Dono&Vita Giugno 2018

Quanti siamo, dove siamo in Italia e Veneto

Sommario L’EDITORIALE · A ciascuno le sue competenze, ma anche le sue responsabilità pag. 4

LA PAGINA DEL DIRETTORE · Nicola Gratteri e la differenza fra educazione, istruzione e cultura pag. 5

ATTUALITÀ TRASFUSIONALE · Una leggera ripresina per le emazie, ma il plasma “piange”

pag. 6

ATTUALITÀ/inchiesta · Sale l’allarme in tutto il Veneto, gli specialisti se ne vanno... pag. 8 · Il grido d’allarme che arriva direttamente dall’Anaao-Assomed pag. 9 · Concorsi pochini, quasi deserti e il Servizio trasfusionale langue pag.10 · Già dall’Anno accademico 2017/18 mancheranno all’appello in Italia quasi 2500 medici specialisti di varie discipline pag.11

ASSEMBLEA REGIONALE · Invertire la tendenza del calo, ne va di tutta la Sanità veneta pag. 12 · Assessora Lanzarin: “Donare è prevenzione, si può collaborare” pag. 13

82ª ASSEMBLEA NAZIONALE

Dono&Vita Anno XL - n° 2- giugno 2018 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue TIRATURA E DIFFUSIONE: 101.000 copie Distribuzione gratuita ai soci Avis-Abvs del Veneto e alle 3.400 sedi Avis comunali, provinciali, regionali in Italia.

Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale, 1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - avis.veneto@avis.it REDAZIONE Via Ospedale, 1 - 31100 TREVISO - tel. 0422 346544 Cell. 320 4784837 - 320 4784832 e-mail: redazione.dono-vita@avis.it Presidente Avis Regionale Veneto e Direttore Editoriale: Giorgio Brunello Direttore Responsabile: Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - m.rossato@avis.it Coordinamento grafico-editoriale: Costantino Gugliuzza Redattori responsabili per le provinciali AVIS-ABVS

· La vera unità deve partire dai valori e dai problemi concreti · Giancarlo Maria Liumbruno “rimprovera” L’Economist

pag. 14 pag. 14

42ª CONVEGNO SIMTI · Il rinnovato patto fra i medici trasfusionisti e il volontariato

pag. 15

RIFORMA E NUOVO STATUTO AVIS · Sarà piramidale o orizzontale? Dibattito sulla “rete” in corso

pag. 16

REGIONALE & INIZIATIVE

BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Roberto Sartori; ROVIGO: Gianluca Munegato, Giovanni Chioldin; TREVISO: Paolo Dussin, Paolo Zanatta; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo, Manuela Fossa, Silvano Vello VERONA: Costantino Gugliuzza, Mario Lappa, Nereo Marchi. VICENZA: Enrico Iseppi.

Collaboratori fissi e rubriche: Ottaviano Cereser (Il Bello del Veneto), Lisa Baesso (Alimentazione), Giovanni Lenzo (Attualità trasfusionale), Elena Galbiati e Laura Elia (Scuola).

Hanno collaborato a questo numero:

· Riso Fa Buon Sangue, Samaritano e Mirano Summer Festival

p ag. 18

AVIS GIOVANI · Street marketing festival a Padova, l’happening ha fatto centro pag. 20 · Giovani in prima linea pure alla Festa Avis provinciale Verona pag. 21 · In arrivo il bando per il Servizio Civile, ma ti puoi già informare pag. 22

STORIE D’AVISINE: SILVIA, CHIARA E MONICA · L’avisina nazionale di softball nel Servizio Civile di Avis Verona pag. 23 · Da neo donatrice a... ricevente: “come donando ti salvi la vita” pag. 24 · Gloria, “Un medico in famiglia”, ispiratrice de “Il colore della vita” pag. 25

PRIVACY & AVIS · “Sua figlia è incinta... Ops!” Dal 25 maggio norme più rigide

pag. 26

ALIMENTAZIONE E SALUTE · E se riempissimo questa estate di tutti i colori... della salute?

pag. 27

Mauro Favret, Roberto Sartori, Laura Zanardo, Mauro Garufo, Davide Del Negro, Carlo Foresti, Silvia Refrontolotto, Monica Vallerini, Alessandro Comin, Elena Stocco, Gerardo Rigoni, Enzo Fudio, Vanda Pradal, Michela Maggiolo, Antonio Fasolato, Ufficio stampa Riso Fa Buon Sangue, Tiziano Graziottin, Rolando Corsi, Avis Trevignano..

Contributi fotografici©: Archivio Beppe Castellano, Ottaviano Cereser, Venceslao Melato, Barbara Iannotta, Michela Rossato, .

Idea Grafica: Sara Pinali - Chiara Ridolfi - Verona Impaginazione: Art&Media - Castelfranco Veneto (TV) Fotolito: VeronaLibri - San Giovanni Lupatoto Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) Chiuso in fotolito il 7 giugno 2018. Il prossimo numero uscirà a settembre 2018. IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 31 LUGLIO 2018.

Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO&VITA, Via Ospedale, 1 31100 TREVISO - mail: redazione.dono-vita@avis.it N.B. - Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE.

AVIS E SCUOLA

Dono&Vita

· Est veronese: testimonianze di vita vissuta per 600 studenti pag. 28 · L’intensa attività nella scuola sul territorio, cronache da: Venezia, Castion (BL), Montebelluna (TV), Trecenta (RO) Oderzo (TV) da pag. 29

Numero 2 - giugno 2018

Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue. visita il nostro sito: www.donoevita.it

pag. 38

AVIS & SPORT 2 · DONO&VITA · 4/2017

· TVPressing: Una “partita del cuore” targata rosso Avis · Venice Marathon e cronache di volley da Palazzina e Trevignano

pag. 46 pag. 47

48 · DONO&VITA · 3/2017

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Tiratura e diffusione: 101.000 copie

LE SETTE SORELLE · Rovigo pag. 32 · Vicenza pag. 34 · Venezia pag. 36 · Belluno · Treviso pag. 40 · Verona pag. 42 · Padova pag. 45

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 -

pag. 31

Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XL - n.2 - giugno 2018 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale -

FONDAZIONE TES E RICERCA · La ricerca scientifica cresce grazie anche ad Avis e Abvs

Sempre meno i medici negli ospedali

Molti, troppi i camici bianchi che lasciano la Sanità pubblica 06/06/18 18:28

L’EDITORIALE

LA PAGINA DEL DIRETTORE

di Giorgio Brunello presidente Avis regionale

di Beppe Castellano

A

U

A ciascuno le sue competenze, ma anche le sue responsabilità bbiamo sempre a cuore la salute degli ammalati e le nostre Avis da tempo sanno che fare volontariato non vuol dire solo essere generosi ma anche competenti e organizzati; a fronte della diminuzione di donazioni e donatori le Avis venete stanno rispondendo con una migliore organizzazione della chiamata, della prenotazione e negli ultimi tempi si stanno intensificando le presenze per svolgere l’accoglienza presso i Centri trasfusionali. Insomma un impegno forte per invertire le tendenze al ribasso, calano donatori e donazioni. Questa è una caratteristica del volontariato veneto, impegno concreto, in silenzio si lavora e si aiutano ammalati e cittadini a stare meglio, a vivere con dignità e migliorare il loro benessere.

Sappiamo anche che senza una buona programmazione, pianificazione, azione di monitoraggio e verifica non riusciamo a capire se le azioni che abbiamo intrapreso sono efficaci e questo vale per la promozione del dono, la ricerca donatori, la comunicazione, la fidelizzazione donatori, la raccolta dove Avis la svolge, insomma per tutte le nostre attività.

Solitamente appunto i volontari operano in silenzio, pensano a come fare meglio solidarietà ma quando serve occorre anche vigilare e denunciare.

Il nostro modo di agire è un impegno costante anche nelle altre parti del sistema sanitario e sociale? Ce lo stiamo ponendo con molta attenzione perché in questi mesi abbiamo assistito a una politica che faceva a gara per raccontarci che se votavamo questi o quelli avremmo risolto tutti i problemi e alla copertura della spesa ci avrebbero pensato 4 · DONO&VITA · 2/2018

Nicola Gratteri: un discorso fra educazione, istruzione e cultura

tutti i delegati di ogni parte d’Italia.

Testimone d’eccezione è stato non solo della sua esperienza antimafia, ma soprattutto di “educazione civica” e di etica.

Da sempre gira per le scuole, gratuitamente, a parlare della “non convenienza di essere garzoni della mafia”. Educando, informando, “istruendo” e, infine, facendo cultura. “A volte incontro carabinieri, magistrati, avvocati che mi salutano

per strada e mi dicono che sono diventati ciò che sono fin da quando, da giovani, mi hanno sentito parlare nella loro scuola. Questa è la gratificazione più importante per me”.

E dovunque vada come relatore lo fa per puro volontariato. “I cittadini già mi pagano con le proprie tasse per svolgere un lavoro al servizio dello Stato che amo. Che etica avrei, che credibilità avrei se chiedessi di essere pagato per... parlare?. Tengo un corso regolare all’Università, dove ci sono borsisti che da dieci anni sono precari, non chiedo compensi, li usino per loro, ciò che ho mi basta per vivere”.

Istruzione, volontariato, comunità un’alleanza per il cambiamento era il tema dell’intervento. E Gratteri ha ricamato un “arazzo” di concetti e di parole semplici, ma piene di significati profondi.

“Invito sempre i giovani a entrare nel volontariato e a provare a donare sangue. Li invito e visitare le case di riposo, perché una cosa è vedere una donna o un bambino piangere, un’altra è vedere un vecchio, al traguardo della sua vita. Vedere la sofferenza, conoscerla, anche quella di chi ha bisogno di sangue, aiuta a crescere , a capire la vita ed è un antidoto contro le “scorciatoie” of-

ferte dai clan mafiosi. Ma lo sapete che fra affiliati alle organizzazioni criminali in Calabria il rito di iniziazione è pungersi o tagliarsi “unendo” il proprio sangue o lasciandolo scivolare sull’immagine di San Michele Arcangelo? Donare sangue a chi non è della tua “famiglia”, a chi non conosci, èì un patto di cittadinanza con “l’altro”, ribalta la concezione mafiosa, è ai suoi antipodi”.

Incessante, insomma, oltre l’attività di magistrato il suo voler formare i giovani.

“Dobbiamo creare un sistema educativo dove si insegni, in concreto, non sulla morale, come non sia conveniente “economicamente” delinquere. Altrimenti lo Stato potrà forse andare in pareggio, ma mai vincere la guerra alle mafie. Lo Stato deve investire prima di tutto sull’istruzione. Perché prima della Cultura, viene l’istruzione. Cultura oggi si considera la conoscenza di una notizia che si trova su internet, che si beve senza interpretare, prima viene l’istruzione. E l’educazione è la base di tutto, che deve partire dalla famiglia. Ma noi oggi non abbiamo tempo per i nostri figli, deleghiamo alla scuola, abbiamo altro da fare, magari andare dalla parrucchiera dall’estetista...”.

responsabili politici sul piano delle strategie e degli interessi della Comunità. Tutti ci ringraziano sempre, ogni volta, per il sangue e il plasma che i generosi donatori veneti offrono alle comunità e per il lavoro dei dirigenti associativi, tutti orientati ad assicurare il sangue, emocomponenti e farmaci plasmaderivati agli ammalati.

Li ringraziamo per le... lodi, ma ci piacerebbero meno ringraziamenti e più concretezza nella soluzione

dei problemi. Ci gratificherebbero meglio più pianificazione e progettazione condivisa. Non basta essere invitati ai tavoli, ma occorre avere pari dignità, ciascuno ovviamente con le proprie specifiche competenze. Il Sistema Veneto ha funzionato bene finora proprio perché le associazioni sono state coinvolte anche nella formulazione delle leggi e provvedimenti tecnico attuativi.

Crediamo sia venuto il momento di cambiare perché i donatori fanno

la loro parte, i dirigenti associativi dedicano il loro tempo, competente e qualificato ma solo insieme alla politica e alle strutture tecniche potremo superare le criticità attuali.

Continuiamo a donare, ancora più di ieri, con maggiore frequenza, con la passione di sempre consapevoli che chi chiede il nostro dono sono solo gli ammalati ma vigileremo ancora più di ieri perché ciascuno faccia la sua parte. Noi continiuamo a donare, sempre.

n avisino fra mille avisini. Tale è stato il Procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, impegnato in prima linea nella lotta contro la Ndrangheta. Intervistato dal giornalista RAI Enzo Romeo ha in un’ora, nell’ultima assemblea nazionale, è stato un vero “regalo” per

dopo. Notiamo che tutti mettono al centro e c’è un grande dibattito sulla programmazione (Documento Economico Finanziario, Bilanci di Previsione) e quasi mai vediamo dare rilevanza ai bilanci consuntivi che consentirebbero di valutare gli scostamenti rispetto a quanto preventivato, capire i risultati dell’azione svolta, “correggere il tiro” se si sono commessi errori. Anche la più piccola delle nostre Avis quando approva preventivi e consuntivi li mette a confronto, discute e si confronta anche animatamente.

Come si sa bene in sanità le tecnologie contano sempre di più, ma sono ben poco senza le competenze del personale sanitario il rapporto umano medico-paziente, fiduciario e trasparente. E questo vale ancora di più quando il personale sanitario ha a che fare con una persona sana che volontariamente e disinteressatamente si reca a donare.

Ma si tratta solo di parole vane se nei Centri trasfusionali, come anche in molti altre specialità sanitarie, i medici mancano o sono pochi per far bene il loro lavoro.

In questo numero abbiamo voluto affrontare proprio questo argomento. Se non ci sono medici, la qualità del servizio cala, le idoneità non si fanno, gli esami arrivano tardi, le aperture dei Centri non tengono conto delle disponibilità dei donatori, insomma si fa molta, troppa fatica a donare.

Quale programmazione è stata fatta anni addietro per assicurare il numero di medici che oggi serve?

Il Ministero e le Università, chi ha responsabilità formative, quanto ha tenuto conto della domanda di personale proveniente dalle organizzazioni pubbliche e private? Ancora, non vi è traccia di risposte a richieste specifiche per il trasfusionale. Così facendo i medici vanno in pensione, gli infermieri scarseggiano e i Centri trasfusionali chiuderanno?

Ci confrontiamo con la struttura politica e tecnica sia regionale, sia locale. Ai nostri convegni partecipano presidenti, sindaci, assessori, insomma spesso sono con noi le massime autorità regionali e locali. Con i responsabili tecnici ci si confronta sul piano tecnico e con i

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ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

Una leggera ripresina per le emazie, ma il plasma “piange” di Giovanni Lenzo, direttore sanitario Avis Veneto

D

ai dati consolidati Avis a fine aprile possiamo affermare che il trend positivo che avevamo notato negli ultimi mesi del 2017 e che aveva portato a chiudere l’anno per la raccolta di sangue intero in positivo, seppur di pochissimo si sta confermando. Nei primi quattro mesi sono state effettuate da parte di Volontari Avis 58250 donazioni di sangue intero rispetto alle 57848 dei primi quattro mesi del 2017, con un più 0.69%.

La situazione è però diversa nei vari Dipartimenti. Vicenza che aveva performato molto nel 2017 è in lieve calo, mentre Venezia che aveva chiuso male il 2017 è ora in buona ripresa. Continua il trend positivo di Padova e Verona dove la percentuale di aumento è significativa: rispettivamente più 4.01% per Padova e più 4.94% per Verona.

Per Rovigo e Treviso la situazione non è cambiata. Il 2017 aveva visto

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un decremento che si è confermato anche nel primo quadrimestre del 2018 con un indice di donazione per 1000 abitanti che, per Treviso, è di 46.82 contro la media regionale che, sempre per 1000 abitanti, è di 52.56.

Ci avviciniamo all’estate con le note e ricorrenti criticità di ogni stagione estiva, per cui bisognerà vigilare e potenziare gli interventi di promozione al dono da parte nostra mantenendo invariati i giorni e gli orari di apertura da parte dei Centri trasfusionali pubblici e delle Unità di raccolta.

Il trasfuso è in calo: meno 1365 dato relativo agli ultimi dodici mesi.

Questo ci consente di prevedere che dovremmo riuscire a far fronte alle richieste degli ospedali del nostro territorio. Ma anche per il trasfuso è utile fare alcune considerazioni. In tutti i dipartimenti abbiamo una diminuzione dell’utilizzo

settembre 2017 per il 2018 e questo ci fa ben sperare di poter dare il contributo previsto dal Veneto all’autosufficienza nazionale.

Plasma e plasmaferesi

di globuli rossi tranne per il Dipartimento di Vicenza che da solo ha un aumento di 2700 pari a più 8.1% negli ultimi dodici mesi.

Siamo certi che l’utilizzo è corretto e monitorato, però sarebbe interessante avere un riscontro sulle tipologie di prestazioni sanitarie che sono in aumento o se ne sono state implementate altre nell’ultimo anno.

Il nostro impegno extra regionale è in linea con quanto preventivato a

Apriamo ora il capitolo plasma.

L’allarme lanciato da queste pagine negli scorsi numeri, purtroppo, ci ha visto buoni profeti e ora trova riscontro concreto. La diminuzione delle procedure di plasmaferesi è molto significativo: meno 581 procedure, pari a un calo percentuale del 6.28%. Confrontando i chilogrammi di plasma conferito all’industria farmaceutica per la produzione di farmaci plasmaderivati con volumi di raccolta uguali 2018 verso 2017 assistiamo ad una diminuzione, il dato del 2017 che ci ve-

deva in crescita rispetto al 2016 era come più volte scritto frutto della non confrontabilità dei volumi raccolti soprattutto nel primo semestre 2016 quando si è andati a smaltire i vecchi Kit di raccolta che erano a contenuto inferiore di plasma.

Le lungaggini dovute all’innalzamento dei volumi, le problematiche legate ai separatori già segnalate in ambito OSST e su poco si è fatto, la tipologia del Donatore di plasma che non è più quella di un tempo: donna di poco più di 50 chili di peso con una emoglobina che stentava a raggiungere i 125g/l, ora i donatori di plasma sono persone di 60chili che devono avere “ottime” vene.

Tutto questo fa sì che questo tipo di donazione sia in costante e netto calo, aggiungiamo, inoltre, che nei dipartimenti dove v’è carenza di

globuli rossi i Donatori sono indirizzati a questo tipo di donazione.

La campagna nazionale sul dono del plasma potrà aiutarci, ma serve subito un cambio di rotta anche a livello dipartimentale. Il problema dei separatori cellulari va risolto, non è certo piacevole, specie nel periodo estivo con le maniche corte, mostrare ematomi perché doniamo il plasma.

Nota del Direttore: Al momento di andare in stampa, i dati ufficiali complessivi della raccolta del primo quadrimestre 2018, da parte del Crat Veneto, non erano ancora stati resi noti. Il dott. Lenzo è stato quindi in grado di elaborare solo i dati Avis.

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ATTUALITÀ

Sale l’allarme in tutto il Veneto, gli specialisti se ne vanno... inchiesta a cura di Beppe Castellano

A

ltro che aprire i Centri trasfusionali nel pomeriggio per ovviare al calo delle donazioni! Qua e là per il Veneto, pur considerata (basta sentire cosa dicono mettendo solo il naso fuori Regione) ancora un’isola felice per quanto riguarda la sanità pubblica, si assiste invece a un diffuso stillicidio di riduzioni di orari dei Centri trasfusionali anche nei giorni “normali”. Un’ora in meno tagliata qui, un’ora in meno tagliata lì. Un sabato di chiusura in più al mese da una parte, una domenica negata da un’altra...

E poi gli esami di idoneità che, magari fossero trenta i giorni, da alcune parti arrivano dopo un mese e mezzo... quando va bene. E il “giovane donatore”, nel frattempo, si è quasi del tutto dimenticato di quell’empito d’entusiasmo che lo aveva portato a presentarsi una mattina in Centro trasfusionale.

Magari con un gruppo di compagni di scuola, convinti a fare il grande gesto quel giorno in cui l’Avis era andata a trovarli in 5ª B. Oppure, peggio ancora, nel frattempo l’aspirante donatore - non ancora periodico - ha dimenticato i sani stili di vita necessari, anzi ormai indispensabili anche per legge, per entrare nella grande famiglia avisina. Ed ecco, insieme ad altre concause, una delle ragioni dell’alto tasso di “prime donazioni mancate”. E l’estate si avvicina, con le meritate ferie dei nostri donatori (che però prima di partire farebbero volentieri il proprio periodico “dovere”), ma anche dell’ormai scarso personale del Centri trasfusionali pubblici.

Abbiamo parlato, negli ultimi mesi, con molti operatori del Sistema trasfusionale e abbiamo raccolto le loro dichiarazioni, pubbli8 · DONO&VITA · 2/2018

prio per la sua “preziosità” va accolta e “coccolata” nel migliore dei modi. Eppure si riscontrano, per le ragioni appena esposte, maggiori tempi di attesa per donare, visto che spesso un solo medico si trova a visitare tutti i donatori di una mattinata. Occorre dedicare più tempo del passato ad approfondire il rinnovato e più incisivo “questionario di responsabilità” che il donatore deve compilare a ogni donazione, per la sicurezza propria e del ricevente. Intanto si sta assistendo a una neanche tanto lenta, ma certamente costante emorragia di medici trasfusionisti in tutta la nostra regione (e non solo la nostra, se può consolarci). Sta di fatto che un’intera generazione di ematologi dedicatisi al mondo della trasfusione sta via via assottigliandosi per raggiunti limiti di età. Ed è anche l’ultima che conserva il ricordo e

l’esperienza degli anni ’80, quelli bui delle infezioni di Hiv, in gran parte “importate” con plasmaderivati commerciali. È la generazione di medici che ha lottato, chi più chi un po’ meno, per l’unicità dell’Italia nel settore plasma: il c/lavorazione con la “proprietà” dei farmaci derivati dal plasma che resta di proprietà pubblica.

L’abbiamo sentito in assemblea provinciale di Verona (provincia sotto sforzo per la maggior necessità di sangue e deficitaria nonostante il più alto tasso di donazione) e nella stessa assemblea regionale di Peschiera del Garda dalle parole della dottoressa Loredana Martinelli, responsabile del Dipartimento provinciale di Immunoematologia trasfusionale: “Entro l’anno 3 o 4 medici dei nostri Centri trasfusionali andranno in pensione. E sono medici capaci, di una generazio-

ne “cresciuta” con i donatori, che non si ponevano nonostante tutto limiti di orari o di presenza. Sempre disponibili anche sul territorio e esperti in medicina trasfusionale”.

Una delle preoccupazioni di “chi lascia” (anche la dottoressa Martinelli, per la cronaca, a luglio andrà in quiescienza) è che il travaso di esperienza alle nuove “leve” è ormai quasi impossibile poiché i concorsi per i nuovi medici, quando avvengono, vengono istituiti solo in prossimità dei pensionamenti se non, addirittura, dopo o molto dopo. O, addirittura, non vengono neppure fatti per sostituire chi se ne va. Un problema che, associato alla sempre minore disponibilità di medici che escono dalle Università (e non parliamo solo di medici trasfusionisti) non riguarda solo il nostro settore, come leggiamo sotto e nelle pagine seguenti...

Anaao-Assomed: Servizio sanitario nazionale in prognosi riservata

È

che, in ogni livello associativo e/o scientifico. Dalle nostre assemblee comunali, provinciali, regionale e nazionale (Lecce, 18-20 maggio) fino al 43° convegno di studi di medicina trasfusionale, svoltosi a Genova qualche giorno dopo dal 23 al 25 maggio.

Sia dalla base associativa, i “semplici” donatori, sia da parte dei dirigenti Avis, sia dai professionisti che si occupano della “base” dell’intera Sanità (sangue, plasma e plasmaderivati) i “cahiers de do-

leances” sono molto simili, convergenti e ascrivibili a un punto incontrovertibile: il personale è sempre meno, le attribuzioni, i compiti, le responsabilità (pur finalizzate all’obiettivo principe: la sicurezza) sempre maggiori, il tempo da dedicare ai rapporti umani è di conseguenza sempre meno. E si sa quanto sia importante, ai fini di una “buona medicina” il rapporto personale e fiduciario medico-paziente. Ancor più lo è quello medico-volontario del sangue, persona sana che, pro-

di questa primavera, non più tardi di aprile, il grido di allarme lanciato dall’Anaao-Assomed del Veneto. Riguarda l’ormai massiccio “esodo” dei medici dagli ospedali pubblici. Il più delle volte per raggiunti limiti di età, ma in percentuale via via sempre maggiore per un nuovo fenomeno: il “ritiro” nel privato dove portano lunghi anni di esperienza acquisita e quindi di professionalità.

Oltre 50 medici, nel Veneto in questi mesi, hanno infatti deciso di ritirarsi dal Servizio pubblico preferendo la Sanità privata, pur convenzionata, dove a detta di molti è possibile “fare i medici”.

“Dopo 40 anni dalla sua istituzione, il Ssn versa in pessima salute, e la prognosi rimane riservata - hanno scritto dall’Anaao nazionale al nuovo Governo in “nuce” a metà aprile - una strategia complessiva di ridimensionamento dell’intervento pubblico, e del ruolo e del numero dei Medici, produce un peggioramento senza precedenti delle loro condizioni di lavoro, fino

a spingerli alla fuga dagli ospedali, e rende sempre più difficile ed ineguale l’accesso dei cittadini ai servizi”. Il sindacato dei Medici continua denunciando anche le pessime condizioni in cui i sanitari (ma non solo loro, anche gli infermieri laureati) sono obbligati a lavorare. Un rischio serio per la Sanità pubblica italiana, ancora fra le migliori del mondo nonostante tutto: “Se il sistema sanitario ancora regge, dopo che ne sono usciti, non sostituiti, migliaia tra Medici e dirigenti sanitari, se il fondamentale diritto alla salute è ancora esigibile senza carta di credito, è solo perché chi è rimasto in corsia continua a dar prova di grande senso del dovere. Medici e dirigenti sanitari in prima linea, tutti i giorni e tutte le notti, fanno fronte con risorse taglieggiate ad una domanda di salute crescente e complessa, esposti alla delegittimazione sociale e a rischi, anche di aggressione fisica, sempre meno sostenibili”.

Sono infatti all’ordine del giorno della cronaca, ormai, le aggressioni a sanitari da parte di pazienti o pa-

renti di ammalati costretti a lunghe attese. Non è un caso se, in molti Pronto Soccorso si sta pensando di reintrodurre il presidio di Polizia come una volta.

Ma non solo. La preoccupazione è anche rivolta alle nuove leve di specialisti che, bene o male, escono dalle università: “Non si salvano da questa deriva neppure le “risorse fresche”. La formazione medica è assurta a vera emergenza nazionale, per quantità e qualità - afferma tra l’altro il segretario nazionale di Anaao-Assomed, Costantino Troise - e i giovani medici rimangono per anni in uno stato di sotto-occupazione o di precariato, professionale ed esistenziale, una condizione di disagio nel presente e di incertezza sul futuro che li spinge a cambiare Paese. Un regalo da 150mila euro di investimento formativo ai Paesi vicini per ogni medico che lascia (solitamente per sempre) il suolo natìo. Una fuga sestuplicata negli ultimi 5 anni”.

Una “fotografia” che riguarda anche il Settore trasfusionale.

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ATTUALITÀ

Concorsi pochini, quasi deserti il Servizio trasfusionale langue

I

n Veneto, nel giro di un anno, sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale sei concorsi pubblici per titoli ed esami rivolti ad aspiranti dirigenti medici di Medicina trasfusionale. Anzi, l’arco è un po’ più di un anno. Dal 7 marzo del 2017 (San Donà-Veneto orientale) all’ultimo, ancora attivo, del 25 maggio 2018 (Vicenza).

Sette in tutto i posti che sono stati messi a concorso: uno a San Donà (non era specificato se a tempo indeterminato o determinato), uno a Rovigo (tempo indeterminato), due a Verona (uno a tempo determinato, l’altro no), due a Treviso (ambedue a tempo determinato), l’ultimo a Vicenza, si diceva, con contratto a tempo indeterminato. Ci risulta che i professionisti che da due anni ad oggi sono in pensione o trasferiti altrove siano almeno il doppio.

Ma aspettiamo volentieri smentite. Tre soltanto dei concorsi, forse quattro, offrivano poi una certa si-

curezza professionale ed un futuro a chi avesse scelto di impegnarsi in un settore molto impegnativo e in continua evoluzione. Una specialità medica su cui si basa tutta la Sanità pubblica e che, nonostante ciò, non è neppure riconosciuta come Scuola di specializzazione nelle Facoltà di Medicina.

Un tasto, questo, parecchio dolente su cui il Centro nazionale sangue e la stessa società scientifica Simti battono da anni. Senza essere granché ascoltati, in verità, se non con timide promesse di “aperture” da parte del mondo accademico.

Il quale mondo, si sa, è sempre un po’ “chiuso” in se stesso.

Tornando agli esiti dei bandi, comunque, si sa che da alcune parti il numero di chi si è presentato è stato piuttosto esiguo e che i pochi candidati abbiano poi rinunciato.

Eppure la Medicina immunotrasfusionale è una branca che, come ha affermato recentemente il dot-

I concorsi per i pochi posti di dirigenti medici di Medicina trasfusionale banditi in Veneto da aprile del 2017.

tor Pierluigi Berti, presidente della Simti (Società italiana medicina trasfusionale e immunoematologia): “richiede professionalità, competenze, conoscenze scientifiche e responsabilità sempre più impegnative e soprattutto interdisciplinari”.

Perché il trasfusionista è forse l’unico medico che ha una doppia responsabilità: verso i suoi pazienti e verso i donatori. E per pazienti non parliamo solo degli ammalati, riceventi del “prodotto sangue” negli altri reparti ospedalieri (sono 8.000 ogni giorno a ricevere una trasfusione in Italia), ma anche di tutti i malati che afferiscono ai Centri trasfusionali per terapie.

“Il medico trasfusionista - ha continuato Berti - è colui che deve garantire quantità e qualità di sangue, emocomponenti e plasma donati ogni giorno dell’anno. Ma è anche colui che ha fra i suoi assistiti, unico fra i medici, anche gente sana, anzi sanissima: i donatori volontari, periodici, non remunerati”.

Che sono, aggiungiamo noi, anche le uniche persone che a migliaia ogni giorno si recano di propria volontà in... ospedale. E perfino sorridendo quando entrano e ancor più sorridenti quando escono, perché soddisfatti.

O, almeno, il “sano” donatore negli anni sempre più raro e pre-

zioso per l’aumento dell’età media - “dovrebbe” uscire dal Centro trasfusionale o di raccolta con il sorriso sulle labbra, con il desiderio di tornare quanto prima.

“Una persona da “coccolare” - ha affermato lo stesso Berti - che non sta male, ma che anzi arriva per fare del bene e che si deve trovare bene nell’ambiente in cui viene volontariamente”. Invece... A volte capita il contrario. Lunghi tempi d’attesa, orari non conformi alle esigenze lavorative e/o di studio, personale continuamente sotto pressione che, prima o poi, diventa scorbutico anche senza volerlo.

Potremmo continuare l’ormai lungo elenco di ciò che anche in Veneto - negli ultimi decenni “capofila e faro” a cui guardare dal resto d’Italia - comincia a scricchiolare seriamente: riduzione a macchia di leopardo degli orari di prelievo per mancanza cronica di personale, ritardi nell’elaborazione dei dati e degli esami di idoneità. E poi tanti altri “piccoli”, ma non per questo meno importanti, disguidi e disagi che vanno contro la “buona accoglienza” e la fidelizzazione.

Ma voi lettori e dirigenti li conoscete meglio di chi scrive. Abbiamo visto Centri trasfusionali (pubblici) con pile di cartelle di neo donatori, già con tutti gli esami a posto

che... tardano a partire di qualche settimana. La ragione? Anche le segreterie sono sguarnite, assieme al personale infermieristico di sala prelievi.

Certo è che la necessità di “risparmio” delle “Aziende” (socio-sanitarie, ricordiamolo) impone una razionalizzazione. Ma con qualche precauzione. “La necessità di razionalizzare e di rendere più efficiente la rete trasfusionale - ha detto con forza il presidente Giorgio Brunello nel corso dell’ultima Assemblea regionale - non può andare a discapito della capacità del sistema pubblico di garantire livelli e diffusione dell’attività di raccolta, specie sul territorio e di Medicina trasfusionale presso la rete ospedaliera. Corriamo un grosso rischio - ha avvertito Brunello - il rischio che il medico trasfusionista, specie quello “sul territorio”, diventi un medico che fa solo raccolta!”.

Un imbottigliatore, insomma (senza offesa per i produttori di prosecco), con una procedura pur ferrea da seguire e nient’altro da studiare o a cui pensare. Con buona pace della Medicina trasfusionale “inventata” dal nobel Karl Landsteiner nel 1901 con la scoperta dei gruppi AB0 (cui l’Oms ha dedicato il 14 giugno come Giornata mondiale del donatore di sangue dal 2004).

“Già dall’anno accademico 2017/2018 mancheranno all’appello quasi 2500 medici specialisti di varie discipline”

A

d affermarlo è stato il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità nella Conferenza Stato-Regioni, il piemontese Antonio Saitta. Saitta ha denunciato alla stampa, ultima settimana di maggio, come l’offerta di posti nelle Scuole di specializzazione del Miur corrispondono per l’anno accademico 2017/18 a solo 6200, mentre le necessità espresse dalle Regioni, sarebbero pari a 8.569 unità.

“La carenza di medici in tutte le specialità sta già causando situazioni di emergenza in molti ospedali, in particolare nei territori marginali e poco urbanizzati”, ha denunciato l’Assessore alla Salute del Piemon10 · DONO&VITA · 2/2018

te, a nome dei colleghi di tutta Italia compreso il nostro Coletto. Gli ospedali “defilati” sono anche quelli dove anche i pochi che usciranno dalle Università, si guarderanno bene dall’andare a lavorare, mentre gli “anziani” via via se ne andranno.

Secondo un rapporto Anaao-Assomed nei prossimi 10 anni, il Servizio sanitario nazionale pubblico avrà un’emorragia notevole data dal gap fra specialisti neo laureati e pensionamenti.

A fronte di una media di 47.500 dipendenti del SSN che cesseranno (vedi tabella accanto sulle attuali fasce di età dei medici) solo 40mila nei prossimi 10 anni potrebbero

subentrare; “potrebbero” perché, dopo aver conseguito laurea, specializzazione ed esperienza in Italia, molti propendono per i Paesi Esteri.

Dai soli 396 professionisti che nel 2009 hanno chiesto al ministero la documentazione per esercitare all’estero, si è passati ai 2.363 del 2014 (+600%). Un trend che continua a salire. Ma diamo un’occhiata a quanto hanno chiesto le regioni, sulla base delle tabelle della Conferenza Stato-Regioni, come fabbisogno di medici specialisti. Fra parentesi quanto programmato dal Veneto. Non abbiamo sbagliato, il numero del Veneto nelle citate tabelle risulta sempre uguale...

Anno Accademico 2017/18: fabbisogno medici specialisti Italia: 8.569 (Veneto 564), suddivisi in 1.968 in Area Chirurgica (Chirurgia generale, Ginecologia, Ortopedia, ecc, 2.647 in Area Servizi (Anestesia, Radiologia, ecc.), 3.954 in Area Medica (Pediatria, Medicina interna, Medicina d’emergenza...).

Anno accademico 2018/19: Italia 8.523 (Veneto 564) fra cui 1.962 in Area Chirurgia, 2.627 in Area Servizi, 3.934 in Area Medicina.

Anno accademico 2019/2020: Italia 8.604 (Veneto 564) di cui in Area Chirurgia 1987, in Area Servizi 2.654, in Area Medica 3.963. Nei nostri 68 ospedali del Veneto, intanto (la Sanità privata convenzionata rappresenta il 12% del totale, secondo il Governatore Luca Zaia) si erogano 80 milioni di prestazioni l’anno. Vista la “buona salute” di cui gode, sempre secondo Zaia, la nostra Sanità è un dato destinato inevitabilmente ad aumentare. Ma i medici calano.

(Servizi di Beppe Castellano) 2/2018 · DONO&VITA · 11

ASSEMBLEA REGIONALE

Invertire la tendenza del calo, ne va di tutta la Sanità veneta a cura di Michela Rossato

I

n Veneto, lo scorso anno, sono calate le donazioni di sangue Avis anche nelle province dove, di solito, si avevano i migliori risultati (come Treviso -1,29%, Venezia -1,47%, Rovigo -6,06% e Verona -2,14%). In totale, le donazioni di sangue intero da donatori avisini sono state 185.280, con un calo dello 0,96% rispetto all’anno precedente. Non è andata affatto meglio per le donazioni di plasma, passate da 30.823 del 2016 a 27.920 del 2017, con un -9.42% In questo caso, le donazioni di plasma hanno visto un decremento significativo dovuto al fatto che per fronteggiare le necessità, alcuni donatori sono stati invitati a donare sangue intero.

Per rispondere alle richieste dei nostri ammalati e dei nostri ospedali, inoltre, nel corso dell’anno si è dovuto ricorrere a sangue proveniente da fuori regione, precisamente da Trento e Bolzano. È entrato subito nel merito del problema il presidente Giorgio Brunello, aprendo l’assemblea dell’Avis regionale ospitata sabato 21 aprile a Peschiera del Garda nel veronese e presenti oltre 300 rappresentanti dalle Avis provinciali di tutto il Veneto, Abvs compreso.

“Nel 2018 vi è una leggera ripresa e i dati ancora parziali ci indicano un +2,86%, ma la preoccupazione resta alta, anche perché a calare sono pure i donatori - spiega Brunello - dal momento che i nostri soci invecchiano e i giovani donano poco. Tra le cause, oltre al raggiungimento dell’età di stop per molti donatori, a 67 anni, il fatto che i giovani faticano a diventare donatori e, quando lo fanno, vengono in parte sospesi perché viaggiano per lavoro, studio o diletto, non sempre tengono un corretto stile di vita, hanno 12 · DONO&VITA · 2/2018

posti di lavoro più precari e sono preoccupati a chiedere il permesso per donare”.

Su quest’ultimo punto, che riguarda lavoratori di tutte le età, Brunello ha puntato il dito, chiamando in causa direttamente le strutture sanitarie: “Non è la domanda che deve adeguarsi all’offerta, ma viceversa. Se le giornate più richieste dai donatori sono il sabato e la domenica, perché non sono al lavoro, le aperture dei centri vanno concentrate in quei giorni”.

Soprattutto di questo tempi, che evidenziano un calo anche dei medici trasfusionisti. Tra chi va in pensione e non viene sostituito, e chi preferisce lavorare in una struttura privata, la penuria di medici dedicati alla raccolta del sangue e all’attività trasfusionale in Veneto si sta facendo sentire in modo pesante.

“O si inverte la tendenza, o la sanità veneta entrerà in crisi! Senza sangue non si opera e non si cura”.

Basti pensare ai trapianti che stanno crescendo nella nostra regione e che necessitano di sangue, plasma e piastrine: dai dati del Centro nazionale Trapianti, solo a Verona i trapianti al cuore sono passati

dai 10 del 2015 ai 17 dello scorso anno, quelli di fegato da 50 a 64, di rene da 87 a 127. “Noi stiamo mettendo in campo le nostre azioni, le istituzioni agiscano con le loro”, ha tuonato il presidente regionale.

La chiamata diretta dei donatori, la prenotazione di giorno e orario per donare, l’accoglienza da parte dei volontari dei donatori sia presso i Centri trasfusionali degli ospedali sia presso le unità di raccolta periferiche Avis (che si trovano nel padovano, trevigiano e veneziano e coprono il 13% della raccolta totale regionale) sono le azioni più forti che si sta cercando di attuare ovunque.

Lo scorso anno i nuovi donatori Avis in Veneto sono stati 9.737 contro i 10.927 del 2016, non abbastanza!

La giornata è stata ricca di interventi, sia da parte delle Avis provinciali che di altri rappresentanti Avis, a partire dal presidente di Avis nazionale, Alberto Argentoni che ha fatto il punto sulla situazione trasfusionale a livello nazionale e sui nuovi rigidi regolamenti a cui le Avis a tutti i livelli, ma anche chi le rappresenta, devono sottostare.

L’assessora ai Servizi sociali del Veneto, Lanzarin: “Donare è prevenzione, si può collaborare insieme”

I

n Assemblea regionale, dopo aver seguito attentamente la relazione del presidente Giorgio Brunello, sono intervenuti due rappresentanti della Regione Veneto. Prima il Vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Bruno Pigozzo, tra l’altro donatore e animatore del Gruppo Avis in Consiglio Veneto.

Dopo di lui è intervenuta l’Assessora ai servizi sociali della Regione Veneto, Manuela Lanzarin: “Donare il sangue è un vero gesto di amore. La cultura della donazione deve entrare nelle scuole, a cominciare da quelle primarie - ha affermato la Lanzarin - perché è quando si è bambini e ragazzi che si comincia a capire che il sangue è vita e che una delle prime forme di solidarietà sociale è aiutare la vita donando il sangue”. L’assessora ha poi continuato assicurando da parte della Regione l’impegno di “continuare a promuovere l’appello delle associazioni per irrobustire le file dei donatori, l’invecchiamento della popolazione riguarda anche l’Avis. Per questo siamo impegnati ad affiancare le Avis e i Centri di raccolta nel garantire tutela, sicurezza, facilità e accessibilità alla donazione.

Davanti ai 300 delegati ha assicurato inoltre “l’impegno a diffondere con ogni mezzo la sensibilità sociale verso questa forma di cittadinanza attiva e di crescita civile”.

Siamo andati a trovarla, in seguito, anche a Palazzo Balbi per approfondire gli argomenti, in particolare iniziando a parlare della riforma del Terzo Settore.

Che cosa ne pensa della nuova riforma?

Il Veneto come Regione ha impugnato il provvedimento, perché secondo noi accentra troppo e va a svilire il grande lavoro che è stato fatto dalle Associazioni di volontariato puro nel territorio. In particolare in una regione come il Veneto,

che come numero di volontari e attività di organizzazioni e associazioni di volontariato che funzionano bene sappiamo quanto sia ricca. Abbiamo fatto ricorso, assieme a Friuli e Trentino, anche per la norma che prevede un Centro servizi volontariato ogni milione di abitanti. Noi abbiamo un Csv per ogni provincia, legati al territorio con le loro peculiarità. Vogliamo evitare di smantellare un sistema, sì migliorabile, ma che già funziona bene.

Ma alcuni decreti attuativi sono già stati emanati.

Molti sì, ma molti mancano ancora. Intanto stiamo monitorando. Nel frattempo stiamo incontrando tutti gli attori e stakeholder del Terzo settore per la Riforma del Veneto. Ovviamente dovremo recepire quella nazionale, ma vogliamo adattarla alla specificità del nostro territorio e dei nostri volontari.

Lei ha parlato di promuovere il dono del sangue nelle scuole, anche dalle primarie. Avis Veneto ha un Progetto scuola che già da anni funziona. E anche bene.

Come pensa possa contribuire la Regione Veneto? È importante far capire che donare sangue non è solo un atto di volontariato verso gli altri, ma anche un atto di prevenzione personale. I sani stili di vita propri dei donatori di sangue devono essere diffusi il più possibile fra i giovani. Quello che possiamo fare come Regione è

impegnarci a facilitare i progetti già esistenti come il vostro, agevolarli e condividerli, anche con una “regia” comune regionale. Siamo convinti che può essere anche un modo, oltre al dono del sangue e all’opera di prevenzione in genere, di avvicinare i giovani e non solo a tutte le forme di volontariato. Anche in questo settore, ci sarà bisogno di un rilancio e di un ricambio.

Molti nostri giovani veneti, purdonatori, rallentano o sospendono l’attività donazionale per motivi più svariati: studi fuori Veneto, stage e lavori all’estero. Vengono avanti i “nuovi italiani”, ragazzi che entrano in associazione.

Penso sia una cosa molto positiva, ben venga per chi naturalmente è integrato già nel nostro tessuto sociale e nelle nostre abitudini di prevenzione della Salute. Nell’ottica dell’invecchiamento della popolazione è un fenomeno da coltivare e incentivare.

Lei è di Rosà, vicino alla “Città del Dono” Bassano, con un volontariato molto attivo. Ha mai ricevuto una trasfusione? È anche già donatrice di sangue?

No, nessuna trasfusione. E no anche per la donatrice. Quando mi sono avvicinata alla donazione di sangue, giovane, ero più magra e ancora sottopeso. Poi mi hanno trovato anche l’emoglobina bassa e mi hanno scartato. Ma ora ci si potrebbe ripensare. Beppe Castellano 2/2018 · DONO&VITA · 13

82ª ASSEMBLEA NAZIONALE

La vera unità deve partire dai valori e dai problemi concreti

42° CONVEGNO SIMTI

Il rinnovato patto fra i medici trasfusionisti e il volontariato

servizi di Beppe Castellano

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osì tanti e così interessanti sono stati gli argomenti della 82ª Assemblea nazionale Avis di Lecce, svoltasi dal 18 al 20 maggio, che non basterebbe un intero numero per raccontarli. Anche perché, tre giorni dopo, dal 23 al 25 maggio, si è svolto a Genova il 42° Convegno nazionale di Studi di Medicina Trasfusionale. Quasi una continuazione, con ulteriore approfondimento scientifico, dell’appuntamento associativo. Quest’anno, infatti, i due importanti appuntamenti si è riusciti a non sovrapporli.

Che dire, quindi, in breve riservandoci di approfondire prossimamente gli argomenti più interessanti? Che è stata una grande assemblea, grazie prima di tutto agli avisini pugliesi e di Lecce che ci hanno messo l’anima. È stata

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una assemblea importante anche, al di là delle sempre vivaci e immancabili discussioni associative, per gli ospiti non solo “salutanti”, ma incisivi nei loro interventi. Come nella tavola rotonda con i massimi esperti del Sistema sangue (Liumbruno, Berti, Maria Rita Tamburrini, direttrice Ufficio Trapianti, sangue

ed emocomponenti del Ministero della Salute). Oppure la mattinata con il Procuratore capo di Catanzaro, l’avisino Nicola Gratteri, vera e propria lectio magistralis, “sul valore civile” del volontariato, vero “anticorpo” contro le mafie e la criminalità organizzata. Ne parliamo nell’editoriale a pagina 5.

l Sistema trasfusionale italiano è basato sulla donazione volontaria, periodica, gratuita e per oltre il 90% associata. Fin qui lo sappiamo tutti. Ciò che dimentichiamo spesso è che il “modello italiano” è sempre più osteggiato da chi del plasma ne fa “mercato”. Ecco quindi che diventa indispensabile far squadra, anzi stringersi come una “testudo” da battaglia degli antichi romani. E questo era lo spirito collaborativo del 42° Convegno Simti di Genova: “Abbiamo respirato un clima di rinnovata collaborazione fra tutti gli attori del sistema trasfusionale - conferma il rieletto presidente della Società scientifica, Pierluigi Berti - associazioni donatori, Centro nazionale sangue, Commissione Salute e Ministero. Di fronte ai grandi problemi attuali dobbiamo proce-

dere uniti”. Le lobby delle aziende che raccolgono plasma da donatori remunerati nel mondo più povero, per rivendere i farmaci plasmaderivati in quello ricco, vedono come il fumo negli occhi la “via italiana”.

Non vi riporteremo, ora, tutti gli argomenti affrontati nel Convegno, ma li approfondiremo con calma su

web e prossimi numeri. Fra quelli più attuali la corretta promozione del dono, per incentivare la quale è stato firmato un protocollo comune fra Simti, Avis, Fidas, Fratres e Donatori Croce Rossa (foto sopra).

Per Avis era naturalmente presente alla firma il presidente nazionale Alberto Argentoni.

viene invece conferito alle industrie farmaceutiche che lo utilizzano per produrre i cosiddetti farmaci plasmaderivati, come l’albumina o le immunoglobuline che vengono usate per trattare varie patologie, tra cui immunodeficienze e malattie epatiche, o i fattori della coagulazione, usati per la cura dell‘emofilia.

Va spiegato ovviamente che non si tratta di un regalo al settore privato.

Il plasma come i pure i farmaci che ne vengono ricavati restano di proprietà delle Regioni che pagano alle

industrie soltanto la lavorazione. E non potrebbe essere altrimenti perché si tratta di farmaci importanti, spesso veri e propri salva-vita.

Come correttamente affermato anche dall’Economist, l’Italia però dipende in parte dal mercato estero.

Un mercato dove, al contrario che in Italia, il donatore viene spesso pagato per la donazione di plasma (vedi l’esempio tedesco). Parliamo di un mercato globale il cui giro di affari si stima di circa 18,5 miliardi di dollari (e non 126 come affermato dalla rivista), e che è in mano per lo più a industrie con base in America del Nord. A colpire è in particolare il disequilibrio nel rapporto tra popolazione e produzione di plasmaderivati. A produrre il 44% dei medicinali plasmaderivati è una zona geografica che ospita appena il 5% della popolazione. L’Asia e l’area del Pacifico invece con-

tano il 57% della popolazione del pianeta ma producono il 19% dei medicinali plasmaderivati. È quindi anche possibile, in futuro, che il mercato finisca per prendere la via dell’oriente, dove dovrà soddisfare richieste sempre crescenti di paesi come la Cina o l‘India, paesi in cui il fabbisogno di immunoglobuline e albumina è già enorme e il sistema di raccolta interno non riesce minimamente a fare fronte alla mole di richieste e i pazienti non vengono, ovviamente, trattati in modo adeguato. Diventa quindi fondamentale affrontare il problema plasma e sensibilizzare il mondo dei donatori, del volontariato, del pubblico in generale sulla necessità di avvicinarsi di più all’autosufficienza perché la vita delle persone non può e non deve dipendere dal mercato e dalle sue leggi. Questa conclusione è opposta a quella dell’Economist,

secondo cui invece “rendere legale il plasma a pagamento è l’ovvio primo passo”. Una posizione che, a parere di diversi esperti, non è assolutamente condivisibile, e che oltretutto si basa su dati inesatti. L‘articolo in questione, nota ad esempio Patrick Robert del Marketing Research Bureau, suggerisce che il plasma si raccoglie ancora nelle prigioni, pratica vietata dal 1999. Esagera i dati sui plasmaderivati esportati dalla Svizzera e anche il valore delle esportazioni di plasma dagli Usa, affermando che sono l’1,6% dell’export totale. Sbaglia persino nel descrivere la differenza tra il tempo di una donazione di sangue e una di plasma, affermando che per la prima servono 10 minuti e per la seconda 60, quando la ‘forbice’ è molto più ristretta. Il dibattito è aperto, ma deve essere portato avanti con dati più corretti.

Liumbruno “rimprovera” l’Economist Il 10 maggio L’Economist ha pubblicato un servizio sul “mercato” mondiale del plasma. La risposta molto pacata, ma puntuale e incisiva, del direttore del Centro nazionale sangue Giovanni Maria Liumbruno è stata diffusa alle agenzie il 18 maggio. Eccovela.

T

alvolta può succedere che anche una pubblicazione prestigiosa come l’Economist prenda una cantonata. In un articolo pubblicato lo scorso 10 maggio sul mercato mondiale dei farmaci plasmaderivati, in cui si fa il confronto fra i paesi che pagano i donatori e quelli, come il nostro, in cui invece la donazione è non remunerata, si afferma tra le altre cose che “Solo i paesi che pagano per il plasma sono autosufficienti.

L’Italia, dove i donatori hanno una 14 · DONO&VITA · 2/2018

giornata libera dal lavoro, è vicina all’autosufficienza”. Nel contesto dell’articolo l’allusione contenuta nell’inciso è quasi offensiva, ed è smentita dai fatti, dal momento che meno del 20% dei donatori usufruisce di questa possibilità, che è comunque ben diversa da un vero e proprio pagamento. L’articolo però fornisce degli ottimi spunti per parlare della risorsa plasma, che è strategica per tutti i paesi e che vede alcune minacce nel futuro a medio termine. Il plasma, la componente liquida del sangue che si può ottenere per separazione da una sacca di sangue intero o si può donare direttamente con un processo che si chiama aferesi, ha moltissimi utilizzi. Il 20% circa del totale raccolto viene destinato a un uso clinico, il restante 80%

2/2018 · DONO&VITA · 15

RIFORMA E NUOVO STATUTO AVIS

Sarà piramidale o orizzontale?

Dibattito sulla “rete” in corso a cura di Roberto Sartori vice presidente vicario Avis Veneto

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’argomento “modifiche allo statuto e adeguamento dello stesso”, sulla base di quanto previsto dalla Riforma del Terzo Settore, è stato discusso ampiamente nell’Assemblea di Avis regionale Veneto dello scorso 21 aprile, tenutasi a Peschiera del Garda; in realtà è dal mese di febbraio che Avis Nazionale ha avviato una discussione sull’argomento, costituendo anche una Commissione ad hoc “Statuto e Regolamento”.

La Commissione o Gruppo di lavoro, come lo si voglia definire, è composto da Consiglieri Nazionali, Componenti indicati dalle Avis Regionali ed esperti del settore ed ha iniziato il percorso l’11 febbraio 2018 con l’obiettivo di predisporre una bozza di nuovo Statuto, al fine di garantire il pieno rispetto delle regole interne e concreta applicazione delle stesse, alla luce del nuovo quadro normativo introdotto (Riforma del Terzo Settore - D.lgs 117 del 3 luglio 2017). Tra gli argomenti fin da subito posti all’attenzione del Gruppo di Lavoro, l’eventuale assunzione, per Avis nazionale della qualifica di “rete associativa”, aggiornare lo Statuto e il Regolamento anche alle mutate esigenze di governance, la necessaria istituzione dell’Organismo di vigilanza a livello nazionale con la possibilità di strutturare l’organismo ai vari livelli associativi, la tutela del logo “AVIS”, nel senso di prevedere un adeguato potere sanzionatorio per l’utilizzo inappropriato e la figura dell’eventuale commissario ad acta, che dovrebbe intervenire in fattispecie, come nel caso in cui la sede destinataria o il soggetto interessato di una sanzione comminata da un organo di giurisdizione interna non si adegui.

16 · DONO&VITA · 2/2018

Nell’assemblea di Avis regionale Veneto di Peschiera del Garda avevamo analizzato i possibili scenari che a quel momento ci erano stati posti da Avis Nazionale, ovvero la possibilità per Avis Nazionale di assumere la qualifica giuridica di “rete associativa” nazionale con l’iscrizione all’apposita sezione del Registro unico nazionale del Terzo settore e gli aspetti che ne derivavano dalla scelta della rete associativa (che presuppone una attenta “progettazione” preventiva della struttura che si vuole realizzare, e successivamente definire la disciplina statutaria applicabile). Il Codice assicura un’ampia autonomia organizzativa alle reti associative,

potendosi derogare alle diverse norme stabilite; è necessario però avere una chiara visione del tipo di struttura che si vuole realizzare e di conseguenza applicare delle soluzioni giuridiche coerenti, per esempio stabilire se adottare: • una struttura di tipo piramidale a livello nazionale Rete Associativa Nazionale costituito dalle associazioni regionali, a sua volta costituito da quelle provinciali, costituito infine da Avis comunali, • oppure una struttura di tipo orizzontale, nella quale tutte le diverse Avis territoriali, indipendentemente dal livello di appartenenza, concorrono paritariamente alla costituzione della Rete associativa nazionale.

Dopo alcuni incontri ed approfondimenti sulla base delle indicazioni e percorsi condivisi in Consiglio Avis Nazionale e dalla Consulta dei Presidenti Regionali si è giunti all’Assemblea Avis Nazionale 2018 di Lecce (dal 18 al 20 maggio u.s.), occasione nella quale è stata formulata, in sede di riunione capi-delegazione delle Avis regionali, una proposta di delibera assembleare che ha ottenuto il voto favorevole dei delegati e che definisce il percorso dei prossimi mesi per la conclusione dell’iter di adeguamento degli statuti alla nuova disciplina, entro da data del 3 febbraio 2019, come previsto dall’art. 101, comma 2 del Codice di Riforma del Terzo Settore.

Nell’Assemblea Avis nazionale è stato deliberato di dare mandato al Consiglio nazionale e alla Commissione statuto di: “Predisporre le proposte di modifica allo Statuto al fine di permettere ad Avis nazionale di assumere la qualifica giuridica di Rete Associativa Nazionale di Organizzazioni di Volontariato (ODV) ai sensi dell’art. 41, comma 2, del D.lgs n. 117 del 2017 (Codice del Terzo Settore), salvaguardando l’attuale composizione associativa di Avis, comprensiva di soci persone fisiche e di soci persone giuridiche, e i criteri di rappresentatività attualmente previsti.”

Con questa scelta si è fatto un passo decisivo verso la Rete Associativa Nazionale, la nuova tipologia di ente di Terzo settore introdotta con la riforma, questo permetterà ad Avis Nazionale di: • svolgere funzioni di rappresentanza all’interno del Consiglio del Terzo Settore, svolgere attività di

proposta nei confronti del Ministero, l’accesso ai fondi riservati alle Reti; • garantire l’iscrizione agevolata dell’ODV (Avis territoriali) nel Registro e di annotazione delle modifiche statutarie; le possibilità di deroga ai limiti concernenti la rappresentanza e le competenze dell’assemblea (artt. 24 e 25 del Codice del Terzo settore); • svolgere attività di “autocontrollo” degli enti associati (Avis territoriali) relativamente ai requisiti per mantenere l’iscrizione nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, che altrimenti sarebbe svolta dagli uffici del Registro e dai Centri servizi per il volontariato, come previsto dall’art. 93, comma 5 del Codice, pur rimanendo l’autonomia giuridica degli enti associati.

Inoltre il deliberato assembleare prevede al punto 2) di: “individuare gli adattamenti necessari degli statuti delle Avis territoriali alla nuova disciplina e apprestare i relativi emendamenti nei modelli tipo perché siano sottoposte, con tempi congrui, all’esame e alla valutazione presso tutti i livelli associativi e all’approvazione della Assemblea dei soci e recepite entro il termine di cui all’art. 101, comma 2, del D.lgs n. 117 del 2017 ed approfondire le seguenti ulteriori tematiche ritenute di rilievo strategico per l’evoluzione della governance dell’Associazione: Promozione della partecipazione dei soci; Uniformità e coerenza delle regole associative; Articolazione dei livelli territoriali; Raccolta dei dati essenziali per rappresentare e gestire l’Associazione; Controllo e gestione della conflittualità interna; Snellimento dello Statuto a

favore delle norme del Regolamento nazionale.” È quindi necessario in fase di predisposizione delle proposte di modifica dello Statuto definire i rapporti con le Avis Comunali, Provinciali, Regionali, sulla base di modelli standard tipizzati di Atto costitutivo e Statuto; occorre valutare e condividere quali attività di controllo svolgere nei confronti delle Avis territoriali, quale modello di governance adottare ovvero l’insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo dell’associazione; definire, ad esempio, come svolgere la vigilanza, le ipotesi di commissariamento, le sanzioni applicabili, il ruolo delle province, delle aree metropolitane e delle aree vaste. È necessario identificare le attività di interesse generale di cui all’elenco (art. 5) e le attività diverse (art. 6) previste dal Codice, definire le norme fiscali, di trasparenza e concernenti l’organismo di controllo...

In conclusione, nel caso delle Avis territoriali (Comunali, Provinciali, e Regionali) c’è da applicare in via principale e assoluta le norme riferite alle ODV (Organizzazioni di Volontariato) come definite dagli artt. 32-33-34 del Codice del Terzo Settore.

Per quanto riguarda, invece, Avis Nazionale le norme di cui all’art. 41 del CTS e poi la normativa applicabile a tutti gli Enti del terzo settore (comprese Comunali, Provinciali, Regionali e Nazionale) di cui all’intero Codice; il Codice precisa inoltre che agli ETS possono applicarsi anche le norme del Codice Civile, che la Riforma ha lasciato sostanzialmente immutato.

2/2018 · DONO&VITA · 17

REGIONALE & INIZIATIVE

La nuova stagione, data per data, di “Riso fa Buon Sangue”

S

i sono accesi il 28 aprile, con la prima data a Vigonza, i riflettori sul tour 2018 di Riso Fa Buon Sangue. È l’ottavo anno che il progetto, promosso dall’associazione non profit Amici del Cabaret, Riso fa Buon Sangue viene ospitato dalle Avis italiane, facendo della risata anche portabandiera della donazione.

Punto di forza degli eventi è l’alto livello di professionalità di comici, artisti e cantanti ospitati nelle serate. Si tratta, infatti, di cast con personaggi visti in trasmissioni televisive (come Colorado e Zelig…) e che hanno frequentato talent show.

Ogni serata ricrea un’atmosfera coinvolgente, in cui la protagonista è la donazione del sangue, promossa con il sorriso. Per l’edizione 2018 ci sono nuovi pezzi, nuove voci, nuove scenografie, uno spettacolo che si rinnova, tutto da scoprire. Tra le novità del tour l’introduzione di un turnover dei cantanti e lo slogan del nuovo format “Musica Fa Buon Sangue”. Alcuni numeri del 2017: 600 nominativi raccolti di potenziali nuovi donatori, 1.500.000 utenti

Facebook, 150.505 visualizzazioni video You tube-Facebook, 44.900 visualizzazioni Twitter, 20.904 visualizzazioni contenuti Istagram Riso fa buon sangue, 25 Avis che hanno ospitato i nostri spettacoli.

Fondamentale è il sostegno che Avis regionale Veneto e Marche hanno dato e continuano a dare al progetto RFBS, come anche le collaborazioni delle Avis Friuli Venezia Giulia, Provinciale Bergamo e Provinciale Rovigo. Dopo le date di Vigonza, Fiume Veneto ed Este-Monselice ai primi di giugno,

sarà la volta di Martinengo (BG) il 16, Moena (TN) e Jesolo il 23 e Corridonia (MC) il 30 giugno.

Le date di luglio sono a Oderzo (TV) il 23 e a Bottrighe il 28. Ad agosto si inizia a Noale il 4, a Montefiore dell’Aso (AP) il 5, a Cornedo Vicentino il 25 e a Bibione (VE) il 31 agosto. Nel mese di settembre le date sono a Rovigo il 7, a Cologna Veneta (VR) il 9, a Verona il 15. Chiudono l’anno, al momento, Ceregnano (RO) il 6 ottobre e Lendinara (RO) al Festival del Cabaret e della solidarietà il 30 dicembre.

I premi del contest Italian Blood Award saranno consegnati il 31 agosto

G

li Amici del cabaret, Rfbs e il nuovo “Musica Fa Buon Sangue”, hanno ideato il format Italian Blood Award (IBA), giunto alla 2ª edizione. Il concorso ha l’intento di riunire tutto ciò che, attraverso il web gravita attorno alla promozione della donazione del sangue. Il concorso nasce per riconoscere e premiare il lavoro, in tutte le sue espressioni, che ogni giorno viene compiuto in nome della donazione evidenziando le attività di 18 · DONO&VITA · 2/2018

promozione e le forme di comunicazione con cui viene veicolata: scrittura, fotografia, parola, video.

Gli Italian Blood Awards promuovono la creatività che, ogni giorno, singoli o associazioni, mettono al servizio della donazione di sangue.

Il 31 agosto, a Bibione, verranno premiati i vincitori delle diverse categorie della 2ª edizione. Categoria “piattaforma web” vincitore è Instagram Avis provinciale Brescia, che attraverso l’hashtag ad hoc sprona

al dono; “articolo sociale” Roberto Santangelo con il testo “Sono al mondo grazie agli Altri”; “bozzetto sociale” vincitore è “Anche tu puoi salvare una vita donando sangue” di Avis San Gavino Monreale, campagna estiva di sensibilizzazione; categoria video sociale sono Noemi e Chiara dell’Avis Olbia con il “Gioco della Torre: dare una mano alla vita”; selfie e foto vince Federica Loi, per il personaggio sociale la vittoria va a Emy Solinas.

Torna il Prœmio Samaritano, si aspettano segnalazioni da ogni parte del Belpaese

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iffondere lo spirito di solidarietà che fa compiere gesti di ordinaria umanità spontaneamente, senza lodi, senza attese.

Oltre la professione, la vocazione, la parentela. Torna a dicembre, a Dolo (Ve), nella Riviera del Brenta che l’ha visto nascere, il Prœmio nazionale “Samaritano”, edizione 18 (in foto l’edizione 2016).

Non un premio vero e proprio, ma l’occasione, biennale, per dire grazie a tutte quelle persone che, come i donatori di sangue, “danno e se ne vanno”. L’invito del Proemio è rivolto come sempre alle Avis, alle scuole, ai cittadini o gli enti perché segnalino i non eroi, le persone semplici che compiono gesti di aiuto al prossimo senza chiedere qualcosa in cambio. Quest’anno una sezione speciale è riservata alle scolaresche e/o singoli studenti che contribuiscono con il loro esempio di amicizia, solidarietà e integrazione nei confronti di quanti arrivano nel nostro Pese per sfuggire a fame e guerre.

Due le commissioni esaminatrici: una composta da rappresentanti Avis e l’altra da 30 studenti delle scuole superiori di Dolo. Della prima commissione faranno parte il consigliere nazionale Avis Domenico Nisticò e i presidenti delle Avis regionali Veneto Giorgio Brunello, Friuli Venezia Giulia Lisa Pivetta, Marche Massimo Lauri, Puglia Cosimo Luigi Bruno, Sicilia Salvatore Mandarà e il coordinatore del Prœmio, Giuseppe Polo.

La cerimonia conclusiva, con i cinque finalisti e l’assegnazione del Samaritano 2018, avverrà al Cine-

ma Italia di Dolo il 3 dicembre. Le segnalazioni vanno inviate entro il 18 ottobre 2018 per posta a Proemio Nazionale Samaritano c/o Avis Riviera del Brenta, via Brusaura 30, 30031 Dolo (Ve) oppure via email a rivieradelbrentadolo.comunale@ avis.it Per informazioni contattate il telefono (e fax) 041 5100754 oppure il coordinatore al cell.349 5616749.

Organizzano insieme Avis nazionale, Avis regionale Veneto, Avis provinciale Venezia con la segreteria organizzativa a cura di Avis Riviera del Brenta.

Un intero mese di spettacoli, con Avis, grazie al Mirano Summer Festival

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orna a fine giugno e per tutto luglio il “Mirano Summer Festival”, con Avis ancora protagonista tra la gente. Dato il successo della scorsa edizione, quasi duecento promesse di donazione, si rinnova anche per il 2018 la collaborazione tra Festival e le Avis di Mirano, Maerne-Olmo, Marano, Martellago, Robegano, Salzano, Scorzè e Spinea, con l’appoggio dell’Avis provinciale di Venezia e della Regionale Veneto. Nato nel 2007, il Festival propone un mese di appuntamenti: da quelli con le radio ai concerti delle tribute band, concorsi di bellezza e musicali e grandi nomi del panorama nazionale ed internazionale.

Già grande è l’attesa per il chitarrista dei Genesis, Steve Hackett, il 6 luglio e per i Negrita il 27 luglio, date a pagamento. Il resto sarà gratuito. Ben felice l’associazione Volare che organizza, guidata da Paolo Favaretto, di coinvolgere i volontari avisini in tutte le fasi della manifestazione. Alla presentazione del 26 maggio sulla nave da crociera MSC Poesia, c’erano il presidente e la vice di Avis Mirano, Giuliano Casotto e Laura Zanardo, il presidente

di Scorzè Michele Francescato e la rappresentante di Spinea Pamela Zanon. Per la Provinciale è intervenuta la vice presidente Gianna Moras, per Avis regionale il segretario Mauro Favret e Giorgio Gobbo. Il Festival si svolgerà dal 29 giugno al 27 luglio presso gli impianti sportivi di Mirano (VE) e vedrà ogni sera la promozione della donazione del sangue tramite un info point Avis dedicato. Non solo, ben tre serate musicali saranno patrocinate dalle Avis comunali coinvolte: il 5 luglio il concerto dei Rumatera, il 14 Diapson cover band Vasco e il 16 luglio la serata dei Liveplay cover band Coldplay. Appuntamento, quindi, a Mirano con musica, bellezza e Avis!

2/2018 · DONO&VITA · 19

AVIS GIOVANI

Street marketing festival Padova l’happening Avis ha fatto centro di Michela Rossato

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remila interazioni, tradotte in altrettante foglie appese all’albero della solidarietà. Esordio con il “botto” per Avis, allo Street Marketing Festival di Padova dal 24 al 27 maggio. La tre giorni dedicata alla comunicazione interattiva, insolita e innovativa, promossa dal Comune di Padova con il patrocinio della Regione Veneto, è stata per Avis una “vetrina” formidabile.

L’area allestita dalla nostra associazione, in pieno centro storico, è stata pensata come una foresta, con prato e alberi a rami rossi spogli che si protendono verso il cielo, richiamando metaforicamente le vene del braccio. I rami-vene hanno bisogno di foglie per vivere. Le foglie “solidali” adesive sono state distribuite ai passanti, invitandoli ad attaccarle. Finalità del festival, infatti, è comunicare il proprio messaggio (le associazioni) o prodotto (le aziende) in modo non convenzionale, attraverso l’utilizzo di aree e allestimenti creativamente e scenograficamente d’effetto in luoghi dove passano tante persone.

Una scommessa non facile, novità assoluta per Avis regionale che ha tentato la strada della… natura abbinandola al concetto di solidarietà. “Fa più rumore una foresta che brucia di una che cresce - ha detto il presidente dell’Avis regionale, Giorgio Brunello, all’inaugurazione - con questa installazione proviamo a far crescere la foresta-comunità solidale”.

Scommessa vinta, oltre le più rosee aspettative degli stessi volontari (una ventina) che si sono alternati sin dall’allestimento dell’area, con le maglie rossa e blu del 50° di Avis Veneto. Volontari che ai passanti, cittadini e turisti di ogni età che attaccavano le foglie, hanno parlato

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della donazione del sangue e delle attività dell’associazione, regalando una sorta di medaglia simbolica, a ricordo dell’iniziativa e del valore del dono di sé al prossimo. “È stata un’iniziativa incredibile, ci ha permesso di interagire con tante persone - sottolinea Elena Galbiati, coordinatrice del progetto scuola e anima dell’iniziativa assieme al consigliere regionale Luigi Piva - e per andare al di là della semplice informazione. È stato un modo nuovo per avvicinarsi alla gente, parlare con giovani e meno giovani, anche con famiglie intere, coinvolgendole in questa specie di gioco “intelligente” che fa riflettere”.

Presente nella giornata del sabato anche l’ideatrice di alberi e foglie, l’illustratrice padovana Martina Tonello e il coordinatore del Gruppo Giovani Avis Veneto, Dan Leu. Il successo dell’area avisina è stato possibile grazie ai volontari della regionale, dell’Avis comunale di Padova e delle province di Padova, Verona, Rovigo e Treviso. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della promozione e organizzazione di campagne di comunicazione sociale, informazione e sensibilizzazione al dono del sangue di Avis Veneto.

Accanto alla stampa associativa, al passaparola, all’informazione e promozione nel corso di eventi e alle attività educative nelle scuole (dalla primaria agli Istituti Superiori), negli ultimi anni Avis Veneto ha anche investito molto nella formazione dei volontari per l’utilizzo dei nuovi tipi di comunicazione, al fine di fornire strumenti capaci di avvicinarsi in maniera più immediata ed efficace al mondo giovanile.

La scenografia è a disposizione per eventi Avis (0422 405088).

Giovani in prima linea pure alla Festa di Avis provinciale Verona, assieme ad altri 100...

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i sono occasioni che val la pena di vivere in prima persona, reimmergendosi nel “popolo” avisino che FA, si diverte e tace soddisfatto. Ma poi il bello è anche raccontare.

Ma iniziamo dalla fine. Il Gruppo giovani provinciale si è incaricati di chiudere con spritz e musica dal vivo di giovani gruppi rock una giornata che, a Lazise il 22 aprile, ha visto coinvolti oltre 100 volontari e una ventina e più di Comunali.

La Festa per il 60° dell’Avis provinciale di Verona sta tutta in una frase, con le sue variazioni, che correva fra i volontari di Avis diverse che avevano lavorato assieme: “Finalmente ci siamo conosciuti di persona, ci siamo divertiti sudando insieme, abbiamo fatto conoscere l’Avis a tante persone in un modo diverso”. Più che “rete”, gruppo.

In pratica le Avis, dopo la cerimonia civile-religiosa (con puntatina perfino del Vescovo di Verona), hanno “invaso” la piazza principale di Lazise con i propri stand. Un sole stupendo e la vista mozzafiato sul lago si sono quindi “sposati” con i gadget promozionali distribuiti?

Neanche per sogno. Veronesi (e non solo) a passeggio sul lungolago, turisti italiani e stranieri sono venuti in contatto con l’invito a donare tramite il buon cibo e il buon (moderato) bere. Ogni Avis comunale, collaborando con altre, offriva

infatti uno dei prodotti tipici della cucina veronese: dagli gnocchi di Malga ai formaggi, dai salumi al vino, ai cicchetti, ai dolci, alla birra artigianale. Con un minimo contributo-spese chiunque poteva degustare a volontà. E si sa, il cibo genuino è il miglior modo di... fraternizzare e parlare di dono.

Ma non finisce qui. Durante la giornata si alternavano artisti di strada, giocolieri, trampolieri a strappar sorrisi a bambini e adulti.

Infine il pomeriggio, nei giardini fuori mura, la grande mongolfiera che - oltre a portar nel cielo bambini e famiglie - ha offerto uno spettacolo inconsueto al folto pubblico con il naso all’insù: un avisino carabiniere si è calato da 200 metri con la bandiera Avis. Giunto a terra, l’ha consegnata alla presidente Michela Maggiolo. La quale, da avisina, è rimasta dalla prima mattina allo smontaggio di tutti gli stand all’imbrunire.

Beppe Castellano

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AVIS GIOVANI/SERVIZIO CIVILE

SPECIALE: STORIE D’AVISINE

di Mauro Favret, segretario Avis regionale

di Beppe Castellano

In arrivo il bando per il Servizio Civile, ma ti puoi già informare

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ntanto, lettore di Dono & Vita, se non sai cos’è, non è colpa tua. È riservato ai giovani dai 18 ai 28 anni, italiani.

Si tratta di un anno di servizio presso un ente meritevole, come ad esempio una sede Avis accreditata, nel rispetto dei principi della solidarietà, della partecipazione, dell’inclusione e dell’utilità sociale nei servizi resi, anche a vantaggio di un potenziamento dell’occupazione giovanile.

In Veneto ci sono più sedi Avis accreditate nelle varie province.

Facciamo finta che Tu: 1) hai tra i 18 e i 28 anni; 2) passi la durissima selezione; 3) superi i candidati concorrenti; 4) ti accaparri faticosamente uno dei 16 posti a disposizione; 5) sei di gradimento degli operatori locali di progetto; 6) dichiari, giuri e spergiuri che “si, sono disposto ad andare in missione, anche lontano da casa e di domenica, se è necessario!”

Ti starai chiedendo: a me cosa me ne viene? Che ci guadagno?

Niente, non ci guadagni un bel niente! Avrai un misero rimborso spese di poco più di 400 € al mese, un sacco di cose da fare e una marea di sensi di colpa se non sgobbi.

Però troverai in Avis sicuramente anche tanti amici ed occasioni di allegria.

La settimana ti si riempirà. Il tempo, tra un corso di formazione, un’attività di propaganda, una missione di qua e una di là, ti volerà via che neanche te ne accorgi. È la verità, ed è meglio se lo sai prima, perché una volta dentro, non sarebbe molto elegante andarsene perché si è trovato un lavoro.

Meglio se ti chiarisco, a scanso di equivoci, cosa non è il servizio civile in Avis.

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1) Non è un’alternativa alla disoccupazione; 2) non è un posto dove si lavora poco; 3) non è un posto dove si può essere spudoratamente lavativi; 4) non è un posto per scemi. Purtroppo, volente o nolente, dovrai conoscere delle persone nuove, tra cui molti volontari come te, che faranno i corsi di preparazione… mica ti mandiamo allo sbaraglio. Poi c’è da girare… tanti volontari sono impegnati nelle scuole a fare attività con bambini. Quindi è meglio se ti piacciono i bambini, tra le varie cose.

Poi ci sono i banchetti da fare, se non vuoi passare un sabato pomeriggio in una via trafficata del centro durante i festival, con balli canti musiche e frastuono della festa, ma preferisci stare a casa a pettinare il gatto, meglio che non vieni.

Alla fine tutto dipende da che cosa vuoi fare da grande.

Il servizio civile in Avis, lo dovresti scegliere e preferire rispetto ad altri, soprattutto se tu fossi “uno dei nostri”. Se sei un avisino, è tutto più facile. Non serve che ti spieghi io che ci sono migliaia di persone che senza un centesimo di compenso e

per i più svariati motivi governano un’associazione enorme e strutturata, che è il numero uno in Italia per la donazione di sangue.

Ora c’è una cosa ben precisa che devi fare: prendi il telefono; componi il numero 0422 405088 della segreteria Avis Veneto, lascia il tuo nome, cognome e recapito. Sarai ricontattato quando verrà pubblicato il bando.

Nel caso in cui un tuo parente avesse preso una medaglia d’oro con diamante oppure un tuo fratello maggiore sia dentro a un Consiglio direttivo, chiama subito allo 0422 405088 e chiedi direttamente “come e dove posso iniziare a dare una mano come volontario, così poi quando si apre il bando ufficiale, so che sarò uno tra i favoriti per diventare operatore volontario effettivo?”

Ora che ci penso, questo articolo potrebbe essere letto anche da chi non ha l’età giusta, ma che conosce qualche giovane di buona volontà che potrebbe essere interessato. Ecco, in quel caso digli che chiami immediatamente il numero 0422 405088 e veda se c’è ancora posto per mettersi in lista d’attesa.

L’avisina nazionale di softball nel Servizio civile di Avis Verona

A

visina e donatrice da 10 anni.

E fin qui niente di speciale, è di famiglia di donatori e siamo su un giornale Avis, dopotutto. È parte della “leva” del Servizio civile in Avis 2017/2018 e fa servizio alla Comunale di Verona, assieme alla “collega” Ilenia Rossini di 22 anni. E già qualcosa di diverso c’è in ambedue, ma anche negli altri/e che vedete nella pagina accanto che hanno voluto dedicare un anno alla causa Avis.

Però noi ci mettiamo un “carico da 11” e aggiungiamo che Silvia Refrontolotto, classe 1990, è una campionessa di softball, con un paio di scudetti italiani e due Coppe Campioni europee con la sua “Bussolengo Specchiasol”. E qui la cosa sì che fa notizia. E ve la raccontiamo, questa instancabile avisina convocata anche in nazionale.

Partiamo da dove? Dallo sport, dai... Quando hai iniziato?

Faccio sport fin dalle elementari, ho cominciato col basket che mi piaceva tanto. Poi la squadra femminile chiuse i battenti e nel

2002, a 12 anni, mi sono avvicinata al softball nella Dynos di Verona, grazie al professor Mario Battaglini che reclutava le ragazze “senza sport” per questa cosa nuova.

Poi, via via sei “cresciuta” sportivamente fino alla Nazionale...

Sì, prima dal 2002 al 2007 in vari campionati giovanili, cadetti, under 21, serie B fino al 2008 quando ho esordito in serie A2 fino al 2012 con il Verona. Nel 2010, finito il campionato, dall’autunno a marzo sono stata in Nuova Zelanda dove ho vinto il campionato locale con una squadra neaozelandese.

Nel frattempo però eri già entrata in Avis, segno che anche facendo sport ad alto livello donare non fa male, anzi.

Sì, l’anno 2008 oltre a esordire in A2 sono diventata donatrice appena compiuti 18 anni, iscrivendomi all’Avis gruppo Montorio dove sono nata. In famiglia sono tutti donatori.

Chi ti ha accompagnata la prima volta in Centro trasfusionale?

Mia sorella Sara e mia madre Giovanna che erano già donatrici. io ero tutta contenta, pensavo di poter donare subito, invece...

Invece? Non eri idonea?

No no, anzi. Solo che - e bisognerebbe spiegarlo a tutti i giovani - prima devono capire bene se il tuo fisico può farlo, il bel gesto di donare sangue, poi devono farti tutti i controlli del caso poi, una volta arrivata dopo un paio di settimane la conferma di essere idonei si può compiere questo passo molto importante e significativo.

Quante donazioni hai fatto finora? E che cosa diresti, per esempio, ai giovani fra i 18 e i 28 anni che - magari iscrivendosi al servizio civile in Avis - vogliano anche diventare donatori?

Di donazioni, finora, ne ho fatte 17 cercando di donare con costanza anche durante il campionato o gli impegni agonistici. Che direi? Vi invito a farlo, a prtare avanti l’impegno per gli altri con continuità. non costa nulla, ma ti “riempie” tanto perché è bello sapere che qualcuno, grazie al tuo sangue, può guarire, superare un intervento, magari uscire da una leucemia...

Abbiamo iniziato con lo sport e finiamo con lo sport c’eravamo fermati al 2010, ma da allora hai collezionato un bel po’ di trofei con il Bussolengo.

Nel 2013 ho esordito in ISL (Italian Softball League in serie A con lo Specchiasol. Ci siamo piazzati al secondo posto, nel 2014 disputando poi la Coppa Campioni vinta a Praga contro il Torino. sempre nel 2015 vinciamo lo scudetto che ripetiamo nel 2016, così come in Olanda (foto sopra) rivinciamo la Coppa Campioni nel 2017.

Sei stata anche convocata più volte in nazionale, il futuro sono le Olimpiadi?

Il softball è diventata disciplina olimpica, chissà...

2/2018 · DONO&VITA · 23

STORIA DI CHIARA

Da neo donatrice a... ricevente “Come donando ti salvi la vita”

STORIA DI MONICA

Gloria di “Un Medico in famiglia”, ispiratrice de “Il colore della Vita” di Beppe Castellano

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hiara, una giovane che grazie alle trasfusioni di sangue ha potuto sconfigge la leucemia, ha riportato la sua testimonianza in occasione del convegno della Festa della Donna, organizzato dalle Avis di Soave e San Bonifacio, e anche in occasione dell’evento Donare Informati, incontro formativo per i ragazzi dell’istituto Dal Cero di San Bonifacio organizzato dalle Avis Est Veronese, provinciale e regionale, rientrante nel progetto scuola regionale. Ma sentiamola in prima persona...

L’INIZIO. Nel 2014 frequentavo la 5ª superiore del Guarino Veronese. Un giorno è stata organizzata un’assemblea per le classi quinte con i volontari dell’Avis per sensibilizzare gli studenti sul temi della donazione. Mi sono sentita coinvolta e così sono andata a fare un prelievo. I risultati però evidenziavano un grosso calo di globuli bianchi quindi, sotto consiglio del medico di base, sono andata a fare degli ulteriori controlli passando prima dal pronto soccorso di San Bonifacio e poi da quello del Policlinico Borgo Roma. Le ore passate ad attendere una risposta sembravano non finire più. Poi alla sera, una risposta.

Ricoverata d’urgenza all’ottavo piano: reparto di ematologia. Avvolta da un misto tra preoccupazione, spavento e sconforto mi sono

24 · DONO&VITA · 2/2018

trovata ad affrontare la mia prima notte in ospedale, sola, dopo continui esami del sangue e prelievi di midollo. Un paio di giorni dopo la diagnosi: leucemia linfoide acuta di tipo B. Inutile dire che il mondo mi crollò addosso. Mai e poi mai avrei pensato che mi potesse accadere una cosa simile. Non me lo sapevo spiegare, mi continuavo a chiedere perché, e perché proprio a me.

Ma a tutte queste domande non ci sono risposte. È così e basta.

LA VITA IN TRINCEA. Iniziai così a trascorrere i miei giorni rinchiusa in quella stanza di ospedale, dotata di tutti i comfort (televisore, frigorifero, bagno in camera, letto reclinabile, cyclette), per carità, ma pur sempre all’interno di un ospedale.

Il tempo sembrava non trascorrere mai all’interno di quella lussuosa stanza blindata. Da li non si poteva scappare, nemmeno andare a fare quattro passi in corridoio.

Fortunatamente ho sempre sentito forte la vicinanza della mia famiglia che mi veniva a trovare non solo rigorosamente tutti i giorni, ma anche più volte al giorno. Massimo due erano le persone consentite e queste dovevano essere ben munite di: mascherina, camice, guanti, cuffia e copri scarpe.

LE TERAPIE. Nell’aprile del 2014 sono iniziate quindi le terapie: infusioni endovenose di cocktail di farmaci con l’obiettivo di raggiungere rapidamente l’aplasia, l’azzeramento totale di tutti i valori ematici. Ciclo dopo ciclo, è facile intuire che simili dosaggi di chemioterapia rendessero necessario un costante apporto di sangue esterno, per poter rendere sopportabile al mio organismo le pesantissime terapie.

Ho perso il conto di quante sacche di sangue intero e piastrine siano

M

servite, nei miei lunghi mesi passati a Borgo Roma. Non ringrazierò mai abbastanza l’Avis e le altre associazioni di volontari, per l’attività che svolgono. Gratuità, altruismo, senza neanche sapere a chi andrà il proprio sangue donato. Io ho potuto beneficiare di queste donazioni e sento in qualche modo di dovermi sdebitare: anche per questo senso di gratitudine, sono qui oggi. Inoltre, un mese fa, ad uno dei controlli che svolgo regolarmente dopo l’inizio della malattia, ho chiesto al mio medico se, ora, sia possibile per me diventare donatrice, ma purtroppo questa possibilità mi è negata, da qui in avanti, a causa delle terapie a cui ho dovuto sottopormi.

CONCLUSIONE. Donare il sangue è la massima espressione dell’altruismo, ma non va dimenticata l’utilità anche per il donatore stesso, che tiene così monitorato il suo stato di salute attraverso le analisi del sangue. Nel mio caso, è stato un dettaglio che mi ha salvato la vita. Mi ero rivolta all’AVIS per donare il sangue e proprio con le analisi svolte è stata possibile quella terribile, ma tempestiva diagnosi che mi ha catapultata dall’altra parte: da potenziale donatrice a ricevente.

onica Vallerini è un vulcano, non solo di parole (e che diamine, è attrice...), ma anche di idee e progetti. Abbiamo incontrato “l’infermiera Gloria” di almeno cinque edizioni della fiction “Un Medico in famiglia” mentre era nella sua realtà di avisina donatrice.

Stavolta era lei “fra” le infermiere, insomma. Durante le sue vacanze dopo Pasqua - vive a Roma con il regista e sceneggiatore Alessandro Pondi - l’abbiamo intercettata al Centro trasfusionale di Bassano dove va a donare quando torna in... famiglia. Quella vera.

Nata a Cittadella, bassanese da sempre, l’età non la diciamo. Alle signore non si chiede mai...

Ma no - dice sorridendo - perché nasconderlo? Sono nata nel 1969, ho ancora 48 anni, ma il 16 luglio saranno 49.

E donatrice Avis da quando?

A 20 anni mi sono iscritta all’Admo, poi sono diventata anche donatrice di sangue. Prima nel Reparto Donatori Alpini di Bassano (non c’era ancora l’Avis in città, ndr), poi quando è nata l’Avis a Bassano nel

2011 mi sono iscritta grazie all’amico Giuseppe Zarpellon.

Che cosa diresti a chi volesse avvicinarsi ora alla donazione?

Che è bellissimo donare qualcosa di tuo a qualcuno che non conoscerai mai, con un piccolo sforzo (anche lei si gira dall’altra parte, quando arriva l’ago, ndr) sai che potresti perfino salvare una vita. È un atto d’amore. Ti pare poco? Il sangue e il plasma servono sempre. In più sei tenuto a uno stile di vita sano, sei controllato periodicamente e questo ti aiuta a prevenire le malattie.

Sappiamo che tu conosci benissimo la storia dell’Avis. È vero che è tua l’idea de “Il colore della Vita”, il fumetto realizzato per i 90 anni dell’associazione?

Ora ti racconto, ma sì il titolo è una mia idea. A Roma, con il mio compagno, abbiamo conosciuto un dirigente avisino (Riccardo Mauri, consigliere nazionale, ndr) che in Rai aveva lanciato da anni l’idea di una fiction su Formentano e Moscatelli, i fondatori dell’Avis. La storia mi ha appassionato, come anche ad Alessandro. Il titolo mi frullava già per la testa. Quando poi, grazie a Riccardo, è diventato fumetto...

Ecco fatto! I donatori, dopotutto, ridanno davvero colore alla vita altrui.

Che personaggio interpreteresti in un’ipotetico film TV su Formentano e la nascita dell’Avis?

Forse l’unica donna fra i primi 17 che si presentarono volontari nel 1927. Ma chissà... Magari tanto ipotetico potrebbe anche non esserlo. Sognare si può, si deve.

A proposito di sogni, hai sempre sognato di fare l’attrice?

Diciamo che, da piccolissima, mi piaceva inventare storie... recitandole anche da sola.

Il tuo primo “ruolo”?

Cappuccetto rosso a una recita delle elementari, la bimba che doveva interpretarla si ammalò, così...

Poi non ti sei mai fermata... È un lavoro che amo, ma non è certo facile quando non sei disposta a compromessi. Dopo la maturità (liceo linguistico, ndr) ho frequentato la scuola di recitazione del Teatro Verdi di Padova con il maestro Arnoldo Foà. Poi ho avuto la fortuna di conoscere un’amica che viveva a Roma e già recitava, Silvia Gubbiolo, che mi ha ospitato. Sono stata fortunata in questo, poi ci ho messo tenacia e impegno guadagnandomi tutto anno dopo anno.

Sogni ancora nel cassetto?

Una fiction in costume d’epoca e poi, ovvio, quella sulla storia Avis!

2/2018 · DONO&VITA · 25

PRIVACY & AVIS

ALIMENTAZIONE E SALUTE

“Sua figlia è incinta... Ops!” Dal 25 maggio norme più rigide

E se riempissimo questa estate di tutti i colori... della salute?

di Mauro Favret, segretario Avis regionale

a cura di Lisa Baesso biologa nutrizionista*

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i siamo. Nel momento in cui leggi questo articolo, è entrato in vigore il nuovo General Data Protection Regulation (GDPR), che tradotto in italiano sarebbe il regolamento generale sulla protezione dei dati, che tradotto in dialetto veneto sarebbe “cosa far coi computer e le carte”.

Premetto una cosa importantissima, esistevano delle normative precedenti, che se tu le avessi rispettate, ora saresti “a bolla” con l’85% delle cose da fare dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento.

Potrei annoiarti in questo articolo, spiegandoti la differenza dal punto di vista giuridico tra “requisiti minimi” e “requisiti adeguati”, ma non è il mio stile usare il tempo per discutere del sesso degli angeli. Credimi che se arriva un’ispezione, interna o esterna che sia, il verificatore ha una check list dove appone una V se tutto va bene e una X se non ci siamo! Non esiste il film dove lui ti guarda negli occhi e ti chiede “gentile utente, mi conferma di essere a conoscenza delle nuove sanzioni da 20.000.000 di euro o del 4% del fatturato, come previsto dal paragrafo 5 e 6?”. No, non funziona così!

Grazie alle mie fonti segretissime sono riuscito ad impossessarmi di un lembo strappato e sgualcito della check list di uno dei verificatori e quello che sono riuscito a decifrare te lo riporto nel box.

1) Distruggi documenti e carte in giro 2) Password 3) Profilo personale riservato 4) Chiavette 5) Backup 6) Antivirus 7) Armadi sicuri e porta chiavi 8) DPS e lettere d’incarico 9) Moduli a norma 26 · DONO&VITA · 2/2018

Ho fatto esaminare questo documento riservatissimo dai nostri migliori esperti associativi di sicurezza e mi sono fatto dire cosa significa.

Appena arrivato, l’ispettore fa un giro della sede, guardando attentamente gli armadi, i cestini e i distruggi documenti. Si fissa proprio sul bussolotto nero che si compra in qualsiasi cartoleria a 30€, che trita le cartacce.

La cosa peggiore che può succedere è che tu in quel momento, hai nel cestino della carta un bilancio e una lista soci appena stampata e strappata in 2 soli pezzi. Non serve neanche fare il puzzle per ricostruire la bozza piena di refusi, note pericolosamente equivocabili e quant’altro di nefando la sfortuna ti abbia caricato sulla schiena.

Nel film bello, il tuo trita documenti è collegato alla spina e funzionante e lo usi regolarmente, soprattutto per fare coriandoli di tutte le carte piene di dati di gente che senza volerlo ha sbagliato qualche stampa o compilazione e ti ha chiesto un nuovo modulo per ricominciare da capo.

Numero due le password.

Vietato mettere un post-it giallo con la password scritta e appiccicata al monitor, non è una buona idea. No, niente password scritte sotto la tastiera, anche quelle è meglio farle sparire. La password la fai di lettere e numeri, non metti una parola del dizionario o degli atlanti geografici. Il sistema lo imposti perché sia il server a chiederti di cambiarla ogni 180 giorni. La impari a memoria. Si ti confermo, a trattare i dati è un lavoro faticoso, la password la impari a memoria.

Non ti ho scritto di imparare tutte le password a memoria, che fai diverse per ogni servizio, ma solo

quella di accesso al computer.

Per i più pigri c’è la versione “password scritta su una nota del cellulare”, detto cellulare ha un pin di protezione, che sai a memoria.

Se sei nato l’8 gennaio il pin 0801 non va bene, mi dispiace. Neanche la combinazione del lucchetto della valigia 080 andrebbe bene, ma questa è una banale storia di pigrizia mentale, non è magia nera!

La peggiore delle ipotesi è che hai il computer senza password. A parte il fatto che personalmente mi chiedo come faccia ancora a partire? Si perché te lo spiego alla moda veneta: “el can de tanti paroni more de fame”. Significa che il povero computer usato in modo promiscuo da tanti utenti, è a rischio di manomissioni e operazioni maldestre da parte di ignoti...

SEGUE l’intero articolo sul sito www.donoevita.it

ari Avisini, con l’arrivo dell’estate affrontiamo un argomento molto in voga: i cinque colori di frutta e verdura. In particolare, analizziamo le caratteristiche dei singoli colori e come vanno introdotti nella dieta quotidiana.

Con un consiglio di partenza: non focalizzatevi sui soliti alimenti, ma cercate di variare il più possibile e di rispettare la stagionalità.

I vegetali contengono sostanze chiamate “fitonutrienti”, composti che aiutano le piante a sostentere la loro crescita e a proteggersi da danni cellualari e dalle malattie.

Queste sostanze sono molto importanti anche per il nostro organismo, in quanto svolgono un’azione antiossidante ed antinfiammatoria, prevenendo di conseguenza molteplici patologie. I colori di frutta e verdura danno un’indicazione di quali principi nutritivi essi contengano. Da molto tempo, ormai, in collaborazione con il Ministero della Salute, i nutrizionisti raccomandano un’alimentazione giornaliera che segua i colori arcobaleno della frutta e della verdura. Il sistema funziona in maniera molto semplice: ogni giorno si raggruppano alimenti di ciascun colore e nell’arco della giornata se ne consuma uno di ogni colore, così tendenzialmente non avremmo carenze di alcun genere.

Quali sono, quindi, questi colori?

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osso - Fanno parte della categoria di colore rosso amarena, anguria, arancia rossa, cavolo rosso, ciliegia, cipolla rossa, fragola, lampone, mela rossa, melograno, mirtillo rosso, peperone rosso, pomodoro, pompelmo rosa, rabarbaro, radicchio rosso, rapa rossa, ravanello, ribes rosso, uva rossa. I fitonutrienti che sono

contenuti in questi ortaggi sono licopene, quercetina, acido ellagico, esperidina e antocianidine. Questi composti migliorano la funzionalità della prostata e del tratto urinario, prevengono lo sviluppo di tumori e di malattie cardiache.

B

ianco - In questo gruppo troviamo: aglio, banana, cavolfiore, cipolla, finocchio, patata, pesca bianca, pera, porro, rapa bianca, scalogno. I fitonutrienti più rilevanti sono: allicina, quercetina, indoli, glucosinolati che migliorano la funzionalità delle arterie e del sistema circolatorio, sostengono la salute delle ossa, combattono le malattie del cuore e prevengono la formazione del cancro.

V

erde - Possiamo considerare appartenere al gruppo di frutta e verdura verde: asparago, avocado, broccolo, carciofo, cavolino di Bruxelles, cavolo verde, cetriolo, kiwi, indivia, lattuga, peperone verde, piselli, rucola, sedano, spinacio, uva, verza, zucchina.

Questi cibi contengono luteina/zeaxantina, isoflavoni, indoli, isotiocia-

nati, sulporafano che sostengono la salute di occhi, fegato, polmoni, gengive, arterie.

V

iola - Mirtillo, mora, prugna, uva, fico, susina, melanzana.

Questi vegetali sono caratterizzati dai seguenti fitonutrienti: resveratrolo, antocianidine, fenoli e flavonoidi. Queste sostanze svolgono un’azione benefica per cuore, cervello, ossa, arterie, combattono il cancro e hanno un effetto anti-invecchiamento.

G

iallo/arancione - Tra le specialità giallo-arancione ci sono: albicocca, arancia, ananas, carota, limone, mango, mandarancio, mandarino, melone, papaia, patata dolce, peperone giallo, pesca gialla, pesca noce, pompelmo giallo, zucca. Questi cibi contengono: alfa-carotene, beta-carotene, luteina/zeaxantina, esperidina, beta-criptoxantina importanti per la salute degli occhi, per la funzionalità del sistema immunitario, per supportare la crescita e lo sviluppo. *www.lisabaesso.it/

2/2018 · DONO&VITA · 27

AVIS E SCUOLA

Est veronese: testimonianze di vita vissuta per 600 studenti

S

eicento ragazzi, testimonial d’eccezione, il nuovo video Avis. Al Teatro Cinema Centrale di San Bonifacio (Vr) grande evento per le scuole il 16 aprile, organizzato insieme da Avis regionale Veneto, Avis Est Veronese e Avis provinciale Verona. Il titolo era “Donare informati VI. Coraggio… fate con il cuore!”. La mattinata si è aperta con la proiezione del video “Strade” del progetto scuola di Avis Veneto e l’intervento di Laura Elia con gli operatori Laura Cappellini e Marco Brunello sul tema del dono e del coraggio. È seguita la testimonianza di tre grandi uomini che hanno fatto scelte forti: Dagmawi Yimer (regista etiope di documentari e aiuto regista di Andrea Segre), Salvatore Inguì alla guida del coordinamento di Trapani dell’associazione Libera contro le mafie e il docente universitario John Bapthist Obana, ex bambino-soldato in Uganda. Particolarmente toccante, assieme ad altri testimonial, la testimonianza di Chiara che riportiamo a pagina 24. Di seguito, infine, le esperienze delle Avis locali che da anni organizzano momenti di questo tipo con i ragazzi. Coinvolti il 16 aprile gli

studenti dell’Istituto tecnico “M.O. Luciano Dal Cero” di San Bonifacio. Collaborano all’iniziativa, oltre all’ Istituto Dal Cero, la Fondazione

Tes, la Fondazione Zanotto, della Comunità Veronese-Stupefacente esperienza del dono. La Provincia di Verona ha patrocinato l’evento.

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28 · DONO&VITA · 2/2018

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n nuovo progetto e… “I 25 giri”. Sta portando buoni frutti il Progetto scuola Avis che nel trevigiano vede coinvolte insieme le 13 Avis di Asolo, Altivole/ Caselle, Caerano San Marco, Cornuda, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Pederobba, Trevignano e Volpago del Montello. Da novembre a marzo, grazie agli incontri tra i volontari, gli operatori anche di Avis regionale e le classi degli istituti superiori del comune di Montebelluna, sono stati coinvolti 1350 ragazzi.

I vari incontri si distinguono, in base all’età dei ragazzi, in laboratori ludico-didattici rivolti ai più giovani e in lezioni presso il Centro trasfusionale di Montebelluna all’interno dei quali intervengono i volontari Avis per portare la loro esperienza avisina e il dottor Giovanni Roveroni, medico del Ct, per le informazioni sanitarie utili ai ragazzi per diventare donatori e per un corretto e sano stile di vita. Un nuovo importante progetto è, poi,

nato grazie alla collaborazione con l’Istituto tecnico-professionale “Einaudi-Scarpa” di Montebelluna che prevede le visite per l’idoneità dei ragazzi maggiorenni su prenotazione, durante le quali i ragazzi interessati, in accordo con i genitori, vengono accompagnati direttamente dai professori in orario scolastico presso il Centro trasfusionale.

Tra i mesi di marzo e aprile le adesioni per l’idoneità da parte di studenti dell’Istituto sono state 65.

Non solo: Avis Montebelluna, in particolare, sta condividendo e stimolando esperienze di solidarietà e

di ricerca, partecipando anche ad iniziative di sponsorizzazione come per il prestigioso progetto “I 25 Giri” della scuola media di Biadene di Montebelluna, promosso e organizzato per celebrare l’Anno Europeo del patrimonio culturale e che porta i ragazzi della classe 3ª ad indirizzo musicale in viaggio verso gli Stati Uniti. Per questo ha donato 25 magliette “firmate” Avis ai ragazzi in tournée in Florida, consapevoli che il forte binomio Avis e musica possa portare con sé, anche oltre oceano, una valida testimonianza del nostro Paese.

Venezia: i segnalibri invadono scuole, università e Comune

I

l primo di marzo, nell’antica Repubblica di Venezia, si festeggiava il Capodanno e l’inizio di nuove imprese commerciali.

Con le debite proporzioni, il primo giorno di marzo segna l’inizio per Avis comunale di Venezia della

I ragazzi delle scuole di Castion (BL) in “marcia” con l’Abvs a sezione Abvs di Castion ha presenziato, con i propri collaboratori, alla pedonata non competitiva svoltasi il 1° maggio.

Giunto alla 43ª edizione, il “Giro del Castionese” è organizzato dal Comitato genitori di tutte le Scuole di ogni ordine e grado con il contributo del GS Castionese e la Pro Loco Pieve Castionese.

Montebelluna va nelle scuole e a “25 giri”

È nato per finanziare, con il ricavato, progetti e laboratori scolastici nonché l’acquisto di materiale didattico. Grande interesse ha destato il gazebo dell’Abvs Castion ove, grandi e piccini, hanno potuto informarsi sulle attività dell’associazione e sull’importanza del dono del sangue.

Barbara Iannotta

collaborazione con l’Assessorato al Volontariato e il sistema bibliotecario cittadino. Infatti, cogliendo l’opportunità offerta dal progetto segnalibri di Avis Veneto e dopo una prima distribuzione tra le scuole, l’ università e le biblioteche univer-

sitarie di 6.000 segnalibri, si sono ordinati ulteriori 6.000 (12.000 totali ndr) segnalibri per dare attuazione all’intesa con il Comune di Venezia.

Tramite l’Assessore Venturini avverrà la distribuzione in due tranches, in marzo e in novembre, degli stessi nelle numerose biblioteche cittadine. Questa data simbolica ha visto quindi l’inizio... Di una, si spera, duratura collaborazione!

Sempre in sinergia sono stati elaborati pieghevoli distribuiti negli uffici comunali nel mese di aprile: un migliaio, con le indicazioni su come donare sangue e, sempre grazie all’Assessorato, distribuiti e affissi trenta manifesti del nuovo concorso fotografico indetto dall’Avis lagunare sempre nelle tante biblioteche civiche.

Davide Del Negro 2/2018 · DONO&VITA · 29

FONDAZIONE TES E RICERCA

“Cuorforte” torna in classe anche a Trecenta

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recenta è il Comune dell’Alto Polesine dove il dottor Vittorio Formentano collaborò con il dottor Ugo Grisetti per la costituzione della prima Avis della provincia di Rovigo.

A ottant’anni di distanza, continua l’attività di sensibilizzazione fra la popolazione, ma lunedì 19 febbraio c’è stato un incontro particolare con i ragazzi di quinta elementare, presso l’Istituto comprensivo locale. L’iniziativa, sostenuta dalla Comunale Trecenta in collaborazione con il Gruppo Giovani della Provinciale di Rovigo, è stata quella di presentare il progetto detto “Cuorforte”, che ha coinvolto i ragazzi in prima persona nell’interpretazione dei vari personaggi della favola.

Questa piacevole storia è stato l’anticipo al successivo gioco in cui i partecipanti sono stati divisi in squadre. Lo scopo era arrivare a terminare un percorso, affrontando delle sfide attraverso domande sull’apparato circolatorio affrontato in scienze, sul sangue, sui gruppi sanguigni, sul plasma, sul valore del dono e sul volontariato, per sensibilizzare fin da piccoli a que-

a cura della dott.ssa Elena Stocco, ricercatrice TES

L sti argomenti importanti. L’attività, coordinata da Lisa Cavallaro ed Alessia Altieri del Gruppo Giovani, assieme alla presidente di Trecenta Sara Ghiotti e alla socia Sara Gramegna, ha visto i ragazzi molto attivi, partecipi ed entusiasti.

Anche la trecentana Barbara Garbellini, attuale presidente dell’Avis provinciale Rovigo, era presente per affiancare e sostenere l’attività, grazie alla disponibilità e al sostegno della dirigente scolastica, dott.

Anna Maria Pastorelli.

Oderzo: ben 44 gli aspiranti donatori dell’Istituto Sansovino

30 · DONO&VITA · 2/2018

La ricerca scientifica cresce grazie anche alle Avis e all’Abvs

L

’Istituto tecnico “Sansovino” di Oderzo (Tv) già da tempo invita i volontari dell’Avis regionale nelle classi quinte delle scuole superiori per sensibilizzare gli studenti alla donazione.

Ogni anno si sottopongono al primo prelievo dai 30 ai 40 ragazzi. Quest’anno le classi coinvolte sono state sette, per un totale di circa 150 studenti. In 55 hanno aderito all’invito di diventare donatori e già 44 sono stati sottoposti ai prelievi per l’idoneità.

Oltre ai volontari, le attività sono possibili grazie alla disponibilità del presidente dell’Avis comunale di Oderzo, Giovanni Buoro, e del corpo docente.

e conoscenze scientifiche dell’ultimo ventennio indicano la strada per nuove forme di terapia che devono tener presente sia del genere (maschile o femminile) che della particolarità di ognuno di noi a livello genetico.

Pertanto, è sempre più forte la richiesta di terapie personalizzate, basate cioè sulle reali esigenze di ogni paziente. Al fine di sviluppare un sistema-salute di questo tipo, appare evidente come la qualità della medicina e quindi del trattamento medico offerto al cittadino-paziente, siano strettamente legati anche al mondo della ricerca scientifica e in particolare al contatto diretto tra medico e ricercatore.

Forte sostenitore di questo pensiero è il prof. Pier Paolo Parnigotto, presidente di Fondazione Tes onlus che afferma: “Creare una reale ed efficace collaborazione tra le competenze scientifiche della ricerca di base, svolta nell’Università, e le conoscenze mediche maturate nel sistema sanitario delle Ussl, costituisce la chiave di volta per ottenere soluzioni di salute sempre più vicine alle necessità del paziente”. È per facilitare questa interazione che, con il prezioso supporto di Avis, da qualche anno abbiamo ini-

ziato a creare delle convenzioni tra la nostra fondazione, che collabora a filo diretto con i laboratori universitari (Padova, Verona, Insubria, Roma) e diversi Centri trasfusionali appartenenti a diverse Ulss nel territorio.

Il fine è quello di mettere a disposizione della clinica gli strumenti di cui la ricerca scientifica si avvale e, in particolare, favorire il contatto tra medico e ricercatore, affinché dalle domande dell’uno possano sorgere spunti di ricerca per l’altro, fino a poi trovare risposte - come approcci terapeutici sempre più all’avanguardia - di cui ne possano in prospettiva beneficiare i pazienti. Con grande soddisfazione, i primi risultati nati da questa stretta collaborazione sono arrivati grazie alla convenzione con Abvs e l’Unità operativa/servizio Uoc Medicina trasfusionale dell’Azienda Ulss 1 Dolomiti (Belluno).

Fondamentale, oltre al forte appoggio all’iniziativa riscontrato sia da parte della Presidente Abvs Gina Bortot che dei donatori bellunesi, è stata anche l’empatia con il primario, il dott. Stefano Capelli e collaboratori.

In particolare, l’attenzione si è focalizzata sulla caratterizzazione di

un particolare emoderivato autologo (ottenuto dal sangue del paziente stesso) che abbiamo riscontrato possedere qualità eccellenti per la rigenerazione di tessuti danneggiati, primo tra tutti la cartilagine articolare.

Oggi, il sodalizio tra Tes-Abvs-Medicina trasfusionale di Belluno è stato recentemente riconfermato dall’assemblea di Abvs con il rinnovo della convenzione.

Due sono i nuovi progetti di ricerca a cui sarà rivolta l’attenzione: − il primo è uno studio clinico controllato, dove pazienti con osteoartrite trattati con gli emocomponenti o con il tradizionale acido ialuronico saranno confrontati per verificare quale strategia sia migliore nella riduzione del dolore; − il secondo riguarda lo studio degli emocomponenti nel favorire la rigenerazione di nervi periferici dopo lesione, migliorando l’esito delle comuni ricostruzioni chirurgiche che a tutt’oggi, purtroppo, presentano ancora limiti significativi.

Qua sopra, a destra, l’autrice dell’articolo assieme alla collega ricercatrice TES Silvia Barbon. Nella foto grande un momento, a Belluno, della conferenza stampa in occasione della scoperta riferita nel numero scorso

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LE SETTE SORELLE: ROVIGO

Un anno difficile è passato, ma ora il Polesine rimette il turbo pagine a cura di Redazione Rovigo

I

l Centro Informazione Enel di Polesine Camerini e la Comunale di Porto Tolle hanno ospitato, il 24 marzo, la 53ª assemblea di Avis provinciale Rovigo. Ad accogliere i delegati delle 53 Avis comunali è stato il presidente dell’Avis locale Arnaldo Gabrielli. Per Avis regionale c’era il vice presidente vicario Roberto Sartori. La presidente provinciale, Barbara Garbellini, ha sottolineato come le sia stata data la possibilità di rappresentare una grande associazione, grazie anche alla collaborazione e alla fiducia reciproca con tutti i componenti del Consiglio provinciale e le Avis territoriali.

Il suo primo pensiero è stato per tutti i volontari che operano in Avis provinciale, con riconoscenza ai volontari del ristoro, nonché al Gruppo Giovani, composto da una ventina di ragazzi capaci e responsabili, oltre che amici affiatati.

Grazie a loro è continuata l’attività promozionale/informativa, l’attività nelle scuole primarie e secondarie di primo grado e in qualche scuola superiore della provincia, nonché l’animazione delle tre serate del tour “dAI DOnate con noi facciamo i brAVIS” dedicate alla promozione del dono, organizzata assieme ad Aido provinciale.

Fra le varie attività, anche la collaborazione con Avis Ferrara e con la Polizia penitenziaria del carcere di Rovigo. La Provinciale ha, altresì, mantenuto un dialogo costruttivo con il Dipartimento trasfusionale dell’Ulss 5 Polesana, evidenziando la proficua collaborazione col dott.

Chiavilli tesa sempre a garantire la massima attenzione ai donatori definiti “patrimonio indispensabile della salute pubblica”.

Assieme alla Direzione generale

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e alla Fidas Polesana, inoltre, si è raggiunto l’obiettivo di avere una voce comune per sensibilizzare al dono, dare le corrette informazioni e affrontare le eventuali emergenze.

Sui numeri che hanno caratterizzato lo scorso anno, Barbara Garbellini ha spiegato che i nuovi donatori iscritti sono stati 642, le donazioni di sangue intero 15.505, di plasma 2.168 e di multicomponenti 44.

I soci al 31 dicembre erano 10.506, di cui 10.184 donatori effettivi. C’è stato un calo delle donazioni di oltre 800 sacche rispetto all’anno precedente, un trend non solo polesano, ma riscontrato in tutto il Veneto. È in gran parte la conseguenza delle nuove norme per l’idoneità dei donatori che garantiscono la sicurezza loro e quella del ricevente, nonché le tempistiche diverse per l’utilizzo di farmaci.

Per questo, per tutto il 2018, la Provinciale punterà molto sulla sensibilizzazione, l’informazione e la promozione del dono del sangue. Nuovi progetti di promozione, di aggiornamento e innovazione riguardano anche l’Ufficio unico di

chiamata e la prevenzione, specie delle malattie cardiovascolari. A livello di coordinamento sono previste una consulta generale e alcune zonali per le Comunali, per tenere continuamente informati i dirigenti territoriali, monitorare insieme la situazione donazionale, gli interventi proposti e le eventuali difficoltà.

In assemblea sono intervenuti anche il sindaco di Porto Tolle, Claudio Bellan, il rappresentante della Fidas Gianfranco Marangoni, la dott.ssa Barbara Cavallaro, direttore sanitario di Avis provinciale e il consigliere Avis nazionale Mirco Vicentini. Il dott. Francesco Chiavilli, primario del Dipartimento trasfusionale, ha comunicato che ad aprile c’è stato il concorso per l’assunzione di due nuovi medici e il rientro in servizio di un altro. Ha affermato, inoltre, che grazie all’operato di tutte le Comunali, il Polesine presenta l’indice dei donatori al 78 per mille della popolazione. Roberto Sartori, vicepresidente regionale, ha confermato la necessità di informare e promuovere il dono in vista anche del calo demografico che influisce sull’andamento delle iscrizioni.

Nuovo Parco dedicato al donatore a Rosolina

A

nche Rosolina ha il suo parco ai donatori di sangue e di organi, con un’opera dedicata a chi si spende per il prossimo. L’Avis, in collaborazione con Aido, ha infatti voluto omaggiare la città di un importante pilastro per ribadire il significato del “dono” nel parco di via Mariangela Marangon. Il lungo corteo di Avis consorelle è giunto al parco dopo la cerimonia religiosa, celebrata da don Lino Mazzocco, accompagnato dalla Filarmonica Vincenzo Bellini. Sono intervenuti la presidente dell’Avis locale Alessandra De Lazzari, dell’Aido Ottavio Aggio, il sindaco Franco Vitale e la giunta, oltre a rappresentanti Avis e Aido provinciali. All’inaugurazione dell’8 aprile erano presenti l’ideatore del monumento Graziano Donà e il primo fondatore dell’Avis

negli anni ‘70 Sandro Zanella, visibilmente commosso. A raccontare la propria storia, invece, è stato Lino Frasson, il primo in Italia, terzo in Europa e quarto nel mondo, ad essere sottoposto al trapianto di fegato e rene insieme nel lontano

Villamarzana e la primavera Avis

L

a scuola primaria di Villamarzana, con la collaborazione della locale Avis comunale, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione al dono del tutto particolare, in occasione della festa della primavera. Dopo le riflessioni svolte in classe partendo dalla parabola evangelica del seme, gli alunni sono stati invitati a realizzare dei

5 marzo 1986: doppio dono che 32 anni fa gli ha salvato la vita. Il monumento al donatore è un nido di pellicano che rappresenta il territorio delle valli fra il Delta del Po e l’estuario dell’Adige, con i simboli delle due associazioni.

Aperture Domenicali Il Dipartimento di Medicina Trasfusionale dell’Ulss 5 Polesana, in accordo con la Provinciale, ha individuato le prossime date per la raccolta domenicale nei seguenti punti ospedalieri:

22 luglio Rovigo;

9 settembre Adria;

9 dicembre Adria.

I donatori interessati sono invitati a contattare i numeri del Centro Unico di Chiamata di riferimento: Adria, Rovigo e Trecenta.

Uffici di chiamata

bigliettini che poi sono stati allegati ai palloncini e fatti volare in cielo.

La speranza è che i cinquanta biglietti, paragonati ai semi, vengano letti da persone che siano come la buona terra, così il loro frutto sarà l’iscrizione per diventare donatore.

Il Consiglio direttivo desidera ringraziare il personale della scuola per l’impegno profuso.

Adria: c/o Ospedale ”S.M.R. degli Angeli”, Via G. Badini 44 Aperto dal lunedì al venerdi: 8-11 Tel./Fax 0426 40520 Rovigo: Via F. Maffei 5 Aperto dal lunedì al venerdì 9.30-12.30/16-18 - Tel.0425 31611 Trecenta: Via U. Grisetti 265 presso Ospedale “San Luca” Aperto dal lunedì al venerdì 10-14 il mercoledì 15-19 Tel./Fax 0425 590579

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LE SETTE SORELLE: VICENZA

Vicenza va in controtendenza, positivo bilancio delle donazioni

E

sordio “in positivo” per il neo presidente dell’Avis provinciale di Vicenza, Giovanni Vantin, all’assemblea provinciale di fine marzo, ospitata a palazzo Millepini di Asiago.

L’incontro ha evidenziato, infatti, un andamento molto buono di donatori e donazioni delle sedici Avis comunali vicentine dell’anno 2017: i donatori attivi sono stati oltre 9mila, le donazioni di sangue totali 15.197. Interessante è l’incremento del numero di donazioni per abitanti, che è stato del 3,53 per cento negli ultimi cinque anni, in controtendenza rispetto al resto del Veneto.

Merito, oltre che della generosità della popolazione del territorio e del buon lavoro di sensibilizzazione delle poche, ma attive Avis comunali, del sistema di prenotazione delle donazioni, anche via web.

“Se il donatore perde meno tempo e ha modo di organizzarsi la mattinata di donazione, è più motivato e ha meno problemi anche a livello lavorativo”, è stato sottolineato.

Su questo fronte si deve continuare a lavorare, e non solo. Il pensiero del presidente Vantin e del Direttivo è, infatti, puntato anche su Vicenza capoluogo, dove è ancora debole la presenza di Avis. Occorre incrementare, con iniziative e idee ad hoc, il dono e l’attività dell’associazione nella città berica, dove le potenzialità non mancano.

Per questo sarà proprio Vicenza a ospitare, ad aprile del 2019, l’assemblea regionale di Avis Veneto e una serie di altri momenti di visibilità per l’associazione.

Supporto si intende darlo, comunque, a tutte le Avis comunali del territorio provinciale per un incremento dei nuovi donatori, anche con l’aiuto dei media locali, come Il Giornale di Vicenza e Radio Vicenza. “Scuola e associazioni giovanili sono vivai importanti per allargare la base dei donatori”, è stato detto in assemblea. Il progetto “Bassano Città del Dono” che vede assieme associazioni del dono, Comune e Ulss (già replicato anche ad Abano) è stato portato ad esempio per avvicinare centinaia di ragazzi. M.R.

Schio: l’ultimo week end di aprile è tutto un “Bimbingol”

È

tornato alla grande il consueto appuntamento del “Bimbingol” che ogni anno viene organizzato nell’ultimo weekend di aprile dalla storica società calcistica del Calcio Poleo. Quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 350 giovani calciatori delle varie squadre della provincia vicentina.

L’Avis-Schio Altovicentino ha allestito una postazione per dare informazioni sul tema delle donazioni e omaggiato tutti i piccoli partecipanti con coppe speciali. Una due

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Un emozionante 50° per Avis Altopiano d’Asiago

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ue giorni di festa per celebrare il 50° di fondazione dell’Avis Altopiano di Asiago. Si sono aperti il 21 aprile con la benedizione dei labari dei vari gruppi Avis partecipanti (non solo altopianesi, ma provenienti da molti comuni della Pedemontana) nella chiesetta di contrada Pennar di Asiago, poi la sfilata per il centro fino al teatro Millepini.

Qui, presenti dirigenti avisini ed autorità, s’è svolto un incontro sulla donazione di sangue e organi. Alcuni testimoni hanno raccontato che il sangue (anche midollare) ricevuto o donato hanno rappresentato letteralmente “la vita”. Donazioni di sangue, si diceva, ma anche di midollo osseo.

Lo ha spiegato il 24enne di Enego Alex Finco (qua sotto con il capogruppo di Enego) che ha donato il suo per salvare la vita ad uno sco-

giorni caratterizzata da agonismo, competizione e tanta allegria. Al di là del mero risultato sportivo, a vincere sono stati i sani valori dello sport, dell’integrazione e del rispetto delle regole e dell’avversario, ideali che l’organizzazione Calcio Poleo vuole trasmettere sin dal primo anno di istituzione della manifestazione.

L’assessore allo sport Aldo Munarini ha sottolineato, durante le premiazioni, come l’amministrazione comunale scledense investa molto delle proprie risorse nel campo dello sport che ritiene fondamentale per la crescita fisica, psichica

nosciuto di 40 anni. Un gesto che il gruppo Avis-Admo di Enego ha voluto omaggiare con una targa ricordo. “Chi sia non importa - spiega Finco - l’importante è che grazie ad Admo lui ha potuto continuare a vivere. Il mio midollo osseo era solo lo strumento perché la sua vita potesse proseguire”. Toccante anche la storia di Nadia, salvata da uno shock emorragico grazie a 115 sacche di sangue donate da altrettanti donatori sconosciuti. E di Paola che ha raccontato come il dono degli organi del fratello Stefano, deceduto a 20 anni per un’emorragia cerebrale, abbia reso la vita possibile o migliore a sei persone diverse. Tante testimonianze che Avis Altopiano ha voluto per stimolare e coinvolgere nella donazione evitando mistero e paura sulle donazioni.

“Spero che i nostri 700 donatori capiscano che sul loro gesto ci sono tante persone che ci contano - è stato il commento del presidente Avis Altopiano Antonio Facco mi auguro che molti giovani possano capire il valore della donazione e si facciano avanti non solo per salvare una vita, ma anche per stare meglio loro”.

La cena sociale è stata organizzata domenica nel centro polifunzionale di Canove di Roana, dopo la sfilata e il ritrovo al Parco del donatore. Divertimento infine con lo spettacolo “All’ombra del beco” offerto dalla compagnia teatrale “Rispaar”, il cui nome rappresenta in cimbro le piccole ramaglie che si utilizzano per accendere il fuoco: il fuoco della solidarietà!

Gerardo Rigoni

e sociale delle nuove generazioni, considerandolo maestro di vita e di aggregazione.

Molto soddisfatto anche il presidente dell’Avis Schio Altovicentino Giulio Fabbri, che ha lanciato a tutti i bambini il messaggio di solidarietà. Ai genitori, invece, l’invito al dono di sangue, midollo osseo e organi. “L’Avis è il principale sponsor di una manifestazione giocosa per i bambini e significativa per i loro genitori - ha concluso - siamo onorati di parteciparvi ogni anno, offrendo con il nostro contributo un simbolico dono a tutti i piccoli, futuri campioni e... donatori”. Mauro Garufo 2/2018 · DONO&VITA · 35

LE SETTE SORELLE: VENEZIA

Tre punti cardine per migliorare la raccolta Avis in questo 2018 pagine a cura di Giorgia Chiaro

C

hiamata, accoglienza, prenotazione... “Sono gli strumenti che dobbiamo utilizzare per quel miglioramento che stiamo cercando e del quale abbiamo assoluto bisogno - ha detto il presidente Tito Livio Peressutti approfondendo l’argomento nel corso dell’ultima Assemblea provinciale - l’obiettivo che dobbiamo perseguire è quello di distribuire in modo uniforme la raccolta durante i giorni della settimana, tutti i mesi dell’anno, per garantire una continuità nelle donazioni che sia garanzia della capacità di gestione del flusso donazionale. Credo che tutti voi abbiate avuto evidenza di quanto sia positivo avere un associativo nei centri trasfusionali. Sono la nostra voce in un momento importantissimo per il donatore, sono

Avis che “vive” dentro il Centro Trasfusionale. Professionalità, cuore e passione - ha aggiunto Peressutti che abbracciano il nostro donatore, un riferimento per tutti. È l’inizio, non dobbiamo fermarci, è la strada giusta. L’accoglienza è riferimen-

to per il donatore. Le operatrici e gli operatori all’accoglienza sono le risorse che possiamo mettere in campo per effettuare la chiamata in modo organizzato, costante e associativo. Questa significa crescita associativa, questo è sollevarci da un impegno senza allontanarsi dai donatori - ha sottolineato il presidente - energie e tempo che si liberano permettendoci di investire in attività come accompagnare gli idonei al punto di raccolta, progettare e realizzare altre attività. Facendo crescere queste risorse, dedicate oggi all’accoglienza nei CT, domani potranno diventare un punto di riferimento per effettuare la prenotazione. Questo è costruire un servizio al donatore che lo faccia sentire al centro delle attenzioni dell’associazione”. (b.c.)

Avis, Aido, Admo assieme a scuola nel Miranese

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uccesso per il concorso “Per te donare è organizzato insieme a Mirano dalle Avis comunali del Miranese, Avis provinciale di Venezia, Aido e Admo provinciale di Venezia, finalizzato alla sensibilizzazione dei giovani verso il dono in tutte le sue forme.

Come sempre, i ragazzi hanno saputo lasciare tutti a bocca aperta con la loro profondità e creatività. Giunto alla sua 26ª edizione, il concorso era indirizzato alle classi seconde delle medie e ha visto un gran numero di opere, esposte al pubblico per una settimana presso la sala parrocchiale polifunzionale di San Leopoldo Mandich. Il regolamento prevedeva quattro classi di concorso e la giuria, composta da ex- dirigenti scolastici, artisti e giornalisti, ha decretato i vincitori. Per

36 · DONO&VITA · 2/2018

la composizione scritta sono state premiate le scuole Pascoli (opera di Nagist Laganà) ed Elisabetta “Betty” Pierazzo (Elena Zampieri) di Noale e la Galilei (Marta Bellinati) di Scorzè con segnalazione per la G. B. Vico (alunno Paolo Frezza) di Spinea. Per il disegno due vincitori alla Pascoli di Noale (Matilde Stanghellini e Leonardo De Marchi), due alla Matteotti di Maerne Olmo (Valeria Torconu e Margherita Penzo) e segnalata ancora la scuola Pascoli (Melissa De Lorenzi) e la Alighieri di Salzano (Alessia Tong). Per la categoria elaborati multimediali prime due posizioni per la G. Galilei di Scorzè (Vittoria Longo, Sofia Giacomin, Matilde Maccatrozzo, Francesca Sabatini, Alessia Simionato e Linda Berto) e terza la Pascoli di Noale (Andrea Alessio, Gerardo

Giacomo). Segnalata la scuola G. Galilei di Scorzè (Sarufel Benetton, Luigi Brancazi, Enrico Casarin). Infine, per la categoria Elaborati tecniche varie, premiate le scuole D. Alighieri di Salzano (Melania, Irene, Heidi), la Mazzini di Mirano (Elaborato di classe) e la Pascoli di Noale (Vittoria Cagnin-Pasquale Presta).

Salzano: Avis fra aquiloni e amici a 4 zampe

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er promuovere la solidarietà ci vogliono idee sempre nuove! Per questo, alla 24ª Festa degli Aquiloni di Salzano, organizzata dall’Avis e Aido locali l’8 aprile scorso, erano presenti insieme agli aquilonisti di “professione” anche alcuni componenti della “Cinofila S. Marco” di Mestre e i loro amici a 4 zampe.

Cani meticci e di razza, addestrati nella ricerca di persone scomparse e nell’assistenza di persone in difficoltà, si sono esibiti nello spiazzo del Brolo per la gioia dei più piccoli, che li hanno poi potuti accarezzare, in tutta sicurezza.

Grazie alla giornata di sole si è potuto provare anche il nuovo “Percorso Vita”, una struttura donata al Comune da Avis e Aido con il contributo di VolksBank, installata lo scorso anno proprio nello spazio verde del Brolo della Filanda.

Le novità e il bel tempo hanno contribuito a far battere il record di presenze, stimate in circa un migliaio, grazie anche alla collaborazione del Gruppo X, che ha messo a disposizione la struttura logistica e del Comitato Gemellaggio che si è occupato della distribuzione della merenda.

Un doveroso ringraziamento all’I-

stituto Comprensivo “D. Alighieri”, all’Amministrazione Comunale e a tutte le persone che a vario titolo hanno dato una mano, perché è proprio vero che l’unione fa la forza.

Ora la sfida è superare i numeri di quest’anno con l’edizione del 2019, quando la Festa degli Aquiloni festeggerà le nozze d’argento.

Enzo Fudio - Avis/Aido Salzano

Venezia laguna “rema” alla grande per la promozione

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n un territorio come quello di Venezia centro storico, che perde mille abitanti all’anno e in cui l’età media già elevata aumenta di anno in anno, i volontari di Avis Venezia si possono, comunque, ritenere soddisfatti del lavoro svolto, alla luce del contenimento delle perdite registrate nel biennio 2016-2017 rispetto al contesto d’area.

Un risultato che è frutto di una costante attività di sensibilizzazione della cittadinanza, attraverso l’organizzazione di eventi di varia natura, nei contesti più disparati. Stiamo parlando di un concerto alla Casa di riposo San Lorenzo, nel cuore della città storica.

Organizzato dall’avisino prof. F. Reggio coi ragazzi della Scuola Morosini e patrocinato dall’Avis comunale; la tradizionale e partecipata corsa ciclistica al Lido di Venezia, a fine aprile, in collaborazione con l’Uci Lido e la promozione del

dono del sangue durante la “Giornata sulla sicurezza stradale”. In

questo 2018 è partita anche la prima edizione di un nuovo concorso fotografico, dopo quello del 2017 che premiava gli scatti in base ai like sulla pagina Facebook di Avis comunale Venezia.

Quest’anno l’iniziativa, organizzata in memoria di Roberto, collaboratore molto attivo dell’Avis lagunare, premia le tre foto cartacee con oggetto Venezia insulare e il suo estuario.

Dulcis in fundo. Elena Costantini, Campionessa di Voga Veneta (seconda nella Regata Storica 2017 assieme all’altra nostra testimonial Elisa Costantini), si è recata ad aprile al C.t. dell’Ospedale Civile di Venezia per compiere un primo importante gesto in favore del prossimo. Il pomeriggio è tornata ad allenarsi... E anche nella “sua” Remiera buranella noi siamo presenti! Notare il cerotto sul suo braccio destro!

Davide Del Negro

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LE SETTE SORELLE: BELLUNO

Assemblea di primavera Abvs, confermato il trend positivo pagine a cura di Barbara Iannotta

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a prima parte dell’Assemblea di primavera dell’Abvs provinciale, guidata da Gina Bortot, il 22 aprile a Belluno, è stata dedicata all’andamento donazioni del primo trimestre 2018.

Al 31 marzo i donatori erano 6.328 e le donazioni hanno registrato una flessione sia per quanto riguarda il sangue intero che le plasmaferesi. Tale riduzione non ha destato particolare preoccupazione, dato il difficile paragone con il primo trimestre dello scorso anno.

Le donazioni nella prima parte del 2017 avevano subito, infatti, un’importante impennata a seguito delle crisi di carenza di sangue dovute alla sindrome influenzale e alle forti nevicate che hanno interessato le zone terremotate del centro Italia.

Confortante è, invece, il dato delle prime donazioni che conferma il trend positivo degli ultimi anni, segnando un aumento del 22,4%, a dimostrare la sempre forte sensibilità dei bellunesi. Il dato risulta particolarmente importante se confrontato con i dati provenienti dal resto della regione: nel 2017, infatti, in termini di percentuali, i donatori sono aumentati solamente nel Dimt di Belluno. Lieve preoccupazione desta la notizia della chiusura (per 2/3 settimane) della sala prelievi dell’ospedale di Belluno al fine di procedere ad adeguamenti strutturali: sarà inevitabile il calo delle donazioni che potranno essere effettuate, solo in misura ridotta, nelle sale di norma adibite alla plasmaferesi.

Dopo aver fatto il punto sull’adeguamento alla nuova normativa sulla privacy, la parola è passata al dott. Stefano Capelli, direttore dell’Unità operativa di Immunoematologia e del Servizio trasfu-

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sionale dell’ospedale di Belluno.

L’intervento, introdotto da Aldo Antole, si è incentrato sul progetto di ricerca sulle cellule multipotenti condotta da Fondazione Tes e Ulss 1, e supportata economicamente anche da Abvs, i cui risultati sono stati presentati a Belluno e riportati sul numero scorso di “Dono&Vita”.

Ma la ricerca non si ferma: Antole si è fatto portavoce dei due progetti di ricerca della Fondazione. Il primo riguarda l’approfondimento delle proprietà rigenerative e antinfiammatorie delle membrane leucofibrinopiastriniche prodotte dall’Immunoematologia bellunese nel recupero delle lesioni derivanti da neuropatie periferiche.

Il secondo è uno studio randomizzato, che sarà eseguito nell’unità di ortopedia e chirurgia del San Martino, volto a confrontare i benefici ottenuti dall’applicazione delle citate membrane nella riduzione della sintomatologia delle artropatie, rispetto a medesime patologie trattate mediante acido ialuronico.

L’assemblea ha approvato all’unanimità il finanziamento di 10mila euro per il prosieguo dei due progetti di ricerca. Viene rinnovata, quindi, l’importante collaborazione

dell’Abvs a supporto della ricerca scientifica.

La presentazione del libricino promozionale ideato e realizzato da Alessio De Min, della sezione di Castion, ha chiuso l’incontro.

Tes, ricerca e Abvs: intervista con Saturni

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risultati ottenuti nell’ambito della ricerca sulle cellule staminali del sangue hanno portato anche l’ex presidente nazionale Avis, dott.

Vincenzo Saturni, a visitare il Centro trasfusionale dell’ospedale di Belluno, una delle sedi principali della ricerca. Ne abbiamo approfittato per un paio di domande.

Da medico ematologo di lunga data, come si spiega il successo di questa sperimentazione così innovativa (di norma ad appannaggio dei grandi centri di ricerca) in una realtà così circoscritta come l’ospedale bellunese?

Sulla base della mia esperienza, mi sento di dire che le eccellenze in ambito sanitario nel nostro Paese sono molto più numerose e diffuse di quanto usualmente si pensi. In particolare, credo che la differenza la facciano soprattutto la passione per il proprio lavoro e la volontà di impegnarsi per trovare terapie innovative per la cura otti-

Giovani, sport e alimentazione corretta

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a dicembre del 2015, l’Abvs ha intrapreso un percorso promozionale incentrato sui temi relativi ai corretti stili di vita e alla sana alimentazione.

In questi mesi del 2018, i destinatari degli incontri sono state, in particolare, alcune realtà sportive del territorio.

La dott.ssa Annarita Gambalonga ha potuto presentare ai numerosi ragazzi presenti i principi di uno stile di vita sano, sfatando i tanti miti che da anni aleggiano in materia di dietologia e alimentazione. Un seme piantato nelle giovani leve del domani, si spera anche donatori di sangue.

male di un sempre maggior numero di persone. In ambito trasfusionale, spesso si è troppo presi a risolvere le problematiche contingenti, cioè garantire che le persone in attesa di trasfusione abbiano l’emocomponente e/o il plasmaderivato adeguato, sicuro, di qualità al momento giusto e non sempre si trovano il tempo e lo spazio per approfondire aspetti correlati, ma di più ampia veduta. Peraltro, studiare le grandi potenzialità in termini di ricerca e di terapia rappresentate dal sangue, è un argomento che meriterebbe maggiori risorse. I colleghi del Servizio trasfusionale di Belluno hanno saputo cogliere queste potenzialità, approfondendo prima e rendendo disponibili poi i risultati di anni di studio, impegno e volontà di raggiungere un obiettivo concreto per le terapie di molti ammalati.

I risultati di questa ricerca possono essere uno spunto in più per spingere i cittadini ad avvicinarsi al dono del sangue?

Dal punto di vista associativo, ritengo che favorire la ricerca scientifica sia un modo moderno e lungimirante per completare la nostra missione. Studiare il sangue, le sue caratteristiche, le sue potenzialità terapeutiche, può dare un contributo significativo allo sviluppo della scienza medica. Credo di potermi sbilanciare nel dire che il dott. Formentano, nella sua straordinaria

“visione”, avesse in mente anche questo. Tanti sono stati, infatti, i contributi che l’Associazione ha dato alla scienza medica. In particolare, penso che far sapere ai cittadini che quando donano il sangue salvano una persona, allungano e migliorano la qualità di vita di tantissimi malati, ma anche contribuiscono allo sperimentazione di terapie innovative, possa rappresentare uno stimolo ulteriore ad avvicinarsi a questo straordinario mondo della donazione. Inoltre, sono convinto che far sapere che il sangue è anche alla base della riparazione dei tessuti (come ad esempio ferite, traumi, ulcere causate da diabete o da disturbi della circolazione) e che l’identificazione delle componenti del sangue interessate ed i meccanismi che regolano tali attività aiutano a guarire persone, aiuti a fidelizzare i già donatori e coinvolgere gli “indecisi”. È per me evidente che, come ci siamo assunti la responsabilità di contribuire a garantire l’adeguata disponibilità del sangue e dei suoi derivati a tutti i pazienti che presentano la necessità di essere trasfusi, così dovremmo proseguire nel sostenere la ricerca scientifica, specie quella relativa all’ambito ematologico. Dando ulteriori speranze per la cura degli ammalati che, desidero ribadirlo, sono i veri destinatari di tutte le nostre azioni.

(B.I.) 2/2018 · DONO&VITA · 39

LE SETTE SORELLE: TREVISO

Assemblea: “camminare insieme in modo unitario e trasparente” pagine a cura di Vanda Pradal presidente Avis provinciale

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utosufficienza di sangue: mai segni negativi, anzi di più.

“Formazione, accoglienza e chiamata: funzioniamo bene se funzioniamo insieme. Abbiamo bisogno di camminare in modo unitario e trasparente”.

La sorpresa è arrivata solo qualche minuto prima della fine dei lavori, quando in sala ha fatto il suo ingresso Alberto Argentoni, il presidente nazionale dell’Avis. Giusto in tempo per chiudere l’assemblea provinciale a Paderno del Grappa.

“Sono grata a tutti voi per l’impegno che costantemente dedicate, affinché non venga meno il nostro dono a chi ne ha bisogno. Anche quest’anno la nostra responsabilità e i nostri cuori hanno portato risultati per i quali possiamo esprimere piena soddisfazione”.

Così Vanda Pradal, presidente dell’Avis provinciale, si è rivolta alle centinaia di delegati di sangue presenti a fine marzo ai lavori dell’assemblea dell’associazione di volontariato più numerosa, quasi 35mila soci, della Marca.

Nella sala degli Istituti Filippin di Paderno del Grappa oltre 450 donatori di sangue, provenienti dalle 89 Comunali di tutta la provincia. Tante le testimonianze dei presidenti delle Avis e dei delegati per migliorare relazioni con il personale sanitario e l’utilizzo di nuovi macchinari per la lavorazione del sangue.

“State facendo un buon lavoro, state diffondendo concretamente una cultura del dono di sangue che porta all’autosufficienza”, così Francesco Benazzi, direttore generale Ulss2, in assemblea. Un impegno decisivo, ha sottolineato in un messaggio anche Luca Zaia, Governatore del Veneto. “Gli avisini sono donne e uomini straordinari 40 · DONO&VITA · 2/2018

che sanno cosa significa aiutare gli altri e contribuire a una necessità che non conosce stagioni. Rappresentano quel sentimento - ha scritto - che muove un veneto su quattro nello svolgere volontariato in forma gratuita e nel tempo libero”.

Ma ci sono anche nodi da scio-

I Testimonial 2018

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resentati nel corso dei lavori dell’assemblea provinciale anche i nuovi volti del dono della provinciale, vincitori del concorso “Testimonial 2018”. Sono Sara Nichele, 28 anni, di San Polo di Piave, assistente aereoportuale e Cristian Iafulli, 24 anni, di Castelfranco, manager in un’azienda farmaceutica.

gliere. “È obbligo segnalare ancora e con forza ciò che per Avis - ha spiegato Vanda Pradal - sta diventando una criticità importante: la mancanza di medici e operatori sanitari nella nostra Unità di raccolta, la difficoltà di reperirli e formarli”.

Un anno in carica, fino all’assemblea del 2019. Tanti i dati nella relazione della presidente Pradal.

Il 2017 ha registrato una raccolta complessiva di 49.375 sacche, con un decremento del 2,32% rispetto al 2016. Nello specifico 40.679 sacche di sangue intero, 7.703 plasmaferesi e 993 piastrine. La raccolta associativa è stata di 13.189 unità. I soci donatori della provincia di Treviso al 31 dicembre 2017 erano 34.475, di cui attivi 31.845.

Tra gli attivi 11.130 sono donne e 20.715 uomini. Le donne hanno effettuato 13.932 donazioni e gli uomini 35.443. L’impegno profuso sul territorio da tutti i presidenti e i loro collaboratori nel corso del 2017 è stato premiato e ha portato all’iscrizione 2.321 nuovi donatori. Le donne sono 1.053, gli uomini 1.268.

Da segnalare che il 39% hanno una fascia di età tra i 18 e 25 anni e ancora il 25,38% tra i 26 e 35.

“Anche quest’anno la nostra responsabilità e i nostri cuori hanno portato risultati per i quali possiamo esprimere piena soddisfazione”.

Corsi e ri... Corsi, per imparare (tutti) a comunicare

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posti al corso “Social media/ l’ABC per associazioni no profit” erano 50. L’apertura delle iscrizioni due mesi prima, ma c’è voluta solo una settimana per il “sold out” (tutto esaurito). Un segnale concreto di quanto l’Avis provinciale di Treviso abbia saputo cogliere nei bisogni di nuova comunicazione manifestata dai donatori di sangue.

Sì, perché a loro è stato destinato un percorso di cinque lezioni concluse il 15 maggio su Facebook, Twitter, Instagram, WhatsApp e messagistica istantanea. Come imparare a utilizzare e gestire gli strumenti del web. Il corso si è tenuto

nella sala convegni dell’ospedale di Treviso. Quattro i docenti, tutti professionisti. Sono saliti in cattedra Alessandro De Marco, social media manager e fondatore di Frontiera Connection (Venezia), Manuel Campardo, manager marketing e fondatore di Rational Feeling (Conegliano), Luigi Bignotti, giornalista professionista e vice capocronista redazione web Il Gazzettino (Venezia) e Margherita Regeni, digital strategist a Noiza (Trieste).

Le nuove tecnologie di comunicazione hanno cambiato il nostro modo di pensare, comunicare, relazionarci e lavorare.

I social media sono la nuova piazza, il luogo in cui oggi si forma l’opinione pubblica, perché è lì che dimorano le idee, le informazioni e il sapere. Padroneggiare gli strumenti più avanzati del web, muoversi in modo disinvolto e creativo in rete e nei social network è diventato un prerequisito per esercitare qualunque forma di volontariato e impegno sociale.

Il corso organizzato e voluto dall’Avis provinciale di Treviso ha voluto fornire strumenti pratici e semplici per la definizione di una “social media strategy” efficace e una gestione professionale.

medici e ricercatori Andrea Frigato, Alessandro Spigariol, Tommaso Stecca, Giorgio Scotton e Giovanni Roveroni. Il tema del seminario era: “Donazione di sangue: formazione e informazione”. Tante anche le domande dei corsisti.

A portare i saluti dell’Odg Pierluigi Rizziato, che ha detto di voler far conoscere ed “esportare” il seminario di Treviso, tra i pochi in Italia.

Nella cartella preparata da Avis e consegnata ai giornalisti dell’informazione, anche una scheda con gli acronimi “del sangue”. Un utile strumento per rendere più semplici le parole difficili nelle redazioni.

Oltre agli appelli sul senso di responsabilità di ciascun operatore e sul rispetto dell’etica e della de-

ontologia professionale, è utile aprire un vero e proprio tavolo di confronto tra istituzioni, medici, associazioni di donatori del sangue e giornalisti a scopo formativo e informato.

“Questo è stato il senso dell’incontro di Treviso - ha detto la presidente Vanda Pradal, dopo aver presentato i dati sulle attività dell’Avis provinciale di Treviso - L’obiettivo è quello di compiere passi avanti insieme, verso una maggiore consapevolezza che sia condivisa su temi così importanti. Il nostro impegno - ha concluso - rimane comunque chiaro: si può fare di più e meglio anche nel delicato campo della comunicazione”.

Anche giornalisti friulani ed emiliani a imparar d’Avis a Treviso

È

necessaria una comunicazione integrata, efficace e più moderna... Così Alberto Argentoni, presidente nazionale Avis, si è rivolto ai giornalisti che hanno partecipato al seminario di formazione organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto e dall’Avis provinciale di Treviso nella sala convegni del Ca’ Foncello (foto sopra). Più di venti operatori dei media sono arrivati dal Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

Tanti i temi affrontati: dall’autosufficienza del sangue ai compiti dei Servizi trasfusionali, dalla idoneità alla donazione alle fake news, dalle malattie sessualmente trasmissibili ai princìpi del volontariato del sangue.

Presenti, oltre alla presidente dell’Avis provinciale di Treviso, Vanda Pradal e al direttore generale Ulss2 Francesco Benazzi, i

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LE SETTE SORELLE: VERONA

Meno personale, donazioni in calo, ma si va verso la ripresa pagine a cura della redazione di Verona

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i è svolta il 24 marzo scorso l’Assemblea annuale dell’Avis Provinciale di Verona, presso l’hotel Caesius Thermae di Bardolino. È stata un’occasione di confronto e di riflessione sull’attività dell’Associazione, sull’andamento delle donazioni e sulla situazione trasfusionale nella provincia veronese. Oltre ai delegati, rappresentanti gli oltre 21mila donatori e i presidenti delle 66 Comunali, erano presenti anche l’assessore re-

gionale alla sanità Luca Coletto, il Presidente della Provincia Antonio Pastorello, i responsabili del Dipartimento di Medicina Trasfusionale (Dimt) dott.ssa Loredana Martinelli (foto sopra) e dott. Giorgio Gandini.

Il 2017 è stato un anno che si può definire tra luci e ombre, infatti sono state donate più di 37600 unità di sangue, plasma e piastrine, 1771 sono stati i nuovi donatori e con il 90% e più delle donazioni che avviene con prenotazione. È migliorata la percentuale di quanti concretizzano il loro percorso solidale, diventando donatori periodici.

Tuttavia, nel 2017, la media delle donazioni è diminuita. Pertanto ancora una volta non si è riusciti a garantire l’autosufficienza nella provincia veronese, nonostante vi sia stata una diminuzione del trasfuso.

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Ad ogni incontro associativo è stato portato lo stimolo “almeno due donazioni all’anno”, affinchè ogni socio potesse farlo proprio. Siamo consapevoli che il risultato negativo va letto anche tenendo presenti quei fenomeni che da tempo insistono nell’attività donazionale, come i costumi che cambiano troppo velocemente, la frenesia e il progresso, oltre ad alcune disfunzioni nei Centri di raccolta dove la cronica carenza di personale medico ed infermieristico, come ha detto la Martinelli, allunga i tempi di attesa.

Tante sono state le attività di promozione di Avis Provinciale e delle Comunali, per avvicinare le persone e i giovani al dono del sangue, necessari per il ricambio generazionale dei donatori.

E nei primi mesi del 2018 si sta assistendo a una ripresa delle donazioni raccolte. Ciò fa ben sperare che il trend negativo possa diventare un ricordo, garantendo tutte le unità di sangue ed emocomponenti di cui ogni giorno c’è bisogno nei nostri ospedali. Per raggiungere lo scopo è importante che continui l’impegno di tutti, ad ogni livello in associazione, supportati da sanitari

e amministratori. Consapevoli che per una gestione ottimale dell’associazione, servono competenze, professionalità e continui aggiornamenti, durante il 2017 abbiamo svolto presso la sede provinciale corsi di formazione su vari argomenti (bilancio, gestione contabile amministrativa ed altro).

Sono stati molto apprezzati dai volontari/dirigenti, la sala riunioni era sempre gremita. Ancora una volta un caloroso ringraziamento a tutti coloro che ogni giorno si impegnano per l’Avis in modo volontario, gratuito e anonimo, per rispondere alle esigenze degli ammalati.

Nel mese di aprile abbiamo poi avuto l’onore e il piacere di ospitare la 47ª Assemblea Avis regionale Veneto a Peschiera del Garda, nell’anno in cui ricorre il 50° di fondazione di Avis Veneto e il 22 aprile a Lazise abbiamo festeggiato il 60° di fondazione dell’Avis provinciale di Verona, di cui avevo accennato nell’ultimo numero di “Dono&Vita”.

Di entrambi gli appuntamenti trovate tutti gli approfondimenti sulle pagine di questo numero.

Michela Maggiolo, presidente provinciale Avis Verona

La Comunale Verona attraversa in staffetta la città

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el 1948, nell’immediato dopoguerra, nasceva l’Avis Comunale di Verona. Quest’anno, 2018, ricorre il 70° anniversario della fondazione. Un traguardo importante per i 4761 donatori che nel 2017 hanno garantito agli ospedali 8358 sacche di sangue e plasma per produrre emoderivati. Numeri importanti che meritano di essere ricordati e festeggiati.

Per celebrare questa importante data è stata organizzata domenica 15 Aprile una staffetta che ha coinvolto tutti i gruppi Rionali ed Aziendali che compongono la Comunale. È stata una festa in tutta la città: in ogni quartiere, dove è presente un gruppo Avis, toccato dalla staffetta sono stati organizzati momenti di aggregazione in attesa dell’arrivo dei podisti. Due le direttrici di marcia, partendo dalla sede di Ponte Aleardi, una in zona nord, una verso sud. Un modo diverso per ricordare che l’Avis Comunale di Verona è presente in modo capillare sul territorio grazie agli oltre 30 gruppi che la compongono e che sempre provvedono alle necessità ematiche degli ospedali cittadini.

Cologna: carrelli per gli zaini scolastici e Avis a... Pedibus

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’amministrazione comunale di Cologna Veneta ho colto l’invito dell’Avis ad installare, sotto l’insegna che indica la fermata dei bambini per il servizio di accompagnamento scolastico a piedi, un cartello di invito alla promozione del sangue con lo slogan: “Senza sangue non possiamo salvare nessuno, neanche te”.

La collaborazione tra Avis e amministrazione comunale è iniziata all’inizio dell’anno scolastico con l’offerta, da parte dell’Avis, di carrelli agli alunni per trasportare gli zaini.

Giampaolo Rossi, presidente dell’Avis, chiede maggiore attenzione verso l’importanza del dono

del sangue: “Purtroppo nonostante il bisogno di sangue aumenti continuamente, grazie anche all’elevata qualità degli ospedali veronesi, i donatori nella nostra provincia non crescono”.

I dati della nostra comunale sono confortanti: abbiamo 450 donatori e nel 2017 hanno effettuato 912 donazioni, continua il presidente, puntavamo a raggiungere le mille donazioni, ma non ci siamo neppure avvicinati, dobbiamo impegnarci di più”. L’assessore comunale alle politiche giovanili, Francesca Avella, ha accolto e favorito l’iniziativa invitando la popolazione giovanile a compiere questo gesto solidale che può salvare delle vite.

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LE SETTE SORELLE: PADOVA

Torna la Camminata per la vita a S. Martino B.A.

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opo un anno di pausa, domenica 23 settembre 2018, ritorna, più in forma che mai, la 20ª edizione di “Una camminata per la vita”, la marcia podistica con scopo benefico organizzata dalle associazioni di volontariato presenti sul territorio di San Martino B.A.: Avis Ferrazze (lo storico capo fila), Avis Comunale San Martino, Avis Montorio, Fidas San Martino, Aido, Agesci, Associazione Nazionale Alpini di San Martino/Montorio, Gruppo Alpinistico Amici di San Martino Buon Albergo e Associazione Radio Amatori sezione Verona Est. Da quest’anno si è unito alla squadra anche il Comitato Civico di Ferrazze, cui diamo un caloroso benvenuto. Pronti si riparte! Un gran bel gruppo di volontari con una marcia in più. Anno nuovo si, vita nuova si, ma rimane invece immutato lo scopo di tutta la manifestazione: quello di promuovere la donazione di sangue e organi nonché di diffondere lo spirito di aggregazione e i valori del volontariato.

E poi… trascorrere una mezza giornata con una simpatica e allegra compagnia, camminando tra campagna e collina, fa bene non

Collaborazione d’associazioni rende Abano “Città del Dono”

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solo al fisico, ma anche e soprattutto allo spirito.

- Percorsi: Km 7-12-19: i sentieri si snodano sul territorio di San Martino, Montorio e dintorni. Pianeggiante il percorso corto, ondulati i percorsi medio e lungo.

- Partenza: tra le 8 e le 9.

- Iscrizioni: solamente la mattina stessa, dalle 7,30 nel cortile sul retro della chiesa.

- Chiusura manifestazione: tassativamente a mezzogiorno.

- Iscrizione: € 3.00 per gli adulti;

gratuito per bambini fino a 8 anni.

Il biglietto di iscrizione da diritto a “riprendere fiato” presso i punti di ristoro posti lungo i diversi percorsi.

Ma non è tutto: da diritto anche al ritiro di un sacchettino “gastronomico” come riconoscimento all’arrivo per rifocillarsi dalla fatica mattutina con un buon piatto di pasta.

Per la sicurezza dei signori podisti sono presenti Protezione Civile e Croce Blu. L’eventuale ricavato sarà devoluto in beneficenza. Vi aspettiamo numerosissimi!

A Bardolino il sindaco invita al volontariato i 18enni

a preso vita ad Abano Terme la “Città del Dono”, un progetto del bassanese Giovanni Spitale che ha messo in rete le associazioni del dono della città per promuovere, con il patrocinio del Comune, la cultura della donazione. Il cuore del progetto è la registrazione del consenso alla donazione degli organi, in occasione del rinnovo della carta d’identità.

Allo stesso tempo, da parte del personale dell’anagrafe vengono rilasciate informazioni sulla possibilità di donare sangue e midollo osseo. Grazie, poi, alla collaborazione tra associazioni e amministrazione, vi è la possibilità di raggiungere in maniera capillare tutti gli ambiti territoriali, dalle scuole alle società sportive, dalle parrocchie alle associazioni. Volontà dell’ideatore è quella di rendere il progetto esportabile in ogni comune che voglia adottarlo.

Abano è stato il primo in provincia di Padova a raccogliere la sfida, grazie alla collaborazione tra Admo Padova e Avis di Abano Terme.

Collaborazione che ha già portato

i primi frutti molto concreti. Dopo una serie di interventi Avis-Admo all’Istituto Alberghiero Pietro d’Abano, il messaggio è stato raccolto da una quarantina di studenti neomaggiorenni che, nelle settimane successive, sono stati accompagnati dai volontari delle due associazioni al Centro trasfusionale per diventare donatori di sangue e midollo.

Prima che un’azione specifica, la “Città del Dono” è un contenitore,

una volontà di associazioni e municipalità nel fare rete, interpretando di volta in volta la collaborazione e facendole prendere una forma diversa.

La “Città del Dono” è anche sito internet (abanoterme.cittadeldono. it) e materiale tipografico con una grafica coordinata, a disposizione di chi aderisce al progetto.

Antonio Fasolato, presidente Avis Abano Terme

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l sindaco Ivan De Beni, a nome dell’Amministrazione comunale, ha incontrato i diciottenni bardolinesi dando loro il benvenuto nel mondo degli adulti e invitandoli, tra l’altro, a impegnarsi nelle associazioni di volontariato che sono una ricchezza per tutta la comunità.

A questo importante appuntamento non poteva mancare Avis. La nostra Sara Rizzi è intervenuta per spiegare quanto sia importante donare il sangue, con la testimonianza di Andrea e Joel, due giovani donatori. Il Sindaco ha poi donato ai neo maggiorenni la Costituzione Italiana in formato digitale.

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AVIS&SPORT

TV pressing, una “partita del cuore” targata rosso Avis a cura di Beppe Castellano

È

stato il “Rosso Avis” a colorare la giornata di sport e solidarietà di Mirano di sabato 5 maggio. In occasione della “Partita del Cuore” a favore di Telethon - triangolare di calcio amatoriale fra la Nazionale Artisti TV (con tanti volti noti della televisione), Mirano Dream Team (vecchie glorie della Miranese Calcio) e TVPressing (giornalisti di Treviso e Venezia) -questi ultimi sono scesi in campo sfoggiando la maglia ufficiale del 50° di Avis regionale. Ma non erano solo loro a farlo.

Innumerevoli anche i volontari Avis di Mirano (presenti con due gazebo ricchi di gadget) vestiti Avis e anche chi ha voluto indossare la maglietta rossa fra il pubblico. Non mancava, naturalmente lo stand Telethon con i “biscotti del cuore”, in occasione della settimana che precedeva la Festa della mamma.

Questo era, infatti, il fine della manifestazione: raccogliere fondi per la ricerca scientifica sulle malattie rare e genetiche.

Come ha sottolineato Giorgio Gobbo per Avis regionale, la collaborazione fra Avis e Telethon dura ormai da più di 15 anni. Così come quella fra Avis Veneto e TVPressing, i cui giocatori-giornalisti portano da

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sempre il logo avisino sulle maglie.

Straordinario pomeriggio di sport e festa, insomma, preceduto dal mini triangolare dei “piccoli calci”, i calciatori in erba delle Polisportive miranesi. A fare gli onori di casa l’assessore allo sport di Mirano Cristian Zara (coach delle “vecchie glorie”) e Stefano Tigani per Telethon (mister-giocatore degli Artisti TV). A rappresentare Avis provinciale di Venezia la vice presidente Gianna Moras e per Avis Mirano, naturalmente, il presidente Giuliano Casotto con la sua vice Laura Zanardo. La squadra “targata Avis”, per raccontar della parte agonistica, ce l’ha messa tutta per non perdere e… ci è riuscita. Guidati dal capitano Tiziano Graziottin de “Il Gazzettino”, i giornalisti hanno prima pareggiato 2 a 2 con la Miranese, poi hanno fermato sullo 0-0 gli Artisti. Il doppio pareggio è valso loro il secondo posto nel mini-torneo che ha visto prevalere i padroni di casa di Mirano battendo gli Artisti per 2 a 1 nell’ultimo incontro. È fuori dal campo, però, che la giornata ha raggiunto il suo vero risultato con la grande visibilità mediatica data a solidarietà e volontariato in diverse forme. Dalla raccolta di fondi per la ricerca, a quella di sangue e plasma, sempre più ne-

cessaria in provincia di Venezia e in tutto il Veneto.

Numerosi i volti noti, in campo e a bordo campo, come l’attore Ugo Conti (attore di tanti film con Diego Abatantuono) che non si è sottratto, come i colleghi, ai selfie con i presenti (soprattutto bambini). Non è mancato un gustoso “siparietto”.

Ugo Conti ha percorso un giro dello stadio con lo scooter elettrico sventolando assieme la bandiera tricolore e quella di Avis regionale Veneto. Bravo Ugo… Eccezzziunale veramente!

Verona-Palazzina ha iniziato una proficua collaborazione con l’ASD Pallavolo Antares con il Torneo di Pasqua

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vis con lo sport! Al nono “Torneo internazionale di Pasqua-Trofeo Vidata” di pallavolo hanno partecipato circa 1.200 atlete, divise in 4 categorie (under 13-14-16-18) per un totale di 60 squadre provenienti da tutta Italia e due da America e Slovenia.

Le giovanissime giocatrici si sono scontrate sui campi di pallavolo per tre giorni consecutivi. Il 29 e 30 marzo scorso, per le eliminatorie, si sono fronteggiate sui campi di 15 strutture di Verona e provincia, tra cui la palestra della scuola elementare “Lorenzo Milani” di Palazzina. Sabato 31 marzo, presso l’Agsm Forum di Verona (palasport) si è giocata la finale, che ha visto vincitrice l’Antares Vidata su Antares Kodess. L’associazione sportiva organizzatrice del trofeo è stata ASD Pallavolo Antares.

Il responsabile della società Paolo Filippini e la presidente Stefania Paciucci fin da subito, grazie alla loro sensibilità, sono stati disponibili nel dare spazio ai Giovani del Gruppo Rionale Avis Palazzina per poter sensibilizzare le giovani atlete, genitori e spettatori sull’impor-

tanza del dono del sangue. È stato un primo approccio con la società Antares con la speranza di una collaborazione continua e proficua, poiché il nostro obbiettivo è quello di rafforzare la consapevolezza del dono del sangue e nostro compito primario quello di lavorare sui giovani, probabili donatori di

oggi e soprattutto di domani. Per questo abbiamo pensato di legare l’Avis allo sport.

I giovani sportivi sono senza dubbio degli ottimi candidati alla donazione di sangue, grazie allo stato di salute mantenuto dall’attività fisica ed una sana alimentazione.

Rolando Corsi

Tutti pronti per VeniceMarathon il 28 ottobre?

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er il quinto anno consecutivo Avis Veneto aderisce al Charity Program con il progetto “Corri per la ricerca!” a sostegno dell’importante lavoro di Fondazione TES. Invitiamo tutti gli sportivi che volessero correre con noi il prossimo 28 ottobre a scrivere ad Avis.veneto@avis.it o telefonare (0422 405088). Vi avviseremo appena saranno disponibili i pettorali a prezzo agevolato sia per la 42 che per la 10 km: attenzione, sono limitati! Correte ad allenarvi, vi aspettiamo!

Anche a Trevignano Avis va a braccetto con la Pallavolo

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rande soddisfazione per le ragazze in maglia “Avis” al Campionato Csi Pallavolo femminile under 16: domenica 6 maggio abbiamo assistito al trionfo della Pontello Costruzione. È una squadra da noi sostenuta come Avis comunale Trevignano (Tv), che si è aggiudicata il podio arrivando seconda al termine di una eccellente stagione sportiva che l’ha vista trionfante 6 volte su 7. Grandi atlete, grande binomio Avis e sport.

Il risultato è arrivato nel giorno della nostra festa, che ha visto premiati più di un centinaio di donatori. Vi ha partecipato, oltre al sindaco e al vice segretario dell’Avis provinciale, una nutrita delegazione dell’Afds di Povoletto (Ud) con la quale siamo gemellati da 20 anni.

Alessandro - Avis Trevignano

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Dono&Vita Numero 2 - giugno 2018

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