«Amo la radio, perché arriva dalla gente. E, se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace ancor di più perché libera la mente» (Eugenio Finardi, 1976)
Marcello Pasquero
Tra 1975 e 1976 esplose il fenomeno delle “radio libere”
Nell’etere della Granda nica fino a Napoli e nel sud-est della Francia,
N
in onde medie, sui «1.466 chilocicli pari a 428
libere” hanno saputo, forse
stazione radio rimase fino al 1974. La legge
meglio di ogni altro mezzo di
riservava allo Stato l’esercizio esclusivo della
comunicazione, raccontare
radiodiffusione circolare. Le uniche eccezioni,
l’Italia, narrandone i cambia-
dopo la caduta del regime fascista, erano state
menti e la storia. La prima a
Radio Sardegna (1943-1952) e Radio Ferrara.
rompere il monopolio della
Nel 1974 la Corte costituzionale emise una
Rai nelle trasmissioni in ita-
sentenza che riscrisse la storia. Da quel mo-
ate in un periodo
metri» come si diceva al tempo.
di grande fermento culturale e artistico, le “radio
L’Fm per Rmc arrivò solamente nel 1981.
liano fu Radio Monte Carlo, con l’escamotage di avere gli studi a pochi chilometri dal confine, in terra monegasca. Alle 14 del 6 marzo 1966 nacque la prima, vera “radio libera”, ascoltabile lungo la fascia tirre-
Fu un successo immediato. In Italia il ferreo divieto ai privati di aprire una
mento i privati ebbero la facoltà di trasmettere via cavo in àmbito locale, grazie alla prima declaratoria della Suprema Corte contro il monopolio statale. Due anni più tardi, nel 1976,
emittenti la limitazione territoriale, in quanto la sentenza stabiliva che dovessero avere carattere locale. L’ostacolo venne ben presto superato creando reti interconnesse (network) in grado di coprire il territorio nazionale. Quella che era ritenuta una moda passeggera invece prese piede e divenne una fucina di idee e personaggi che rivoluzionarono la comunicazione e che ancora oggi ne dettano la tendenza. Basti pensare ai due presentatori del Festival di Sanremo
arrivò una seconda, decisiva, sentenza (la numero 202 del 28 luglio) con cui venne liberalizzata la trasmissione via etere in àmbito locale. Le radio libere nate nei garage o negli scantinati poterono uscire allo scoperto e moltiplicarsi in tutta la penisola. Rimaneva per tutte le
Con la radio si può scrivere, leggere o cucinare (...). E forse proprio questo che me la fa preferire è che con la radio non si smette di pensare» (Finardi)
Parte delle informazioni riportate in questo servizio dedicato all’epopea delle radio libere sono tratte dal sito https://storiaradiotv.wordpress.com
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