Il merletto al centro della Storia di Marzia Mecozzi
Con Frieda Steger, merlettaia originaria di Predoi, piccolo Comune della Valle Aurina, nell’Alto Adige, parlare di Tombolo a fuselli significa intraprendere un viaggio nella storia e nel folklore di un territorio di grande interesse naturalistico e archeologico, famoso fin dal XVIII secolo per la presenza di una importante miniera di rame. Qui, fra distese di boschi e vette alpine, dove le tradizioni vanno in profondità e non c’è abitazione che non abbia il suo kloppelpinggele (tombolo), l’arte del merletto ha avuto il dono e il merito di essere foriera di cultura, dote e abilità per affrancarsi dalla povertà.
Predoi, in provincia di Bolzano, è il comune più a nord d’Italia, confinante con la regione austriaca del Salinsburghese. Ancora oggi lo caratterizzano casette tipicamente tirolesi fatte principalmente di legno e mattoni con vistosi camini, tetti a punta e grossi comignoli. La lingua madre dei suoi abitanti è il tedesco e il tedesco è anche la lingua madre di Frieda, classe 1960, erede con la sorella Klara di una delle dinastie di merlettaie più famose del nord Italia: quella cui appartengono Anna Mittermair, fondatrice e curatrice dell’antica scuola di merletto di Proves, sua nipote Rosa Kofler Mittermair, e Tekla Nothdurfter, nipote di Rosa, un’impresa al femminile di cui Frieda ci narra l’affascinante quanto intraprendente storia. “Per capire l’importanza che il merletto ha avuto nella storia del nostro paese bisogna fare un salto a ritroso nel tempo. – Spiega Frieda – Fin dal diciottesimo secolo, Predoi era stato famoso per la presenza di una miniera di rame che aveva dato lavoro a moltissime persone. Quando, nell’ultimo decennio dell’Ottocento, la miniera cessò la sua attività lasciando tante famiglie senza sostentamento, il religioso Franz Joseph Kleinlechner, parroco del paese, nel tentativo di dare ai suoi fedeli una possibilità lavorativa, con la collaborazione di un altro sacerdote, Franz Xavier Mitterer, parroco di Proves, decise di introdurre nel paese una tecnica di merletto che aveva appreso in Boemia. All’epoca, gli abiti dei nobili e del clero, nonché biancherie e paramenti, erano intessuti di pizzi e merletti e una produzione di questo tipo avrebbe riportato il benessere fra i suoi concittadini. Nel 1893 a Proves venne quindi fondata una scuola per insegnare quest’arte, la prima e più antica scuola di merletto a fuselli di tutto l’odierno Alto Adige.”