Molini d'Italia Ottobre 2023

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ITALMOPA

ANTIM

ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI MUGNAI D’ITALIA WWW.ITALMOPA.COM

Rivista fondata nel 1950

ASSOCIAZIONE NAZIONALE TECNICI DELL’INDUSTRIA MOLITORIA

Molini THE ITALIAN MAGAZINE FOR THE MILLING INDUSTRY since 1950

d’Italia

LA RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA dal 1950

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Anno LXXIV

October Ottobre

2023

IN QUESTO NUMERO IN THIS ISSUE

La disinfestazione con alte temperature Pest control with high temperatures Sanatech 2023: l’agricoltura punta sempre più alla transizione ecologica Sanatech 2023: Agriculture is increasingly aiming at ecological transition

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Molini THE ITALIAN MAGAZINE FOR THE MILLING INDUSTRY since 1950

d’Italia

LA RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA dal 1950

PROPRIETARIO

Summary SOMMARIO N. 10 October OTTOBRE 2023

Associazione Industriali Mugnai d’Italia Via Lovanio, 6 - 00198 Roma

Associazione Industriali Mugnai d’Italia

DIRETTORE EDITORIALE Andrea Valente Presidente Italmopa

DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Vercellone

DIRETTORE TECNICO Lorenzo Cavalli Presidente Antim

Editorial EDITORIALE UNA NUOVA FEDERAZIONE DI RIFERIMENTO DELL’INDUSTRIA ITALIANA DELLA PRIMA TRASFORMAZIONE ALIMENTARE A new federation of reference of the Italian primary food processing industry

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di A. Valente

COMITATO TECNICO EDITORIALE Carlo Brera Esperto in sicurezza alimentare Marina Carcea Ricercatrice per gli alimenti e la nutrizione, CREA - Roma Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione Luigi Pelliccia Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare Giovanni Battista Quaglia Tecnologie alimentari

COMITATO DI REDAZIONE Piero Luigi Pianu Laura Pierandrei

RELAZIONI INTERNAZIONALI Alfredo Tesio

REDAZIONE

Features ARTICOLI Pest control

LA DISINFESTAZIONE CON ALTE TEMPERATURE Pest control with high temperatures

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di Di Ciero Stefania, Priolo Moreno, Priolo Fernando

Focus

DARE UN FUTURO SOLIDO AL BIOLOGICO GRAZIE ALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA Giving a solid future to the organic sector through the ecological transition

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di M. Latella

ufficiostampa@avenue-media.eu Tel. +39 051 6564337

PUBBLICITÀ

Paola Zerbini pizeta@avenue-media.eu Tel. +39 051 6564348 / +39 339 2381497 EDIZIONE, DIREZIONE, REDAZIONE, PUBBLICITÀ E AMMINISTRAZIONE

Edizioni Avenue media® Viale Antonio Aldini, 222/4 - 40136 Bologna Tel. +39 051 6564311 STAMPA: MIG - Moderna Industrie Grafiche Via dei Fornaciai, 4 - 40129 Bologna

RIVISTA FONDATA NEL 1950

Departements RUBRICHE

11 WORLD NEWS 17 Laws & Rules PANORAMA NORMATIVO 21 Focus on economics FOCUS ECONOMIA 27 Food rules DIRITTO ALIMENTARE 37 Supplier news LE AZIENDE INFORMANO 74 Trade fairs FIERE 76 AGENDA 78 Advertisers list ELENCO INSERZIONISTI 80 Facts & News FATTI E NOTIZIE

Registrazione Tribunale di Bologna del 31 luglio 1992 n. 6129 Trattamento dei dati personali ai sensi del Regolamento Ue 679/2016. L’informativa Privacy è disponibile sul sito di Avenue media www.avenue-media.eu alla pagina “Informativa Privacy Editoria” www.avenue-media.eu/informativa-privacy-editoria

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▪ Servizi integrati di ingegneria e progettazione ▪ Realizzazione di edifici in acciaio ▪ General contractor e management ▪ Handling e sistemi di stoccaggio ▪ Impianti chiavi in mano Immagine: struttura per Molino a grano duro, capacità 300 Ton/24h, completo di magazzino di stoccaggio prodotti da 1300 mq. Totale fornitura di strutture in acciaio pari a 1500 tons. Anno di realizzazione 2019-2020. www.saceca.com


Editorial EDITORIALE

Una nuova federazione di riferimento dell’industria italiana della prima trasformazione alimentare A new federation of reference of the Italian primary food processing industry T

he Federation of the Italian primary food processing industry has been created within Confindustria. Its aim is to bring together all the associations that represent the companies in the primary food processing industry and to give voice to their growing expectations for protection and assistance at a political,

economic and trade union level. The need for a new Federation comes from the need to give greater representation to member companies in the first food processing industry, which respond to different market dynamics than those of the second processing industry, in a constantly evolving national and international scenario.

È FONDAMENTALE INCREMENTARE L’AUTOREVOLEZZA di Andrea Valente DEI COMPARTI Presidente Italmopa DI QUESTO NUOVO SOGGETTO NEI RIGUARDI DEGLI INTERLOCUTORI ISTITUZIONALI IT IS ESSENTIAL TO INCREASE THE AUTHORITY OF THE SECTORS OF THIS NEW ENTITY IN RELATION TO INSTITUTIONAL PARTNERS

È

stata ufficialmente costituita la Federazione di primo livello che, in ambito Confindustria, sarà chiamata a rappresentare le specifiche istanze delle Associazioni costituenti che rappresentano una realtà significativa nel panorama

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dell’industria italiana della prima trasformazione alimentare. Come ricorderete, nel corso della Conferenza stampa congiunta organizzata lo scorso mese di giugno in collaborazione con Assalzoo - Associazione Nazionale tra Produttori

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Editorial EDITORIALE

Da sinistra: Dr. Andrea Valente, Dr. Serafino Cremonini, Dr. Alberto Marenghi (Vicepresidente Confindustria per l’Organizzazione, lo Sviluppo e il Marketing) e il Dr. Silvio Ferrari

LA FEDERAZIONE È APERTA ALL’ADESIONE DI ALTRE COMPONENTI di Alimenti Zootecnici e Assocarni - Associazione Nazionale Industria e Commercio Carni e Bestiame, era stata annunciata la nascita di questo nuovo soggetto federativo volto a dare maggiore incisività alle aziende e alle loro Associazioni di riferimento aderenti. Tali aziende, infatti, si trovano a operare nell’ambito di dinamiche di mercato differenti rispetto a quelle della seconda trasformazione e anche per questo necessitano di un’azione più efficace sul piano politico, ma anche economico e sindacale che tenga conto dello specifico contesto. Incrementare l’autorevolezza dei comparti rappresentati nei riguardi

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degli interlocutori istituzionali ma anche all’interno dello stesso sistema confederale è quindi il primo importante obiettivo che ci poniamo con la Federazione appena costituita.

Il “peso” della Federazione A tal proposito, è bene sottolineare che Assalzoo, Assocarni e Italmopa - ossia le Associazioni che hanno costituito la Federazione dell’industria italiana della prima trasformazione alimentare e che danno voce rispettivamente alle imprese produttrici di alimenti zootecnici, del settore delle carni bovine, ovine ed equine e dell’industria molitoria a frumento tenero e a frumento duro - insieme rappresentano, a livello nazionale, circa 300 imprese con un fatturato complessivo di oltre 25 miliardi di euro. Il “peso” della Federazione risulta dunque essere, già in questa fase iniziale, estremamente rilevante. Ricordiamo però che

la nuova Federazione è aperta all’adesione di altre componenti, con specifico riferimento a quelle che operano nell’ambito della prima trasformazione agroalimentare. Al riguardo, è nostra intenzione portare avanti, in collaborazione con le altre Associazioni coinvolte, un’attenta attività di marketing al fine di ampliare la base associativa della Federazione e accrescerne così la rappresentatività. In un’ottica di rotazione delle cariche, in occasione della costituzione del nuovo soggetto federativo è stato nominato alla Presidenza Silvio Ferrari, attuale Presidente Assalzoo, al quale desidero formulare gli auguri di noi tutti di un proficuo lavoro. Nell’ambito della Vicepresidenza, condivisa insieme a Serafino Cremonini, Presidente di Assocarni, non mancheremo di assicurare tutto l’apporto possibile in termini di idee, impegno ed entusiasmo. Andrea Valente

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Facts & News

FATTI E NOTIZIE

MOLINO ROSSETTO CONVERGE ENERGIE E FINANZE SUL GLUTEN FREE

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a 15 anni Molino Rossetto ha un intero sistema di prodotti gluten free che può contare su un intero sito produttivo dedicato. Ma l’azienda non si ferma e cerca l’innovazione che può garantire ulteriore sviluppo. Red Innovation Lab, il reparto di ricerca di Molino Rossetto, sta lavorando sulla produzione sia di proteine vegetali testurizzate di filiera 100% europea sia di ingredienti innovativi destinati al mondo industry per la realizzazione di prodotti finiti plant based. In questo modo, l’azienda conferma il lungo percorso del gruppo da produttore di semilavorati per l’industria alimentare a punto di riferimento nazionale e internazionale per l’alimentazione sana e sostenibile.

GRANO DURO, RIPARTE LA CUN

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a riattivazione della Commissione unica nazionale del grano duro (Cun) strategica per assicurare più trasparenza sul mercato, è un’ottima notizia e una vittoria importante della petizione nazionale “salva-grano” targata Cia Agricoltori Italiani. Per Cia presente al confronto il vicepresidente Gennaro Sicolo che, insieme al presidente nazionale Cristiano Fini, hanno ringraziato il sottosegretario Patrizio La Pietra “per aver sostenuto con fermezza la causa e le nostre incessanti sollecitazioni”, ricordando non solo l’esito del primo Tavolo di filiera, ad agosto, ma anche l’incontro dal ministro Lollobrigida per la consegna del dossier di richieste e proposte Cia, documento sottoscritto da agricoltori e cittadini, enti e istituzioni sul territorio, a partire da quaranta Comuni pugliesi.

GERMANIA CONTRO IL RINNOVO ALL’AUTORIZZAZIONE DEL GLIFOSATO IN UE

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econdo quanto reso noto dalle autorità tedesche nelle scorse settimane, la Germania vorrebbe che il glifosato venisse abbandonato nell’Unione europea e ha sottolineato il rischio di arrivare a un assetto normativo sul tema troppo eterogeneo dopo la proposta della Commissione Ue dei giorni scorsi con la quale si proponeva di rinnovare l’autorizzazione all’erbicida per dieci anni. Tuttavia, i tempi per una decisione definitiva slitteranno a fine novembre, poiché non è ancora stata raggiunta la maggioranza necessaria per adottare o respingere la proposta della Commissione che, peraltro, ha ricevuto voto positivo dall’Italia.

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FATTI E NOTIZIE Facts & News

GRANORO OTTIENE LA CERTIFICAZIONE “LEAN SIX SIGMA GREEN BELT”

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Marina, Daniela Mastromauro e Francesco Velluto con i collaboratori cui è stata consegnata la certificazione “Lean Six Sigma Green Belt”

n altro importante passo avanti per la qualificazione del proprio personale è stato messo a punto da Granoro che ha ottenuto per alcune delle sue risorse la certificazione internazionale “Lean Six Sigma Green Belt”. Si tratta di un importante percorso di formazione che si propone di fornire conoscenze e competenze tecniche necessarie per facilitare il miglioramento nei processi chiave, in termini economici e funzionali, che supportano il raggiungimento di obiettivi aziendali sia generali che operativi. La Certificazione “Lean Six Sigma Green Belt” è uno dei metodi di gestione più noti in uso tra le aziende più prestigiose al mondo, poiché punta a creare un miglioramento delle performance continuo e a ridurre i rischi decisionali.

PATTO ANTI-INFLAZIONE, DA OTTOBRE A DICEMBRE PRODOTTI A PREZZI CALMIERATI

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algrado il leggero calo da agosto (5,4% su base annua ad agosto rispetto al 5,9% di luglio) l’inflazione continua a mordere, col carrello della spesa che segna continui aumenti, giunti a pesare sulle famiglie con 400 euro in media più dell’anno. Rincari che riguardano anche bollette energetiche e carburanti. Da qui il pressing del governo sulle associazioni aderenti della distribuzione, del commercio e dell’industria del largo consumo per sottoscrivere un patto antinflazione. Il patto, sottoscritto il 28 settembre dal governo Meloni insieme ai rappresentanti di Confesercenti, Confcommercio e Federdistribuzione, prevede dal 1° ottobre al 31 dicembre 2023 un “trimestre anti-inflazione” con un paniere di prodotti alimentari di base e a largo consumo a prezzi ribassati o calmierati.

IL GOVERNO ITALIANO PENSA A UN DECRETO LEGGE PER TUTELARE IL PANE FRESCO

È

allo studio del governo un decreto legge “semplificazioni” che permetta di disciplinare le modalità di vendita del pane preconfezionato tutelando il pane fresco e rendendolo riconoscibile rispetto alle referenze ottenute con completamento di cottura da pane parzialmente cotto, surgelato o non surgelato. Tra le proposte del decreto spicca quella di favorire una diversa denominazione per le varie tipologie di referenze. Se il pane dovesse provenire da un prodotto surgelato, sull’etichetta sarebbe necessario indicare “ottenuto da pane parzialmente cotto o surgelato”. Sempre secondo il decreto, il pane fresco dovrebbe essere venduto in scaffali o comparti separati rispetto alle altre referenze ottenute tramite completamento della cottura.

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Facts & News

FATTI E NOTIZIE

ACCORDO IN UE PER LA NUOVA LEGGE SUL GREENWASHING

È

stato raggiunto l’accordo per la direttiva contro il greenwashing e l’obsolescenza programmata dei beni, che renderà l’Europa la regione più severa al mondo nel controllare le dichiarazioni verdi fatte al pubblico. La nuova legge, che dovrebbe entrare in vigore nel 2026, prevederà un divieto generale contro le pratiche commerciali sleali, per proteggere i consumatori da errate affermazioni di sostenibilità e aiutarli a fare scelte di acquisto migliori. Dopo l’approvazione degli emendamenti da parte dell’Europarlamento, lo scorso maggio, i negoziati sono andati felicemente a buon fine. Ma per diventare legge, l’accordo dovrà ora ottenere l’ok definitivo sia del Parlamento sia del Consiglio.

SPRECO ALIMENTARE E ACCESSO AL CIBO: LE SCELTE DI BARILLA

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n occasione della Giornata Internazionale della Consapevolezza sulle Perdite e gli Sprechi Alimentari dello scorso 29 settembre, promossa dalla Fao, Barilla si è impegnata a valorizzare l’accesso al cibo e a sensibilizzare sul problema delle eccedenze alimentari. E lo ha fatto con azioni concrete che nel corso del 2022 ammontano a oltre 2,2 milioni di euro e più di 3.200 tonnellate di prodotto donate. L’obiettivo di Barilla è favorire l’accesso al cibo a un numero crescente di persone, valorizzare l’inclusione sociale, supportare lo sviluppo e il benessere dei territori garantendo così un futuro di qualità.

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WORLD NEWS

World News è la rassegna delle notizie dall’Europa e dal mondo sull’agroalimentare. Un punto di vista aggiornato e puntuale su quanto accade in sede comunitaria ed extra-comunitaria, per essere sempre informati sulle dinamiche internazionali in ambito politico, economico e scientifico. Brevi flash che possono risultare di interesse per la filiera - italiana ma non solo - della trasformazione dei cereali.

KAZAKISTAN, IL CLIMA AVVERSO RIDUCE LA PRODUZIONE GRANO

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l recente clima avverso ha ridotto le rese/ha e la produzione di grano 2023/24 a 1mln/t. Si prevede quindi che le esportazioni saranno inferiori rispetto all’annata precedente con valori di poco superiori ai 7 mln/t (-2 mln/t sul 2022/23), incluse le farine. Recenti condizioni climatiche con minore calore e abbondanti precipitazioni avrebbero migliorato lo stato igrometrico del terreno e lo stato delle colture; parimenti le piogge stanno rallentando le fasi della raccolta e sollevano preoccupazioni sulla qualità del raccolto posto piogge. Allo studio del governo forme di sostegno finanziario ai produttori maggiormente danneggiati.

ROMANIA, PORTO DI COSTANZA NUOVO HUB PER I CEREALI DI KIEV

L

e autorità romene confermano che in agosto sono usciti oltre 21 mln/t di cereali ucraini dal porto di Costanza per un bilancio dell’export da inizio anno di oltre 9 mln/t dei 22 mln/t usciti in varie forme dall’Ucraina. Continuano gli incontri e in negoziati per regolamentare l’export di cereali verso l’Europa o in transito verso destinazioni extra-Ue. L’orientamento è verso il rilascio di licenze all’export da controllare i flussi e limitare l’inevitabile condizionamento dei prezzi locali dei cereali nelle zone di confine tra Europa e Ucraina. Comunque l’Ue si asterrà dall’imporre qualsiasi restrizione finché le misure efficaci dell’Ucraina saranno in vigore e pienamente operative. Sul fronte della capacità di carico, Bucarest sta valutando azioni per raddoppiare la capacità di transito mensile da Kiev attraverso il porto di Costanza, i terminal del Danubio e altre forme di transhipment veloce.

INDIA: SI ESPANDE CAPACITÀ DI STOCCAGGIO DEL GRANO

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ome parte di un piano per aumentare la moderna capacità di stoccaggio del grano, la Food Corporation of India (FcI) prevede di completare la costruzione di nuovi silos da 3 milioni di tonnellate di grano in tutto il Paese entro novembre. L’India, che è il secondo produttore mondiale di grano e riso e ha vietato le esportazioni di questi cereali per combattere l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, necessita di strutture di stoccaggio più moderne per ridurre gli sprechi postraccolta. La FcI ha già completato la costruzione di silos da 1 milione di tonnellate e da 2 milioni di tonnellate e prevede di costruire silos di grano da 9,4 milioni di tonnellate nei prossimi tre o quattro anni in ben 196 località in tutto il Paese.

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WORLD NEWS

IL MAROCCO SI AFFIDA ALLE IMPORTAZIONI DI GRANO EUROPEE E CANADESI

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econdo un rapporto del Fas dell’Usda, l’Unione europea e il Canada hanno fornito quasi tutto il grano importato dal Marocco nella campagna 2022/23. La relazione ha sottolineato che l’Ue - soprattutto la Francia - ha fornito 5 milioni dei 6,2 milioni di tonnellate di grano importato dal Marocco, mentre il Canada ha fornito poco più di 1 milione di tonnellate. In risposta all’impennata dei prezzi del grano, il governo marocchino nel mese di giugno ha introdotto un programma di sostegno per l’importazione di 2,5 milioni di tonnellate di grano tenero. L’iniziativa mira a sostenere gli importatori coprendo la differenza tra il costo del grano e il prezzo di riferimento all’importazione di 263 dollari per tonnellata.

CINA E RUSSIA INSIEME PER COSTRUIRE UN ENORME HUB DI GRANO

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n una mossa innovativa volta a migliorare la sicurezza alimentare e rafforzare i legami commerciali bilaterali, Cina e Russia hanno accettato di collaborare alla costruzione di un colossale hub logistico del grano sul loro confine. Il progetto, noto come “Grain Terminal Nizhneleninskoye-Tongjiang”, sarà situato tra la Russia di Vladivostok in Estremo Oriente e la provincia nord-orientale della Cina di Heilongjiang, con un investimento sostanziale di 159 milioni di dollari. L’accordo è stato annunciato durante il Forum economico orientale, tenutosi a Vladivostok dal 10 al 13 settembre 2023 scorsi. Il forum ha visto la presenza di leader di alto profilo, tra cui il presidente russo Vladimir Putin e il vicepremier cinese Zhang Guoqing, insieme a diversi rappresentanti di spicco delle imprese. La firma di molteplici accordi durante l’evento sottolinea la crescente cooperazione economica tra Cina e Russia, soprattutto alla luce delle tensioni con le nazioni occidentali.

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Laws & Rules

PANORAMA NORMATIVO

a cura di Italmopa

Rasff - Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi. Relazione Ministero della Salute del 2022

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ul sito del Ministero della Salute è stata pubblicata la relazione annuale 2022 sull’utilizzo del sistema di allarme rapido per alimenti e mangimi (Rasff). Il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi in ambito europeo - Rasff - istituito ufficialmente dall’articolo 50 del Regolamento (CE) n. 178/2002 - è un sistema di allerta, sotto forma di rete, attivo 24 ore su 24, che consente di notificare, in tempo reale, i rischi diretti e indiretti per la salute pubblica o per l’ambiente, connessi ad alimenti, mangimi e materiali a contatto con gli alimenti e quindi di adottare tempestivamente le opportune misure di salvaguardia. Le informazioni vengono comunicate e condivise tra i membri della rete attraverso la piattaforma on line i-Rasff, alla quale accedono tutti i punti di contatto che possono sia attivare sia leggere le notifiche caricate nel sistema da altri Paesi. La piattaforma è stata aggiornata a seguito della istituzione, con il Reg. (Ue) 2017/625, del sistema Imsoc - Sistema per il trattamento delle informazioni per i controlli ufficiali (normato dal Regolamento d’esecuzione (Ue) 1715/2019). Nel 2022 sono pervenute 4339 notifiche di cui 3888 hanno riguardato l’alimentazione umana, 233 l’alimentazione animale e 218 la migrazione da materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti (Moca)i. Tra le notifiche, 1515 si riferiscono ai respingimenti ai confini (“border reiection notification”). Vengono poi le notifiche di allerta (“alert notification”), che sono state 1163, quindi come “allarme” vero e proprio”, indicando un serio rischio per la salute per il quale è stata necessaria un’azione rapida.

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Le restanti notifiche riguardano le “information notification”, tra le quali 995 sono state classificate come “information for attention” e 666 come “information for follow up”. Il sistema di allerta può essere attivato anche a seguito di non conformità rilevate dall’operatore del settore alimentare nell’ambito delle attività di autocontrollo. Nel 2022 tali notifiche sono state 932. In generale per gli alimenti di origine nazionale il maggior numero di irregolarità è dovuto a microorganismi patogeni (35), altre contaminazioni microbiologiche (29), micotossine (10) residui di

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Laws & Rules

pesticidi (7), allergeni non dichiarati in etichetta (13), metalli (6). Nella sezione “Problematiche sanitarie riscontrate per categorie di alimenti” si segnala la categoria 8.9 - “Cereali e derivati”: sono state trasmesse 284 notifiche, riguardanti le contaminazioni elencate nella tabella 16 dalla quale si evince un notevole aumento, rispetto al 2021, nel riscontro di micotossine. In conclusione, il sistema di allerta comunitario appare particolarmente efficace, e funziona al punto che quest’anno attraverso il Rasff l’Italia ha trasmesso un totale di 318 notifiche, risultando

PANORAMA NORMATIVO

il quinto Paese membro per numero di segnalazioni inviate. I pericoli sanitari maggiormente riscontrati nelle notifiche attivate dall’Italia riguardano microorganismi patogeni, metalli pesanti e micotossine. Il Ministero della Salute ha tenuto costantemente informati i consumatori attraverso il suo portale. Nel corso del 2022, nella pagina “richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori alimentari (Osa)” presente nel sito del Ministero, sono stati pubblicati 479 richiami.

Micotossine: parere Comitato Nazionale per la Sicurezza alimentare sulla valutazione tossicologica delle miscele di micotossine, con particolare riferimento al problema delle esposizioni combinate

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ul sito del Ministero della Salute, il 22 giugno 2023 è stato pubblicato il parere del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare - Cnsa che contiene alcuni interessanti spunti di riflessione sul tema della contaminazione da miscele di micotossine. Il parere sottolinea l’esistenza di una problematica multi-micotossine e auspica che il problema critico della valutazione delle esposizioni combinate venga affrontato con un progetto multicentrico e interdisciplinare, dotato di adeguate risorse, per poter effettuare una corretta valutazione del rischio. Le informazioni disponibili, ancorché limitate e frammentarie, consentono di concludere che un potenziale problema esiste. Gli esperti mantengono alta l’attenzione e, nel caso in cui si riuscisse a raccogliere nuovi dati, si procederà all’aggiornamento dei documenti redatti. Il Cnsa suggerisce di affrontare la questione anche nel settore dei mangimi e della salute animale. Le evidenze sperimentali mostrano che la frequente compresenza di più micotossine negli alimenti deve essere attentamente

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considerata per i possibili effetti additivi-sinergici utilizzando gli strumenti sviluppati dalla tossicologia delle miscele. Per quanto riguarda la compresenza di micotossine in campioni di alimenti in Italia il Cnsa precisa: • il numero di campioni del database Nsis - Nuovo sistema informativo sanitario - con analisi multi-micotossine è di 165, pari al 4%. Sebbene sia un valore contenuto, tuttavia esso dimostra che esiste un problema legato alla compresenza di più micotossine, tanto più considerando che a) la positività è in funzione del limite di quantificazione del metodo analitico; b) la positività (di per sé significativa ma non eclatante, 16%) è in realtà concentrata in alcuni gruppi di alimenti; • l’analisi dei dati disponibili sui campioni in cui sono presenti residui di multi-micotossine permette di evidenziare che i cereali, in particolare la farina di mais, e le spezie sono le categorie alimentari da tenere maggiormente in considerazione; • la co-presenza di micotossine diverse con target differenti in

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concentrazioni molto variabili, in combinazione con l’assenza di adeguati studi in grado di verificare l’effetto sinergico o additivo, impediscono, di fatto, un’adeguata valutazione del rischio tossicologico. Il parere ribadisce quindi la necessità, già evidenziata nella precedente relazione del Cnsa che risale al 2021, di avere le seguenti informazioni, ritenute cruciali per poter proseguire con una valutazione del rischio basata su evidenze scientifiche: • procedere all’identificazione e alla quantificazione delle miscele di micotossine almeno nelle categorie maggiormente interessate alla contaminazione; • effettuare studi su tali esposizioni combinate per identificare il tipo e la relazione dose-risposta di effetti additivi o sinergici riportabili a livelli di esposizione realistici, e che indirizzano a una valutazione dei rischi per la salute e a possibili obiettivi di strategie per la prevenzione/riduzione del rischio; • effettuare studi di biomonitoraggio per valutare l’impatto delle esposizioni combinate sulla popolazione, tenendo conto della differente suscettibilità ad effetti tossici legata al genere (ad esempio interferenza endocrina) nonché della presenza di gruppi vulnerabili per caratteristiche intrinseche (ad esempio bambini) e delle abitudini alimentari (ad esempio soggetti con celiachia, forti consumatori di mais). Peraltro, a causa del cambiamento climatico in atto, si può ragionevolmente ipotizzare che le micotossine saranno destinate ad assumere una crescente importanza nei Paesi temperati, come l’Italia. In un’ottica One Health - da intendere come “approccio multisettoriale” - il Cnsa suggerisce di affrontare il problema delle esposizioni combinate a micotossine anche in ambiti diversi dalla sicurezza alimentare, ma comunque a essa correlati quali la sicurezza dei mangimi e la salute animale, e l’esposizione lavorativa nel settore agro-alimentare.

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Focus on economics FOCUS ECONOMIA

Lo stato di salute dell’industria alimentare The state of health of the food industry T

he current year turned out to be an uphill challenge, as the most attentive observers had predicted. The +1.0% GDP growth predicted until recently, for instance, has been downgraded by the OECD to +0.8%, with this marginal rate being repeated also in 2024. The economic data have discontinuous updates, from last September for consumer prices to last June for exports. However, trends are clear. The food industry’s production and exports and Italian large industrial aggregate are progressively slowing down. While producer and consumer food prices are falling, without, however, bringing relief to the market.

d’Italia

QUALCHE PRECONSUNTIVO IN UN ANNO DIFFICILE SOME PRELIMINARY FIGURES di Luigi Pelliccia Responsabile Ufficio Studi e IN A DIFFICULT YEAR Mercato di Federalimentare

L’

anno in corso si è rivelato in salita, come avevano previsto gli osservatori più attenti. La crescita del Pil al +1,0% prevista fino a poco tempo fa, ad esempio, su cui chi scrive aveva espresso il proprio scetticismo da vari mesi, è stata ridimensionata dall’Ocse al +0,8%, con la replica di questo tasso marginale anche nel 2024. I dati congiunturali hanno aggiornamenti discontinui, dal settembre scorso per i prezzi al consumo, al giugno scorso per l’export. Ma le tendenze sono ben chiare. La produzione e l’export dell’industria alimentare e del grande

aggregato industriale del Paese frenano progressivamente. Mentre i prezzi alimentari alla produzione e al consumo stanno rientrando, senza tuttavia recare ristoro al mercato. Del resto, non potrebbe essere altrimenti con un sistema sottostante privo di spinta espansiva.

Produzione ed export dell’alimentare La produzione del settore, che aveva chiuso il 2022 con un +1,2% dopo il + 3,0% del 2019, ultimo anno pre-Covid,

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valore e del -4,0% in quantità, mentre le anticipazioni Istat indicano ulteriori appesantimenti. Esso perciò potrebbe chiudere l’anno, nella migliore delle ipotesi. con un aumento in valore esiguo, se non addirittura simbolico, e un calo in quantità attorno al -10%.

Il tema prezzi Il tema dei prezzi è diventato, com’è noto, il fulcro del dibattito politico-economico. I cali delle vendite alimentari interne con tassi fra il -4 e il -5% in quantità sono senza precedenti e indicativi di un grave malessere sociale. In ogni caso, va sottolineato un fenomeno di fondo. Il confronto tra il passo dei prezzi alla produzione e al consumo del settore presenta evidenti e prolungati sfasamenti nel passaggio

INSOLITO CALO PER LE ESPORTAZIONI DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE NEGLI USA ha segnato un tendenziale del -2,0% su gennaio-luglio. E potrebbe chiudere l’anno con una discesa probabilmente attorno al -3,0%. Sulla base degli ultimi aggiornamenti, il fatturato di settore, in base al combinato disposto dell’aumento dei prezzi alla produzione e del calo quantitativo della produzione stessa, potrebbe attestarsi a fine anno, dopo i 182 miliardi del 2022, attorno a quota 187 miliardi, segnando un +3,0%. L’export di settore sta assistendo a un fenomeno traumatico. Esso infatti subisce la caduta repentina di un mercato fondamentale come quello Usa, appesantito dall’effetto sinergico della svalutazione dollaro/euro oscillante tra 10 e 6 punti, sommata al forte apprezzamento dei prodotti comunitari esportati. Le esportazioni dell’industria alimentare negli Usa in valore del semestre sono scivolate così, malgrado il drogaggio inflazionistico, addirittura in negativo (-0,5%), mentre in quantità hanno accusato un -9,2%. L’export complessivo del settore ha segnato comunque, su gennaio-giugno, tendenziali del +9,5% in

d’Italia

EXPORT ALIMENTARE - MONDO LE DINAMICHE IN VALUTA E QUANTITÀ

TABELLA 1

GENNAIO-GIUGNO 2023 MONDO Var.% in valuta Gennaio-Giugno 2023/22

MONDO Var.% in quantità Gennaio-Giugno 2023/22

Differenziale Gennaio-Giugno 2023/22 (dinamica indicativa valore unitario)

Prodotti vegetali

1,4

-9,4

10,8

Prodotti zootecnici

10,2

4,8

5,4

Prodotti forestali

8,0

80,5

72,5

Prodotti pesca e caccia

-0,9

-8,9

-8,0

PRODOTTI

Tot. Primario

2,6

-7,8

10,4

Riso

16,0

-14,2

30,2

Molitorio

8,3

-5,0

13,3

Pasta

7,6

-5,5

13,1

Dolciario

13,7

-0,4

14,1

Zucchero

37,0

-10,0

47,0

Carni preparate

10,9

4,2

6,7

Ittico

4,7

-14,0

18,7

Trasfor. Ortaggi

19,0

-6,7

25,7

Trasfor. Frutta

9,5

3,7

5,8

Lattiero-Caseario

13,0

-2,1

15,1

Oli e Grassi

-3,9

-11,5

7,6

Alim. Animale

-2,1

-9,2

7,1

Industria enologica

-0,2

-1,7

1,5

Birra

15,8

-5,7

21,5

Acquaviti e Liquori

9,1

-0,6

9,7

Alcool etilico

32,0

7,6

24,4

Acque Minerali e gassose

20,6

5,0

15,6

Caffè

12,2

3,5

8,7

Altre Ind. Alimentari

16,9

-3,6

20,5

Tot. Ind. Alimentare

9,5

-4,0

13,5

Tot. Agroalimentare

8,2

-4,8

13,0

Tot. Bil. Commerciale

4,3

-21,4

25,7

Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat

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dal momento della produzione a quello del consumo. E questo, sia nel 2022 sia nel 2023. La distribuzione, in sostanza, ha trasferito con ritardo al consumo gli aumenti dei prezzi alimentari alla produzione emersi nel 2022. Mentre sta continuando a trasferire specularmente con ritardo al dettaglio i rientri, presentati TABELLA 1

stavolta nel 2023 dai prezzi alimentari alla produzione. È un incrocio di curve che presenta in qualche modo aspetti strutturali. È interessante notare altresì che i prezzi al consumo dell’alimentare lavorato hanno continuato a mantenere un passo inferiore o uguale all’inflazione fino al maggio 2022. È qui che si pone il

giro di boa. Dopo tale soglia temporale, infatti, essi sono partiti per la tangente superandola nettamente.

I consumi alimentari Va ricordato che l’Istat ha diffuso recentemente i dati definitivi di Contabilità

I PREZZI ALLA PRODUZIONE DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE - AGOSTO 2023 VARIAZIONI % SU INDICI 2015 = 100 Variazione % Agosto 2023/ media anno 2015

Variazione % Agosto/ Luglio 2023

TOTALE INDUSTRIA 37,3 0,5 TOTALE INDUSTRIA ALIMENTARE 28,0 0,2 Lavorazione e conservazione di carne e prod. di prodotti a base di carne 35,6 1,2 Lavorazione e conservazione di carne (escluso volatili) 46,0 2,5 Lavorazione e conservazione di carne di volatili 18,9 -1,0 Produzione di prodotti a base di carne (inclusa la carne di volatili) 28,9 0,3 Lavorazione di pesce, crostacei e molluschi 37,2 0,5 Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 32,6 0,2 Lavorazione e conservazione delle patate 59,1 -1,7 Produzione di succhi di frutta e ortaggi 28,4 1,3 Altra Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 31,9 0,2 Produzione di oli e grassi vegetali e animali 55,9 1,8 Produzione di oli e grassi 55,7 2,3 Produzione di margarina e di grassi commestibili simili 54,3 -3,1 Industria lattiero-casearia 31,3 -0,5 Latte e latticini 31,6 -0,5 Produzione di gelati 23,6 -1,0 Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei 37,5 -0,3 Lavorazione delle granaglie 38,0 0,4 Produzione di amidi e di prodotti amidacei 35,9 -4,8 Produzione di prodotti da forno e farinacei 22,5 -0,2 Produzione di pane; prodotti di pasticceria freschi 19,4 0,2 Produzione di fette biscottate e di biscotti; prod. di prodotti di pasticceria conservati 29,6 -0,5 Produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili 19,3 -0,5 Produzione di altri prodotti alimentari 21,3 0,3 Produzione di zucchero 83,8 -1,9 Produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetterie 19,6 0,5 Lavorazione del tè e del caffè 16,6 0,8 Produzione di condimenti e spezie 19,4 1,4 Produzione di pasti e piatti preparati 20,8 0,8 Produzione di preparati omogeneizzati e alimenti dietetici 13,4 1,2 Produzione di altri prodotti alimentari nca (*) 24,2 -0,7 Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali 23,8 -1,1 Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali da allevamento 20,9 -1,8 Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali da compagnia 33,0 1,1 Industria delle bevande 14,5 0,2 Distillazione, rettifica e miscelatura degli alcolici 20,7 0,2 Produzione di vini da uve 15,0 0,1 Produzione di sidro e di altri vini a base di frutta 21,1 2,3 Produzione di altre bevande fermentate non distillate 14,9 0,5 Produzione di birra 14,0 0,2 Industria delle bibite analcoliche, delle acque minerali e di altre acque in bottiglia 11,2 0,4 (*) nca = non classificati altrove Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat

d’Italia

Variazione % Agosto 2023/2022

Variazione % Luglio 2023/2022

-12,2 4,5 7,4 7,4 1,3 8,7 8,3 12,9 22,3 3,3 14,3 -0,7 1,5 -13,0 5,6 5,5 8,4 -7,6 -7,4 -8,8 5,5 7,4 8,4 0,9 6,5 30,1 7,8 7,5 4,9 6,3 0,5 5,3 8,9 -13,2 7,4 6,4 9,2 4,5 4,9 7,9 5,7 9,3

-10,2 5,3 8,5 8,9 -0,9 9,8 6,9 14,9 26,5 0,9 16,9 -1,4 -0,3 -10,2 7,7 7,6 9,2 -7,5 -8,0 -3,1 6,2 7,2 9,3 2,7 6,6 35,1 7,1 5,6 4,6 7,4 0,9 7,1 -7,1 -11,1 7,7 6,6 9,6 5,1 4,0 6,6 6,1 9,0

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CONSUMO “PANE E CEREALI” HA RAGGIUNTO UNA QUOTA 2022 PARI A 29,2 MILIARDI

Nazionale delle principali grandezze valutarie del Paese dal 2018 al 2022. Ne esce che i “consumi alimentari delle famiglie” hanno raggiunto nel 2022 la quota di 192,5 miliardi di euro, con un +5,3% sull’anno precedente. È un delta che evidenzia la sofferenza recente del mercato

alimentare rispetto a quello complessivo del Paese, il quale ha registrato sull’anno precedente un passo decisamente superiore, pari al +13,8%. La forbice si amplia ancora, del resto, guardando alle variazioni parallele in valuta costante, quindi oggettive, che indicano nel biennio un calo

del -3,0% per le spese alimentari, contro un +6,1% per quelle complessive. Nello specifico, la voce di consumo “pane e cereali” più vicina agli interessi del molitorio ha raggiunto una quota 2022 pari a 29,2 miliardi, con un +6,1% sull’anno precedente e un +11,0% sul 2018. A fianco, come si ricordava prima, i consumi alimentari in valuta corrente sono risultati in aumento del +5,3% sull’anno precedente e poi del +9,6% sul 2018. È interessante notare che il vasto perimetro della “ristorazione” e del “fuori casa” ha segnato in valuta corrente un forte rimbalzo 2022/21 (+28,0%). Ma a dispetto di tale aumento la quota raggiunta l’anno scorso, pari a 83,5 miliardi, è risultata uguale

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a quella del 2018 (+0,0%). Ne deriva che in valuta costante questo segmento, che ha sempre fornito un formidabile supporto all’industria alimentare strategico in termini di spazi di mercato e di redditività, è rimasto ancora penalizzato. Nel 2022, infatti, esso ha accusato un gap del -8,8% sul 2018 e del -9,6% sul 2019, senza recuperare per intero quindi i livelli oggettivi pre-pandemia. Infine, la spesa complessiva e cumulata per acquisti alimentari domestici e per ristorazione e fuori casa ha raggiunto nel 2022 la quota di 192 miliardi. Quest’area alimentare allargata ha pesato quindi l’anno scorso, sulle spese totali delle famiglie, con incidenze del 23,5% in valuta corrente e del 23,0% in valuta costante. Nel 2018 le stesse incidenze erano leggermente più alte, pari rispettivamente al 24,0% e al 23,8%.

L’andamento del molitorio In questo contesto, il molitorio si sta difendendo con qualche fatica. La produzione del comparto ha registrato a luglio un calo tendenziale del -2,3%, più contenuto di quello registrato dall’industria

d’Italia

PREZZI ALLA PRODUZIONE DEL MOLITORIO SCESI DEL -7,4% NEL CONFRONTO AGOSTO 2023/22 alimentare nel suo complesso, che ha accusato un -4,5%. Sul progressivo dei primi sette mesi dell’anno, tuttavia, il comparto è rimasto attardato, con un -6,4%, a fronte del -2,0% della trasformazione alimentare complessiva. L’export del 1° semestre dell’anno del comparto si è sostanzialmente “mimetizzato” con le tendenze complessive del settore alimentare. Ha segnato infatti un +8,0% in valore e un -5,0% in quantità, a fronte del +9,5% e del -4,0% dell’industria alimentare complessiva. Il valore unitario delle esportazioni molitorie (indicativamente calcolato come differenziale delle variazioni valutarie e in quantità) è stato pari perciò a 13,3 punti, contro i 13,5 punti della

trasformazione alimentare nel suo insieme. I prezzi alla produzione del comparto molitorio sono scesi del -7,4% nel confronto agosto 2023/22, mentre l’industria alimentare nel suo complesso ha accusato ancora, in parallelo, un passo espansivo del +4,5%. I fenomeni di fondo che premono sui costi di produzione del settore alimentare fanno temere che, anche in presenza di un rallentamento ulteriore della corsa costi-prezzi, sia finita sostanzialmente l’era in cui l’alimentare esercitava sul mercato stabili funzioni calmieratrici. I dati di settembre indicano un passo dei prezzi al consumo dell’”alimentare lavorato” del +9,1%, ben superiore ancora al tasso d’inflazione del mese, pari al +5,3%. Non è casuale che la solidità anticiclica del settore si sia volatilizzata in contemporanea con la fine di tale era. Il fattore prezzi, in sostanza, è stato un elemento determinante per assicurare salute al mercato alimentare interno e spinta ai flussi di esportazione. Il perno è stato questo, ma il futuro del settore rischia di essere diverso e stabilmente più complesso. Luigi Pelliccia

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Food rules DIRITTO ALIMENTARE

Prodotti sfusi nei supermercati: l’esempio francese Bulk products in supermarkets: the French example T

he French Law on combating climate deregulation and strengthening resilience, also known as the Climate and Resilience Law, is of interest here as it encourages the sale of bulk products. The aspect of the regulation which is more interesting due to its various implications is the obligation, as of 1 January 2030 in France, to dedicate at least 20% of the sales area to products without primary packaging, i.e. bulk products. This obligation will affect retail stores with a surface area of more than 400 square metres. As part of the same anti-waste regulation, greater use of reusable glass containers will also be enforced.

d’Italia

di Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione

RIDURRE GLI IMBALLAGGI PUR MANTENENDO LA SICUREZZA IGIENICA SANITARIA REDUCING PACKAGING WHILE MAINTAINING HEALTH AND HYGIENE

L

a legge francese sulla lotta contro la deregolamentazione climatica e il rinforzo della resilienza, detta anche legge Clima e resilienza1, qui interessa per l’aspetto dell’incentivazione della vendita di prodotti sfusi2. In materia alimentare la citata norma si occupa anche della lotta all’eco riciclaggio (greenwashing) con l’obiettivo di rendere obbligatoria l’informazione relativa

agli impatti ambientali di taluni beni e servizi che saranno elencati da ulteriori norme. Anche in questo caso, l’informazione dovrà essere rappresentata al consumatore attraverso un sistema di punteggio del carbone che ricorda molto per il tipo d’approccio il sempre francese sistema del Nutriscore. Un secondo aspetto specifico definito dalla norma “clima e resilienza” è la limitazione del volantinaggio a domicilio laddove manchi l’indicazione del destinatario. Esso sarà possibile soltanto se sulla buca delle lettere vi sarà la scritta “oui pub” (“sì alla pubblicità”). In pratica, senza un consenso espresso e preventivo da parte del destinatario il volantinaggio porta a porta/buca delle lettere o negli spazi condominiali verrà vietato. Lo spreco che si intende evitare, nello specifico, è quello della carta impiegata per quel tipo di comunicazione commerciale. Con una tecnica usata di frequente dal Legislatore francese, le nuove disposizioni sono adottate prevedendo un periodo di sperimentazione,

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Food rules DIRITTO ALIMENTARE

DAL 2023 IN FRANCIA S’IMPORRÀ UN MAGGIOR USO DEL VETRO sovente limitato ad alcuni territori del Paese: all’esito di detta sperimentazione vengono adottate le misure applicative (normalmente dei decreti) che aprono la strada all’esecuzione della norma sull’intero territorio.

Lo spazio destinato agli alimenti sfusi L’aspetto della norma al quale qui dedico la maggior attenzione per le diverse implicazioni che ne derivano, è l’introduzione dell’obbligo, dal 1° gennaio 2030 nella sola Francia, di dedicare almeno il 20% della superficie della vendita (o di adottare misure d’effetto equivalente con riferimento al numero delle referenze o alla percentuale della cifra d’affari), a prodotti privi di imballaggi primari, quindi sfusi. L’obbligo riguarderà i magazzini di vendita al dettaglio con superfici superiori ai 400 mq. Nel quadro della stessa norma anti spreco, verrà imposto anche un maggior uso dei recipienti riutilizzabili in vetro. Fermo restando che taluni alimenti non possono legalmente essere venduti sfusi e che tale normativa in parte non è armonizzata a livello di Ue, per restare alla Francia il divieto assoluto riguarda il latte pastorizzato e i prodotti surgelati, mentre per l’olio d’oliva è ammessa la vendita sfusa a condizione che il riempimento - non in modalità self-service - del contenitore avvenga alla presenza del consumatore, sia limitata a contenitori di capacità massima di 5 litri e il contenitore riempito sia poi munito di un sistema di chiusura/tappo che non possa essere alterato se non in maniera visibile da parte del consumatore3. Il quadro dello status giuridico sul punto delle vendite degli alimenti sfusi è però variegato: basti pensare, ad esempio, che la vendita di surgelati sfusi in diversi Stati (in Italia e Spagna, ad esempio) è, diversamente dalla Francia, ammessa. La vendita di alimenti sfusi si associa il più delle volte a forme di

d’Italia

libero servizio, non presidiato e si spinge a poter essere effettuata, almeno in alcuni Paesi, anche in punti vendita automatici senza presenza fisica del venditore e muniti solo di controllo automatico, o a distanza oppure del supporto dell’intelligenza artificiale. Il tema della vendita dei prodotti sfusi si intreccia fortemente con quello dell’igiene dei prodotti alimentari e su questo mi soffermo.

Imballaggi in plastica La norma francese che spinge, per altro nel senso di una tendenza commerciale già presente, per la riduzione dell’uso degli imballaggi primari (ma non riguarda quelli secondari e neppure i primari nelle fasi precedenti la vendita al consumatore finale), sembra ignorare una discussione che, invece in Italia ha appassionato intensamente, ma per breve tempo, consumatori, giuristi e comunicatori: quella dell’utilizzabilità nel punto vendita di contenitori propri del consumatore/acquirente. La norma francese incentivando la vendita dei prodotti alimentari sfusi prevede che sia il commerciante stesso a fornire gli imballaggi utilizzabili, ma ammette pure che sia il consumatore a portarli con sé da casa, così come già oggi avviene anche in Italia, a seguito di una vivace discussione che prese l’avvio con l’applicazione della norma in materia di produzione e commercializzazione dei sacchetti per alimenti disponibili a libero servizio, di cui all’art. 226-ter del d.lgs. 3 aprile 2006, n.152, la quale introdusse l’obbligo

che detti sacchetti fossero venduti. Ricordo che la norma nazionale italiana, recependo in maniera creativa la Dir. (Ue) 2015/720, dispone che “le borse di plastica in materiale ultraleggero non possono essere distribuite a titolo gratuito e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto delle merci o dei prodotti imballati per il loro tramite”. All’epoca le autorità si posero la domanda, che torna oggi come monito per il futuro, se il consumatore, in alternativa all’acquisto dei sacchetti nei punti vendita, potesse utilizzare borse o contenitori di qualsiasi natura già in proprio possesso, in particolare in riferimento agli shoppers, usualmente utilizzati direttamente dalla clientela negli esercizi commerciali a libero servizio per inserirvi gli alimenti quali frutta e verdura. Questione che, coinvolgendo aspetti legali diversi, ma principalmente quello legato all’interesse ambientale volto alla riduzione dell’utilizzo delle borse in plastica e l’interesse alla tutela della sicurezza e dell’igiene degli alimenti venduti sfusi, portò a un parere dell’Adunanza speciale del Consiglio di Stato4 che tenne conto della normativa sui materiali a contatto con gli alimenti, dei divieti (allora vigenti) di utilizzare imballaggi di plastiche riciclate, ma anche dei doveri affidati dall’art. 17, c.1 del Reg. (CE) 178/2002 agli operatori del settore alimentare ai quali, secondo quanto opinato dall’Adunanza speciale, incombe il compito di garantire che nelle imprese da essi controllate gli alimenti soddisfino le disposizioni

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Food rules DIRITTO ALIMENTARE

della legislazione alimentare inerenti alle loro attività in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione e di verificare che tali disposizioni siano soddisfatte. Quindi nella logica del disincentivo dell’utilizzazione esagerata delle borse in plastica trova giustificazione, secondo il Consiglio di Stato, che le stesse debbano avere un prezzo, elevandole a bene (necessariamente) commerciabile (essendone esclusa la cessione a titolo gratuito). La Commissione del Consiglio di Stato rileva come, con l’obbligo di attribuire un prezzo ai sacchetti si intende sollecitare la presa di coscienza del consumatore circa il fatto che i sacchetti in plastica, anche quelli superleggeri strumentali all’acquisto di frutta e verdura, non costituiscono un risorsa illimitata, inducendolo dunque, auspicabilmente, a farne un uso attento anche dopo l’utilizzo principale, così da scongiurarne lo spreco irragionevole; ciò, al fine ultimo di combattere la dispersione nell’ambiente del materiale plastico. Ma al contempo l’organo consultivo afferma come non sembri “consentito escludere la facoltà del loro acquisto all’esterno dell’esercizio commerciale nel quale saranno poi utilizzate, in quanto, per l’appunto, considerate di per sé un prodotto autonomamente acquistabile, avente un valore indipendente da quello delle merci che sono destinate a contenere” laddove il consumatore non intenda acquistare il sacchetto ultraleggero commercializzato dall’esercizio commerciale per l’acquisto di frutta e verdura sfusa e pertanto possa utilizzare

d’Italia

È ATTUALE LA QUESTIONE SULL’USO DEI SACCHETTI PORTATI DAL CONSUMATORE sacchetti in plastica autonomamente reperiti solo se comunque idonei a preservare l’integrità della merce e rispondenti alla caratteristiche di legge. In tal caso, richiamando le considerazioni già svolte continua il parere della Commissione speciale del Consiglio -, non sembra possibile per l’esercizio commerciale vietare tale facoltà. Quest’ultimo assunto non si pone in contrasto con il quadro normativo ricordato in premessa, dal quale si evince la pacifica (secondo il parere, n.d.r.) sussistenza della responsabilità dell’impresa rispetto all’integrità e sicurezza dei prodotti che sono venduti all’interno dell’esercizio commerciale.

Idoneità e conformità dei sacchetti usati dai consumatori Al riguardo, “in questa sede - continua il documento - ci si limita a ricordare che l’operatore del settore alimentare deve sempre e comunque garantire che gli alimenti soddisfino le disposizioni della legislazione alimentare inerenti alle loro attività in tutte le fasi della produzione, della

trasformazione e della distribuzione, nonché verificare che tali disposizioni siano soddisfatte, dovendosi riconoscere la responsabilità del distributore di alimenti a prescindere dalla sua partecipazione o meno al confezionamento (art. 17 del regolamento 178/2002)”. E “deve precisarsi che, quanto meno in astratto, la responsabilità dell’impresa di distribuzione non possa venire automaticamente meno nel caso in cui un danno o un pregiudizio sia stato cagionato dalla condotta del consumatore o, per quanto rileva in questa sede, per il tramite dell’inidoneità di un involucro dallo stesso introdotto nell’esercizio commerciale”. Ne consegue, sempre secondo il Consiglio di Stato, che ciascun esercizio commerciale sarà dunque tenuto, secondo le modalità dallo stesso ritenute più appropriate, alla verifica dell’idoneità e della conformità a legge dei sacchetti utilizzati dal consumatore, siano essi messi a disposizione dell’esercizio commerciale stesso, siano essi introdotti nei locali autonomamente dal consumatore5. Col richiamo al Reg. (CE) 178/2002 il Consiglio di Stato definì i termini della gestione legale dei contenitori utilizzati dai consumatori nel libero servizio degli alimenti sfusi. Lungi dal voler criticare il citato parere chiamato a una sorta di quadratura del cerchio, osservo che il Reg. (CE) 178/2002 si applica agli operatori alimentari e non ai consumatori. L’operatore del settore alimentare, ai sensi del citato Reg. (CE) 178/2002, è “la persona fisica o giuridica responsabile di garantire il rispetto delle disposizioni della legislazione alimentare nell’impresa alimentare posta sotto il suo controllo”. Poiché il consumatore non fa parte dell’impresa alimentare, ma al massimo fisicamente entra (ma non necessariamente) nel locale dell’impresa commerciale senza diventarne parte (sia come operatore alimentare, sia come soggetto sottopostone giuridicamente alla disciplina interna), non mi sento di condividere la posizione del Consiglio sul punto che l’impresa alimentare debba assicurare i controlli sui sacchetti, recipienti e simili che il consumatore voglia utilizzare nel punto vendita. D’altronde l’insussistenza dell’obbligo di verifica dell’idoneità e della conformità dei sacchetti utilizzati dal consumatore introdotti nei locali autonomamente da questi ben si concilia con l’assenza di qualsivoglia qualifica legale,

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Food rules DIRITTO ALIMENTARE

anche ipoteticamente fondata su norme diverse da quelle alimentari, che autorizzi l’imposizione al consumatore da parte dell’operatore alimentare di quei controlli auspicati nel parere del Consiglio di Stato. La sopita questione italica dell’uso dei sacchetti e contenitori portati dal consumatore per approvvigionarsi di prodotti alimentari sfusi nei punti vendita, seppure segnata dalla velocità dei cambiamenti commerciali e dall’estensione sempre maggiore delle vendite non presidiate di prodotti sfusi non più limitate a frutta, verdura e alcuni prodotti da forno, torna d’attualità, naturalmente mutatis mutandis.

La percezione del livello di accettabilità igienica Riferito il quadro giuridico esistente, la mia opinione è che di massima la responsabilità dell’operatore alimentare per l’igiene della vendita con modalità a libero servizio di prodotti sfusi termini nel momento della messa a disposizione dell’alimento direttamente o tramite erogatori, trasferendosi il complesso delle ulteriori responsabilità igienico-sanitarie e di sicurezza sul consumatore che, per esempio raccolga il prodotto dal contenitore pubblico, lo sistemi in una sporta, conservi la memoria di eventuali allergeni indicati sull’apposito cartello o delle caratteristiche del prodotto (scadenza o t.m.c. inclusi) e trasporti l’alimento, ad esempio con rispetto della temperatura di conservazione, fino alla cassa o comunque all’azionamento del pagamento informatico (e quindi al luogo fisico e al momento dell’acquisto vero e proprio) e successivamente al domicilio ove avverrà il consumo. L’operatore alimentare è tenuto a offrire un locale conforme (sia che si tratti di vendita in un punto vendita presidiato, sia in quelli totalmente automatizzati), ma il suo compito e i suoi poteri non possono includere, ad esempio, l’imposizione del controllo delle condizioni di salute dell’acquirente, della pulizia delle di lui mani, o dell’adeguatezza alimentare dei materiali a contatto, adeguatezza che, come è noto, dipende anche dal tipo di alimento che si ritiene andrà a contatto col “Moca”, la valutazione della capacità del consumatore di memorizzare le informazioni d’etichettatura presenti sul luogo di vendita e che non accompagnano il prodotto

d’Italia

RIDURRE GLI IMBALLAGGI PUÒ PORTARE ALLA PERDITA DI INFORMAZIONI AL CONSUMATORE sfuso. Nell’ottica della riduzione degli imballaggi primari, dal punto di vista osservazionale è interessante notare come anche la percezione del livello di accettabilità igienica cambi da Paese a Paese all’interno dell’Ue e lo stesso concetto d’igiene degli alimenti trovi nella pratica applicazione significative differenze. Se in Italia vi è la discussione sulla vendita self service del pane sfuso e sulla relativa modalità (guanti, cassetti, sistemi distributivi, informazioni scritte, sorveglianza attiva ecc.), in Francia i pani venduti a libero servizio sovente sono solo parzialmente coperti in avvolgenti che permettono l’impugnatura degli stessi (ma non la chiusura e la protezione dall’esterno dell’alimento), lo scambio di prodotti e pure l’affettamento self service con le apposite affettatrici elettriche messe a disposizione nei reparti panetteria. Se in Italia il prodotto ortofrutticolo deve essere manipolato con i guanti, in Francia non vi è alcun obbligo in tal senso. Nel Paese transalpino è pure ammessa e diffusa la possibilità per l’acquirente di formarsi porzioni di insalate verdi

o con prodotti di origine animale o macedonie di frutta miste prelevando, con una pinza senza guanti o altre protezioni dai vari contenitori aperti, i componenti desiderati, il tutto nei punti di vendita e non solo in quelli di somministrazione, pratica che non risulta essere presente in Italia, Paese nel quale anche le somministrazioni con modalità self service sono oggetto da decenni di incerte, variabili da zona a zona e costanti limitazioni6.

Sicurezza igienica sanitaria degli alimenti Che coniugare l’esigenza di riduzione degli imballaggi primari con la prestazione di un elevato livello igienico non sia facile è pure evidente alla luce della circolare dell’autorità belga sul come gestire l’igiene nelle vendite di prodotti, anche sfusi, in attività non presidiate da personali, come nei commerci automatici.7 Detta circolare sottolinea la necessità che per la vendita di prodotti sfusi siano assicurati, se necessari, i mobili frigoriferi o surgelatori, eventualmente avvenga l’identificazione dell’acquirente, siano gestiti la tracciabilità, la separazione di prodotti con allergeni (come i pani) da quelli senza, dai legumi crudi, dai prodotto sfusi, la rotazione per riassortimenti dei prodotti, come avviene anche in punto di vendita assistita. Gli obiettivi della riduzione degli imballaggi primari, così come della riduzione dell’ampiezza di quelli esistenti rispetto all’alimento contenuto, si

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Food rules DIRITTO ALIMENTARE

intersecano, dunque con la persistente necessità di mantenere la sicurezza igienica sanitaria e la capacità di prevenzione del rischio che sono, nella prospettiva del giurista, comportamenti obbligatori e sanzionati seppure in un contesto Ue nel quale il livello della prevenzione sanitaria appare molto attenta a tradizioni d’uso o a comportamenti suggeriti dalle nuove tendenze, più che a osservazioni obiettive e studi epidemiologici. Nel contesto della riduzione degli imballaggi vi è il rischio che si vada anche verso la

perdita dell’informazione del consumatore, così come imposta principalmente dal Reg (Ue) 1169/2011, il che mi porta a riflettere sull’importanza vera o ipotizzata, dell’etichettatura e delle forme assimilate di trasmissione all’acquirente delle informazioni di legge8. La vendita sfusa al consumatore può avere ampi riflessi anche in tema di responsabilità per le non conformità degli alimenti con effetti pregiudizievoli che possono restare sul venditore finale o possono rimontare al produttore sulla base dei documenti di

1. L. n° 2021-1104, 22 agosto 2021. 2. Per un’analisi della norma nel suo complesso rimando a Jean-Claude Zarka: “Les principales dispositions de la loi du 22 août 2021 portant lutte contre le dérèglement climatique et renforcement de la résilience face à ses effets”, in https://www.actujuridique.fr/administratif/environnement/ les-principales-dispositions-de-la-loi-du22-aout-2021-portant-lutte-contre-ledereglement-climatique-et-renforcement-dela-resilience-face-a-ses-effets/ consultato il 11/06/1923 3. Appare di tutta evidenza la specificità della scelta francese stante il vigente

Reg. CE 1019/02 della Commissione del 13 giugno 2002 relativo alle norme di commercializzazione dell’olio d’oliva il quale all’art. 2 dispone che gli oli: “sono presentati al consumatore finale preimballati in imballaggi della capacità massima di cinque litri. Tali imballaggi sono provvisti di un sistema di chiusura che perde la sua integrità dopo la prima utilizzazione e recano un’etichettatura conforme alle disposizioni di cui agli articoli da 3 a 6”. 4. Adunanza della Commissione speciale del 21 marzo 2018, Numero Affare 00263/2018. 5. Si veda anche la Circ. Ministero dalla Salute, n. 64175 del 2018 dal titolo: Circolare in

tracciabilità e di gestione degli alimenti gestiti dal venditore finale. Insomma, attraverso la riduzione degli imballaggi primari consegnati al consumatore, il quadro generale dell’attribuzione delle responsabilità per non conformità pare destinato ad assumere una connotazione molto differente rispetto all’attuale e necessiterà anche un aggiornamento dei rapporti giuridici e tecnici tra gli operatori della medesima filiera. Giuseppe Maria Durazzo

NOTE

d’Italia

merito alle nuove disposizioni in materia di produzione e commercializzazione dei sacchetti per alimenti disponibili a libero servizio, introdotte dall’articolo 226-ter del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152. 6. In materia di ristorazione a libero servizio si veda, in taluni territori italiani, l’imposizione dei requisiti strutturali e dei comportamenti, seppure ora legalmente decaduti, previsti in tema di prevenzione della diffusione del Covid 19. 7. AFSCA, circolare del 03/04/23. 8. Rinvio a quanto scrissi nell’articolo Do we still need a food label, “Professional Pasta”, aprile/giugno 2022.

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PEST CONTROL

La disinfestazione con alte temperature Pest control with high temperatures

I

n this article, the authors talk about pest control treatment with high temperatures. It is a biological system for the elimination of pests at all stages of their development. Because of its effectiveness, today it is the only alternative to pest control systems using toxic gas, over which it offers many advantages. The system consists of heating infested rooms using electrically powered fan heaters. The treatment is based on the principle that insects and all their life stages (eggs, larvae, pupae, adults) die at a higher than optimum temperature.

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d’Italia


PEST CONTROL

di Di Ciero Stefania*, Priolo Moreno**, Priolo Fernando*** *Tecnologo Alimentare OTA Molise - Thermopest Srl **Amministratore unico - Thermopest Srl ***Direttore commerciale - Thermopest Srl

UN SISTEMA BIOLOGICO PER IL CONTROLLO DELLE INFESTAZIONI, APPLICABILE IN DIVERSI SETTORI INDUSTRIALI, ALIMENTARI E NON A BIOLOGICAL INFESTATION CONTROL SYSTEM APPLICABLE IN DIFFERENT INDUSTRIAL, FOOD AND NON-FOOD SECTORS

S

ono trascorsi 20 anni da quando, con l’elaborazione del Sesto programma di azione in materia di ambiente (2002-2012), adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio con decisione n. 1600/2002/CE, fu avviata l’elaborazione della “Strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi”. Con lo svolgersi delle iniziative che hanno portato alla presentazione, da parte della Commissione europea, della proposta di direttiva sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, si è evoluta e rafforzata la consapevolezza che una significativa riduzione generale dei rischi associati all’uso dei prodotti fitosanitari sia perfettamente compatibile con l’esigenza di garantire un’efficace protezione delle colture agrarie. Nel 2007, con la messa al bando del bromuro di metile per via della persistenza in atmosfera degli ioni bromo derivanti dal suo utilizzo e al conseguente inserimento di questa sostanza attiva nel Protocollo di Montreal fra gli agenti depletori dell’ozono, le disinfestazioni nelle industrie alimentari (molini e pastifici) vennero eseguite impiegando

d’Italia

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PEST CONTROL

LA DISINFESTAZIONE CONVENZIONALE NON È EFFICACE SULLE FORME IMMOBILI DEGLI INSETTI almeno una volta all’anno il difluoruro di solforile, composto gassoso alternativo al primo, ma altrettanto efficace su tutti gli stadi vitali degli insetti infestanti (uova, larve, pupe, adulti). Un rapporto dell’ECHA (European CHemicals Agency) pubblicato il 30 settembre 2015 (ECHA/BPC/073/2015) ha preso in esame il Global Warming Potential (GWP) ossia il potenziale di riscaldamento globale del difluoruro di solforile dopo un accurato monitoraggio di questa sostanza in atmosfera. Il rapporto evidenzia come, dopo 10 anni dalla sua introduzione sul mercato come fumigante, accertata la sua reale persistenza nell’atmosfera e visto l’incremento del suo utilizzo previsto per diversi campi di impiego (PT8 e PT18), il suo accumulo in troposfera è

risultato ben 10 volte superiore rispetto alle stime iniziali. Nello stesso rapporto dell’ECHA si legge che 1 kg di difluoruro di solforile immesso in atmosfera comporta un GWP equivalente a 4.800 kg di anidride carbonica (CO2). Uno studio pubblicato nel 2016 sulla rivista “Science” ha stimato che 1000 kg di CO2 sono responsabili della scomparsa di 3 m2 di ghiaccio polare. Se si considera che per il trattamento di una struttura di 10.000 m3 occorrono 900 kg di dilfuoruro di solforile, sono ben 4.320.000 i kg di anidride carbonica immessa in atmosfera, potenzialmente causa del discioglimento di 12.960 m2 di ghiaccio polare. La necessità di definire sistemi di disinfestazione delle industrie alimentari alternativi all’uso delle sostanze gassose, ma altrettanto efficaci su tutti gli stadi vitali degli insetti e a ridotto impatto sia sulla salute umana sia sull’ambiente e sulla biodiversità (coerentemente alle linee di indirizzo europee in tema di utilizzo sostenibile degli insetticidi) ha trovato soluzione nell’uso delle alte temperature, un metodo innovativo di disinfestazione, sicuro per gli operatori addetti ai lavori e a residuo chimico zero.

Efficacia e campi di applicazione del trattamento con alte temperature Il trattamento di disinfestazione con alte temperature è un sistema assolutamente biologico per l’eliminazione degli insetti infestanti, in tutte le loro fasi di sviluppo. Il sistema è versatile e applicabile in svariati settori (FIGURA 1): • agro-alimentare; • trasporti pubblici; • turistico-alberghiero; • civile; • spettacolo; • zootecnico; • industria del legno. Per la sua efficacia, rappresenta oggi l’unica alternativa ai sistemi di disinfestazione con gas tossico, rispetto ai quali offre numerosi vantaggi: • atossico per persone e alimenti; • ridotto impatto sull’ambiente; • non lascia residui; • non necessita l’evacuazione degli ambienti adiacenti a quelli trattati; • non sono richieste autorizzazioni o licenze particolari per eseguire il trattamento;

FIGURA 1

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UN’UMIDITÀ RELATIVA SUPERIORE AL 50% PUO’ ESTENDERE LA SOPRAVVIVENZA DEGLI INSETTI INFESTANTI un severo stress idrico. • terza fase (>55 °C) si verifica una rapida mortalità; l’intera popolazione di insetti muore in pochi minuti.

Fattori influenzanti la mortalità degli insetti

FIGURA 2

• applicabile in stabilimenti che lavorano produzioni biologiche e baby food; • i locali trattati sono immediatamente rioccupabili, così come i tempi di riavvio delle produzioni, che risultano assai ridotti; Il sistema consiste nel riscaldare i locali infestati mediante termoventilatori alimentati elettricamente. Il trattamento si basa sul principio per cui gli insetti e tutti i loro stadi vitali (uova, larve, pupe, adulti) muoiono a partire da una temperatura superiore a quella ottimale, per effetto di alterazioni irreversibili su (FIGURA 2): • coagulazione proteica; • composizione lipidica; TABELLA 1

• denaturazione enzimatica. Studi sulla valutazione degli effetti delle alte temperature sugli insetti infestanti le derrate evidenziano che, a valori di temperatura superiori a quelli ottimali, la risposta degli insetti passa attraverso 3 fasi (TABELLA 1): • prima fase (40-45 °C) la deposizione delle uova diminuisce fino ad arrestarsi, la schiusa delle uova e lo sfarfallamento degli adulti dalle pupe diventano difficili da portare a termine, la fecondità si riduce, la vita degli adulti è più breve e la popolazione comincia a morire; • seconda fase (45-55 °C) gli insetti sopravvivono solo per alcune ore, vivendo

La mortalità di un insetto esposto ad alte temperature è dunque funzione della temperatura e del tempo di esposizione. Diversi sono i fattori che possono influenzare la mortalità degli insetti espositi ad alte temperature: prima di tutto, le proteine da shock termico. Gli insetti hanno una naturale capacità di adattarsi allo stress termico grazie all’espressione di particolari proteine definite “da shock termico” (Heat shock Proteins - HSPs) che proteggono le cellule e l’organismo dallo stress prevenendo la denaturazione proteica. Queste proteine sono sempre presenti negli insetti e la loro capacità di espressione varia in relazione a: • specie infestante; le diverse varietà rispondo in modo diverso alle alte temperature indipendentemente dalla loro etologia; • fase di sviluppo dell’insetto; diversi studi hanno dimostrato che la resistenza al calore degli insetti varia in funzione a tale elemento; • età dell’insetto.

RISPOSTA DEGLI INSETTI A VARI INTERVALLI DI TEMPERATURA (ADATTATA DA FIELDS, 1992)

FASE

LETALE

SUB-OTTIMALE OTTIMALE

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RANGE DI TEMPERATURA (°C)

EFFETTO

> 62

Morte in meno di 1 minuto

50-62

Morte in meno di 1 ora

45-50

Morte in meno di 1 giorno

35-42

La popolazione inizia a morire, gli insetti si spostano verso ambienti più freschi

35

Temperatura massima per la riproduzione

32-35

Lento aumento della temperatura

25-32

Tasso massimo di incremento della popolazione

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PEST CONTROL

TABELLA 2

SPECIE

LT99* DI TRIBOLIUM SPP ESPOSTE A DIVERSI VALORI DI TEMPERATURA ALLE MEDESIME CONDIZIONI DI UR (22%) E SOTTOPOSTE ALLO STESSO METODO DI RISCALDAMENTO (CONVETTIVO) FASE DI SVILUPPO**

LT99 (IN ORE) - TEMPERATURA (°C) 46 °C 48 °C 50 °C 51 °C 52 °C 53 °C 54 °C 55 °C 56 °C 57 °C 58 °C 59 °C 60 °C

A

8.29

0.93

0.84

0.75

0.68

0.61

0.55

0.49

0.44

0.40

0.36

0.32

P Ol Yl e Tribolium con- A fusum P Ol Yl e

13.01 9.19 7.18 10.60 3.56

1.45 1.26 7.21 1.76 1.20

1.21 1.16 5.22 1.42

1.01 1.07 3.78 1.14

0.84 0.98 2.74 0.92

0.69 0.90 1.98 0.74 0.96

0.58 0.83 1.43 0.59

0.48 0.76 1.04 0.48

0.40 0.70 0.75 0.38

0.33 0.64 0.54 0.31 0.57

0.28 0.59 0.39 0.25

0.23 0.54 0.29 0.20 0.25

Tribolium castaneum

2.56

4.19 2.54 0.81 0.43 0.20 4.99 2.94 1.50 0.93 0.64 3.14 2.25 0.74 0.26 0.20 3.48 1.95 0.69 0.27 0.20 *LT99: tempo di esposizione a una temperatura per indurre alla morte il 99% delle specie infestante presa a riferimento. **A: adulto; P: pupa; Ol: larva matura; Yl: larva giovane; e: uovo. Tratta da: Heat treatment for Postharvest Pest Control - J. Tang, Mitcham. E. Mitcham. E., Wang. S. Wang. S., S. Lurie - ed. 2007.

Nelle tecniche di disinfestazione chimica convenzionale è infatti noto che le forme immobili degli insetti (uova e pupe) sono più resistenti delle forme mobili (larve e adulti); questo discorso non è altrettanto valido nelle applicazioni con alte temperature. La termotolleranza degli insetti infestanti varia sia tra specie diverse sia nell’ambito della stessa specie (TABELLA 2). Studi condotti nel 2003 hanno evidenziato che le giovani larve di Tribolium castaneum sono più termotolleranti in un range di temperatura tra i 50 e i 58 °C rispetto uova, pupe e larve mature; nel Tribolium confusum le forme più termotolleranti (in un range di temperature tra i 46 e i 60 °C) sono le larve mature rispetto a uova, giovani larve, pupe e adulti della medesima specie. L’espressione delle proteine da shock termico dipende dal tempo e dalla temperatura di esposizione; pertanto, per indurre alla morte gli insetti occorre mirare a combinazioni tempo/temperatura superiori alle soglie di tolleranza termica. In generale l’esposizione a temperature superiori ai 50 °C per almeno 24 ore sono tali da garantire la morte degli stadi più termotolleranti degli insetti. Un ulteriore fattore è la distribuzione del calore: anche questa, negli ambienti, influisce sulla mortalità degli insetti, quindi sul successo degli interventi. È noto che in condizioni normali, l’aria all’interno dei locali non è uniformemente distribuita, ma si presenta stratificata per via della sua differente densità: l’aria calda, meno densa dell’aria fredda, tende

d’Italia

a occupare le parti più alte dei locali spingendo l’aria fredda verso il basso.

Attraverso la ventilazione forzata, è possibile destratificare l’aria accelerando il processo di distribuzione uniforme del calore. Se alla ventilazione forzata si aggiunge un sistema di riscaldamento (come una batteria di resistenze elettriche opportunamente dimensionate), si ottiene un graduale e uniforme riscaldamento dell’aria all’interno del locale. Diversa è invece la risposta dei materiali presenti nel locale riscaldato, la cui velocità di riscaldamento è funzione della loro conducibilità termica ossia l’attitudine di un materiale a trasmettere il calore (TABELLA 3). Quanto più è alta la conducibilità termica di un materiale, tanto più esso è un buon conduttore di calore; viceversa, più è bassa la conducibilità termica, più il materiale è isolante. Altro parametro fisico da considerare durante le applicazioni con alte temperature è il coefficiente di dilatazione termica dei materiali (TABELLA 4), ossia quel fenomeno che si riscontra quando un

0.17 0.40 0.10 0.11

TABELLA 3 CONDUCIBILITÀ

TERMICA DI ALCUNI MATERIALI

Materiale

Conducibilità termica k (W/mK)

Alluminio

209

Acciaio inox

17

Calcestruzzo

1,6

Mattone

0,4-0,7

Vetro

1

Plastiche

0,12-0,65

Legno

0,12

TABELLA 4 COEFFICIENTE

DI DILATAZIONE TERMICA LINEARE DI ALCUNI MATERIALI

Materiale

Coefficiente di dilatazione termica lineare

Alluminio

24 x 10-6 K-1

Acciaio inox

12 x 10-6 K-1

Calcestruzzo

10 x 10-6 K-1

Mattone

6 x 10-6 K-1

Vetro

9 x 10-6 K-1

Plastiche

80 - 200 x 10-6 K-1

Legno

15 x 10-6 K-1

corpo modifica il suo volume (dilatazione volumetrica), la sua superficie (dilatazione superficiale) o la sua lunghezza (dilatazione lineare) a seguito di una variazione della sua temperatura.

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LA DISTRIBUZIONE DEL CALORE NEGLI AMBIENTI INFLUISCE SUL SUCCESSO DEGLI INTERVENTI

FIGURA 3

Poiché in una struttura di produzione alimentare sono contemporaneamente presenti materiali diversi di differente natura e talvolta accoppiati tra loro, è necessario riservare al trattamento le giuste tempistiche per garantire un riscaldamento uniforme delle superfici e una omogenea distribuzione del calore in tutti i punti dei locali trattati. L’ultimo fattore da tenere in considerazione riguarda l’umidità relativa degli ambienti esposti a trattamento: questa influenza la mortalità degli insetti in quanto mitiga l’effetto delle alte temperature. Valori di umidità relativa superiore al 50% possono estendere la sopravvivenza degli insetti infestanti. In generale, durante un trattamento di disinfestazione con alte temperature, l’umidità relativa dell’ambiente diminuisce

all’aumentare della temperatura e, a temperatura superiori ai 50 °C, l’UR scende al di sotto del 25% dopo circa 20 ore di esposizione. Ciò suggerisce che, per trattamenti termici strutturali efficaci, occorre un’esposizione continuativa di almeno 24 ore a temperature superiori ai 50 °C (FIGURA 3).

La tecnica e gli impianti L’innalzamento termico dei locali sottoposti a disinfestazione con il sistema delle alte temperature è realizzato mediante specifici impianti alimentati elettricamente, opportunamente distribuiti all’interno dello stabilimento e in numero variabile in relazione: • alle volumetrie da trattare;

FIGURA 4

d’Italia

• alla conducibilità termica dei materiali presenti nelle aree; • al periodo stagionale nel quale si effettua il trattamento. Preliminarmente al trattamento occorrono pochi e semplici accorgimenti: • rimuovere i cumuli di polvere e/o residui alimentari dove gli insetti possano crearsi un rifugio fresco e umido; • svuotare gli impianti e i silos (ove possibile); • allontanare materiali e prodotti sensibili alle alte temperature (bombole in pressione, contenitori con liquidi infiammabili); • chiudere finestre, porte e qualsiasi altra apertura, al fine di minimizzare la dispersione termica e garantire il raggiungimento delle temperature ottimali di processo nel minor tempo possibile; • effettuare delle sigillature, laddove necessario; Gli impianti consistono in aerotermi elettrici collegati a un distributore elettrico il quale, a sua volta, si collega ai quadri elettrici interni alla struttura, resi disponibili per il trattamento dall’azienda committente (FIGURE 4, 5, 6, 7). Il trattamento ha una durata complessiva di almeno 48 ore durante le quali le temperature vengono gradualmente portate a valori compresi tra i 50 °C e i 57 °C.

FIGURA 5

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FIGURA 6

FIGURA 7

Monitoraggio del trattamento e validazione Durante il trattamento, è necessario effettuare periodici controlli nei locali esposti alle alte temperature e finalizzati a verificare il raggiungimento delle temperature critiche in tutti i punti della struttura. Questi rilievi vengono effettuati mediante: • termo-igrometri digitali; • termometri manuali a infrarossi; • termocamere in grado di rilevare i diversi gradienti di temperatura. Per poter valutare l’effettiva mortalità di tutti gli stadi vitali degli insetti infestanti e decretare quindi l’efficacia del trattamento, è possibile:

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• posizionare test biologici - barattoli contenenti vari stadi vitali degli insetti - nei locali sottoposti a trattamento; • dimostrare il mantenimento di temperature superiori ai 50 °C in tutti i punti della struttura per almeno 24 ore.

Effetti secondari del trattamento: pulizia e sanificazione delle strutture L’attività deumidificante del trattamento termico e l’esposizione prolungata a temperature relativamente alte, oltre a incidere sui tempi di sopravvivenza degli insetti, esplicano dei positivi effetti secondari; nello specifico favoriscono: • il distacco di incrostazioni alimentari

(cariche di muffe e batteri) dalle parti interne dei macchinati con conseguente miglioramento delle condizioni igieniche delle parti interne degli impianti di lavorazione, delle tubazioni e dei trasportatori; • la significativa riduzione della carica batterica e micotica aerodispersa con conseguente miglioramento della qualità dell’aria degli ambienti trattati. Studi condotti sui livelli di contaminazione microbica ambientale, stimata effettuando prelievi di aria pre e post trattamento mediante SAS (Surface Air System) nei locali sottoposti a disinfestazione, evidenziano un notevole abbattimento della carica micetica e batterica aerodiffusa, confermandone l’effetto sanificante (TABELLA 5).

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BSP progetta impianti di grande affidamento nel rispetto della sostenibilità ambientale. Nuovi silos per lo stoccaggio di grano biologico 2.000Ton/Cad • Pareti interne lisce per la pulizia dei silos • Mantello cilindrico e tramogge di scarico in acciaio ecocompatibile Magnelis® BSP è la prima azienda al mondo a fornire silos spiralati in acciaio Magnelis®, un materiale adatto alla certificazione per contatto alimentare MOCA • Silos a tenuta stagna per trattamenti di disinfestazione con gas inerti • Speciale tetto anti-esplosione in lamiera brevettato e certificato Atex, permette di evitare l’installazione di costosi pannelli antiscoppio sul tetto e corpo cilindrico

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TABELLA 5

ARIAZIONE DEI LIVELLI DI CONTAMINAZIONE AMBIENTALE RILEVATI V PRE E POST TRATTAMENTO TERMICO ALL’INTERNO DI UN PASTIFICIO INDUSTRIALE

Area - Punto di prelievo

Fase del campionamento

Data del campionamento

Conta lieviti e muffe (UFC/m3)

Conta microrganismi a 20 °C (UFC/m3)

Pastificio - produzione Zona testata Pastificio - area confezionamento

pre-trattamento post-trattamento pre-trattamento post-trattamento

30/06/2022 03/07/2022 30/06/2022 03/07/2022

3000 10 3000 170

440 107 3000 230

Conta IGCM/m3 Categoria di microrganismi a (*) contaminazione 37 °C (UFC/m3) dell’aria (**)

720 330 3000 35

4160 447 9000 435

intermedia molto bassa alta molto bassa

* IGCM (Indice Globale di Contaminazione Microbica) = UFCbat (37 °C) + UFCbat (20 °C) + UFCmic. ** Categorie di contaminazione microbiologica dell’aria proposti da Dacarro e collaboratori (2000) - Fonte INAIL “Il monitoraggio microbiologico negli ambienti di lavoro - edizione 2010”

Conclusioni Il presente lavoro, finalizzato ad ampliare il campo delle informazioni già note sugli effetti delle alte temperature e a definire con maggiore chiarezza i fattori che influenzano l’efficacia del trattamento termico, permette di esprimere le seguenti considerazioni: • affinché la disinfestazione con il sistema delle alte temperature sia efficace occorrono almeno 48 ore di trattamento, durante le quali le temperature devono essere portate gradualmente a valori compresi tra i 50 °C e i 57 °C; • considerando la termotolleranza degli

insetti (che varia in funzione della specie, della fase di sviluppo e dell’età dell’insetto), per avere certezza della morte degli stadi di sviluppo più resistenti al calore occorrono tempi di esposizione di almeno 24 ore a temperature superiori ai 50 °C, il cui raggiungimento occorre si concretizzi nelle prime 24 ore di trattamento; • Il mantenimento di elevate temperature per tempi relativamente lunghi e il conseguente effetto deumidificante esplicato dal trattamento, rendono il sistema efficace anche per la sanificazione dell’aria ambientale e per la disinfezione degli impianti.

Questi aspetti, unitamente a quelli ampiamente richiamati in questo lavoro, confermano la grande versatilità del sistema delle alte temperature, applicabile non solo per la disinfestazione ma anche per la sanificazione e disinfezione delle strutture di produzione alimentare, senza il ricorso a sostanze chimiche e potendo perseguire contemporaneamente obiettivi diversi (disinfestazione, sanificazione e disinfezione) con l’applicazione di un solo metodo di trattamento. Stefania Di Ciero, Fernando Priolo, Moreno Priolo

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FOCUS

Dare un futuro solido al biologico grazie alla transizione ecologica Giving a solid future to the organic sector through the ecological transition

T

he road is still uphill for the scale-up of the organic sector. Despite the fact that Italy is one of the European countries ahead of others in the European Farm-toFork strategy, there are still cumbersome problems to be solved that generate quite a few uncertainties in the path of ecological transition of agrifood companies. The technical and technological tools for production upgrades continue to develop, but their introduction is held back by the uncertainty of operators as to the standards to be applied and by a declining demand.

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FOCUS

A SANATECH 2023, NUOVE COMPETENZE E STRUMENTI PER LE AZIENDE AGRICOLE SOSTENIBILI DEL FUTURO AT SANATECH 2023, NEW SKILLS AND TOOLS FOR THE SUSTAINABLE FARMS OF THE FUTURE di Mariangela Latella Giornalista professionista esperta del settore agroalimentare

S

trada ancora in salita per lo scale up del settore biologico. Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi europei più avanti nel percorso voluto dalla strategia europea Farm to fork, poiché è prima per estensione degli areali certificati ed è fra le prime per numero di operatori (circa 90mila), sono ancora molte le disarmonie normative tra il quadro legislativo europeo e quello nazionale che creano non poche incertezze nel percorso di transizione ecologica delle aziende agroalimentari. Gli strumenti tecnici e tecnologici per effettuare l’upgrade produttivo ci sono e continuano a svilupparsi, ma la loro introduzione è frenata, in parte, dall’incertezza degli operatori che hanno di fronte un ginepraio di norme poco chiare e talvolta lacunose. D’altro canto, il mercato registra una domanda di prodotti bio in contrazione: -3% a volume rispetto al 2022 a fronte di un aumento del valore del 7%, secondo Nomisma, anche per l’influenza della spinta inflazionistica in atto. È quanto è emerso nel corso di Sanatech, la rassegna internazionale della filiera produttiva del biologico e del sostenibile che si è tenuta dal 7 al 9 settembre a BolognaFiere. “A tre anni dalla prima edizione, Sanatech è l’unico trade show sul panorama fieristico italiano, interamente orientato al sostegno della transizione ecologica della filiera agricola e agroalimentare verso la carbon neutrality al 2050 - ha affermato Claudio Vercellone, amministratore delegato di Avenue media a chiusura dell’evento - Le novità presentate sono state tantissime e sono solo una parte

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FOCUS

Workshop all’Arena Sanatech Lab

dello sforzo che sta facendo il Paese per allinearsi agli obiettivi della Farm to fork. Si è parlato di agricoltura biologica, di precisione, tracciabilità, economia circolare e tecnologie per la cosmesi naturale. Si è guardato al mondo della trasformazione, che sta facendo in conti con la sostenibilità energetica e con esigenze di creare network per il riuso dei suoi sottoprodotti in un’ottica anti-spreco. Si è parlato di biopackaging, posto che il regolamento Imballaggi in discussione in Ue, cambierà radicalmente la fase di output della filiera impattando sul settore logistico e distributivo con radicali cambiamenti”.

Il contesto economico

da Federbio, avvenuta negli ultimi cinque anni, degli organismi certificatori AB Cert, Bioagricert, Bios, Ccpb, Ecogruppo, Sidel, Suolo e Salute e Valoritalia.

Evoluzioni delle normative bio Ue e nazionali Secondo quanto emerso dal confronto con gli esperti al Sanatech, l’esecutivo europeo minaccia delle aggiunte al regolamento 848 sul bio entrato in vigore il primo gennaio di quest’anno e che sarà oggetto di un programma di revisione a breve. Tra queste, una sull’importazione di prodotti certificati. Per contro è stato bloccato dal Parlamento Ue il regolamento delegato

DISARMONIE TRA IL QUADRO LEGISLATIVO EUROPEO E QUELLO NAZIONALE sulla certificazione del sale biologico che al momento è privo di norme dettagliate di produzione. Le certificazioni si possono ottenere ma solo in base ai principi generali. In Italia, è attualmente in discussione il cosiddetto decreto notifiche che andrà a rivedere la gestione informatizzata dei

Il punto del settore che gli operatori hanno fatto in fiera, sia nella business lounge Sanatech dove quest’anno per la prima volta erano presenti servizi di consulenza gratuita dedicati agli operatori, sia presso l’Arena Sanatech Lab che ha ospitato un ricco programma di workshop, parte da un contesto attuale di mercato piuttosto complesso. Siamo in un momento in cui si stanno aprendo i giochi per la realizzazione del piano di azione europeo sul biologico e per l’assegnazione, in fieri, delle risorse previste dalle misure finanziarie europee e nazionali tra cui Pac, Pnrr e fondo per il Bio. Passaggi importantissimi che dovranno essere affrontati da un settore sempre più frammentato: non più solo a livello produttivo ma anche a livello istituzionale. Prova ne è la recente fuoriuscita

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FOCUS

delle regole per il riconoscimento di laboratori ufficiali. Alcuni operatori si stanno muovendo per agevolare l’approccio degli operatori al maremagnum di normative. È il caso del portale normativabio.it ideato e realizzato dall’azienda Bioqualità Srl. È una piattaforma informatica che dà la possibilità agli operatori del settore secondario e terziario della filiera agroalimentare, di avere il quadro normativo completo italiano ed europeo, aggiornato all’ultim’ora, su tutto il mondo del biologico.

I nodi da sciogliere nel settore bio

I CONSUMI DIMINUISCONO DEL 3% A VOLUME MA I PREZZI SONO IN AUMENTO DEL 7% procedimenti amministrativi relativi alla notifica di attività con metodo biologico. Ma anch’esso ha subito uno stop. Si inizia ad armonizzare il regolamento Ue 848 con la legge italiana 625 del 2017 relativa

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ai controlli di laboratorio. Il nuovo decreto ministeriale italiano, che opera in questa direzione, per certi versi abroga il precedente, in parte lo riprende e in parte lo corregge. Sarà ripresa a settembre la discussione sul cosiddetto decreto sulle non conformità messo in stand by dal legislatore italiano in attesa di capire le evoluzioni della normativa europea. Intanto il Masaf ha dato vita a un laboratorio nazionale che darà delle linee di indirizzo basandosi sul dm 625. Anche per questo, saranno previste delle norme transitorie nelle more di approvazione della normativa Ue, approvata la quale si stabiliranno

Tra i principali ostacoli tecnici all’applicazione delle innovazioni tecnologiche per le aziende agricole 4.0 vi è il digital divide nelle campagne: non arrivano al 3% le aziende agricole connesse a una rete Wi-Fi. Ma il vero nodo, ovvero, l’elefante nella stanza (per mutuare una metafora inglese) riguarda l’assenza di una definizione precisa di sostenibilità ambientale e di un metodo univoco per calcolarla. Il vuoto normativo per antonomasia che rende il tavolino delle certificazioni biologiche abbastanza traballante e che apre le porte all’utilizzo sfrenato del claim, “organic”. Tra le conseguenze della persistenza di alcune incertezze

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à IT V O N S W E N à IT V O N N OV IT à N E W S TECHNOBINS ha acquisito la rappresentanza in esclusiva per l’Italia di SIMEZA (primaria azienda spagnola per la costruzione di sili ondulati, con sede a Saragozza). Con questa operazione TECHNOBINS è diventata l’unica azienda sul mercato italiano a poter realizzare tutti i tipi di silos metallici per lo stoccaggio di materia prima in grani. La professionalità di TECHNOBINS consentirà di proporre il prodotto più adatto per ogni esigenza.

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FOCUS

Gli spazi espositivi di Sana e Sanatech

normative c’è quella di improvvisi ritiri (anche se provvisori) delle certificazioni ai controlli annuali, per mancata applicazione (o comprensione) delle norme o, ancora, l’uso di pratiche non esattamente biologiche, esercitate in regime di certificazione ma non opponibili proprio per le lacune e incongruenze legislative. Si pensi, ancora alla valutazione di impatto ambientale (Lca, Life cycle assessment), ossia il calcolo di quante emissioni di CO2 si risparmiano applicando delle buone pratiche “green” che è tutt’altro che univoco e legiferato. Da qui la difficoltà al contrasto della pratica commerciale sleale denominata “greenwashing”.

chimiche, fisiche e biochimiche dei co-prodotti della macinazione del grano duro, come ad esempio l’olio e il germe di grano, le crusche per delineare nuove possibili applicazioni nell’industria agroalimentare

ALLO STUDIO UNA BLOCKCHAIN PER LA CERTIFICAZIONE DEL BIO

umana che contribuissero ad accrescere il loro valore di mercato e nel contempo migliorassero le caratteristiche nutrizionali dei prodotti finiti”.

La disinfestazione in biologico A Sanatech, l’Anid (Associazione nazionale delle imprese di disinfestazione) ha presentato il primo documento tecnico per la lotta agli infestanti in post raccolta, rivolta ai processi produttivo con metodo biologico e/o sostenibile. Il documento

Economia circolare e grano duro L’economia circolare nella filiera del grano duro è stato il tema centrale del workshop curato da Open Fields dal titolo “Circolarità (o upcycling) dei co-prodotti della macinazione del grano duro”. “Abbiamo coinvolto una serie di studiosi provenienti da diverse università italiane come, ad esempio, quella del Molise, Bologna e Portici Silvia Folloni, direttrice di Open Fields, società di consulenza di Ricerca e Sviluppo nell’agroalimentare nonché curatrice del convegno -. L’obiettivo di questo studio è stato quello di partire dalle caratteristiche

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FOCUS

tecnico rappresenta il risultato di un gruppo di lavoro nato nel 2021 a seguito di un accordo tra Anid e Icea, l’Istituto per la certificazione etica e ambientale, sottoscritto per orientare il processo di post raccolta verso la gestione degli infestanti nel settore biologico all’indomani della massiccia richiesta di interventi durante il periodo Covid, in aree gestite in biologico.“L’orientamento alla sostenibilità è estremamente complesso per i Paesi del Sud Europa, come l’Italia - ha detto Paolo Guerra, consigliere Anid, che ha coordinato il gruppo di lavoro -. Questi territori hanno un patrimonio agricolo importante che si sta misurando non senza difficoltà con le stringenti norme sulla sostenibilità imposta dal Green Deal europeo. La situazione è tanto più complessa poiché non è chiaro il concetto stesso di sostenibilità. In sostanza oggi operiamo in un maremagnum di certificazioni. Da qui nasce l’esigenza di questo documento tecnico ambizioso per la realizzazione del quale ci siamo confrontati anche con il servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna”. Nella fase di post-raccolta è cruciale, fra le altre, la gestione di silos e magazzini di stoccaggio che raccolgono le derrate. Qui si registra una lacuna normativa enorme riguardo ai principi attivi da usare. Lacuna che porta a non poche situazioni paradossali. Come nel caso in

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cui taluni applicano tecniche di disinfestazione convenzionale anche per le produzioni biologiche.

La pasta biologica Diverso il discorso della pasta che ha ottenuto dall’Ue una certificazione sui metodi di impatto nella produzione della pasta. “Oggi i metodi di calcolo esistono ha spiegato Cristiano Laurenza, segretario generale Pastai di Unione Italiana Food - e dimostrano che l’impatto ambientale della produzione della pasta è bassissimo. Uno dei più bassi tra tutti i prodotti agroalimentari”. Un po’ più indietro il discorso del packaging della pasta e non solo, anche se alcune aziende, tra le principali, come pasta Garofalo, stanno iniziando a sviluppare nuove soluzioni per accompagnare l’evoluzione green della protagonista della dieta italiana. In quella che viene definita la quarta rivoluzione industriale, ancora il 70% delle imprese di confezionamento si definisce “in fase di progettazione”. “Dobbiamo cambiare scenari produttivi - ha affermato Francesca Mostardini, docente a contratto dell’Università di Parma, attiva nel progetto C.A.R.E. & Sustainability -, considerando quali siano le risorse da usare per il packaging e capire gli impatti delle trasformazioni dei materiali per arrivare a produrre in maniera

efficiente. Serve una valutazione del ciclo di vita del prodotto soprattutto per garantirne la circolarità dell’imballaggio. Oggi le aziende del packaging sono ancora impegnate nel capire quali imballaggi usare”. Tra le novità, in questo senso: si sta affacciando un nuovo concetto che è quello di ecodesign. È complesso è considera la materia prima dalla sua modalità di uso, allo smaltimento e, se possibile, arriva fino alla sua valorizzazione a fine vita. “È fondamentale - ha detto Mostardini - per avviare dei processi virtuosi, lavorare sulle infrastrutture del territorio, soprattutto quelle legate al compostaggio e in genere alle attività di riciclo. Inoltre le nuove soluzioni devono rispondere alle esigenze di conservazione del prodotto e di ottimizzazione dei costi per le aziende. Oggi non esistono prodotti che soddisfino tutti questi requisiti”. Attualmente la Commissione europea si è attivata per valutare tutti i possibili scenari di fine vita del prodotto. Ci sono ipotesi al tavolo di ottimizzazione di questo passaggio che sono già in fase di progettazione. La principale è quella di passare da un sistema meccanico di riciclo biologico e industriale, a uno chimico. “Stiamo discutendo - ha precisato Mostardini - sull’influenza di inchiostri e coating per avere un riciclo di qualità con classi di riciclabilità che ci possano permettere di avere polimeri molto performanti nel riuso.

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FOCUS

Su questo punto è attesa come imminente una politica europea che punterà a tassare pesantemente le discariche”.

La partnership Herambiente e Cic Nel “Seminario tecnico sui fertilizzanti organici” utilizzabili in agricoltura biologica organizzato dalla Multiutility e dal Consorzio italiano compostatori, sono anche stati presentati i dati aggiornati di una sperimentazione condotta da 13 anni con l’Università di Bologna e la Fondazione Navarra. “La ricerca è in continua evoluzione - spiega Pier Paolo Piccari Ricci, responsabile valorizzazione materie biodegradabili di Herambiente - e parte sempre dai rifiuti organici per arrivare ad ammendanti biologici che hanno un impatto benefico sul microbioma del suolo che contribuisce ad aumentarne il contenuto di sostanza organica che, a sua volta, ne migliora la fertilità. Con questo sistema si può incrementare la produttività fino al 10% in più, in base al tipo di colture. Un uso continuato di questi prodotti per cinque anni, anche non consecutivo, riporta il suolo al livello ottimale di fertilità”.

I mezzi tecnici in bio Criticità si sono registrate sulla disciplina relativa ai mezzi tecnici, legate non solo a una mancanza di alternative ammesse in bio, ma anche a un totale disallineamento tra la lista europea e quella italiana con

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una paradossale e arzigogolata relazione tra le due disposizioni di legge, soprattutto per quel che riguarda le contaminazioni (sia pure accidentali) che rende di fatto impossibile per il piccolo agricoltore, capire come muoversi. A questo si aggiunga la difficoltà a investire nelle nuove tecnologie, molte delle quali, come la blockchain o la sensoristica, basate sull’uso della rete Internet che per oltre il 90% dei casi, manca nelle campagne italiane. “Al momento - ha detto Francesco Giardina, direttore di Coldiretti Bio -, agli agricoltori non stanno arrivando informazioni chiare”.

La blockchain nel bio Crescono le normative internazionali ed europee che impongono a ogni operatore della filiera di tenere traccia di tutta una serie info che potrebbero essere richieste su scala internazionale e che riguardano la tracciabilità e la trasparenza. Sulla scia di quelle statunitensi, anche in Europa si stanno implementando. Tra queste il regolamento di esecuzione della Commissione Ue n. 2023/1195 varato il 20 giugno scorso che entrerà in vigore nel 2024, che stabilisce norme relative ai dettagli e al formato delle informazioni che gli Stati membri sono tenuti a mettere a disposizione sui risultati delle indagini ufficiali relative ai casi di contaminazione con prodotti o sostanze il cui uso non è autorizzato nella produzione biologica. “In questo caso, le tecnologie come la blockchain possono venirci incontro - ha spiegato Alessandro

Chinnici, specialista di software per la sostenibilità di Ibm che ha avviato già infrastrutture di blockchain su alcune filiere europee e, in Italia, per quella dell’Olio Pietro Coricelli -. Si tratta di infrastrutture che non comportano grandi oneri, sia per la capofila della filiera sia per le aziende aderenti. In quest’ultimo caso si tratterebbe di una spesa di un migliaio di euro l’anno. Un sistema di questo tipo, inoltre, permetterebbe di superare una tra le criticità più ataviche del mercato agricolo: la frammentazione dei dati. Oggi abbiamo per lo più bolle di accompagnamento che rendono piuttosto arduo risalire a tutto il percorso del prodotto con le conseguenze che ne derivano anche in termini di richiamo di lotti che, allo stato attuale, non può essere fatto in maniera mirata ma si abbatte su intere partite come una spada di Damocle. A differenza di un database condiviso, inoltre, la blockchain ha il vantaggio dell’immutabilità e della certificazione dei dati inseriti ed è, per questo, garanzia di veridicità e trasparenza che ha un valore equivalente a quella notarile. Potrebbe, inoltre, essere uno strumento molto forte per proteggere il made in Italy dal fenomeno dell’italian sounding”. Tra le sfide che questa infrastruttura digitale pone, quella dell’alfabetizzazione informatica delle imprese agricole, oggi intorno all’1,5%, e il fatto che spesso le aziende, i vari livelli della filiera, hanno programmi che non dialogano tra loro. Mariangela Latella

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LE AZIENDE INFORMANO Supplier news

Il processo chiave per una produzione di pasta perfetta

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xor, con più di 30 anni di esperienza nel settore di linee per la produzione di pasta, garantisce ai suoi clienti l’attrezzatura ideale per un prodotto ottimale. È importante conoscere il processo che sta dietro alla moderna tecnologia sviluppata da Axor negli anni, per comprendere gli aspetti più importanti dell’ottenimento di un eccellente prodotto. Parliamo della nostra linea più richiesta tra tutte: la E.N.A Linea Pasta Corta. Tra le varie tipologie che può produrre questa macchina, troviamo le penne, le farfalle, i fusilli, i gobbetti e molte altre. Con una capacità che varia dai 500 kg/h ai 6000 kg/h, le nostre linee di pasta corta sono caratterizzate da aspetti tecnologici importantissimi. Vediamoli nel dettaglio. Innanzitutto, la tecnologia sviluppata da Axor permette di utilizzare ogni tipo di materia prima. Il processo di produzione della pasta inizia dalla pressa: nella vasca impastatrice,

materia prima e acqua vengono dosate e formano l’impasto. Grazie all’azione meccanica e all’efficacia delle viti di compressione, l’impasto raggiunge la compattezza perfetta, necessaria per mantenere la forma della pasta all’uscita della testata della trafila. Segue il processo di asciugatura: interviene il trabatto. Con la sua nuova tecnologia brevettata, che permette un risparmio energetico importante, nel trabatto la superficie della pasta viene asciugata molto velocemente dall’aria calda in modo da evitare l’incollamento nelle successive fasi. Entra in gioco l’elevatore a tazze, caratterizzato da tramogge, che trasferiscono

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il prodotto del trabatto all’essiccatoio. Nell’essiccatoio, il completamento del processo di asciugatura è previsto in due zone: l’incartatore e l’essiccatoio principale. Nella prima fase, l’asciugatura avviene in 40 minuti, a seguire una asciugatura della durata di due ore che finisce con una fase di stabilizzazione di 30 minuti. Per ultimo, ma non in ordine di importanza, avviene la fase di raffreddamento nel raffreddatore: qui la pasta raggiunge la sua temperatura ideale per essere poi conservata o impacchettata. Questi i passaggi che le linee di Axor, e in questo caso la nostra E.N.A., garantiscono per una perfetta produzione di pasta.

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CAP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Città . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Prov. . . . . . . . .Tel. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Email . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . LEGGE PRIVACY - Tutti i dati rilasciati verranno raccolti e trattati (in modalità manuale ed informatica) nel rispetto del D.lgs 196/03 anche per l’eventuale invio di materiale informativo servizi. È suo diritto chiedere l’aggiornamento o la cancellazione dei Suoi dati, od opporsi al loro utilizzo scrivendo al titolare del trattamento: Avenue media srl, Viale Aldini Antonio 222/4, 40136 Bologna. Può trovare il testo integrale della legge con l’enunciazione di tutti i Suoi diritti (titolo II) sul sito www.avenuemedia.eu al link Legge privacy. DATA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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FIERE Trade  fairs

Si avvicina la 45a edizione di Sigep - The World Dolce Expo

L

e filiere di Sigep saranno rappresentate nei 28 padiglioni della fiera con un layout rinnovato e funzionale alla visita di buyer e operatori, con oltre 1.200 brand espositori che occuperanno i 129mila metri quadrati del quartiere espositivo, il 90% dei quali già venduti. Grazie alla collaborazione con le associazioni artigiane e industriali di settore, le associazioni nazionali e globali dei Maestri gelatieri e pasticcieri, dei panificatori, dei baristi e degli specialisti del caffè, Sigep 2024 (dal 20 al 24 gennaio 2024 al quartiere fieristico di Rimini) favorirà nuove opportunità di business e networking, fornendo approfondimenti sui mercati stranieri. Tutto a partire dalle novità di prodotto nei diversi settori, gli ultimi trend dal packaging alle tecnologie legate a macchinari e impianti, con un’attenzione particolare ai temi attuali che coinvolgono la gestione dell’impresa e del personale. Ampio spazio alle tematiche della sostenibilità, cultura

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del prodotto e sviluppo del marketing, fino all’innovazione digitale. La proiezione internazionale di Sigep si intensifica a ritmo serrato: lo conferma la recente espansione verso i mercati asiatici, che ha visto nel corso del 2023 l’apertura strategica al mercato cinese con Sigep

China, nella città di Shenzhen e il lancio di Sigep Asia su Singapore. Il rinnovato e implementato supporto dell’Agenzia Ice per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane esalterà esponenzialmente la già nutrita rappresentanza di buyer attesi a gennaio a Rimini. Qui troveranno un fitto programma dedicato per incontrare le aziende top del settore la cui presenza da sempre anima Sigep. Internazionalità in primo piano anche nella “Vision Plaza”, dove i talk programmati forniranno indicazioni sugli aspetti più competitivi del business internazionale del dolce artigianale, così come sui temi di più pressante attualità: sviluppo sostenibile, formazione, tecnologia. I campionati internazionali sono uno dei principali volani della manifestazione, occasione unica anche per le giovani leve per conoscere i grandi maestri e apprendere abilità tecniche, creatività e innovazione. Nelle sei “Arene” dedicate si alterneranno concorsi internazionali, workshop e demo. Ancora una volta sarà riservata attenzione ai giovani nella “Bakery Arena” con “Young Ideas”, il concorso rivolto ai talenti dell’arte bianca delle scuole alberghiere e degli enti di formazione professionale italiani, che potranno gareggiare sottoponendosi al giudizio di esperti panificatori.

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Prodotti e tecniche innovativi Paolo Ranalli

Come rendere sostenibile la filiera agroalimentare? In questo volume l’Autore affronta il tema del momento: la transizione dei sistemi agricoli verso nuovi modelli produttivi. Vengono esposti concetti come biodiversità, ecosistema, farming e definiti gli strumenti per la valorizzazione del paesaggio e del territorio rurale. Un richiamo è anche alle nuove frontiere dell’agricoltura, al suo futuro smart e al cibo che verrà. Il filo “verde” che attraversa e lega le scelte future delle aziende agricole si chiama innovazione. Declinata su misura d’uomo e dell’ambiente.

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AGENDA

7/9 novembre 2023

DUBAI (EMIRATI ARABI UNITI)

GULFOOD MANUFACTURING

Salone internazionale di tecnologie per l’industria del food&beverage www.gulfoodmanufacturing.com

8/9 novembre 2023

DIGIONE (FRANCIA)

JTIC

Giornate Tecniche per l’Industria dei Cereali www.jtic.eu

13/16 novembre 2023

RIYADH (ARABIA SAUDITA)

SAUDI FOOD EXPO

Salone internazionale dell’industria agroalimentare www.saudifoodexpo.com

14/16 novembre 2023

NORIMBERGA (GERMANIA)

SPS

Salone dell’automazione www.sps-exhibition.com

22/23 novembre 2023

MILANO

IN-VITALITY

Salone degli ingredienti e alimenti funzionali www.in-vitality.it

16/17 gennaio 2024

BOLOGNA

MARCA BY BOLOGNAFIERE

Mostra-convegno sulla marca commerciale www.marca.bolognafiere.it

20/24 gennaio 2024

RIMINI

SIGEP - THE DOLCE WORLD EXPO

Salone di gelateria, pasticceria, panificazione e caffè www.sigep.it

31 gennaio/ 3 febbraio 2024

VERONA

FIERAGRICOLA

Salone dell’agricoltura www.fieragricola.it

28 febbraio/ 1 marzo 2024

BOLOGNA

PESTMED

Salone dedicato al mondo del pest management www.pestmed.it

12/15 marzo 2024

BARCELLONA (SPAGNA)

ALIMENTARIA

Salone dell’alimentazione www.alimentaria.com

78 OTTOBRE 2023 October

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