Dicembre2017

AVIS IN ITALIA

QUANTI SIAMO, DOVE SIAMO, QUANTO DONIAMO

AVIS-ABVS VENETO

Cambi indirizzo, più copie in famiglia, ecc... CHIAMATE LA VOSTRA AVIS! La Redazione di Dono&Vita è SEMPRE a disposizione di tutti i lettori. Questo per quanto riguarda i CONTENUTI del periodico. Potete 2 · DONO&VITA · 4/2017

quindi sempre telefonarci o inviare mail, ma NON per comunicare alla REDAZIONE cambi di indirizzo, disdette di copie doppie in famiglia,

ecc. Tali dati vanno comunicati DIRETTAMENTE alla propria Avis comunale che provvederà ad aggiornare l’indirizzario soci.

Sommario L’EDITORIALE · Etica e responsabilità nell’agire e nel nostro essere donatori

pag. 4

LA PAGINA DEL DIRETTORE · Cambino le persone ma non quella pazzia-utopia del 1927

pag. 5

ATTUALITÀ TRASFUSIONALE · Barometro donazioni: le emazie tengono, in calo netto il plasma pag. 6

ATTUALITÀ · Risorse strategiche: acqua, energia, metalli rari e...plasma

pag. 8

· In Marocco il buon esempio è dato dall’intera famiglia reale · Avis Veneto: 15 anni di contatti e cooperazione internazionale · Nuove convenzioni e rimborsi associativi, un tavolo aperto

REDAZIONE Via Ospedale, 1 - 31100 TREVISO - tel. 0422 346544 Cell. 320 4784837 - 320 4784832 e-mail: redazione.dono-vita@avis.it

Direttore Responsabile: Beppe Castellano - b.castellano@avis.it

pag. 14

Coordinamento grafico-editoriale: Costantino Gugliuzza

TERZO SETTORE

Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - m.rossato@avis.it

Redattori responsabili per le provinciali AVIS-ABVS

pag. 16

FONDO REGIONALE SANGUE

pag. 17

BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Roberto Sartori; ROVIGO: Gianluca Munegato, Giovanni Chioldin; TREVISO: Paolo Dussin, Paolo Zanatta, Michela Rossato; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo, Manuela Fossa, Silvano Vello VERONA: Costantino Gugliuzza, Mario Lappa, Nereo Marchi. VICENZA: Enrico Iseppi.

Collaboratori fissi e rubriche:

SERVIZIO CIVILE IN AVIS

· La sorridente invasione dei 14 giovani in servizio civile

pag. 18

DALLA NAZIONALE

Ottaviano Cereser (Il Bello del Veneto), Lisa Baesso (Alimentazione), Giovanni Lenzo (Attualità trasfusionale), Elena Galbiati e Laura Elia (Scuola).

Hanno collaborato a questo numero:

· In un albo a fumetti la nascita di Avis e l’amicizia fra “opposti”

pag. 19

FORMAZIONE E SCUOLA

Contributi fotografici©: Archivio Beppe Castellano, Ottaviano Cereser, Barbara Iannotta, Michela Rossato, Debora Poles, Sergio Casella.

pag. 22

Idea Grafica: Sara Pinali - Chiara Ridolfi - Verona Impaginazione: Art&Media - Castelfranco Veneto (TV) Fotolito: VeronaLibri - San Giovanni Lupatoto Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR)

da pag. 23

Chiuso in fotolito il 28 novembre 2017. Il prossimo numero uscirà a marzo 2018. IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 28 FEBBRAIO 2018.

VENETO, MARCHE, GIOVANNI XXIII ·Continua la sinergia solidale fra Casa di cura e associazione

INSERTO · Il lungo viaggio di una sacca di sangue o di plasma: l’arrivo

SAMARITANO 2016 GIOVANI IN AVIS

Kaoutar Badrane,Roberto Sartori, Luigi Piva, Sara Da Preda, Laura Zanardo, Nelly Pellin, Rachele Salmaso, Kevin Costa, Enrico Michieletto, Giovanni Laviola, Andrea Boscolo Cappon, Davide Del Negro, Vanda Pradal, Stefania Saviane, Stefano Costa, Michela Maggiolo, Gloria Toffoli.

pag. 20 pag. 21

· Partita con Campus la scuola di formazione nazionale · È in arrivo un nuovo video per “entrare” a scuola in un’ora

· È lucano il coordinatore della Consulta giovani nazionale · “Ma chi ce lo fa fare”? Ed è Forum giovani di Treviso

pag. 26 pag. 27

STORIE DI AVISINI · Anche per loro donare sangue è un atto di vera... fratellanza

pag. 28

ALIMENTAZIONE E SALUTE · Spezie e proprietà benefiche. Ultima puntata e tante curiosità

pag. 29

LE SETTE SORELLE · ROVIGO da pag. 30 · VICENZA a pag. 33 · TREVISO da pag. 37 · BELLUNO da pag. 40 · PADOVA a pag. 42

Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale, 1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - avis.veneto@avis.it

pag. 12 pag. 13

DALLA REGIONALE

· Il nuovo Comitato di gestione ha iniziato a operare

TIRATURA E DIFFUSIONE: 101.000 copie Distribuzione gratuita ai soci Avis-Abvs del Veneto e alle 3.400 sedi Avis comunali, provinciali, regionali in Italia.

Presidente Avis Regionale Veneto e Direttore Editoriale: Giorgio Brunello

DONATORI DAL MONDO

· Le novità della nuova legge in attesa dei decreti attuativi

Dono&Vita Anno XXXIX - n° 4- dicembre 2017 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

· VENEZIA da pag. 34 · VERONA da pag. 42

AVIS & SPORT · Una Venice Marathon con Avis stand e tanti personaggi noti · Buon sangue...Pagaia veloce. E vincono anche le Panato girls · Le atlete dell’Arena Volley si mettono in gioco... · Solo da... Asolo a Capo Nord, 4170 km in bicicletta

pag. 46 pag. 46 pag. 47 pag. 47

Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO&VITA, Via Ospedale, 1 31100 TREVISO - mail: redazione.dono-vita@avis.it N.B. - Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE.

L’EDITORIALE

Etica e responsabilità nell’agire e nel nostro essere donatori di Giorgio Brunello presidente Avis regionale

I

I questi mesi in Avis si sta dibattendo su quali siano i percorsi migliori per assicurare etica e senso di responsabilità.

Ogni nostro donatore, dirigente, collaboratore è chiamato a vigilare perché la nostra associazione operi e si sviluppi mettendo al centro del proprio agire l’etica e la responsabilità. È responsabilità di tutti, non solo dei presidenti, segretari, tesorieri, ma di tutti i nostri soci, donatori e collaboratori.

La correttezza del nostro agire è al centro della nostra attenzione; siamo i primi a voler rendicontare tutto, con trasparenza e chiarezza di lettura, riceviamo risorse per le attività di promozione e sensibilizzazione e ne dobbiamo rendere conto. Il nostro bilancio sociale che ormai è giunto alla 11ª edizione, è la testimonianza più vera; abbiamo scritto che “la trasparenza è la custode della saggezza” riprendendo il poeta fiammingo Ger de Ley. Abbiamo sempre chiesto alle migliaia di dirigenti associativi, di redigere i bilanci in modo chiaro, secondo le regole che la pubblica amministrazione ci indica, utilizzando solo per i fini stabiliti le risorse affidate ma sono tutti volontari e non possono assumersi responsabilità patrimoniali personali per rispondere a regole molto spesso poco chiare; i nostri revisori controllano contabilità e bilanci, dovremmo forse essere tutti esperti in materie economico finanziarie?

A questo proposito, dopo l’adozione del Codice Etico, salutiamo il nuovo Comitato etico composto da persone di grande autorevolezza, esperienza e preparazione; chiederemo loro di darci una mano nel definire le regole che aiutino a sostenere la promozione del dono, 4 · DONO&VITA · 4/2017

la ricerca di nuovi donatori e la loro fidelizzazione.

Un’altro settore su cui concentrare la nostra attenzione è quello del plasma, un patrimonio dei donatori italiani, un bene etico da utilizzare solo per la salute degli ammalati; nelle pagine che seguono troverete alcuni approfondimenti molto importanti, un giro d’affari che si prevede raggiungerà nel mondo i 21 miliardi di dollari nel 2021 ma in Italia non si può fare profitto con il sangue e i suoi derivati, questo è il nostro punto fermo.

Proprio in Veneto è stato “inventato” più di 30 anni fa il conto lavorazione, il plasma viene inviato alle industrie di lavorazione per ritornare come medicinali plasmaderivati per gli ammalati. Dobbiamo vigilare perché questo principio voluto da medici illuminati e dai donatori rimanga sempre. Dobbiamo vigilare affinché i quattro accordi interregionali per la lavorazione del plasma siano in grado di collaborare tra di loro, compensando eventuali eccedenze o scarsità di prodotti. Lavoriamo perché gli emoderivati siano identificabili come bene etico, il famoso pittogramma (vedi sotto).

Saremo in prima linea nell’utilizzo etico del plasma in ogni parte della filiera di lavorazione, dal plasma donato all’emoderivato che gli ammalati utilizzano.

Questo numero esce nell’anno della riforma del terzo settore; un cambiamento che sta interessando tutto il mondo del non profit; non solo il volontariato ma anche la cooperazione, le associazioni di promozione sociale, le fondazioni e tutti gli Enti del Terzo Settore in genere. Una occasione per volare alti, per interpretare la riforma e individuare i cambiamenti che anche la nostra grande associazione dovrà apportare per ripensarsi all’interno di questo grande mondo della solidarietà, gratuita, disinteressata, che costruisce comunità di senso.

Dobbiamo aprire un grande confronto a tutti i livelli di come vogliamo interpretare oggi il nostro modo di fare volontariato e solidarietà, per gli ammalati, le persone più fragili, la comunità. Nell’affrontare la riforma del terzo settore, dobbiamo vigilare perché non ci sia un uso strumentale del lavoro gratuito dei volontari, non possiamo essere la stampella dei servizi pubblici.

Anche sul modello organizzativo i nostri rappresentanti nei coordinamenti/Csv hanno apprezzato il mo-

LA PAGINA DEL DIRETTORE

Cambino le persone, ma non quella pazzia-utopia del 1927 di Beppe Castellano

S

i chiude questo 2017, l’anno in cui si è celebrato il 90° di Avis. Non era solo il compleanno di Avis nazionale, ma di tutte le Avis. Era, secondo me, ancora di più. Era il 90° dalla nascita di un’idea, a quei tempi del tutto rivoluzionaria e controcorrente.

Un’idea che “rompeva” (ricordiamoci che era il 1927) ogni schema della medicina e della stessa Società del tempo. Nessuno, infatti, aveva allora il nostro attuale “diritto alla salute”, salvo chi poteva “comprarselo”. Fu sancito dalla Costituzione che sarebbe arrivata soltanto 20 anni dopo. Una delle Costituzioni più belle del mondo, che oggi dobbiamo ancora applicare totalmente. Basterebbe quello, per essere ancor più faro di civiltà nel mondo. Fu l’Italia, grazie a un medico “eretico”, Vittorio Formentano, il primo Paese al mondo ad avviarsi sulla strada della totale gratuità di un dono vitale.

Lottarono contro tutto e contro tutti, per difendere quell’ideale di civiltà, quel pugno di “partigiani” convinti dell’uguaglianza fra gli uomini. Nessuna razza, nessuna religione, nessuna fede politica, nessun censo, nessuna nazionalità poteva ai tempi di Formentano e Moscatelli fare la differenza, quando una “persona” era ammalata e bisognosa. Anche il nemico aveva diritto di ricevere il loro sangue.

È una fiaba, un fumetto (leggetelo quello raccontato a pagina 20)? No, è storia. Ancor oggi vive quell’utopia. Vive ancora, quello spirito.

Quello spirito ha permeato in questi 90 anni anche tutte le altre associazioni del dono del sangue che, in fondo, da Avis hanno preso spunto. Come la Fidas, che nacque a Torino e Udine nel 1959, “costola” delle locali Avis. Le sigle possono cambiare, le persone anche “litigare”, ma l’ideale rimane. Per fortuna.

Mia, di un ricevente, di tutti...

Permettetemi un pizzico di orgoglio nazionale (come italiani ci difetta, sempre propensi a lamentarci): prima in questo senso lo è ancora, la nostra Italia nel mondo.

Voi, esercito di donatori volontari, periodici, non remunerati, disinteressati e in gran parte associati ogni giorno andate a donare sangue e plasma. Un esercito di quasi due milioni di cittadini che semplicemente va... a dare un po’ di sé

senza sapere in che vene andrà.

La sola Avis, l’anno scorso, ha superato complessivamente i 2 milioni di donazioni. Più di 5.600 associati Avis in media ogni giorno, in ogni angolo d’Italia vanno a farsi “bucare”. Donando, semplicemente, tutti eredi di quell’idea-utopia.

Ora la esportiamo nel mondo, ancora una volta, dopo che Avis e Formentano hanno fondato la Fiods nel 1955, l’idea-utopia della gratuità della solidarietà laddove non esiste ancora il “diritto alla salute”, se non te lo paghi. Laddove le partorienti muoiono ancora per emorragia perché non c’è sangue, se non te lo compri.

Allora possiamo anche litigare fra persone, fra dirigenti, cambiare vertici associativi e pure i presidenti, l’essenziale è che rimanga saldo il “nocciolo”. Quella “pazzia” che dal 1927 vi pervade.

Vi lascio con un augurio e un brindisi per l’anno nuovo...

dello veneto che vede la presenza di un Csv (Centro servizi volontariato) in ogni provincia del Veneto.

Questo modello va difeso, anche se sarà necessario mettere in comune molti servizi valorizzando le migliori pratiche per ridurre i costi di gestione e aumentare la qualità dei servizi da offrire alle associazioni.

Infine un cenno alle prossime assemblee, partecipate numerosi perché è il nostro principale strumento per confrontarci, i dirigenti si aspettano di avere idee e suggerimenti, forse anche critiche da parte vostra, non mancate, è uno strumento di democrazia associativa molto importante.

Continuate a donare e partecipate sempre di più anche alla vita associativa, nelle vostre Avis comunali troverete tanto impegno per gli altri, tanta passione e non ve ne pentirete se sceglierete di farne parte.

Tanti cari auguri per le prossime feste natalizie a voi e alle vostre famiglie. E un sereno anno nuovo.

4/2017 · DONO&VITA · 5

ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

Barometro donazioni: le emazie tengono, in calo netto il plasma di Giovanni Lenzo, direttore sanitario Avis Veneto

L

a raccolta di sangue intero da donatori iscritti all’Avis o all’Abvs nei primi dieci mesi del 2017 è stata di 155.272 unità contro le 156.818 unità dei primi dieci mesi del 2016, con diminuzione dello 0.99%, minore di quella nazionale che è 1.45%.

I consumi in regione Veneto nel 2017 sono sovrapponibili a quelli del 2016 meno 0.2%.

Il sistema di raccolta, seppur con differenze significative fra provincia e provincia, sta tenendo garantendo l’autosufficienza regionale. Il dato di settembre, confermato in ottobre, mostra un recupero nella raccolta rispetto allo stesso mese del 2016.

Riusciamo a garantire l’autosufficienza regionale e anche il supporto extraregionale che resta ancora un po’ inferiore a quello preventivato a settembre 2016 per il 2017. Se però il trend di settembre e ottobre si confermerà si dovrebbe a fine anno riuscire a garantire quanto preventivato contribuendo all’autosufficienza nazionale.

Un discorso a sé merita il plasma dove le procedure, ma a noi piace chiamarle donazioni, sono in netto calo rispetto al 2016: meno 8.88% da donatori Avis. Questo nonostante il fatto che a vari livelli non ci sia indicazione di frenare questo tipo di donazione. La sensazione è che ci sia un ridotto interesse nell’incentivarla da parte dei responsabili di dipartimento.

L’aumento dei volumi di raccolta di plasma è in teoria iniziato la mattina del 29 dicembre 2015, in realtà qualche mese dopo. Ciò comporta che è stato conferito all’industria farmaceutica un volume di plasma superiore nel 2017 rispetto al 2016, ma il dato non è paragonabile e bi6 · DONO&VITA · 4/2017

sognerà a consuntivo di fine anno confrontare i secondi semestri 2017/2016 perché solo così capiremo qual’è lo scostamento, esaminando due periodi simili come volume raccolto per ogni donazione.

Si potrebbe decisamente aumentare la raccolta di sangue intero e di plasma, se si superassero le difficoltà organizzative dovute alla carenza di personale e alla quasi nulla flessibilità di orari e di giorni di apertura.

Sempre più in un periodo di crisi economica i donatori cercano di donare nel proprio giorno libero senza gravare sulle aziende dove lavorano, per cui le donazioni sono concentrate nei fine settimana.

Considerati i tempi legati alle nuove normative c’è necessità di orari di apertura più ampi, ci sono situazioni, inoltre, in cui sono presenti carenze strutturali: mancanza di un numero sufficiente di poltrone per garantire l’acceso dei donato-

TABELLA 1

TABELLA 2

N.B. - Tabella 1 indica le donazioni di sangue effettivamente effettuate (“Raccolta”), la tabella 2 riporta i dati delle “emazie prodotte”, cioé rese disponibili per gli ammalati dopo aver effettuato tutti i test di laboratorio.

TABELLA 3

ri mentre viceversa altre strutture sono sovradimensionate rispetto al bacino d’utenza.

Alle nostre ripetute richieste di avere il piano organizzativo con numero di postazioni e personale per poter meglio gestire il flusso delle prenotazioni, da mesi ci sentiamo ripetere che i problemi di personale e organizzativi sono stati risolti.

Saremmo noi non in grado di organizzare i donatori convogliandoli nei giorni e negli orari che ci vengono messi a disposizione, dovremmo noi garantire lo stesso numero di donatori il mercoledì e il sabato...

Sarebbe sufficiente fare dei sopraluoghi e ci si renderebbe conto che ciò non corrisponde alla realtà. La sicurezza del donatore e dell’ammalato, la raccolta di qualità che tutti vogliamo, fa sì che i tempi di permanenza del donatore

TABELLA 5

in struttura si siano allungati. Per garantire lo stesso numero di donazioni, o meglio per incrementarle, è necessario personale adeguato come numero per fronteggiare i momenti di punta. Occorre più flessibilità per dirottarlo nei momenti di calo, come previsto da un virtuoso utilizzo delle risorse.

Il nostro impegno continuo e costante è quello di concordare i percorsi più efficaci per garantire il donatore e per evitare che alcuni donatori smettano di donare.

Ci stiamo impegnando e lavorando anche al recupero di tutti gli aspiranti donatori che dopo l’ido-

neità non iniziano a donare o donano solo la prima volta.

Saremo sempre vigili e attenti alle esigenze dei donatori. Cercheremo di farci sentire con più forza per risolvere al più presto le difficoltà che

ancora esistono. Confidiamo in una lungimiranza da parte degli attori: dirigenti sanitari e amministrativi perché se tutti lavoriamo con gli stessi obbiettivi questi possono veramente essere elevati.

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ATTUALITÀ

Risorse strategiche: acqua, energia, metalli rari e... plasma inchiesta a cura di Beppe Castellano

S

olo chi avrà sufficiente disponibilità di “oro giallo”, nel prossimo decennio, sarà al sicuro dai “ricatti” del mercato internazionale, dalle sue oscillazioni di prezzo e da eventuali penurie di prodotti. Con ricadute, non solo economiche, che potrebbero essere tragiche per i propri cittadini.

Solo gli Stati che avranno conservato la “proprietà” e il controllo di materia prima e prodotti derivati potranno assicurare a tutti i propri cittadini - e non solo, come vedremo - il diritto inalienabile alla Salute. È chiaro, a questo punto, che non stiamo certamente parlando di “oro vero”, né tantomeno di catename, gioielli o “antiche” medaglie d’oro avisine, bensì di plasma e plasmaderivati.

Il plasma è ormai universalmente considerato una “materia prima strategica” al pari di acqua potabile, fonti energetiche e metalli rari.

Altro che “donazione di serie B”, come qualcuno considera ancora la donazione di plasma!

E l’Italia? Come è messa? Tenetevi forte, perché leggendo potreste anche non credere ai vostri occhi.

Ebbene, da questo punto di vista il nostro Paese è ormai forse fra i migliori al mondo. Sotto il profilo della quantità e della qualità. Con il Piano quinquennale del Centro nazionale sangue dovremmo sfiorare nel 2020 l’autosufficienza anche per immunoglobuline e albumina (vedi tabella a lato).

Finora questo è stato possibile, grazie anche a tutti voi donatori volontari, ai vostri dirigenti, alle vostre Associazioni e a quei 90 anni di “utopia” partiti dal dottor Vittorio Formentano nel 1927.

Siamo partiti proprio dal Veneto, dal Seminario Internazionale che la

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Fiods (Federazione internazionale organizzazioni donatori di sangue) ha voluto organizzare a Castelbrando di Cison di Valmarino (TV) il 27 e 28 ottobre scorso, per dipanare questo servizio-inchiesta.

Il seminario, dopo i saluti del presidente Fiods Gianfranco Massaro, è stato aperto da una lezione magistrale del dottor Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Centro nazionale sangue (foto sopra).

Particolarmente interessante la mole di dati a livello mondiale che

sono stati illustrati da Liumbruno e dagli altri esperti internazionali invitati dal presidente Gianfranco Massaro. L’accento è stato posto, in particolare, sulla risorsa plasma e plasmaderivati, la cui richiesta nel mondo continua ad aumentare in modo esponenziale.

“Una risorsa davvero strategica - ha affermato Liumbruno - al pari dell’energia e dell’acqua potabile.

Una ricchezza per tutti che viene volontariamente donata da quasi 2 milioni di volontari in Italia”.

Quello del plasma è un mercato destinato a toccare, a livello mondiale, un giro d’affari di quasi 21 miliardi di dollari nel 2021. In pratica lo stesso giro d’affari dei dieci maggiori Paesi produttori ed esportatori di armi (legali) nel 2014. È ovvio, quindi, come a livello planetario la battaglia fra le “sette sorelle” per accaparrarsi quanta più “materia prima” possibile (meglio se di alta qualità com’è ormai quella italiana) sarà ancor più senza esclusione di colpi.

Così come lo sarà la battaglia per ampliare le proprie quote di mercato, in particolare nei grandi Paesi emergenti. E per le malattie rare,

ma “lucrose”, come l’Emofilia.

L’Italia è fra i produttori di plasma più importanti in Europa. Questo nonostante raccolga, a differenza di altri Paesi, anche dell’Unione Europea, esclusivamente da donatori volontari, non remunerati, periodici e per la maggior parte associati. È la legge che lo impone, una legge - la 219 del 2005 - fortemente voluta dalle Associazioni di volontariato dei donatori. E tutto il plasma nazionale - un quarto del quale è ottenuto con plasmaferesi - è inviato al frazionamento per essere trasformato in medicinali plasmaderivati come: Immunoglobuline, albumina, Fattori (VIII e IX) della co-

agulazione per l’Emofilia, antitrombina, ecc.

E questo per rimanere solo agli attuali utilizzi dei componenti del plasma. “L’oro giallo”, infatti, sarà sempre più prezioso via via che si studiano nuovi utilizzi dei suoi componenti. È una vera “miniera d’oro”, in prospettiva, per curare tantissime malattie.

In Italia, lo sappiamo, materia prima e prodotti trasformati restano sempre, esclusivamente di proprietà delle Regioni, quindi pubblica. Non è ammesso nel nostro Paese, in nessun modo, trarre profitto da sangue e suoi componenti.

Segue a pag. 10

Verso l’autosufficienza per mettersi al riparo da crisi mondiali

I

medicinali derivati ​​ dal plasma (MPD) come le immunoglobuline e i fattori di coagulazione sono indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità come farmaci essenziali. Questi e altri MPD sono fondamentali per la profilassi e il trattamento di pazienti con disturbi emorragici, deficienze immunitarie, malattie autoimmuni e infiammatorie e una varietà di altre malattie.

Se l’attenzione nell’uso di sangue (come il Patient Blood Management in Italia) nei paesi sviluppati sta riducendo lentamente il fabbisogno di globuli rossi e quindi i volumi di raccolta di sangue intero (con conseguente flessione del plasma da separazione per il frazionamento industriale), la necessità di MPD in tutto il mondo continua ad aumentare in modo deciso.

La maggior parte del plasma per la produzione di MPD arriva dall’industria statunitense che lo raccoglie da donatori retribuiti.

Lo squilibrio geografico nella raccolta di plasma è fonte di preoccupazioni. Le eventuali interruzioni locali delle forniture di plasma potrebbero causare carenze regionali e globali di medicinali plasmaderivati vitali. Il plasma rientra nella definizione di “risorsa strategica”, ovvero “materia prima economi-

camente importante soggetta a un rischio più elevato di interruzione dell’erogazione”. Una risorsa, quindi, paragonabile all’energia e all’acqua potabile. Ancora più preziosa in Italia, dopo gli sforzi fatti per la sicurezza negli ultimi 30 anni.

Le raccolte di plasma andrebbero aumentate al di fuori degli Stati Uniti, anche nei paesi a basso e medio reddito. È quindi necessario creare cultura della donazione in questi Paesi, per rafforzare la raccolta di plasma di qualità. Ciò richiederà forti politiche nazionali e regionali.

Anche con progetti di cooperazione fra Paesi, come l’Italia, dove il volontariato puro è alla base di tut-

to e Paesi dove, perfino il sangue, ancora si “compra e vende”.

Vitale è quindi un equo equilibrio dell’offerta internazionale di plasma per ridurre il rischio di carenza improvvisa di approvvigionamento in tutto il mondo. Pensiamo al “America First” di Trump. Se gli USA che “producono” i due terzi del plasma destinato al frazionamento, per qualsiasi ragione, chiudessero i “rubinetti”?

La sfida vera in corso a vari livelli anche in Unione Europea - dove le lobby farmaceutiche hanno un notevole potere rispetto al volontariato - sarà su questo terreno e sul plasma “etico” o commerciale.

4/2017 · DONO&VITA · 9

L’Italia, come vediamo nella tabella in basso qui accanto, è al 7° posto al mondo come raccolta di plasma inviato al frazionamento.

Inarrivabili in testa alla classifica vi sono però tre Paesi. Se uno sono gli USA, due appartengono all’Unione Europea - Germania e Repubblica Ceca - dove è ammessa la dazione retribuita di plasma.

Nell’altra tabella (fonte la stessa PPTA delle Case farmaceutiche che descriviamo qui sotto) il trend dei fabbisogni di plasma per produrre Immunoglobuline (rosa), Albumina (blu) e Fattore VIII (verde) fino al 2014. La linea di crescita dei fabbisogni per i tre farmaci si sta impennando e crescerà in proporzione ancor più nei prossimi anni.Tanto che anche le stesse Aziende farmaceutiche sstudiano nuove strategie per incrementare la raccolta globale di plasma. L’obiettivo di Fiods, quindi di tutte le Associazioni di volontari del sangue e del plasma aderenti, secondo il presidente Massaro non può essere che quello di consolidare i risultati raggiunti nei Paesi sviluppati; agire affinché più Paesi possibile possano disporre di sangue sufficiente da donatori non remunerati e anche per l’autosuffi-

cienza nella raccolta del plasma per la trasformazione industriale. Un modello virtuoso ed etico è quello italiano che continua a basarsi sulla donazione non remunerata e sul controllo della “materia prima” pla-

sma che resta di proprietà pubblica, quindi di tutti i cittadini. Donatori o riceventi che siano. Un modello da difendere strenuamente, come è stato più volte ripetuto coralmente da politici, esperti e associativi.

Le “sette sorelle” del mercato mondiale del plasma

L

e “sette sorelle” è un termine coniato da Enrico Mattei, “padre” dell’Eni nell’immediato dopoguerra. Erano le compagnie petrolifere che si spartivano, a livello mondiale, l’estrazione, la lavorazione e il commercio del petrolio nel mondo. Erano tutte statunitensi o inglesi.

Oggi, combinazione, le aziende multinazionali che si occupano di raccolta e successiva plasmaderivazione sono ancora sette. Ne abbiamo ricostruito una “mappa”, con tutti i centri di “plasmaproduzione”.

La fonte è una presentazione svolta a un convegno della Ppta (Plasma protein Therapeutics association) che riunisce le aziende che si spartiscono il commercio mondiale di plasmaderivati. Si è svolto

10 · DONO&VITA · 4/2017

a Malta a maggio 2017 e la presentazione è “pubblica”, l’abbiamo infatti reperita su internet. Eccole,

comunque, le 7 maggiori aziende, in ordine secondo il numero di “centri di raccolta” presso cui si

Emofilici, donatori e farmaci “etici” a fini umanitari

I

l “Sistema plasma” nazionale, basato sul Conto lavorazione, è oltre che economicamente sostenibile, unico al mondo per i medicinali plasmaderivati “etici”. Grazie al dono dei donatori volontari italiani, infatti, parte dei fattori della coagulazione per la cura delle Emofilie prodotti in Italia e proprietà delle Regioni, hanno potuto supportare dal 2013 la cura di emofilici di molti paesi.

Se ne è parlato anche in due importanti convegni. Il primo a Parma il 22 settembre organizzato da FedRed (Federazione associazioni emofilici Emilia Romagna) con Avis provinciale e regionale; il secondo a Roma, (biblioteca del Senato) il 21 novembre alla presenza di esperti e politici italiani e internazionali, sempre a cura di FedRed e Fondazione Emo (Marche/Umbria).

I MPD ottenuti in c/lavorazione in Italia coprono (dati 2015) il 74% del fabbisogno di immunoglobuline e il 64% di albumina e antitrombina.

Per questi tre medicinali l’autosufficienza non è ancora raggiunta.

Fattore VIII e Fattore IX, invece, ne abbiamo in surplus. In Italia solo

il 25% degli emofilici usano plasmaderivati invece dei più costosi ricombinanti, pur a parità di efficacia e dimostrata sicurezza. In Germania, dove come abbiamo visto è ammessa la dazione di plasma retribuita, la proporzione è 50 e 50.

Perché tale discrepanza? I pazienti seguono i propri medici specialisti e le risposte non potremmo trovarle in poche righe. Certo è che i plasmaderivati italiani sono ormai considerati fra i più sicuri al mondo.

Segno ne è l’impegno di alcune Associazioni emofilici (in particolare, dicevamo, Emilia Romagna, Marche, Umbria) nel promuoverne l’invio in Paesi del tutto sprovvisti di qualsiasi tipo di cura. Dal 2013 oltre 27 milioni di Unità internazionali di fattori anti-Emofilia sono stati inviati in Afghanistan, Albania, Armenia, India e Serbia. Sono in definizione progetti di cooperazione umanitaria anche verso Palestina, Kosovo, Egitto, El Salvador e Bolivia. Le regioni che hanno messo a disposizione i medicinali sono dieci: Veneto-AIP, Friuli, Toscana, Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna, Marche.

Con i medicinali si “esporta” anche il nostro know how in tema di terapie, c/lavorazione, cultura del volontariato del sangue.

Il tutto è sotto l’attenta e occhiuta regia del settore Plasma del Centro nazionale sangue che è l’Organo tecnico. Il Cns, infatti, effettua l’analisi dei bisogni dei Paesi, programma gli interventi compresa la formazione dei medici, verifica periodicamente i progressi nei Paesi cui vengono inviati i prodotti salvavita. Ma non solo. I progetti prevedono un primo anno di fornitura umanitaria totalmente gratuita mentre, dal secondo al quinto anno, si passerà via via alla totale copertura dei SOLI costi di raccolta e lavorazione. Escluso ogni tipo di lucro, anche per le Regioni fornitrici. Un quinquennio in cui, via via, i Paesi coinvolti dovrebbero avviarsi verso una propria autosufficienza.

Una sfida, anche questa, davvero ambiziosa, ma non impossibile da vincere. Intanto si è già vinto e si vince, finora, salvando vite e evitando indicibili sofferenze di emofilici molto più sfortunati dei nostri.

riforniscono. Sono esclusi da questo computo, naturalmente, i nostri Centri trasfusionali pubblici.

Grifols - Spagna. Stabilimenti in Spagna e USA. 187 centri di plasmaferesi nel mondo.

Cls-Behring - Australia. Stabilimenti di trasformazione in USA, Australia, Germania, Svizzera. 172 centri di plasmaferesi nel mondo.

Shire (ex Baxalta-Baxter) Sede: USA. Stabilimenti in USA, Austria, Belgio, Svizzera e Italia. 95 centri di plasmaferesi nel mondo.

BPL - Sede: Gran Bretagna dove ha gli stabilimenti. 38 centri di plasmaferesi.

BioTest - Sede: Germania. Stabilimenti in Germania. 33 centri di plasmaferesi.

Kedrion - Sede: Italia. Stabilimenti di trasformazione in Italia, USA, Ungheria. 19 centri di plasmaferesi nel mondo.

Emergent Biosolution - Sede Canada. Stabilimento, Canada.

Centro di plasmaferesi, Canada.

I centri di plasmaferesi sono co-

stituiti a una vera e propria “galassia” di società e aziende controllate o “opzionate” dalle sette sorelle.

Eccone qui sotto la mappa.

4/2017 · DONO&VITA · 11

DONATORI DAL MONDO

In Marocco il buon esempio è dato dall’intera famiglia reale a cura di Michela Rossato

S

ono molti, in Veneto, i donatori di sangue di origine straniera, della prima e seconda generazione. Tra i Paesi di provenienza più rappresentati, spicca senza dubbio il Marocco. Avis, Aido e l’Associazione solidarietà italo-marocchina per lo sviluppo e la partecipazione di Montebelluna (Tv) si sono confrontate il 21 ottobre sul tema della donazione del sangue e degli organi, secondo la scienza e la religione.

Sono intervenuti avvocati, religiosi e medici italiani e marocchini.

Giunti tutti alla medesima considerazione finale: Italia e Marocco sono due Paesi diversi, per organizzazione e cultura, ma accomunati da una medesima sensibilità verso chi ha bisogno. Un altruismo che continua anche quando si emigra, come dimostra, infatti, il gran numero di donatori di origine marocchina iscritti all’Avis. L’avvocatessa Kaoutar Badrane, di recente tra i protagonisti della trasmissione “Radici” di Rai 3, spiega a “Dono &Vita” come funziona la donazione nel suo Paese d’origine. ll Marocco dista solo 15 chilometri dall’Europa e oggi rappresenta un punto strategico nel Mediterraneo. È legato storicamente all’Italia da un rapporto di amicizia che risale già alla prima visita del Re Mohamed V, nel lontano 1958, al sindaco di Firenze, in Toscana.

Dal punto di vista giuridico ha in comune con l’Italia le origini del codice napoleonico, derivano dallo stesso sistema giuridico, ovvero dal civil law, norma scritta, essendo ex colonia francese. Anche per quanto riguarda la donazione del sangue e di organi, in entrambe le legislazioni italiana e marocchina

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esiste una normativa che disciplina sia le norme statali sia le circolari interne, anche se nel sistema giuridico marocchino trae origine dalle fonti coraniche. In Italia il Sistema trasfusionale è pubblico e fa parte del Sistema sanitario nazionale e le Strutture regionali di Coordinamento sono individuate dalle Regioni.

In Marocco vi è il Centro nazionale sulla trasfusione del sangue a livello centrale e poi Centri singoli dislocati in varie regioni del Regno.

Il Sistema centrale ha soprattutto l’obiettivo di fare una formazione continua al personale sanitario che opera nel settore (molto spesso sono anche volontari), ma ha anche funzione di conservazione dei dati dei donatori e di controllo interno.

Ancora, organizza incontri semestrali per coordinare i vari centri, aggiornare le banche dati del sangue e gli indicatori dei flussi del sangue.

Per quanto riguarda la legislazione marocchina, come detto vi sono di-

verse fonti legislative e circolari. La legge principale su donazione, prelievo e utilizzo del sangue umano risale al 1994.

Nel 2013 Re Mohamed VI ha portato l’esempio al popolo donando il sangue assieme alla sua famiglia, in occasione dell’inaugurazione di un nuovo Centro regionale di trasfusione del sangue a Fès. Da quel momento è partita una forte attenzione alla donazione e sono iniziate varie campagne di promozione.

Come la “Carovana di sensibilizzazione” che dal 30 novembre al 31 dicembre 2016 ha fatto il giro del Marocco, con tappe nelle principali città del paese, per parlare di dono e per coordinare le varie associazioni dislocate nelle diverse città come Oujda, Jerada, Laayoune Sidi Mellouk, Taourirt, Nador et Berkane. Obiettivo: superare la frammentazione. Vi sono in tutto il Regno anche varie unità mobili di prelievo nelle principali periferie delle città.

L’età media dei donatori, in base ad una statistica del governo marocchino, risulta per il 49% tra i 18 e i 30 anni, per il 27% tra i 31 e i 40, per il 18% tra i 41 e i 50 anni e per il 6% oltre i 50 anni.

Secondo i dati del Centro nazionale di trasfusione del sangue, nel 2016 il numero dei donatori è stato di 313.654 a livello nazionale, con un incoraggiante aumento del 38% rispetto al 2010. Auspichiamo che questi dati restino sempre in una costante crescita in entrambi i nostri Paesi, perchè la donazione di sangue è una questione di responsabilità di ciascuno di noi, un dovere morale di tutti.

L’associazione di donatori marocchina (AMDS) aderisce alla Fiods.

Chi è Kaoutar

K

aoutar Badrane, 36 anni, è stata la prima donna marocchina ad esercitare la professione di avvocato in Italia.

Prima di cinque figli, a 8 anni con la mamma e i fratelli ha raggiunto ad Adria (Ro) il padre emigrato nel nostro Paese più di trent’anni fa.

Sbarcato il lunario tra lavori vari e l’aiuto delle parrocchie, anni dopo la famiglia si è trasferita a Bassano del Grappa (Vi) dove il padre ha trovato lavoro come re-

stauratore di mobili ed è riuscito a far studiare tutti e cinque i figli.

Kaoutar è diventata avvocato, ha uno studio legale ed è sposata con Marco. Hanno tre figli.

Avis Veneto: 15 anni di contatti e cooperazione solidale

N

egli ultimi 15 anni la cooperazione internazionale ha assunto un ruolo importante per Avis Veneto: aiutare lo sviluppo al di fuori dei confini nazionali della donazione volontaria, periodica, associata e non remunerata.

Nel 2003 è iniziato il rapporto con la Croce Rossa di Slovenia e il Centro nazionale sangue di Lubiana. Nel 2007/08 si è realizzato uno studio, in condivisione con l’organizzazione mondiale della sanità della Comunità Europea (WHO – Copenhagen), seguito dall’Università di Padova, per Slovenia, Veneto e Romania, sulle differenze legislative e di approccio al volontariato non solo del sangue, oltre che sulle aspettative dei donatori e sui loro stili di vita. Ne sono nati il progetto Adriablood del 2008/10 e il Progetto Bessy, conclusosi nel 2013, finalizzato alla creazione e al consolidamento di un network tra le associazioni dei donatori di sangue e tra le strutture trasfusionali di Slovenia, Croazia, Montenegro, Serbia e Albania con la partecipazione di Avis Veneto, Friuli ed Emilia.

Nel 2006 è partito anche il rapporto con l’Associazione Fundatia Donatorilor Benevoli de Sange di

Bucarest, l’unica a carattere nazionale della Romania. Si è supportata l’associazione per la realizzazione di materiale per la scuola, per la sua partecipazione a momenti formativi e al progetto scientifico transnazionale per il confronto tra le diverse realtà sui comportamenti legati alla salute e il comportamento alla donazione.

Nel 2014/2015 Avis Veneto collabora al progetto “Sangue sicuro per le mamme e i bambini in Africa”, in collaborazione con Alì supermercati e Medici con l’Africa-Cuamm.

Finalità: rispondere alle richieste di quattro ospedali (Aber in Uganda, Chiulo in Angola, Tosamaganga in Tanzania e Wolisso in Etiopia) con 2.000 trasfusioni all’anno per salvare neonati e donne.

Avis ha messo a disposizione un apposito conto corrente per la raccolta fondi e ha propagandato il progetto alle Avis comunali, mentre i Supermercati Alì hanno partecipato inserendo l’iniziativa nella loro Carta Fedeltà 2014/2015.

Dal 2006, Avis Veneto sta concentrando particolare attenzione all’America Latina. In Argentina, dove sono molti i discendenti di italiani e veneti, si è aiutata la nascita

dell’Avas, Associazione volontari argentini del sangue, che oggi ha sedi, un registro dei donatori e una interessante attività di sensibilizzazione al dono.

Dal 2009 si opera in Bolivia con il progetto “Dar sangre es dar vida” da una richiesta di aiuto giunta dal padre camilliano Alfredo Rizzi. Oggi l’Abds, Associazione boliviana donatori sangue, sta camminando con le proprie gambe, è riconosciuta a livello internazionale dalla IFBDO/FIODS, ed è una delle più dinamiche associazioni di volontariato del sangue di tutto il Sud America.

Avis Veneto continua a supportarla, e sta dando una mano a Guatemala e El Salvador, con un progetto di cooperazione finanziato dal Ministero degli Affari Esteri con l’Istituto Italo-Latino Americano, Avis nazionale e Fiods. Avis collabora alla formazione dei volontari in questi Paesi dove la donazione è quasi sempre su compenso. El Salvador, Paese molto povero, inoltre, aveva chiesto al nostro Paese la disponibilità di plasmaderivati (fattore VIII e IX) per la cura dell’emofilia. (documentazione fornita da Roberto Rondin e Francesco Magarotto)

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DALLA REGIONALE

Nuove convenzioni e rimborsi associativi, un tavolo aperto di Roberto Sartori, vice presidente Avis Veneto

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’accordo Stato-Regioni del 14 aprile 2016 approvato, ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera b), della legge 21 ottobre 2005 n. 219, di revisione ed aggiornamento del precedente Accordo del 2008 relativo alla stipula delle Convenzioni tra Regioni e Associazioni e Federazioni di donatori di sangue, è stato recepito dalla Regione Veneto con D.G.R.V. n° 1338/2016.

L’articolo 11 di tale accordo prevede che (in fase di prima applicazione), entro 18 mesi dalla sua approvazione, ci sia una verifica da parte delle Regioni, attraverso le Strutture regionali di Coordinamento (C.R.A.T. per il Veneto), con il coordinamento del Centro Nazionale Sangue. Quest’ultimo, al termine della verifica, potrà proporre un aggiornamento dell’accordo e delle tariffe di rimborso. In quest’ot-

tica Avis Nazionale ha invitato le Avis Regionali a trasmettere alle S.R.C. ovvero al Coordinamento Regionale per le Attività Trasfusionali - CRAT un documento che riassuma le osservazioni emerse, in fase di prima applicazione.

Riportiamo un articolo sullo “stato dell’arte” di Roberto Sartori, vice presidente di Avis Veneto, che sta seguendo da vicino tutta la questione.

n Veneto l’accordo Stato Regioni è divenuto operativo, dal 01 gennaio 2017. Non sono mancate le criticità rilevate dalla nostra associazione. Ne riassumiamo alcune.

In particolare, come evidenziato negli incontri di settembre scorso a Piacenza e a Bologna, organizzati rispettivamente da Avis regionale Lombardia e Avis nazionale, ci si è concentrati sulla sostenibilità delle tariffe di rimborso per chi svolge attività di raccolta e sui rapporti tra associazioni di donatori e strutture trasfusionali.

La ricaduta economica dell’accreditamento delle sedi di raccolta Avis è un fattore che desta molta preoccupazione e mette a rischio la tenuta del sistema di raccolta in convenzione.

Ecco una panoramica delle problematiche comuni, esposte anche da altre Avis Regionali, riassunte nel Documento di Avis Nazionale e sulle quali val la pena di insistere in questa prima fase di applicazione del nuovo accordo: - garantire i flussi informativi bidirezionali di cui al punto all’articolo 2, punto h) dell’accordo; - dare piena applicazione all’articolo 1 comma 2 punto b) il quale

prevede che le Associazioni partecipino, attraverso gli organismi collegiali, alla programmazione regionale e locale delle attività trasfusionali e al relativo monitoraggio; - si è richiamata la necessità che ci sia una modularità degli orari di apertura dei Servizi immunotrasfusionali, tenendo conto delle esigenze dei donatori, al fine che vi sia conciliazione tra donazione e lavoro; - garantire la formazione del personale coinvolto nella attività sanitaria di raccolta di cui all’art. 2 comma 1 lett. l) secondo le modalità previste dalla normativa vigente, ovvero di concerto con le Associazioni, come previsto dalle Linee guida per l’accreditamento delle unità di raccolta di cui all’accordo stato-regioni del 25 luglio 2012 (Allegato A), introducendo anche la formazione a distanza.

Per quanto riguarda la raccolta in convenzione, il processo di autorizzazione e accreditamento per costi connessi a interventi di carattere strutturale e tecnologico (adeguamento delle sedi di raccolta, interventi di carattere impiantistico e adeguamento delle attrezzature utilizzate) è stato interamente so-

stenuto dalle associazioni, a cui si devono aggiungere le spese legate a consulenze e all’attività del personale dipendente, impegnato nella preparazione dei documenti e le ore impiegate dai volontari.

Dal momento che ci vengono chiesti, nel periodo di vigenza della convenzione (senza aumenti o adeguamenti Istat), di dover rispettare sempre i nuovi requisiti di legge, è necessario interrogarci sulla sostenibilità dei relativi costi.

A breve, alla luce delle evoluzioni normative in ambito trasfusionale, il percorso di accreditamento sarà

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rivisto: la Direttiva (UE) 2016/1214 del 25 luglio 2016 prevede che, nelle strutture trasfusionali, dovranno essere applicate e verificate le Buone Pratiche (Good Praticties – GPs) e le Buone Norme di Fabbricazione (Good Manifacturing PractiesGMPs).

La citata direttiva modifica la precedente, per quanto riguarda le norme e le specifiche del sistema di qualità per i servizi trasfusionali.

Dispone inoltre che gli Stati membri provvedano a dare evidenza dell’esistenza di linee direttrici di buone prassi, disponibili e utilizzate da tutti i servizi trasfusionali nel loro sistema di qualità, tenendo conto delle linee direttrici di buone prassi pubblicate dal Consiglio d’Europa.

Gli Stati membri dovranno implementare le disposizioni comunitarie e conformarsi alla direttiva (EU) 2016/1214 entro il 15 febbraio 2018. In prospettiva è prevista una revisione dell’allegato A) dell’Accordo Stato Regioni del 16.12.2010 con aggiornamento dei requisiti autorizzativi in relazione all’introduzione della direttiva 2016/1214, e la revisione dell’Allegato B per quanto riguarda i modelli di verifica. È prevista l’introduzione di strumenti più omogenei a supporto delle attività di verifica. Per quanto riguarda le procedure si prevede una omogeneizzazione delle procedure di autorizzazione e accreditamento in termini di contenuti della composizione dei team di verifica, mentre

per i valutatori è attesa una standardizzazione dei criteri di designazione dei valutatori e del livello di formazione, con garanzia di terzietà nel procedimento di valutazione, con la possibilità della creazione di un ispettorato a livello nazionale con valutatori indipendenti e garanzia di terzietà.

Inoltre il 25 maggio 2018 entrerà in vigore il nuovo Regolamento UE 2016/679 per la Privacy e sarà direttamente applicato in tutti i Paesi dell’Unione Europea, con la conseguenza che verrà soppresso anche l’attuale Codice della Privacy (Dlgs 196/2003), tuttora vigente in Italia.

Il Regolamento introdurrà regole più chiare e semplici in materia di informativa e consenso, garantendo, uniformemente, maggiori tutele per i cittadini dell’Unione, ma anche nuove incombenze e nuovi costi per adeguare le procedure in Avis. È opportuno quindi aprire un tavolo di discussione e valutare le

proposte emerse, nei vari tavoli di confronto, in sede di verifica del citato Accordo.

In particolare: - proposta di incremento delle tariffe di rimborso per le attività di raccolta conseguenti alle nuove procedure previste dalla normativa vigente ed alla necessaria formazione del personale; - rivalutazione annua con adeguamento Istat dei rimborsi per le attività associative e della raccolta; definire separatamente i costi per il trasporto del sangue e per la gestione dei rifiuti a rischio biologico; - valutare la possibilità di scorporare i costi per visite mediche periodiche e l’effettuazione dell’ECG. Garantire l’autosufficienza con costi limitati, questo è l’obiettivo che oggi ci viene posto dal sistema sanitario.

Si ha l’impressione che per il Sistema l’obiettivo sia il minor costo anziché l’autosufficienza.

Al Gris di Mogliano anche gli “ex” si aggiornano

Q

uattro ex presidenti regionali (Vettoretti, Orcalli, Argentoni e Foffano), circordati da ex consiglieri regionali, ma anche da dirigenti ancora in carica, si sono ritrovati a ottobre a Mogliano. Il fine era quello di festeggiare il presidente nazionale veneto Argentoni, ma anche - secondo l’inossidabile oganizzatore Emilio Tessarin - di “rimanere aggiornati sulla nostra Avis”. Della serie: l’Avis resta nel... sangue.

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TERZO SETTORE

Le novità della nuova legge, in attesa dei decreti attuativi a cura di Luigi Piva*

A

seguito dell’articolo di Giorgio Groppo su “Dono&Vita” n° 3/2017, facciamo il punto sull’avanzamento della Riforma del Terzo Settore, prestando attenzione a cosa dovrebbe cambiare (il condizionale è ancora d’obbligo) per noi Avis da gennaio 2018.

Passerà in second’ordine la definizione di OdV (Organizzazioni di Volontariato, di APS (Associazioni di Promozione sociale) e dal 2019 sparirà la sigla “Onlus” (Organizzazione non lucrativa di Utilità Sociale). Tutte saranno definite ETS (Enti Terzo Settore). Verranno riconosciute le Reti Associative, composte da più associazioni presenti in almeno 10 regioni, che svolgono attività di coordinamento, tutela, rappresentanza, promozione a supporto degli ETS (interessa Avis).

Per le attuali OdV, APS e Onlus è previsto il riconoscimento automatico di ETS, con inserimento diretto nel Registro Unico (RU) Nazionale del Terzo Settore (gestito dalle Regioni) se entro febbraio 2019 provvederanno a modificare il proprio Statuto in linea col nuovo Codice.

La rete Avis in ciò agirà in modo coordinato: il Nazionale sta valutando i necessari adeguamenti che discuteremo e approveremo nelle future assemblee, per consentire a ciascuna sede di recepirli nel rispetto dei tempi stabiliti. Tutte le Avis, come le altre Odv, avranno perciò tutto il 2018 per analizzare la situazione e decidere come modificare il proprio Statuto.

Per gli ETS inseriti nel RU (comprese le Avis) sarà più semplice ottenere il riconoscimento della personalità giuridica: basterà il solo notaio, senza attendere i tempi dell’attuale iter degli uffici regionali, per mettere al riparo i dirigenti as16 · DONO&VITA · 4/2017

sociativi da responsabilità personali nello svolgimento dell’attività volontaria. Una pratica finora trascurata da molte nostre sedi che sarà alla portata di tutti e fortemente raccomandata.

Trasparenza: obbligatori per tutti gli ETS i libri sociali: libro dei soci, dei verbali d’assemblea e dei bilanci. Obbligo di rendicontazione annuale al RU e di pubblicazione degli stessi sul sito internet.

Trattamento fiscale: con l’inserimento nel RU degli ETS, già da gennaio 2018 ci potremo avvalere delle nuove disposizioni fiscali, che confermano le opportunità (5xmille stabilizzato, Servizio Civile Universale) e le agevolazioni in vigore per il Volontariato, proponendo minori restrizioni per eventuali attività di carattere commerciale.

Avere la partita IVA non comporterà più l’esclusione e sarà possibile svolgere attività commerciali non prevalenti (max 50%). Per gli ETS non commerciali basterà il semplice rendiconto economico e finanziario. Il superamento dei limiti stabiliti e l’eventuale attività commerciale comporteranno un regime fiscale

più oneroso, ma sempre agevolato. Fermi restando ovviamente gli obblighi previsti per le attività commerciali: licenze, autorizzazioni, tipo di contabilità...

Il tutto è in attesa dei pareri di conformità della Comunità Europea e di una quarantina di Decreti applicativi ancora mancanti. Nel frattempo teniamoci informati, seguendo magari convegni specifici, per favorire il confronto interno sui temi in continua evoluzione. * Referente Avis - Conferenza regionale del Volontariato

FONDO REGIONALE SANGUE

Il nuovo comitato di gestione ha incominciato a operare

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i è insediato il 22 settembre 2017 il nuovo Comitato di Gestione del Fondo Regionale Sangue, come previsto dalla Delibera di Giunta Regionale Veneto del 29 agosto 2016 n° 1338. In fase di recepimento dell’accordo Stato-Regioni del 14 aprile 2016, è stato previsto che ogni azienda sanitaria capofila di Dipartimento versi in questo “nuovo” fondo una somma di € 0,35 per ogni donazione effettuata nei rispettivi ambiti, somma che dovrà essere destinata a progettualità, così come definite nel Disciplinare dell’allegato C del suddetto Accordo Stato-Regioni.

Nel mese di dicembre 2016 Avis e le altre associazioni firmatarie delle convenzioni hanno condiviso un nuovo regolamento e convenzione, i quali stabiliscono le modalità di utilizzo di queste risorse pubbliche aggiuntive rispetto ai rimborsi per le attività associative e le attività di raccolta.

Tali fondi saranno destinati a progetti specifici che in Veneto, per decisione della Giunta regionale, saranno destinati alla promozione con campagne mirate e previa condivisione preliminare del Coordinamento regionale per le Attività

trasfusionali (C.R.A.T.).

Rispetto al “Fondo Interassociativo” di cui alla L.R. 65/94, così definitivo per convenzione e che per decisione assembleare di Avis Regionale dal 1° gennaio 2017 non è più sostenuto dalla contribuzione delle Avis territoriali e quindi destinato a chiudere l’attività una volta esaurite le risorse, il nuovo contenitore di progetti prevede una partecipazione più ampia delle associazioni e federazioni che si occupano

della promozione e raccolta sangue in Veneto.

Sono stati nominati dalle rispettive associazioni nel Comitato di Gestione del fondo: per Avis Veneto il sottoscritto Roberto Sartori, Danilo Riedi, Gastone Pellegrini, Alessandro Viali, Silvano Vello; per Fidas Veneto Diego Battistuzzi e Angelo Valente; per Abvs Pierangelo Da Gioz e per Rds (Reparto donatori sangue) Loris Bordignon.

Al via dei lavori sono stato nominato coordinatore del Comitato di Gestione con segretario Diego Battistuzzi e amministratore Danilo Riedi. Nello scorso mese di novembre il Comitato ha incontrato il dott. Antonio Breda, Direttore del C.R.A.T. Veneto per definire proposte e progetti nuovi da mettere in campo in vari settori di intervento per l’inizio del 2018, a supporto dell’attività di promozione svolta dalle associazioni.

Roberto Sartori In foto, campagne regionali 2016 e 2017 realizzate con il “vecchio” Fondo.

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SERVIZIO CIVILE IN AVIS

La sorridente invasione dei giovani in servizio per un anno

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giovani che hanno scelto di svolgere un anno di Servizio civile in Avis sono 14 in Veneto. Nella sede regionale di Treviso sono arrivate Gloria e Seynabou, mentre Cristina è entrata in servizio a San Donà di Piave, Simona alla Comunale di Rovigo, Silvia e Ilenia (Comunale di Verona), Valentina e Veronica (Provinciale di Padova), Giulio e Sara (Provinciale di Rovigo), Chiara e Alvise (Provinciale Venezia) e Andrea Salvatore e Deborah Ayorkor alla Provinciale di Verona.

Era pronta ad attenderli una intensa formazione a tutto campo.

Ben 94 ore di corsi e incontri, tra novembre e dicembre 2017, per capire il senso di un impegno così particolare, le sue regole e i suoi ambiti, la necessità di lavorare in gruppo, i progetti, il ruolo che riveste nella società odierna, il rapporto con le altre realtà del panorama del volontariato.

Il primo mese è dedicato alla formazione “generale”, si svolge tra le sedi Avis di Treviso e Mestre (Ve), e vede assieme i ragazzi del Sc di Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia. Relatori il formatore Alessandro Caputo, Elena Galbiati (coordinatrice progetto scuola regionale), Luigi Piva (Esecutivo Avis Veneto), Ketty Bosco e Antonella Auricchio (Avis nazionale) e i volontari della Croce Rossa.

Il mese di dicembre, invece, è dedicato alla formazione specifica in ambito Avis: dalla mission, la storia, i valori e l’organizzazione di Avis al sistema trasfusionale italiano, il sangue e i suoi componenti, il loro utilizzo, la selezione del donatore, gli stili di vita per l’idoneità, la tutela sanitaria, la gestione dei social network associativi, dei siti web, gli strumenti comunicativi, la

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chiamata dei donatori, il servizio di accoglienza, l’attività del prelievo, la comunicazione con gli stranieri, le iniziative di sensibilizzazione sul

territorio, la tutela della privacy, dei dati personali dei donatori, le Consulte Giovani, la ricerca scientifica Avis-Tes, il dono a scuola, l’esperienza dei Grest estivi…

I corsi si tengono tra la sede Avis di Mestre e la sede della Fondazione Tes a Padova, con relatori Alberto Corocher (ingegnere), Luigi Piva, Giovanni Lenzo (direttore sanitario Avis regionale), Irene Pattarello, Manuela Fossa e Giovanna Gobbo (formatrici Avis provinciale Venezia e Admo), Elena Galbiati, Laura Elia e Paola Introvigne (progetto Scuola regionale), Giuseppe Castellano (direttore Dono&Vita), il prof. PierPaolo Parnigotto, presidente Fondazione Tes assieme alle ricercatrici Silvia Barbon ed Elena Stocco, giovani biologhe che stanno portando avanti ricerche sulla rigenerazione dei tessuti da cellule staminali.

DALLA NAZIONALE

In un albo a fumetti la nascita di Avis e l’amicizia fra “opposti” di Beppe Castellano

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no era medico, quindi “studiato”, un borghese: Vittorio Formentano. L’altro era un piccolo artigiano cesellatore e “comunista”: Giorgio Moscatelli. Del primo fu l’idea di fondare un’associazione di donatori volontari, quando solo i ricchi potevano “comprarsi la vita” con una trasfusione. Il secondo fu fra i primi 17 che subito risposero. La loro vita, da quel marzo del 1927, si intrecciò strettamente, affrontando dittatura, guerre, tragedie e anche contrasti personali. Divennero, insieme, il vero “spirito” di questa Avis che sta uscendo dal suo 90°. Lasciarono la “loro” Avis insieme, morendo nel 1977; il primo a settembre, il secondo a dicembre. Quasi a non poter star separati neanche lassù. È una storia bella, quella raccontata nell’albo, come ce ne sono poche. È edito da Avis nazionale, ma “pensato” per anni da un suo consigliere: Riccardo Mauri da Roma. È la storia di un’Italia - forse anche di un’Avis - che stiamo lentamente “perdendo”. Ben venga, quindi, una “rinfrescatina” per ricordare

in modo efficace chi eravamo e siamo, come italiani e avisini. Ma come è nato il progetto? Sentiamo il suo ideatore, Riccardo Mauri, co-autore del soggetto.

“L’idea è nata dopo le celebrazioni dell’80°, dieci anni fa. Era nata in verità come progetto di una fiction di quella che è stata una vera e propria avventura umana di due uomini tanto diversi, ma uniti da un ideale che continua a essere il nostro, anche oggi. E soprattutto da una amicizia che ha superato ogni ostacolo. Con l’aiuto di Pietro Varasi da Milano, che giovanissimo aveva collaborato con Formentano e Moscatelli, intervistammo i figli di Formentano Maria Benedetta e Saverio

e la vedova di Moscatelli “Pinuccia” e nacque una bozza di soggetto.

Ebbi poi numerosi contatti con la Rai, ma si sa... Le cose, nonostante l’apprezzamento di molti addetti ai lavori, ai “piani alti” sono andate per le lunghe. L’idea del fumetto, in fondo una fiction disegnata che “resta”, mi è arrivata tre anni fa, visitando Comix Roma. Un puro caso. Avvicinandomi allo stand della Scuola Internazionale di Comics e “buttando” là l’idea, trovai ampia collaborazione. Poi bisognava trovare i fondi e in questo ringrazio Fondazione Terzo Pilastro che ha finanziato il progetto permettendoci di pubblicarlo proprio in questo secondo semestre del 90°”.

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fumetto è un formidabile strumento anche per le scuole. Può essere richiesto a Emoservizi (2 euro/copia). La confezione da 90 copie costa 162 euro. Il soggetto è di Paolo Logli, Riccardo Mauri, Dante Palladino e Alessandro Pondi. La sceneggiatura è di Roberto Del Prà e Massimiliano Filadoro. Le 64 tavole a colori sono di Giampiero Wallnofer. Grazie a Fiods è tradotto anche in inglese, francese, spagnolo.

l fumetto “II colore della vita. Una storia di coraggio e amicizia” di Avis nazionale, è stato presentato il 25 ottobre al Ministero dell’Università, istruzione e ricerca a Roma e a Lucca Comics il 3 novembre.

Nasce dalla collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics ed è realizzato con il contributo di Fondazione Terzo Pilastro di Roma ed Emoservizi, che ne cura la distribuzione. Arrivato nelle sedi Avis, il

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FORMAZIONE

Partita a ottobre con Campus la scuola di formazione nazionale

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a preso il via il 13 ottobre la 3ª edizione della Scuola nazionale di formazione Avis, organizzata con la Fondazione Campus di Lucca e la collaborazione di Kedrion Biopharma.

Obiettivo è accrescere il grado di consapevolezza dei partecipanti su vari temi: gestione manageriale di strutture non profit, relazioni pubbliche e istituzionali, questioni etiche legate al mondo Avis e modelli di sistema sangue in Europa.

Il programma si articola in tre moduli di due giorni ciascuno (venerdì e sabato) incentrati su: analisi del rapporto tra etica e mercato; modalità di una corretta organizzazione e gestione di enti e organizzazioni non profit; meccanismi politici e quadro istituzionale per le attività economiche e di volontariato.

Partecipano 25 dirigenti associativi (14 maschi e 11 femmine) sotto i 45 anni, di tutte le aree geografiche del Paese, selezionati da una commissione presieduta dal presidente di Fondazione Campus, Salvatore Veca. Nella rosa dei 25 dirigenti, a rappresentare il Veneto è Laura Zanardo, vice presidente dell’Avis comunale di Mirano (Ve).

“Considero questa esperienza un’opportunità da cogliere al volo - commenta Laura - con l’obiettivo di acquisire le competenze necessarie per contribuire a superare le conflittualità e migliorare la gestione tra donatori e volontari, al fine di far emergere la passione e lo spirito di collaborazione che ci accomuna e contraddistingue”.

“L’opportunità creata con la fondazione Campus è fondamentale perché le sfide che abbiamo davanti sono grandi e complesse - spiega il presidente nazionale Argentoni - La competenza è una delle doti chiave

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che serviranno per affrontarle, nonché uno dei requisiti più importanti per la formazione di chi andrà a gestire l’associazione. L’altra cosa bella è che i partecipanti vengono da tutta Italia. Siamo un’associazione che rappresenta davvero uno spaccato di tutto il territorio nazionale, fatto di giovani che rappresentano le loro terre, la loro cultura e le loro tradizioni, e le scambiano con gli altri. Il nostro intento è di creare una vera comunità di persone, sono certo che ci riusciremo”. Il presidente di Fondazione Campus,

Veca, sottolinea l’importanza di una buona formazione per i contesti in cui un dirigente deve operare: “Lo scopo è consentire ai giovani che operano in Avis di avere un’esperienza di riflessione nel campo dell’associazionismo, e imparare, come dico spesso, ‘a fare bene il bene’, cioè a essere più efficienti per rendersi utili agli altri. Alla nostra scuola di formazione non si insegnano dottrine, ma si inducono i partecipanti a individuare i problemi dei settori in cui si opera, per trovare le migliori soluzioni”.

Corso per i formatori del Servizio civile

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eminario di lavoro sulla Formazione generale del Servizio civile nazionale, il 7 e 8 ottobre, a Milano. Si è parlato di linee guida del Ministero e dell’Agenda formativa di Avis,

ma soprattutto si sono raccolte esperienze, suggerimenti e difficoltà incontrate per ridefinire insieme il piano formativo. Per Avis regionale Veneto ha partecipato il segretario Mauro Favret.

SCUOLA

È in arrivo un nuovo video per “entrare” a scuola in un’ora

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al prossimo anno scolastico le Avis avranno a disposizione un nuovo video. È parte di un format di interventi nelle scuole che possa durare anche solo un’ora. Intanto, grazie a un progetto regionale, è stato realizzato un racconto per immagini dell’impegno di Avis nelle scuole di tutta la Regione l progetto “Multimedialità e cittadinanza: i giovani raccontano e indicano strade di appartenenza e impegno sociale” è stato finanziato dalla Regione Veneto, vincendo il bando di gara “Fotogrammi veneti: i giovani raccontano - 2015”.

Una volta approvata la proposta progettuale, la rete di partner coinvolti (Comune di Jesolo, Avis regionale Veneto, Avis provinciale Venezia, Avis comunale di Jesolo, Associazione di Promozione sociale “Liquidambar” e Istituto superiore “E. Cornaro” di Jesolo) ha intrapreso un importante percorso di lavoro che ha tenuto fede al titolo proposto e che ha visto coinvolte, in prima linea nella produzione, le giovani generazioni.

Il fine era di far nascere in loro una riflessione sul concetto di dono e di cittadinanza attiva, rendendo i ragazzi protagonisti del progetto stesso e stimolando la loro creatività e capacità comunicativa.

Nel corso del progetto si è voluto creare un percorso in cui operatori scuola, giovani videomakers professionisti e alcuni loro coetanei firmatari del progetto, realizzassero dei prodotti multimediali. E che con questi entrassero nel mondo della scuola raccogliendo immagini, significati, emozioni e reazioni in grado di raccontare l’attività che da tempo Avis propone nei contesti educativi per promuovere il dono e per far crescere la consapevolez-

za che ogni persona può prendere parte attivamente al mondo del volontariato.

Dal progetto sono nati, quindi, un video documentario che racconta per immagini la ricchezza e la qualità della proposta di Avis nelle scuole (visibile nel sito: www.avisveneto. it/area-scuola) e un video-spot di promozione del dono.

Particolarmente importante è poi un video didattico (“Strade”) che, in una seconda fase del progetto all’avvio ora, diventerà un importante strumento didattico da utilizzare con gli adolescenti negli Istituti superiori per promuovere il volontariato, il dono e la cittadinanza attiva in generale.

Attualmente Avis regionale Ve-

neto, con il supporto della dott.ssa Laura Elia (ideatrice delle attività del Progetto scuola Avis Veneto e responsabile scientifico del progetto Multimedialità e cittadinanza) e la collaborazione di educatori, psicologi e volontari Avis, sta lavorando sulla progettazione dell’attività educativa che accompagnerà la visione del video. Si attiverà infine un percorso di formazione per i volontari che condurranno, accompagnati dagli operatori professionisti del Progetto scuola, questa nuova attività negli Istituti Superiori dal prossimo anno scolastico 2018/2019.

Sara Da Preda - coordinatrice Progetto “Multimediltà e Cittadinanza”.

Elena Galbiati - coordinatrice Progetto Scuola Avis Veneto.

4/2017 · DONO&VITA · 21

VENETO, MARCHE, GIOVANNI XXIII

Continua la sinergia solidale fra Casa di cura e associazione a cura di Michela Rossato e Nelly Pellin

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al Veneto alle Marche, grazie alla solidarietà. È arrivato ad Arquata del Tronto, nelle mani del dott. Italo Paolini, instancabile medico di base del paese colpito dal terremoto, un defibrillatore salvavita.

L’ha donato la Casa di Cura “Giovanni XXIII” di Monastier (Tv) al presidente dell’Avis provinciale di Ascoli Piceno, Berardino Lauretani, giunto a metà ottobre nella Marca con una delegazione di altri rappresentanti associativi. L’incontro è servito a presentare il progetto del futuro poliambulatorio a cui Casa di Cura, Avis Veneto e Avis Marche stanno contribuendo insieme tramite raccolte fondi, in particolare tramite una parte dei proventi di mammografie e di esami diagnostici effettuati durante i mesi di prevenzione del tumore al seno presso la clinica “Giovanni XXIII” di Monastier. Come Ottobre Rosa.

“La struttura, che sarà antisismica, un solo piano e composta di quattro stanze, sorgerà in una zona dove, a parte qualche modulo abitativo, non c’è nulla - ha spiegato Lauretani sottolineando che, a parte la rimozione delle macerie, ad Arquata la situazione è abbastanza invariata rispetto ad agosto del 2016 - L’idea di realizzare il poliambulatorio c’era già prima del terremoto, perché per visite e cure le persone dovevano andare fino ad Ascoli o ad Amatrice. Arquata è un paese logisticamente scomodo, fatto di tanti borghi. Dopo il terremoto, tutto si è complicato”.

Il poliambulatorio sarà punto di riferimento per migliaia di persone, tra abitanti e turisti che stanno tornando a visitare i parchi della zona, in particolare quello dei Monti Sibillini e dei Monti della Laga.

22 · DONO&VITA · 4/2017

“In pratica sosterrà l’economia turistica della zona, duramente colpita - ha sottolineato anche Massimo Lauri, presidente dell’Avis Marche che sta coordinando la raccolta fondi.

Durante l’incontro a Monastier, l’amministratore delegato della “Giovanni XXIII” Gabriele Geretto si è detto disponibile a offrire anche una poltrona per cure dentistiche, strumenti per indagini cardiologiche e l’arredamento di almeno una delle quattro stanze del poliambulatorio.

“Ringraziamo l’Avis per l’intenso lavoro di sinergia che sta portando avanti per aiutare le famiglie duramente colpite dal terremoto e per averci reso partecipi delle loro iniziative - ha detto Geretto - Quando siamo venuti a conoscenza della situazione di Arquata del Tronto

abbiamo capito che non potevamo solo stare a guardare. È dovere di chi sta bene aiutare chi sta peggio.

Da anni operiamo, anche con alcuni nostri medici, in Sierra Leone a favore dei bambini orfani. Ora c’è bisogno di aiuto anche in Italia, non possiamo tirarci indietro”.

Per Avis regionale era presente all’incontro il presidente Giorgio Brunello, con Vanda Pradal e Bernardino Spaliviero per Avis provinciale Treviso e Gino Foffano, consigliere trevigiano di Avis nazionale.

La collaborazione tra Avis Marche, Avis Veneto e Casa di Cura è nata lo scorso anno, con un inserto dedicato alla prevenzione del tumore al seno nel nostro periodico, poi diventato un depliant distribuito alle pazienti della “Giovanni XXIII” e via via sfociata in raccolte fondi per la realizzazione del poliambulatorio.

INSERTO

Il lungo viaggio di una sacca di sangue o di plasma: l’arrivo

S

ì, certo. Potevamo partire dalla vena del donatore per illustrare il percorso del sangue. Abbiamo però voluto fare il percorso inverso. Questo perché abbiamo voluto approfittare delle vignette di Rachele Salmaso (in arte RAK). Sono state realizzate per il calendario 2018 dell’Avis comunale di Mestre-Marghera “G. Zorzetto” su idea del Gruppo giovani.

Quest’anno il tema è nato da una semplice domanda: a che cosa serve il sangue donato?

“La maggior parte dei donatori ha un’idea molto vaga degli utilizzi degli emocomponenti - dicono i giovani mestrini - quindi perchè non utilizzare il calendario per spiegarlo?” Sono nate così le dodici tavole realizzate dall’illustratrice Rachele Salmaso (RAK a strisce su Facebook e Instagram), ovviamente donatrice, che ha tradotto in immagini le idee proposte dai giovani avisini.

Come ogni anno il calendario, riservato ai soci dell’Avis comunale di Mestre-Marghera, si può ritirare gratuitamente presso il Centro raccolta dell’Ospedale dell’Angelo e la

sede di Avis Mestre-Marghera.

Ma per chi non è socio dell’Avis di Mestre-Marghera? Venuti a conoscenza delle illustrazione e avendo già preventivato su queste pagine una sorta di “viaggio” della sacca di sangue, abbiamo chiesto al Gruppo giovani di Mestre-Marghera (e naturalmente all’autrice) di poter “donare” per queste feste natalizie le 12 vignette anche a tutti i donatori Avis e Abvs del Veneto.

Un modo per alleggerire anche visivamente il nostro giornale con un inserto che si può anche conservare ed esporre.

Dal prossimo numero, invece, percorreremo passo passo - a puntate - tutto il lungo e complicato percorso del vostro sangue o del vostro plasma dal momento in cui decidete di andare a donare fino al... ricevente. Sarà sicuramente un viaggio affascinante, dove tutti insieme potremo imparare molto, magari rispondendo anche ai tanti “perché” e alle curiosità che ognuno di noi si pone sul “dopo”.

Da quando cioé le sacche (vedi foto) abbandonano il vostro lettino

di prelievo e... (puf) iniziano il loro viaggio. E anche i tanti interrogativi sul “prima”: da quel nuovo e “complicato” questionario che vi ammaniscono ad ogni donazione, alla “confessione” da fare ogni volta nel segreto dello studio medico del vostro centro trasfusionale o di raccolta associativa. Vi salutiamo, augurandovi buone donazioni, con la copertina del calendario di Avis Mestre-Marghera 2018. Avis che ringraziamo, assieme all’autrice Rachele RAK Salmaso, per averci concesso in anteprima le immagini.

La redazione

MESTRE MARGHERA

ANNO

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4/2017 · DONO&VITA · 23

018 GENNAIO_2

RGHERA MESTRE MA

MESTRE MARGHERA

: re donatori di sangue Requisiti per diventa anni; avere tra i 18 e i 60 pesare più di 50 kg; te. godere di buona salu

FEBBRAIO_2018

Esistono diverse tipologie di donazione, con diversa durata del prelievo e specifica quantità prelevata: sangue intero (durata del prelievo inferiore a 10 min. con un volume prelevato di 450 ml); plasma (durata del prelievo 40-50 min. con un volume prelevato di 600-700 ml); piastrine (durata del prelievo 90 min. con una quantità di piastrine nella sacca pari a 50-60 miliardi); donazione multipla di emocomponenti: plasmapiastrinoaferesi (donazione di plasma e piastrine), eritroplasmaferesi (donazione di globuli rossi e plasma), eritropiastrinoaferesi (donazione di globuli rossi e piastrine).

In collaborazione con

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In collaborazion

MESTRE MA RGHERA

MAGGIO_20

18 RGHERA MESTRE MA

In alcuni cas il parto si posi durante o dopo sono verificare delle complic causano con azioni che sistenti emorr con la necess ità di tempesagie, trasfusioni tive sangue.

Per questo dimo tivo è molto importante che il per sonale medico abb la quantità ia a disposizione indispensabidi sacche l’emergenza li per fronteggiare l’incolumità e garantire del suo bamdella mamma e bino.

18 GIUGNO_20

fiamme! In Occhio alletomila persone media cen subiscono delle ogni anno ia! Molte di di ustioni in Ital no bisognoper queste handi sangue trasfusioni ni provocati trattare i dan tua dal fuoco. La servire a donazione può sti traumi. superare que

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e con

MESTRE MARGHERA

SETTEMBRE_2018

e con

In collaborazion

MESTRE MARGHERA

Per molti malati di linfoma, leuhe cemia o altre malattie genetic di rare, l’unica vera speranza miguarigione è il trapianto di o anonim re donato dollo da un o; compatibile iscritto al Registr un malato ha 1 possibilità sure 100.000 di trovare un donato compatibile. Per questo è necessario che chiunque possa si ri iscriva al Registro dei Donato di Midollo.. potresti essere TU quell’1 su 100.000!

Chi ha riportato gravi traumi causati da incidenti di varia natura può aver bisogno di trasfusioni immediate ed in alcuni casi la perdita di coscienza o l’urgenza dell’intervento non danno la possibilità di conoscere il gruppo sanguigno del soggetto, per cui è molto importante avere sempre delle scorte di sangue 0 negativo, che può essere trasfuso a tutti gli altri gruppi.

24 · DONO&VITA · 4/2017 In collaborazione con

In collaborazione con

OTTOBRE_2018

MESTRE MA RGHERA

18 MARZO_20

APRILE_201 8

RGHERA MESTRE MA

Anche in am ortopedica bito di chirurgia al ginocchio(ad esempio, protesi alla colonna, interventi agli arti o essere nec vertebrale), possono arie una trasfusioni. ess In mancanzao più adeguate sco di ospedali son rte di sacche, gli o spe sso cos rimandare le operazioni tretti a programmate disagio del , con conseguente intervento. paziente in attesa di

ndazione tner della Fo L'Avis è par lavora sulle T.E.S., che e legate alla problematichdi organi e tessuti in costruzione e promuove la ricerca laboratorio della biologia e della nel campo nerativa basata sulle medicina rige ali cordonali e cellule stamin principalmente dal adulte, tratte atori volontari. sangue di don

In collaborazion e con

e con

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AGOSTO_2018

MESTRE MARGHERA

MESTRE

MARGHER

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018 Basandosi su valori di solidarietà e generosità più ampi, Avis è riuscita, con un progetto di cooperazione internazionale, a cedere le eccedenze presenti in Italia di un prezioso farmaco come il Fattore VIII, salvavita per gli emofilici derivato dalla lavorazione del plasma, a paesi esteri dove questo manca e i malati vengono curati con estrema difficoltà.

Dalla lav vengono orazione del sangue (fattore VIIricavati i fattori de umano coagula dei veri e I e fattore IX), chlla e costituisczione persone propri farmaci salva ono ette da em vit origine geaff ofilia, una a per ne tic malattia di a. Gli emofi una caren lici della coagza più o meno gra soffrono di facilmente ulazione, per cui ve dei fattori spontanee emorragie esternesubiscono emofilia grao dovute a traum ed interne, normale è ve, per condurre i. In caso di un necessaria con 2 o una terapaia vita continua, fattore ma3 iniezioni di concen ncante a se tra ttimana. to del

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nto di e un interve ua Nell’organizzar ve una cospic trapianto ser gue, perciò anche san di i riserva di situazioni in questo tipo gue sono donatori di san sangue fondamentali. donazioni di Ma quante per un solo occorrono ? di che TRAPIANTO dia 4 sac RENE: in me globuli rossi;media 10 sacche di in CUORE: si, plasma e piastrine, globuli ros di 30/40 sacche in con picchi totale; possono FEGATO: si punte massime di raggiungere che di globuli rossi, sac 0 160/17 sma e 140 di 290/300 di plainterventi e piastrine per e ent delicati particolarmi.. impegnativ

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MESTRE

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Un grazie donatori! sincero a tutti i no stri A volte ce ma dobbiamlo dimentichiamo, o sempre che il no ricord è l’unico, stro sangue per moare prezioso! vero regalo…quello lti più

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GIOVANI IN AVIS

È lucano il coordinatore della Consulta giovani nazionale

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a nuova Consulta Giovani di Avis nazionale ha scelto a Milano il suo nuovo coordinatore. È Francesco Mastroberti, classe 1990, dell’Avis Basilicata ed è stato eletto il 23 settembre assieme al nuovo Esecutivo: Denis Cova (suo vice, Avis Piemonte), Filippo Pozzoli (Lombardia), Natasha Zingales (Marche), Melissa Galanti (Lazio), Alessandro Mendelevich (Liguria) e Francesco Cianfagna (Molise).

La Consulta, preceduta dai saluti e abbracci tra gli ormai “giovani-veterani” e i nuovi membri che per la prima volta intraprendevano questa avventura, è iniziata con i saluti del coordinatore uscente Francesco Marchionni. Francesco ha ricordato tutti i grandi passi fatti dalla sua giovane squadra nei 4 anni precedenti: il forum di 400 giovani a Roma, il meeting estivo ad Olbia, la campagna del novantesimo di Avis, i corsi di formazione sullo Statuto di Avis e sulla chiamata e promozione del sangue.

Per chi non lo sa, la Consulta è l’animo giovanile della nostra asso-

ciazione. È costituita da massimo 3 giovani avisini (tra 18 e 30 anni) per regione, per un totale di circa 60 delegati, ed è chiamata a esprimere iniziative, pareri e consigli agli organi centrali di Avis, nonché a confrontarsi sulle tematiche di promozione del sangue, attraverso appositi convegni organizzati e il confronto tra le varie realtà regionali.

La consulta si esprime poi in Avis nazionale attraverso l’Esecutivo giovani nominato al suo interno. Le attività principali che vengono or-

ganizzate sono: il forum nazionali di tutti i giovani avisini d’Italia e il meeting estivo.

Per il prossimo quadriennio l’Avis regionale Veneto verrà rappresentata dal sottoscritto Kevin Costa (Avis provinciale Verona), Greta Vio (Provinciale Venezia) e Giulia Paron (Provinciale Rovigo).

A Francesco e a tutto il suo nuovo staff un augurio di buon lavoro e coordinamento della potenza giovanile della nostra associazione.

Kevin Costa

Ha 21 anni il nuovo coordinatore giovani Avis regionale

C

ambio della guardia anche al Gruppo Giovani Avis regionale. Dan Leu, 21 anni, padovano, è stato eletto nuovo coordinatore, dopo la fine del mandato, raccoglie il testimone dal veronese Federico Marangoni.

Donatore da un paio d’anni, impegnato nel gruppomAvis di Cartura, alla quale appartiene, Dan è dalla primavera di quest’anno anche segretario dell’Avis del Conselvano.

Ha deciso di mettersi in gioco nella sua realtà avisina e ora anche con i giovani perché considera Avis 26 · DONO&VITA · 4/2017

un tipo di associazione che umanamente arricchisce tanto.

Dopo le feste, mentre si stanno delineando le altre figure che collaboreranno all’interno del gruppo giovani, è prevista una prima riunione per studiare e programmare le attività 2018.

Certamente ci aspettiano novità e nuove idee per propagandare il dono del sangue, e il volontariato in generale, fra i coetanei di Dan e... oltre. Referente per le attività giovanili in Consiglio regionale è Renato Russo da Rovigo.

“Ma chi ce lo fa fare?” Ed è Forum giovani di Treviso

P

er il quarto anno si è svolto il Forum che coinvolge i giovani volontari e donatori della provincia di Treviso. Un evento desiderato, un po’ ripensato, poi confermato, preparato, atteso, infine eccolo, con l’entusiasmo che contraddistingue i ragazzi.

Il titolo “Chi me lo fa fare?” richiamava l’interrogativo che spesso oggi si sente ripetere, per pigrizia o stanchezza. A volte balena anche nella mente dei volontari, pur attivi nel dono di sangue. Anche questi ultimi oltre che testimoni di solidarietà, donatori e amici, sono persone: con pregi, difetti, forze e debolezze. Scelgono solo di dare quel qualcosa in più che molti non possono o non vogliono dare. È normale allora che nel percorso del volontariato vi siano momenti di criticità oltre a quelli sereni. Lo insegnano da secoli i mistici taoisti, lo vediamo ogni giorno (anche se non siamo donatori di sangue). Non esistono il bene e il male in assoluto, non si può definire l’uno senza definire anche l’altro. Non ci sarà mai una situazione che vada bene per tutti, perché le opinioni sono diverse e inevitabili diventano alcuni scontri.

Che cosa fare, quindi, se anche nel volontariato perdiamo la rotta?

Cosa ci dà la motivazione per continuare a “fare” associazione per salvare vite umane? Cosa fare se ci sentiamo soli in una battaglia? La risposta l’hanno data dapprima i

nostri medici: Alessandro Spigariol del Centro trasfusionale di Treviso e Direttore sanitario di Avis, e Tommaso Stecca giovane chirurgo e selezionatore per Avis. Dopo aver ricordato le componenti del sangue, le compatibilità tra gruppi sanguigni e i principali motivi di sospensione, i medici hanno risposto alle domande dei presenti, mostrando il lato umano della professione e i motivi che danno loro la forza di continuare a battersi per una causa che è importante per principio. Sono poi intervenuti il Dott. Nico Paulon, assistente sociale e il Dott. Francesco Uva Psicoterapeuta, impegnati in “Formica ed Elefante”, uno studio di aiuto psico-sociale all’avanguardia per il benessere psicofisico interpersonale. Una panoramica sui valori della società ha evidenziato come capitalismo e consumismo, oggi, hanno reso le persone sempre più “efficienti” e “adattabili” dal punto di vista economico. A scapito però di “investimenti” nei legami affettivi ed etici. La società tende sempre più a un insieme di individui apparentemente “vicini”, ma in realtà “lontani” nella condivisione delle proprie vite. Come spiegare il calo di donatori registrato nelle fasce più giovani? Il comportamento dei giovani è lo specchio di ciò che la società contemporanea propina. È meglio impiegare mezza giornata nell’attesa di donare sangue o fuori dai negozi per comprare tecnolo-

gia superscontata? La risposta la si può immaginare. Il Forum ha poi affrontato i motivi dei conflitti interpersonali tra i membri di una associazione. Il nocciolo è proprio la scarsa o non chiara comunicazione interpersonale. Si generano così incomprensioni e false aspettative sul lavoro proprio e dei colleghi.

Comunicare, comunicare e ancora comunicare è l’unico modo per creare rapporti sinceri e duraturi e per aiutarsi a vicenda secondo necessità-disponibilità. Al Forum anche la testimonianza di Margherita Battistella, una delle componenti della squadra di pattinaggio a rotelle di Motta di Livenza, campione del mondo a Nanchino. La squadra non è stata solo questo, tutte le ragazze sono diventate anche donatrici di sangue. Margherita ha sottolineato come la conflittualità in un gruppo può essere smorzata dal tendere a un obiettivo comune, col supporto di una opportuna leadership.

Ha chiuso in bellezza la serata, lo spettacolo della compagnia teatrale In-Super-Abili di Pieve di Soligo, formata da volontari e da ragazzi con disabilità. Con la loro performance “Pinocchio Secondo Noi” e una simpatia eccezionale, hanno ricevuto uno scroscio di applausi.

Hanno mostrato a tutti come i limiti che abbiamo in alcuni aspetti della nostra vita siano dovuti a condizionamenti mentali, più che a reali difficoltà esterne.

Enrico Michieletto

4/2017 · DONO&VITA · 27

STORIE DI AVISINI

Anche per loro donare sangue è un atto di vera... “fratellanza” di Michela Rossato

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a donazione di sangue moltiplicata per tre… o addirittura per sei! Vengono dalla Marca trevigiana due bellissimi esempi di giovani fratelli donatori. Che oltre alla quotidianità, la camera, i libri e probabilmente anche l’auto, condividono l’amore per il prossimo.

Angelica, Celeste e Vanessa hanno 19 anni e sono tre sorelle gemelle di Fonte. L’11 giugno si sono sottoposte insieme all’iter per l’idoneità, il 5 novembre hanno donato sangue per la prima volta al Centro trasfusionale dell’ospedale di Montebelluna, sempre insieme, stese una accanto all’altra.

All’Avis e alla donazione si sono avvicinate grazie alla mamma, all’invito dei dirigenti associativi del loro paese e a materiale informativo. Con loro, a compiere la stessa scelta e lo stesso percorso, la mamma Doris Frattin.

“Volevamo fare insieme questo passo per aiutare il prossimo - spiega Doris - e perché anch’io, al momento del parto, ho avuto bisogno dell’aiuto dei donatori. Ho sempre

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cercato di far crescere le mie figlie con determinati insegnamenti e valori, come quello dell’altruismo, e vederle donare tutte e tre mi riempie il cuore”.

Pur con un briciolo di ansia e una forte emozione, le tre gemelle hanno donato sorridenti, scambiandosi sguardi complici e “di incoraggiamento”, sotto l’occhio vigile del personale sanitario e del dott. Giovanni Roveroni.

“Stiamo solo facendo quello che tutti possono fare - hanno commentato le tre sorelle - ai nostri coetanei diciamo di pensare anche agli altri, che donare salva vite, fa bene a chi riceve ma anche a chi lo fa, ti fa sentire bene nel fisico e nel cuore.

Abbiamo qualche amico donatore, speriamo di averne anche di più, con l’esempio e il passaparola”.

Esempio che viene anche da Villorba, dai sei fratelli Bonaldo.

I più piccoli, i 18enni gemelli Alessandro e Giacomo, hanno donato per la prima volta poco tempo fa, seguendo l’esempio dei fratelli più grandi Andrea, Francesca,

Emanuela e Stefano, il maggiore, 28enne.

“I nostri genitori ci hanno sempre insegnato che bisogna aiutare gli altri quando se ne ha la possibilità e donare il sangue è un modo per fare molto - dicono - puoi salvare una vita e non ti costa nulla”.

“La mia scelta è anche legata alla storia di un’amica malata di leucemia - racconta Emanuela - Non ho potuto aiutarla a quel tempo, eravamo ancora alle superiori, ma confido che quello che dono tramite l’Avis possa fare molto per altre persone. Non si dona per sentirsi in pace con se stessi, ma perché è giusto, perché può fare la differenza per qualcuno, perché può salvare delle vite”. Insomma, si chiedono tutti e nove: “Perché non si dovrebbe farlo?”

ALIMENTAZIONE E SALUTE

Spezie e proprietà benefiche ultima puntata e tante curiosità a cura di Lisa Baesso biologa nutrizionista

Aneto - L’aneto ha una lunga tra-

possiamo dire che i cataplasmi a base di senape sono usati come trattamento per la decongestione del torace. Il cataplasma si prepara mescolando una parte di senape secca con tre parti di farina e poi aggiungendo acqua fino a formare una pasta lavorabile. L’impasto vie-

dizione popolare. Il suo nome inglese dill, viene dalla parola nordica dilla che significa “cullare”; questo ricorda il fatto che l’aneto era usato come un leggero sedativo, e quindi anche come aiuto per il sonno. cannella e lo zenzero: è un carminativo, un digestivo e uno stimolante. I cataplasmi con il coriandolo vengono consigliati per i dolori articolari.

Come altre erbe aromatiche l’aneto ha la sua prima indicazione come carminativo, viene utilizzato cioè nell’eliminazione delle flatulenze e dei disturbi digestivi.

Cardamomo - Troviamo traccia

Rafano - Il rafano, o “cren” in

veneto, contiene olio di senape che agisce come contro-irritante.

Questo significa che quando viene applicato alla pelle stimola un’irritazione locale e una maggiore circolazione sanguigna, l’effetto finale

dell’utilizzo del cardamomo come medicinale in India e in Cina fin dall’inizio della storia scritta. I suoi usi fondamentali sono analoghi a

ne steso su un telo sottile o su una garza, ripiegata e posata sul torace. Si può lasciare in posizione fino a un massimo di 20 minuti. Attenzione! Non applicate mai la senape direttamente sulla pelle perchè può provocare vesciche e sfoghi.

Timo - L’olio di timo ha dimostrato

quelli della cannella e dello zenzero: è carminativo, digestivo e stimolante.

Coriandolo - Il coriandolo è

un’altra spezia usata come medicina in India e Cina. Questo avviene da migliaia di anni, perfino Ippocrate, si dice, usava il coriandolo come medicamento. I suoi utilizzi principali sono gli stessi di altre spezie aromatiche come il cardamomo, la

ricercato è che il dolore preesistente viene alleviato. Un cataplasma di rafano è un antico rimedio tradizionale per curare l’artrite e i muscoli dolenti. In passato il rafano è stato usato come decongestionante nasale. Mangiare un pò di rafano provoca un’intensa rinorrea (flusso di catarro nasale), un effetto benefico in caso di sinusite o di infezione del tratto respiratorio superiore. Il rafano è inoltre considerato uno dei diuretici vegetali più potenti.

proprietà antispasmodiche, antibatteriche e carminative. Applicato localmente pare abbia forti proprietà fungicide.

Senape - La senape ha mol-

te applicazioni che in precedenza abbiamo visto per il rafano. In più 4/2017 · DONO&VITA · 29

LE SETTE SORELLE: ROVIGO

Tutti i presidenti Avis in Consulta nella nuova Casa Circondariale pagine a cura di Redazione Rovigo

T

utti in…carcere. L’Avis provinciale di Rovigo ha organizzato la prima Consulta dei suoi presidenti comunali presso la nuova struttura carceraria cittadina, il 14 ottobre. Il direttore, dott. Paolo Malato, donatore di sangue, li ha accolti spiegando che questo è un luogo per la riabilitazione inclusiva per chi ha sbagliato, non allontanamento dalla società o isolamento dal mondo. È intervenuto anche l’assistente capo Ciro Liotto che, con il collega Vincenzo Gargiuolo, ha seguito la squadra di calcio a 5 della Polizia penitenziaria di Rovigo che Avis ha sponsorizzato e si è classificata quarto al campionato del mondo delle forze di polizia (con 208 squadre da 54 Nazioni), svoltosi in Olanda dal 9 al 13 ottobre. Con loro anche una squadra della Polizia Penitenziaria di Ferrara che ha visto tra gli sponsor l’Avis comunale ferrarese.

La vice Comandante Ispettore Patrizia Stocco ha portato i saluti del comandante commissario, Sandra Milani. Barbara Garbellini, presidente Avis provinciale, ha aperto i lavori esprimendo gratitudine

verso i presidenti per l’operatività nelle realtà locali. Il dott. Francesco Chiavilli, responsabile del Dipartimento provinciale di Medicina trasfusionale, ha presentato i dati della raccolta aprile-settembre. Dopo una primavera di dati negativi, la ripresa di donazioni ha permesso di inviare sacche in Sardegna, Umbria e Roma. La collaborazione ha permesso, durante l’estate, di lanciare messaggi concordi e di cercare di affrontare al meglio le difficoltà presentatisi, fra cui la più gravosa del personale insufficiente nei tre Centri trasfusionali. Chiavilli ha annunciato che entro aprile

2018 il numero di medici in servizio dovrebbe rispettare l’organico previsto. Ha concluso spiegando il vademecum da condividere con gli associati riguardante alcuni consigli utili da fare prima e dopo la donazione ed ha sottolineato che con la nuova dirigenza della Provinciale si è creata una sinergia che permette uno scambio veloce di informazioni, atte a migliorare la comunicazione anche con i donatori. Si è quindi passati alla presentazione del Progetto scuole, al quale collabora anche il Gruppo Giovani. Il 16 dicembre la Consulta torna a riunirsi per programmare il nuovo anno.

Villadose: un 50° con grande partecipazione giovane

I

l 50° anniversario dell’Avis di Villadose verrà ricordato per molto tempo. Il Consiglio direttivo, presieduto da Antonio Bertaglia, ha voluto che questa ricorrenza fosse speciale, con tanto di messa accompagnata dal coro “S. Cecilia”, diretto dal maestro-sindaco Gino Alessio. Bertaglia nel suo intervento ai donatori ha affermato che l’amicizia è un dono che non conosce limiti e va coltivata sin da bambini.

30 · DONO&VITA · 4/2017

Ecco perciò l’idea del loro coinvolgimento, perché realizzassero dei disegni che parlino del dono, di amicizia e di iniziative per la comunità. Tre argomenti riassunti nelle parole Avis e Aido. I migliori tredici lavori sono stati premiati e saranno pubblicati in un calendario Avis.

Barbara Garbellini, presidente della Provinciale, è rimasta soddisfatta da come i piccoli, attraverso i loro disegni, abbiano saputo rappresentare ciò che è l’Avis: amicizia, cuore

e amore. “Sarebbe bello che questi preziosi lavori diventassero degli slogan da diffondere a livello nazionale, perché esprimono i valori dei donatori”.

Il sindaco Alessio ha sottolineato anche che Avis richiama anche ai concetti di gentilezza e tolleranza, che creano umanità. Ha invitato i genitori presenti a far capire ai propri figli che il gesto del donatore dà speranza a chi lo riceve.

Il presidente dell’Aido Villado-

Un bel concorso letterario per Rovigo

L

’importanza di essere un dono per gli altri è stato il messaggio lanciato alla città di Rovigo dalla 64ª giornata del donatore Avis e dalla 39ª giornata del donatore di organi presso la Pescheria nuova.

Alla consegna delle benemerenze si è aggiunta la premiazione del concorso letterario “Essere un dono” per invitare i soci a spiegare con uno scritto perché è importante essere un dono per gli altri.

Fabio Boaretto nella sezione “Poesia” e Alberto Bombonato sezione “Racconto” sono risultati i vincitori (testi su Facebook dell’Avis comunale Rovigo). Il vicesindaco Ezio Conchi ha sottolineato l’impegno quotidiano dei donatori e il senatore Bartolomeo Amidei ha elogiato il concorso come momento di slancio per il futuro.

All’intervento del viceprefetto vicario Carmine Fruncillo, poi premiato con il distintivo Avis in oro e smeraldo, è seguito il commento del dott. Francesco Chiavilli, responsabile del dipartimento di Medicina trasfusionale dell’azienda Ulss polesana: “Anch’io mi sento parte di questa famiglia, perché continuo a essere un donatore di sangue”. Ha quindi spiegato l’importanza del sangue anche nei trapianti. “I trapianti - ha confermato Loretta Zamberlan, dell’Aido provinciale di Rovigo - sono più

che raddoppiati in questo periodo”. Barbara Garbellini, presidente provinciale, ha aggiunto che serve la collaborazione tra le associazioni del dono, come avviene tra Avis e Aido, ma occorre anche l’aiuto della politica per sveltire le richieste burocratiche.

“Essere donatori è un gesto semplice, ma così importante: c’è sempre bisogno di donatori di sangue e di organi - hanno ribadito Barbara Cavallaro e Paola Pisani, presidenti di Avis e Aido comunali di Rovigo pensando che un giorno potrebbe capitare a chiunque di essere nella condizione di dover ricevere”. Il duo Valentina Piccinini - Elia Menon ha chiuso la mattinata. Il 18 dicembre è di scena “Musica in dono” all’au-

ditorium delle scuole medie Bonifacio, assieme ad Adoces, associazione per la donazione di midollo osseo e cellule staminali.

Uffici di chiamata Adria: c/o Ospedale ”S.M.R. degli Angeli”, Via G. Badini 44 Aperto dal lunedì al venerdi: 8-11 Tel./Fax 0426 40520 Rovigo: Via F. Maffei 5 Aperto dal lunedì al venerdì 9.30-12.30/16-18 - Tel.0425 31611 Trecenta: Via U. Grisetti 265 presso Ospedale “San Luca” Aperto dal lunedì al venerdì 10-14 il mercoledì 15-19 Tel./Fax 0425 590579

se, Luca Frigato, ha ricordato che donare gli organi è una scelta e una presa di coscienza che dona speranza al mondo. Renato Russo, consigliere regionale Avis, ha esortato i giovani a farsi donatori per garantire il ricambio generazionale. Tra i premiati spiccavano Renato Buratto e Armando Rodella, ma anche gli enti che collaborano con Avis e Aido: l’Istituto comprensivo statale di Villadose, il Centro ricreativo giovanile parrocchiale, la Banda “Città di Villadose e l’Amministrazione comunale.

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Nata sotto il segno dei pesci, la Comunale di Ariano Polesine ha festeggiato il suo 50°

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isale al 13 marzo 1967, la nascita dell’AVIS di Ariano Polesine, uno dei Comuni dell’omonima isola del Delta del Po. 50 anni dopo è stato dedicato un week-end per festeggiare il traguardo e i 37 anni dell’Aido.

Le due associazioni sono cresciute negli anni, grazie all’opera di promozione degli iscritti e soprattutto all’esempio dei volontari, che donano agli altri “una parte di sé” e non soltanto il proprio tempo.

Sabato 14 ottobre, Roberto Stefanini, presidente dell’Avis, ha accolto nella sala della Cultura le autorità, i giovani musicisti delle scuole secondarie di Ariano e Corbola, genitori e insegnanti. Ospiti d’onore sono stati gli ex presidenti dell’associazione che hanno riportato aneddoti sulla forte carica di altruismo di tanti volontari.

Il numeroso pubblico ha applaudito orchestra e coro “Joao Turolla” preparati dai docenti Luca Bellan, Antonella Cassetta, Sabina Baratella, Danilo Lo Presti e Roberto Felloni. L’insegnante Alessandro Canna-

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tà ha poi presentato i disegni e le due tele dedicati alle associazioni dagli alunni ed esposte durante la serata. Stefanini ha affermato che il volontariato è la sentinella che avverte e interviene per prima nei bisogni di una comunità ed è sinonimo di partecipazione.

La festa è proseguita domenica con il corteo per il paese, preceduto da due Vespe Piaggio, un’Alfa Romeo e una FIAT 500 del ‘67, dai tamburini e gli sbandieratori di Ariano Ferrarese. La cerimonia religiosa

è stata presieduta dal neo Parroco don Gabriele Fantinati, Era la sua Messa di esordio in parrocchia, proprio in questa giornata, perché fortemente convinto del valore del dono di Avis e Aido. Anche la Fidas Polesana era presente. Per Avis Provinciale è intervenuta la presidente Barbara Garbellini elogiando l’attivismo della Comunale e invitandola a proseguire nel far rete con le altre realtà. A ringraziare gli avisini da parte delle istituzioni, era presente l’Assessore Camisotti.

A Boara Pisani un corso di primo soccorso

artito il 14 settembre il progetto “Think4Life”, voluto dal nuovo Direttivo della Comunale di Boara Pisani, grazie al contributo del Centro Servizi Volontariato della provincia di Padova.

“Think4Life” è un invito a pensare alla vita: il numero 4 sono i minuti massimi per un intervento tempestivo in caso di crisi cardiaca o respiratoria. Il fine del progetto è avvicinare le persone al primo soccorso, fornendo indicazioni che possono essere ritenute banali, ma in realtà sono vitali. Il “calcio d’inizio” della iniziativa di promozione associativa e impegno sociale è stato dato dalle squadre degli allievi e giovanissimi del Gruppo sportivo calcistico 32 · DONO&VITA · 4/2017

di Boara Pisani con una “partita del cuore”. È quindi partito il ciclo di lezioni aperte alla cittadinanza, tenute da personale qualificato dell’As-

sociazione Blu Soccorso di Lusia.

L’elevata richiesta ha creato una lista d’attesa, già si pensa quindi di riproporre l’iniziativa.

LE SETTE SORELLE: VICENZA

Tutti i Comuni dell’Alto Vicentino di Avis Schio hanno un “segno” pagine a cura di Enrico Iseppi

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on 208 nuovi donatori nel 2016 e già 219 a settembre di quest’anno (con un 40% di donne), l’Avis Schio Alto Vicentino ha festeggiato con ottimismo e guardando ai giovani il suo 60° compleanno. In testa alla classifica regionale per numero di donatori, 3.900 effettivi, ha raccolto lo scorso anno oltre 7mila donazioni tra sangue, plasma e piastrine.

Un bel traguardo per l’associazione guidata da Giulio Fabbri, celebrato il 28 ottobre anche con l’inaugurazione di una scultura dell’artista scledense Mario Converio, collocata a Torrebelvicino, l’unico comune della zona che ancora mancava di un simbolo avisino. Negli altri, infatti, già esistono parchi giochi, il ponte tibetano (Valli Pasubio), manufatti e strutture donati o intitolati all’Avis.

L’anniversario, al quale ha partecipato anche il presidente della

Provinciale Marco Gianesini, è stato occasione per ripercorre la storia particolare dell’Avis Schio Alto Vicentino, nata a seguito di un incidente stradale lungo la strada del Re (a Valli Pasubio), nel settembre del 1956. Un pullman precipitò nel burrone e per i feriti ricoverati all’ospedale De Lellis si rese necessario molto sangue. Scattò una chiamata pubblica, che trovò una risposta

straordinaria da parte della popolazione di tutta la zona.

Si dice che questa risposta salvò almeno dodici persone. Da lì alla fondazione dell’Avis, l’anno successivo, il passo è stato breve. Da allora il dono del sangue è entrato a far parte della quotidianità e il messaggio della solidarietà è entrato e continua ad entrare nelle case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro.

Cinque Avis insieme per Riso fa BuonSangue

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e Avis comunali Valdagno, Castelgomberto–Trissino, Brogliano, Cornedo Vicentino e Recoaro Terme hanno accolto insieme lo spettacolo di “Riso fa buon sangue” al Parco La Favorita di Valdagno. La presentazione era affidata a Barry Mason, affiancato da Enrico Cibotto. Si sono poi esibiti Paolo Favaro, con l’amato Gino Bueghin, duo Marco&Francesco, Francesco Damiano e l’intraprendente unica donna comica Giusy Zenere. Voce del format, che canta agli spettacoli, ma sa anche incarnarne i sentimenti più nobili, Enrico Nadai. La promozione del sangue è stata testimoniata dai presidenti presenti: Cesare Meg-

giolaro di Valdagno, Doris Battilana di Brogliano, Gaetano Luigi Bolzon di Cornedo e Severino Caiolotto di Recoaro Terme. Per Avis regionale era presente il vice presidente Roberto Sartori. L’assessore alle politiche sociali Rina Loredana Lazzari ha sottolineato come tali iniziative

rafforzino il senso di comunità. Valdagno è anche “Città che dona”. È l’iniziativa che vede insieme Avis, Aido e Admo per informare tutti i neo-maggiorenni su come diventare donatori di sangue, tessuti, organi o midollo osseo. Un gesto che salva non una, ma tante vite.

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LE SETTE SORELLE: VENEZIA

Avis Venezia, i giovani, i selfie nell’ultima assemblea in laguna pagine a cura di Giorgia Chiaro

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a Scuola Grande di San Teodoro ha ospitato, il 1° ottobre, la festa dell’Avis comunale di Venezia, molto partecipata. Novità di quest’anno è stata la premiazio-

ne dei soci non più attivi con almeno 149 donazioni.

Premiati anche i 23 vincitori del concorso borse di studio indetto per gli studenti dell’ultimo anno

Cambio della guardia al Servizio civile e Gianluca Forcolin va a... Donà (a San)

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ambio della guardia all’Avis di San Donà, l’unica Comunale della Provincia di Venezia ad accogliere un volontario del Servizio Civile Nazionale.

Ha infatti da poco iniziato la propria esperienza la giovane Cristina, raccogliendo il testimone da

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Cristiano, che prosegue in Avis come volontario. La comunale di San Donà ha inoltre accolto il vice presidente della Giunta Regionale Gianluca Forcolin, che ha deciso di dare il buon esempio e diventare donatore. Eccolo in foto.

Giovanni Laviola

delle scuole superiori di Venezia insulare, diventati donatori.

La giornata è stata occasione per ricordare le numerose attività svolte in questi ultimi mesi dalla Comunale: la gara ciclistica Avis Venezia organizzata con U.C.I. Lido, la XII Regata su Caorlina, la distribuzione di 6mila segnalibri Avis nelle biblioteche comunali e universitarie a Venezia e isole, l’evento di sensibilizzazione al Grest della laguna nord e la collaborazione con la squadra di calcio Net.Uno Lido Femminile.

Tra le nuove iniziative ricordiamo infine la prima edizione del Concorso fotografico “Dona con un selfie” che dal 14 giugno ha messo in gioco una trentina di soci che hanno promosso a colpi di hashtag, frasi di sensibilizzazione e foto, il dono del sangue sui social network.

Vincitrice una ragazza di 19 anni che ha all’attivo già 18 donazioni di sangue e plasma e che siamo sicuri in futuro darà grandi soddisfazioni anche operando nella nostra Comunale!

Davide Del Negro

Chioggia: i SuperEroi del Carnevale d’estate

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Sottomarina il Carnevale arriva d’estate! E l’Avis ovviamente non può mancare...

Quest’anno il carro allegorico avisino era a tema “SuperEroi” e ha promosso il dono del sangue con un messaggio forte e chiaro: “Vuoi essere un supereroe anche tu? Dai potere al tuo sangue! È un bene per te e per gli altri.

C’è sempre bisogno di un esercito di SuperEroi. Perchè noi donatori Avis per quel gesto di altruismo che facciamo in modo periodico, siamo dei SuperEroi!”.

Parecchi donatori si sono travestiti da supereroi per accompagnare il carro e sensibilizzare, in modo originale e simpatico, la donazione di sangue. La musica degli Anni ‘90, invece, è stata protagonista a Chioggia, dove l’Avis ha scelto la musica di Stereocittà con l’evento 9.0, riti e miti degli anni ’90 e gli

acclamatissimi ospiti Marvin e Andrea Prezioso per promuovere la donazione di sangue in occasione della Notte Bianca Avis. Con lo slogan “15 minuti che valgono una vita Dona Sangue!”, l’associazione ha approfittato di questo momento di aggregazione e intrattenimento per raccogliere promesse di donazione di giovani di tutte le età e far capire che l’Avis non è solo donazione, ma anche famiglia e divertimento.

Andrea Boscolo Cappon

Cavarzere, connubio giovani, sport e Avis

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ontinua il rapporto di collaborazione tra l’Avis “G. Guarnieri” di Cavarzere e Cona e la Società di calcio A.S.D. Calcio Cavarzere, rinnovatosi anche quest’anno tramite la donazione di 150 kit per allenamento distribuiti a tutti gli iscritti, dai pulcini alla prima squadra che milita nel campionato di prima categoria, girone D Veneto.

L’obiettivo è quello di fare entrare nelle famiglie il messaggio di solidarietà della donazione, intesa come regalo di vita a chi si trova nelle condizioni di bisogno. Il presidente Avis Paco Massaro ha consegnato il kit ai ragazzi dell’attività di base e il presidente onorario Luigi Sturaro alle squadre di agonismo. Lo scorso anno erano state donate le maglie da gioco che la squadra allievi continua a sfoggiare con orgoglio durante le gare del campionato regionale.

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Sempre di più le uniformi che... per donare invadono i CT di Portogruaro e Treviso

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uando l’Avis chiama, i militari rispondono! Il 5° Reggimento artiglieria terrestre lanciarazzi “Superga” di Portograuro (Ve), con il comandante Colonnello Edmondo Dotoli, ha aderito con entusiasmo all’iniziativa promossa dall’Avis di Portogruaro per far fronte al calo generale delle donazioni.

Il reggimento, che già conta di diversi donatori, ha risposto in modo molto significativo alla campagna di sensibilizzazione, contribuendo alla raccolta di sangue e all’aumento del numero di volontari sottopostisi all’idoneità e che diventeranno donatori periodici presso il Centro trasfusionale cittadino. “Una manifestazione concreta di solidarietà degli uomini e delle donne del 5° MLRS (Multiple Launch Rocket System) Superga - ha sottolineato il personale sanitario dell’ospedale di Portogruaro - che permetterà di salvare la vita a molte persone”.

“Ringraziamo gli artiglieri e in particolare il colonnello Dotoli per il bellissimo gesto - commenta Rino Ferlauto, presidente dell’Avis di Portograuro - che hanno recepito e fatto proprio il messaggio di solidarietà lanciato durante l’incontro avvenuto qualche mese fa presso la Casema Capitò, per parlare di donazione e di solidarietà. Ci auguriamo che questo cammino continui nel segno del dono e dell’altruismo”.

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ammino che l’Avis provinciale di Treviso percorre già da anni assieme all’Ulss 2 Marca trevigiana. Ha avuto il suo momento clou il 25 ottobre al Centro trasfusionale di Treviso, con una straordinaria adesione a “Uniformi nel donare”, la giornata della donazione di sangue delle Forze dell’Ordine. 71 agenti, quasi il doppio di tutte le altre edizioni, ha aderito al decennale dell’iniziativa. Ben 46 persone vi si sono avvicinate per la 36 · DONO&VITA · 4/2017

prima volta, sottoponendosi all’iter per l’idoneità.

Al Ct sono giunti agenti di Polizia di Stato, Penitenziaria, Provinciale e Locale, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco, l’Aeronautica e per la prima volta i militari dell’Esercito.

“Una risposta incredibile che conferma sensibilità e altruismo di tutte le forze dell’ordine, che oltre a vigilare e rischiare la propria vita ogni giorno per i cittadini, si spendono in prima persona anche per i malati - ha detto entusiasta la presidente della Provinciale, Vanda Pradal - oggi tutti insieme, nei prossimi mesi in silenzio, senza clamori ma con costanza, com’è nel loro stile. È un esempio di senso civico molto forte indicato alla popolazione”.

La singolare iniziativa è partita nel 2007 sotto il patrocinio del questore

di Treviso, da un’idea del dott. Claudio Di Paola. Nonostante i continui trasferimenti e cambi d’incarico tipici di queste professioni, i donatori in divisa in provincia sono sempre circa 600, con il 5% di donne. In percentuale, i tutori della pubblica sicurezza mantengono un buon 2% sul totale dei donatori (quasi 33 mila) della Marca trevigiana.

LE SETTE SORELLE: TREVISO

Ritrovare le nostre motivazioni in 90 anni di storia dell’Avis di Vanda Pradal presidente Avis provinciale

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a “Chi ce lo fa fare?” è stato il titolo-provocazione che i giovani Avis della Provinciale Avis di Treviso hanno voluto per il loro quarto Forum (di cui parliamo a pagina 27, ndr). L’interrogativo nasce dall’idea che scegliere di donare richiede spirito di iniziativa e una buona dose di sensibilità.

Non è affatto una scelta scontata. È, per certi versi, una scelta controcorrente. Soprattutto quando la corrente che appare prevalere nel contesto in cui viviamo è quella dell’agire comodo, dell’evitare il coinvolgimento personale e le scelte che impegnano durevolmente.

E non di rado quella dell’interesse particolare. È l’interrogativo che inevitabilmente accompagna i momenti di fatica all’interno dell’associazione, i momenti in cui sembra che, nonostante lo spirito che dovrebbe accomunare tutti, non ci si capisca o non si trovino soluzioni. È in questi momenti che rimbalza inevitabilmente la domanda: “chi ce lo fa fare?”. È l’interrogativo che ciascuno di noi dovrebbe non evitare, ma praticare fino in fondo. Perché la risposta non può che essere del tutto personale. Nient’affatto scontata. Dove cercare riferimento per rispondervi? In novant’anni di storia. In novant’anni di esperienza di volontariato che ha fatto crescere la coscienza etica, la cultura, la civiltà delle nostre comunità. Che ha prodotto legami veri, saldati dalla logica della gratuità.

Legami che mostrano quanto può essere ricca l’umanità quando supera la prospettiva dello scambio mercantile e dell’obbligazione ed entra in quella del dono, del prendersi cura disinteressatamente dell’altro e particolarmente di chi è

in situazione di fragilità. Una storia che nel contempo ha dato realizzazione alla nostra stessa umanità intessuta di fiducia, promesse reciproche, cooperazione, aspettative, ma anche rispetto dei tempi di ciascuno, perdono reciproco, condivisione di conoscenze e di beni.

E poi ancora scambio di significati, di esperienze di progetti, di sogni, di fatiche, di momenti di sconforto. Insomma, vita vissuta che parla di spirito di servizio. Il cui lessico quotidiano è fatto di parole come onestà, affidabilità, obiettività, imparzialità, correttezza, trasparenza e riservatezza. A noi tutti la responsabilità di conservare questa visione, di mantenere la rotta, oltre

le politiche di “piccolo cabotaggio” collegate, magari, a ricerca di utilità o visibilità particolari. A noi tutti la responsabilità di salvaguardare lo spirito autentico della nostra Associazione per altri 90 anni.

Ricordiamo che scade il 28 febbraio 2018 il concorso “I Volti del dono”. I donatori possono inviare la foto del loro viso a ivoltideldono@avisprovincialetreviso.it completo di nome, cognome, Avis di appartenenza e luogo dello scatto.

Tutte le foto vengono inserite nel sito www.avisprovincialetreviso. it per essere votate. Il volto con il maggior numero di “Mi piace” sarà premiato durante l’assemblea provinciale a marzo 2018.

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La due giorni di Caorle per lavorare in gruppo superando confini, generazioni e campanilismi

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na settantina di volontari avisini tra presidenti, consiglieri e ragazzi del Gruppo Giovani, ha partecipato il 14 e 15 ottobre al corso di formazione organizzato dall’Avis provinciale di Treviso a Caorle. Appuntamento fisso, è organizzato per imparare a lavorare in squadra e riflettere sul proprio impegno. Suddiviso in momenti “teorici” e lavori di gruppo, con un confronto finale su ciascun argomento, il corso ha visto l’intervento del prof.

Lorenzo Biagi, docente di antropologia filosofica, etica e pedagogia sociale. Ha ripercorso la “storia” affascinante del dono, le sue sfaccettature, i significati e le interpretazioni attribuiti al dono nel corso del tempo. La figura del volontario e del leader, come la società vede il volontariato del sangue e il ruolo dell’avisino oggi sono gli aspetti affrontati con l’aiuto dei formatori Carlo Donadel, esperto di discipline della comunicazione interpersonale, la psicologa Sonia Marcon e la pedagogista Federica Dal Mas. “La formazione è per noi primaria, avere i nostri dirigenti, e non solo, capaci e preparati a trasmettere il valore necessario per una società che rispetti i bisogni del più debole e attenta a promuovere l’unione sociale rimane imprescindibile. Oltre a questo, fare squadra, ritrovarsi insieme, diventa un confronto importante per rafforzare le motivazioni delle nostre scelte che portano al dono - commenta Vanda Pradal, presidente della Provinciale - l’obiettivo è anche di abbattere il campanilismo e lavorare in squadra, in un’unica grande Avis”.

Tra i partecipanti di questa edizione 2017, oltre all’Esecutivo provinciale e molti componenti del Direttivo, anche una giovane dalla provincia di Belluno, il presidente dell’Avis provinciale di Venezia Tito Livio Peressutti e il consigliere di Avis nazionale Gino Foffano.

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E l’Avis “stende” anche Marcon

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l presidente della Provincia di Treviso, nonché sindaco di Castelfranco, Stefano Marcon, ha donato il sangue il 9 novembre presso il Centro trasfusionale castellano. Da sempre vicino all’Avis, Marcon ha tenuto fede alla promessa di tornare a donare, dopo la mattinata di “donazione degli amministratori comunali”, con partecipanti di ogni schieramento politico, organizzata lo scorso anno. Ad accoglierlo la responsabile del Ct dott.ssa Cristina Tassinari e il presidente dell’Avis di Castelfranco, Osvaldo Rossi (in foto). Altri consiglieri e assessori comunali, nei mesi scorsi, hanno fatto lo stesso.

Il “mondo” del dono Fiods al Tempio

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empio internazionale del donatore di sangue di Valdobbiadene sempre più al centro dell’attenzione… mondiale! Il Direttivo della Fiods (Federazione internazionale organizzazioni donatori di sangue), in Veneto per il seminario del 27 e 28 ottobre a Cison di Valmarino (Tv), ha fatto tappa a Pianezze per vedere da vicino uno dei luoghi simbolo dell’altruismo.

Una mattinata resa unica dal panorama suggestivo che ha lasciato tutti a “bocca aperta”, complice anche un bel sole! Ad accompa-

gnare la delegazione (composta da rappresentanti delle associazioni e medici di Algeria, Tunisia e Marocco, America Latina, Europa) c’erano la presidente dell’Avis provinciale di Treviso, Vanda Pradal, con il vice Davide De Blasi, Andrea Dalla Longa per Avis di Valdobbiadene (con cui ha collaborato il locale Gruppo Alpini - Ana), Angelo Valente per il Comitato Tempio e il consigliere di Avis nazionale Gino Foffano.

Molto apprezzata pure la tappa alla Casa degli Alpini di Valdobbia-

dene per una degustazione (grazie anche all’Avis locale) del famoso e rinomato prosecco.

A settembre il Tempio aveva ospitato, come da tradizione, la festa dell’Avis provinciale trevigiana che ogni anno “raduna” centinaia di dirigenti e consiglieri delle Avis comunali della Marca, per un confronto alla ripresa di tutte le attività associative. Novità di questa edizione è stata l’organizzazione dell’intera giornata affidata al Gruppo Giovani Avis provinciale.

Pane e... caffè, per la promozione e per la ricerca

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a Confartigianato Imprese Marca trevigiana sostiene la campagna di sensibilizzazione al dono dell’Avis, distribuendo nei panifici i sacchetti con la scritta “Donare è una sana abitudine, semplice come il pane: vieni a donare anche tu”.

Per aiutare la ricerca, invece, continua il viaggio attraverso le Avis e le Amministrazioni comunali della tazza gigante “Dona un caffè per la ricerca” messa a disposizione della Provinciale a cui può essere richiesta.

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LE SETTE SORELLE: BELLUNO

Dall’Assemblea un obiettivo e una sfida: arrivare a 10mila! pagine a cura di Barbara Iannotta

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ffollata assemblea autunnale dell’Abvs in sede a Belluno.

Ricca di soddisfazioni, come espresso dalla presidente provinciale Gina Bortot, a partire dal numero dei donatori e dall’andamento delle donazioni al 31 ottobre 2017.

Il risultato è frutto del buon lavoro svolto dalle dipendenti, ma soprattutto dall’eccellente risposta dei soci.

I donatori attivi si attestano a 6.256 (circa 250 in più rispetto a due anni fa): un saldo così positivo non si vedeva da tempo! Le donazioni totali effettuate sono state 8.436 (tra le quali 659 plasmaferesi e 395 prime donazioni). Rispetto

all’isoperiodo 2016 si registra un aumento del 7,14% per quanto riguarda le donazioni totali. Più corposo l’aumento delle prime donazioni che si attesta al 21%, mentre le plasmaferesi sono aumentate del 25%. Per quanto riguarda il 2018 l’obiettivo posto è ambizioso, ma non irraggiungibile: 10.000 donazioni. Sono stati, infatti, riconfermati gli impegni, da parte del Dimt locale, a sopperire alle esigenze intra ed extra regionali. È stata, inoltre, presentata la continuazione dello studio del percorso sugli aspiranti donatori. Il campione considerato è quello degli aspiranti che si sono sottoposti alla visita

di idoneità nel corso del 2016, che sono stati 595: di questi, sono diventati donatori effettivi in 411, ovvero il 70%.

Uno spread fisiologico dovuto a molteplici fattori che ci deve spronare a lavorare sempre più per avvicinare alla donazione più persone possibili. Per fare ciò, l’Abvs si sta muovendo su più campi. In particolare, quest’anno è data grande importanza alla promozione nelle scuole, alle quali sono state proposte le attività del Progetto Scuola Avis Veneto. Sono già 7 le scuole che hanno richiesto l’intervento degli operatori, per un totale di 273 studenti coinvolti nel progetto.

A ottobre hanno esordito i SuperEroi dell’Abvs

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’esordio dei SuperEroi! A ottobre hanno fatto capolino, a sostegno dell’Abvs, due nuovi sostenitori. Le occasioni per mettersi in mostra sono state la festa per i 40 anni del Comitato d’Intesa e per i 20 del Centro Servizi per il Volontariato (svoltasi in Piazza dei Martiri il primo ottobre), nonché la 24 ore di San Martino, la classica podistica ove, come di consueto, l’Abvs ha partecipato con una propria squadra.

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Notizie in breve e immagini dalle nostre sezioni Dalle marce in montagna e pista al... “Pastin”

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el segno della collaborazione volta alla promozione del dono del sangue, le sezioni Abvs afferenti alla zona 3 (Alpago-Longarone-Zoldo) hanno partecipato alla nota gara “3 ore in pista” con ben cinque squadre. Grazie alla disponibilità del Gs Quantin, anche le loro compagini hanno orgogliosamente portato con sé il logo Abvs durante le prove.

Ottimi i piazzamenti ottenuti: e come poteva non essere così con una carica come quella dei donatori di sangue? Ecco i nomi delle squadre: Quantin Abvs Zona 3, Abvs Quei In Vena De Corar, Abvs I Globuli Rossi, Abvs Piastrine Sprint, Abvs Gocce Rosse, Abvs Corri E Dona.

Stefania Saviane

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l 28 ottobre, nell’ambito della festa “Pastin in Piazza”, le sezioni Abvs di Belluno, Bolzano Bellunese e Castion hanno curato la serata musicale. Nonostante la temperatura non proprio mite, sono state molte le persone che si sono fermate ad ascoltare la performance dei Settantautore: una selezione musicale di brani dedicata ai cantautori dei mitici anni 70/80.

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i è rinnovata, per il settimo anno, la Marcia di San Giovanni organizzata dalla sezione Abvs di Domegge di Cadore.

La gara, originariamente prevista per il 25 giugno, si è disputata il 3 settembre: 141 i concorrenti divisi tra donatori, non donatori, simpatizzanti, famiglie con figli piccolissimi al seguito, giovani ed anziani.

La gara, infatti, è adatta a tutte le persone che hanno voglia di trascorrere alcune ore in montagna, accompagnati da una splendida cornice naturale e da una sana allegria. Quest’anno, il trofeo del 1° donatore classificato era dedicato alla memoria di un compianto cit-

tadino di Domegge, Enrico Cian Toma, scomparso prematuramente

l’8 gennaio 2017, da sempre sostenitore delle iniziative della sezione.

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LE SETTE SORELLE: VERONA

Festa del Volontariato a Verona, Avis colonna portante in piazza pagine a cura della redazione di Verona

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rganizzata e proposta come sempre dalla Federazione del Volontariato di Verona, la festa delle associazioni di volontariato si è svolta il 1° ottobre in piazza Brà. Era occasione per ricordare sia i vent’anni di costituzione, sia quanto fatto in questo periodo da chi coordina gran parte del volontariato veronese. Sono 427 le associazioni seguite dal Centro di Servizio per il Volontariato provinciale, una sessantina delle quali sono Avis. Una ricchezza sociale che spazia a 360 gradi nel panorama del volontariato e che fornisce silenziosamente servizi altrimenti non garantiti.

Un volontariato in crescita, quello veronese, in quanto sono più le associazioni che si costituiscono rispetto a quelle che cessano, ma anche un volontariato sempre più motivato e conscio dei costanti aggiornamenti associativi, specie ora che è in fase di attuazione la riforma del Terzo Settore.

Una riforma che, raggruppando l’intero settore, ha l’intento di mettere finalmente ordine a una infinità di leggi e leggine i cui esiti, una volta a regime, saranno la trasformazione delle attuali Onlus in Enti del Terzo Settore, la sostituzione del Registro regionale del Volontariato con quello Unico Nazionale chiedendo, giustamente, ancora più attenzione e trasparenza.

Aumenteranno altresì gli ambiti del volontariato, potranno confluire nei servizi dei Csv anche le associazioni prima escluse e molto altro ancora. Argomenti discussi in piazza e nei gazebo delle oltre novanta associazioni presenti in piazza, tra le quali l’Avis provinciale di Verona (con le Comunali di Verona e Bussolengo). Ampio spazio è stato du-

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rante la giornata ai ragazzi del Servizio civile e alle loro attività, si sono tenute quattro conferenze su tematiche legate al volontariato ed alla cittadinanza attiva, delle quali una è stata la vetrina del marchio etico di certificazione “Merita Fiducia”, sinonimo di trasparenza e serietà.

Un marchio riconosciuto a quelle associazioni che hanno completato un percorso valutativo orientato ad analizzare la propria dimensione

organizzativa, gestionale, la condivisione di buone prassi nel campo della rendicontazione, della comunicazione e della raccolta fondi.

Undici sono le associazioni meritevoli e tra queste anche le nostre Avis di Palù e Terrossa.

Infine, al calar della sera, musica con un dj set ai piedi dell’Arena, quasi ad avvolgere l’happening legato all’evento mondiale “Terzo Paradiso”.

Stefano Costa

Borgo Trento: tu doni, i figli giocano

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entre i genitori donano… i figli giocano. Anche per gli iscritti di Avis, Asfa e Fidas Verona è entrato in attività, grazie alla cooperativa sociale Cercate, il primo spazio bimbi all’interno dell’ospedale di Borgo Trento, di fronte all’accettazione.

Chi si reca al Centro trasfusionale, infatti, può lasciare gratuitamente per un’ora e mezza a delle educatrici i propri piccoli tra i 13 mesi e gli 8 anni. Con l’iniziativa si intende agevolare la donazione, specie quando i genitori non

possono contare sull’aiuto di nonni o altre figure di riferimento.

Condividere i problemi, trovare assieme le possibili soluzioni

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a fine dell’anno è solitamente tempo di bilanci su quanto è stato fatto, sugli obiettivi raggiunti e su quanto si può e si dovrà fare per migliorare e raggiungere la mission della nostra associazione: garantire il sangue e i suoi componenti a tutti gli ammalati che ne hanno bisogno.

Anche nel 2017, nonostante l’impegno e gli sforzi dei donatori e dirigenti veronesi, non si è riusciti a raggiungere l’autosufficienza del Dipartimento (Dimt) di Verona, dovendo ricorrere alla cessione di sacche da parte di altre province venete o altre regioni. Consapevoli che le criticità e le difficoltà vanno affrontate insieme, l’Avis provinciale e le Avis comunali stanno continuando a collaborare, condividendo l’analisi dei problemi del territorio e le possibili soluzioni.

L’hanno fatto anche ad ottobre durante la consulta dei presidenti e dirigenti comunali e del Consiglio direttivo provinciale, presso la baita degli alpini di S. Giovanni Lupatoto.

Più dei due terzi delle Comunali

erano presenti, con uno o più componenti dei propri Direttivi. In particolare ci siamo soffermati su tre argomenti principali: la chiamata, la prenotazione e l’accoglienza del donatore nei Centri trasfusionali, indispensabili per raggiungere l’obiettivo di recuperare l’autosufficienza provinciale.

La chiamata al donatore è attuata dalle Associazioni è necessaria per una puntuale programmazione ed è importante per la fidelizzazione. Serve per supplire alle carenze della prenotazione spontanea, allo scopo di coprire il fabbisogno dei nostri ospedali. La prenotazione delle donazioni, che nella provincia ha raggiunto il 90% lasciando la scelta al donatore per preservare la spontaneità del gesto, segue criteri organizzativi che tengono conto del fabbisogno settimanale prestabilito, per tipo di donazione e per gruppo sanguigno.

C’è poi il servizio di accoglienza in tutti i Centri di Raccolta della provincia svolto da volontari che accolgono, informano e assistono

i donatori e gli aspiranti, rendendo il percorso di ciascuno più semplice. Naturalmente, perché tutto il sistema funzioni bene, è necessario il contributo di tutti, dobbiamo condividere i problemi, ma anche le soluzioni possibili.

Ancora una volta ringrazio a nome mio e del Consiglio direttivo provinciale, tutti i donatori per il gesto di altruismo che continuano a fare.

Tra i buoni propositi per il 2018, l’invito a donare almeno due volte all’anno, come già chiesto nella lettera recapitatavi con il numero di giugno di “Dono&Vita”. Buone feste a voi e ai vostri familiari.

Michela Maggiolo presidente Avis provinciale

Angiari è da 50 anni un paese in “vena di solidarietà”

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d Angiari la solidarietà corre nelle vene da 50 anni! Tanti ne ha festeggiati quest’anno l’Avis comunale, presente Bruno Teboni, primo presidente e attuale presidente onorario. Dal 1967 sono stati fatti tanti passi e la nostra Co-

munale, per quanto piccola, è in continua crescita, grazie anche ai tanti giovani che hanno accolto il messaggio di solidarietà diventando donatori. Tanti i presidenti che si sono succeduti dopo Teboni: Luigi Piva, Annamaria Marconcini, Claudia Pasqualini e l’attuale presidente in carica Carlo Belfiori.

I festeggiamenti sono iniziati a luglio con la Festa della Pizza, arrivata alla sua quarta edizione, animato dallo spettacolo tenuto dalla compagnia Burlesque&Cabaret Verona, accompagnato dalla musica jazz del gruppo The Hot Tea Pots.

La novità dell’anno è stato il primo torneo di calcio Avis categoria “Piccoli Amici”, accanto all’esposizione dei disegni degli alunni della scuola

primaria di Angiari, a seguito dell’incontro formativo con Avis a febbraio. L’anno speciale è proseguito con la partecipazione alla 24ore di calcio con una squadra tutta nostra e la conquista del quarto posto! A concludere in bellezza è stata la 50° Festa del donatore con lo spettacolo degli sbandieratori di Megliadino che ha accompagnato il corteo lungo le vie del paese, seguito dalla premiazione dei donatori benemeriti e dalla festa insieme. Tante occasioni e iniziative create, tanto lavoro svolto con entusiasmo per un unico fine: invitare a donare sangue! Ad oggi siamo riusciti nel nostro intento, ma proseguiremo ancora per aumentare la nostra famiglia!

Avis Angiari

4/2017 · DONO&VITA · 43

Adigemarathon per 1400 gommonisti

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ltre 1400 persone hanno partecipato all’Adigemarathon, originale manifestazione di gommoni sul fiume Adige, svoltosi in una calda e assolata domenica di ottobre. Tra le imbarcazioni più ammirate, quella in rosa delle donne.

Tappa obbligata il ristoro avisino, organizzato dalle Avis di Pescantina, Settimo e Balconi, a cinque chilometri dall’arrivo, per i volontari un impegno ricco di emozioni e soddisfazioni. Un grazie a tutti i coloro che hanno messo a disposizione tempo, lavoro e materiali.

Nogara-Gazzo: il “basket in compagnia” coinvolge tutti

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l palazzetto dello sport di Gazzo Veronese grande successo, il 29 ottobre, per “Basket in compagnia”, il mini torneo organizzato da Avis Nogara Gruppo di Gazzo Veronese, in collaborazione con Basket Grandi Valli e Gruppo Alpini. “La manifestazione è inserita in un programma di sensibilizzazione al dono e alla solidarietà che il gruppo Avis sta svolgendo sul territorio - spiega la capogruppo Avis Susanna Besutti.

Un lavoro quotidiano, per una cultura del dono sostenibile e continua nel tempo: le giovani generazioni vanno seguite e sensibilizzate al

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mondo del volontariato e in questo contesto si inseriscono bene anche gli alpini, che hanno organizzato un momento conviviale al termine del torneo. Una collaborazione lodevole che va sottolineata e portata a esempio. “La costante presenza sul territorio è una nostra prerogativa spiega Rudy Gobetti, capogruppo Alpini di Gazzo Veronese - e queste collaborazioni a noi danno molta soddisfazione, perché ci fanno stare a contatto con la nostra gente, come ci fa piacere collaborare con Avis, con la quale condividiamo gli stessi principi di solidarietà e volontariato”. Al torneo erano presenti le

squadre Categoria Esordienti tra i centri Minibasket di Gazzo Veronese, Cerea e Isola della Scala (torneo vinto da Isola della Scala), per un totale di circa 60 ragazzi.

Ospiti il presidente dell’Avis Nogara Matteo Fontolan, dell’Avis provinciale veronese Michela Maggiolo, il consigliere Avis regionale Luigi Piva, il sindaco Stefano Negrini e alcuni assessori dell’amministrazione comunale di Gazzo. Tutti a canestro, dunque, con la certezza che a vincere sarà ancora una volta la solidarietà, ancora di salvezza per la nostra società attuale e per le future generazioni.

LE SETTE SORELLE: PADOVA

Incontri di zona, staffette Avis, festa del volontariato e sport

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ncontro di zona, il 25 settembre, fra i componenti dell’Esecutivo di Avis provinciale e i referenti delle Avis comunali di Monselice, Este, Conselve, Montagnana, Stanghella e Granze presso la sede di Avis Conselve. Sono stati analizzati i dati della raccolta, le criticità del sistema, i noti problemi di carenza di personale nei Centri di raccolta.

Il presidente provinciale Luca Marcon ha sottolineato, inoltre, come l’aumento del volume della donazione da plasmaferesi e il rallentamento del percorso donazionale sia una delle cause della diminuzione del numero di donazioni di plasma. tand Avis colorato, il 1 ottobre, alla Festa provinciale del Volontariato in Prato della Valle a Padova. Un appuntamento che ha coinvolto il panorama variegato delle associazioni padovane, che si sono presentate alla città con gazebo, animazioni e laboratori per far toccare con mano a grandi e piccoli il multiforme mondo della solidarietà.

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a attraversato tutti i comuni del Piovese la staffetta del donatore del 17 settembre.

Nata dalla collaborazione tra Avis, Aido e la Cooperativa sociale Magnolia, ha portato il messaggio: “Donare è aiutare la vita!” ed ha avuto il suo momento più emozionante nell’accensione della fiaccola, in Piazza Incoronata a Piove di Sacco.

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Padova: Club Avis Biancoscudata ancora sugli... scudi

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l Club Avis Biancoscudata ha… colpito ancora! Da anni impegnato a diffondere la donazione di sangue attraverso il tifo alle squadre biancoscudate, dal calcio Padova alla formazione femminile, il 21 ottobre il Club ha organizzato con i comuni di Padova e Vigonza il torneo benefico “Un goal per la vita”. È un’iniziativa a favore dell’Associazione malattie metaboliche “Cometa”. Una giornata col sorriso vicino a chi ha bisogno, che ha visto scendere in campo allo stadio Appiani la squadra Avis, le vecchie

glorie del Padova e la Nazionale calcio, composta da clown calciatori. A vincere la solidarietà, com’è

nello spirito di Avis Biancoscudata, spesso ospite di Telenuovo e che potete seguire su Facebook.

4/2017 · DONO&VITA · 45

AVIS&SPORT

Una Venice Marathon con Avis stand e tanti personaggi noti

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penti i flash dei fotografi sulla 32ª edizione della Venice Marathon e si continua a respirare un clima di sport, di famiglia e di salute. È stato un week-end ricco di testimonial e incontri che hanno reso speciale questa edizione. Dal vincitore della scorsa edizione ai grandi sportivi olimpici e paralimpici come Giusy Versace, Massimiliano Rosolino e Alex Zanardi, è stato tutto un susseguirsi di emozioni.

Tre giorni (già dal venerdì era stato allestito lo stand Avis al Parco San Giuliano di Mestre) con protagonisti la salute e lo sport, ma anche la donazione di sangue.

Avis Regionale Veneto è stata presente per promuovere il valore del dono e dello stile di vita sano, valori che abbiamo cercato di diffondere a partire dai ragazzini fino ad arrivare agli adulti, che ancora non conoscevano l’Associazione.

E anche attraverso i nostri runner, che correvano per Avis e la ricerca

di Tes. Vi aspettiamo ancora più numerosi il prossimo anno… intanto, correte a donare!

Allo stand Avis, tra l’altro, Gloria Toffoli, giovane avisina appena arrivata con la “nidiata” del servizio Civile 2017/18. Le abbiamo chiesto le sue impressioni (qui nella foto con Rosolino): “Era la prima volta che partecipa-

vo ad uno stand Avis in una manifestazione così importante. Il venerdì mattina ero carica e ricca di aspettative. Aspettative che si sono concretizzate con anche delle sorprese.

Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere due persone speciali che in comune hanno una grande forza e positività: Alex Zanardi e Giusy Versace. Nonostante la vita li abbia privati degli arti inferiori, loro non si sono abbattuti, hanno lottato e continuano a lottare. Sono stati due incontri che hanno segnato la mia esperienza alla Venice Marathon, perché non bisogna mai perdere di vista le cose essenziali della vita, tra cui la forza di combattere e... vivere. Durante le due giornate ho avuto la possibilità di confrontarmi con realtà diverse da quella italiana… Ho avuto la possibilità di spiegare ad una coppia tedesca di runners che cos’è l’Avis e di che cosa si occupa… Insomma, è stata un’esperienza stupenda e che rimarrà dentro di me per molto tempo”.

Buon sangue... Pagaia veloce. E vincono anche le Panato girls

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ono passati pù di 21 anni dalla la copertina che dedicammo al padre (correva marzo 1996). Oggi facciamo i complimenti di “Dono&Vita” alle sorelle Alice e Cecilia Panato, figlie del pluricampione mondiale Vladi e donatore dell’Avis di Pescantina (Vr).

Il Dna non mente, e come il famoso e plurimedagliato genitore, per le due ragazze sono arrivati quest’anno grandi successi agli Europei e alla Coppa del mondo di canoa. In attesa di vederle, come Vladi, vincenti anche alla donazione del sangue... Bravissime!

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Le atlete dell’Arena Volley di Castel D’Azzano (VR) si mettono in gioco anche sul lettino trasfusionale

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’amichevole, giocata la sera prima, non ha fermato tre giovani atlete dell’Arena Volley, serie B1 divisione femminile, che si sono presentate al Centro trasfusionale dell’ospedale di Borgo Trento (accompagnate da Ariano Feroni, dell’Avis Castel D’Azzano e dal team manager Paolo Facchinetti) per donare il sangue e sottoporsi all’idoneità.

Alessia Mazzi, 36 anni, con il ruolo di capitano, è già donatrice di sangue Avis da circa dieci anni, mentre Giulia Brignole e Marta Bissoli, entrambe ventiduenni, aspiranti donatrici.

“La squadra dell’Arena Volley spiega Simone Guzzetti, vice presidente dell’Avis provinciale di Verona - è già da qualche anno testimonial, oltre che dell’Avis comunale di Castel d’Azzano, anche nostra Provinciale, come peraltro è donatore Avis il suo presidente Fabio Tosi. Ci fa molto piacere accogliere giovani atlete come donatrici e aspiranti”.

Il mondo dello sport è sensibile

all’importanza della salute e all’aiuto del prossimo, ammette Paolo Facchinetti: “In ogni ambito sportivo ci sono atleti che sposano questo gesto”.

“L’Avis Provinciale di Verona ha numerose partnership con le squadre sportive perché la vita sana degli atleti si coniuga bene con la donazione di sangue - aggiunge Guzzetti - inoltre possiamo affermare che i donatori di sangue godono

di un livello di benessere superiore alla media della popolazione. Negli ultimi anni, purtroppo, siamo sempre in emergenza e quindi dobbiamo continuare nella nostra opera di sensibilizzazione e informazione alla cittadinanza. Nel mese di settembre e ottobre c’è stato un aumento di donazioni rispetto ai mesi precedenti e ci auguriamo che questa tendenza sia di buon auspicio per il futuro delle donazioni”.

Solo da... Asolo a Capo Nord, 4170 km in bicicletta

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a percorso 4170 chilometri in diciotto giorni, in bicicletta, da Casella d’Asolo (Tv) a Capo Nord, attraverso Italia, Austria, Germania, Svezia, Finlandia e Norvegia. È l’impresa del cuoco Nicola Andreose, 43 anni, avisino.

Il 21 agosto è partito in solitaria, all’avventura, per divertirsi e “per uno scopo sociale - spiega - attirare l’attenzione sul tema della donazione del sangue”. Per questo sulla maglia aveva il simbolo dell’Avis asolana. “Qualche turista italiano incontrato lungo il percorso mi ha chiesto: anche tu socio Avis? Spero sia un modo di parlarne”. Partito con il caldo afoso, ha avuto come nemico… il freddo, che gli ha impedito di dormire sempre in tenda. La

salita del Grossglockner, in Austria è stata la più dura, gli ultimi giorni i più particolari, perché “non c’era nessuno anche per cento chilometri, al massimo qualche renna che mi attraversava la strada - continua Nicola - Fino a giungere al tratto più bello, l’ultimo centinaio di chilometri, sulla costiera sopra i fiordi. E poi l’ultima salita. A cinquecento metri ho visto la sagoma del Globo e ho lanciato un urlo. Sì, a quel punto mi sono commosso: i turisti che c’erano mi guardavano e mi abbracciavano, dopo aver intuito che ero partito dall’Italia. È stato davvero emozionante”. Nel 2016 Nicola aveva raggiunto Santiago de Compostela in Spagna percorrendo, sempre in maglia Avis, più di 2.200 chilometri.

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48 · DONO&VITA · 3/2017

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 -

Tiratura e diffusione: 101.000 copie

Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIX - n.4 - dicembre 2017 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale -

Dono&Vita Numero 4 - dicembre 2017

Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue. visita il nostro sito: www.donoevita.it

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