Babele n° 24

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24 Verso uno scambio comunicativo

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Periodico telematico trimestrale a carattere scientifico dellʼIstituto di Ortofonologia srl con sede in Roma – via Salaria 30 – anno VIII – n. 24 – aprile 2015 Direttore responsabile: Federico Bianchi di Castelbianco – Iscrizione al Tribunale civile di Roma n. 63/2009 del 25/02/2009 – ISSN 2035-7850

Potenziare il potenziale, depotenziare la sovradiagnosi

S

ono sempre più numerosi i casi di bambini che arrivano al nostro centro di diagnosi e terapia per l’età evolutiva che presentano un insieme di sintomi come difficoltà comportamentali, disturbi dell’attenzione, disturbi dell’apprendimento, demotivazione allo studio. I genitori hanno diverse difficoltà a rapportarsi con loro, a farli rispettare le regole, a gestirli nelle attività quotidiane. Nella maggior parte dei casi a questi bambini viene assegnato un insegnante di sostegno oppure godono dell’attivazione dei dispensativi e compensativi per agevolarli nello studio, e in genere viene consigliato un percorso di supporto per le strategie di apprendimento. Spesso però questo approccio terapeutico dà scarsi risultati, si nota un aumento delle difficoltà di gestione del bambino e gli apprendimenti non procedono come dovrebbero, incrementando la frustrazione sua, della famiglia e degli insegnanti. Tuttavia, da un approfondimento diagnostico emerge che molti soggetti con queste difficoltà presentano un QI al di sopra della media, con delle aree di particolare brillantezza. Le difficoltà comportamentali sono spesso legate a scarso interesse verso le attività che vengono proposte in ambito didattico, perché per loro poco stimolanti. Inoltre queste difficoltà possono nascondere un senso di disagio e di inadeguatezza legati a un modo di pensare, guardare alle cose e reagire agli stimoli significativamente diverso da quello dei coetanei. Si tratta di bambini ad alto potenziale o plusdotati, che hanno capacità cognitive, di memoria, d’inventiva, d’immaginazione e una sensibilità superiori rispetto alla norma. In genere hanno un sapere molto dettagliato in alcuni ambiti che li appassionano. A volte presentano un talento nell’ambito sportivo o artistico. Va sempre tenuto presente che saranno la qualità e la quantità delle esperienze offerte dai contesti di crescita

che consentiranno o meno ai soggetti ad alto potenziale di realizzare le possibilità individuali. È quindi fondamentale attivare e informare adeguatamente la famiglia e la scuola, affinché si crei un lavoro sinergico che consenta al bambino plusdotato di valorizzare le sue qualità. È per tutti i bambini e ragazzi ad alto potenziale che è nato un servizio di individuazione e valutazione attivato dall’Università degli Studi di Pavia (UNIPV) e, con protocollo ufficiale d’intesa, dall’IdO di Roma. Si formalizza così un’attività che l’Istituto svolge da tempo in risposta a un’elevata richiesta di aiuto proveniente dalle famiglie e dai docenti. Il servizio IdO si rivolgerà in particolare alle scuole del Centro e Sud Italia per individuare i bambini ad alto potenziale nell’ambito di una ricerca autorizzata dal MIUR, e colmare così un gap culturale che mantiene nell’ombra il 4-5% dei minori italiani (in media uno per classe). Troppo spesso i bambini plusdotati vengono costretti in criteri diagnostici che non considerano la possibilità che alcuni comportamenti disfunzionali siano una conseguenza non di un deficit di qualche tipo (per esempio ADHD, DSA, DOP), bensì di modalità di pensiero e di relazione che non coincidono con quelle a cui siamo abituati. Dunque è importante evitare la superficialità diagnostica che può avere conseguenze devastanti sulla vita del bambino, sulla sua autostima e sull’evoluzione della sua personalità. L’obiettivo del nuovo servizio attivato dall’IdO è proprio quello di riconoscere e supportare i soggetti plusdotati e le loro famiglie, per valorizzare gli elementi di brillantezza e le notevoli potenzialità di cui sono portatori. È fondamentale consentire loro di sviluppare le capacità, piuttosto che reprimerle limitandole in canoni didattici e comportamentali ritenuti «accettabili». Laura Sartori Federico Bianchi di Castelbianco


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