Oltre il giardino laboratorio di permacultura urbana

analisi svolta nell’ambito di

in collaborazione con

INDICE

Introduzione

3

1. IL CONTESTO: UN LUOGO MARGINALE AL CENTRO DELLA CITTÀ

5

La situazione di degrado

6

Strategia e azioni non efficaci

8

2. LABORATORIO SPERIMENTALE DI PERMACULTURA URBANA

9

Nascita dell’iniziativa

9

La risorsa fondamentale: una comunità attiva

11

Azione d’innesco

12

Periodo di attività del Laboratorio

13

3. PRINCÌPI

15

Metodo

15

Il ruolo della permacultura nel progetto

16

Il ruolo del verde urbano nella rigenerazione

17

Il ruolo della pubblica amministrazione

19

Gli obiettivi

20

Sostegno alle azioni.

20

4. ATTIVITÀ SVOLTE NEL LABORATORIO

21

Sperimentazione di pratiche d’uso utili alla rigenerazione

21

Sperimentazione di pratiche innovative di gestione del verde urbano.

28

5. ATTIVITÀ DI SUPPORTO AL LABORATORIO.

32

Collaborazione con l’amministrazione per la scrittura di norme condivise

32

Attività di monitoraggio

37

Attività specifiche in tema di ordine pubblico e sicurezza

39

6. STRUMENTI

41

Strumenti normativi

41

Sostegno al progetto: il fund raising

42

Comunicazione

43

7. EFFETTI REGISTRATI

43

Benefici in termini d’incremento di utilizzo dell’area

44

Benefici in termini di sicurezza percepita

45

Benefici in termini di numero e tipologia di attività commerciali insediate

45

Benefici in termini di minori costi di gestione del verde pubblico

46

8. PROBLEMATICHE

47

Difficoltà strutturali

47

Difficoltà funzionali

48

9. GLOSSARIO

49

Cos’è la rigenerazione urbana

49

Cosa si deve intendere per sostenibilità nella rigenerazione

49

Qual è la comunità attiva per la rigenerazione

50

La coesione sociale come risorsa necessaria per la rigenerazione

51

Conclusioni

53

Introduzione Il report riguarda il processo di rigenerazione, attivato nel 2014 attraverso l’iniziativa sperimentale Oltre il Giardino Laboratorio di permacultura urbana, finalizzato a fronteggiare i fenomeni di degrado in un’area pubblica situata nel centro urbano di Pordenone. Il Laboratorio è frutto dell’attività di un gruppo di ricerca nato allo scopo di tradurre in forma propositiva gli esiti fallimentari del processo partecipato di costruzione del nuovo PRGC che nelle intenzioni dichiarate dall’amministrazione comunale avrebbe dovuto costituire la base di un nuovo modello di governance per il “rilancio” del territorio ma che, nei fatti, si è limitato a un sondaggio dei desideri e alla condivisione di scelte e decisioni già assunte (peraltro per molti versi contraddittorie rispetto agli obiettivi dichiarati e alle necessità reali).

Nel documento si analizzerà lo svolgimento del processo di rigenerazione Oltre il Giardino, descrivendone le caratteristiche e le criticità, nelle diverse fasi che hanno portato l’amministrazione comunale di Pordenone a dotarsi del Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni 1, strumento normativo il cui scopo è quello di disciplinare in modo innovativo i rapporti fra amministrazioni pubbliche e soggetti privati nell’occuparsi dei beni comuni agevolando lo sviluppo di relazioni collaborative basate su modelli socialmente ed economicamente virtuosi e sostenibili 2.

Partendo dall’assunto che le relazioni collaborative di cui si parla si attuano: “(…) mettendo la sfera degli enti pubblici, il blocco imprenditoriale e quello del Terzo settore in condizioni, non solo di dialogare, ma di progettare e gestire insieme tutta una serie di servizi nell’ambito del welfare inteso in senso ampio (non solo sanità e assistenza ma tutto ciò che riguarda il benessere delle persone: quindi anche la cultura, i beni comuni)” e che per farlo:

1 2

http://www.labsus.org/wp-content/uploads/2014/11/Regolamento-amministrazione-condivisa.pdf

Stefano Zamagni: “L’economia del bene comune”, Città Nuova, 2007.

“Bisogna creare (…) un modello teorico di governance che ancora non esiste al mondo, mentre esistono delle buone pratiche che, in questo caso, sono venute prima della teoria (…)” 3 il Regolamento in questione è stato redatto attraverso la collaborazione fra la pubblica amministrazione di Pordenone e il gruppo di ricerca Il Ballo della Scrivania 4 (interessato alla sua adozione poiché attivo nel progetto Oltre il Giardino) sulla traccia del documento approvato dal Comune di Bologna nel 2014

5

e delle varianti adottate in numerosi comuni in

tutta Italia.

Per quanto riguarda il gruppo di ricerca, la necessità di disporre del Regolamento originava dall’esigenza di nuove norme che consentissero di superare, senza provvedimenti ad hoc, gli scogli burocratici presenti nella la relazione collaborativa con la pubblica amministrazione nell’ambito di un progetto di gestione condivisa. Da parte dell’amministrazione comunale, sulla scorta di quanto sperimentato nel progetto Oltre il Giardino, la necessità era legata al desiderio di stimolare la nascita e di facilitare lo sviluppo di nuove iniziative per la gestione condivisa dei beni comuni.

Nelle prossime pagine, oltre a descrivere il contesto, i princìpi sui quali si è costruito il laboratorio e le diverse fasi del processo, si analizzeranno i vari passaggi e le criticità emerse durante la sperimentazione. In particolare, si cercherà di far luce su quali siano gli elementi e le condizioni utili a far sì che i processi di valorizzazione e di capacitazione del patrimonio sociale, necessari alla vita di questo nuovo modello di governance, possano nascere, crescere e sostenersi.

3

Intervista a Stefano Zamagni in “VALORI - Periodico di economia sociale, finanza etica e sostenibilità”, 2013

4

https://ballodellascrivania.wordpress.com/

5

http://www.labsus.org/i-regolamenti-per-lamministrazione-condivisa-dei-beni-comuni/

1. Il Contesto: un luogo marginale al centro della città Pordenone, capoluogo di provincia friulano, è un comune di circa 50.000 abitanti all’interno di una conurbazione che ne conta oltre 80.000.

L’area oggetto del Laboratorio di permacultura urbana Oltre il Giardino si trova nella zona centrale della città, fra le vie Brusafiera e Bertossi, immediatamente a ridosso del centro storico, ed è delimitata da edifici che ospitano residenze e uffici, con portici pedonali e aree di verde pubblico sulle quali si affacciano le vetrine degli spazi commerciali.

Nonostante sia collocata nel centro storico della città, l’area di via Brusafiera, presenta delle peculiarità che la portano a essere considerata un luogo marginale. I gestori delle attività commerciali insediate da più tempo nell’intorno la definiscono addirittura “periferica”, denunciando la condizione attuale quale risultato di un processo che si è svolto nel tempo e acuito negli ultimi anni.

Le ragioni della sensazione di marginalità trasmessa da questo luogo vanno ricercate in una serie di scelte non particolarmente felici, compiute nel tempo, che hanno riguardato da una parte il disegno complessivo dello spazio urbano e dall’altra le funzioni collocate all’interno del costruito, che concorrono a privare l’area delle caratteristiche necessarie a far sì che essa venga vista e vissuta in continuità con il tessuto del centro storico.

La percezione espressa dai commercianti di trovarsi in un’area periferica viene confermata dal mercato immobiliare che, localmente, registra la presenza di spazi commerciali offerti a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli dei negozi che, a pochi metri di distanza, sono collocati in un contesto identificato invece come “area centrale e commercialmente viva” della città.

La situazione di degrado Il declino verso una situazione di vero e proprio degrado dell’area è avvenuto gradualmente, ed è culminato nel 2014 con l’abbandono di gran parte degli spazi commerciali, seguito dall’insediamento di ben due attività impegnate nel settore delle scommesse e del gioco d’azzardo, e dalla comparsa di attività illegali legate al consumo e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Queste ultime, svolte prevalentemente nelle aree di verde pubblico sulle quali si affacciano i palazzi e nel cortile dell’edificio che in quel periodo ospitava al piano terra gli spazi espositivi di un museo per l’arte contemporanea (PArCo2) e ai piani superiori una sede degli uffici comunali.

La sensazione di decadenza trasmessa dagli spazi commerciali sfitti, e il disagio generato dalla presenza di persone e attività poco gradite (oltre a quelle illegali) erano aggravati dalla scelta di isolare l’area, per “ragioni di sicurezza e di controllo”, inibendo l’accesso al percorso pedonale di attraversamento del cortile della sede comunale nei momenti di chiusura degli uffici.

L’inibizione riguardava solo un lato d’ingresso al giardino, lasciando completamente aperto e accessibile quello dal lato opposto (meno visibile dalla strada). Ciò avveniva in orari e giornate in cui l’edificio comunale era disabitato, con il risultato di creare di un cul de sac urbano, appartato dalle zone di passaggio più frequentate, nel quale, a dispetto delle telecamere di sicurezza e dei cartelli di divieto di accesso alle aree verdi, non cessava lo svolgimento di attività illegali e il perpetuarsi di comportamenti poco desiderabili.

I ripetuti interventi delle forze dell’ordine, compiuti attraverso vere e proprie retate (necessariamente occasionali) si rivelavano scarsamente efficaci nel modificare le sorti dell’area, essendo in grado di incidere solamente sulle situazioni di conclamata illegalità.

Gli spazi pubblici di via Brusafiera sono da sempre un luogo frequentato da giovani nella fascia d’età fra i 14 e i 20 anni. Prima dell’insediamento del laboratorio, la zona era nota fra i ragazzi con il nome di area delle tombe (dalla forma a sarcofago di alcune prese d’aria dei garage sottostanti. Nell’area di via Brusafiera si concentra molto del lavoro degli operatori di strada, attivi nella prevenzione legata al consumo di alcool e sostanze stupefacenti, per intercettare le situazioni a rischio.

Durante il periodo di osservazione e raccolta d’informazioni che precedette l’avvio del laboratorio, emerse che il sostegno finanziario a tali progetti non godeva della continuità necessaria a rendere il lavoro degli operatori davvero efficace. È intuibile, pertanto, quanto la situazione locale fosse fonte di una generale attenzione e preoccupazione: se ne intuivano i potenziali (e purtroppo talvolta già espressi) effetti negativi, che si estendevano ben oltre il campo di quelli, più ovvi, relativi al contesto nel quale il degrado si manifestava.

Strategia e azioni non efficaci Per rispondere al crescente degrado dell’area di via Brusafiera, la strategia messa in campo dalle istituzioni si concentrò sulla “gestione dell’ordine pubblico” attraverso: • interventi di isolamento fisico dell’area (chiusura al transito da via Bertossi); • “azioni a sorpresa” delle forze dell’ordine; • posizionamento di telecamere di sicurezza; • imposizione del divieto di accesso alle aree verdi.

I provvedimenti non si rivelarono particolarmente efficaci nel migliorare la situazione complessiva, e contribuirono ad aggravarla portando a identificare la zona di via Brusafiera come una parte della città irrimediabilmente degradata e pericolosa.

Disincentivare la frequentazione dell’area e inibire l’attraversamento del cortile, ebbero come unico risultato quello di sostenerne e agevolarne il declino.

Le azioni degli abitanti, finalizzate a proteggersi dagli atti vandalici e dalle “cattive pratiche” (attraverso il posizionamento di telecamere, di cancelli, ecc.) risultarono anch’esse poco efficaci in mancanza di un sistema di controllo e presidio naturale costituito dalla presenza continuativa di attività e di persone.

L’aspetto sostanzialmente ordinato (seppur anonimo) delle aree verdi e un’immagine nel complesso gradevole del contesto (grazie soprattutto alla presenza dell’edificio e del cortile comunale, frutto di un accurato progetto) non erano in grado di condizionare positivamente né la situazione reale né quella percepita.

Nulla stimolava i passanti o gli abitanti a trascorrere il proprio tempo in quel luogo; e la sua bellezza non induceva le persone che lo frequentavano a tenere comportamenti particolarmente rispettosi o virtuosi: così la spirale del degrado, in un contesto in apparenza impeccabile, si autoalimentava,

2. Laboratorio sperimentale di permacultura urbana La prima analisi delle problematiche presenti nell’area pubblica di via Brusafiera / Bertossi rese evidente il manifestarsi di una situazione piuttosto diffusa laddove gli interventi di riqualificazione urbana si limitano “all’abbellimento” o al ridisegno degli spazi pubblici.

Nel “fare ordine” in una porzione di città, trascurare di indagare il sistema delle relazioni che gravano su quel luogo (e quindi ignorare le caratteristiche peculiari dell’ecosistema urbano nel quale si opera) può produrre effetti indesiderati, in taluni casi opposti rispetto all’obiettivo di realizzare una città “migliore”. Un approccio monco, infatti, ha spesso come risultato la produzione di uno spazio ideale solo per gli abitanti che vivono nell’immaginario di chi lo progetta o, in alternativa, nel desiderio di chi commissiona il progetto di riqualificazione.

Raramente lo spazio così prodotto si rivela capace di condizionare le abitudini o è in grado di modificarne gli aspetti non desiderati, che sono spesso connessi a necessità reali (o ad abitudini) alle quali non viene riconosciuta legittimità nemmeno quando, a opera eseguita, si manifestano in un uso che - poiché non corrisponde a quello voluto - viene solitamente liquidato come “improprio”. Un approccio semplicistico la cui “ingenuità” ha la straordinaria capacità di trasformare una carenza progettuale in un problema sociale (con le relative complicazioni). Una riflessione sui limiti e sulle contraddizioni dell’approccio tradizionalmente usato nella progettazione e nella gestione degli spazi urbani è la base critica dalla quale si è partiti nel concepire il Laboratorio Oltre il Giardino, con l’obiettivo di strutturare modalità diverse, e maggiormente virtuose, di affrontare il tema della riqualificazione della città.

La coscienza critica, una diversa e più profonda assunzione di responsabilità, l’osservazione pluridisciplinare, il learning by doing costituiscono le basi fondamentali sulle quali si è costruito il Laboratorio di permacultura urbana Oltre il Giardino.

Nascita dell’iniziativa Nella situazione di degrado descritta, la presenza della Galleria per l’arte contemporanea (PArCo2) al piano terra dell’edificio comunale, un ampio spazio adatto a essere utilizzato per workshop, attività laboratoriali, performative o altri usi non necessariamente espositivi, provvista di vetrate e accessi diretti dal cortile, appariva come una preziosa risorsa che, se debitamente messa a frutto, con un’organizzazione e attività mirate allo scopo, avrebbe

potuto rivelarsi decisiva per una rivitalizzazione virtuosa dell’intera area. In considerazione di ciò, la decisione assunta alla fine del 2013 dall’amministrazione comunale di chiudere la Galleria per trasferirvi i propri uffici, motivata dalla necessità di “razionalizzare l’uso degli edifici pubblici”, e operata senza alcuna riflessione riguardo al contesto in cui tale scelta veniva calata e senza alcuna percezione che tale decisione avrebbe di fatto privato quel luogo di un potenziale motore di rigenerazione, apparve da subito assai poco ragionevole.

Nonostante i dubbi espressi e l’opposizione manifestata dalla popolazione anche attraverso una petizione di sensibilizzazione indirizzata al Sindaco, promossa dal gruppo di ricerca costituito per l’occasione sotto il nome de Il Ballo della Scrivania e sottoscritta da oltre 1.200 persone, la decisione assunta dalla Giunta comunale fu irrevocabile.

La risorsa fondamentale: una comunità attiva

Se è vero che la campagna di sensibilizzazione non impedì all’amministrazione di portare a termine il proprio programma (la trasformazione della galleria PArCo2 in uffici), è altrettanto vero che la raccolta firme, condotta attraverso l’incontro, il confronto, lo scambio d’idee e di informazioni, generò abbastanza inaspettatamente una vera e propria rete sociale all’interno della città.

Le persone parlavano, si scambiavano idee, informazioni, conoscenze. Emergeva da parte di alcuni e la volontà di condividere le proprie capacità in un progetto utile alla città. Un patrimonio sociale che venne accolto ed entrò subito a far parte attivamente del gruppo di ricerca ampliandone il campo delle competenze, e che ha consentito di dare vita al progetto Oltre il Giardino, grazie anche al fondamentale apporto di un assessore comunale sensibile e disponibile al confronto critico e alla collaborazione.

Il primo gesto concreto attuato dall’amministrazione comunale, su proposta del gruppo di ricerca, fu il ripristino del percorso urbano attraverso il cortile comunale di via Bertossi / Brusafiera, in precedenza interrotto per esigenze di “controllo dell’area”.

L’azione estremamente pratica, oltre che simbolica, determinò l’inizio di un dialogo fra l’amministrazione e il gruppo di ricerca, e rappresentò il primo passo nel percorso di costruzione di un progetto condiviso.

Il progetto Oltre il Giardino ha preso forma attraverso il confronto fra la comunità dei cittadini attivi e l’amministrazione comunale, entrambe disponibili a impegnarsi insieme per la realizzazione di un progetto mirato a rigenerare l’area di via Brusafiera. Il processo di rigenerazione si è sviluppato mettendo in atto i principi della sussidiarietà orizzontale, che nel mettere a frutto le risorse disponibili, non si sostengono attraverso finanziamenti pubblici.

Azione d’innesco Come azione d’innesco, il progetto Oltre il Giardino prevedeva la realizzazione in autocostruzione di un orto condiviso, aperto a tutti, nelle aiuole di verde pubblico di Via Brusafiera.

Dopo un breve iter per individuare quali fossero le modalità più efficaci per poter attivare celermente l’iniziativa, venne sottoscritta la prima convenzione fra il gruppo di ricerca, l’amministrazione e GEA Gestioni Ecologiche e Ambientali SPA (la società partecipata che a Pordenone si occupa del verde pubblico urbano e dei rificuti) per la gestione condivisa delle aree di verde pubblico di via Brusafiera.

Nel mese di ottobre del 2014 si diede il via alla campagna informativa dell’iniziativa, e a novembre ebbero inizio le attività del Laboratorio di permacultura urbana. Grazie al coinvolgimento di GEA nel Laboratorio Oltre il Giardino si è attivato un progetto sperimentale di gestione innovativa e sostenibile delle aree verdi a supporto della rigenerazione.

Periodo di attività del Laboratorio Il Laboratorio di permacultura urbana Oltre il Giardino è stato attivo dal 2014 al 2016, in un rapporti collaborativo con l’amministrazione comunale, e si è concretizzato nella la realizzazione di un orto condiviso e di laboratori, workshop creativi e incontri di comunità finalizzati a stimolare e accompagnare l’avvio di un volano di rigenerazione dell’area di via Brusafiera e del suo intorno.

Per l’avvio, il Laboratorio si è avvalso delle norme che incentivano i processi collaborativi fra pubblica amministrazione e gruppi di cittadini attivi (art. 24 DL 12/9/2014 “Sblocca Italia” coordinato con la Legge 164/2014 del 11/9/2014).

La convenzione fra i cittadini e l’amministrazione comunale è stata rinnovata più volte durante i due anni di permanenza dell’iniziativa.

Le condizioni della collaborazione, i soggetti coinvolti e il progetto, sono stati modificati nel tempo e ridefiniti ad ogni riconferma in base alle necessità e agli effetti delle azioni svolte.

Dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale del Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni, la convenzione fu trasformata in un Patto di collaborazione.

Il Patto di collaborazione sottoscritto nel 2016 si differenziava dai contratti di collaborazione precedenti perché per la prima volta includeva fra i partner del progetto i gestori delle attività commerciali (alcuni dei quali insediati nell’area nel corso dell’anno proprio in seguito alle azioni del Laboratorio).

La sottoscrizione del primo Patto di collaborazione avvenne subito dopo l’insediamento della nuova Giunta comunale, nel luglio 2016. Fu stabilito di porre la sua scadenza a fine anno per poi, dopo le opportune verifiche e gli eventuali “aggiustamenti” del documento, sottoscrivere nuovamente il Patto per il 2017.

Diversamente da quanto concordato, a fine 2016, in prossimità della scadenza, l’amministrazione comunale anziché avviare la procedura di ridefinizione dei contenuti della collaborazione, ha comunicato ai partner la propria decisione di non rinnovare il Patto.

La comunicazione ai rappresentanti del gruppo di ricerca è stata data dal Capo Gabinetto del sindaco. Gli altri partner del progetto (i commercianti e il responsabile scientifico del progetto) sono stati convocati in riunioni separate, e hanno ricevuto la notizia da un funzionario comunale.

In seguito, l’amministrazione ha annunciato l’intenzione di attuare un proprio progetto, concepito in totale autonomia, per il “riordino” degli spazi verdi di via Brusafiera attraverso la loro trasformazione in un’area “con prato all’inglese destinata a parco giochi recintato provvisto di attrezzature eco-compatibili e accessibili per bambini affetti da disabilità”.

La decisione di non rinnovare il Patto di collaborazione è stata assunta unilateralmente dalla Giunta, che ha motivato il proprio abbandono come un generico “cambio di strategia”.

3. Princìpi Metodo Per l’avvio del processo di rigenerazione urbana degli spazi di via Brusafera si è scelto di optare per un metodo sperimentale di ricerca/azione poiché un approccio di questo tipo si rivela in grado di produrre risultati.

Si tratta di una metodologia flessibile che attraverso la verifica in ogni sua fase, consente l'aggiustamento in itinere del processo sulla base dei feedback. Questo tipo di ricerca è in grado di produrre effetti, cioè risultare efficace, nel momento stesso in cui la si attua.

Il termine ricerca/azione si riferisce a un modello di ricerca che collega la ricerca stessa al cambiamento e ha come obiettivo il miglioramento dei sistemi sociali con i quali viene in contatto; la ricerca viene progettata per modificare il campo di indagine nel momento stesso in cui lo si studia, e non si limita ad indagare per sapere ma si concentra sulla risoluzione del problema.

Nella prospettiva della ricerca/azione il ricercatore non si limita a osservare, ma è colui che agisce per il cambiamento, ponendo in continuità conoscenza e azione.

Tale relazione di continuità si traduce in un'etica della responsabilità basata non tanto sulla rettitudine delle intenzioni o sulla bontà delle procedure, quanto sulla capacità di prevedere le possibili conseguenze delle azioni, sulla verifica della loro efficacia rispetto ai risultati attesi e sulla rispondenza agli obiettivi.

Nei processi di rigenerazione urbana tra i ricercatori e gli altri soggetti coinvolti (cittadini, operatori economici, pubblica amministrazione) c’è un rapporto di confronto e collaborazione nella definizione dei problemi, così come nello svolgimento ed impostazione delle azioni.

Per la realizzazione del Laboratorio Oltre il Giardino è stato adottato un processo integrato di progettazione di tipo ciclico che si sviluppa in otto fasi.

A supporto delle azioni finalizzate alla rigenerazione, il gruppo di ricerca si è occupato di: •

garantire la disponibilità dell’area attraverso l’individuazione delle norme e degli strumenti più opportuni e utili ad assicurare la possibilità di realizzare le attività;

•

rendere disponibili gli spazi di via Brusafiera a chiunque avanzasse delle proposte di attività che potessero essere utili alla rigenerazione e, allo scopo di ampliarne il bacino di interesse, si rendesse disponibile a collaborare con i ricercatori e con altri soggetti per svilupparle e realizzarle;

•

coordinare le attività del Laboratorio e le relazioni con i partner istituzionali;

•

fornire il supporto creativo, tecnico e logistico per la realizzazione delle attività;

•

fornire una piattaforma di comunicazione attraverso il blog e i social network.

•

individuare risorse e capacità attivabili, utili al sostegno processo di rigenerazione (fund raising).

•

rilevare le criticità presenti nell’area di progetto e redigere i relativi report da condividere con i partner

•

monitorare gli effetti delle azioni prodotte all’interno del Laboratorio.

Il ruolo della permacultura nel progetto L’incontro del progetto Oltre il Giardino con la permacultura è avvenuto quasi casualmente per le necessità connesse alla volontà di realizzare un orto urbano condiviso (azione d’innesco del progetto) che, nonostante un impiego di risorse limitato in termini di disponibilità materiali e di tempo da impiegare nelle attività, producesse dei risultati comunque soddisfacenti.

La permacultura non si propone solo come una tecnica di coltivazione sostenibile, ma bensì come un processo ecologico sperimentale che, nella sostanza, segue principi analoghi a quelli che caratterizzano i processi di rigenerazione. Nell’ecosistama urbano, così come in quello naturale, la tutela della “biodiversità” consente l’instaurarsi nel tempo di un maggiore e sano equilibrio. In un ecosistema non antropizzato l’equilibrio è di tipo biologico, in quello urbano agli aspetti naturali si sommano gli aspetti sociali, culturali ed economici.

Allo scopo di riequilibrare un ecosistema (quello di via Brusafiera) che mostrava una tendenza all’isolamento e a uno “sviluppo monoculturale” il Laboratorio Oltre il Giardino si è insediato con l’obiettivo di compiere azioni che migliorassero le relazioni fra quel luogo e l’intero ambiente urbano, ma anche che cambiassero gli equilibri interni a quel piccolo ecosistema. Nel Laboratorio l’avvio di tali cambiamenti è stato perseguito attraverso la sperimentazione di nuove pratiche d’uso utili alla rigenerazione e ad azioni e di cura

condivisa continuate nel tempo. Il progetto Oltre il Giardino risulta essere il primo esperimento italiano di permacultura urbana, ed è stato seguito nel suo svolgimento dall’Accademia italiana di Permacultura.

Nel Laboratorio Oltre il Giardino la sperimentazione parte dall’osservazione, e prosegue attraverso un processo ciclico di ricerca, azione e apprendimento, che prevede per ciascuno degli elementi e dei soggetti che ne fa parte un ruolo attivo nel sistema delle relazioni esistenti all’interno del processo stesso (sia che si tratti di un processo di coltivazione, sia che si tratti di un processo di rigenerazione).

I risultati perseguiti dai processi rigenerativi, così come da quelli permaculturali, non si limitano agli effetti visibili e misurabili di valorizzazione delle risorse (e di produzione di ortaggi) ma allargano il campo alla produzione di consapevolezza, di relazioni sociali, di scambi culturali, e attraverso l’apertura al confronto e all’invenzione, stimolano nuove economie per estendere gli effetti virtuosi ben oltre il contesto locale da rigenerare (o coltivare).

Il ruolo del verde urbano nella rigenerazione La sperimentazione condotta nell’area di via Brusafiera ha dimostrato come il verde urbano possa avere un ruolo attivo e decisivo nei processi di rigenerazione, rimodulando l’idea che: •

una buona gestione delle aree verdi debba necessariamente esprimersi attraverso l’igienizzazione, e cioè attraverso lo sfalcio “a raso” delle aiuole e dei prati;

•

la presenza di aree verdi in città sia di per sé indice di qualità urbana e ambientale indipendentemente da come esse vengono gestite.

Nel concepire il progetto, l’insieme di entrambi gli assunti è stato riconsiderato in base a

una visione più critica. La cura delle aree verdi secondo i princìpi espressi, infatti, oltre a comportare parecchie diseconomie, produce nei fatti una minore qualità estetica e

ambientale rispetto a quella che si potrebbe ottenere trattando la natura in città come una risorsa utile davvero a migliorare la città rigenerandola.

Nell’ottica del Laboratorio, per valorizzare il verde urbano (che peraltro a Pordenone è presente con uno standard quantitativo fra i più elevati in Italia) non sono necessari particolari investimenti finanziari ma un investimento culturale: cioè una riflessione critica su quali siano i reali effetti delle politiche e delle tecniche utilizzate per gestirlo.

L’ambizione della teoria e delle pratiche tipiche della “città ordinata” è quella di produrre una città in cui le aree verdi abbiano l’aspetto di un elegante “prato all’inglese”, nel quale la presenza degli abitanti è contemplata unicamente nella veste di fruitori.

Quel che si ottiene nei fatti è una città in cui gli spazi e le aiuole verdi sotto casa ci sono ma nei differenti contesti presentano delle peculiarità che ne annullano i potenziali benefici: •

hanno un aspetto del tutto anonimo perciò non se ne percepisce nemmeno l’esistenza;

•

sono concepiti come “aiuole fiorite” e quindi non come spazi fruibili;

•

non sono abbastanza naturalistici da indurre le persone a frequentarli, cosicché la natura viene ricercata altrove, in spazi più lontani da casa come i parchi, oppure direttamente fuori dalla città;

•

sono spazi attrezzati in modo funzionale ed esclusivo per “utenti speciali” (aree gioco, aree sgambatura cani) spesso isolati attraverso recinzioni non sempre particolarmente efficaci a garantire la perseguita “sicurezza” (e in qualche caso nemmeno davvero necessarie);

•

in quanto beni pubblici sono “intoccabili”, cosicché le persone non li percepiscono come propri, e agiscono di conseguenza.

Ciò premesso appare chiaro quanto la modalità scelta per gestire le aree di verdi in città possa condizionare la loro capacità di incrementare davvero la qualità urbana, ma soprattutto la capacità di svolgere un ruolo utile al benessere sociale: cioè di stimolare •

buone pratiche

•

abitudini virtuose

•

relazioni di comunità nel prendersene cura

contribuire quindi non solo a migliorare lo spazio urbano ma incoraggiare e supportare relazioni virtuose fra coloro che abitano la città.

Il ruolo della pubblica amministrazione Nella relazione collaborativa fra cittadini attivi e pubblica amministrazione, la legge prevede che il compito della pubblica amministrazione sia quello di assicurare flessibilità e semplicità, fornendo prescrizioni, assistenza e la maggiore informalità procedurale possibile (nel rispetto delle norme) a coloro che presentano proposte operative sostenibili e realizzabili finalizzate alla cura e alla rigenerazione dei beni comuni urbani, senza il sostegno finanziario pubblico.

Tale principio, oltre ad essere sancito dalla legge, viene riconfermato dalle singole amministrazioni, che precisano le condizioni e le modalità della collaborazione attraverso l’adozione di Relativi regolamenti attuativi, che per essere efficaci rispetto agli obiettivi, devono normare con chiarezza ruoli, principi e responsabilità nella relazione fra cittadini attivi e pubblica amministrazione. A essi fanno riferimento i singoli Patti di collaborazione, sottoscritti dai partner per ciascuna iniziativa.

Il ruolo della pubblica amministrazione nel processo di rigenerazione di cui si tratta (Oltre il Giardino) è quindi quello di accompagnare e facilitare le azioni finalizzate alla rigenerazione, e prevede un impegno nel coordinamento della strategia di azione insieme ai partner, e una collaborazione alla verifica degli effetti delle azioni espresse nell’ambito del Laboratorio in relazione agli obiettivi. Oltre, ovviamente, a mettere a disposizione del progetto l’area da rigenerare.

Gli obiettivi •

Accogliere le iniziative spontanee dei cittadini in risposta ad una situazione di degrado urbano utili alla vitalità di un luogo della città.

•

Stimolare la socializzazione e il coinvolgimento nell’occuparsi insieme della cura dei beni comuni attraverso la sperimentazione di nuovi modelli della sussidiarietà.

•

Incoraggiare l’avvio di un volano di riqualificazione urbana e sociale dell’area specifica e del suo intorno.

•

Valorizzare la responsabilità quale elemento centrale nella relazione collaborativa, finalizzata alla produzione di risultati utili e misurabili, fra cittadini attivi e pubblica amministrazione.

•

Promuovere concretamente, attraverso la sperimentazione di pratiche di gestione virtuose, una sensibilizzazione ai temi della sostenibilità economica e ambientale.

Sostegno alle azioni.

Per la realizzazione delle attività, il Laboratorio non ha mai beneficiato di contributi pubblici ma, coerentemente ai principi collaborativi e di sostenibilità del progetto, ha calibrato le proprie azioni in base alle risorse umane e materiali che, nelle diverse occasioni, si sono rese disponibili. Il sostegno alle azioni sperimentali si è ricercato attraverso attività di fundraising.

4. Attività svolte nel Laboratorio Le attività del Laboratorio sono state progettate per essere inclusive, non indirizzate a un target predeterminato, e realizzate allo scopo di condividere interessi e stimolare curiosità e nuove relazioni. Perciò il gruppo di ricerca ha non ha mai progettato un “calendario delle attività” del Laboratorio, ma si è limitato a fissare un appuntamento (ogni sabato alle 10.00 negli “spazi Oltre il Giardino”) per la realizzazione e la cura di un orto condiviso, nell’ambito del quale sono state accolte, oltre alle persone, le proposte emerse spontaneamente in occasione degli incontri.

La funzione svolta dai ricercatori, nel ricevere le proposte e gli spunti offerti dai singoli o dai gruppi, è stata quella di accompagnare il loro sviluppo per giungere a concretizzarle in azioni / attività, e di fornire il supporto creativo/tecnico/logistico utile alla loro realizzazione, senza però mai sostituirsi ai proponenti, che hanno sempre goduto di libertà e autonomia, a condizione di impegnarsi attivamente in prima persona.

Sperimentazione di pratiche d’uso utili alla rigenerazione Creazione di un orto urbano condiviso Realizzato con la tecnica della permacultura, attraverso l’utilizzo di materiali organici residui reperiti localmente (che vanno dagli sfalci/potature prodotti nelle aree verdi vicine, ai materiali di scarto prodotti dalle vicine attività commerciali) e il riciclo di materiali di recupero giacenti presso i magazzini comunali. L’orto

A Oltre il Giardino si impiegano materiali di scarto reperiti nei magazzini comunali senza oneri per la collettività.

Per la realizzazione dell’orto, vengono utilizzate le potature di alcuni spazi verdi comunali vicini, che quindi non devono essere né raccolti né smaltiti.

A Oltre il Giardino si ricicla il cartone, rifiuto delle vicine attività commerciali, e molti altri materiali, contribuendo a ridurre la necessità di raccolta e smaltimento.

Azioni di cura Per l’autocostruzione e la manutenzione delle casse di coltivazione e degli elementi di arredo degli spazi (panchine, ecc.), e per le altre opere necessarie alla realizzazione e la cura del giardino / orto.

Attività socializzanti/culturali Pranzi sociali, giochi all’aperto, incontri multiculturali, attività sportive, meditazione, workshop e laboratori di arte contemporanea, di arte performativa, di teatro, musica, di videomaking, di street art, ecc. svolti in collaborazione con singoli, gruppi e associazioni pordenonesi attive sia localmente che in ambito nazionale e internazionale.

Attività di valorizzazione del patrimonio sociale •

Realizzazione di iniziative condivise di diverso tipo (culturali, sociali, sportive, artistiche, ecc.) negli spazi di via Brusafiera, in collaborazione fra soggetti istituzionali e non, associazioni, artisti, imprenditori e gruppi attivi in ambiti diversi.

•

Realizzazione di eventi e attività sui temi sociali e le problematiche contemporanee connesse ai temi della convivenza urbana e dell’immigrazione attraverso il racconto fotografico e le testimonianze dirette dei protagonisti e di chi opera attivamente sul campo.

•

Realizzazione d’incontri ed eventi per il racconto e la valorizzazione della produzione culturale, artistica e imprenditoriale innovativa e di qualità.

Soggetti coinvolti Le azioni del Laboratorio e le attività sperimentali sono state concepite dal gruppo di ricerca e hanno visti coinvolti: • FAMIGLIE E INDIVIDUI: diversi per sesso, età, professione, religione, etnia, nazionalità, accomunati dalla disponibilità ad offrire le proprie competenze e capacità (materiali, tecniche e intellettuali) per la realizzazione di un progetto condiviso;

ASSOCIAZIONI, GRUPPI E COLLETTIVI impegnati in: Produzioni culturali e artistiche nell’ambito del teatro, musica, video-arte, fumetto, arti performative, arte contemporanea, letteratura, cultura ”street” e street art, produzione video, produzione musica reggae e dub, elettronica e hip hop, danza (99mq, BLANK, Ubik Art;

Associazione culturale Teatri del Vento; Associazione culturale Vivacomix; Associazione culturale Coro Anni Dieci; La Bottega Errante, Collettivo Ernest virgola; ALL ACCESS, Cinemazero, FMK, GRAB Group, Colettivo Playou, Collettivo Ghost City, La Tempesta Concerti, La Tempesta Dub, Mellowmood)

Attività di tipo sportivo, legate alla salute e al benessere fisico

Attività imprenditoriali connesse all’orticoltura, al terziario, al commercio, all’accoglienza e alla ristorazione (Cooperativa Il Guado Florcenter, Urban Farmhouse, il Burchiello, Corner Restaurant, Shi’s, Caffè degli Artisti, Unipol, Libreria Quo Vadis, Il Tubià, Poppyteam, La Trota Blu, Twisterpizza, Goodfellas, The Shop, Birra Galassia, Dolfo, Plastic streetwear, Radar streetwear, ….

Enti e associazioni che si occcupano di sostenibilità e la tutela ambientale (Legambiente, ARPA FVG, Accademia Italiana di Permacultura,…..)

Laboratori d’innovazione culturale (BLANK, Abito, ….)

Prevenzione e contenimento del danno legato all’uso di sostanze stupefacenti.

Tematiche dell’accoglienza e dell’immigrazione (Associazione Immigrati Pordenone, Associazione Il Mondo Tuareg, Rete Solidale Pordenone)

Eventi culturali e festival (Le voci dell’inchiesta, FMK, Music in Village ….)

Sostegno alle azioni Il Laboratorio sperimentale Oltre il Giardino, realizzato grazie all’art. 23 L. 185/2008 e L. 2/2009 e D.L. 133 12/09/2014 non ha beneficiato di contributi pubblici, ma ha sostenuto le proprie azioni grazie all’apporto delle persone coinvolte, e secondo i principi collaborativi e di sostenibilità del progetto, ha calibrato le proprie azioni in base alle risorse umane e materiali che nelle diverse occasioni si sono rese disponibili.

Gli ortaggi prodotti nell’ambito delle attività di Laboratorio, data la natura comunitaria del progetto, sono rimasti a disposizione della cittadinanza, senza alcun obbligo o onere di scambio.

Gli spazi utilizzati per la realizzazione del Laboratorio Oltre il Giardino sono stati: •

pubblici (le aiuole comunali e, per un breve periodo, nella primavera del 2015, la galleria PArCo2, una stanza degli uffici comunali nella giornata del sanato)

•

di proprietà privata (i locali dei negozi di via Brusafiera)

•

condivisi con altri progetti attivi fuori dall’area di via Brusafiera (viale Marconi, spazio BLANK 2016, Vallenoncello, spazio BLANK 2015)

in ogni caso concessi senza oneri finanziari, e sempre e utilizzati in modo condiviso e aperto tutti.

Sperimentazione di pratiche innovative di gestione del verde urbano.

Una gestione virtuosa delle aree verdi è quella capace di riconoscere come risorse utili quelli che potrebbero essere visti come problemi, scarti o rifiuti. Nelle pratiche d’uso standardizzate di chi si occupa della gestione del verde urbano a Pordenone, il prodotto degli sfalci, le foglie e il risultato delle potature sono trattati come rifiuto organico, con i costi e le diseconomie che comporta immettere nel ciclo dei rifiuti (generando costi di trasporto e di smaltimento) ciò che potrebbe invece, se fosse impiegato opportunamente, trasformarsi addirittura in una risorsa.

Lo sfalcio delle aree verdi a prato, per esempio, viene eseguito allo scopo di “tenere ordine e pulizia” nelle aiuole e nelle aree verdi.

Occorre osservare che una gestione effettuata secondo tali principi, al di là dei costi che comporta, ha come effetto quello di abbassare la qualità ambientale urbana complessiva, impedendo la formazione dei prati stabili (indispensabili per il mantenimento della biodiversità) e creando, al loro posto, aree di prato anonime (prive di qualità estetica, oltre che ambientale) nelle quali viene impedita la crescita di fiori, di piante perenni, e delle erbe spontanee che in un prato stabile naturalmente s’insediano mutandone l’immagine nelle diverse stagioni.

Da anni si sperimentano, nei contesti urbani più evoluti, modalità maggiormente sostenibili e virtuose di gestire il verde pubblico.

Con l’obiettivo di valorizzare il verde urbano a beneficio del processo di rigenerazione, nel Laboratorio Oltre il Giardino, la sperimentazione di nuove pratiche si è svolta attraverso: •

workshop teorico/pratici sulla coltivazione in permacultura

•

workshop di buone pratiche per il per il riciclo funzionale e creativo in situ dei “rifiuti verdi” che riutilizzati sul posto non si devono trasportare (meno trasporto = meno inquinamento atmosferico) né smaltire (meno rifiuti in discarica);

•

attività di collaborazione con GEA e gli operatori impegnati nella gestione dei parchi cittadini per il trasporto e riutilizzo in via Brusafiera delle potature;

•

inclusione dei gestori delle attività commerciali di via Brusafiera nelle pratiche di cura delle aree verdi e dell’orto condiviso;

•

laboratori pratici con adulti e bambini per la trasformazione di un’area sgambatura cani in giardino delle erbe spontanee.

5. Attività di supporto al Laboratorio.

Collaborazione con l’amministrazione per la scrittura di norme condivise La Proposta Operativa di Pronta Realizzabilità, introdotta dall’art.23 D.L. 185/2008, è lo strumento che consente a gruppi di cittadini, anche non organizzati formalmente, di prendersi cura dei beni comuni. Grazie a quella norma, a Pordenone, attraverso la presentazione della Proposta operativa di pronta realizzabilità riguardante l’area di via Brusafiera Oltre il Giardino si è potuto avviare in tempi brevissimi il Laboratorio.

Il Regolamento per la gestione condivisa dei Beni comuni In virtù di quanto previsto dalla Legge n.2/2009 e dall’art. 24 e dal D.L. 12 settembre 2014 n.133, si sono avviate diverse esperienze collaborative fra cittadini attivi e amministrazioni pubbliche in numerosi comuni italiani che, per meglio svolgere il proprio ruolo, hanno predisposto specifici regolamenti attuativi sull’esempio di quello elaborato dal Comune di Bologna attraverso un percorso partecipato fra cittadini e pubblica amministrazione.

Ciò è successo anche a Pordenone, dove il gruppo di ricerca Il Ballo della Scrivania promotore dell’iniziativa Oltre il Giardino, è stato uno dei soggetti che ha maggiormente collaborato alla scrittura della versione pordenonese del Regolamento per la gestione condivisa, fra cittadini e pubblica amministrazione, dei Beni Comuni.

L’invito da parte dell’amministrazione a collaborare alla scrittura del Regolamento fu avanzato in virtù dell’esperienza maturata nella sperimentazione in corso, poiché si ritenne che il gruppo di ricerca multidisciplinare riunito sotto il nome Il Ballo della Scrivania, alla luce delle necessità e delle problematiche emerse nel Laboratorio Oltre il Giardino, potesse fornire un apporto utile all’analisi delle norme necessarie.

Dopo la scrittura congiunta della prima bozza il documento fu reso pubblico, e la cittadinanza fu invitata a fornire le proprie osservazioni. In seguito, la discussione in un’apposita Commissione portò alla stesura definitiva condusse, a dicembre 2015, all’approvazione del Regolamento in consiglio comunale. L’approvazione fu sorretta prevalentemente dalle forze di maggioranza, anche se all’interno della stessa si registrarono delle resistenze ad appoggiare l’interpretazione innovativa dei principi sussidiarietà introdotta dal nuovo strumento.

A oltre un anno dall’approvazione del Regolamento, il Laboratorio Oltre il Giardino resta ancora l’unica esperienza collaborativa di gestione condivisa di questo tipo svolta nel territorio pordenonese.

Il Patto di collaborazione Il Patto di collaborazione è lo strumento legale che disciplina nel dettaglio i termini e le condizioni con cui prendono forma le esperienze di cura e rigenerazione di beni e spazi comuni urbani tra cittadini attivi e pubblica amministrazione, grazie alla cornice giuridica fornita dal Regolamento.

Prima dell’approvazione del Regolamento da parte del consiglio comunale pordenonese, il progetto Oltre il Giardino era regolato dalla norma generale e attuato attraverso convenzioni, le cui condizioni venivano concordate e rinegoziate al momento del periodico rinnovo, in base alle necessità e agli effetti delle azioni svolte. Con l’approvazione del Regolamento si è aperta la strada alla sottoscrizione del Patto, nel quale sono precisati i dettagli specifici del progetto.

Un’azione svolta dal gruppo di ricerca nell’ambito del progetto è stata la costruzione del primo Patto di collaborazione (2016), che per la prima volta ha incluso tra i partner del rapporto collaborativo, oltre al gruppo di ricerca stesso, l’amministrazione comunale e GEA, i gestori di alcune attività commerciali già esistenti nell’area negli anni precedenti (e che avevano informalmente già partecipato attivamente alle azioni del Laboratorio) e di due nuove, insediate nell’area nella primavera/estate del 2016.

Alcune di esse si sono proposte spontaneamente per entrare a collaborare al progetto.

Una delle attività, in particolare, ha scelto di stabilirsi in via Brusafiera in virtù della presenza dell’orto condiviso del quale, da subito, i gestori della nuova attività avevano proposto di contribuire a prendersi cura.

Il percorso di costruzione del nuovo Patto partì all’inizio del 2016, dopo l’approvazione del Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni da parte del consiglio comunale.

Nei primi mesi dell’anno svolsero gli incontri con chi, della comunità locale, si rese disponibile ad ascoltare i contenuti della proposta di collaborazione: proprietari degli appartamenti e dei negozi, abitanti e gestori delle attività commerciali che si affacciano sull’area di Oltre il Giardino.

L’interesse dei gestori delle attività prendere parte al progetto era legato per alcuni dalla possibilità d’intervenire direttamente con delle azioni sull’area di verde pubblico “abbellendola” a beneficio della propria attività, per altri (bar e ristoranti) da quella di poter realizzare i propri dehor, con tavoli per la mescita e ombrelloni, nell’area pubblica a margine del giardino. L’interesse dei residenti era dato dalla possibilità di discutere anticipatamente e costruire insieme ai commercianti e all’amministrazione le regole per rendere il più possibile sostenibile la convivenza fra lo svolgimento delle attività (soprattutto dei dehor) e la residenza.

Per i proprietari degli immobili vi era l’interesse a partecipare alle scelte in modo da indirizzarle verso il miglioramento della qualità complessiva e della “vivibilità” di via Brusafiera, poiché ad esse è connessa una maggior valorizzazione degli immobili nel mercato della compravendita e degli affitti.

Fasi operative •

Incontri con gli abitanti per la presentazione dell’iniziativa.

•

Redazione della matrice degli attori.

•

Colloqui con gli abitanti per la compilazione della matrice.

•

Analisi dei contenuti espressi.

•

Incontri con gli abitanti per la verifica della disponibilità ad aderire al Patto.

•

Redazione dei contenuti del Patto in collaborazione con gli uffici comunali.

Matrice degli attori Allo scopo di raccogliere e rappresentare con chiarezza gli elementi strutturali della proposta di adesione al Patto collaborazione, fu redatta una matrice nella quale ciascun soggetto venne invitato a esprimere in modo esplicito: •

le ragioni che lo ponevano nella posizione di potenziale partner del Patto;

•

i suoi interessi generali e quelli specifici in un’eventuale collaborazione al progetto;

•

l’apporto che avrebbe potuto offrire aderendo al Patto;

•

il tipo di relazioni collaborative che avrebbe potuto instaurare con gli altri partner;

•

le azioni utili al progetto che, nel perseguire un proprio interesse, avrebbe potuto compiere;

•

le criticità che registrava o che prevedeva avrebbero potuto presentarsi in generale, e nella relazione con gli altri partner, nell’ambito della collaborazione.

Nel corso degli incontri con gli abitanti venne manifestato interesse e plauso per l’iniziativa, anche se i soggetti che poi si resero effettivamente disponibili a tradurre quell’entusiasmo in azione, aderendo al Patto, furono solo i gestori delle attività di bar / ristorazione.

Terminata la fase d’indagine, ebbe inizio il lavoro di collaborazione con gli uffici comunali per redigere il nuovo Patto di collaborazione (il primo in attuazione del Regolamento da poco approvato) e con l’avvento della nuova Giunta comunale, nel mese di luglio, venne infine sottoscritto il documento.

Planimetria degli ambiti per azioni sperimentali di cura condivisa.

SOGGETTO

RUOLO

PERCHE'

OBIETTIVO GENERALE

ASPETTATIVE

RISORSE DISPONIBILI

RELAZIONI

GEA

Comune di Pordenone

Amministrare la città

Detiene il diritto di superficie sull’area

Migliorare le condizioni di Favorire azioni di cura degli spazi vita dei cittadini favorendo pubblici per loro un luogo utile a produrre vita

Rendere disponibile l’area ed una saletta per le Il ballo della scrivania riunioni facilitare i processi di cura, alleggerendo le Oltre il giardino specifiche imposte SHI’S Ristorante Bar al corner Urban Farmhouse Caffè degli Artisti Comune di Pordenone

GEA

Gestione e della manutenzione per il miglioramento della qualità ambientale, paesaggistica, Gestisce ill verde decorativa oltre che per la pubblico, Raccolta Rifiuti fruizione delle aree verdi nell'area, Nettezza strade pubbliche, quali parchi, giardini, viali alberati e aiuole nel territorio del Comune di Pordenone.

Gruppo di Fare Urbanistica monitorando ricerca i risultati delle politiche e Attivatore/connettore Il Ballo della delle azioni proposte e urbano Scrivania realizzate

Oltre il Giardino

Aumentare il livello di consapevolezza collettiva dei cittadini di Pordenone Minimizzare gli impatti ambientali rispetto al ruolo del verde connessi con le proprie attività, pubblico quale elemento ottimizzando il consumo di essenziale della qualità territorio ed energia e mediante urbana. Educare i cittadini al una corretta gestione delle risorse suo rispetto e aumentarne la e il ricorso a politiche sostenibili. comprensione e la condivisione delle scelte aziendali

Promuovere azioni di rigenerazione urbana e di attivazione sociale. Proporre modi contemporanei di vivere e abitare Contribuire attivamente a la città. scelte condivise valorizzando le risorse umane e materiali Condivisione di conoscenze e esistenti. esperienze.

Laboratorio di permacultura - Gruppo organizzato per Attivare processi di comunità e Accademia italiana di azioni specifiche di sviluppo permanenti, resilienti e permacultura Permacultura Urbana sostenibili

Favorire la disciplina della Permacultura

Provvedere alla raccolta dei rifiuti e alla pulizia dell’area, Il ballo della scrivania fornitura di piante e fiori per la piantumazione.

Assistenza e fornitura di know how, per quanto di competenza, relativamente Oltre il giardino alla cura degli spazi verdi

Facilitare laboratori sperimentali per la rigenerazione culturale, economica e sociale

Conoscenza della materia, disponibilità alla condivisione del proprio sapere.

Ristorante Giapponese

Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura

Comune di Pordenone

Soggetto fondamentale al la rigenerazione urbana

GEA

Quale garante della gestione del verde pubblico risorsa importante per la sperimentazione di buone pratiche

Oltre il giardino

Soggetto attivatore di laboratorio con il quale applicare nuove azioni sperimentali

SHI’S Ristorante Corner Restaurant Urban Farmhouse Caffè degli Artisti Condominio Brusafiera

Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura Collaborazione

Comune di Pordenone

Proprietario dell’area

GEA

Quale garante della gestione del verde pubblico risorsa strategica per la sperimentazione di buone pratiche

Il ballo della scrivania

Facilitatore sistemi di cura

Realizzare un dehor ed uno spazio per il deposito dei rifiuti alimentari

Gea

Regolare la gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata

Migliorare la propria capacità Prendersi cura dello spazio Oltre il giardino di servizio circostante

Urban Farmhouse Condominio Brusafiera

Attività commerciale

Creare uno spazio chill out non coperto

Gea

Regolare la gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata

Creare un dehor e area per Prendersi cura dello spazio Migliorare la propria capacità cottura BBQ, ordinare lo spazio dell'orto e dello spazio Il ballo della scrivania di servizio antistante il locale circostante Oltre il giardino

Urban Farmhouse Caffè degli Artisti Condominio Brusafiera Comune Gea Creare uno spazio all’aperto dove allestire delle sedute e creare eventi legati al territorio, alla birra e alla condivisione.

Attività commerciale

Il ballo della scrivania ordinare lo spazio antistante il Prendersi cura dello spazio Migliorare la propria capacità locale. Curare l’orto antistante al circostante e dell’orto in Oltre il giardino di servizio locale permacultura SHI’S Ristorante Corner Restaurant Condominio Brusafiera

Condominio Brusafiera

Migliorare il giardino

CAFFE’ DEGLI ARTISTI

Svolgere attività per bambini e altre attività oltre al servizio di Attività commerciale bar/ristorazione

Residenti

Fare in modo che gli avventori del Corner Restaurant usino il bagno del Piantare nuovi alberi in locale, che Oltre il Giardino luogo di quelli tagliati pianti anche fiori. Limitare il rumore delle attività commerciali Migliorare le Migliorare la propria capacità Prendersi cura dello spazio di servizio circostante

Matrice degli attori - Patto di Collaborazione 2016

Comune

Sovrintendere ed attuare le azioni utili a mitigare e controllare il rumore negli spazi richiesti in occupazione permanente, e negli spazi di influenza della propria clientela.

Facilitatore sistemi di cura Definire ambito e tecniche di cura Coordinare l’attività di cura e verificare potenziali sinergie Coordinare l’attività di cura e verificare potenziali sinergie Coordinare l’attività di cura e verificare potenziali sinergie Coordinare l’attività di cura e verificare potenziali sinergie

Comune di Pordenone

SHI’S Ristorante

Urban Farmhouse

Sostegno attivo alla cura con il quale coordinare la gestione Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura

Comune di Pordenone

Caffè degli Artisti

Creare uno spazio chill out non coperto

Soggetto attivatore di laboratorio con il quale applicare nuove azioni sperimentali Sostegno attivo alla cura

Corner Restaurant

Corner Restaurant

Facilitatore sistemi di cura

Difficolta di avviare dialoghi per la condivisione della cura degli spazi verdi pubblici con soggetti quali associazioni e altri stakeholder per la difficoltà di avere garanzie di continuità del rapporto, la qualità delle prestazioni e la definizione di standard di qualità coerenti con il resto degli spazi del comune.

Urban Farmhouse Caffè degli Artisti

Il ballo della scrivania Aprire e regolare un dehor, Attività commerciale Regolare la gestione dei rifiuti

Diminuzione costante del budget del Contratto di servizio con il comune per la cura del verde con conseguente riduzione delle risorse.

Corner Restaurant

Urban Farmhouse

CRITICITA'

Istituzione con la quale sperimentare nuove forme di gestione del verde e dei rifiuti

SHI’S Ristorante

SHI’S Ristorante Corner Restaurant Caffè degli Artisti Condominio Brusafiera

SHI’S Ristorante

AZIONI Coordinare la gestione del verde e dei rifiuti secondo innovativi sistemi sperimentali da riproporre eventualmente sul territorio e che incontri un Facilitatore sistemi di cura Soggetto attivatore di laboratorio sperimentale Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura Sostegno attivo alla cura

Sovrintendere ed attuare le azioni utili a mitigare e controllare il rumore negli spazi richiesti in occupazione permanente, e negli spazi di influenza della propria clientela. Favorire l’uso dei servizi igienici in dotazione all’attività disincentivando abitudini extra legem.

Facilitatore sistemi di cura Definire ambito e tecniche di cura Coordinare l’attività di cura e verificare potenziali sinergie Coordinare l’attività di cura e verificare potenziali sinergie Coordinare l’attività di cura e verificare potenziali sinergie Favorire l’attività di cura e verificare potenziali sinergie Ricavare un ‘area esterna ad uso Sovrintendere ed attuare le azioni utili a mitigare e dell’attività controllare il rumore negli spazi richiesti in Regolare la gestione dei rifiuti, la raccolta differenziata e coordinare la condotta dell’orto Facilitatore sistemi di cura Definire ambito e tecniche di cura Coordinare l’attività di cura e verificare potenziali sinergie Coordinare l’attività di cura e verificare potenziali sinergie Favorire l’attività di cura e verificare potenziali sinergie

Sostenere il processo di cura

Attività di monitoraggio Report # 1 In coerenza con la metodica della ricerca/azione adottata per lo svolgimento del Laboratorio sperimentale Oltre il Giardino, il monitoraggio attraverso l’analisi dei feedback è stata un’attività costante all’interno del processo.

Nonostante ciò, allo scopo di trarre degli elementi oggettivi utili anche all’amministrazione comunale per rendere evidenti i risultati prodotti, al termine del primo anno di vita del progetto fu deciso di svolgere un’attività di monitoraggio, realizzata attraverso la somministrazione di questionari alla popolazione più in generale e, in particolare, d’interviste e questionari specifici ad alcuni abitanti e frequentatori dell’area.

Obiettivi •

Monitorare l’efficacia delle azioni intraprese nel Laboratorio.

•

Indagare le problematiche e le criticità.

•

Raccogliere e analizzare i feedback.

Strumenti d’indagine I dati utili all’indagine vennero raccolti attraverso due strumenti: questionario e intervista. Il questionario, da compilare on-line attraverso un apposito sito, senza necessità di effettuare alcuna registrazione di dati personali, era composto di 8 domande, di cui 7 a scelta multipla e una a risposta aperta. L’invito a compilare il questionario on-line fu inviato a mezzo posta elettronica, e diffuso tramite i social network e attraverso il blog.

Alcuni questionari cartacei furono distribuiti a un campione casuale delle persone in transito nell’area del giardino/orto; una copia del questionario venne lasciata anche nelle cassette postali dei condomini vicini all’area del Laboratorio, con la richiesta di compilarlo e indicazione di riconsegnarlo, inserendolo in un’apposita cassetta sigillata, presso uno dei bar della zona.

Furono inoltre intervistati i gestori delle attività commerciali al tempo presenti nell’area e alcuni degli abitanti che, grazie alla loro presenza costante sul posto, potevano fornire informazioni e testimonianze più dettagliate.

Fu raccolta anche la testimonianza del gestore di una libreria che a causa del degrado dell’area aveva deciso di ricollocarsi altrove, ma che ben conoscendo le problematiche dell’area, poteva esprimere un giudizio particolarmente preciso.

Questioni indagate I temi indagati attraverso le interviste e i questionari riguardavano: •

il grado di percezione dell’esistenza di un’area verde pubblico via Brusafiera prima e dopo la nascita del progetto Oltre il Giardino;

•

il grado di fruizione degli spazi verdi di via Brusafiera prima e dopo l’inizio delle attività del Laboratorio di Permacultura urbana;

•

le variazioni del grado di sicurezza percepita nell’area interessata dal Laboratorio “Oltre il Giardino” prima e dopo l’insediamento del Laboratorio di Permacultura urbana;

•

le variazioni del grado di qualità percepita nell’area interessata dal Laboratorio “Oltre il Giardino” prima e dopo la nascita del progetto;

•

la raccolta di critiche, proposte e/o suggerimenti di chi, partecipando o meno alle attività fosse a conoscenza dell’esistenza dell’iniziativa.

I risultati dell’attività di monitoraggio, e le analisi dei dati emersi attraverso le indagini, sono stati raccolti all’interno di un documento specifico “Report #1”.

All’inizio del 2016 il documento è stato oggetto di una presentazione pubblica, nel corso della quale è stata distribuita copia cartacea del report, ne sono stati esposti i contenuti, e sono state illustrate le attività svolte del Laboratorio nel primo anno di attività.

Il documento è pubblicato on-line e consultabile attraverso il blog “Il Ballo della Scrivania”.

146 QUESTIONARI 111 on line 35 cartacei

5 INTERVISTE

METODO DI INDAGINE 8 DOMANDE 7 a scelta multipla 1 risposta aperta

Estratto del documento “Oltre il Giardino – Report #1”

Attività specifiche in tema di ordine pubblico e sicurezza Nell’ambito del Laboratorio Oltre il Giardino il tema della sicurezza è stato affrontato (con risultati positivi) attraverso pratiche d’uso utili a stimolare una diversa e maggiore frequentazione dell’area, allo scopo prevenire e disincentivare il generarsi e l’attecchire di situazioni che minano la sicurezza, anche solo percepita, di quel luogo. Non ambiscono, ovviamente, a sostituire gli interventi e le attività di competenza degli organi di controllo del territorio e delle forze dell’ordine.

Nell’autunno del 2016, a causa dell’improvviso manifestarsi nell’area di via Brusafiera di alcuni episodi di violenza, con la ricomparsa di persone impegnate in attività di spaccio di sostanze stupefacenti, di fronte al rapido aggravarsi della situazione e vista la mancanza di reattività dell’amministrazione comunale nell’affrontare il problema insieme alla comunità degli abitanti, si ritenne utile cercare di affrontare la questione con metodo.

Report sulle problematiche presenti dell’area La prima attività che venne

Laboratorio Oltre il giardino CRITICITA’ RILEVATE

svolta fu la predisposizione di

1. La presenza di aree buie o molto poco illuminate, oltre a non far percepire le qualità architettoniche e naturali del luogo a chi lo attraversa, agevolano il permanere di attività illegali e/o poco desiderabili nelle ore serali.

Analisi delle criticità e degli interventi utili al miglioramento della qualità e della percezione della sicurezza nell’area Oltre il Giardino.

un report “Analisi delle criticità

Di recente sono stati installati alcuni fari nell’area e ripristinata la funzionalità di quelli esistenti, realizzando - seppur in taluni casi in via provvisoria - un intervento necessario e da molto tempo sollecitato. Ciò fa ben sperare per un’azione futura coordinata e co-progettata, stabile e adeguata al contesto per quanto riguarda la collocazione dei corpi illuminanti, l’intensità e la temperatura della luce.

1

PROPOSTE / SUGGERIMENTI Si suggerisce di prestare attenzione, al momento della scelta dei corpi illuminanti e del loro posizionamento, ai fenomeni di abbagliamento poiché rischiano di sortire l’effetto opposto a quanto ricercato.

e degli interventi utili al

2

miglioramento della sicurezza

nell’area Oltre il Giardino”,

costituito da una planimetria

Oltre ad agevolare la realizzazione delle iniziative proposte dai partner, collaborando soprattutto a risolverne le difficoltà legate agli aspetti burocratici / tecnici, si ritiene (alla luce dell’esperienza) che anche la collaborazione finalizzata al miglioramento qualitativo complessivo, da operare anche attraverso interventi d’illuminazione opportunamente progettati e realizzati in modo condiviso, abbia delle ricadute positive e possa contribuire ad una maggiore e migliore frequentazione serale dell’area nel quotidiano, anche in assenza di eventi o attività straordinarie.

Si è potuta verificare in diverse occasioni (ultima delle quali l’evento DUBFILE del 29 agosto) la potenzialità dell’area quale luogo per la realizzazione di eventi culturali all’aperto o di altre attività di condivisione / socializzazione.

con l’individuazione dei punti

2. L’aspetto del giardino e delle casse di coltivazione nel periodo invernale.

Nella stagione autunnale/invernale il ciclo naturale delle piante porta facilmente a dare al giardino un’aura di trascuratezza. Tale impressione induce nelle persone che frequentano l’area a comportamenti irrispettosi e indesiderabili. Inoltre, le casse in legno, sono soggette a degrado.

critici privi di illuminazione o

•

Mappa delle criticità riguardanti l’illuminazione degli spazi pubblici e privati.

altro, e da una serie di schede

PROPOSTE / SUGGERIMENTI Adottare in modo continuativo le azioni di “riciclo creativo” già sperimentate che contribuiscono a dare al giardino un aspetto più curato e a risolvere alcuni problemi connessi alla stagionalità senza l’impiego di

analitiche in cui venivano suggerite alcune azioni specifiche da poter attuare (che in seguito

avrebbero fatto parte del Manuale di buone pratiche per la gestione condivisa dell’area Oltre •

il Giardino).

Area retrostante il manufatto di areazione dei garage

risorse, riutilizzando i materiali presenti in situ. A questo scopo è in corso di redazione un manuale specifico di buone pratiche per la manutenzione e la gestione del verde.

Istituire la pratica dei PERMABLIZ stagionali. Per la manutenzione e riparazione delle casse, per la piantumazione e altri interventi si rendono via via necessari, si è rivelata particolarmente efficace - poiché coinvolgente e socializzante - l’istituzione di giornate “Permablitz” da realizzare stagionalmente.

Suggerimenti a riguardo saranno contenuti nel manuale in via di redazione.

Il documento fu trasmesso all’amministrazione comunale, alla Questura e ai condòmini dei 3

4

CITICITA’ RILEVATE

palazzi di via Brusafiera.

Da sempre l’area è stata eletta da tutti, avventori del Corner e frequentatori dell’area, gruppi di ragazzi con problemi di alcool e droga, come latrina.

Un’azione intrapresa nell’ambito del Laboratorio è stata quella di installare lì il magazzino dei materiali e realizzare una sorta di “salotto” nell’area a fianco • •

realizzando delle panchine posizionando dei pallet perché le persone potessero ritrovarsi lì cambiando pratiche.

Dopo l’invio del primo report, una volta registrata la staticità dell’amministrazione

comunale (che si limitò ad accusare ricevuta, ringraziando) i partner non istituzionali del _________________

Laboratorio Oltre il Giardino (in particolare i commercianti, che vivevano quotidianamente I manufatti di aerazione dei garage sono stati oggetto di interventi manutenzione con rifacimento degli intonaci da parte del condominio, e sono stati dipinti realizzando dei murales nell’ambito del Laboratorio.

l’aggravarsi del problema) reputarono utile non limitarsi ad attendere che “qualcuno risolvesse la situazione”, e perciò si attivarono delegando il gruppo di ricerca a prendere contatto diretto con le forze dell’ordine per cercare di stimolare e/o coordinare delle azioni.

Proposta di coordinamento con le forze dell’ordine Le indicazioni e le informazioni assunte negli uffici di polizia furono riportate all’interno di uno specifico documento “Nota informativa sulle criticità in termini di sicurezza nell’area di via Brusafiera”, nel quale erano riportati anche alcuni suggerimenti operativi indirizzati agli abitanti e alla pubblica amministrazione.

Questo secondo report, sottoscritto dai rappresentanti del gruppo di ricerca e dai gestori delle attività coinvolti nel Laboratorio, fu trasmesso all’amministrazione Ai partner del patto di Collaborazione per la gestione condivisa dei Beni Comuni Laboratorio “Oltre il Giardino” Via Brusafiera, Pordenone

comunale, ai condòmini, e alla Questura, ottenendo l’effetto di attivare delle specifiche azioni da parte delle forze si polizia.

Non fu invece possibile attuare, come si sperava, alcun tipo di coordinamento tecnico fra gli abitanti di via Brusafiera e la Questura in merito a iniziative o buone

OGGETTO: Patto di collaborazione area via Brusafiera, nota informativa sulle criticità in tema di sicurezza.

Gentili Signori, alla luce di quanto riferito da alcuni dei partner del patto di collaborazione (che da un paio di mesi osservano quotidianamente fenomeni probabilmente illegali e talvolta sono stati diretti testimoni di episodi di violenza e aggressioni culminati nella rissa avvenuta qualche giorno fa) in qualità di coordinatori del progetto desideriamo rendere tutti partecipi di alcune notizie, considerazioni e suggerimenti emersi dalle attività svolte a riguardo nelle ultime settimane.

In seguito alle osservazioni dell’assessore Loperfido (che riveste nel comune di Pordenone il ruolo di assessore alle Politiche per il commercio e alle Politiche per la sicurezza) abbiamo contattato la questura di Pordenone e in data 29 novembre abbiamo incontrato l’ispettore Mauro Dorigo (URP) Dalla riunione è emerso quanto segue: 1.

L’attività di consumo di sostanze stupefacenti, anche qualora venga svolta in luogo pubblico, non costituisce reato così come non costituiscono reato la semplice condivisione o lo scambio di sostanze stupefacenti.

2.

Costituisce reato lo spaccio di sostanze stupefacenti

3.

Costituiscono reato gli atti di violenza verso le persone e gli atti di vandalismo verso i beni pubblici o privati.

pratiche attuabili dai semplici cittadini per prevenire e affrontare questo tipo di criticità.

Non fu possibile nemmeno avviare alcuna iniziativa di formazione/informazione da parte degli organi di polizia agli abitanti (sul modello di quelle abitualmente svolte nelle scuole o presso i quartieri) poiché tale attività non può essere promossa dai cittadini, ma deve necessariamente essere richiesta alla Questura e coordinata da un soggetto istituzionale: e cioè, nello specifico, dall’amministrazione comunale.

6. Strumenti Strumenti normativi I principi che caratterizzano la sussidiarietà orizzontale e su cui si basano le norme che facilitano l’instaurarsi di relazioni collaborative tra cittadini e pubblica amministrazione, non richiedono il ritrarsi dell'autorità pubblica (che deleghi a soggetti privati ciò che non riesce a fare da sola) ma, al contrario, esigono l’utilizzo di tutte le risorse disponibili, pubbliche e private, nella consapevolezza che la complessità delle società contemporanee è tale per cui né le amministrazioni pubbliche, né tantomeno i cittadini possano pensare di risolverne da soli i problemi.

Il concetto di “partecipazione” in questa logica non si limita all’uso di procedure standardizzate e/o in retoriche di pseudo-coinvolgimento (sperimentate anche localmente), ma va intesa come coinvolgimento reale dei cittadini nei processi decisionali.

Ciò premesso, senza pensare che lo strumento rappresenti la soluzione, e nemmeno che esso, da solo, possa generare o tenere in vita i processi di rigenerazione, quello rappresentato dalle norme che hanno aperto la strada alla gestione condivisa fra cittadini attivi e pubblica amministrazione dei Beni comuni è uno strumento utile, poiché è capace di facilitare la nascita, la crescita e lo sviluppo delle iniziative che sperimentano sul campo i principi sussidiarietà orizzontale (differente dalle altre forme della sussidiarietà che negli ultimi anni, anche a causa della crisi economica, hanno mostrato tutta la loro debolezza strutturale).

Nel caso del Laboratorio Oltre Il Giardino l’esistenza di norme che consentono ai cittadini di occuparsi della cura dei Beni pubblici si è rivelata fondamentale, nella fase iniziale del processo, perché ne ha facilitato l’avvio e successivamente, il Regolamento attuativo concepito nell’ambito del Laboratorio stesso e adottato dall’amministrazione comunale, ne ha rese sostenibili, attraverso lo snellimento burocratico, le azioni. Il Regolamento, chiarendo ruoli obiettivi e responsabilità nella collaborazione (se non viene stravolto attraverso interpretazioni “originali”) costituisce, come dimostrano le esperienze attive in tutta Italia, uno strumento davvero utile alla sperimentazione di processi di vera innovazione sociale.

Nel caso pordenonese l’esistenza di strumenti normativi adatti, e i risultati prodotti dal Laboratorio Oltre il Giardino, non sono bastati però a mantenere il progetto attivo in mancanza della disponibilità, da parte del nuovo soggetto politico che oggi amministra la

città, di sostenere gli aspetti innovativi (e quindi non omologati alle procedure e alle forme di relazione consolidate) del processo.

Per poter essere sostenibile e calato nella realtà socio-economica contemporanea, l’approccio al tema della gestione dei beni comuni utile alla rigenerazione, da parte di chi governa la città, dovrà prima o poi necessariamente indirizzarsi verso un tipo di relazione in cui il soggetto pubblico non è più colui che concede i beni e ne finanzia la gestione, ma è quello che collabora con i cittadini attivi operando insieme a loro per la valorizzazione delle risorse.

In un momento in cui nelle città (e Pordenone non fa eccezione) c’è un fiorire di spazi “problematici” (perché dismessi, abbandonati, o degradati) e mancano le risorse per gestirli / trasformarli / rigenerarli, l’esistenza di strumenti normativi in grado mutare e semplificare le relazioni fra soggetti dei diversi ambiti (pubblico, privato, e del terzo settore) appare senza dubbio, per chi la voglia sperimentare, essa stessa una risorsa.

Sostegno al progetto: il fund raising Il fund raising è la capacità di coinvolgere risorse per l sostegno di una causa sociale con l’obiettivo di far sì che il sostegno a un progetto non dipenda da un solo soggetto (come avviene tradizionalmente nei rapporti di sussidiarietà, ad esempio, tra le associazioni e la pubblica amministrazione). Costruire un sistema di relazioni sociali consente di sostenere il progetto e nello stesso tempo è utile a garantire un maggiore impatto sulla realtà sociale L’attività di fund raising del progetto Oltre il Giardino si è svolta attraverso la creazione di relazioni sociali, la condivisione dei contenuti e della mission del progetto allo scopo creare opportunità di sostegno dell’iniziativa. Si è trattato di coinvolgere le persone attivamente all’interno dell’organizzazione e del progetto, ma anche di adeguare l’organizzazione all’ambiente esterno e ai suoi bisogni; di individuare i potenziali sostenitori ai quali non è stato chiesto di contribuire tanto (o non sempre) con finanziamenti in denaro, ma mettendo a disposizione le proprie capacità, i propri contatti, le proprie relazioni, i propri strumenti.

Dalle relazioni create sono nate nuove opportunità e azioni utili a progettare attività e azioni per perseguire gli obiettivi del progetto.

Comunicazione Oltre alle attività di pubbliche relazioni, le attività di comunicazione del Laboratorio di permacultura urbana Oltre il Giardino, sono state svolte prevalentemente attraverso il social network (Facebook, Instagram e Twitter) e tramite il blog Il Ballo della Scrivania.

La comunicazione attraverso il social network non è stata

Dai dati raccolti emerge che, in seguito all’avvio del Laboratorio Oltre il Giardino, il tra

effettuata con il solo nell’area ha avuto un notevole incremento: l’8 scopo di far conoscere gli obiettivi e% degli intervistati dichiara di av le frequentata nell’ultimo anno. iniziative del laboratorio, ma anche (e soprattutto) con la finalità di veicolare, condividere e far conoscere attraverso la pubblicazione, contenuti, progetti e iniziative di rigenerazione urbana e innovazione sociale presenti e attive a livello nazionale e internazionale.

La redazione dei contenuti del blog è stata frutto del lavoro collaborativo del gruppo di

Per quanto riguarda la sicurezza percepita, per il 7 , % degli intervistati la

situazione locale è migliorata successivamente all’avvio dell’iniziativa Oltre il Giardino. ricerca e dei soggetti che si sono impegnati attivamente nel progetto.

7. Effetti registrati Anche la percezione della qualità complessiva risulta migliorata per l’8 ,9% degli intervistati.

Obiettivo del progetto Oltre il Giardino era l’innesco di un processo di rigenerazione dell’area di via Brusafiera attraverso un laboratorio nel quale sperimentare nuove forme di relazione fra la comunità di persone attive che abitano la città e la pubblica amministrazione che la

Inoltre, l’83, % degli intervistati si dichiara incentivato ad utilizzare lo spazio

nel proprio tempo libero. governa, entrambi disponibili a impegnarsi insieme per la realizzazione di un progetto

condiviso.

Il 5 , % degli intervistati ha partecipato, più o meno attivamente, alle attività Laboratorio Oltre il Giardino, in particolare a quelle per la cura dell’orto (29,6%) effettu sabato.

Dopo due anni di attività, il progetto si può considerare efficace rispetto agli obiettivi

Fra quelli proposti, i Laboratori più seguiti dagli intervistati sono stati: All Access Now

(24,7%), virtuosità Miss Xox (18,5%), Rube Goldberg Machine (12,3%), Carlomaria al Parco (11 poiché nella sperimentazione, ha dimostrato la propria attraverso la valorizzazione Incontri e racconti (9,9%).

delle risorse (umane e materiali) disponibili, avviando un processo di rigenerazione dell’area attraverso la produzione di valore sociale e di benefici per la collettività, senza l’impiego di denaro pubblico.

Benefici in termini d’incremento di utilizzo dell’area frequentazione è avvenuto a partire dal ripristino del libero Conoscenza eL’incremento frequentazionedella dell’area prima di OLTREdell’area IL GIARDINO transito senza limitazioni di orario (prima azione collaborativa attuata nell’estate 2014 in fase di preparazione del Laboratorio) e rappresenta un miglioramento per gli effetti che la presenza di persone diverse, impegnate in attività diverse, che transitano o frequentano quei luoghi per ragioni diverse, sono in grado di produrre.

Le implicazioni virtuose connesse all’esistenza del

Conoscenza e frequentazione dell’area nell’ultimo anno

Laboratorio sono testimoniate dai dati rilevati che riportano 56,2%

un netto incremento della frequentazione dell’area. Prima dell’esistenza del laboratorio, solo il 56,2% delle persone intervistate conosceva e/o frequentava l’area di via

Brusafiera (senza però percepire come spazio verde quella che era chiamata “area delle tombe”). In seguito alle azioni del laboratorio, l’88,3 % degli intervistati ha dichiarato di conoscere e frequentare, più o meno abitualmente, l’area conosciuta oggi con il nome di “Oltre il Giardino”.

88,3%

Variazione della sicurezza percepita

Benefici in termini di sicurezza percepita Le azioni di cura degli spazi e le attività di varia natura, svolte dal Laboratorio Oltre il Giardino nell’area di via Brusafiera, hanno prodotto il risultato di incrementarne la fruizione e la frequentazione, con il conseguente effetto di dare vita a una sorta di

77,4% ritiene la percezione della SICUREZZA MIGLIORATA

“presidio naturale” capace di disincentivare il permanere di situazioni di illegalità e di

generare un miglioramento della sicurezza reale e percepita da parte di chi abitualmente o occasionalmente abita o attraversa quel luogo.

Gli effetti positivi delle azioni del Laboratorio in questo senso sono stati misurati attraverso appositi questionari e interviste somministrati ai residenti e più in generale a chi frequenta l’area dopo un anno di attività del progetto Oltre il Giardino.

Benefici in termini di numero e tipologia di attività commerciali insediate Quando si è insediato il laboratorio il 50% degli spazi commerciali affacciati direttamente sull’area era abbandonato, e si era appena insediata una sala scommesse.

Nel 2015 anche la sala scommesse ha chiuso. Nel corso del 2016 l’area si è ripopolata commercialmente con l’apertura in pochi mesi di 3 nuove attività di bar/ristorazione tutte rivolte a un pubblico diverso (anche rispetto a quelle già esistenti). Oggi resta un unico negozio ancora sfitto.

Al posto della sala scommesse affacciata sull’orto, a settembre 2016 si è insediata una birreria. I gestori hanno scelto di aprire l’attività lì perché interessati alla presenza dell’orto, e hanno chiesto di prendere parte al progetto Oltre il Giardino. Nell’ambito del Patto di collaborazione si sono resi disponibili a prendersi cura dell’orto sinergico.

In precedenza, nella primavera 2016, in uno dei locali che era abbandonato da diversi anni, ha aperto un ristorante giapponese. I gestori del ristorante hanno chiesto di entrare a far parte del Patto di collaborazione con il Comune allo scopo di riuscire a realizzare un

dehor per la mescita. A dicembre, in un altro negozio che era sfitto dal 2014, ha aperto una nuova pizzeria / ristorante).

Nell’ambito del laboratorio si è lavorato per ottenere dal Comune, attraverso il Patto, che i bar / ristoranti potessero realizzare i dehor a margine del giardino, cosa che prima del 2016 non era consentita (né l’idea era particolarmente gradita ai residenti).

La realizzazione dei dehor non va a discapito dell’uso pubblico del giardino poiché esso rimane per la gran parte fruibile da chiunque in una situazione confortevole (sono state realizzate delle panche in legno ricavate rivestendo in legno i manufatti delle prese d’aria dei garage sottostanti il giardino). E’ importante che si possa usare lo spazio pubblico confortevolmente senza per forza dover essere un “consumatore”; le attività sono interessate a che l’area sia frequentata perciò appoggiano questo tipo di filosofia.

Una delle attività previste per il 2017, dopo il primo periodo sperimentale di collaborazione con i commercianti, è la stesura di un regolamento e di un manuale di buone pratiche per la gestione condivisa.

Benefici in termini di minori costi di gestione del verde pubblico Nell’ambito delle attività sperimentali di gestione del verde, nell’area di via Brusafiera lo sfalcio delle aiuole e dell’area di prato per “sgambatura cani” è stato realizzato in modo da implementare il valore ambientale e la biodiversità, generando una valorizzazione economica (il mancato intervento di GEA per lo sfalcio e lo smaltimento dei rifiuti verdi) stimata di circa 1.800,00 Euro.

Una minima parte di tale somma, circa 300,00 Euro, è stata impiegata per la piantumazione nell’area di fiori e piante rustiche e perenni, che necessitano di pochissima manutenzione, individuati fra i più adatti alle condizioni ambientali locali.

8. Problematiche Prima di elencarle e analizzarle, occorre innanzitutto distinguere le problematiche emerse nel corso del Laboratorio Oltre il Giardino in due categorie: •

difficoltà di tipo strutturale

•

difficoltà di tipo funzionale La differenza fra le due è sostanziale: le criticità strutturali comportano delle conseguenze

che sono affrontabili solo attraverso un vero e proprio ridisegno del progetto, mentre le criticità funzionali si possono superare progettando azioni correttive utili a cancellarne o per lo meno a mitigarne gli effetti.

Difficoltà strutturali Resistenza dell’amministrazione comunale all’innovazione Coerentemente con la metodologia della ricerca/azione, la configurazione assunta dal Laboratorio Oltre il Giardino non ha seguito un modello che aprioristicamente appariva “più adatto”, ma si è modellata perseguendo la massima efficacia, in base alle necessità operative e alle risorse disponibili, e alla necessità implicita del processo di rigenerazione di essere sostenibile.

Il progetto ha pertanto assunto naturalmente una forma collaborativa basata sui principi della sussidiarietà orizzontale, una modalità innovativa di relazione fra cittadini e pubblica amministrazione che si distingue dalla più tradizionale sussidiarietà verticale perché interpreta la democrazia come una relazione non basata sulla delega bensì sull’assunzione diretta di responsabilità dei cittadini nella sfera pubblica.

Si tratta di una relazione non sorretta dal denaro pubblico, in cui chi governa la città vede nei i cittadini attivi una risorsa, e li guarda come portatori di capacità e non solo di bisogni.

Nella sfera pubblica della vita sociale, le relazioni fra i cittadini si svolgono, normalmente, anche in assenza della pubblica amministrazione. Perciò il rifiuto dell’odierna amministrazione a proseguire la sperimentazione, messo in atto con l’abbandono del progetto Oltre il Giardino alla fine del 2016, se da una parte incide pesantemente sull’attuale configurazione del progetto non cancella invece le relazioni che il progetto ha prodotto

durante la sua permanenza, e non impedirà al processo di ridefinirsi in una forma che non includa fra i partner attivi l’amministrazione comunale.

La strategia di azione prospettata dall’amministrazione comunale per il futuro (trasformare le aree verdi di via Brusafiera in un “parco giochi recintato provvisto di attrezzature ecocompatibili e accessibili per bambini affetti da disabilità“) oltre a essere in netto contrasto con quanto fino a ora sperimentato, appare già nelle premesse (in ragione di tutto quanto espresso nelle pagine precedenti) poco sostenibile e ad alto rischio di fallimento.

Le energie del gruppo di ricerca saranno ora indirizzate a definire, continuando la sperimentazione e alla luce di quanto appreso dal processo in corso, una nuova in cui il soggetto pubblico non costituisca un ostacolo al progetto.

Tendenza all’omologazione alle procedure consolidate Riguarda sostanzialmente gli uffici pubblici e GEA. Testimonia una carenza nella comunicazione e nel coinvolgimento. il comune non ha mai programmato gli incontri con i dipendenti e i responsabili degli gli uffici necessari per condividere e illustrare l’iniziativa e per raccogliere le loro osservazioni.

Difficoltà funzionali Scarsa resilienza della comunità degli “abitanti storici” dell’area È fra le cause del degrado e rallenta il processo di rigenerazione Reagiscono con qualche energia solo in occasione di situazioni che ritengono lesive o disturbanti per sé stessi. Non si sono dimostrati particolarmente disponibili a condividere o collaborare; osservano dalla finestra. Tendenzialmente non frequentano gli spazi pubblici sotto casa. Non partecipano alle iniziative (ma non se ne lamentano). Le uniche osservazioni registrate rispetto alle attività del Laboratorio riguardano l’aspetto delle aiuole che viene in giudicato “disordinato”.

9. Glossario Il tema della rigenerazione urbana e i princìpi su cui si sostiene sono spesso vittime di fraintendimenti e di un uso del linguaggio impreciso o soggetto a interpretazioni che tende a snaturarne i contenuti. Perciò si ritiene utile, a conclusione del documento, riassumere quanto si è appreso attraverso l’esperienza nel Laboratorio Oltre il Giardino.

Cosa s’intende per rigenerazione urbana Per ambire a essere efficace, è necessario che la riqualificazione degli spazi urbani si attui attraverso un processo che allarga il campo alle questioni sociali, culturali e economiche; perciò nel progetto Oltre il Giardino, che ha come obiettivo la rigenerazione, non ci si è limitati a costruire un’offerta di spazio genericamente “gradevole” e/o “sicuro” indirizzato a un’ipotetica società o comunità ideale.

Nel Laboratorio si è avviato un processo di ricerca, di individuazione, di accoglienza, con l’obiettivo di valorizzarle, delle risorse disponibili in termini materiali e di patrimonio sociale, delle quali si è prima analizzata la potenzialità e successivamente verificata, attraverso la sperimentazione, la capacità reale di contribuire con efficacia alla rigenerazione.

Riguardo al patrimonio sociale, in particolare, si è puntata l’attenzione sui soggetti i cui obiettivi, nel perseguire il proprio interesse, fossero concordanti con quelli del Laboratorio. Si è lavorato con persone disposte a mettere in campo azioni in grado di produrre valore pubblico e valore sociale, cioè in grado di collaborare attivamente, per proprio interesse ma allo stesso tempo anche nell’interesse della collettività, al processo di rigenerazione.

Cosa si deve intendere per sostenibilità nella rigenerazione L’esperienza del Laboratorio Oltre il Giardino, raffrontata ad azioni intraprese in altri luoghi più o meno degradati della città, e ugualmente definite interventi di rigenerazione urbana, presenta alcune differenze. Un aspetto sul quale occorre soffermarsi riguarda la questione

della sostenibilità osservando quanto spesso essa sia oggetto d’interpretazioni limitate da un lato alla retorica ecologica dell’ “utilizzo di materiali eco-compatibili” e/o di una generica “conservazione integralista della natura”, e dall’altro venga declinata nell’accezione di “generico risparmio” di risorse, che dovrebbe testimoniare di per sé una virtuosità delle azioni. Attraverso le attività del Laboratorio, si è voluto sperimentare un approccio diverso e meno retorico alla questione della sostenibilità, che innanzitutto va riferita all’ecosistema nel quale si interviene. L’ecologia si occupa di studiare le relazioni fra gli elementi che gravano su un ecosistema, e in un contesto urbano l’elemento antropico assume un peso estremamente rilevante. Pertanto, parlando di azioni da compiere per la tutela di un equilibrio dell’ecosistema urbano, le relazioni del sistema biologico/naturale vanno integrate con quelle proprie della vita sociale, culturale ed economica.

In quest’ottica, alla luce di quanto sperimentato nel Laboratorio di permacultura urbana Oltre il Giardino sono considerate azioni sostenibili e innovative quelle che: •

attuano delle trasformazioni utilizzando a pieno le risorse attraverso il giusto impiego energetico (andando oltre la retorica della virtuosità del risparmio);

•

riescono a leggere e interpretare i problemi in modo da trasformarli in utilità;

•

nel rispondere a un interesse individuale, producono valore pubblico in termini di benefici ambientali, economici o sociali senza costi per la collettività.

Qual è la comunità attiva per la rigenerazione Come si è appreso nel Laboratorio attraverso la sperimentazione, è un errore dare per scontato che la comunità capace di supportare la rigenerazione di un luogo sia necessariamente quella “dei residenti”. Allo stesso modo è illusorio credere di poter fare affidamento su una comunità composta da soggetti che si propongono, o vengono individuati a tavolino come portatori d’interesse (i famigerati stakeholder dei processi partecipati) ai quali ci si può facilmente rivolgere con l’ingenua aspettativa che debbano essere necessariamente interessati e/o capaci di offrire un apporto utile alla rigenerazione.

La comunità che supporta la rigenerazione è quella dei portatori di capacità: cioè quei soggetti che hanno delle capacità, le condividono e s’impegnano a collaborare investendo concretamente (non per forza finanziariamente, ma attraverso azioni compiute in base al loro ruolo all’interno della società) per produrre iniziative finalizzate a perseguire un proprio interesse, i cui obiettivi (o le cui esternalità) coincidono, o per lo meno sono concordi, con l’obiettivo della rigenerazione.

La comunità di cui si parla non ha nulla a che vedere con quella, teorica (e retorica) basata su un ipotetico senso di appartenenza legato al fatto di abitare uno stesso luogo, così come va distinta da quella (pur auspicabile e virtuosa) del volontariato benefico tout court poiché, se l’obiettivo è la rigenerazione, è necessario operare e ragionare in un’ottica differente e maggiormente innovativa.

La distinzione è fondamentale: da una parte l’esperienza del Laboratorio Oltre il Giardino ha dimostrato quanto il degrado di quel luogo sia indice di un basso grado di coesione sociale di chi lo abita. Dall’altra parte si è reso evidente che le attività sostenute dal volontariato, tanto quanto le azioni sorrette esclusivamente attraverso il denaro, presentano il medesimo problema di sostenibilità nel tempo, e perciò non sono in grado, allo stesso modo, di garantire la continuità e la permanenza necessarie a far sì che quello che si attua sia davvero un processo di rigenerazione. Diversamente, senza una reale sostenibilità le azioni intraprese si costituiscono come episodici eventi, capaci forse, se di successo, di creare socievolezza ma non certo di generare società.

La coesione sociale come risorsa necessaria per la rigenerazione È accertato che fra i fattori sociali che determinano l’aggravarsi del senso e delle situazioni d’insicurezza, nei contesti urbani, vi siano l’isolamento degli individui e l’indebolimento delle relazioni sociali, in particolare quelle di vicinato.

La situazione attuale, presente in generale nelle città, e non estranea a Pordenone né all’area di progetto, vede le relazioni di vicinato per lo più limitate a contatti semplici e superficiali. Si è indebolita la coesione sociale,

e la mancanza di coesione comporta un’incapacità della comunità di reagire alle situazioni di degrado.

E’ così che, paradossalmente, coloro che patiscono maggiormente gli effetti del degrado, e se ne lamentano, sono gli stessi che nell’immobilità, o a causa dell’inefficacia di azioni poste in atto singolarmente, contribuiscono ad alimentarlo.

Le azioni del Laboratorio Oltre il Giardino sono finalizzate a cercare di implementare la coesione sociale attraverso la condivisione e la collaborazione, alla ricerca d’interessi e valori comuni e condivisi sui quali costruire consolidare le relazioni.

Dell’efficacia in termini di contributo al miglioramento della sicurezza generato dalle azioni poste in essere da una comunità attiva e coesa si è avuta ampia prova nel corso della sperimentazione.

In particolare, di fronte ad una situazione di particolare difficoltà, l’esito è stato più evidente. Nell’autunno del 2016, ci si è trovati ad affrontare alcuni episodi di spaccio e di violenza che avvenivano in pieno giorno sotto gli occhi dei residenti e dei commercianti.

Le denunce dei singoli non si rivelavano efficaci, e l’allarme espresso pubblicamente dall’amministrazione comunale non era seguito da alcuna azione coordinata con la comunità degli abitanti (nonostante l’impegno assunto dalla Giunta a collaborare con gli abitanti in azioni finalizzate alla rigenerazione dell’area). È stato così che i gestori delle attività commerciali attivi nel progetto, con il sostegno del gruppo di ricerca, hanno preso autonomamente contatto con le forze dell’ordine allo scopo ottenere indicazioni su quali azioni potesse essere utile intraprendere da parte loro (e più in generale dagli abitanti) per offrire un proprio apporto nel fronteggiare la situazione in atto.

Tale azione, a cui è seguita una segnalazione ufficiale comunicata agli inquirenti attraverso un documento sottoscritto collettivamente, nel cooperare ha rafforzato i rapporti fra gli abitanti, e potrebbe costituire un innesco utile a procedere in direzione di possibili, ancora più virtuose, collaborazioni.

Conclusioni Dall’esperienza Oltre il Giardino è possibile trarre degli apprendimenti che occorre tenere presenti nello stimolare e accompagnare un processo di rigenerazione.

•

Occorre avere obiettivi chiari e su quelli costruire un progetto che sia realizzabile ma soprattutto sostenibile.

La sostenibilità di un progetto di rigenerazione non è solo una questione economica o ambientale, e non riguarda solo la capacità e le energie di chi lo avvia o lo tiene in vita per un periodo. Un progetto dimostra la sua sostenibilità attraverso la sua permanenza.

•

Occorre essere tenaci, ostinati, ma allo stesso tempo elastici.

La permanenza di un progetto dipende dalla sua elasticità, cioè dalla sua capacità modificarsi e di adattarsi al contesto specifico, che è economico, sociale, culturale, ambientale, ma soprattutto relazionale, e di farlo tendendo fede agli obiettivi che ci si è posti nel concepirlo.

•

Bisogna crederci profondamente ma non innamorarsi.

Crederci profondamente perché questa cosa ti porterà via un sacco di tempo e di energie, ma non “innamorarsi” di un progetto: occorre rimanere lucidi e guardare a ciò che si fa con occhio spietato, capire se ciò che si fa è davvero utile.

•

È utile avere dei partner e confrontarsi con loro.

I partner migliori arrivano quasi da soli, sono incuriositi, vogliono capire, hanno delle idee e sono disposti a discuterle senza paura di attraversare confronti e conflitti.

•

È necessario essere critici.

Innanzitutto verso se’ stessi, e conoscere i propri limiti e le proprie debolezze, tanto quanto i propri punti di forza.

•

Bisogna essere aperti, disponibili a prendere in considerazione il punto di vista e le proposte anche di chi non ha “credenziali” o di chi ci dice cose che non vorremmo sentire.

•

Bisogna essere accoglienti.

Verso le persone, le idee, anche - e soprattutto - se diverse dalle nostre.

•

Occorre essere pronti, reattivi ma non avere fretta.

C’è un tempo perché un processo si sviluppi: occorre essere pronti a cogliere i momenti e le situazioni in cui si può accelerare, e pazienti quando è necessario esserlo. La fretta porta a bruciare le risorse; occorre ragionare in prospettiva, preoccuparsi di cosa si lascia in eredità, trovare tempi e modi efficaci.

•

È necessario prepararsi, studiare.

Approfondire, documentarsi. essere interlocutori credibili e autorevoli. L’autorevolezza data dai numeri può essere utile per farsi ascoltare, ma non è sufficiente per essere efficaci.

•

È utile essere leggeri.

Evitare di appesantirsi con ciò che realmente non serve. Non serve avere uno statuto per darsi degli obiettivi o una strategia. Non serve essere un’associazione per fare un gruppo di lavoro o un progetto, e neppure per essere riconoscibili.

Essere leggeri, non vuol dire essere superficiali, ma affrontare le questioni in modo creativo; non mettersi da una parte della barricata, ma imparare ad aggirare l’ostacolo attraverso la ricerca di soluzioni che tendano a trasformare problemi in risorse.