero l’agire progettando attraverso vari strati -o layers- andando a contaminare i livelli, flussi e le funzioni. Anche l’edificio contamina e viene contaminato dal paesaggio attorno assolvendo a varie funzioni. Suolo e copertura diventano infine interscambiabili.

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VISTA AEREA SUL PONTE

“Attraverso le operazioni compiute sul suolo architettura e paesaggio si contaminano, si integrano, si ibridano, senza rimanere più categorie distinte. L’architettura si compone con il paesaggio (modellandolo, piegandolo, tagliandolo) e il paesaggio si ‘architettonicizza’, proponendo insolite figure (morfologiche e spaziali) architettoniche. In altri casi è il paesaggio che, prevalendo, ‘paesagizza’ l’architettura (riparandola, avvolgendola, coprendola).”

F. Zanni, Abitare la piega, Maggioli editore, 2010 VISTA SULLO SKATEPARK

23 L’archetipo del ponte risuona in ciascuno di noi, esso infatti rappresenta la ricucitura di una discontinuità lungo la strada del viaggiatore. Ricucitura che lo mette in grado di procedere in modo continuo oltre l’ostacolo, percependone il significato quanto più la struttura del ponte è ardita e leggera sopra il vuoto.

C

B’ A’

B A

C’

Simmel affronta il tema dell’insopprimibile duplicità della figura del ponte, come quella di qualunque “simbolo”. Egli sostiene che l’uomo è il demiurgo capace di istituire legami, di creare “ponti” tra le cose.

Egli inoltre coglie perfettamente il carattere “simbolico” del ponte che non è solamente ciò che unisce, ma anche ciò che unendo, continua necessariamente a separare. Il collegare non viene prima del separare, ma entrambi sono compresenti nella creazione dell’idea-immagine di ponte.

SEZIONE AA’

SEZIONE BB’

PLANIVOLUMETRICO PONTE

SEZIONE CC’

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Il concetto ibrido si palesa anche nella progettazione degli edifici presenti nell’area d’intervento: in questo caso la piega entra nel museo e accompagna il visitatore lungo tutto il percorso espositivo, come un nastro che entra e, attraversando e avvolgendo l’intera struttura, conduce all’uscita, creando un percorso lineare e continuo.

Nell’esploso di fianco sono segnati in rosso i percorsi: sopra, il percorso pedonale in copertura che, dal livello strada, conduce all’ingresso del museo all’interno dell’area -4 metri al di sotto-; sotto, il percorso espositivo descritto precedentemente.

ESPLOSO MUSEO

SEZIONE TRASVERSALE VISTA INTERNA

SEZIONE LONGITUDINALE

VISTE ESTERNE Con questi render si intende dare una visione d’insieme degli spazi esterni del lotto, data la sua dimensione e la complessità del progetto.

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LETTERA DEL RESPONSABILE DEL TIROCINIO EXTRACURRICULARE

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RELAZIONE PERSONALE SUL TIROCINIO EXTRACURRICULARE

Il tirocinio si è svolto in relazione alla mia esigenza formativa, su un ampio scenario professionale, lavorando su temi di architettura piuttosto differenti tra loro. Gli elaborati sono stati prodotti mediante l’utilizzo dei comuni software per la progettazione architettonica e l’impaginazione grafica -CAD, sketchup, photoshop-.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!