Itinerario Danza 2015

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

IN COLLABORAZIONE CON:

LUCI:

Comune di Campi Salentina Comune di Carmiano Comune di Galatone Comune di Gallipoli Comune di Lecce Comune di Melendugno Comune di Squinzano Comune di Tricase Comune di Ugento

Technical Sound di Piero Calò TRASPORTI:

Cub. Trans OTTIMIZZATRICE:

Anna Maria Corvaglia SEGRETERIA DI PRODUZIONE:

Fabiola Del Coco DIRETTORE ARTISTICO E COREOGRAFO:

Fredy Franzutti

SEGRETERIA ARTISTICA:

DANZATORI:

Marilù Magliola Rosanna Modugno

Francesca Bruno Serena Ferri Martina Minniti Marianna Monteleone Francesca Raule Federica Resta Nuria Salado Fusté Monica Verì Francesco Cafforio Luca Carannante Alessandro De Ceglia Angelo Vincenzo Egarese Carlos Alberto Montalvan Francesco Rovea Alexander Yakovlev BALLET MASTER:

STAMPA:

Labelart

REALIZZAZIONE COSTUMI:

RESPONSABILE SARTORIA:

Chiara D’Agostino ALLESTIMENTI:

Cristian De Mitri

PER INFORMAZIONI:

IN COPERTINA:

FOTOGRAFIE:

Fabio Serino Eva de Guz Francesco Sciolti Antonio Galloso Marta Colaci Gigi Nuzzo Oscar Urso Samuele Vincenti Sergio Quarta Andrea Stella

Antonella Boni Maria Grazia Santucci Leonardo Velletri Laboratorio sartoriale Balletto del Sud Atelier Dora Degas

Tuglie Le Quattro Stagioni - 2014

UFFICIO STAMPA:

MP Comunica - Mariella Piscopo

Balletto del Sud +39 0832 45 35 56 info@ballettodelsud.it www.ballettodelsud.it facebook.com/BallettoDelSud

PRESENTANO GLI SPETTACOLI:

Giampaolo Morelli Catalano Andrea Sirianni

ITINERARIO DANZA Progetto artistico, culturale e turistico per la riscoperta dei centri storici della Puglia.

Il “Balletto del Sud” diretto da Fredy Franzutti, presenta per l’estate 2015, la XIX edizione del progetto “Itinerario Danza”, un percorso con la danza tra le più suggestive piazze antiche.

Il progetto ha come obiettivo principale quello di concorrere alla riscoperta delle piazze di Puglia, e si inserisce tra quei progetti che, promossi dalle amministrazioni comunali e Provinciali, dall’assessorato Regionale al Mediterraneo Cultura e Turismo e dalla Agenzia Regionale Pugliapromozione, creano interesse e sensibilizzazione verso il patrimonio architettonico pugliese con la finalità di valorizzazione. Il progetto, che vede i centri storici tramutarsi in scenografie naturali di eventi culturali, ha la peculiarità di presentare programmi di balletto di eccezionale qualità.

Gli spettacoli si svolgono nei diversi comuni della Puglia che, aderendo all’iniziativa, divengono protagonisti del circuito e ospitano nei bellissimi scorci del centro storico il numeroso pubblico, turistico e locale, che da anni segue l’iniziativa. Gli spettatori potranno così, seguendo la rassegna, ammirare le interpretazioni degli artisti e riscoprire piazze e monumenti divenuti, con studiate soluzioni illuminotecniche, cornici e scenografie degli spettacoli. Sulla guida è indicato il calendario degli appuntamenti assieme alle presentazioni degli spettacoli e degli artisti e ad interessanti informazioni sul paese e sulla piazza che ospita il “Balletto del Sud”.

1997 - Piazzetta Tancredi - Lecce Tra Fregi di Frutta, scene di Salvatore Sava- Ph. Sergio Quarta

PUGLIA OPEN DAYS

Tutti i giorni degli spettacoli, alle ore 20.00, passeggiata turistico-culturale con guida gratuita per i borghi antichi delle cittadine, a cura di Pugliapromozione.

Partenza e arrivo nei luoghi dello spettacolo.

Passeggiata con le stelle.

PER INFORMAZIONI: numero verde: 800 174 555 (dal lunedì al sabato ore 15.00 - 20.00) email: info@pugliaopendays.com IAT Lecce: 0832 24 80 92 IAT Gallipoli: 0833 26 25 29 IAT Otranto: 0836 80 14 36

Iniziativa finanziata con FONDI UE FESR 2007/2013 - ASSE IV Linea d’intervento 4.1. - Azione 4.1.2

REGIONE PUGLIA Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo

Puglia Open Days investiamo nel nostro futuro

2014 | CARMEN - Piazza Pisanelli di Calimera

DICONO DI ITINERARIO DANZA Itinerario Danza, non solo da l’opportunità di scoprire, o riscoprire, i bellissimi scorci antichi della nostra provincia, ma anche crea sinergie e rete fra i comuni che divengono tappe del percorso, scenografie naturali degli spettacoli e centri di accoglienza turistica. Nutro grande ammirazione per il Balletto del Sud e per il suo direttore Fredy Franzutti, che riesce a consolidare una realtà tersicorea così efficiente da competere con le altre realtà del territorio nazionale riuscendo a creare entusiasmi e a coinvolgere enti pubblici e privati nella sua progettualità.

ANTONIO GABELLONE

Presidente della Provincia di Lecce

Fredy Franzutti e il Balletto del Sud non solo sono ormai un riferimento per la città del sapere e del creare, ma sono riusciti, replicando nei teatri d’Italia i loro spettacoli, a divenire ambasciatori della città di Lecce. Sono quindi un valido e raffinato stendardo che mostra nello stemma l’Arte, posta al centro degli interessi della nostra volontà di uomini e della nostra dignità di amministratori. Abbiamo affidato a Fredy Franzutti la coordinazione della sezione danza di Lecce Capitale Italiana della Cultura 2015.

PAOLO PERRONE

Sindaco di Lecce

Ho seguito dalla nascita la compagnia Balletto del Sud, oggi vero vanto della cultura salentina nel mondo. E credo che l’esistenza nel territorio della prestigiosa realtà sia la conferma della crescita e dell’attenzione che il Salento pone nei contronti dell’arte e delle realtà che ne sono espressione. Ho convolto in più occasioni, nella mia attività di pubblico amministratore, il Balletto del Sud e oggi, con il ruolo di Presidente del GAL Terre d’Arneo ha invitato la compagnia per un evento speciale per la presentazione di un nuovo spazio per la formazione (una scuola) e la fruizione (un teatro) della cultura. Che sia di augurio e di speranza per la nostra comunità.

COSIMO DURANTE

Presidente GAL Terra d’Arneo

Itinerario Danza è senza dubbio la migliore espressione delle potenzialità culturali del Salento. Arte, cultura, spettacolo, turismo, enogastronomia; parole a cui facilmente ricorriamo quando si parla di promozione territoriale sono, in tale progetto, realmente realizzate e connesse.

Il territorio si tramuta in un percorso a tappe: una stagione itinerante di balletto ormai divenuta tradizione indispensabile per la crescita intellettuale collettiva. Abbiamo sostenuto, fin dalle prime edizioni di 19 anni fa, il progetto Itinerario Danza – allora in qualità di sindaco di uno dei comuni partecipanti – ed oggi siamo felici ed orgogliosi di quello che possiamo offrire a i nostri concittadini e ospiti estivi.

AURELIO GIANFREDA

Consigliere di Maggioranza del Comune di Poggiardo

E’ un progetto di grande valenza per la diffusione dell’arte della danza che giunge così oltre i limiti dei contenitori convenzionali per irrompere festosa nei luoghi di tutti, portando l’intrinseco messaggio di cultura, crescita sociale, diffusione di idee giuste e morali. Fa vanto e onore alla terra di Puglia che amministratori illuminati sostengano una stagione di alta qualità che si realizza nella belle piazze all’ombra del Barocco, dei rimandi arabi, di architettonici fasti spagnoli. Nella mia carriera ho sempre danzato in tutti i luoghi possibili, divenendo, con orgoglio, una pioniera dell’apertura dei teatri a nuovi spazi urbani e a contenitori culturali alternativi. Ho alternato le esibizioni nei più grandi teatri del mondo a quelle nei più piccoli centri del nostro Paese, e quando qualcuno mi chiede se ne è valsa la pena ho sempre risposto: Si! Nessuna pena, solo impegno, dovere e passione.

CARLA FRACCI

Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica

2014 | CARMEN - Piazza del Sole di Calimera

GLI SPETTACOLI SHÉHÉRAZADE, e le mille e una notte IL LAGO DEI CIGNI FEDRA, l’ossessione del desiderio CHE IERI MI ILLUSE CHE OGGI MI ILLUDE MAREE serata di danza

CALENDARIO 2015 GALATONE Giovedì 6 agosto SHÉHÉRAZADE Palazzo Marchesale - ore 21.30

GALLIPOLI Martedì 25 agosto

LECCE Venerdì 7 agosto SHÉHÉRAZADE Anfiteatro romano - ore 21.30

UGENTO Giovedì 27 agosto SHÉHÉRAZADE Piazza San Vincenzo - ore 21.30

CARMIANO Sabato 8 agosto MAREE Piazza del Tempo - ore 21.30

LECCE Sabato 29 e Domenica 30 agosto FEDRA Teatro Romano - ore 21.30

LECCE Domenica 16 agosto IL LAGO DEI CIGNI Anfiteatro romano - ore 21.30

SQUINZANO Lunedì 31 agosto SHÉHÉRAZADE Villa Cleopazzo - ore 21.30

TRICASE Venerdì 21 agosto SHÉHÉRAZADE Piazza Pisanelli - ore 21.30

CAMPI SALENTINA Sabato 5 settembre SHÉHÉRAZADE Piazza Libertà - ore 21.30

SAN FOCA Sabato 22 agosto IL LAGO DEI CIGNI Piazza d’Oriente - ore 21.30

CHE IERI M’ILLUSE CHE OGGI T’ILLUDE

Chiostro San Domenico - ore 21.30

SHÉHÉRAZADE E LE MILLE E UNA NOTTE

BALLETTO IN UN ATTO E CINQUE QUADRI

6

AGOSTO

27

AGOSTO

Coreografia, testi: Fredy Franzutti

GALATONE * Palazzo Marchesale Ore 21.30

UGENTO

Piazza San Vincenzo Ore 21.30

Musiche: Nikolaj Rimskij - Korsakov

7

AGOSTO

31

AGOSTO

Scene: Francesco Palma

LECCE *

Anfiteatro romano Ore 21.30

SQUINZANO

Villa Cleopazzo Ore 21.30

2011 | Shéhérazade - Castello di Castrignano dei Greci - (Ph. Eva De Guz)

Attore: Andrea Sirianni

21

AGOSTO

5 settembre

PRODUZIONE N. 19 DEL 2003

TRICASE

Piazza Pisanelli Ore 21.30

CAMPI

Piazza Libertà Ore 21.30

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

La mitica Persia ricca di ori e magia delle “Mille e una notte” è evocata, nel “favoloso” spettacolo, attraverso le scene e i quadri creati da Fredy Franzutti, oggi uno dei più apprezzati coreografi del panorama nazionale.

L’esotismo di Shéhérazade è inteso non solo come fascino per un generico “altrove”, ma specificamente come ammirazione per il lusso e la lussuria dell’oriente lontano.

Lo spettacolo ci permette di godere di situazioni favolistiche che sono entrate nel patrimonio collettivo di noi europei attraverso il francese Antoine Galland, che traduce la raccolta di novelle orientali.

Tutti conosciamo l’argomento delle fiabe: il Sultano uccide le sue mogli dopo la prima

notte di nozze, per evitare di essere tradito.

La bella Shéhérazade rimanda la sua esecuzione grazie alle sue doti di narratrice, e incanta il Sultano con racconti fantasiosi e avvincenti intrecciandoli fascinosamente.

Nella speziata partitura di Nikolaj Rimskij-Korsakov, un tema musicale ricorrente rappresenta la narrazione di Shéhérazade.

Lo stesso Rimskij-Korsakov ha dato alcune indicazioni circa le fiabe cui si era ispirato.

Lo spettacolo ha riscosso, fin dalle prime rappresentazioni del 2003, grande successo di pubblico e critica ed ha replicato nei più importanti festival e teatri italiani; nel 2011, al festival delle Culture ad Algeri in Algeria.

Franzutti cura anche la parte narrativa rein-

ventando alcune fiabe de “Le mille e una notte” (quelle citate da Rimskij-korsakov) che, lette dall’attore Andrea Sirianni, introducono i quattro quadri. * L’edizione 2015 è impreziosita dalla partecipazione di Carla Fracci nel ruolo della regina Thalassa.

«Franzutti – con il buon gusto e la freschezza di intuito creativo che gli sono propri – ha affrontato e concretato l’impegno con criteri assolutamente innovativi, mantenendo come sempre un equilibrato e meditato rispetto per la grande tradizione accademica ed una efficace e calibrata apertura al moderno» Nicola Sbisà, “Tuttodanza”, “La Gazzetta del Mezzogiorno”, “L’Opera”.

2010 | Shéhérazade - Chiostro di Santa Maria del Carmine - Lecce - (Ph. Eva De Guz)

2010 | Shéhérazade - Elena Marzano e Carlos Montalván - (Ph. Eva De Guz)

PERSONAGGI E INTERPRETI PRIMO QUADRO

Thalassa, la regina degli abissi: Carla Fracci (6, 7 /8) Federica Resta (21,27,31/8 e 5/9) Sinbad, il marinaio: Carlos Montalvàn / Alessandro De Ceglia I tritoni, le onde: Francesco Cafforio Alessandro De Ceglia Alexander Yakovlev Angelo Egarese Luca Carannante Francesco Rovea Nuria Salado Fustè Francesca Bruno Monica Verì Francesca Raule

2015 | Shéhérazade - Carla Fracci

Marianna Monteleone Federica Resta

Il genio della lampada: Luca Carannate

SECONDO QUADRO

Aladino: Francesco Rovea

Antar, l’uccello d’oro: Luca Carannante Jumana: Martina Minniti

Le virtù: Monica Verì Federica Resta Marianna Monteleone

Mansur, l’arciere: Alexander Yakovlev

QUARTO QUADRO

TERZO QUADRO

L’incantatore di serpenti: Alessandro De Ceglia/ Angelo Egarese I serpenti: Francesca Bruno Francesca Raule

La giovane Zobeide: Nuria Salado Fustè Hassan, il corsaro: Francesco Cafforio

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

LA TRAMA PRIMO QUADRO Sindbad e la regina degli abissi La musica inizia presentando il tema di Sheherazade, poi si ascolta il tema del mare: grandi onde si susseguono finchè non si scorge la nave di Sindbad il marinaio che fugge dal tempio di Kalì da dove ha rubato il grande rubino, l’occhio onnivegente che era posto sull’estremità della gigantesca statua.

Sindbad ha così adirato gli dei e in balia delle onde non trova la rotta per tornare nel porto.

Appare la regina degli abissi con la sua corte di sirene e tritoni; ella chiede a Sindbad il rubino per sé, in cambio di salvare la nave.

Sindbad accetta lo scambio e seduce la regina tra le onde ma, dopo aver avuto la rotta, fugge senza dare il prezioso tesoro. La regina degli abissi giura vendetta.

SECONDO QUADRO

QUINTO QUADRO

I moretti: Martina Minniti Alexander Yakovlev Francesca Raule Francesco Rovea Le odalische: Francesca Bruno Monica Verì Marianna Monteleone I venditori di tappeti: Alessandro De Ceglia Luca Carannante Angelo Egarese

L’Uccello d’oro Il re di Babilonia Marduk incarica il suo fedele arciere Mansur di catturare la creatura volatile Antar, colpevole di nutrirsi delle mele dei suoi giardini. Mansur con la sua promessa sposa Jumana si addentra nel bosco sulle pendici del monte d’Accoddi per cercare e catturare il leggendario uccello d’oro. Quando Mansur incontra Antar, abbagliato dalla luce riflessa dalle piume d’oro, perde la vista. Giunge in suo soccorso Sindbad che con i poteri della spada sacra di Faares cerca di guarire Mansur. Ma l’incantesimo non ha buon esito e mentre l’arciere Mansur riacquista l’uso della vista, il ladro Sindbad si inginocchia cieco.

TERZO QUADRO Scena I: Incantatore di serpenti In un vicolo di Bagdad un fachiro incantatore di serpenti inizia il suo spettacolo di ipnosi.

Serpenti velenosi iniziano a danzare sinuosamente, i curiosi avvicinatisi sotto l’effetto dell’ipnosi scorgono nelle movenze dei serpenti figure di donne. L’esibizione del fachiro è interrotta dall’arrivo dei soldati che cercano un giovane ladro.

Scena II: Aladino e la lampada magica Giunge il giovane Aladino inseguito dai soldati dello Sceicco. Ha rubato una lampada d’oro dalla caverna di un mago. La sfrega nel tentativo di accenderla e libera così un genio imprigionato nella lampada dal mago. Per ringraziare Aladino della libertà e per redimerlo dalla vita di ladro dona al giovane tre virtù: il coraggio, l’onestà e la saggezza che appaiono nella forma di tre donne bellissime. Aladino le guarda incantato, si avvicina, ma le donne svaniscono. Rimprovera il genio di averlo truffato ma le tre virtù accompagneranno il giovane per il resto della sua vita, tramutandolo nel valoroso principe Kalandar.

QUARTO QUADRO La giovane principessa e il corsaro In una notte in cui la luna ha la forma di una falce nel palazzo del sultano una giovane principessa esce dal serraglio. Un corsaro approdato a Bagdad, scavalca le mura di cinta eludendo le guardie e arrampicandosi sui muri giunge nelle stanze più celate. Lì incontra la giovane principessa che fugge spaventata. Il corsaro corteggia la principessa, le promette la libertà e di fuggire assieme; i due amanti si scambiano effusioni e promesse d’amore, ma quando giunge l’alba il corsaro fugge da solo lasciando la bella principessa in lacrime.

QUINTO QUADRO Il mercato di Bagdad Il mercato si anima con la danza dei moretti, entrano gli altri personaggi: i venditori di tappeti e i mercanti di schiave con le belle odalische. Nel finale la Regina dei mari raggiunge Sindbad e cerca di vendicarsi, le onde travolgono e inondano il mercato. Appare la dea Kalì, Sindbad le consegna la refurtiva, la tempesta si placa come in un sogno. Forse anche la giovane principessa aveva sognato il corsaro. Tutti i personaggi ricompariranno nel buio delle notti più insonni, in quelle afose d’estate quando il vento dell’Africa porta la sabbia del deserto e nel suo soffio caldo si possono ascoltare i racconti de “Le mille e una notte”.

IL LAGO DEI CIGNI BALLETTO IN DUE ATTI

16

AGOSTO

Lecce Anfiteatro Romano

Ore 21.30

Coreografia: Fredy Franzutti

22

AGOSTO

Musiche: Piotr Il’Ic Caikovskij

SAN FOCA

Piazza d’Oriente Ore 21.30

2014 | Teatro Politeama Greco di Lecce, Francesco Cafforio e Alessandro De Ceglia

Scene: Francesco Palma

PRODUZIONE N. 10 DEL 1999

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

Il Lago dei Cigni, il più affascinante e misterioso balletto romantico in una rivisitazione di successo di Fredy Franzutti, oggi uno dei coreografi più apprezzati nel panorama internazionale che lo ambienta nella Baviera “fin de siècle” di Ludovico II che proprio negli anni della composizione fu dichiarato pazzo e deposto. Citazione diretta nella scenografia che rappresenta il castello di Neuschwanstein - dimora privata di Ludwig.

Il clima romantico che si respira dall’inizio alla fine del balletto proviene da tutto un filone della letteratura mitteleuropea che Franzutti fa propria con citazioni disseminate nella drammaturgia del balletto.

Il Lago dei Cigni del Balletto del Sud ha il merito di rendere più esplicite, e senza forzature, alcune prospettive già presenti nella concezione musicale - e vita personale - di Čaikovskij nelle quali anche l’uomo di oggi, può ritrovare suggerimenti o spunti per una

riflessione attuale che risolva la sua eterna crisi d’identità.Lo spettacolo, che ha replicato con successo in diversi teatri e festival europei - Vittoria Ottoleghi lo definisce “con esito trionfale” – è realizzato con ballerini di qualità, eccezionali solisti e sfarzo di costumi e scene a trasformazione che ricordano il cinema di Visconti.

E’ stato scritto che: “Nessuna compagnia italiana e poche in Europa possono vantare tale repertorio e preziosità di allestimenti..

Nella città del barocco più estremo – Lecce -, c’è qualcuno che ancora osa dopo i prodigi conclamati di Mats Ek e di Mattew Bourne - reinventare a suo modo uno dei capolavori, per così dire, intoccabili: Il lago dei Cigni. Parliamo di Fredy Franzutti, dal ‘95 ha creato una sua compagnia - il Balletto del Sud - instancabile, realmente stabile, e riesce a riempire i teatri. A fare, per esempio, con questo suo “Lago”, diversi “esauriti” in grandi

e antichi teatri all’italiana, con esito trionfale…

I ballerini, (di sorprendente qualità) fanno corona alla storia di Sigfrido, che, invece di sposarsi e assumere responsabilità durature, come vorrebbe la madre ingioiellata preferisce il mondo affascinante ed ambiguo di “Rothbart”. Chi è Rothbart?

E’ un misterioso e affascinante seduttore, che non tanto mira a conservare la sua corte di ragazze e ragazzi, trasformati in cigni, ma tende spudoratamente soprattutto a conquistare ed asservire il bel Sigfrido, promettendogli prima, il Candido Amor Sacro (Odette), e poi l’Amor profano (Odette).

Il balletto finisce con Rothbart, demonio vincente, che si porta via, con disinvoltura, il suo Sigfrido trasformato in cigno - avvinghiato, però, con la tristezza negli occhi, alla mano di quella che avrebbe potuto essere la sua sposa, Odette, e che ormai è soltanto un’ombra, sua compagna di prigionia - infelice e disperata come lui.

VITTORIA OTTOLENGHI - L’Espresso

PERSONAGGI E INTERPRETI Odette/Odile: Nuria Salado Fusté Siegfried: Francesco Cafforio Rotbath: Alessandro De Ceglia La regina madre: Serena Ferri

Cigni, principi e principesse, servitori e cameriere: Alexander Yakovlev Angelo Egarese Luca Carannante Francesco Rovea Andrea Sirianni Francesca Bruno Monica Verì Francesca Raule Marianna Monteleone Federica Resta

2014 | Teatro Politeama Greco di Lecce, Nuria Salado Fusté

2014 | Teatro Politeama Greco di Lecce, Il Lago dei Cigni

2014 | Chiara Mazzola, Alexander Yakovlev, Francesca Bruno

2014 | Nuria Salado FustĂŠ

2014 | Alessandro De Ceglia

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

LA TRAMA ATTO PRIMO

ATTO SECONDO

scena prima

scena prima

lo stabilimento balneare

il ristorante italiano

La Baviera di “Fin de Siécle”: quel magico e contraddittorio periodo dal 1890 al 1920. Un gruppo di benestanti, nobili e borghesi, in vacanza al Lago. Ci si rivede dopo un anno; saluti, convenevoli, abbracci e rituali foto di gruppo. Le belle figlie dell’industriale inglese incontrano giovani rampolli della provincia, la baronessa ha un nuovo compagno, la nipote del duca ritrova le sue compagne del collegio.

Fra tutti, la Signora Jodie Anne Sigfried, vedova appartenente ad una delle famiglie più in vista, con suo figlio bellissimo e corteggiato, e viziato come un Principe. Quest’ultimo non intende assumere legami responsabili e sposarsi, per continuare a divertirsi e godere della sua età. E dopo l’abbandono della sua ultima fidanzata, la madre preoccupata lo obbliga a trovare immediatamente moglie. La Signora Sigfried conosce bene l’importanza di un “matrimonio giusto”: lei stessa, sposando il ricco Signor Sigfried, discendente della dinastia di Ludwig di Baviera, aveva dato una svolta definitiva alla sua vita. Tra walzer, mazurke e un attuale charlestone, il gruppo si allontana per un tuffo nel lago prima di prendere gli alloggi. Il giovane Sigfried rimane solo sulla riva, a pensare, a decidere... Dal bosco, fitto e tenebroso, appare, in tutto il suo fascino, la demoniaca figura di Rothbart. Egli è la rinuncia al vero amore, il calcolo, il rifiuto della responsabilità e quant’altro occupava al momento l’animo del giovane: il suo incubo.

In un ristorante sulla riva del lago, gestito da italiani, sono in corso i preparativi per la festa di compleanno di Sigfried. La madre si assicura che tutto sia stato organizzato. Entrano gli invitati: Nobili amici provenienti da tutt’Europa. La pricipessa legata ai reali di Spagna apre le danze. Il capo del ristorante ed il suo personale italiano iniziano a prendere la comanda per la cena. Una zingara ungherese entra per vendere fiori e divinare il futuro degli avventori. Un violinista intona una struggente melodia, e delle giovani zarine raccontano le sofferenze del popolo russo. La madre conclude le danze ricordando al figlio che è il momento della scelta della sua sposa. Rothbart riappare, portando con sé Odile. Il giovane Siegfried riconosce in lei la pura Odette che aveva incontrato nel lago; e in effetti Odette e Odile sono la stessa fanciulla, ma Odette era il cigno bianco, l’amore puro che riscatta e trascende. Odile è invece la donnetta dell’harem di Rothbart, e promette a Siegfried immediati facili godimenti. Siegfried cade nella trappola: dichiara il suo amore per il cigno nero. In quel momento egli ha tradito l’eterno amore che aveva giurato a Odette, se ne accorge, ma troppo tardi.

scena seconda il lago dei cigni Siegfried lo segue nel bosco e incontra il suo seguito di cigni, e tra loro, una creatura incantevole, eterea: una fanciulla di cui all’istante il giovane si invaghisce. Ella, Odette, gli narra come Rothbart, promettendo fittizie libertà, bellezza e duratura giovinezza, eserciti il suo potere sul gruppo di giovani, che ha così mutato in cigni. Per sfuggire al nefasto influsso del demone e tornare al suo aspetto umano, Odette ha bisogno di puro e incondizionato amore. Il giovane Principe giura sulla propria fedeltà, ma d’improvviso Rothbart riprende i suoi cigni, allontanandosi e perdendosi nell’oscurità del lago.

scena seconda l’antro di Rotbarth Nella notte Rothbart è nel suo regno incantato, circondato dai suoi cigni. Egli è afflitto per non aver conquistato l’anima di Siegfried, come già aveva fatto con quella degli altri cigni; il puro amore di Odette e Siegfried lo sconforta. Allontana da sé, infastidito, i suoi cigni. Ma essi non sono più in grado ormai di vivere liberi, hanno bisogno dell’incantesimo di Rothbart, e lo implorano di tenerli con sé. Insistono fino a diventare aggressivi, e, al momento di sbranare il demone, il giovane Principe giunge inseguendo Odette e lo salva perché vuole che la fanciulla sia liberata; di rimando Rothbart chiede ancora a Siegfried di rimanere con lui e di unirsi allo stormo. E’ un momento di insostenibile tensione per il giovane: se va via perderà Odette per sempre. Infine si libera dei suoi abiti umani. Ha scelto: accetta di consegnare la sua anima, diventerà un cigno egli stesso, al seguito di Rothbart. Arriva poi la madre; sulla riva, là dove il giovane figlio aveva lungamente pensato, non trova che i suoi abiti. Terrorizzata guarda il lago, dove solo un gruppo di cigni nuota, con eleganza…

MAREE

serata di danza con Carla Fracci EVENTO PER LA VALORIZZAZIONE DELLA RURALITÀ DI TERRA D’ARNEO E INAUGURAZIONE PIAZZA DEL TEMPO NELL’AMBITO DELLA FESTA PATRONALE MADONNA NOSTRA BALLETTO IN UN ATTO

8

AGOSTO

Coreografie: Fredy Franzutti

CARMIANO

Piazza del Tempo Ore 21.30

Carla Fracci 2014 | Teatro Politeama Greco di Lecce Orfeo ed Euridice cor. Franzutti Ph. Samuele Vincenti

2013 | Teatro Politeama Greco - Ph. Fabio Serino

Musiche: Piotr Ili’Ic Cajkovskij, Antonio Vivaldi, Georges Bizét, Ludwig Minkus, Nicolaj Rimskij-Korsakov evento realizzato in collaborazione con Comune di Carmiano, assessorato alla Cultura e GAL Terra d’Arneo

PRODUZIONE N. 12 DEL 2000

Scene: Francesco Palma

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

Presentazione Alterni e periodici abbassamenti e innalzamenti del livello del mare per effetto dell’attrazione esercitata dalla Luna dal Sole sono le maree.

Il Mar Mediterraneo è stato per millenni centro del mondo antico e crogiolo etnico dei popoli che, attraverso le “maree”, i flussi migratori e all’avvicendarsi al potere marittimo e commerciale, hanno modellato il profilo culturale dei paesi sud-occidentali, del Medio Oriente e del Nord Africa, imprimendo così una traccia tanto indelebile nella storia umana, da generare la civiltà così come la conosciamo oggi.

Le Maree sono una inesorabile lenta sovrapposizione di fusioni tra razze e culture.

Tutti i paesi del mediterraneo hanno co-

muni interessi, esigenze e necessità. Caratteristiche simili, quasi mai contrapposte raccontano di incontri passati, di viaggi, di scambi, di amori e di guerre.

Sensualità, nudità, muscolari fatiche, chiome fluenti, occhi neri, passioni, sofferenze, riscatti, rivolte, antiche paure legate alla superstizione, religione, istinto, cuori impavidi sono comuni denominatori di aggettivanti descrizioni di tutti i popoli che solcano il mare sospinti da qualsiasi vento.

Protagonisti dello spettacolo i solisti del Balletto del Sud, primi ballerini Nuria Salado Fustè, Carlos Montalvan, Alessandro De Ceglia e Francesco Cafforio, l’attore Andrea Sirianni e la regina della danza internazionale Carla Fracci, impegnata in questo periodo con la compagnia Balletto del Sud.

Lo spettacolo colleziona brani di autori che, se pur non appartengano alle terre bagnate dal Mar Mediterraneo, hanno trovato in esso l’ispirazione e dato vita a capolavori come la Carmen di Bizet, la Shéhérazade di Rimskij-Korsakov, il Don Chisciotte Ludwig Minkus.

2014 | Palazzo Baronale di Monteroni - Le quattro stagioni - Ph. Francesco Sciolti

2014 | Piazza D’Oriente di San Foca - Le quattro stagioni - Ph. Francesco Sciolti

FEDRA L’ossessione del desiderio Coreografia: Fredy Franzutti

BALLETTO IN UN ATTO

29

AGOSTO

Musiche: Ildebrando Pizzetti

30

LECCE

Teatro Romano Ore 21.30

AGOSTO

PERSONAGGI E INTERPRETI Fedra: Enada Hoxa

le amiche, le badanti, le prefiche:

Teseo: Gerd Vaso

Nuria Salado Fusté, Francesca Bruno, Federica Resta, Martina Minniti, Monica Verì Marianna Monteleone, Francesca Raule

Ippolito: Francesco Rovea, Alexander Yakovlev Afrodite: Nuria Salado Fusté La balia di Fedra: Serena Ferri

gli amici, i soldati, gli animali del bosco: Angelo Egarese, Alexander Yakovlev, Alessandro De Ceglia, Francesco Cafforio, Francesco Rovea, Angelo Egarese, Luca Carannante.

2012 | Teatro Romano di Lecce - FEDRA l’ossessione del desiderio - Ph. Fabio Serino

Scene: Francesco Palma

LECCE

Teatro Romano Ore 21.30

PRODUZIONE N. 31 DEL 2012

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

l mito di Fedra e la sua folle passione per il figliastro Ippolito sono raccontati nella tragedia “Ippolito” di Euripide. Fedra sposò Teseo, re di Atene che aveva già avuto un figlio, Ippolito, dal matrimonio con la regina delle amazzoni.

Per un maleficio della dea Afrodite ella si innamorò follemente di Ippolito e non riuscendo più a controllare questa sua passione decide di suicidarsi per il disonore.

Tra le diverse trascrizioni anche d’Annunzio, nel 1909, mise in scena una tragedia intitolata Fedra, rifacendosi esplicitamente al mito classico e nel 1915 andò in scena un’opera lirica, di Ildebrando Pizzetti, anch’essa col titolo di Fedra, basata sul testo dannunziano.

Il coreografo Fredy Franzutti, nel suo percorso di trasposizione di alcune delle trage-

die antiche, ha creato una sua versione di Fedra in danza ispirandosi direttamente al testo di D’Annunzio e utilizzando musiche di Ildebrando Pizzetti.

Franzutti sposta la vicenda nelle ambientazioni decadenti e fastose del primo Novecento.

Le atmosfere art déco fanno da cornice alla vicenda che presenta chiari riferimenti al mondo maschilista di un regime totalitarista.

Del mito classico ne rimane invariata la trama, il carattere dei personaggi, e il concetto dell’ineluttabilità della colpa; per tanto, la passione insana, la trasgressione, la follia sono generati dal volere degli dei che deresponsabilizzano le scelte degli uomini vittime di un destino ostinato senza alcuna possibilità di salvezza.

La produzione ha debuttato, nel 2012, al teatro romano di Benevagienna - festival di cultura classica Ferie d’Augusto - e ha poi replicato con successo in diversi festival e programmi di tragedie classiche. Nel giugno 2015 Fedra replica al Teatro dell’Opera di Tirana.

Nell’esate 2015 i ruoli principali sono affidati e Enada Hoxa e Gerd Vaso due star del Teatro dell’Opera di Tirana

Franzutti si conferma coreografo di razza e titolare di uno stile al quale l’estetica non ha mai fatto difetto” (Francesco Mazzotta - Corriere del Mezzogiorno)

LA TRAMA Teseo è innamorato della nuova promessa sposa ed esterna la sua gioia al figlio Ippolito, avuto dal precedente matrimonio con Ippolita, regina delle amazzoni, da poco morta. Ippolito è un giovane che si dedica esclusivamente alla caccia e al culto di Artemide - divinità lunare, dea della caccia, della selvaggina e dei boschi - trascurando completamente tutto ciò che riguarda le donne, la famiglia e la sessualità, andando anzi orgoglioso della propria verginità.

Giunge Fedra da Creta con la sua balia. Fedra è dubbiosa per il nuovo futuro di sposa, è innamorata di Teseo ma ha paura del carattere irruento e passionale del valoroso Re.Il sacerdote celebra le nozze e iniziano le danze per i festeggiamenti.

Teseo vuole che il figlio Ippolito ritrovi in Fedra una nuova madre e, per evitare che il giovane si senta trascurato dalla sua nuova relazione, e certo di fargli cosa gradita, gli dona un’ arma per le sue battute di caccia. Ippolito, anche se giovane, è già un valoroso cacciatore (la madre amazzone gli aveva insegnato le tecniche di richiamo e agguato).

Finiti i festeggiamenti per le nozze, Teseo dichiara il suo amore e la sua passione a Fedra, che ritrosa rimanda timida il rapporto fisico anche per paura di essere abbandonata come la sorella Arianna. Fedra si ritira.

Teseo ebro ed eccitato evoca Afrodite, la dea dell’amore, della bellezza, della sessualità, della sensualità e della lussuria per passare la notte in dolce compagnia. La dea appare con la sua corte di ancelle. I soldati eccitati giungono velocemente.

Abitualmente Teseo frequenta la dea e quella notte vuole che Ippolito sia iniziato all’arte dell’amore. E’ preoccupato per le scelte del figlio e non vuole che rinunci ai piaceri carnali.

Teseo lascia Ippolito solo con la sensuale Afrodite che cerca di sedurlo. Ma Ippolito non accetta le offerte di Afrodite, anzi la respinge.

La dea dell’amore, offesa, decide di punirlo suscitando in Fedra una insana passione per il

giovane.

Quando Ippolito incontra Fedra e cerca nella matrigna conforto per quello che è successo con Afrodite, la timida regina, trasformata dagli incanti di Afrodite, cerca di afferrarlo, accarezzarlo e abbracciarlo violentemente.

Ippolito non comprende e respinge Fedra che va via con un suo indumento.

Il giovane è in crisi e non vuole più vivere la condizione di essere umano; preso da forti paure si denuda e dichiara la sua fedeltà ad Artemide: vuole far parte del regno della natura.

Appaiono gli animali sacri di Artemide evocati da Ippolito, il quale dapprima è spaventato ma poi dona il suo corpo umano al regno del bosco. Richiamata dalle preghiere di Ippolito, si manifesta Artemide che accoglie il giovane cacciatore nella sua corte chiedendo in cambio la sua vita umana.

Ippolito si riveste per ritirarsi nelle sue stanze.

Il sentimento per Ippolito fa apparire Fedra sconvolta e malata agli occhi degli altri. Si aggira per il palazzo seguita della servitù che la accudisce.

Fedra è in preda alla follia, non riuscendo più a tenere dentro di sé il segreto si confida con la propria nutrice; quest’ultima, tentando in buona fede di aiutare Fedra, rivela il segreto ad Ippolito, dietro suo giuramento di non parlarne con nessuno.

Fedra chiede la presenza di Ippolito e cerca di amarlo. La reazione del giovane è rabbiosa e offensiva, al punto che Fedra, sentendosi umiliata, decide di darsi la morte. Compie dunque l’estremo gesto, lasciando però, per vendetta, una lettera in cui accusa Ippolito di averla violentata.

Quando Teseo scopre il cadavere della moglie ed il biglietto, lancia un’anatema mortale nei confronti di Ippolito e ordina ai suoi soldati di tendergli un agguato e di ucciderlo.

Il giovane dice di non avere alcuna responsabilità, ma non può raccontare l’intera storia perché vincolato dal giuramento fatto alla nutrice.

I soldati sono violentissimi e percuotono a morte il giovane.

Ippolito viene ritrovato agonizzante dalla balia, presto giunge Teseo pentito per aver condannato il figlio.

Appare Artemide ex machina. La dea espone a Teseo come si sono svolti i fatti, dimostrando quindi l’innocenza di Ippolito.

Il re si rivolge allora al figlio, ottenendone in punto di morte il perdono.

Artemide ottenuto in sacrificio la sua vita umana gli dona quella di animale sacro realizzando il desiderio del giovane cacciatore.

2015 | Teatro dell’Opera di Tirana (Albania)

CHE IERI M’ILLUSE CHE OGGI T’ILLUDE

Omaggio a Gabriele D’Annunzio READING-CONCERTO

25

AGOSTO

Regia: Fredy Franzutti

Musiche: Bizét, Naderman, Paradisi

GALLIPOLI

Chiostro San Domenico Ore 21.30

Attore: Andrea Sirianni

PRODUZIONE TEATRI A SUD N. 1 DEL 2013

Flauto: Teobaldo Scardino Arpa: Angela Cosi

Festival Sipari di Pietra 2015

Andrea Sirianni

Teobaldo Scardino

Angela Cosi 2013 | Teatro delle Celebrazioni di Bologna - Chiara Mazzola - Ph. Giovanni Urso

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

Presentazione: La celebre frase di chiusura della lirica La Pioggia nel Pineto è intesa come paradigma descrittivo della poesia e poetica di Gabriele D’Annunzio, oggi a poco più di 150 anni dalla nascita.

L’illusione, per D’Annunzio, non è solo una opposta verità, ma è una prospettiva creativa e fantastica del reale. L’illusione della creazione e la metamorfosi sono le due direzioni nelle quali il lettore (e non il poeta) si perde, si smarrisce, vaga senza meta… “chissà dove, chissà dove”.

Il reading-concerto Che ieri m’illise, Che oggi T’illude, ideato in omaggio al Vate di Pescara, presenta alcune pagine tratte dalle Laudi del cielo, del mare, della terra, degli eroi e brani dal romanzo Il Fuoco, dedicato all’attrice Eleonora Duse.

La scelta dei brani ha avuto, come riferimento di ricerca, l’illusione di un recupero di emozioni o atmosfere smarrite e l’illusorio mondo della mitologia antica.

Anche l’amore è un’illusione, perché animato da una ninfa del teatro, luogo nel quale la realtà è solo una ricostruzione della realtà.

Le musiche, proposte dallo spettacolo in un atto, ora in assieme, ora alternate, ora raddoppiate alla voce attoriale (seguendo la struttura di un melologo) sono di autori vicini a D’Annunzio, come Debussy - del quale era amico e ammiratore - o di altri che incarnano lo spirito del Novecento o di altri ancora scelti per una diretta ispirazione al testo recitato, una sorta di colonna sonora in omaggio all’arte futurista del cinema che in quegli anni muoveva i primi successi.

Una sintesi, emozionante e nostalgica di un secolo che fu, dove gli eroi e gli uomini si nutrivano di arte e cultura, si ispiravano alla forza degli elementi, contemplavano il vigore degli ideali, amavano di profonde passioni e morivano per fede.

“Così arte accostati ai grandi pensieri che son presso i fonti”

2010 | Area Bleu Salento di Gallipoli - CARMEN

2014 | Teatro comunale di Tuglie - LE MUSE DI APOLLO - Teobaldo Scardino e Angela Cosi

2014 | La Bella Addormentata - Piazza della Repubblica di Martignano - Ph. Francesco Sciolti

I LUOGHI

SQUINZANO CAMPI LECCE

CARMIANO

SAN FOCA PORTO CESAREO

COPERTINO

NARDÒ

GALATONE MAGLIE

OTRANTO

GALLIPOLI

TRICASE

UGENTO

LEUCA

GALATONE Galatone è una città di circa 16.000 abitanti situata nel cuore del Salento tra Lecce e Gallipoli.

I primi insediamenti umani nel territorio di Galatone sono attestati all’età del paleolitico. Utensili in selce e ceramica sono stati rinvenuti nel Villaggio Costante sulle serre Campilatini, nella grotta Pinnella e negli insediamenti Rizzi e Spisari.

Nel periodo normanno - svevo si sviluppa in modo organico l’amministrazione del feudo e si afferma la cultura orientale bizantina in modo decisivo.

Primo signore di Galatone fu Giovanni Castriota, il quale nel 1500 fece erigere il convento dei Domenicani, oggi sede del palazzo di città, e l’attigua chiesa dedicata al patrono San Sebastiano. L’estinzione della famiglia Castriota determina il passaggio del feudo a facoltosi genovesi stanziatisi nel Salento. Ne divenne signore nel 1556 Uberto Squarciafico.

Galatone è la patria del più illustre umanista dell’Italia meridionale, Antonio De Ferraris (nato a Galatone tra il 1444 ed il 1448) conosciuto con il nome Galateo.

Dal 1683 al 1696 avviene il miracolo nella edilizia religiosa con la costruzione della Chiesa barocca del SS. Crocifisso progettata e realizzata dal celebre Giuseppe Zimbalo e fra’ Niccolò da Lequile.

Il Palazzo Marchesale, sede dei feudatari di Galatone fu voluto dalla famiglia Squarciafico. L’edificio venne edificato in corrispondenza di una torre di epoca angioina a cui si addossò uno sfarzoso portale cinquecentesco. La torre, a pianta tronco-piramidale alla base e cubica nella parte finale, non presenta importanti linee architettoniche in quanto le forme sono quelle essenziali dell’architettura militare romanica. Il palazzo possiede un elegante prospetto ingentilito da finestre decorate con mascheroni e motivi floreali di gusto tardo-cinquecentesco. Nell’angolo occidentale della facciata sono presenti gli stemmi araldici delle famiglie feudatarie degli Squarciafico, dei Pinelli, dei Pignatelli e dei Grillo.

Gli ambienti interni, danneggiati e rimaneggiati in seguito al terremoto del 1743 che causò il crollo della parte nord della struttura, comprende le stalle e i locali della servitù al piano terra, le stanze della nobiltà al piano superiore.

Il palazzo Marchesale, centro nevralgico della Città di Galatone, simbolo storico della cultura locale, ospiterà lo spettacolo del Balletto del Sud. PER INFORMAZIONI E PREVENDITA BIGLIETTI: Palazzo Marchesale Belmonte Pignatelli - Piazza SS. Crocifisso - (Ph. MIchele Mariano)

GIOVEDÌ 6 AGOSTO SHÉHÉRAZADE e le mille e una notte Palazzo Marchesale - ore 21.30

Il comune di Galatone partecipa nel 2015 ad Itinerario Danza

Pro Loco P.zza SS. Crocifisso - Torre Pignatelli tel. 0833 86 13 16 - Facebook: Estate Galatea www.comune.galatone.le.it Non Solo Fumo Via Milano 34 - tel. 0833 86 54 69 Costo biglietti 15€ posto unico + d.p.

DOPO LO SPETTACOLO:

Mangia Fuoco Viale XXIV Maggio 113 - tel. 347 65 17 368 Arte e Cucina Via Lecce 13 - tel. 328 16 14 932 Gustavo Braceria Via Gallipoli 48 - tel. 345 61 55 711 Gioia coffee drink and restaurant Via Gallipoli 48 - tel. 0833 86 53 18 - 320 23 90 956 Santa Maria del Morige via del Mare, km 2 - tel. 0833 57 44 42/762

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDEDIZIONE

CARMIANO Le origini di Carmiano sono antichissime.

Per quanto riguarda la derivazione del nome si fanno varie ipotesi: una è quella di far derivare il nome Carmiano da “Carmen”, cioè “canto”, oppure da “Carminio”, in considerazione del colore rosso della terra. Secondo altre versioni il nome “Carmiano” deriva da “Carminius” , valorosissimo centurione romano al quale il Senato della Repubblica assegnò cento iugeri di terreno della Messapia quale premio per le sue imprese gloriose. Dopo la sua morte quelle terre passarono in eredità ai suoi successori col nome di “Praesidium Carmianensis”, ovvero “Carminianum”.

Secondo alcuni scrittori, ebbe un periodo di vero splendore nei primi secoli dell’Impero Romano, quando grazie al suo meraviglioso clima temperato, alla lussureggiante vegetazione delle sue selve ed alla ubertosità dei suoi vigneti, diventò patrimonio privato degli Imperatori e venne a godere di particolari privilegi.In seguito alla caduta dell’Impero Romano, anche Carmiano decadde.

Ebbero inizio le incursioni barbariche e il paese fu distrutto più di una volta.

Venne ricostruito durante la dominazione bizantina. In seguito alle devastazioni dei secoli IX e X, compiute nell’intero Salento ad opera dei Saraceni, degli Ungheri e degli Slavi, nessuno degli storici parla più di Carmiano sino all’anno 1000. Durante il Feudalesimo Carmiano fece parte della Contea di Lecce.

Dal 1448 al 1807 fu sotto il governo dei Padri Celestini , che erano arrivati numerosi a Lecce nell’anno 1353 per merito del conte Gualtiero di Brienne. Fu questa per il paese un’epoca di pace, di serenità e di prosperità. Anche a Carmiano i Padri lasciarono il segno della loro tangibile operosità, come testimonia “Palazzo dei Celestini”, situato nel centro storico sulla via provinciale per Lecce.

Durante il Risorgimento Carmiano prese parte attiva all’azione della rinascita nazionale. Allorquando Federico II di Borbone, il 29 gennaio 1848, concesse la Costituzione , anche a Carmiano come avveniva in tutta l’Italia, ebbero luogo manifestazioni patriottiche con canti, suoni e sventolio di vessilli tricolori, festeggiamenti che ebbero luogo anche in occasione delle gloriose imprese compiute da Vittorio Emanuele e da Garibaldi. Numerosi furono i cittadini carmianesi e maglianesi che diedero il loro contributo, anche con la perdita della vita, alla causa del Risorgimento d’Italia, del conflitto Italo-Turco del 1912 e dei due conflitti mondiali.

Vecchia Chiesa S. Giovanni Battista

PER INFORMAZIONI:

SABATO 8 AGOSTO MAREE serata di danza con Carla Fracci Piazza del Tempo - ore 21.30

Il comune di Carmiano partecipa nel 2015 ad Itinerario Danza

Comune 0832 60 16 67 www.comune.carmiano.le.it Si accede esclusivamente per invito DOPO LO SPETTACOLO:

Il Nido Via Roma 152 - tel. 0832 60 18 90 Fuori orario Via Roma 160 - tel. 0832 60 17 46 Desirè Via Copertino 135 - tel. 0832 60 35 19

LECCE In origine Lecce era un florido centro messapico. Dal 268 a.C la città, conosciuta come Lupiae, viene governata dai Romani. Con i saccheggi ad opera dei barbari, la città decade e si riduce ad un modesto villaggio. Con il dominio normanno la città rifiorisce.

Tancredi, riconosciuto nel 1166 conte di Lecce diviene re di Sicilia, ma viene sopraffatto dagli svevi. Federico II incamera la città nel demanio regio e la lascia in eredità al figlio Manfredi.

Seguono gli Angioini e i D’Enghien. Con Ferrante d’Aragona nel 1463, la città viene inglobata nel Regno di Napoli. L’ultimo conte aragonese leccese è Federico D’Aragona che diviene re di Napoli nel 1496 e trasforma Lecce in un cenacolo di cultura e di arte. Alla dinastia aragonese segue quella spagnola che perdura per più di due secoli. Lecce continua a distinguersi per il suo fermento culturale ed economico. Minacciata la sua sicurezza dalle sanguinose armate turche, l’imperatore Carlo V, che eleva la città a capoluogo della Puglia, la fortifica con possenti mura ed un modernissimo castello.

Nel 1734 ha inizio la dominazione borbonica che si concluderà con l’annessione del Mezzogiorno al Regno d’Italia, interrotto solo durante il decennio francese. Dopo l’unità d’Italia tra il 1895 ed il 1925 la città si estende oltre le mura cinquecentesche. Nel 1927 la provincia di Lecce viene staccata da Taranto e Brindisi.

L’anfiteatro che ospita gli spettacoli del Balletto del Sud fu costruito nel II secolo d.C., in Età Augustea e misurava circa 102 m × 83 m e riusciva a contenere oltre 25.000 spettatori. Situato nella centralissima Piazza Sant’Oronzo, ne resta l’arena, le gradinate inferiori e parte delle mura esterne.

In epoche successive fu sotterrato e sovrastato da altri edifici. Venne riportato alla luce nel 1901, durante gli scavi per la costruzione del palazzo della Banca d’Italia.

VENERDÌ 7 AGOSTO

SHÉHÉRAZADE e le mille e una notte Anfiteatro romano - ore 21.30 Platea: € 20 - Gradinata: € 15 (+ d.p.)

DOMENICA 16 AGOSTO IL LAGO DEI CIGNI Anfiteatro romano - ore 21.30 Platea: € 15 - Gradinata: € 10 (+ d.p.)

SABATO 29 AGOSTO FEDRA l’ossessione del desiderio Teatro romano - ore 21.30 Posto unico: € 10 (+ d.p.)

DOMENICA 30 AGOSTO FEDRA l’ossessione del desiderio Teatro romano - ore 21.30 Posto unico: € 10 (+ d.p.)

PER INFORMAZIONI E PREVENDITA BIGLIETTI:

Balletto del Sud Via Biasco, 10 Lecce - tel. 0832 45 35 56 info@ballettodelsud.it - www.ballettodelsud.it Cooperativa Theutra c/o Castello Carlo V - tel. 0832 24 65 17 Il comune di Lecce ha partecipato ad Itinerario Danza nel 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2003, 2004, 2005, 2006, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012 , 2013, 2014 e 2015.

DOPO LO SPETTACOLO:

2014 | Anfiteatro Romano di Lecce - Dall’Italia con Amore - Ph. Frncesco Sciolti

2012 | Piazza Sant’Oronzo di Lecce - Ph. Fabio Serino

TRICASE Tricase sorge in una zona ricca di testimonianze preistoriche e megalitiche (menhir, specchie, ecc.). Mancano documenti attendibili per risalire alle primitive vicende di Tricase, che rimangono legate esclusivamente ad alcune versioni, secondo le quali, tra il X e l’XI secolo, esistevano tre casali che, unendosi, determinarono la nascita del primo nucleo abitativo dell’odierna Tricase. Sebbene molti storici sono concordi con questa ipotesi, diversamente lo sono per i nomi dei tre casali: per lo storico Luigi Tasselli i casali si chiamavano Trunco, Monesano e Amito Cuti; per Antonio Micetti Menderano, Voluro e San Nicola; per Girolamo Marciano Abatia, Trunco e Manerano, per Michelangelo d’Elia Trunco, Manerano e Voluro.

Le prime informazioni certe si hanno a partire dalla fine del XII secolo, quando era feudatario un certo Demetrio Micetti, i cui successori furono spodestati da Carlo I d’Angiò, dopo la Battaglia di Benevento del 1266, perché sospettati di aver appoggiato gli Svevi. Il feudo di Tricase venne ceduto a Nasone de Galerato verso il 1270, passò poi ad Angelo de Cafalia e in seguito a Goffredo de Lavena. Successivamente fu incluso nel Principato di Taranto e nel 1401 fu concesso in feudo a Raimondello Orsini Del Balzo da Ladislao di Durazzo, re di Napoli. A Raimondello successe il figlio Giovanni Antonio che governò fino al 1419, anno in cui il feudo fu acquistato da Baldassarre ed Antonello Della Ratta.

Nel 1480 subì i saccheggi dei Turchi che riuscirono ad espugnare la città di Otranto (Battaglia di Otranto). Dopo il 1540, il casale di Tricase passò da Ludovico Benavola di Napoli a Pirro Castriota-Scanderbeg, nobile famiglia di origine albanese, e nel 1569 fu venduto a Federico Pappacoda, al quale successe il figlio Cesare.

Da Cesare Pappacoda passò, nel 1588, a Scipione Santabarbara che, a sua volta, la rivendette il 20 dicembre dello stesso anno ad Alessandro Gallone, i cui discendenti lo possedettero fino al 1806, anno di eversione della feudalità.

I Gallone si fregiarono del titolo di Principi, ottenuto a Madrid il 24 marzo del 1651 da Filippo IV di Spagna. Di questa importante Famiglia si ricorda che Maria Bianca Gallone, ultima Principessa di Tricase, è morta nel 1982.

Chiesa di San Domenico - Piazza Pisanelli

PER INFORMAZIONI:

VENERDÌ 21 AGOSTO SHÉHÉRAZADE e le mille e una notte Piazza Pisanelli - ore 21.30

Il comune di Tricase ha partecipato ad Itinerario Danza nel 2014 e 2015.

IAT tel. 0833 77 72 37 www.comune.tricase.le.it DOPO LO SPETTACOLO:

Ristorante Gallone Piazza Pisanelli 15 - tel. 334 30 58 113 Trattoria Ai Frani Via degli Acquaviva - tel. 347 58 82 472 Ristorante Mangio Piazza Pisanelli (via Mon. Ingletti 14) - tel. 0833 54 67 51 Trattoria Menamè Via S.Demetrio 32 - tel. 0833 77 15 88

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDEDIZIONE

SAN FOCA

(Melendugno)

I due dolmen Placa e Gurgulante testimoniano la presenza dell’uomo nel territorio di Melendugno già nell’età del Bronzo.Il primo insediamento abitativo vero e proprio è rappresentato invece da Roca Vecchia. Il sito, frequentato sin dalla preistoria, sorse come città fortificata già nel XV-XI secolo a.C. Ricostruita dalle popolazioni messapiche nel IV-III secolo a.C., venne abbandonata in epoca romana e nuovamente abitata nell’Alto medioevo da anacoreti, provenienti perlopiù dall’Impero Romano d’Oriente, che col tempo costituirono una comunità, abitando in una serie di grotte scavate nel calcare. Agli inizi del XIV secolo, Gualtieri di Brienne, conte di Lecce, ricostruì Roca facendone una città fortificata, ma nel 1480 subì le incursioni turche.

Liberata nel 1481, divenne successivamente rifugio di corsari barbareschi, tanto che nel 1544 Ferrante Loffredo, governatore della provincia di Terra d’Otranto, dette l’ordine di raderla al suolo. La distruzione di Roca Vecchia determinò la nascita, nell’entroterra, di un piccolo villaggio Roca Nuova abitato fino al XIX secolo, quando fu abbandonato definitivamente a causa delle condizioni malsane della zona circostante.

Per quanto riguarda il centro urbano di Melendugno, pare abbia avuto origine verso l’XI secolo con l’arrivo dei Normanni, successivamente al periodo delle guerre tra Saraceni e Greci. Sotto i Normanni, i monaci basiliani si stanziarono sul territorio costruendo cripte e abbazie e sviluppando l’agricoltura e la letteratura. A Melendugno fondarono l’Abbazia di San Niceta, i cui resti sono rappresentati dalla piccola chiesa situata nei pressi del cimitero.

Come per gli altri centri del Salento, anche Melendugno conobbe le vicende feudali. L’ultima famiglia, i D’Amely, regnò su Melendugno fino al 1806, anno in cui Giuseppe Bonaparte abolì la feudalità nel Regno di Napoli.

Lo spettacolo del Balletto del Sud si svolge a San Foca, una delle splendide marine del comune, che ha concorso, assieme a Roca, Torre Specchia, Torre dell’Orso e Torre Sant’Andrea, all’assegnazione, per il quinto anno consecutivo, della Bandiera Blu al Comune di Melendugno.

Torre di Guardia, 1568

SABATO 22 AGOSTO IL LAGO DEI CIGNI Piazza d’Oriente (San Foca) - ore 21.30

Il comune di Melendugno ha partecipato ad Itinerario Danza nel 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015.

PER INFORMAZIONI:

Ufficio turismo del comune tel. 0832 83 22 17 www.comune.melendugno.le.it DOPO LO SPETTACOLO:

Ristorante Da Romano Piazza del Popolo 1 (San Foca) - tel. 0832 88 10 05 cel. 328 73 26 781 Ristorante Villa Marina Lungomare Matteotti 14 (San Foca) - tel. 360 26 28 14 cel. 0832 88 15 40

GALLIPOLI Il nome della città di Gallipoli deriva da Kale polis, un nome imposto dai colonizzatori ellenici provenienti dalla Grecia, il cui significato è città bella.

Durante il 265 Avanti Cristo, Gallipoli fu conquistata dai Romani, che in quel tempo erano una delle maggiori potenze in Italia. Questi migliorarono i sistemi di comunicazione della città, collegando Gallipoli alla Via Traiana, questo consentiva un rapido passaggio verso i Balcani, ed inoltre, ampliarono e svilupparono le attività portuali, trasformando così la città di Gallipoli in un centro militare, e in seguito in municipio.

Successivamente, venne occupata dai Barbari, nel 450 che saccheggiarono la città, e segnarono uno dei momenti più terribili e crudeli nella storia di Gallipoli. Durante il 500, Gallipoli, insieme alla maggior parte del Salento, furono dominati per 42 anni dai Bizantini.

Più tardi, nel 542 Dopo Cristo, Gallipoli, venne ricostruita da cima a fondo, dall’ Impero Romano di Onesti, che la potenziò di apparati difensivi, come la costruzione del castello in difesa del centro storico di Gallipoli. Gallipoli, divenne uno dei centri navali e militari più importanti dello Ionio. In questo periodo inoltre, Gallipoli, imparò come in tutto il Salento, la religione Greco- Ortodossa, le tradizioni e la lingua dei Bizantini. Nel 710, Gallipoli fu visitata da Papa Costantino, che passò di lì, durante il viaggio che stava compiendo da Roma a Costantinopoli.

Durante il XI secolo, Gallipoli e il Salento, vennero occupati dai Normanni che liberarono la città dai Greci, e successivamente, dopo un periodo di tranquillità, la città, subisce un ferocissimo assedio dal re Carlo I D’ Angiò , che durò fino al 1268. Successivamente, trovò la forza di espandersi, grazie al continuo aumento delle attività portuali.

Dopo varie dominazioni di breve periodo, Gallipoli passò sotto il dominio Spagnolo. Durante questo periodo, ebbe un’ incremento di attività artigiane, i traffici mercantili diventavano sempre più importanti, come il commercio dell’ olio per le lampade, insomma la città diventò sempre più ricca e importante.

Successivamente, Gallipoli entrò a far parte del Regno di Napoli, e Ferdinando I di Borbone, iniziò una serie di migliorie per la città, la più importante è quelle della costruzione del porto.

Gallipoli oggi, si è trasformata in una delle città turistiche più importanti del Salento e sicuramente anche d’ Italia.

Chiostro di San Domenico, XV sec.

MARTEDÌ 25 AGOSTO CHE IERI M’ILLUSE, CHE OGGI T’ILLUDE Chiostro San Domenico - ore 21.30

PER INFORMAZIONI E PREVENDITA BIGLIETTI:

Festival Sipari di Pietra tel. 340 40 23 903 / 0833 26 18 44 Riviera Nazario Sauro 131/A Facebook: Sipari di Pietra - Mail: siparidipietra@gmail.com Costo biglietti: 10 € posto unico

DOPO LO SPETTACOLO:

Il comune di Gallipoli ha partecipato ad Itinerario Danza nel 2002, 2004, 2005, 2010, 2011 e 2015.

Ritrò wine club Riviera Armando Diaz 1/5 - tel. 0833 26 39 01 Locanda le Nasse Via XXIV Maggio - tel. 0833 26 44 99 / 340 75 49 756

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

UGENTO Una fulgida testimonianza dell’origine di Ugento è data dai reperti archeologici di origine preistorica rinvenuti nella zona, tra cui i Menhir: monumenti megalitici, legati a pratiche religiose e a culti in onore del sole costituiti da snelli e splendenti pilastri monolitici conficcati direttamente nel terreno. Due esemplari possono essere ammirati, ancora oggi, nella periferia dell’ abitato della frazione di Gemini e nella masseria di Terenzano. Degni di nota sono anche i Dolmen, monumenti funebri, tali monumenti sepolcrali andarono irrimediabilmente distrutti in conseguenza dello smacchiamento della zona da parte di ignari contadini.

Intorno al 1500-1000 a. C. si insediarono nella zona i Messapi; segno indelebile di tale insediamento sono le importanti mura messapiche che risultano costruite con l’ impiego di grandi massi squadrati e ben assestati. Si è potuto inoltre stabilire, con un rilievante grado di certezza, che per tutto lo sviluppo delle mura si potevano contare numerose torri.

Nell’82 a.C. Ugento divenne Municipio Romano. Lo scoppio delle ostilità tra Roma e Cartagine indusse le città Messapiche ad allearsi con Annibale nella vana speranza di riconquistare l’indipendenza e quindi l’antica autonomia. Fu così che il porto di Ugento, così come gli altri porti della Messapia vennero utilizzati per lo sbarco e l’approvigionamento dell’esercito di Annibale. Alleanza, questa, pagata a caro prezzo, causa l’epilogo della guerra in favore di Roma. in seguito fu vittima di feroci invasioni barbariche: 409 Visigoti, 410 Vandali, 475 eruli, 489 Ostrogoti, 554 Alemanni e Franchi, ed infine, 545 Goti, i quali distrussero la città, che subì poi la seconda distruzione ad opera dei Saraceni nel 842.

Sotto il periodo Normanno (intorno al 1020) per gli Ugentini iniziarono tempi migliori: il Centro ottenne la rielezione del Vescovato latino al posto di quello greco, la erezione del Castello sulle rovine dell’ antico ed un incremento della sua popolazione. Nel 1195 la Baronia di Ugento fu incorporata al principato di Taranto, che Federico Barbarossa concesse al figlio Enrico IV. Varie furono le casate che si alternarono al governo di Ugento: i D’ Aquino, gli Orsini, i Della Ratta (periodo angioino), i Del Balzo (periodo angioino-aragonese).

Nel 1537 le truppe di Federico Barbarossa colsero la popolazione di sorpresa e la città venne nuovamente distrutta. Tutto ciò conferma che un giorno il piccolo centro è stato florido e potente.

Cattedrale Santa Maria Assunta , 1754

PER INFORMAZIONI:

GIOVEDÌ 27 AGOSTO SHÉHÉRAZADE e le mille e una notte Piazza San Vincenzo - ore 21.30

Il comune di Ugento ha partecipato ad Itinerario Danza nel 2011, 2012 e 2015.

I.A.T. tel. 0833 55 54 76 www.comune.ugento.le.it DOPO LO SPETTACOLO:

Trattoria Al Duomo Via Cavour 6 - tel. 338 28 50 708 Trattoria I Tre Camini Via Roma - tel. 339 26 81 586 Palazzo Ricordi - Ristorante B&B Via Fontana 120 (Loc. Gemini) - tel 0833 95 87 00

2014 | Palazzo Baronale di Monteroni - Le Quattro Stagioni - Nuria Salado FustĂŠ e Alessandro De Ceglia - (Ph. Francesco Sciolti)

Francesco Cafforio e Alexander Yakovlev- (Ph. Francesco Sciolti)

2010 | Piazza Vittorio, Taviano - Massimiliano Rizzo e Vesa Tonova - Ph. de Guz

Francesco Cafforio- (Ph. Domenico Semeraro)

Federica Resta - (Ph. Francesco Sciolti)

SQUINZANO La tradizione orale attribuisce al suo toponimo una chiara matrice romana, ricordando che il casale di Quintianum (poi Quinzano ed infine Squinzano) sorse nel medesimo luogo in cui il console Tito Quinzio Flaminino, presumibilmente nel corso delle guerre tarantine (190 a.C. circa), aveva eretto la sua dimora, la VILLA QUINTIANA. Dalla fine del 1100 in poi le vicende di Squinzano corsero parallelamente, sebbene in posizione subalterna, a quelle della Contea di Lecce.

Nel 1520, durante la lunga contesa tra Spagna e Francia per il dominio sul Sud d’Italia, uno scontro decisivo si svolse a breve distanza dal suo abitato, divenuto nel frattempo piazzaforte dei Francesi, in un sito ancora oggi conosciuto come “Monte della Battaglia”.

Finalmente nel 1560, con regio decreto, Squinzano divenne libero Comune demaniale, ma già nel 1623 fu costretto a rivendere tale diritto acquisito per motivi economici, ritornando ad essere un Comune feudale, beneficiario del quale fu il nobile spagnolo Don Giovanni Enriquez, il quale per amore dei Frati Francescani fece costruire, in una versione più ridotta, l’attuale Convento che fu inaugurato nel 1625, cioè quando, già una diecina di anni prima, l’odierna Chiesa Matrice, a tre navate ed a croce latina, era sorta nel centro urbano. In quel tempo inoltre visse in Squinzano una pia donna, Maria Manca, alla quale, il 21 ottobre del 1618, apparve la Madonna, in gloria della quale fu portata a termine nel 1627 la costruzione di una nuova chiesa dedicata, ieri come oggi, alla Santissima Annunziata.

In seguito, il primogenito di Don Giovanni Enriquez, Gabriele Agostino Enriquez, ottenne il titolo di Principe di Squinzano, titolo che, alla estinzione degli Enriquez, passò ai nobili Filomarino di Cutrofiano. Solo con l’abolizione del feudalesimo il territorio di Squinzano fu affrancato da qualunque soggezione nobiliare o ecclesiastica, avviandosi sulla via di un maggiore sviluppo economico, demografico ed urbano (sec.XVII-XVIII).

Agli inizi del XIX secolo, poi, anche Squinzano intraprese la lotta contro la dominazione straniera, dapprima con la Carboneria, successivamente con la “Giovane Italia”. Sicché, alla fine delle lotte risorgimentali, il voto di annessione al nuovo Regno d’Italia.

Gli anni del ventennio fascista, sono nutriti di sacrifici enormi e di grandi speranze per il futuro che, nel frattempo, è già divenuto passato, sebbene non molto remoto, e sul quale non è opportuno esprimersi, perché ancora lo si sente come cronaca più che storia di Squinzano..

Villa Cleopazzo - 1917

LUNEDÌ 31 AGOSTO SHÉHÉRAZADE e le mille e una notte Villa Cleopazzo - ore 21.30

Il comune di Squinzano ha partecipato ad Itinerario Danza nel 2002 e 2015.

PER INFORMAZIONI:

Comune tel. 0832 78 50 32 www.comune.squinzano.le.it DOPO LO SPETTACOLO:

Rousseau Via Frassaniti 15 - tel. 340 37 40 175 Agriturismo La Badessa S.p. Squinzano-Casalabate km 6 - tel. 347 09 51 387

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDIZIONE

CAMPI SALENTINA La storia di Campi si può far risalire all’Età del Bronzo, la presenza di alcuni menhir, infatti, lasciano supporre che già a quell’epoca il luogo fosse popolato. Una data più certa sulle origini del paese potrebbe essere il 926 d.c. epoca delle terribili invasioni saracene, che distrussero i casali vicini di Afra, Bagnara, Firmignano, Ainoli e Terenzano, costringendo i profughi a cercare altrove riparo. Evidentemente qui trovarono le condizioni ideali per la sopravvivenza e la difesa.

Nell’XI secolo con lo stabilirsi dei Normanni, Campi entrò a far parte della Contea di Lecce e divenne sede della diocesi, dopo che re Tancredi d’Altavilla fece dono della città al Vescovo di Lecce. Inizia, così, un lungo periodo feudale che si concluderà solo nel XIX secolo, che vide l’avvicendarsi a Campi di diversi signori.

Successivamente passò sotto al dominio degli Svevi e nel 1220 l’imperatore Federico II vi fece costruire un castello, che scelse come residenza estiva. Nel 1406 la città fu donata a Carlo Maremonti che ne divenne barone, e rimase di proprietà della famiglia fino al 1522. Fu in questo periodo che vennero apportate delle modifiche in stile prima medievale e poi cinquecentesco al castello. Nel 1522 Campi venne acquistata dai Paladini, un secolo dopo Maria, unica erede, sposerà Giovanni Enriquez, e sotto la sua dinastia la cittadina viene elevata a Marchesato con Regio Decreto del 1627di Filippo II di Spagna. Fu per volontà di Giovanni che il 6/11/1628 venne fondata la casa dei Padri Scolopi e istituite le scuole Pie: la prima scuola in Puglia aperta al popolo, destinata a segnare profondamente la storia successiva della città, conferendole notevole prestigio. Teresa Erriquez, unica erede di Giovanni, sposa Giovanni Filomarino, ma alla sua morte il feudo si costituisce in Comune e passa sotto la corona dei Borboni, rimanendovi fino all’arrivo di Garibaldi.

L’economia di Campi ha sempre avuto una forte vocazione agricola ed ha svolto nel corso dei secoli un ruolo strategico e centrale per le attività economiche del circondario. Non è un caso se lo stemma della città raffigura un covone, simbolo di quella fertilità e quell’abbondanza di grano che ne hanno fatto “Il granaio di Terra d’Otranto” Eccellente è la produzione di vini tipici come il Negro amaro e il Malvasia lavorati e commercializzati da cantine cooperative ed operatori privati. Da non dimenticare, poi, la produzione dell’olio di oliva e la trasformazione degli ortaggi, di cui è abbondante la terra salentina, da parte di piccole aziende.

Chiesa di Santa Maria dei Martiri

PER INFORMAZIONI:

SABATO 5 SETTEMBRE SHÉHÉRAZADE e le mille e una notte Piazza Libertà - ore 21.30

Il comune di Campi Salentina ha partecipato ad Itinerario Danza nel 1997, 1998, 1999 e 2015.

Biblioteca comunale tel. 0832 72 06 82 www.comune.campi-salentina.le.it DOPO LO SPETTACOLO:

Nostra Signora dei Turchi Piazza Libertà 10 - tel. 329 71 72 206 Baccanera Largo cuore di Maria 9 - tel. 329 00 48 311 Matanzenu Via Taranto 60 - tel. 0832 18 14 610

2008 | Carlos Montalvan, Paula Acosta - Anfiteatro Romano di Lecce - Eleonora Duse: sogni delle stagioni - Ph. Gigi Nuzzo

2003 | Francesca Bertaccini e Ivan Tzanov - Anfiteatro Romano di Lecce - Edipo Re - Ph. Andrea Stella

2006 | Anfiteatro Romano di Lecce - Carmina Burana Ph. Andrea Stella

2002 | Balletto del Sud con Orchestra Tito Schipa - Madonna del Canneto di Gallipoli - Strass und Strauss - Ph. Andrea Stella

2014 | Piazza d’Oriente di San Foca (Melendugno) - Le Quattro Stagioni - ph. Francesco Sciolti

2014 | Piazza Garibaldi di Tuglie - Le Quattro Stagioni - Ph. francesco Sciolti

2014 | Piazza d’armi di Acaya (Vernole) - Serata Stravinsky - ph. Francesco Sciolti

2011 | Area Archeologica di Vaste - Alessandro De Ceglia- Ph. de Guz 2014 | Piazza Garibaldi di Tuglie - Le Quattro Stagioni - Ph. francesco Sciolti

HANNO PARTECIPATO A ITINERARIO DANZA ACAYA ACQUARICA DEL CAPO ARADEO BRINDISI CALIMERA CAMPI CAPRARICA CAPURSO CARMIANO CASTRO CAVALLINO CASTRIGNANO DEI GRECI CORIGLIANO D'OTRANTO CURSI FELLINE GALATINA GALATONE GALLIPOLI LECCE LEQUILE LEVERANO MAGLIE MARTANO MARTIGNANO MESAGNE MINERVINO MOLFETTA MONTERONI MURO LECCESE NARDÒ NOICATTARO ORIA OTRANTO PARABITA POGGIARDO PRESICCE RUFFANO SANTA MARIA DI LEUCA SAN FOCA SAN PIETRO VERNOTICO SANTA CATERINA SANTA CESAREA SANT’ISIDORO SERRANO SOLETO SQUINZANO STERNATIA TARANTO TAVIANO TORRE DELL'ORSO TREPUZZI TRICASE TUGLIE UGENTO ZOLLINO

2014 2011 - 2012 2008 2001 2014 1997 - 1998 - 1999 - 2015 2009 2005 2015 1998 - 2000 - 2012 - 2013 1998 2011 2009 - 2010 - 2011 2009 - 2010 2000 - 2008 1998 - 2012 2015 2002 - 2004 - 2005 - 2010 - 2011 - 2015 dal 1997 al 2015 2013 2004 - 2008 - 2010 1996 - 1997 - 1998 2012 2014 2004 - 2006 2010 - 2011 2014 1997 - 1998 - 1999 - 2014 2011 1997 - 1998 - 2004 2005 1999 1997 - 1998 - 2003 -2 009 - 2011 - 2012 1997 - 1998 - 2002 - 2003 - 2007 1996 - 1997 - 1999 - 2011 - 2012 - 2013 1998 2010 - 2011 1997 2010 - 2011 - 2012 - 2013 - 2014 - 2015 1998 1996 1997 - 1998 - 2007 2005 2000 2004 - 2005 - dal 2007al 2013 2002 - 2015 1998 2001 1996 - 1999 - 2003 - 2008 - 2009 - 2010 1999 1999 2014 - 2015 2010 - 2011 - 2012 - 2013 - 2014 2011 - 2012 - 2015 2000

TOURNÉE NAZIONALE E INTERNAZIONALE TERNI

BORGIA CATANZARO

Giovedì 23 luglio Stagione di danza Shéhérazade e le mille e una notte Anfiteatro Romano

Lunedì 17 agosto Armonie d’Arte Festival Shéhérazade e le mille e una notte Parco Archeologico di Scolacium

SIRACUSA

BRUNICO Trento

Venerdì 24 luglio Festival Euro Mediterraneo Shéhérazade e le mille e una notte Teatro Greco

PINZOLO Trento

Lunedì 10 agosto Festiva Internazionale Shéhérazade e le mille e una notte PalaDolomiti

BRESSANONE Bolzano

Mercoledì 12 agosto Stagione di danza Il Lago dei Cigni Forum

Mercoledì 19 agosto Stagione comunale Shéhérazade e le mille e una notte Haus Michael Pacher

TAORMINA Messina

Domenica 13 settembre Festival Euro Mediterraneo Il Lago dei Cigni Teatro Greco Antico

COSTANTINA (Algeria)

Martedì 15 settembre Festival Culturale Europeo Shéhérazade e le mille e una notte Téatre Régional

VIPITENO Bolzano

Giovedì 13 agosto Stagione comunale Il Lago dei Cigni Teatro Comunale

2012 | Teatro Romano di Lecce - FEDRA, l’ossessione del desiderio - Ph. Fabio Serino

GLI ARTISTI FREDY FRANZUTTI

Uno dei più noti e apprezzati coreografi nel panorama internazionale, fonda nel 1995 il Balletto del Sud, compagnia che dirige e per la quale crea un repertorio di 32 spettacoli, alcuni tratti dal repertorio romantico, come “Lo Schiaccianoci”, “Il Lago dei Cigni”, “La Bella Addormentata”, “Sheherazade”, “L’Uccello di Fuoco” e “Romeo e Giulietta” - trasmesso da Rai 2 la notte di capodanno 2011.

Crea inoltre balletti per il Teatro “Bolscioj” di Mosca, per il Teatro dell’Opera di Roma (6 diversi spettacoli), per il Teatro dell’Opera di Sophia, per l’Opera di Montecarlo, per l’Opera di Bilbao, per l’opera di Magdeburg e per diversi eventi di Rai Uno come le danze del Concerto di Capodanno 2004 diretto da Lorin Maazel, trasmesso da Venezia in eurovisione.

La necessità di risolvere le problematiche di linguaggio legate alle differenti attività per un pubblico eterogeneo (da quello dei teatri di

tradizione al pubblico dei contenitori culturali di ricerca) lo ha portato ad elaborare una particolarissima estetica dove al sarcasmo del naif si sovrappone ed integra una profonda convinzione nei valori quasi etici della disciplina della danza classica.

Con la sua compagnia, il Balletto del Sud, replica gli spettacoli nei più importanti festival di danza e opera Italiani, totalizzando un ‘attività di circa 70 date ogni anno. Franzutti cura le danze di opera di produzioni realizzate in Francia, Spagna, Russia e numerosissime in Italia tra queste ricordiamo quelle al R.O.F di Pesaro, alle terme di Caracalla (Aida), al Teatro Lirico di Cagliari, al Bellini di Catania etc. Franzutti lavora al fianco di Beppe Menegatti per la ricostruzione di balletti perduti e crea per l’Opera di Roma, su invito di Carla Fracci: “Caterina, la figlia del bandito” di Cesare Pugni, “La Figlia del Danubio” di Adolf Adam, “Baccus e Arianne” di Albert Russel con le scene di Giorgio De Chirico e altri titoli su musiche di Stravinskij, Lourié, Antheil.

Crea appositamente spettacoli ed eventi per inaugurazioni come quella del Teatro Romano di Lecce (per la Fondazione Memmo), l’inaugurazione di Porta Galliera e della Scalinata del Pincio di Bologna (per Vittoria Cappelli). Coreografa le danze della stagione lirica di Lecce dal 1998 al 2005 su invito di Katia Ricciarelli, dal 2006 al 2011 su invito di Filippo Zigante, e oggi su invito di Sergio Rendine. Crea coreografie per numerosi eventi di Rai 1 e Rai 2. Coreografo e assistente di regie d’opera collabora con registi come Pier Luigi Pizzi, Beppe De Tomasi, Flavio Trevisan, Paolo Miccichè, Pier Francesco Maestrini.

Franzutti collabora e crea coreografie per étoile internazionali come Lindsay Kemp, Luciana Savignano, Alessandro Molin, Giuseppe Picone, Xiomara Reyes, Vladimir Vassiliev etc.

Con Vittoria Ottolenghi partecipa a diverse edizioni delle Maratone internazionali di danza e allo spettacolo su musiche di Luciano Berio “I trionfi del Petrarca” al Mitlefest di Cividale del Friuli. Ricordiamo inoltre le tournée in Portogallo, Germania, Spagna, nel 2006 nei teatri di Hanoi e Ho Chi Min City in Vietnam e nel 2011 in Algeria..

La volontà di controllare fin nei dettagli la coerente realizzazione dell’idea unitaria, alla base di ogni suo spettacolo, lo ha portato ad interessarsi in prima persona a diverse arti sceniche affiancando all’attività di coreografo quella di autore, regista, scenografo e costumista. Crea in questo senso diversi spettacoli anche con voce e danza coinvolgendo attori come Ugo Pagliai, Paola Pitagora, Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foà, Franco Nero, Michele Placido, Emilio Solfrizzi. Riallestisce l’opera di Bellini “La Sonnambula” per il teatro d’opera de la Coruna.

Franzutti scrive e dirige (regia, scene e costumi) l’opera popolare “Ottocento”, dedicato all’assedio di Otranto, con la supervisione di Franco Battiato. Crea la regia e firma scene e costumi per l’opera di Puccini la “Fanciulla del West” andata in scena nella stagione lirica del Teatro Politeama Greco di Lecce. e per lo spettacolo “Mille lire al mese”, scritto da Carlo Gaudio e Maurizio Costanzo, andato in scena al Teatro Parioli di Roma.

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDEDIZIONE

BALLETTO DEL SUD

La compagnia, considerata il vanto della cultura salentina nel mondo, è diretta dal 1995 dal coreografo Fredy Franzutti. Riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, presenta un organico composto da 14 solisti di elevato livello tecnico in grado di alternarsi nei ruoli principali.

Nella sua attività la compagnia si è arricchita di un repertorio di trentadue produzioni comprendente i grandi titoli della tradizione classica. Gli spettacoli sono rappresentati nei più pre-

CARLA FRACCI

ENADA HOXA GERD VASO

stigiosi programmi di danza europei.

Le molteplici tournée nel territorio nazionale annoverano importanti teatri e festival per un totale di circa 70 spettacoli ogni anno, alla presenza di 30.000 spettatori.

La compagnia ha partecipato, inoltre, a numerose produzioni d’opera lirica in Italia, Svizzera, Spagna, Russia e Montecarlo e a diverse trasmissioni televisive su Rai 1, come il Concerto di Capodanno 2004 in eurovisione dal Teatro La Fenice di Venezia.

Universalmente riconosciuta come una tra le più grandi ballerine del ventesimo secolo, probabilmente la più grande interprete del repertorio romantico. Tra le sue massime interpretazioni ricordiamo la Sylphide e Giselle, tanto da essere detta “La Taglioni del XX secolo”. Prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano dal 1958, ha raccolto successi su tutti i più prestigiosi palcoscenici del mondo, interpretando sia balletto classici che contemporanei, avendo come partner tutti i più grandi danzatori delle ultime generazioni.

Eccezionalmente morbida ed evanescente nelle sue movenze, Carla Fracci sa essere al tempo stesso eterea, delicata, ma anche estremamente intensa e drammatica. Per lei i critici hanno evocato paragoni con le grandi dive del secolo, per interpretazioni come Romeo e Giulietta di Prokofiev o la Lizze di Fall River Legend che hanno lasciato il segno nel mondo

della danza. È stata definita ‘La Duse della Danza’, la Sarah Bernhardt fra le danzatrici di oggi.

A lei si sono ispirati negli anni numerosi artisti e poeti, quale icona universale di leggiadria, eleganza e perfezione.

Tra questi Eugenio Montale.

Dal 2000 al 2010 dirige il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Dal 2009 al 2014 è stata Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze. È Ambasciatrice di Expo Milano 2015.

Nel dicembre 2013 Arnoldo Mondadori Editore pubblica la sua autobiografia, Passo dopo passo, a cura di Enrico Rotelli.

I più noti ballerini Albanesi studiano danza nell’accademia di stato di Tirana dove si diplomano con voti eccellenti. Appena entrati nell’organico del teatro dell’opera affrontano subito ruoli solistici e principali debuttando con Giselle.

Dal 1996 ad oggi, Enada Hoxha, ha danzato tutti i ruoli principali del repertorio classico e romantico da Coppelia al Don Quixote, da Cenerentola a Lo Schiaccianoci, Il Lago dei Cigni e la Bayadere.

La loro notorietà in albania è dovuta alle numerosissime apparizioni televisive iniziate già 1996 sul canale TVA dove sono stati protagonisti del popolare programma domenicale Telebingo fino al 2002. e delle versioni albanesi di celebri musical come “Notre Dame de Paris”, I dieci comandamenti, Chicago, Moulin Rouge tutti trasmessi dalla TV nazionale.

La carriera teatrale gli portati opiste di diverse compagnie ed eventi.

Nel 2008 è opite del Balletto del Sud per la creazione di Carmen che replicherà poi a Tirana, esperienza che si ripete nel 2010 con Romeo e Giulietta.

Collabora con il Balletto del Sud nel 2006, per l’inaugurazione del Teatro Comunale di Nardò, nel 2014 per le danze dell’opera Orfeo ed Euridice e nel 2015 per lo spettacolo Shéhérazade in tourné nazionale.

Nello stesso hanno divengono coreografa della trasmissione Albanese “Dancing With the Star, collaborazione che dura per 4 edizioni, fino al 2014.

Iniziano una loro attività di produttrice e coreografi, creando spettacoli di spettacoli di successo come quello dedicato al pianista polacco Chopin, alla Traviata di Verdi e ad Aida.

Frequenti sono le apparizioni televisive in trasmissioni di cultura e di costume anche in veste di opinionisti.

Nel giugno 2015 Enada Hoxha e Gerd Vaso invitano il coreografo Italiano Fredy Franzutti per la realizzazione all’opera di Tirana del balletto Fedra, spettacolo che replica a Lecce nel progetto “Itinerario Danza 2015”.

NURIA SALADO

Nuria Salado nasce nel 1988 a Barcellona in Spagna dove inizia i suoi studi nella scuola diretta da David Campos .

Successivamente è ammessa (dal 2006 al 2008) all’Accademia di balletto di Monaco di Baviera diretta da Konstanze Vernon dove si perfeziona sotto la guida di Kyrrill Melinkow, Michelle e Emerre Dimitri Sokolov. Durante il periodo scolastico partecipa agli spettacoli della scuola ricoprendo ruoli principali e solistici e ad alcune produzioni della compagnia del Teatro.

Nel 2008 si diploma con il massimo dei voti.

E’ presto solista del Het National Ballet di Amsterdam dove danza lo Schiaccianoci nella coreografia di Wayne Eagling. Nel 2009 entra nell’or-

ganico del balletto di Magdeburg diretto da Gonzalo Galguera dove è protagonista degli spettacoli: Lo schiaccianoci, Cenerentola, Don Quixote, il pax de trois dal Lago dei cigni e il gran pax de Quatre di Cesare Pugni .

Nella compagnia è anche interprete di molte coreografie moderne e contemporanee ideate da coreografi ospiti.

E’ inoltre ospite di altre compagnie in Spagna e in Germania nel ruolo di prima ballerina e solista.

Dall’estate 2014 entra nell’organico del Balletto del Sud, e presto diviene protagonista di molte delle produzioni della compagnia.

Riscuote particolare successo nell’interpretazione di Odette /Odile de Il Lago dei Cigni.

FRANCESCO CAFFORIO

Nasce nel 1992 a Grottaglie nella provincia di Taranto dove inizia a studiare danza. All’età di 14 anni frequentata La Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano, sotto la direzione di Anna Maria Prina e successivamente di Frédéric Olivieri. Per il suo talento artistico vince due borse di studio per gli anni accademici 2006-07 e 2007-08. Si diploma nel 2011 nel mese successivo al diploma inizia a lavorare con il corpo di ballo del Teatro alla Scala. Prende presto parte a tutti gli spettacoli al Teatro alla Scala, Teatro Arcimboldi, Teatro Sthreler e in molti importanti teatri italiani interpretando numerose coreografie come Raymonda di Marius Petipa, Excelsior di Ugo Dell’Ara, Giselle di Jean Coralli-Jules Perrot, Sogno di

Una notte di Mezza estate di George Balanchine, le danze di Aida di Vladimir Vassilliev, Marguerite and Armand di Frederick Ashton.

Nasce a Brindisi nel 1988, dove inizia lo studio della danza. Si perfeziona nella tecnica classica, repertorio e pas de deux frequentando numerosi stage di perfezionamento, tra i quali ricordiamo quelli con Jozo Borcic, Paola Vismara, Frederic Olivieri, Pedro De La Cruz, Carlos Palacios, Victor Litvinov, Amelia Colombini, Marika Besobrasova. È presto tra i vincitori di numerosi concorsi di danza nazionali.

Nel 2006, frequenta il settimo corso nella Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano. Per il suo talento, nel 2008, riceve la borsa di studio per l’Accademia Princesse Grace di Montecarlo da parte della direttrice Marika Besobrasova. Entra nel settembre 2008 nell’organico del Balletto del

Sud classificandosi primo nell’audizione.

Danza con il ruolo di solista nelle produzioni “Carmen”, “Lo Schiaccianoci”, “Carmina Burana”, “L’Uccello di Fuoco”, “Edipo Re”, e Sheherazade, danzando al fianco di Luciana Savignano.

Nel 2010 è primo ballerino ospite del Teatro dell’Opera di Tirana danzando il ruolo di Escamillo in Carmen.

Dal 2010 interpreta tutti i ruoli principali del repertorio della compagnia ottenendo spesso ottime critiche e successo personale di pubblico.

ALESSANDRO DE CEGLIA

Nel Settembre 2012 supera l’audizione per la compagnia Balletto del Sud, diretta da Fredy Franzutti dove danza nelle produzioni: Carmen, La Bella Addormentata, Lo Schiaccianoci, Edipo Re, Fedra, La traviata.

Dal 2014 inizia ad interpretare i ruoli principali nelle produzioni Carmen (al fianco di Letizia Giuliani) e La Bella Addormentata, Il Lago dei Cigni. E’ anche solista delle danze di Orfeo ed Euridice con Carla Fracci.

ITINERARIO DANZA 2015 - XIX EDEDIZIONE

ANDREA SIRIANNI

SI RINGRAZIA

Si diploma a Roma all’Accademia International Acting School di Giorgina Cantalini. Impegnato nella ricerca teatrale quanto nella vita concertistica si esibisce in prestigiosi Festival come l’ Internazionale di Siracusa, dei Due Mondi di Spoleto, il Culturale Europeo di Algeri, e presta la sua voce per i concerti del Quirinale trasmessi da Radio3.

E’ protagonista in importanti Teatri italiani quali il Parioli di Roma nella commedia musicale Mille Lire al Mese di Maurizio Costanzo, il Chiabrera di Savona in Shéhérazade e le mille e una notte al fianco di Luciana Savignano, e l’Auditorium Conciliazione di Roma nell’opera popolare Ottocento su direzione artistica di Franco Battiato.

Recita in stagioni come le Giornate Busoniane di Empoli, la Società Aquilana dei concerti Barattelli ed il Miami International Piano - diretto da Francesco Libetta - nel quale interpreta il melologo Histoire de Babar di Francis

Poulenc. Sino ad oggi è impegnato nella realizzazione di spettacoli-concerto con il regista Fredy Franzutti per il quale nel 2008 recita testi di D’Annunzio al Teatro del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera.

Aurelio Gianfreda Enza Corvaglia Giampiero Corvaglia Antonio Galloso Stefania Mandurino Eraldo Martucci

Vittoria Ottolenghi Marcello Panni Giancarlo Piccirillo Nicola Sbisà Michele Nocera Fanny Winter

Nel 2011 interpreta testi di Alexandre Dumas nella Grande Suite dall’opera Garibaldi en Sicile di Marcello Panni eseguita dal Contempoartensemble di Firenze nella Cappella Paolina di Palazzo Quirinale alla presenza di Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana.

Collabora con il Balletto del Sud nelle produzioni: “Eleonora Duse”, “Ottocento”, “Euterpe e Tersicore 2009” “Shéhérazade”, “Premio Cloris 2010”, “Mille Lire al Mese”, “Premio Giunco”, “Le Quattro Stagioni”, “La Bella Addormentata”, “Galà di Capodanno 2012”, “Premio Castrum Minervae 2012 e 2013”, “L’Uccello di Fuoco”.