La morte sulla collina - Il soggetto

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di Angela e Luciana Giussani

LA MORTE SULLA COLLINA IL SOGGETTO di Mario Gomboli

Segreti, aneddoti e curiositĂ : come nascono le avventure del Re del Terrore


Il testo che segue fa parte di un’antologia di dieci soggetti originali scritti da Mario Gomboli, raccolti per la prima volta nel 1997 da Sperling & Kupfer nel volume “Diabolik - Uno strano soggetto” e riproposti nel 2009 (in una versione arricchita da alcune tavole a fumetti) dall’editore BD col titolo “Diabolik - Un cattivo soggetto”. Qui vi proponiamo il soggetto dell'albo a fumetti “La morte sulla collina” che potete leggere integralmente sempre nella nostra pagina Issuu. Ma che cos'è un soggetto? Per spiegarlo cediamo la parola all'autore che, introducendo l'antologia, lo spiega così:

Questa non è una raccolta di racconti con Diabolik come personaggio principale. È una raccolta di “soggetti” di Diabolik. E poiché Diabolik è un personaggio a fumetti è bene sapere, prima di cominciare a leggere, che cosa sia un soggetto e dove si collochi all’interno della catena produttiva del giornale a fumetti. Prima del soggetto c’è solo il personaggio. Che, nel caso, è tremendamente definito nelle caratteristiche fisiche e psicologiche. Come i comprimari, peraltro, dalla sua compagna Eva all’ispettore di polizia Ginko con la relativa, eterna fidanzata Altea. Chi scrive deve sempre rispettare la peculiarità di questi personaggi e contemporaneamente essere il più possibile originale, ovvero evitare situazioni già viste in uno degli episodi già pubblicati (ben 878 all’aprile 2020, il che non semplifica la vita del soggettista). Detto questo, il soggetto è una sorta di racconto, ovvero “racconta” un’avventura del personaggio all’interno del suo mondo. In queste pagine troverete il testo integrale di un soggetto, così come è stato presentato alla redazione di Diabolik. Sono stati aggiunti diversi aneddoti e curiosità, informazioni sul personaggio e sulla sua storia editoriale, variazioni che lo sceneggiatore ha apportato alla storia di base. Il tutto illustrato da vignette tratte dall’albo frutto del soggetto stesso. Con l’intenzione di trasportare il lettore dietro le quinte di una delle redazioni storiche del fumetto italiano. Divertendosi. Mario Gomboli


Il giallo a fumetti - anno X - 1971 - n. 20

LA MORTE SULLA COLLINA START Finché Diabolik deve contrapporsi a poliziotti e criminali, va di mestiere… diversa la situazione quando si scontra con un personaggio forte, determinato e adamantino che non gli è nemico. Una situazione stimolante. Palazzi per uffici, in centro Clerville. È notte, ma alcune finestre sono ancora illuminate. Dietro una di queste vediamo Belle Gabin, classica segretaria giovane e graziosa, che sta togliendo gli ultimi fogli dalla macchina per scrivere. Pensa: “Finalmente ho finito e posso tornare a casa. Questi straordinari mi stressano”. Chiude l’ufficio e si dirige agli ascensori, percorrendo un corridoio. A un certo punto sente un lamento provenire da una porta. Targhetta che indica uno studio legale. La ragazza entra, esitante, e vede per terra un poveraccio, in un lago di sangue. Gli si inginocchia accanto. Il moribondo bofonchia qualcosa: “Aiutatemi..., quei bastardi...” Mentre lei è ancora inginocchiata ad ascoltare, da un ufficio laterale fa irruzione un tipaccio (lo chiameremo Jack) con una pistola in mano: “Cosa ci fai, qui, tu!?” Belle si spaventa, cerca di fuggire, Jack la afferra 3


strappandole la giacca (evidentemente di poco prezzo) ma lei riesce a divincolarsi e scappare. Jack le spara alle spalle, la ferisce appena alla testa ma non riesce a fermarla. In un ultimo slancio vitale il moribondo afferra la gamba di Jack, ritardando l’inseguimento. Calcio in testa, definitivo. Ma intanto Belle è riuscita a prendere l’ascensore e correre al garage dove la aspetta la fedele cinquecento.

LA MINI Il disegnatore ha preferito una “Mini” alla cinquecento prevista. Forse perché, parcheggiata nel cortile della redazione, c’era quella delle sorelle Giussani, pronta per essere “copiata”. Per la stessa ragione questo modello è stato a lungo il preferito di Eva Kant. Un secondo cattivone (lo chiameremo Frost) raggiunge il primo cattivone Jack: “Che cosa è successo, maledizione?” “Una ragazza... ha trovato Mort... non era abbastanza morto (in sceneggiatura cambiare il nome per evitare il bisticcio)... le ha detto qualcosa” “Dobbiamo riprenderla!” Sporgendosi dalla finestra, vedono la cinquecento partire come fosse una Ferrari: “Deve essere lei: inseguiamola!” Parte l’inseguimento: i cattivi su macchinone americano sembrano avvantaggiati, ma la piccola cinquecento si fa onore saettando nel traffico, curvando nei vicoli, infine (quando ormai hanno raggiunto la campagna) attraversando un ponticello strettissimo. Gli inseguitori sono costretti a proseguire a piedi. Ma anche Belle è nei guai, ferita e sconvolta. Finisce impantanata e appiedata a sua volta. Non è lontana da casa, per fortuna. 4


Si trascina su per una collinetta sino a una vecchia cascina. Riesce a bussare disperatamente e, quando le aprono, si accascia sulla soglia. GENTE DI CAMPAGNA

Ad aprire è stato un vecchio contadino, tarchiato e massiccio, di nome Gianni Gabin (indovinate a chi dovrebbe assomigliare). È il padre. Alle sue spalle accorrono i tre fratelli (che chiameremo Senior, Mezzo e Junior, per riconoscerli facilmente). Raccolgono Belle e, portandola in braccio, la sdraiano su un letto (testiere in ferro battuto). La ragazza è confusa, racconta la sua brutta avventura a mozzichi, tra un singhiozzo e uno svenimento. Intanto Jack e Frost hanno trovato la cinquecento impantanata. E le impronte di Belle nel fango. Commentano: “È in trappola... adesso la prendiamo e ci facciamo dire cosa le ha raccontato Mort prima di morire” (vedi sopra) “Il nascondiglio

VARIAZIONI SUL TEMA Nelle illustrazioni il ruolo di Jean Gabin è stato preso da un lontano parente di John Wayne, forse meno tormentato ma decisamente più imponente. Anche in questo caso il disegnatore ha preferito cambiare auto (quella disegnata non è certo una Ford T) salvando comunque l’effetto “Nonna Papera”.

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dei diamanti, probabilmente...” “Forse, solo forse. Ma non possiamo trascurare nessuna possibilità”. Arrivano alla cascina e bussano maleducatamente alla porta. Che viene aperta da Gabin e i tre figli, tutti con un fucile da caccia in braccio. Sguardi duri, voce fredda: “Cosa possiamo fare per voi?” I due sono perplessi: “Cerchiamo una ragazza... è per caso da voi?” “Qui non c’è nessuno che vi interessi... non siete stati invitati e questa è la mia casa, la mia terra... fuori dai piedi!” I due abbozzano. Jack fa cenno di portare la mano all’ascella rigonfia (non per grattarsi); Frost lo ferma: “Scusate, forse abbiamo sbagliato indirizzo...” I due si allontanano dalla cascina. Jack quasi offeso: “Perché non mi hai lasciato prendere la Berta (N.d.A.: così i malavitosi chiamavano la Beretta, negli anni ʻ50.)? Erano solo quattro bifolchi.” “Con quattro fucili da caccia in braccio... e avevano l’aria di saperli usare non solo per sparare contro i fagiani... meglio prendere tempo: prima o poi usciranno di lì” “E se chiamassero aiuto?” “Come? Non hanno nemmeno il telefono, non ci sono fili di collegamento”. Intanto, nella cascina, padre e figli esaminano la situazione. Senior è preoccupato: “Torneranno, magari con degli amici armati” “E noi saremo pronti a riceverli” Ribatte il vecchio. “Preoccupiamoci piuttosto di Belle: sta male e ha bisogno di un dottore. Mezzo, appena fa chiaro vai in paese a chiamarlo, con la macchina” “Comandi, padre!” La mattina dopo, di buon’ora, Mezzo parte in macchina. Una Ford modello T (cfr. Nonna Papera) o poco più moderna. Mentre percorre stradine di campagna lo vediamo inquadrato in un mirino: BANG! Si accascia al volante, l’auto finisce in un fosso. Soddisfatto, Frost soffia sulla canna del fucile di precisione come Billy the Kid e commenta: “Fuori uno. Tra un po’ il vecchio comincerà a agitarsi e verrà a vedere che cosa è successo. A casa resteranno solo i figli, più malleabili...” 6


Infatti, un paio d’ore dopo, alla cascina: “Sento che è capitato qualcosa a Mezzo: vado a cercarlo!” “Vado io!” “No, Senior, tu fa la guardia alla casa e ai tuoi fratelli, soprattutto a Belle... poverina, ha delirato tutta notte”. Gianni prende il fucile e il carretto (trainato dalla vecchia cavalla di nome Gigia, se vogliamo essere precisi) e parte nei campi. Gli basta poco per trovare la vecchia Ford e il cadavere del figlio: “Siano maledetti sino alla settima generazione!” Ma non piange, pensa solo a riportarlo a casa: “La casa! Li ho lasciati soli! Dio non voglia che...” Invece Dio ha voluto. Quando arriva alla cascina trova i suoi due figli storditi e malridotti. E per di più il letto di Belle è vuoto: “Quei bastardi hanno rapito Belle!” FINALMENTE DIABOLIK

Interno di un museo. Diabolik sta vuotando una bacheca piena di gioielli. Solleva una statuetta d’oro e ne esamina il piedistallo: “E questo cos’è!?” Improvvisamente una pesante gabbia d’acciaio cala ­ dal soffitto imprigionandolo: “Un sistema di sicurezza di cui non ero informato, accidenti!” Commenta il nostro freddamente.

STUNT MAN Le incredibili acrobazie di Diabolik sono famose quanto i suoi marchingegni geniali… e quando le due cose vengono abbinate il risultato è spettacolare. 7


Intanto un allarme s’è acceso sul pannello della centrale di Polizia, e partono le volanti. Ancora interno museo. Diabolik sta uscendo dalla gabbia, di cui ha corroso le sbarre: “Maledizione, ho dovuto usare tutto l’acido che doveva servirmi per la cassaforte! Ora devo andarmene”. Esce dalla finestra. È sul cornicione quando sopraggiungono le autopattuglie. Inquadrato dai fari: “Guardate! Lassù, sul cornicione: è Diabolik!!!”

GROTTE E CUNICOLI Diabolik ha continuato per anni, sia pure con frequenza decrescente, a usare come nascondiglio luoghi sotterranei, denunciando così la sua diretta discendenza dal feuilleton francese di fantomasiana memoria.

Il nostro corre sul cornicione, gira l’angolo mentre le auto della Polizia sono costrette a fare un giro vizioso. Quando riescono a rinquadrarlo sta saltando. Sul tetto di una Jaguar. Anzi: dentro il tetto di una Jaguar. Infatti Eva è prontamente accorsa al salvataggio e ha messo in funzione il tettuccio apribile, giusto mentre frenava sotto il cornicione. PLOFF (forse è meglio un 8


rumore meno buffo). Diabolik atterra sul seggiolino e la Jaguar sgomma via inseguita dai poliziotti. Inseguimento su strada di campagna, tutta curve. I poliziotti perdono spesso di vista la Jaguar, ma sanno che non ci sono laterali in cui possa deviare e vanno tranquilli. Troppo. A un certo punto: “Schiaccia il chiodo, Eva, dobbiamo distanziarli quanto basta...” Vista dall’alto. I nostri hanno guadagnato qualche centinaio di metri, sono invisibili agli inseguitori. Un cespuglio, sul ciglio della strada, si rovescia sul terreno come un ponte levatoio aprendo un varco in cui la Jaguar si infila derapando. Poi torna nella posizione di partenza, perfettamente uguale a tutti gli altri che fiancheggiano la strada. Le autopattuglie superano il punto “speciale” senza sospettare nulla e, ignare, proseguono l’inseguimento. Solo dopo chilometri, raggiunto un rettilineo, scopriranno di essere stati beffati. Nel frattempo la Jaguar si è avvicinata a una parete rocciosa della collina. Un colpo di telecomando e la roccia si apre come il portellone di un garage, mostrando una caverna “rifugio”. I nostri entrano, richiudono, tirano finalmente il fiato: “C’è mancato poco, questa volta!” SORPRESA!

Diabolik ed Eva si trovano di fronte tre uomini armati di fucili da caccia, minacciosamente puntati sulle loro pance: “Mani in alto, Diabolik!” Trattasi ovviamente di Junior, Senior e Gianni Gabin. Il vecchio spiega cosa è successo: “È da un pezzo che so che hai un rifugio sotto questa collina..., da quando una mattina, portando la Gigia al pascolo, ti ho visto aprire il portellone di roccia. Ma io non m’impiccio degli affari altrui, non voglio aver niente a che fare con la polizia..., e poi tu mica vieni a rubare a me che non 9


ho niente. Ho solo la terra, io, e quella non la vuole nessuno. E poi ho i miei figli. Ecco, è per questo che sono qui. Qualcuno ha rapito mia figlia e ucciso Mezzo. Ho bisogno di aiuto”. Continua a parlare spiegando l’accaduto e farcendo il discorso di frasi canoniche da patriarca. Non punta nemmeno più il fucile sui nostri: “Abbiamo lo stesso sguardo, mi fido di te” e non perde la sua dignità. “Non chiedo favori: dalle farneticazioni di Belle (delirava, poverina) ho capito che c’è in ballo una paccata di diamanti: tu salvi lei, mi dai modo di vendicarmi e il bottino è tuo!” Diabolik raccoglie tutte le informazioni districandosi tra le frasi fatte del vecchio e decide di collaborare. Non ha certo paura dei fucili (con tutti i sistemi di sicurezza che ha nel rifugio potrebbe neutralizzare i tre in un batter d’occhio grigio) ma è affascinato dal vecchio. E poi c’è la questione dei diamanti. IN AZIONE

Ufficio legale, quello che abbiamo visto in apertura della storia. All’interno Jack e Frost. E un casino infernale. Si capisce che hanno passato al pettine fino tutto: scaffali, armadi, cassetti, scrivanie. Su un divano giace Belle, incosciente. Jack, esasperato: “Quella continua a dormire, qui abbiamo cercato dappertutto, il tempo passa e i diamanti non saltano fuori”. Frost freddo: “Calmati. Se Mort, come sospettiamo, le ha detto qualcosa, appena si riprende gliela faremo sputare. Dobbiamo aver pazienza: con un trauma cranico, se la svegliamo di brutto rischiamo di ucciderla. E allora, addio alle ultime speranze”. In quella suona il campanello. Jack: “Chi può essere? Ufficialmente questo ufficio è chiuso per ferie”. Frost non si prende neanche la briga di calmare il socio isterico. Sfodera la pistola e ordina: “Vai a vedere”. Fuori c’è un ragazzotto con cartoni da pizza: “Ecco le capricciose calde calde, come avete ordinato!” Entra trionfante “Appoggio qui?” Frost nasconde imbarazzato la pistola, Jack 10


IL PIZZAIOLO Lo sceneggiatore trovò il trucchetto della pizza consegnata a domicilio troppo sfruttato. Nella storia a fumetti appare dunque un terzo complice, certo Roy, cui Diabolik prenderà il posto per gassare i cattivoni.

non sa che fare. Una nuvola di gas toglie ai due ogni preoccupazione: narcotizzati. Il fattorino chiude la porta e si toglie la maschera (indovinate chi è?). Chiama Eva al radio-orologio: “Tutto Okay, ti porto giù Belle”. Poco dopo la ragazza viene delicatamente caricata su un furgone PizzaExpress. Alla guida Eva: “Avverto Gianni, è sintonizzato sulla frequenza del nostro radio-orologio. Quando saprà che gli sto riportando la figlia sarà felice”. Diabolik: “Io torno su. Con tutto il gas di cui ho imbottito l’ufficio, quelli dormiranno per un po’, intanto io (che ho i filtri nel naso, per chi non lo sapesse) cercherò i diamanti: il fatto che loro, gli imbecilli, non li abbiano trovati non significa nulla. Io sono di un’altra pasta”. Il furgone si allontana. Comincia a piovere. Sta scoppiando un temporale. Fulmini e saette. 11


Di sopra, un colpo di vento spalanca la finestra. Nuvole di gas che si disperdono nell’aere. Jack e Frost cominciano a rinvenire: “Cosa è successo? Già, il pizzaiolo, maledetto, deve averci narcotizzato... se lo prendo...” “La ragazza... non c’è più! l’ha portata via!”

COINCIDENZE NON CASUALI A questo punto era indispensabile che il caso mettesse Diabolik in una situazione difficile. Il caso e non altro, per non far apparire il nostro imprevidente o disorganizzato. Quindi il colpo di vento. Perché non apparisse troppo “casuale” e quindi “forzato”, quasi tutta la storia si svolge sotto un cielo inclemente.

ANTIGAS Se da un lato il gas è comodo per asfissiare gli avversari, dall’altro rischia di ritorcersi contro chi lo usa. Per questo Diabolik si tutela, da sempre, con misteriosi “filtri nasali” che non sono mai stati mostrati chiaramente, in primo piano. Anche per motivi di buon gusto. 12


Poco dopo, fresco come il sole, Diabolik pizzaiolo rientra. E si trova due pistole puntate alla tempia: “Ora ci dirai chi ti ha mandato”. Il resto del discorso proviene da un apparecchio radio: “Perché hai portato via la ragazza!? Speri di farla parlare tu e di prenderti i diamanti, eh!? Ma come hai saputo?”. Zoom indietro. Siamo nel rifugio di Diabolik. I tre Gabin guardano allibiti la radio, da cui proviene il rumore di sberle e pugni. Voce dalla radio: “Parla, bastardo! Dove hai portato la ragazza!?” Senior, cui non sfugge nulla, commenta: “Diabolik è nei guai. Deve essere riuscito ad aprire il collegamento del radio-orologio per comunicarcelo. Ma dov’è andata a finire Eva?” Eva è nel furgone e, sotto una pioggia torrenziale, sta cercando di tornare “a casa”. La sua radio emette solo gracchii vari: “Maledetto temporale... sinché non arrivo alla radio potenziata che sta nel rifugio sono completamente isolata!” (N.B. Eva serve fuori causa: questa è una scusa come un’altra. Al buon gusto di chi sceneggerà). Al rifugio, il vecchio Gianni sta indossando un montone (inteso come giaccone di pelle). Prende il fucile: “Senior, andiamo a dargli una mano. Junior, tu resti qui ad aspettare tua sorella!” Junior non è convinto: “Ma checcefrega se quello è nei guai? Adesso che Belle è stata liberata possiamo catturare Eva e darla alla polizia. Magari c’è anche una taglia...”. Un ceffone in piena faccia lo zittisce. Il vecchio fa gli occhiacci: “Noi veri uomini abbiamo una sola parola, e io ho un debito d’onore con Diabolik”. Poco dopo vediamo la vecchia Ford modello T uscire dal­ l’ipertecnologico garage di Diabolik. Deve risultare un’immagine vagamente inquietante. Nell’ufficio legale, più tardi. Diabolik “pizzaiolo” è legato a una seggiola come un salame. Guarda i suoi aguzzini con odio. Jack gli sta spegnendo una sigaretta sul palmo della mano: “Sei un duro, eh? Non vuoi parlare... ma prima o poi ti metterai a cantare, noi abbiamo tutto il tempo...” 13


“Il vostro tempo è scaduto, invece! Non fate un gesto o sparo!” Gianni e Senior Gabin hanno fatto irruzione, fucili alla mano. Jack e Frost restano un attimo perplessi, poi si scambiano uno sguardo d’intesa e, perfettamente sincronizzati, si buttano a terra estraendo le pistole. Un colpo passa a due dita dall’orecchio del vecchio che non fa una piega e preme i due grilletti (mostrare in P.P.) del suo fucilone. BWANG BWANG. Due rose di pallettoni sfondano due cuori da criminali. Lago di sangue. Il vecchio, sempre gelido, indica Diabolik con la canna del fucile: “Senior, liberalo. Dobbiamo andarcene prima che qualcuno, allarmato dalla sparatoria, venga a curiosare. Non ho voglia di dover dare spiega-

TORTURE In sceneggiatura Diabolik non viene torturato sadicamente. Anche perché, come venne fatto notare “le sberle avrebbero potuto rovinare la maschera” e smascherarlo, letteralmente. 14


zioni... e nemmeno tu, vero, Diabolik?” Diabolik è quasi stupito: “Hai corso un grosso rischio per liberarmi...” “Tu avevi fatto lo stesso per liberare mia figlia”. I tre si allontanano rapidamente. Sulla strada la Ford incrocia un’autopattuglia che sta sopraggiungendo a sirene spiegate. Naturalmente la vecchia auto non suscita alcun sospetto. I poliziotti salgono nell’ufficio (erano stati avvertiti da qualche vicino preoccupato per gli spari) e scoprono il macello. Uno nota, a terra vicino alle corde tagliate, uno strano orologio (è quello di Diabolik, volendo si può vedere prima che lo perde mentre lo liberano dai legacci e lui, con le mani martoriate che si ritrova, non se ne accorge).

INTERVENTO PROVVIDENZIALE In sceneggiatura Diabolik (mascherato, ovviamente) avvisa il vecchio delle cattive intenzioni dei malavitosi, salvandogli la vita. Tanto per guadagnarsi una nuova dose di riconoscenza. 15


RADIO-OROLOGIO Mediato dalle strips di Dick Tracy (ma alleggerito dall’inutile microteleschermo) il radio-orologio fa da sempre parte della dotazione di Diabolik e Eva. Va detto che, se a volte ha salvato loro la vita, molto spesso è finito in mani sbagliate creando una ricca tipologia di problemi. 16


Contemporaneamente, al rifugio, Eva ha scaricato Belle tra le braccia di Junior. È stupita dall’assenza del vecchio e di Senior: “Che cosa è successo?” Junior: “Il tuo uomo si è messo nei guai, papà e Senior sono andati a salvarlo!” Eva agitatissima: “Preoccupati di tua sorella. Io devo tentare di mettermi in contatto con Lui!” Va a un apparecchio radio e prende il microfono: “Amore, rispondi...”, cosa sta succedendo?” Nell’ufficio legale il poliziotto sta ancora pasticciando con lo strano orologio. Schiaccia un pulsantino e dalla cassa esce una voce: “Amore, rispondimi.., sono Eva!”. Il poliziotto impallidisce pensando: “Diabolik! Questo è l’orologio di Diabolik! Devo avvertire l’ispettore Ginko!” Avvolge l’orologio in un cuscino pensando: “Così resterà isolato”. Infatti Eva continua invano a smanettare con la radio: “Nessun contatto... perché non risponde?.., ma io continuerò a trasmettere sinché...” DOPPIA TRAPPOLA Più tardi vediamo Ginko attorniato da tecnici elettronici. Stanno esaminando il radio-orologio, chiuso in una teca percorsa da fili elettrici. Dalla teca viene un fumetto: “Rispondi, ti prego, rispondimi…” Un tecnico spiega: “Questo radio-orologio è in contatto con una ricetrasmittente. Abbiamo isolato il microfono, così Eva non può sentirci. Ma se continua a tentare di trasmettere possiamo individuare la fonte del segnale con un radiogoniometro”. Ginko esultante: “Li prenderemo nella loro tana!” Intanto, nel rifugio, mentre Eva insiste nei suoi vani richiami, Belle riprende conoscenza. E racconta al fratello la sua terribile avventura: 17


“E, prima di morire, quel poveretto mi ha confidato di aver nascosto mezzo chilo di diamanti nel suo ufficio... e mi ha anche detto dove...” Poco più tardi, quando Diabolik e i due Gabin arrivano al rifugio, si trovano di fronte Junior col fucile spianato: “Fermi dove siete o sparo!” È letteralmente fuori di sé. Ai tentativi del vecchio di calmarlo reagisce sparando a Diabolik, che se la cava per un pelo: “Ho fatto prigioniera Eva, ora ucciderò Diabolik e diventeremo ricchi! Belle mi ha detto dove sono nascosti i diamanti, e io li prenderò! Non ne posso più di questa esistenza da contadino, tientela tu la tua stupida terra, io voglio fare la bella vita in città!” Questo non doveva dirlo. Il vecchio s’infuria e avanza impassibile verso il fucile: “Tu sei impazzito, figliolo..., ora ti faccio rinsavire io...” BANG! Junior spara e colpisce il padre a una gamba. Gianni Gabin si accascia al suolo come una vecchia quercia colpita da un fulmine. L’enormità del gesto sconvolge Junior e lo distrae un secondo, il tempo sufficiente a Diabolik per saltargli addosso. Colluttazione. Parte un colpo. Sangue. Di Junior, che muore. Il vecchio lo abbraccia piangendo. Dall’esterno provengono gli ululati delle sirene della polizia. Diabolik sgrana gli occhi: “Maledizione, i poliziotti!” Si precipita a azionare tutti i sistemi di sicurezza, chiude il portellone mimetizzato, accende le telecamere che gli mostrano l’esterno e vede che stanno circondando la collina. Intanto Senior ha liberato Eva, mentre Belle sta medicando il padre. Diabolik: “Possiamo ancora farcela: ho un passaggio segreto che porta a un pozzo, oltre l’accerchiamento. Dobbiamo affrettarci”. Il vecchio scuote la testa “Non lascerò la mia terra. I miei figli devono riposare qui, io stesso, un giorno, voglio essere sepolto sotto il vecchio castagno. E poi vi sarei d’impiccio, con questa gamba rotta. Ma voi andate, andate...” 18


LEGITTIMA DIFESA Per non disturbare l’idillio tra il vecchio e Diabolik, in sceneggiatura si è preferito far lottare tra loro i due fratelli. Con il medesimo risultato della versione originale.

Diabolik ha un’idea: “Vi legherò: potrete dichiarare che vi avevo fatti prigionieri, così non avrete grane”. Il vecchio ringrazia e poi: “Prima che ve ne andiate, Belle deve dirvi una cosa...” Diabolik ha appena finito la messinscena che si ode un tremendo boato. All’esterno la polizia ha individuato il portellone mimetizzato e lo ha fatto saltare. Irruzione di Ginko e compagni, in una nuvola di polvere e calcinacci. Si trovano di fronte il cadavere di Junior e gli altri tre Gabin legati alle seggiole. Alle loro spalle vediamo (solo noi: i poliziotti non se ne accorgono, in mezzo alla confusione) una porzione di muro che si chiude silenziosamente: è il passaggio segreto (e mimetizzato) dei nostri. 19


CONCLUSIONE Nel suo ufficio, un Ginko esasperato licenzia Gianni Gabin. Poi si sfoga con il solito sergente: “Quell’uomo è più testardo del suo mulo! Sono sicuro che ha combinato qualcosa con Diabolik, che tra i due c’è stato un sodalizio..., ma perché? Temo che non lo sapremo mai: quello non è tipo da cambiare idea...” Tempo dopo. Casa delle aste di Clerville. Una coppia elegante, seduta in ultima fila, commenta: “Sta andando all’incanto l’arredamento dell’ufficio dell’avvocato Mort… dopo la sua dipartita si è scoperto che era pieno di debiti: per questo era finito nelle grinfie di strozzini e malavitosi... Ora i creditori sperano di recuperare almeno qualcosa”. Il battitore mostra una copia della Venere di Milo con lustrini e paillettes, dotata di carillon che suona il tema di Lara: “Chi vuole aggiudicarsi questo splendido oggetto di gusto?” La signora che, poco prima, abbiamo visto fare commenti alza la mano inguantata: “Centomila!” Gelo in sala: “Nessuno offre di più?” Naturalmente no. Tre colpi di martelletto e la statuetta è aggiudicata. Più tardi, al rifugio, Diabolik e Eva (sono la coppia di prima: li riconosciamo dall’abbigliamento) con la statuetta in mano. Diabolik prende una mazzuola e la sfascia con soddisfazione: “Un simile oggetto non merita altra fine”. Tra i cocci brillano i diamanti: “Ingegnoso nascondiglio, devo ammettere”. Eva accarezza i gioielli: “Sono bellissimi… e preziosissimi… pensare che Gianni Gabin avrebbe potuto tenerli per sé…”. PP degli occhi di ghiaccio di Diabolik: “Uomini come quello hanno una sola parola…”

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KITCH Il buon gusto del disegnatore gli ha impedito di illustrare la Venere di Milo con carillon descritta nel soggetto. Va rimarcato come, comunque, la lampada comprata da Diabolik non sia particolarmente di buon gusto. 21


Questo soggetto, sceneggiato da Angela Giussani e Patricia Martinelli e disegnato da Zaniboni (matite) e Facciolo (chine), è apparso in edicola nel settembre del 1971 (è quindi una delle storie “storiche” dell’autore).

La sceneggiatura risultò decisamente originale: basti pensare che Diabolik “agisce” soltanto a partire da pagina 44 (quasi a metà dell’albo) e Ginko è presente solo in sei vignette!

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