Gennaio2016

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anno IV n.01 - Gennaio 2016 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta



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Gennaio 2016

nunciano la violenza subita. Perchè? nasce anche per Questo primo numero del dare un aiuto concreto alle 2016 si apre con il ritorno donne vittime di violendi Giusy Ferreri, la grinta e za al fine di sensibilizzare la forte personalità di una alla denuncia. Tutti i diritti voce unica e inconfondi- di Alex Britti e della It.Pop bile sono racchiusi in un del singolo “Perchè? “ sono album raccolta che oltre a destinati a WeWorld, una contenere i principali suc- Ong mondiale che lavocessi dell’artista ci presenta ra da oltre 15 anni per difendere i diritti di donne anche alcuni inediti. e bambini in Italia e nel Continuiamo poi con un mondo. Incontriamo poi altro ritorno Alex Britti che nuovamente i Zois, attrapresenta il nuovo album verso le parole di Valentina “In nome dell’amore-vol.1”. - autrice e voce della bandAnticipato dal singolo scopriamo e conosciamo il “Perchè?”, un brano in cui loro ultimo lavoro e l’amiAlex Britti chiede Perchè? cizia verso Mango. Molte donne NON de-

Ancora spazio per le interviste con Baldizzi, Oscar latino, My Escort e Giancarlo Casella. Non potevano poi mancare le consuete rubriche di Backstage Press che parlano di Arte, Teatro e che ci portano a scoprire i principali appuntamenti live della musica in Italia.

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GIUSY FERRERI

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ALEX BRITTI duem

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16 TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute. La collaborazione è a titolo gratuito. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE Alfonso Morgillo, Margherita Zotti, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco, Francesco Ruoppolo, Alfonso Papa (To), Giuseppe Maffia, Ambra De Vincenzi, Tonia Cestari, Carmela Bove. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress.it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica. Tiratura 7.000.

OSCAR LATINO

19 ZOIS

21 MY ESCORT

24 ARTE

27 EMERGIAMO

28 ACES IN MY BOOK

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P.zza Caduti di Nassirya - Airola (Bn) - www.setph.it - info@setph.it


Giusy Ferreri Hits

tx Alfonso Papa

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al duemilaotto ad oggi Giusy Ferreri è riuscita a mettere in fila una serie di risultati unici e straordinari. All’uscita da X Factor, nel duemilaotto appunto, ha pubblicato l’EP “Non ti scordar mai di me” (tre volte disco di platino) e, successivamente, il cd di inediti “Gaetana” (cinque dischi di platino in Italia e due in Grecia). Il duemilanove è l’anno dell’album di cover “Fotografie” (disco di platino in Italia e in Grecia) mentre “Il Mio Universo”, disco che contiene il brano presentato alla 61^ edizione del Festival di Sanremo “Il mare immenso” (certificato disco d’oro), è del duemilaundici. Nel 2014 Giusy Ferreri partecipa al Festival di Sanremo con i brani “L’amore possiede il bene” e “Ti porto a cena con me”. Il 25 marzo 2014 esce l’album di inediti “L’attesa” che, oltre ai due brani presentati a Sanremo, contiene anche i due singoli “La bevanda ha un retrogusto amaro” e “Inciso sulla pelle”. Il 19 giugno 2015 entra in rotazione radiofonica “Roma-Bangkok” il singolo di

Baby K feat. Giusy Ferreri che diventa in brevissimo tempo la hit dell’estate duemilaquindici registrando traguardi-record: certificata sei volte platino in pochi mesi, prima nella classifica Earone, ha dominato l’airplay radiofonico per mesi; rimasta saldamente al primo posto della classifica FIMI/GfK dei singoli più venduti per 11 settimane consecutive, primo posto nella classifica dei singoli e dei video su iTunes, primo posto della classifica italiana di Shazam e presente nella classifica globale e di tendenza, oltre 81 milioni di visualizzazioni su Vevo/ Youtube che lo rendono il video italiano più visto di sempre su Vevo e lo collocano al secondo posto della classifica dei video più visti del duemilaquindici, più di 13 milioni di streaming su Spotify dove ha ottenuto il primo posto nella Top50 Italia, il podio nella Viral 50 Italia ed è entrata nella Viral 50 in Argentina, Spagna, Francia, Belgio, Australia, Guatemala, Cile, Paesi Bassi, Singapore, Colombia e Perù; ha registrato il record assoluto di streaming giornalieri su Spotify Italia. L’atteso ritorno di Giusy

Ferreri è segnato dall’uscita, lo scorso dicembre, della straordinaria raccolta “Hits”, che contiene diciassette dei suoi più grandi successi e tre brani inediti. Ad anticipare la pubblicazione “Volevo te”, il nuovo coinvolgente singolo firmato da Fortunato Zampaglione; una canzone che da un lato rappresenta un ritorno alle origini popelettroniche che hanno sempre contraddistinto Giusy e che dall’altro dimostra la grande versatilità di una delle artiste più all’avanguardia della musica italiana, in grado di reinventarsi in ogni progetto senza mai snaturarsi. Un gioiellino musicale che si ispira all’elettronica degli anni ’80, forte, coinvolgente, appassionante, che colpisce subito l’ascoltatore, rapendolo e catapultandolo in un’altra dimensione. “Volevo te” rispecchia in pieno la “nuova” Giusy, ne racchiude la grinta e la forte personalità, valorizzando colori nuovi di una voce unica e inconfondibile. Altrettanto incisivi e caratterizzati da un ritornello immediato sin dal primo ascolto, gli altri due inediti inclusi nella raccolta: “Come un’ora fa”, brano dalle sonorità eleganti scritto da Daniele Magro,


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che mescola perfettamente l’atmosfera retrò ed emozionante dell’apertura degli incisi con lo stile moderno, accattivante e incalzante delle strofe; “Prometto di sbagliare”, che vede le tre prestigiose firme di Dario Faini, Federica Abbate e Roberto Casalino, è un pezzo fresco e solare, dal ritmo coinvolgente. Uno spensierato inno alla serenità e alla libertà di amare incondizionatamente. Completano il progetto le celebri canzoni che hanno decretato il successo di Giusy Ferreri negli anni, facendola diventare

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una delle artiste più amate della scena musicale italiana. Primo fra tutti il singolo d’esordio firmato Casalino-Ferro, “Non ti scordar mai di me”, che ha fatto conoscere l’artista al grande pubblico. Seguono altri successi come “Novembre”, “Il mare immenso”, la meravigliosa reinterpretazione del brano di Rino Gaetano “Ma il cielo è sempre più blu” e poi ancora “La scala (The Ladder)”, scritta da Linda Perry con adattamento di Tiziano Ferro, “Ti porto a cena con me”, presentato al Festival di Sanremo

2014 e il duetto “L’amore e basta!” feat. Tiziano Ferro (anche autore del pezzo), per citarne alcuni. “Hits”, a partire dal mese di maggio diventa live, infatti, la cantautrice dalla voce unica e inconfondibile si esibirà in tre imperdibili concerti: il 10 Maggio 2016 a Roma presso l’Auditorium parco della Musica; il 12 Maggio 2016 a Milano presso il teatro Nazionale ed infine il 16 Maggio 2016 a Palermo presso il Teatro Politeama. © Riproduzione riservata



Alex Britti

In nome dell’Amore

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lex Britti torna con il nuovo album “In nome dell’amorevol.1”. Anticipato dal singolo “Perchè?”, un brano in cui Alex Britti chiede Perchè? Molte donne NON denunciano la violenza subita. Perchè? nasce anche per dare un aiuto concreto alle donne vittime di violenza al fine di sensibilizzare alla denuncia. Tutti i diritti di Alex Britti e della It.Pop del singolo “Perchè? “ sono destinati a WeWorld, una Ong mondiale che lavora da oltre 15 anni per difendere i diritti di donne e bambini in Italia e nel mondo. Il brano è accompagnato da un videoclip girato negli studi di Cinecittà Studios a Roma e utilizzato per la campagna di sensibilizzazione di WeWorld contro la violenza sulle donne. La regia è di Ivano De Matteo , al video hanno partecipato : Carolina Crescentini, Massimiliano Bruno, Francesco Montanari, Michela Quattrociocche, Anna Ferzetti, Andrea

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Delogu, Rolando Ravello, Caterina Shulha, Luca Lionello, Giulia Elettra Gorietti, Gian Marco Tognazzi, Fabrizia Sacchi e Vincent Riotta. Il nuovo album è caratterizzato da un nuovo sound, dove la chitarra elettrica sostituisce la chitarra acustica, ma senza mai perdere la vena pop che ha sempre contraddistinto il cantautore. Così Alex racconta le singole tracce del suo nuovo lavoro: In nome dell’amore “L’amore è il tema conduttore di quasi tutto, quello che si ha per una donna, per la musica, per la chitarra, perché ancora mi piace pensare che sia la benzina di quasi tutto quello che facciamo”. Perché? “La canzone si spiega da se, è un tema scottante, ho scelto il blues senza camuffarlo troppo, ho aggiunto anzi un coro dai riflessi gospel e poi spesso il blues spesso è stata musica di denuncia, di protesta”.

tx Alfonso Papa

Ti scrivo una canzone “Ironia a go go, parlo, scherzo, consiglio e rido, mi rivolgo ad una donna che mi sta a sentire a sprazzi, ironica e distratta, funky, soul, r&b, tutte le sfumature del blues”. Un attimo importante “Lo slancio di portare un po’ di blues e di jazz al festival di San Remo, una canzone d’amore classica che cerca di non perdere l’eleganza di certe sonorità” . Cinque petali di rosa “Ancora un po’ di jazz e di blues al servizio di una canzone, ritmo ed armonie sofisticate con parole dal sapore classico, la chitarra si fa da parte per lasciare spazio al resto suonando con parsimonia solo quando indispensabile”. Da questa parte del mondo “Un esperimento, tra canzone poesia e sogno, senza regole di stesura o cliché, un viaggio tra parole e chitarre”. Tra il Tevere e il blues


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“In ogni mio disco c’è sempre uno o più strumentali, tra il Tevere e il blues e lo spazio d’azione, in questo brano c’è un po tutto il mondo, jazz, fusion, qualcuno dice musica etnica, per me è sempre blues” In nome dell’Amore - Vol.1, sarà anche un tour, annunciato dallo stesso Alex Britti. Il cantautore romano sarà nei principali te-

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atri italiani tra marzo e maggio 2016 e porterà in scena uno show il cui spazio è dominato da basso, chitarra e batteria, le tre “voci” a cui affiderà la parte musicale delle sue canzoni. “È sempre difficile raccontare a parole un disco e finalmente adesso lo porterò in tour. Siamo sempre nel pop, perché il pop è democratico e accoglie tutti senza distinzioni, sicuramente è un album molto elettronico, molto elettrico, con la chitarra che più

che accompagnarmi mi risponde in una sorta di duetto. Canto in italiano, ma non suono in italiano, anche se non so che lingua sia. Ed è un disco che parla d’amore, ma l’amore quello alto, vero. L’amore è il tema conduttore di quasi tutto, quello che si ha per una donna, per la musica, per la chitarra, perché ancora mi piace pensare che sia la benzina di quasi tutto quello che facciamo”. © Riproduzione riservata



Blandizzi

Da noi in Italia

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rendendo spunto dal titolo del tuo ultimo lavoro “Da noi in Italia”, come vanno oggi le cose in Italia? L’Italia purtroppo è messa abbastanza male, i punti di riferimento in Italia sono sempre troppo lontani dalla bellezza. Esistono troppi aspetti negativi conseguenza della tantissima violenza che esiste nelle società odierne, basta pensare a quella presente nei videogiochi dei ragazzi o ancora nelle fiction che arrivano tutti i giorni nelle case. E’ un Italia che meriterebbe di vivere il contrario di quello che ci fanno vedere, bisogna recuperare

tx Margherita Zotti

la bellezza e non è possibile Principalmente è stato un po’ essere attratti solo dal male. come un sogno che si avvera, da giovanissimo ho seguito Il mio disco, vuole far riflet- James Senese, Napoli Centere, ovviamente con legge- trale, Pino Daniele e lo stesso rezza ed ironia, su queste Gigi De Rienzo che ne faceva due facce dell’ Italia quella parte. Averli nell’album per corrotta che ci da continua- me e davvero motivo di granmente pugni nello stomaco de orgoglio, lavorare con loro e quella che si deve risve- significa poter avere un lingliare, che deve riflettere e guaggio musicale sicuramenfar si che si riparta nel modo te al di sopra della norma. giusto. Con la loro esperienza e con la loro personale musicalità Nell’album troviamo col- si possono raggiungere dei laborazioni, come quella livelli di interpretazione mucon Gigi De Rienzo e Ja- sicale davvero eccezionali che mes Senese, come è stato hanno arricchito molto anche collaborare con loro? il mio modo di vedere e fare


musica. Tra le varie tracce vi è anche “E’ la vita, la vita”, un omaggio al grande Enzo Jannacci? Assolutamente si , è un omaggio a lui e poi questo brano mi ricorda la mia adolescenza nel senso che ho cominciato a suonare la chitarra con le sue canzoni, soprattutto con “E’ la vita, la vita” che mi ricorda un mio primo concerto, un concerto di quartiere, con la band di quartiere e peraltro in questa band c’era anche oggi famoso - l’ arrangiatore Adriano Pennino. C’è un doppio legame con questo brano, quello del ricordo della mia adolescenza ma anche il fatto che parla dell’Italia e del filo conduttore narrato nel mio album.

Con “Il commissario Ricciardi”, attraverso le storie di Maurizio De Giovanni ci riporti ad una Napoli degli anni trenta. Sono un lettore di De Giovanni e nel momento in cui ho letto alcuni suoi libri ne sono uscito pieno di colori, di immagini e non potevo fare a meno di essere ispirato dal personaggio che De Giovanni con la sua grande fantasia e con la sua prestigiosa penna ha creato. Continuando a scorrere le tracce dell’album incontriamo “Il buongiorno del caffè”, una consuetudine soprattutto dei napoletani che va ben oltre una semplice bevanda. Si il caffè non rappresenta

solo un liquido rigenerante, ma va ben oltre. E’ quasi una filosofia. A napoli il caffè non si beve, non si dice si va a bere un caffè ma a prendere il caffè. Nella canzone ci sono tante immagini che riportano a questa tradizione. Quali i progetti futuri ed i prossimi appuntamenti? Ho tanta voglia di suonare, quindi ci stiamo organizzando per fare molti live e poi quanto prima spero di riuscire a fare un musical. C’è un’idea già in parte sviluppata, ci sono già i brani e spero che al più presto riusciamo a realizzare questo mio progetto © Riproduzione riservata

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Oscar Latino

Bentornato presente

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di me, tra le altre c’è “una scintilla d’umanità” che parla della mia terra di origine che è la Sicilia ed è un urlo contro l’omertà.

E’ stato un lavoro abbastanza lungo, metodico e frutto di tanti sacrifici come tutte le realizzazioni discografiche. E’ un album che parla della mia vita e delle mie origini, anche se non mi rispecchia al 100%. L’album contiene diverse tracce che raccontano

C’è poi anche una traccia che parla del rapporto con mio padre, ma non per sminuire quello con mia madre; con la famiglia ho un ottimo rapporto ed ho voluto incorniciare in questo brano il rapporto con mio padre che è stato

ph Marco Marroni

entornato presente il tuo nuovo lavoro discografico, ci racconti come nasce questo progetto?

tx Margherita Zotti

il mio primo estimatore e che mi ha dato la grinta e mi ha fatto credere in tutto ciò. Ci sono anche altre storie, rapporto uomo-donna, il ruolo della donna nel mondo di oggi e temi sociali come appunto bentornato presente che parla della storia di una ragazza che in discoteca è venuto a contatto con delle sostanze stupefacenti e lotta

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Quali i progetti futuri e se all’album seguirà un tour? Si già dal prossimo mese di Aprile, stiamo organizzando un tour per portare in giro questo disco, abbiamo pensato ai teatri, piccoli teatri in quanto prediligo questa tipologia di luogo più familiare e secondo me più adatta al mio tipo di musica. Per cui pensiamo a cinque, sei tappe in giro per l’Italia e poi ci sarà presumibilmente nel mese di maggio il lancio del secondo singolo dell’album. © Riproduzione riservata

ph Marco Marroni

un volersi riappropriarsi del presente in questa soQuali le collaborazioni cietà dove le brutte notizie presenti nell’album? sembrano sempre avere la meglio. Secondo te la muHanno collaborato con me sica può agevolare questo in questo progetto Franceprocesso di speranza e di sco Chini, Alessio Romeo, fiducia? Franck Armocida, Filippo Marcheggiani, Alessio La musica è sempre staVentura e, ovviamente, ta portatrice di messaggi, Mauro Munzi, senza poi anche se si vuole pensare escludere il regista di tutti i a tutti gli inni scritti nel miei video, Stefano Cesaro- corso degli anni per varie ni, e i fotografi come Mar- cause hanno sempre avuto co Marroni e Ania Baldoni, come portante la musica. che hanno anche realizzato Sicuramente il veicolo della le foto del disco. musica rappresenta un canale importantissimo che Bentornato Presente, sia da sempre riesce a trasporil brano che un po’ il filo tare e diffondere un mesconduttore dello stesso alsaggio, qualunque esso sia. bum rappresentano quasi per venirne fuori.


Zois

tx Margherita Zotti

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ois, il vostro ultimo lavoro non segue uno stile musicale unico, ma spazia piacevolmente tra diversi generi: pop, rock, elettronica. Come definiresti il vostro sound?

proprio per il significato di industriale sia per come è stato fatto questo disco, sia per i rumori che ci abbiamo messo dentro, che richiama la rumoristica del lavoro, pezzi di legno, pezzi di ferro.

Faccio sempre molta fatica ad individuare un’etichetta per il nostro tipo di suono, mi piace molto la definizione che ha dato il nostro batterista “industrial pop”, un po’ perché alcune fasi dell’elettronica richiamano al mondo “industrial” dal punto di vista musicale, ma anche perché mi piace il termine “industrial”

Tra le varie tracce troviamo oltre alla cover di “Oro” anche un brano scritto in collaborazione con Mango. Puoi raccontarci un po’ questa esperienza e soprattutto cosa vi ha lasciato? E’ stata una fortuna enorme ed una grande opportunità che abbiamo avuto. La co-

ver è nata in maniera molto irrazionale, stavamo cercando una cover da inserire nel nostro disco e volevamo dare una sorta di passepartout per le persone che ancora non ci conoscevano ed abbiamo pensato di riprendere una canzone di dominio pubblico, possibilmente lontana, almeno in apparenza, da quello che è il nostro modo di suonare e la scelta è caduta su “Oro” perché aveva queste caratteristiche e perché essendo una grande canzone, come tutte le grandi canzoni non finisce di dire tutto quello che ha dentro con un solo

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arrangiamento per quando splendido e sufficiente nella sua bellezza. Ascoltandola insieme abbiamo visto che c’era un angolo su cui ancora non era caduta la luce e lo abbiamo sviluppato da un piccolo passaggio della canzone originale, rovesciato e dato risalto più al carattere controverso del desiderio rispetto a quello che emerge nella versione originale. Questa cosa è piaciuta molto a Mango, che era un grande sperimentatore e che amava molto la ricerca. Per noi è stato bellissimo, innanzitutto ad avere l’approvazione e la fiducia, che è una cosa molto rara oggi specie in ambito artistico e quando ci si cammina ad alti livelli. E’ stato un incontro molto bello anche dal punto di vista umano e quello che ci portiamo dentro ed è rimasto è quello di essere sempre fedeli e sinceri con noi stessi e con il nostro pubblico che è quello che ci ha insegnato Mango. Tornando a quanto dicevi prima, anche la grafica richiama molto all’ambiente industriale, il significato è da ricercare nel tipo di musica o c’è un significato particolare? L’idea è nata da li ed anche la grafica è stata ideata coerentemente in questo senso. Esprime molto il nostro modo di intendere la musica,

molto legata alla vita quotidiana. Come autrice, poi, non ho mai considerato la musica come un’ispirazione che arriva dall’altro mondo, per cui non la vedo solo limitata agli strumenti musicali ma di tutti gli oggetti che possono produrre musica. Questo concetto cerchiamo di tenerlo sempre presente sia nel modo di confrontarci come musicisti, sia negli arrangiamenti e nelle cose che abbiamo utilizzato. Ci piace molto un artigianato, che parte dalle cose piccole, nel tentativo di esprimere le emozioni grandi.

scelta dell’etichetta. Com’ è il vostro rapporto con il pubblico? Bello, come dire la vita musicale è proprio divisa in due; c’è il lavoro in studio che poi è preparazione per il contatto con il pubblico per cui lavori e che sono le persone che ti ascoltano. Internet, Facebook, rappresentano un palco aperto da dove si possono raggiungere le persone in maniera continua e diretta. Stiamo lavorando all’allestimento del live e ci piacerebbe portare questo disco in giro in più forme per cui stiamo facendo quasi delle riscritture. Una sorta di gioco aperto da fare col pubblico , secondo noi è bello vedere che le canzoni possono avere tante vite.

Il vostro album è strato prodotto da LullaBit, un’etichetta giovane che ha scommesso sui giovani. Forse una scelta controcorrente ma che a vedere i risultati sembra aver premiato? Vi aspetQuali invece i progetti fututavate tali risultati? ri? Sul fatto di aspettarcelo, potremmo dire sia di si che di no, nel senso che siamo stati sempre molto convinti del tipo di lavoro e percorso intrapreso, per cui da un lato abbiamo sempre pensato che questo tipo di musica potesse arrivare alle persone. Dall’altro siamo tutti consapevoli delle difficoltà del mercato per cui ci aspettavamo anche un riscontro minore. Fortunatamente è andata bene, per cui è stata premiata la nostra scelta ed è stata premiata la

Si stiamo già lavorando al secondo disco, anche se ancora non sappiamo se sarà un disco vero e proprio o dei brani che verranno pubblicati come singoli. © Riproduzione riservata

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My Escort

L’equilibrio

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anzoni in ritardo, il vostro ultimo progetto discografico, ci descrivi come nasce questo progetto?

tx Margherita Zotti

ver essere diversi da come stato destinato male. si vorrebbe, questo è un po’ il tema del singolo Spesso nella quotidianità “L’equilibrio”, ce ne parli? diamo per scontato certe cose e siamo portati a proIl tema de “l’equilibrio” è un crastinare delle scelte, delle tema che lega tutto quanto decisioni, degli appuntail disco. Ci sono dieci bra- menti. ni, nove dei quali parlano di relazioni terminate; sia- L’equilibrio, a differenza no esse con i luoghi di ori- delle altre tracce, tratta di gine, siano esse con amori un conflitto ancora in essere. Anche nel video del bra-

Questo progetto arriva abbastanza da lontano e contiene brani scritti in un arco temporale di circa sedici anni. Nel 2008, con la precedente band (Dardo Morato), arrivò l’idea di metterli assieme. Venuti, successivamente in contatto con Luca Pernici produttore di “Nome e Cognome di Ligabue, tralasciammo la promozione dell’allora nostro primo album “Primavera a gennaio” per tuffarci completamente in questo progetto ma che si rivelò di li a breve fallimentare e portò allo scioglimento della band. Rimasto da solo (Alessio Montagna, voce della band), cercai di mettere in piedi un nuovo progetto, i My Escort, lavorando allo stesso tempo alla stesura di nuovi brani. Dopo vari assestamenti della band ed alcuni anni siamo riusciti a chiudere il cerchio ed arrivare alla realizzazione di o con degli amici. Relazioquesto disco. ni che per un motivo o per un altro sono terminate ed Spesso ci si ritrova a do- il tempo ad esse destinate è

no è richiamato il concetto del conflitto con due storie in parallelo. Una a colori ed una in bianco e nero a


rimarcare il contratto ed il arriva l’artista che ha poco a che fare con il mercaconflitto delle scelte. to, secondo è criticabile Nel campo musicale, spe- che un artista di livello sia cie per gli artisti non af- costretto a dover buttare fermati, si riesce ad esse- fuori continuamente qualre se stessi o in qualche cosa che non serve a nulla. modo si deve per forza Penso che un musicista per rassomigliare a quello che rispetto a chi lo ascolta e vogliono gli altri? per rispetto di se stesso dovrebbe cercare di sfornare Oggi l’omologazione, so- un prodotto solo quando prattutto a certi livelli por- ha effettivamente qualcosa ta una certa sicurezza, nel da dire. senso che l’industria discografica per investire soldi Quali i prossimi progetti in un prodotto mira ovvia- ed impegni? mente ad avere un ritorno, per cui una volta intuito Proprio in questi giorni cosa cerca la massa si lavo- avremo la consegna di un ra sempre sulla falsariga di master con alcuni braquel lavoro preconfeziona- ni nuovi, sei in acustico e to. Purtroppo l’arte non ha quattro in elettrico, li utia che fare con il mercato, lizzeremo esclusivamente oggi il mercato si sostitui- per ascolti agli addetti ai sce perfino ai bisogni del- lavori in previsione di un la gente. Dall’altra parte, nuovo lavoro discografico e rispondo alla domanda, che sicuramente non ve-

drà l’entrata in studio prima del 2017. Se volessimo aprire il cassetto dei sogni, il prossimo lavoro vorremmo fosse un doppio album con due produttori artistici differenti, magari uno di respiro nazionale ed uno di respiro internazionale, stiamo scrivendo tantissime cose con l’impressione che stiamo crescendo moltissimo in questi ultimi mesi, il filo conduttore è quello della debolezza che l’animo umano ha, questo addormentamento generale che accompagna la società odierna. Parlerà anche di politica economica e qualche sociopatia dei giorni nostri.

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roveniente da una famiglia aristocratica, Henri de ToulouseLautrec, è un pittore impressionista dai gusti raffinati che frequenta luoghi metropolitani e privi di formalismo. A Roma dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016 è possibile visitare la mostra a lui dedicata. Lungo lo spazio espositivo del Museo dell’Ara Pacis è possibile ammirare 170 opere provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest. Si tratta di litografie appartenenti alla collezione, tra le quali otto affiches di grande formato e due cover degli album della cantante, attrice e scrittrice francese Yvette Guilbert, che trasformó, con i suoi tratti sintetici e graffianti, in icona indimenticabile. Henri de Toulouse-Lautrec è considerato il più famoso maestro di manifesti e il primo grafico pubblicitario di fine secolo. Sono i soggetti che rappresenta a rendere le sue opere uniche perchè illustrati in momenti quotidiani o di divertimento, affascinando così ogni spettatore. Arrivato a Parigi, ha vissuto nel quartiere di Montmartre, fonte d’ispirazione per la

tx Marica Crisci

maggior parte delle sue opere. Famoso per la vita notturna e sregolata che conduceva frequentando i locali di questa zona, Toulouse restituisce con immediatezza istanti di vita quotidiana, diventando in poco tempo l’artista-illu-

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Toulouse a Roma

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stratore più richiesto di Parigi. Gli vengono commissionati manifesti pubblicitari per rappresentazioni teatrali e vari spettacoli, ma anche illustrazioni per importanti riviste parigine,come la satirica Le Rire. © Riproduzione riservata

Yvette Guilbert (1894).

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Giancarlo Casella aio genn

tx Carmela Bove duem

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on ci sarà, il tuo nuovo singolo. Brano scritto ed arrangiato da Massimo Di Cataldo. Come nasce questa collaborazione e come prende forma l’idea di scrivere un brano prendendo spunto da un precedente pezzo di Massimo Di Cataldo? Il singolo Non ci sarà è un brano pop, nato appunto da una costola di “Se adesso te ne vai” di Massimo Di Cataldo. Partendo dalla celebre frase “se adesso te ne vai, non ci sarà più posto dentro me”, siamo arrivati a questo nuovo brano; pezzo ricco di sentimenti e che racchiude tutte le emozioni che posso scaturire dal ricordo di quello che c’è stato all’interno di una coppia. Chi è Giancarlo Casella e quando la musica è entrata nella tua vita?

Ho 24 anni, vivo a Belmonte Mezzagno in provincia di Palermo. La musica è stata sempre protagonista nella mia vita, a tre anni la nonna materna mi regalò un piccolo karaoke e col passare degli anni capì sempre più che la musica mi apparteneva. Grazie anche all’appoggio dei genitori, che mi hanno sempre sostenuto, ho frequentato una scuola di canto e dopo tanta gavetta è arrivato il primo singolo “No, no, no” e poi l’incontro con Massimo Di Cataldo. Proprio in questi giorni è stato lanciato anche il videoclip di “Non ci sarà”, ci illustri anche questo progetto?

molto fedele al testo ed il tutto è stato scritto e diretto dal regista Antonio Levita. Questo singolo farà poi parte di un album? Si infatti, questo singolo fa parte di un progetto più ampio che vede appunto la realizzazione di un album e che dovrebbe essere pronto per questa primavera ed avrà come tema centrale quello dell’amore. Amore a 360°, in tutte le sue forme e sfumature. Nell ‘album saranno raccontate diverse storie, tra cui alcune che mi sono particolarmente care. Troveremo altre collaborazioni all’interno dell’album?

Al momento non posso darvi conferma, abbiamo una decina di brani tra cui ovviamente il singolo “Non ci sarà” e stiamo valutando e capendo se aggiungere Il video è un racconaltri brani ed eventuali altre colto, parla di una coppia e laborazioni, magari anche con lo come in tutte le storie si stesso Massimo Di Cataldo. incontrano e si alternano sia momenti belli che momenti brutti. La trama è © Riproduzione riservata

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FUMETTO MADE IN ITALY duem

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unque, dove eravamo rimasti?

Lo scorso mese abbiamo dedicato la nostra attenzione ad alcune novità della casa editrice di fumetti italiana per eccellenza, quella

tx Alfonso Papa

acesinmybook@backstagepress.it

Sergio Bonelli Editore che ha dato i natali a personaggi del calibro di Tex, Martin Mystère, Dylan Dog, Nathan Never, Julia, giusto per citarne alcuni e senza nulla togliere ai molti altri. In particolare ci siamo soffermati sulla

mini-serie ideata e sceneggiata da Pasquale Ruju, che proprio in questi giorni vede l’uscita del quarto e ultimo numero, “Hellnoir”. Ma abbiamo anche accennato a un personaggio per certi versi davvero sorprendente, ideato da Claudio Chiaverotti e che risponde al nome di “Morgan Lost”. In questi giorni in edicola potete trovare il numero quattro della serie, dal titolo “La rosa nera”, tutto dedicato a un (o probabilmente al) super-cattivo Wallendream. Claudio Chiaverotti ha fatto davvero un lavoro egregio nella definizione dei caratteri e dell’universo alternativo in cui essi si muovono. Ha messo in questa scommessa tutto se stesso, il suo background culturale, le sue passioni, la sua esperienza, senza sconti e i risultati si vedono, eccome!

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Complici ovviamente anche le scelte grafiche (d’eccezione) e la collaborazione di disegnatori particolarmente ispirati, come appunto il lavoro supremo fatto per questo quarto numero da Val Romeo, il nuovo personaggio della scuderia Bonelli si candida, senza dubbio,


a rappresentare uno spartiacque, una piccola rivoluzione che – ne sono certo - ci regalerà (intendo a noi lettori accaniti di comics) – speriamo ovviamente a lungo – molte, molte soddisfazioni.

voli: dai fumetti, dal cinema, dalla letteratura, dall’arte. Le sue sceneggiature citano, incorporano, rispolverano, fagocitano e digeriscono in una forma sorprendente un

Cominciamo dalle copertine: strane, anomale, bellissime, inquietanti, sorprendenti. Anche la carta non è quella di sempre. E il bianco e nero irriducibile degli albi Bonelli qui cede il passo a una bicromia funzionale (una concessione al rosso sangue, che scorre e scorrerà a fiume) e diegetica, perché rispecchia il daltonismo del protagonista (che proprio così vede il mondo). Lo sfondo è una metropoli degli Anni Cinquanta, infarcita di simbologie egizie, ma ampiamente tecnologica, specchio di una distopia piuttosto inquietante in cui lo show principale, proiettato quotidianamente su maxi schermi sparsi per la città è rappresentato dalle reali imprese di vari serial killer. E il nostro Morgan Lost è un cacciatore di taglie che con questa follia, per molti versi, è stato ed è costretto a confrontarsi. Si chiama New Heliopolis il luogo vivo e pulsante dell’ucronia immaginata da Chiaverotti e a me ricorda un po’ la New York di Watchmen – il capolavoro di Alan Moore - probabilmente per la presenza, nei suoi cieli, di anacronistici dirigibili. Ma i riferimenti culturali di Chiaverotti sono innumere-

sostrato personale eclettico, quanto profondo e consapevole. Si respira ad ogni pagina e trasuda dall’atmosfera unica che questi primi albi di Morgan Lost hanno saputo restituire. Ma è il lavoro sui personaggi, la caratteristica più promettente. Caratteri veri: Chiaverotti scava nelle profondità dell’anima di Morgan, ma non solo. Paradossalmente Morgan Lost, un uomo sul cui viso è tatuata una maschera, l’ha gettata senza remore a favore del lettore. Si presenta di fronte a lui completamente nudo, gli concede di andare ben oltre qualsiasi maschera, reale o simbolica che sia. Gli dà in pasto a ogni storia tutte le sue paure e le sue debolezze. Ma, in generale, tutti i sentimenti che attraversa-

no i racconti di Chiaverotti, dalla passione all’odio, dalla violenza irrazionale al sesso, sono così tangibili, da risultare irresistibili, inquietanti me quindi – narrativamente - assolutamente affascinati e catartici. I dialoghi (talvolta forse solo un pochetto troppo letterari, ma è lo stile di Chiaverotti), i flashback e tutti gli altri espedienti narrativi, servono innanzitutto a mostrarci la verità, per farci entrare a capofitto nella storia, familiarizzare coi personaggi e coinvolgerci emotivamente, proprio come sanno fare le serie tv più amate. Dovrebbe essere una caratteristica scontata della narrazione e a maggior ragione di un media come il fumetto che si può permettere i tempi profondi e lenti della letteratura, insieme alla potenza e velocità delle immagini. Ma in verità non succede sempre, neppure spesso. Ma qualche volta sì. Insomma, accettate un consiglio: leggete Morgan Lost! © Riproduzione riservata

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al 2 al 7 febbraio Piccolo Bellini di Annibale Ruccello, con Margherita Di Rauso, Gregorio Valenti, Giulio Forges Davanzati, scene Francesco Ghisu costumi Lucia Mariani, disegno luci Marco Laudando, regia Luca De Bei.

nel corso della vicenda in un’alienazione che ha dunque radici nel sociale oltre che nel privato. Da molti è considerato il testo più perfetto e più profondo del drammaturgo campano anche se, curiosamente, è una delle sue opere meno frequentate (se ne ricorda soprattutto e quasi Week End, scritto nel esclusivamente l’edizione 1983, è l’ultimo testo della diretta da Ruccello stesso trilogia (assieme a Nottur- nell’86 e interpretata da no di donna con ospiti e Le Barbara Valmorin e un’alcinque rose di Jennifer) che tra sempre con la ValmoAnnibale Ruccello defini- rin diretta da Daniele Seva Teatro da Camera. È, gre nel ‘95). come in altri suoi testi, ancora la storia di una soli- Storia che vive di un affatudine, di uno spaesamen- scinante miscuglio di quoto, di uno sradicamento tidianità, di rimembranculturale che si trasforma ze, e di pulsioni inconsce,

“Week End” ci racconta il fine settimana di Ida, un’insegnante quarantenne afflitta da un handicap fisico (una malformazione al piede che la fa zoppicare). La donna abita in una periferia romana ma è originaria di un piccolo paese del napoletano di cui si sente irrimediabilmente orfana. Il Sud da cui proviene però, sebbene in qualche modo agognato nel ricordo, è un Sud a sua volta infelice e mai riscattato, seppur di sapore antico, quasi mitologico. In queste due grigie giornate in cui è compreso l’arco narrativo del testo, Ida impartisce ripetizioni a un goffo studentello, accoglie in casa un giovane idraulico e vive, o crede di vivere, con entrambi gli uomini esperienze sessuali liberatorie ed estreme, con rito sacrificale finale. È una storia al tempo stesso di verità e di rappresentazione che riesce a raggiungere lo spettatore proprio in virtù delle emozioni che mette in gioco e della tecnica drammaturgica costantemente in bilico tra realtà e immaginazione. © Riproduzione riservata




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