Vento di Ponente 01 - Marzo 2023

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Il settore delle costruzioni oggi dipende dalla forza lavoro straniera e soffre per non aver investito sul rilancio dell’immagine

MARZO 01 2023 2023
AAA Cercasi lavoratori edili
“VENTO DI PONENTE” | ANNO VI | REGISTRO STAMPA N. CRONOL. 240/2018 DEL 26/01/2018 R.G. N. 111/2018, NUM. REG. STAMPA 2 TRIB. DI IMPERIA | AUT. POSTE ITALIANE S.P.A SPED. IN ABB. POSTALE AUT. N° LO-NO/01749/06.2022 STAMPE IN REGIME LIBERO | CONTIENE I.P.

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L’annuncio ironico del settore delle costruzioni, alla disperata ricerca di forza lavoro per l’edilizia

Vento di Ponente da oggi è anche digitale! Leggi gratuitamente on-line la rivista di Ance Imperia! Se invece vuoi riceverla a casa, scrivi a info@anceimperia.it o telefona allo 0183/650551 3 SOMMARIO MARZO 01
2023

Un’edilizia senza appeal non parla più italiano

Le costruzioni dipendono dalla forza lavoro straniera e pagano per non aver investito sul rilancio dell’immagine del settore

Ad oggi il problema dell’edilizia è quello di non avere sufficiente forza lavoro. Il nostro obiettivo è quello di ritornare attraenti come settore ed accogliere personale straniero, con un ruolo fondamentale e centrale giocato dalle

C’è un fenomeno cronico che sta caratterizzando il Belpaese da tempo: la carenza di manodopera. Un costo che, considerate le dinamiche del mercato del lavoro, sta diventando esorbitante. Come ha messo in luce anche una recente analisi de “Il Sole 24 Ore”, nel caso dell’Italia la cifra è di 15 miliardi di dollari, dato emerso da uno studio condotto da Bcg, in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), che indaga il fenomeno della migrazione come possibile fattore di crescita e sviluppo. Per il nostro Paese, la carenza di manodopera trova conferma anche negli ultimi dati Unioncamere Anpal, ricavati attraverso il sistema informativo Excelsior: a gennaio le imprese erano alla ricerca di oltre mezzo milione di lavoratori (504mila), ma cresce sempre più la difficoltà di reperimento del personale che è passata dal 38,6% dello scorso gennaio al 45,6% di quest’anno. Considerazioni e numeri che caratterizzano, di riflesso, anche il mercato del lavoro della provincia di Imperia e il settore dell’edilizia.

Manodopera, questa sconosciuta

Lo stesso Rapporto Annuale Excelsior 2022 realizzato da Unioncamere evidenzia che il 62% delle imprese della provincia di Imperia l’anno scorso ha riscontrato difficoltà a trovare manodo-

pera specializzata. Nel 2022 la percentuale era del 37%, mentre nel 2021 del 28%. Tra le imprese con dipendenti, quelle che hanno programmato di effettuare assunzioni sono il 60% del totale, percentuale sostanzialmente in linea con quella rilevata lo scorso anno. Complessivamente, in termini di entrate previste, le imprese della provincia di Imperia nel 2022 hanno espresso necessità di assunzione per complessivi 14 mila 580 posti di lavoro. Tra i settori più bisognosi di lavoratori figura quello delle costruzioni, con un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro pari ad un 11,1%. Un cortocircuito che soprattutto nel periodo post-pandemia si è ulteriormente acuito per via dei repentini cambiamenti cui il mercato del lavoro è stato sottoposto. E il comparto edile non è rimasto esente. Tra le professioni più difficili da reperire, sempre secondo il report camerale, ci sono artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nella manutenzione di strutture edili (40%), dietro solo agli addetti nelle attività di ristorazione (43%). Ad essere cercati sono soprattutto i giovani: su 100 di loro richiesti, 26 servirebbero proprio nel settore costruzioni. Non a caso, infatti, il rapporto indica come i profili per cui scarseggiano candidati giovani o è difficile trovarne con competenze adeguate sono artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni e quelli specializzati nelle costruzioni

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Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro in edilizia nel Ponente Ligure è pari all’11,1%

e nella manutenzione di strutture edili. Il punto è quanto mai chiaro: nell’Imperiese ci sono molte imprese edili che vorrebbero assumere, ma non trovano lavoratori con competenze e profili adeguati. E allora come provare a uscire da questo “cul de sac” in cui il settore sembra essere entrato? La risposta alle necessità dell’edilizia pare essere una ed una sola: la manodopera straniera.

Sempre più operai stranieri

Schede e statistiche fornite dalla Cassa Edile della provincia di Imperia sembrano indicare quanto sia pressoché necessario percorrere questa strada. Un dato, in particolare, non lascia dubbi: nel periodo tra il 2014 e il 2022, gli operai stranieri attivi in provincia di Imperia sono passati da 1.094 a 1.664, con un incremento pari ad un +52,1%. Se la crescita, anno su anno, è stata graduale dal 2018 al 2021, una forte accelerazione la si è avuta tra il 2021 e il 2022; al 31 dicembre 2021 gli operai di provenienza straniera attivi in provincia erano infatti 1.282, saliti appunto a 1.664 nel giro di dodici mesi, per un aumento pari ad un +29,79%. Su un totale di 3.612 operai attivi (italiani più stranieri) a fine 2022, i numeri della Cas-

sa Edile evidenziano chiaramente come quelli di provenienza straniera rappresentano il 46% del totale.

E gli operai italiani?

Seppur in termini prettamente numerici, gli occupati italiani sono ancora più attivi rispetto a quelli stranieri (1.948 contro 1.664, pari al restante 54% degli impiegati nel settore); ciò detto, è la percentuale di crescita nello stesso periodo considerato (2014-2022) per i colleghi provenienti da fuori confine, a far intendere come, nel breve giro di pochi anni, potrebbe avvenire il “sorpasso”. Dal 2014 al 2022 infatti, gli operai italiani attivi in provincia di Imperia sono passati da 1.852 a 1.948, per un passo in avanti del 5,18%. Una percentuale dieci volte più bassa rispetto allo sviluppo che ha caratterizzato la manodopera straniera.

In crescita le imprese straniere

E c’è anche il trend relativo alle imprese attive per nazionalità del titolare a confermare quanto la tendenza premi, a livello percentuale, la crescita di quelle estere: sempre nel periodo in analisi (2014-2022) le imprese italiane attive

Su un totale di 3.612 operai attivi (italiani più stranieri) a fine 2022, i numeri della Cassa Edile evidenziano chiaramente come quelli di provenienza straniera rappresentano il 46% del totale

MANODOPERA OPERAI ATTIVI PER PROVENIENZA NELL’IMPERIESE ITALIANO STRANIERO
Ad essere cercati sono soprattutto i giovani: su 100 di loro richiesti, 26 servirebbero nel settore costruzioni 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 1852 1094 1052 1031 1003 1078 1114 117 4 1282 1664 1847 1662 1640 1612 1640 1711 1803 1948 5
Fonte: Cassa Edile Imperiese

Oggi non bastano più comuni manovali, ma occorrono sempre più operai tecnici con capacità sufficienti per gestire apparecchiature elettroniche e computerizzate

IMPRESE ATTIVE PER NAZIONALITÀ TITOLARE NELL’IMPERIESE

sono passate dalle 671 del 2014 alle 636 del 2022 (-5,21%), quelle straniere dalle 92 del 2014 alle 136 del 2022 (+47,82%). Provando a trarre una conclusione, sebbene anche le aziende di titolarità italiana continuino ad essere in prevalenza rispetto a quelle straniere, si è al cospetto di un andamento in calo in cui solo negli ultimi tre anni (2020, 2021, 2022) è possibile scorgere una lieve ripresa in termini numerici.

Ritornare attraenti

Prova a tracciare un’analisi Gilda De Villa, presidente della Cassa Edile di Imperia. Partendo da un “mea culpa”: “In questi anni ci siamo lasciati sfuggire una grande opportunità: quella di investire nell’immagine del nostro amato settore, che non è più solo un cantiere polveroso. Dall’avvento di Industria 4.0, l’edilizia richiede, infatti, manodopera anche specializzata. Non bastano più comuni manovali, ma occorrono sempre più operai tecnici con capacità sufficienti per gestire apparecchiature elettroniche e computerizzate. Sono concetti che non siamo riusciti a comunicare, provocando un po’

di disaffezione verso questo lavoro. Gli stessi figli di lavoratori edili non hanno visto valorizzato sufficientemente il lavoro dei loro padri, che resta a tutti gli effetti un’occupazione con inquadramenti salariali molto buoni”.

Va da sé quindi che la manodopera straniera nel settore edile della provincia di Imperia abbia preso il sopravvento: “Una crescita sempre più marcata - conferma De Villa - non solo a livello di operai attivi, ma anche di imprese con titolare straniero, che ovviamente si portano dietro la loro forza lavoro. Ad oggi il problema dell’edilizia è quello di non avere sufficiente forza lavoro. Una delle soluzioni è quella di accogliere personale straniero, un’opportunità per tutti, con una grande limitazione: far imparare la lingua alle maestranze, in un’ottica di conoscenza, formazione e informazione, per evitare problemi di mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro. Il nostro obiettivo è quello di ritornare attraenti come settore ed accogliere personale straniero, con un ruolo fondamentale e centrale giocato dalle Scuole Edili”

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671 92 102 629 109 600 95 582 89 582 93 553 91 566 113 604 136 636 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
MANODOPERA
ITALIANO STRANIERO Fonte: Cassa Edile Imperiese
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Un GOL per chi fatica a trovare un lavoro

La Scuola Edile Imperiese guida il programma di reinserimento occupazionale dei disoccupati del PNRR

Si chiama GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori) ed è il piano innovativo del PNRR finanziato dalla Regione Liguria che si propone, attraverso la cooperazione tra pubblico e privato, di offrire percorsi personalizzati di ingresso o di reinserimento nel mondo del lavoro destinati a disoccupati, con o senza sostegni al reddito, e a persone fragili (giovani, donne con particolari situazioni di svantaggio, persone con disabilità, over 55). A fare da riferimento per gli ambiti territoriali di Imperia e Sanremo è il Il Sei-Cpt, ovvero la Scuola Edile Imperiese, che ha messo a punto un programma che comprende un’offerta di servizi integrati che, grazie ad un orientamento di base mirato, indirizzano ogni lavoratore al percorso per lui più adeguato, previa attenta valutazione dell’occupabilità nel settore di riferimento. Entrando nello specifico, GOL prevede attività mirate al raggiungimento di quattro diversi obiettivi:

• Reinserimento lavorativo: servizi di orientamento e intermediazione per l’accompagnamento al lavoro, destinato a persone vicine al mercato del lavoro per skills.

• Aggiornamento (upskilling): interventi formativi di breve durata e dal contenuto professionalizzante, dedicati a lavoratori più lontani dal mercato, ma comunque dotati di competenze spendibili nel mondo del lavoro.

• Riqualificazione (reskilling): formazione professionalizzante approfondita, generalmente caratterizzata da un innalzamento dei livelli di qualificazione/ EQF rispetto al livello di istruzione, rivolta a persone con competenze non adeguate ai fabbisogni richiesti dal mercato.

Lavoro e inclusione: in presenza di ostacoli che vanno oltre la dimensione lavorativa, in aggiunta agli interventi sopracitati, si prevede l’attivazione concomitante della rete dei servizi territoriali (a seconda dei casi, edu-

cativi, sociali, socio-sanitari, o di conciliazione), come già avviene per il reddito di cittadinanza.

“Il nostro ente, vista la pluriennale esperienza acquisita nelle politiche attive per il lavoro, rivestirà un ruolo determinante per garantire l’erogazione di servizi di qualità e per dare una risposta efficace e concreta alle persone che intravedono nel programma GOL una possibilità di reinserirsi attivamente nel mondo del lavoro” - spiega Francesco Castellaro, direttore del polo paritetico imperiese e coordinatore provinciale dell’ATS “Gol Lavoro in rete” (Associazione Temporanea di Scopo)

-. I servizi che saranno erogati dal Sei-Cpt, tramite operatori certificati dalla Regione Liguria altamente qualificati, sono: orientamento di base, orientamento specialistico, servizi di certificazione di competenze IVC, formazione per competenze professionali di base e trasversali, accompagnamento

L’offerta formativa prevede 48 percorsi di qualificazione professionale e 27 percorsi per l’acquisizione di competenze trasversali, digitali e linguistiche, sempre più rilevanti in un mercato del lavoro globalizzato ed in continua evoluzione

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Francesco Castellaro DIRETTORE SCUOLA EDILE IMPERIESE (SEI-CPT)
FORMAZIONE
Francesca Braghero

Il piano GOL costituisce uno strumento davvero utile per cercare di ridurre la disoccupazione in tutto il Ponente Ligure, offrendo ai lavoratori gli strumenti necessari per trovare un impiego qualificato e ben remunerato

al lavoro, attivazione del tirocinio e tutoring, incontro domanda-offerta, supporto all’auto-impiego, percorsi per la creazione d’impresa”. In particolare, l’offerta formativa prevede 48 percorsi di qualificazione professionale e 27 percorsi per l’acquisizione di competenze trasversali, digitali e linguistiche, sempre più rilevanti in un mercato del lavoro globalizzato ed in continua evoluzione. “Quelle trasversali sono abilità fondamentali affinché un lavoratore possa essere versatile e adattabile, e comprendono la capacità di comunicare efficacemente, di lavorare in team, di pensare criticamente e di risolvere problemi – chiarisce Castellaro –. Le competenze digitali sono sempre più richieste, essendo la tecnologia via via più presente nel mondo del lavoro, e includono la capacità di utilizzare le

tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), di elaborare informazioni, di risolvere problemi tecnologici e di proteggere la privacy online. Infine, le consocenze linguistiche costituiscono una grande risorsa per i lavoratori in un territorio transfrontaliero come il nostro”.

“Il settore delle costruzioni è in costante evoluzione, ed il programma GOL offrirà l’opportunità di apprendere le competenze necessarie per essere inseriti e rimanere competitivi nel mondo del lavoro, facendo fronte ai cambiamenti del mercato tramite l’acquisizio-

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ne di abilità sempre più specializzate – commenta Andrea Veneziano, presidente della scuola edile –. E’ interessante notare che ben 12 dei 48 percorsi di formazione proposti dal programma ed erogati dal Sei-Cpt sono nel campo delle costruzioni, a conferma dell’importanza del settore edile per l’occupabilità dei lavoratori imperiesi”.

Il piano GOL costituisce uno strumento utile per cercare di ridurre la disoccupazione in tutto il ponente ligure, offrendo agli utenti dei corsi proposti gli strumenti necessari per trovare un impiego maggiormente qualificato. Tutto ciò con un conseguente impatto positivo sull’economia e sulla società nel suo insieme, fornendo un impulso alla crescita economica e migliorando la qualità della vita dei lavoratori e delle loro famiglie.

edili e manutenzione territori agricoli

2. Falegname

3. Carpentiere edile

4. Conduttore macchine movimento terra

5. Gruista edile

6. Muratore

7. Operaio edile comune

8. Carpentiere in metallo

9. Installatore e manutentore impianti elettrici

10. Installatore e manutentore impianti termo idraulici e di condizionamento

11 Saldatore

12. Serramentista

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Ben 12 dei 48 percorsi di formazione proposti nel programam GOL sono nel campo delle costruzioni
Addetto piccole costruzioni
FORMAZIONE
I percorsi di formazione erogati dal Sei-Cpt di Imperia nel settore delle costruzioni

L’efficientamento energetico vale più di un Superbonus

Secondo alcune stime, di questo passo per la conversione energetica totale dell’Italia sarebbero necessari 600 anni

Si sta attualmente giocando su due diversi binari la delicatissima partita del Superbonus. Quello che negli ultimi anni ha rappresentato un autentico volano per l’intero comparto edile italiano, proprio in queste ore sta vivendo una delle sue fasi più delicate che getta pesantissime ombre tanto sul presente quanto sul futuro. Se l’oggi, infatti, continua a essere contrassegnato dall’incertezza, dopo gli ultimi provvedimenti governativi adesso anche il domani assume tinte sempre più fosche.

La questione di più scottante attualità è naturalmente quella legata alla montagna di crediti di imposta (19 miliardi di euro) attualmente incagliati. È assolutamente necessario che questo ingente capitale venga quanto prima sbloccato.

La questione di più scottante attualità è naturalmente quella legata alla montagna di crediti di imposta (19 miliardi di euro) attualmente incagliati. Per capire l’impatto economico e sociale di questa situazione è sufficiente pensare che, secondo alcune stime, un solo miliardo di crediti incagliati produce il blocco di circa 6.000 interventi (tra unifamiliari e condomini), con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9.000 occupati.

“È assolutamente necessario che questo ingente capitale venga quanto prima sbloccato in modo che si possa risolvere

questa situazione di estrema difficoltà che si trascina ormai da mesi e che sta mettendo letteralmente in ginocchio l’intero comparto. Tra l’altro secondo le recenti indicazioni dell’Istat, i crediti derivanti dai bonus edilizi che fanno capo a famiglie e imprese sono già stati contabilizzati nel bilancio dello Stato e quindi ci sarebbe lo spazio per una loro liquidazione immediata”, commenta il presidente di Ance Imperia, Enio Marino. Ma il futuro, soprattutto dopo il Decreto Legge 11 del 16 Febbraio 2023 che abolisce la cessione dei crediti per il Superbonus (tranne che per i lavori già avviati), appare, se possibile, ancor più drammatico. Perché è del tutto evidente che l’impossibilità di monetizzare il credito maturato farà

Su 12,2 milioni di edifici residenziali accatastati in Italia, oltre 9 milioni risultano particolarmente energivori e non sono in grado né di raggiungere gli obiettivi, né di garantire le performance energetiche richieste in futuro dalla “Direttiva case green” dell’Unione Europea

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inevitabilmente cambiare idea alla maggior parte di chi stava valutando di ristrutturare la propria abitazione senza averne però più la possibilità economica. Eppure, ancor più che per i proprietari di case e per le imprese edili, il Superbonus nacque nel 2020 per un’esigenza ben precisa dell’intero nostro Paese che ha un atavico bisogno di essere reso efficiente dal punto di vista energetico. E se il Superbonus che poteva rappresentarne una soluzione è stato affossato, il problema resta ed è oggi paradossalmente ancor più attuale di tre anni fa. Su 12,2 milioni di edifici residenziali accatastati in Italia, infatti, oltre 9 milioni risultano particolarmente energivori e non sono in grado né di raggiungere gli obiettivi, né di garantire le performance energetiche richieste in futuro dalla “Direttiva case green” dell’Unione Europea. Come si può pensare di convertire un numero di edifici così grande senza una adeguata politica di incentivi di cui il Superbonus avrebbe dovuto quanto meno fungere da apripista?

“Secondo alcune stime – spiega Marino –di questo passo per la conversione energetica totale dell’Italia sarebbero necessari 600 anni. Basta questo dato a spiegare come l’introduzione del Superbonus, magari con gli adeguati correttivi, potesse e dovesse

rappresentare un’autentica svolta in grado di far diventare in pochi anni l’Italia un Paese all’avanguardia dal punto di vista dell’efficienza energetica”. La nobile intenzione alla base del Superbonus di creare un circolo virtuoso che, oltre all’ormai improcrastinabile transizione ecologica dell’Italia, consenta di sostenere concretamente un settore cruciale come quello edile in crisi da ormai troppi anni, deve dunque tornare d’attualità e tra le primissime voci dell’Agenda di Governo. “Gli ultimi interventi dell’Esecutivo –conclude il presidente di Ance Imperia - hanno portato a un quadro normativo generale oggi per noi fortemente preoccupante. Occorre immediatamente ripristinare il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura, almeno per i soggetti a più bassa capacità reddituale oltre a garantire una sorta di finanziamento pubblico che copra l’intero costo dell’intervento a carico dei soggetti a basso reddito, i cosiddetti incapienti. Infine sarebbe utile anche porre un tetto al costo della cessione, un fattore che finisce per incidere pesantemente sulla redditività degli operatori che realizzano gli interventi. Viceversa, se dovesse permanere l’attuale quadro, ci troveremmo di fronte a un’autentica bomba a orologeria, destinata a esplodere nel breve periodo con conseguenze devastanti e danni inimmaginabili”.

Secondo alcune stime, un solo miliardo di crediti incagliati produce il blocco di circa 6.000 interventi (tra unifamiliari e condomini), con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9.000 occupati

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INCENTIVI
Occorre immediatamente ripristinare il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura, almeno per i soggetti a più bassa capacità reddituale

Il nuovo Prezzario non può nulla sul costo del lavoro

Il via libera si è avuto lo scorso 28 dicembre con la Giunta regionale che, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Marco Scajola, ha approvato l’aggiornamento annuale del Prezzario regionale delle opere edili per l’anno 2023, dopo che nel mese di luglio 2022 aveva già predisposto un parziale adeguamento

Di fronte a costi alle stelle dei materiai impiegati in edilizia, non più tardi di qualche mese fa, proprio dalle pagine di questo giornale, Ance Imperia aveva ribadito che: “L’obbligo di aggiornamento dei prezzari non può essere assolto dalla committente in senso meramente formalistico, senza verificarne anche l’effettiva aderenza ai reali parametri di mercato”. E aveva apprezzato l’intenzione della Regione Liguria di adeguare il documento

Inquadrando questo QR code si può scaricare il Prezzario regionale 2023

contenente oltre 18 mila voci, fondamentale non solo per gli importi per le gare da parte delle stazioni appaltanti, ma anche per imprese private e professionisti. Il via libera si è avuto lo scorso 28 dicembre con la Giunta regionale che, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Marco Scajola, ha approvato l’aggiornamento annuale del Prezzario regionale delle opere edili per l’anno 2023, dopo che nel mese di luglio 2022 aveva già predisposto un parziale adeguamento. Il Prezzario non va inteso come mero ‘listino dei prezzi’, ma è uno strumento posto a supporto dell’intera filiera degli appalti pubblici, per garantire “la qualità delle opere pubbliche, la sicurezza nei cantieri e la congruità del costo delle opere, tenendo conto delle specificità dei sistemi produttivi delle singole Regioni”. Ha validità fino al 31 dicembre di ogni anno e può essere transitoriamente utilizzato fino al 30 giugno dell’anno

successivo per i progetti la cui approvazione sia intervenuta entro tale data.

Soddisfatta l’associazione dei costruttori edili del Ponente ligure: “Apprezziamo il tempismo con cui il prezzario è stato aggiornato, anche perché occorre considerare che i benefici per le aziende saranno visibili verosimilmente solo nel secondo semestre e alcune voci andranno ancora riviste – spiega Enio Marino, presidente di Ance Imperia –. Tra le novità più interessanti, oltre all’adeguamento dei costi per materiali e operazioni edili, c’è anche il parametro che riguarda i costi orari di retribuzione per gli operai”. Tra questi, ad esempio, la paga di 29,4 euro per un lavoratore qualificato, 27,31 per uno specializzato e 24,56 per uno comune, che sono stati desunti dai decreti pubblicati periodicamente dal Ministero del Lavoro, secondo quanto prevedono i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro e gli accordi territoriali di riferimento.

L’adeguamento dei costi porterà benefici alle imprese nel secondo semestre
La Regione aggiorna in tempi record lo strumento ma non ha voce in capitolo sugli oneri a carico delle imprese
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IL LAVORO DI QUALITÀ PESA SOLO SULLE AZIENDE

A pesare restano però ancora gli oneri assicurativi e previdenziali a carico delle imprese. Proprio questo aspetto, infatti, continua ad essere uno dei tasti dolenti con cui devono fare i conti gli imprenditori edili. Ance Imperia, per senso di responsabilità, ha sottoscritto il nuovo Contratto Integrativo Provinciale di Lavoro per il settore dell’edilizia con le categorie sindacali edili del territorio, che prevede condizioni contrattuali migliorative per le maestranze, contribuendo a contrastare il caro-vita.

Ma si tratta dell’ennesimo sforzo compiuto dal sistema produttivo in un periodo di enorme difficoltà, che tuttavia rischia di essere poco incisivo per i lavoratori e molto oneroso per le aziende.

“Ricordo a tutti, a titolo di esempio, che per 50 euro in più in busta paga ad ogni operaio di IV

livello l’impresa tira fuori 220 euro e tale cifra salirà quest’anno a 360 euro per un aumento mensile di 92 euro”, continua Marino.

Le imprese sanno fare la loro parte, ma continuano purtroppo a mancare atti politici concreti che siano conseguenti rispetto a ciò che tutti i partiti, in campagna elettorale, da anni pongono come obiettivo prioritario: ossia un sistema fiscale più leggero che da un lato agevoli sempre più lo sviluppo di un’occupazione regolare e di qualità e dall’altro consenta alle imprese edili imperiesi di essere competitive sui mercati e non penalizzate rispetto ai loro competitor internazionali.

“Questo eccessivo cari-

co fiscale alla fine non soddisfa nessuno: né i dipendenti, che percepiscono buste paghe più basse, né i datori di lavoro, che devono far fronte ad una spesa troppo elevata. Il lavoro subordinato deve essere detassato in maniera importante, soprattutto per quanto riguarda le ore di straordinario, in modo da aumentare la capacità di spesa delle famiglie dei lavoratori e non gravare in maniera eccessiva sui costi aziendali”, chiosa il presidente dei costruttori di Imperia che guarda con fiducia alle annunciate prossime riforme fiscali con cui il governo Meloni ha dichiarato di voler ridurre il peso fiscale sulle imprese, tagliando una parte dei contributi che questa versa per la copertura previdenziale e assicurativa del dipendente. L’auspicio, anche questa volta, è che alle parole seguano fatti concreti.

Il lavoro subordinato deve essere detassato in maniera importante, soprattutto per quanto riguarda le ore di straordinario, in modo da aumentare la capacità di spesa delle famiglie dei lavoratori e non gravare in maniera eccessiva sui costi aziendali

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aziende chiedono un sistema fiscale più leggero anche a favore dei lavoratori

Il nuovo Codice Appalti predica bene e razzola male

Ance Imperia salva i principi del risultato e della fiducia, ma denuncia la sua inefficace e insoddisfacente applicazione pratica

eggendo il nuovo Codice Appalti si intuisce l’intenzione del legislatore incentrato sui principi del risultato e della fiducia ma è anche palese la sua inefficace e insoddisfacente applicazione pratica”.

Troppo spesso è capitato che le imprese dovessero fermare i lavori, in quanto coinvolte in procedure giudiziarie, nonostante la sentenza non fosse ancora passata in giudicato, per poi trovarsi assolte e vittime delle conseguenze del fermo

Alessandra Ariano, responsabile di Ance Imperia, commenta così il nuovo Codice dei contratti che è stato recentemente rinnovato ed entrerà in vigore il 1° aprile 2023, anche se lo strumento precedente, del 2016, resterà ancora valido fino al 30 giugno. Un’occasione per adeguare la disciplina dei contratti pubblici a quella del diritto europeo, ai principi espressi nel corso degli anni dalla giurisprudenza e soprattutto per ridare l’organicità e la sistematicità perdute a seguito delle continue modifiche introdotte. Nell’attesa dell’entrata in vigore effettiva del nuovo Codice, Ance Imperia si unisce alle richieste della sua Federazione nazionale evidenziando alcune criticità da risolvere in modo urgente per efficientare questo strumento e la sua attuazione.

Le principali richieste provinciali e nazionali “Troppo spesso è capitato che le imprese dovessero fermare i lavori, in quanto coinvolte in procedure giudiziarie, nonostante la sentenza non fosse ancora passata in giudicato, per poi trovarsi assolte e vittime delle conseguenze del fermo - denuncia Ariano -. Questa problematica dev’essere risolta permettendo alle aziende di continuare a lavorare fino al giudizio degli organi competenti”. Situazione ripresa anche dalla voce nazionale della Federazione che ha inoltre chiesto di “uniformare la disciplina dei settori speciali a quella prevista per quelli ordinari e prevedere una decorrenza del triennio di rilevanza dell’illecito dal fatto, e non dal provvedimento”.

Altra questione approfondita da Ance Imperia è il carico di responsabilità che pesa sui funzionari e sui dirigenti pubblici: “Questa eccessiva attri-

RESPONSABILE ANCE IMPERIA “L
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buzione rischia di rallentare e addirittura bloccare i lavori delle aziende edili che offrono servizi e prestazioni alla pubblica amministrazione. È necessario che il nuovo Codice intervenga anche su questo aspetto”. Così come, tra le priorità indicate da Ance nazionale, è necessaria una revisione dei prezzi, che scatti con una soglia del 2% dell’importo complessivo del contratto, e inoltre fissare al 90% la misura della variazione dei prezzi che viene riconosciuta all’impresa. Altra richiesta la stabilità dei consorzi ovvero che siano previsti requisiti di qualificazione minimi per l’impresa consorziata esecutrice, proporzionati ai lavori affidati e coerenti con il fine di favorire l’accesso al mercato e la possibilità di crescita delle micro, piccole e medie imprese.

Introduzioni rilevanti

Tra le priorità che la Federazione ha presentato al legislatore, alcune richieste di introduzione, come nuovi metodi per la determinazione della soglia di anomalia negli atti di gara, che rendano la scelta del sistema non prevedibile, che impediscano eventuali fenomeni collusivi e garantiscano offerte equilibrate, evitando situazioni di ribasso eccessivo. Altra richiesta inserire un tetto massimo (20%) al punteggio economico, nonché il divieto di utilizzo di formule che premino maggiormente i ribassi elevati. Opportuna sarebbe anche un’attualizzazione delle spese generali, che tenga

conto dell’incremento dei costi non produttivi e dei maggiori oneri posti a carico degli appaltatori. Tra le disposizioni da reintrodurre, invece, la previsione che riduce del 50% l’importo della garanzia provvisoria e definitiva per gli operatori in possesso della certificazione europea del sistema di qualità.

Riduzioni necessarie

Per quanto riguarda invece le limitazioni normative, la prima richiesta è quella di ridurre a 3 milioni di euro il tetto per il ricorso alla procedura negoziata. Richiesto inoltre di rendere più stringente l’obbligo di suddivisione in lotti e residuale ed eccezionale il ricorso al sorteggio per la selezione degli operatori da invitare alle procedure negoziate.

Chiarimenti e valorizzazioni

Particolari richieste sono giunte anche relativamente al ruolo del DURC, mezzo di prova da valorizzare con riferimento alle ipotesi di irregolarità nel pagamento dei contributi previdenziali. Infine, parlando di opere di urbanizzazione “a scomputo” al fine di evitare interpretazioni erronee, è necessario che sia chiarito che l’ipotesi principale è quella in cui il soggetto privato è il titolare del permesso di costruire, assumendo così la funzione di stazione appaltante; la possibilità che sia l’amministrazione ad indire la gara è solo un’alternativa.

L’eccessivo carico di responsabilità che pesa sui funzionari e sui dirigenti pubblici: rischia di rallentare e addirittura bloccare i lavori delle aziende edili che offrono servizi e prestazioni alla pubblica amministrazione

BANDI PUBBLICI
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Per ora sono stati stanziati gli 8 milioni che servono per la progettazione. I 300 milioni necessari per la realizzazione sono attesi per il 2025

Aurelia Bis, buona la quinta Ma l’area va riurbanizzata

Comune di Sanremo e Anas trovano l’intesa sul progetto

Ora serve una nuova progettualità per servizi e infrastrutture

Tra le quattro soluzioni proposte dall’Anas per il nuovo tratto dell’Aurelia Bis direzione Ponente, il Comune di Sanremo ne ha scelta una quinta. Nessuna delle ipotesi presentate (denominate “A”, “B”, “C” e “D”), infatti, soddisfacevano completamente Palazzo Bellevue che ha così preferito proporre (“senza superbia”, ha tenuto a precisare il sindaco Alberto Biancheri) la soluzione “E”, una sorta di via di mezzo tra la “A” e la “B”.

Le differenze principali risiedono nello spostamento dell’uscita da Pian di Poma all’area dell’ex cava Cangiotti e l’inserimento di un maggior numero di

svincoli rispetto a quelli presenti nelle quattro proposte dell’Anas. Lavori per circa 300 milioni di euro che dovrebbero avere inizio nel 2025.

Amministrazione comunale soddisfatta “Da parte dell’Anas – commenta Massimo Donzella, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Sanremo - c’è stata la massima attenzione alle richieste del territorio e dell’amministrazione comunale così oggi possiamo ritenerci molto soddisfatti del risultato ottenuto. L’aumento degli svincoli autostradali, ad esempio, consentirà una miglior distribuzione e un maggior deflusso dei veicoli”.

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Fabio Rubero

Ottimismo per i 300 milioni necessari Sullo stanziamento dei fondi, Donzella non ha dubbi: “Si tratta in assoluto dell’opera strategicamente più importante per il nostro territorio e gli otto milioni destinati allo studio di fattibilità del progetto sono il primo dato che depone a favore di una scelta ormai definitiva. Anche il fatto che ci sia un commissario ad acta per la realizzazione dell’opera (l’ingegner Castiglioni ndr)

è un altro aspetto che depone in modo assolutamente convincente in favore della realizzazione sia dell’Aurelia Bis di Sanremo sia di quella di Imperia. Senza dimenticare la presenza agli incontri in videoconferenza del viceministro alle infrastrutture, quella fisica all’ultimo incontro del capo di gabinetto onorevole Flavio Di Muro e dell’assessore regionale Giampedroni. Il fatto che enti locali ed esponenti del governo si siano così esposti e abbiano condiviso questa scelta mi pare un elemento fondante sia in merito al cronoprogramma sia all’obiettivo”.

Uno straordinario lavoro di squadra

“Quando si realizzano le opere – aggiunge l’assessore - è perché il territorio è riuscito a esporre le ragioni e le motivazioni che ne spiegano l’importanza. E per Sanremo questo completamento di circa 4 chilometri non è solo importante, è assolutamente indispensabile sia per la circonvallazione, ma anche per servire tutte le aree collinari e unire i due caselli autostradali (ovest di via Padre Semeria ed est verso Arma di Taggia).

E per questo dobbiamo tributare un doveroso ringraziamento a tutti, e sono tanti, quelli che si sono battuti anche in

passato perché questo traguardo venisse davvero raggiunto. Un grandissimo lavoro di squadra che ha dato un risultato straordinario i cui meriti vanno equamente condivisi.

Un’occasione da far fruttare fino in fondo Una straordinaria opportunità per il territorio, dunque, che due tecnici sanremesi del settore ritengono potrebbe essere ulteriormente “sfruttata” . “L’intervento dell’Anas – commentano l’ingegner Andrea Veneziano e l’architetto Andrea Borro - volto alla realizzazione dello svincolo dell’Aurelia Bis di Ponente, può essere l’occasione per sviluppare e riordinare l’intera zona soggetta da una normativa urbanistica unitaria, che ha rappresentato il più significativo ostacolo al suo sviluppo. Il Comune potrebbe essere promotore, anche attraverso l’Anas, di una progettualità e anche della realizzazione da parte dell’Anas stessa, di quei servizi e delle infrastrutture necessarie allo sviluppo. Ancora oggi gli strumenti urbanistici infatti prevedono, come preliminare obbligatorio a qualsiasi iniziativa anche di un singolo proprietario, l’onere di pianificare. Infatti lo strumento urbanistico comunale prevede, per questa zona, una progettazione unitaria che contempli tra l’altro i servizi e le infrastrutture, le potenzialità edificatorie, i parametri edilizi, le regole di qualità progettuali e i criteri ambientali. A titolo di esempio, chiunque intenda intraprendere una qualsiasi iniziativa privata (non solo residenziale ma turistico-ricettiva, scolastica, commerciale, ecc.) deve farsi dapprima carico di progettare ad esempio le strade e stabilire i criteri ai quali tutti dovranno conformarsi. L’occasione può essere l’opportunità per creare finalmente un’urbanizzazione sostenibile, ordinata e fruibile di un’area di connessione tra il tessuto edificato e le aree di corridoio paesaggistico”.

Da parte dell’Anas c’è stata la massima attenzione alle richieste del territorio e dell’amministrazione comunale così oggi possiamo ritenerci molto soddisfatti del risultato ottenuto. L’aumento degli svincoli autostradali, ad esempio, consentirà una miglior distribuzione e un maggior deflusso dei veicoli

INFRASTRUTTURE
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L’occasione può essere l’opportunità per creare finalmente un’urbanizzazione sostenibile, ordinata e fruibile di tutta la zona interessata
Massimo Donzella ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI DI SANREMO

Quello spettro affacciato sul mare

L’ex Caserma Massaua a Sealza di Ventimiglia un tempo ospitava la Regia Guardia di Finanza

Per fortuna non è in pieno centro. Altrimenti sarebbe diventata ritrovo di senza fissa dimora e un ricettacolo di sporcizia. Ma lo stato in cui versa non è degno nemmeno dell’ultima periferia dell’Impero. Parliamo dell’ex Caserma Massaua di Sealza, frazione di Ventimiglia. Dismesso da una quarantina d’anni, l’edificio era nato sulle alture cittadine quasi al confine con la Francia per ospitare la

Regia Guardia di Finanza, che aveva il compito di presidiare il valico di frontiera dal possibile fenomeno del contrabbando.

Dell’edificio di tre piani, con vista spettacolare sul mare, è rimasto soltanto lo scheletro e il nome sulla facciata: Caserma Massaua, scritto con lo stile tipico degli anni del Littorio, con lettere di ferro arrugginite dal tempo, che rendono l’ingresso ancora più sinistro.

In via delle Otto Case, l’ex caserma occupa due civici, il 17 e il 18, con altrettante porte per accedere alla struttura. Mentre la prima è sbarrata e difficilmente raggiungibile a causa del cedimento strutturale dello spiazzo antistante, dove si è aperta una vera e propria voragine e si rischia di precipitare di sotto, la seconda, al civico 18, ha un’anta sbarrata e una completamente aperta. Ed è facile immaginare il perché, visto che l’edificio sembra essere utilizzato come deposito di bombole di gas. Ce ne sono ben sei, tutte raggruppate nell’atrio, vicino alla tromba delle scale che porta al piano interrato. Cosa ci fac-

Dell’edificio di tre piani, con vista spettacolare sul mare, è rimasto soltanto lo scheletro e il nome sulla facciata: Caserma Massaua, scritto con lo stile tipico degli anni del Littorio, con lettere di ferro arrugginite dal tempo, che rendono l’ingresso ancora più sinistro.

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L’edificio sembra un deposito di bombole di gas. Ce ne sono sei, nell’atrio vicino alla tromba delle scale che porta al piano interrato.

ciano sei bombole in un immobile abbandonato da 40 anni non è dato saperlo, ma vedendo lo stato della struttura si intuisce che abbandonata lo sia, ma solo dallo Stato.

In effetti, ripercorrendo brevemente la storia

dell’ex caserma, fondata negli anni Trenta del Novecento, solo una cosa è chiara ed evidente: nessuno la vuole. L’Agenzia del Demanio, che ne era proprietaria, l’aveva messa all’asta. Ma l’edificio non ha suscitato alcun interesse.

Così, quando in Comune a Ventimiglia, nel 2013, sono arrivati i commissari prefettizi a seguito dello scioglimento dell’amministrazione comunale, questi hanno deciso di “regalare” l’immobile al Comune. La patata bollente è così passata direttamente a Ventimiglia, che si è trovata proprietaria di un’ex caserma fatiscente e ha provato, a sua volta, a regalarla al migliore offerente. Solo che di offerenti, anche in questa occasione, non se ne sono visti.

Si è così tentato, negli anni scorsi, di ottenere fondi Pnrr per ristruttura la casermetta, che pur essendo in una posizione non proprio comoda al centro cittadino, avrebbe potuto essere trasformata, ospitando, secondo i

Dismesso da una quarantina d’anni, l’edificio era nato sulle alture cittadine quasi al confine con la Francia per ospitare la Regia Guardia di Finanza, che aveva il compito di presidiare il valico di frontiera dal possibile fenomeno del contrabbando.

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Le porte interne sono spalancate, e il pavimento è cosparso da frammenti di vetri e calcinacci, pezzi di intonaco e schegge di vernice di porte e finestre.

L’edificio regge ancora, ma non si sa per quanto: le infiltrazioni d’acqua dovute all’assenza parziale della copertura, stanno assorbendo acqua come spugne

calcoli, sei nuclei familiari in altrettanti alloggi da inserire nel patrimonio di edilizia popolare del comune. Ma gli abitanti, si vocifera, non avrebbero gradito l’intrusione. E in ogni caso, anche se il Comune gliela avesse imposta, di finanziamenti dal Pnrr non ne sono arrivati: l’ex caserma è stata esclusa da tutto ed è rimasta lì, a sgretolarsi nel tempo.

L’unica nota di colore in un edificio austero e grigio, è rappresentata da grassi uccellini, che qualche intruso, che si firma “Dash”, ha dipinto sui muri dei corridoi. Le porte interne sono spalancate, e il pavimento è cosparso da frammenti di vetri e cal-

cinacci, pezzi di intonaco e schegge di vernice di porte e finestre. Il vento fa sbattere le persiane, e il suono della corrente crea un sibilo sinistro che gli spazi vuoti dell’ex caserma amplificano. Il tetto, si vede dall’alto, è sfondato. L’edificio regge ancora, ma non si sa per quanto: le infiltrazioni d’acqua dovute all’assenza parziale della copertura, stanno assorbendo acqua come spugne e gli effetti si vedono: muffa, pareti “gonfiate” e cedimenti strutturali interni sono un campanello d’allarme che, appunto, dovrebbe allarmare il Comune a prendere seri provvedimenti.

Ma nessuno è interessato a fare nulla, e

l’ex caserma resta lì, a scrutare il mare e il confine francese dalla sua posizione privilegiata, in balia del tempo e di visitatori inattesi, che pur di varcarlo, quel confine, percorrono i sentieri di montagna che lo valicano. In una stanza dell’immobile ci sono un materasso e quel che resta di una poltrona. Davanti a una finestra, l’unica ancora intatta, c’è una sedia da ufficio. Restano anche un cucinino e qualche sedia. Sono il segnale dell’utilizzo sporadico della palazzina come rifugio, probabilmente per qualche migrante che non si arrende alla chiusura dei confini.

All’ingresso si trovano anche tre armadietti di metallo. Su quello di mezzo, con il pennarello è stato scritto un nome: Nadir. Il nome dell’ultima persona che nell’edificio dimenticato che nessuno vuole ha trovato rifugio e, forse, si è sentito un po’ a casa.

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI

L'Ance rappresenta l'industria italiana delle costruzioni. All'Ance aderiscono circa 20.000 imprese private in tutta Italia, specializzate in opere pubbliche, edilizia abitativa, commerciale e industriale, tutela ambientale, promozione edilizia e lavorazioni specialistiche. Il sistema associativo copre tutto il territorio nazionale ed è articolato in 96 Associazioni Territoriali e 20 Organismi Regionali. L'azione dell'Ance è diretta alla promozione e al rafforzamento dei valori imprenditoriali e del lavoro dell'industria edile e del suo indotto, e concorre al perseguimento degli interessi generali del Paese. Nel campo del lavoro, l'Ance gestisce insieme al sindacato una rete nazionale per la formazione (Scuole Edili), l'assistenza (Casse Edili) e la sicurezza dei lavoratori del settore (CPT). A livello internazionale l'Ance è presente stabilmente a Bruxelles e aderisce alle più importanti Federazioni internazionali delle costruzioni.

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ANCE IMPERIA Via Matteotti 32 18100 Imperia Tel. 0183.650551 Fax 0183.64245 ANCE SAVONA Via Gramsci 10 17100 Savona Tel. 019.8553 Fax 019.821474 ANCE GENOVA Via Roma 10/a 16121 Genova Tel. 010.589841 Fax 010.587413 ANCE LA SPEZIA Via Don Minzoni 2 19121 La Spezia Tel. 0187.725206 Fax 0187.21320 ANCE LIGURIA Via alla Porta degli Archi 10 - 16121 Genova - Tel. 010.543000 - Fax 010.5708933 - info@anceliguria.it

Oggi oltre ad Aurel e suo papà (nella foto) ci sono cinque operai albanesi e una segretaria italiana che lavorano nella Edilcukaj, a cui si aggiungono dei collaboratori esterni. La famiglia Cukaj è originaria di Scutari conosciuta soprattutto per il suo castello

Il cuore di Aurel batte per Italia e Albania

Nella storia della Edilcukaj, nata ad Arma di Taggia nel 2006, c’è l’amore del titolare per i due Paesi

Il fratello di Aurel si è laureato in Architettura a Milano e lavora in uno studio importante. La sorella si è laureata in Statistica e lavora in Regione Lombardia, quest’anno diventerà anche mamma

“Mio padre è arrivato in Italia dall’Albania nel 1992. Io l’ho raggiunto con mia mamma, mia sorella e mio fratello tre anni dopo. Era il 1995 e avevo 11 anni, mio fratello 6 e mia sorella 9. Siamo stati tra i primi ad arrivare con l’aereo. Prima di venire al mare abbiamo vissuto nell’Astigiano, dove mio papà lavorava in una famiglia che aveva una falegnameria e un’azienda vitivinicola”.

Aurel Cukaj inizia a raccontare la sua storia in

piedi davanti alla porta semi aperta di un piccolo prefabbricato. Siamo alla Edilcukaj di Arma di Taggia, su un piccolo promontorio da cui si vede il mare, circondati da alcune piante di limoni coltivati dal papà. “Qui mi piacerebbe fare gli uffici nuovi, poi vorrei comprare un altro terreno per fare un capannone in una zona industriale. Adesso abbiamo un ufficio e un magazzino a Taggia. Mio papà continua a lavorare con me, forse è quello che lavora più di tutti!

Mio fratello si è laureato

in Architettura a Milano e lavora in uno studio importante. Mia sorella si è laureata in Statistica e lavora in Regione Lombardia, quest’anno diventerà anche mamma. Sarebbe stato bello che mio fratello lavorasse con me, ma è giusto che segua la sua strada”.

Quando la famiglia Cukaj decide di spostarsi nel Ponente Ligure, Aurel non continua a studiare dopo le scuole medie e va ad aiutare il papà nei lavori agricoli, per poi cominciare a frequentare i primi cantieri

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LA NOSTRA AZIENDA

edili. Ed è proprio frequentando i geometri e stando in mezzo alle gru che capisce che è importante avere un diploma, risultato che ottiene frequentando le scuole serali dopo il lavoro all’Istituto Cristoforo Colombo di Sanremo. “All’inizio lavoravo con mio papà e qualche albanese, facevamo qualche muro, dei marciapiedi, cose piccole insomma. Un

po’ per volta, anche grazie all’aiuto di alcuni imprenditori della zona, uno su tutti Gian Enrico Laigueglia, siamo riusciti a introdurci nei lavori pubblici, cominciando a realizzare opere più grandi soprattutto per i Comuni della zona. Poi grazie all’Ance abbiamo ottenuto le certificazioni SOA che ci hanno dato opportunità e credibilità. In pochi anni siamo cresciuti

in maniera importante, oggi oltre a me e mio papà ci sono cinque operai albanesi e una segretaria italiana che lavorano per noi, a cui si aggiungono dei collaboratori esterni”. Negli ultimi anni la Edilcukaj ha realizzato i parcheggi di Seborga, i marciapiedi di Bordighera, ha fatto tanti interventi di manutenzione nei Comuni di Ventimiglia, Sanremo, Imperia, Pietrabruna e Taggia, lavorando anche per la case popolari. L’anno scorso ha vinto l’appalto per la demolizione e la ricostruzione del Municipio di Costarainera, ora sta lavorando per realizzare la nuova scuola di Dolcedo e l’isola ecologica di Vallebo-

Anche grazie all’aiuto di alcuni imprenditori della zona, uno su tutti Gian Enrico Laigueglia, la Edilcukaj è riuscita a introdursi nel settore dei lavori pubblici

25 LE NOSTRE AZIENDE
Grazie all’Ance la Edilcukaj ha ottenuto le certificazioni SOA che le hanno dato opportunità e credibilità

Negli ultimi anni la Edilcukaj ha realizzato i parcheggi di Seborga, i marciapiedi di Bordighera, ha fatto tanti interventi di manutenzione a Ventimiglia, Sanremo, Imperia, lavorando anche per la case popolari

na, poi ha un lavoro per il Comune di Perinaldo, deve iniziare una linea fognaria per il Comune di Diano Castello e altri cantieri privati.

“Uno dei problemi maggiori oggi è trovare dipendenti. Forse perché le persone che sono nate qui hanno meno fame di noi quando siamo arrivati in Italia. Oggi poi è cambiato tutto con Internet. Ci sono nuove professioni legate ai social network che attraggono i giovani e gli tolgono la voglia di imparare un mestiere vero e proprio,

di fare lavori anche umili. Non vedo un futuro facile per le nuove generazioni, soprattutto per l’utilizzo che fanno dei social e della tv. Avrei degli amici in Albania che verrebbero subito a lavorare da me in Italia, ma non riesco a farli arrivare per via del decreto sui flussi. Avrei bisogno di carpentieri e di camionisti, ma non riesco a trovarli”. Nel 2008 Aurel torna in Albania per sposarsi in chiesa e fare festa con i parenti, cerimonia che ripeterà l’anno dopo in

Italia in Comune. Nel 2009 nasce la prima figlia Ginevra, nel 2011 Virginia, nel 2014 Giacomo e nel 2021 Federico. Dopo aver avviato l’azienda negli anni della lunga crisi finanziaria mondiale, Aurel si trova anche a dover gestire una famiglia numerosa.

La prima cosa che abbandona è il calcio, sport in cui riusciva bene e che praticava prima nelle fila dell’Argentina Arma poi con gli amici, che oggi sono rimasti il principale diversivo agli impegni familiari e aziendali.

“Io in Italia mi sono trovato benissimo.

Tutto quello che abbiamo è grazie all’Italia e al nostro lavoro. Ma ciò non toglie che sono fiero di essere albanese! L’Albania è tutta bella, italiani e albanesi hanno la stessa testa, agli albanesi puoi togliere tutto ma non l’Italia. Durante gli anni del regime comunista guardavamo le reti televisive italiane di nascosto, perché non si poteva. Mio papà si è fatto 10 giorni di galera per aver guardato il Festival di Sanremo! Dal 2005 l’Albania è ripartita alla grande, ma la differenza è ancora molta a causa dell’inflazione e degli stipendi molto bassi. Oggi come oggi non ho l’idea di tornare in Albania perché non vedo una prospettiva per il futuro dei miei figli. I miei parenti che non sono mai venuti in Italia pensano che qui sia tutto rose e fiori, ma

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chi è riuscito ad arrivare poi ha cambiano idea. Ci vedono come un punto di riferimento. In famiglia chi ha più possibilità aiuta chi ne ha di meno, è normale, non è un dovere”. Arta, la moglie di Aurel oltre ad occuparsi della famiglia e della casa, aiuta Cristina (la segretaria) nella gestione contabile dell’azienda. A pensare che Aurel ha imparato il lavoro osservando cosa facevano i muratori più esperti, la crescita che l’azienda ha avuto da

quando è nata nel 2006 ad oggi è stata notevole. “Da quando abbiamo cominciato abbiamo sempre migliorato la qualità della vita nostra e dei nostri operai. Mi dicono sempre che ho preso dal nonno, che ha sempre avuto l’idea di lavorare per conto suo ma è stato fermato dalla dittatura con cui ha perso tutto. Ricordo che diceva sempre che se non hai un vecchio te lo devi comprare, altrimenti chi ti insegna a fare le cose?

All’inizio non avevamo esperienza, però avevamo un obiettivo e piano piano abbiamo cercato di arrivarci.

Penso che la mia figlia più grande studierà legge, la seconda ha una mente molto matematica e dice che farà lo scientifico per diventare dottoressa. Il terzo invece per ora vuole

fare il calciatore, ma secondo me ha la testa della primogenita, chissà. Mi piacerebbe che mio figlio più piccolo continuasse il mio lavoro, mi rivedo un po’ in lui. Se poi si creasse la possibilità di aprire una succursale in Albania lo farei volentieri”.

L’anno scorso la Edilcukaj ha vinto l’appalto per la demolizione e la ricostruzione del Municipio di Costarainera, ora sta lavorando per realizzare la nuova scuola di Dolcedo e l’isola ecologica di Vallebona, poi ha un lavoro per il Comune di Perinaldo

27 LA NOSTRA AZIENDA
Uno dei problemi maggiori oggi è trovare dipendenti. Forse perché le persone che sono nate qui hanno meno fame di noi

L’edilizia continua a correre sulle due ruote

Chi dice che andare in bicicletta è solo dare qualche pedalata forse non l’ha mai fatto davvero. Non avrà mai provato lo sforzo di una salita, mentre i muscoli bruciano e il sudore cola lungo la schiena, oppure il contrasto con la brezza fresca durante la discesa con il ronzio forte nelle orecchie delle ruote che girano a tutta velocità. Ma la bici non è soltanto una sfida contro se stessi, è un lavoro di squadra. Uno sciame che segue regole e dettami ben precisi, che agisce singolarmente ma si muove come una moltitudine, che aiuta chi fatica a non mollare e porta il designato alla volata finale. Tutto questo è soddisfazione, entusiasmo, adrenalina e si ottiene con fatica, allenamento e tenacia. Lo sanno bene i ragazzi dell’associazione Nuova Ciclistica Arma, nata ad Arma di Taggia nel 2021 per avvicinare bambini e ragazzi al mondo delle due ruote. Sabato 25 febbraio, alcuni ragazzi del gruppo juniores dell’associazione hanno partecipato alla seconda edizione della Mapei Classic a Villemur-sur-Tarn, in Francia: un circuito da percorrere cinque volte per un totale di 96,5 km. Una lunga e impegnativa prima trasferta per i giovani atleti che hanno portato a casa la vittoria grazie

al lavoro di squadra e alla loro tenacia. Un orgoglio anche per Ance Imperia che vede il proprio logo risaltare sulle divise delle giovani promesse dell’ASD Nuova Ciclistica Arma, supportandoli nelle attività per promuovere lo sport come motore di un sano sviluppo psicofisico e di aggregazione, in particolar modo durante l’età della crescita. La partnership tra i costruttori edili e l’associazione sportiva continua, dunque, anche per l’anno 2023, un sodalizio finalizzato alla crescita di questa realtà che accoglie quasi una trentina di giovani atleti a cui viene data la possibilità di inseguire il loro sogno sui pedali. Ma anche un’occasione

Il sodalizio è finalizzato alla crescita di una realtà che accoglie quasi una trentina di giovani atleti del territorio

per promuovere il territorio imperiese in Italia e nel mondo grazie alla moltitudine di sfide a cui partecipano gli atleti della Nuova Ciclistica Arma. Alla dozzina di giovanissimi tesserati, che hanno tra i sei e i dodici anni, alla decina di esordienti e allievi e alle cinque promesse della juniores la Ciclistica Arma chiede costanza e impegno per insegnare i valori della vita di squadra e dell’autorealizzazione e sostenerli, insieme al contributo di Ance, nel raggiungimento dei loro risultati nello sport come nella vita.

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Ance Imperia conferma la partnership con la Nuova Ciclistica Arma, associazione che cerca di avvicinare le nuove generazioni al ciclismo

“Toys and Tenders”

L’expo dedicata agli svariati accessori da intrattenimento per gli yacht è organizzatta dalla sezione nautica di Confindustria

Imperia “Yacht Net

- Riviera dei Fiori”

Piscine, scivoli, droni sottomarini, acqua scooter, seabike, seabreacher, gommoni, scialuppe e tanto altro sono i cosiddetti “Toys and Tenders”, gli svariati accessori da intrattenimento che garantiscono ore spensierate e adrenalina a bordo degli yacht. Ed è proprio l’appellativo “Toys and Tenders” che dà il titolo alla prima expo organizzata dalla sezione nautica di Confindustria Imperia “Yacht Net

- Riviera dei Fiori”, che si terrà da venerdì 14 a domenica 16 aprile 2023, presso il nuovo porto di Cala del

Forte di Ventimiglia. Mentre i gazebo dedicati ai “toys” si svilupperanno sulla banchina del porto, in acqua gli espositori presenteranno i “tenders”, ovvero i mezzi di appoggio previsti per le navi più grandi. L’evento, ad ingresso libero, sarà aperto il venerdì dalle ore 10 alle 20, il sabato dalle 10 alle 22 e la domenica dalle 10 alle 18. “Le eccellenze dello yachting del nostro territorio rappresentano un importante indotto e sono di traino per l’economia provinciale. Per questo la sezione nautica ha avviato il progetto Yatch

Net – Riviera dei Fiori, finalizzato alla valorizzazione di questa categoria in espansione - spiega Alessio Marziano, presidente della Sezione Nautica di Confindustria Imperia -. Questa prima edizione di ‘Toys and Tenders’ sarà un’occasione per mettere in relazione comandanti ed armatori con le aziende produttrici e distributrici, oltre che per avvicinare il grande pubblico. Il nuovo porto di Cala del Forte a Ventimiglia sarà una cornice perfetta per questa esposizione aperta a tutti”.

La Sezione Nautica di Confindustria Imperia “Yacht Net” aveva esordito con successo lo scorso settembre al “Cannes Yachting Festival”, il più importante appuntamento del settore nautico in Europa. Una decina le aziende presenti, di diverse tipologie tra marine, porti, cantieri navali e servizi in uno stand dedicato nella Luxury Gallery, all’interno dello spazio open gestito dall’azienda speciale della Camera di Commercio Riviere di Liguria in partnership con Liguria International.

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NAUTICA
Il nuovo porto di Cala del Forte di Ventimiglia è una cornice ideale per il nuovo evento lanciato da Yacht Net
Dal 14 al 16 aprile il nuovo porto di Cala del Forte di Ventimiglia sarà il palcoscenico del nuovo evento
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