CLESSIDRA MISSIONARIA RADIOMARIALIBANO Realizzato da Radio Maria Italia




Il motivo di quella che può trasformarsi in una vera e propria diaspora è la condizione in cui versa il Libano. La crisi che ha intrappolato il Paese è una spirale da cui sembra impossibile, al momento, trovare una via d’uscita. La popolazione, soprattutto quella più giovane, è molto stanca.
RADIOMARIALIBANO
Libano: un paese destabilizzato. Povertà e violenza spingono sempre più cristiani a lasciare il Paese. I cristiani libanesi vivono in un paese la cui instabilità si è moltiplicata nel giro di un anno, dove mancano medicinali e generi alimentari, lavoro, speranze ed energia elettrica.
MEDIOORIENTE
Gli unici a rimanere sono gli anziani. Ma senza i giovani e senza nuove famiglie, il rischio di una lenta e inesorabile scomparsa di una delle più antiche comunità di fedeli del mondo non è più così remoto. Ci sono forti segnali di resilienza tra la comunità cristiana, che non vuole abbandonare le proprie terre, ma ci sono anche altri che preferiscono costruire altrove il proprio futuro”. Nel mondo milioni di cristiani continuano a vivere emarginati, in povertà, ma soprattutto discriminati e in pericolo. Radio Maria è richiesta dai cristiani libanesi che sono in pericolo: il pericolo che i cristiani scompaiano dal Paese dei cedri.




AGGIORNAMENTI DELLACLESSIDRA MISSIONARIA AI CUORI IMMENSI DEGLI ASCOLTATORI MISSIONARI DI RADIO MARIA SE ANCHE TU VUOI METTERE IL TUO GRANELLO NELLA CLESSIDRA MISSIONARIA DI RADIO MARIA inserisci nella causale: “LIBANO” https://radiomaria.it/sostienici/ 031 610600 info.ita@radiomaria.org GRAZIE PER I VOSTRI ATTI DI CARITÀ, PER I VOSTRI GESTI DI GENEROSITA’



ICONA IN LEGNO RAPPRESENTANTE MADONNA CON GESU’ BAMBINO PROPOSTEDI BENEFICENZAPER RACCOLTAFONDI CROCIFISSO IN LEGNO DI GINEPRO E BASE IN ULIVO QUADRO INCORNICIATO RAPPRESENTANTE GESU’ CON ANGELO





La Vergine domina dall’altissimo piedestallo posto sulla collina di Harissa, nei pressi di Beirut, accanto al nuovo Santuario.
IlSantuarioMarianodi "NostraSignoradelLibano"
La parola Libano possiede numerose risonanze storiche: basti qui segnalare che il nome ricorre nella Bibbia esplicitamente non meno di 72 volte, e più di cento volte per segno e allusione. L’origine del vocabolo e il senso che contiene ha però ancora un che di misterioso.
La gigantesca statua della Vergine, bianca figura a braccia aperte e rivolta verso il mare che troneggia dall’alto della collina di Harissa, è l’emblema della devozione alla Madonna del biblico Paese mediorientale. Il Libano, Paese di antica cristianità il cui nome è reso sacro dalla Bibbia, copre e manifesta ricchezze inesauribili di cui tutti i Libanesi, nella diversità delle loro Comunità religiose e civili, vanno fieri. Terra biblica dei Cedri, la cui figura campeggia in mezzo della bandiera nazionale, il Libano è anche terra di antica civiltà, le cui coste e alte montagne hanno visto avvicendarsi Sumeri, Babilonesi, Egizi, Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Crociati, Ottomani e Francesi. Il Libano si vanta di essere stato non solo terra di elezione del popolo navigatore dei Fenici che solcarono i mari con le loro potenti navi, ma anche teatro di eventi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento.


Isolati fin dai tempi montagna libanese specie i Maroniti, h nella Madre di Dio aiuto nelle molte pr dovuto affrontare e secoli. Essi amano figura di Maria alle bibliche legate al M all’albero del Cedro hanno nelle compo veterotestamentari dalla tradizione pat applicate alla Vergi loro la Vergine Mar da Dio del "Cantico viene dal Libano: "V Libano…"; essa s’in cedro del Libano"; profumato delle su profumo del Libano [ ] Nelle lingue semitiche libano significa genericamente bianco, e in questo caso il nome è suggerito dalla presenza, sulle alte montagne del Paese, di neve che ne corona la sommità in modo quasi permanente. Il nome significa anche incenso, quello stesso portato al divin Bambino dai Re Magi, il quale è bianco ed emana volute di fumo dello stesso colore. Attualmente c’è chi suggerisce di ricercare il senso del termine nel latte, prodotto noto per il suo colore bianco: del resto il nome arabo del latte ancora oggi è laban, che indica insieme il latte ed i suoi derivati, fra cui lo yogurt. Culto dei Libanesi alla Madre di Dio La venerazione di Maria è molto viva nel cuore di tutti i Libanesi e suscita l’ammirazione di tutti coloro che, in un modo o in un altro, hanno potuto avvicinare i fedeli del Libano. Nella sua Mission en Phénicie, Renan ha potuto scrivere: "Il culto della Vergine è profondissimo presso le genti del Libano e costituisce il grande ostacolo agli sforzi dei Protestanti presso quei popoli. Essi cedono su tutti i punti, ma quando si tratta di rinunziare al culto della Vergine, un legame più forte di loro li trattiene".


I Maroniti riservano a questa e ad altre occasioni molti canti popolari in onore di Maria, suggestivi per la spontaneità dei testi e per la loro semplicità melodica. Ne traduciamo uno per esemplificare: "O Madre di Dio, o misericordiosa Madre di pietà e soccorso, tu sei il nostro rifugio e la nostra speranza. Proteggici, o Vergine, e abbi pietà dei nostri defunti. O Vergine Madre, anche se il tuo corpo è lontano da noi, la tua intercessione ci accompagna e ci protegge. Da colui che ti ha esaltata sopra ogni creatura nel prendere da te un corpo, ottieni ai peccatori il perdono, continuamente. Tu sei nostra madre e nostra speranza, nostro vanto e nostro rifugio, intercedi per noi presso il tuo Figlio ché perdoni i nostri peccati per sua misericordia. Non ci abbandonare, buona e piena di ogni grazia. Salva i tuoi servitori, ché ti possiamo ringraziare nei secoli dei secoli".
Nelle "Litanie Lauretane", che sempre i Maroniti recitano volentieri, dopo l’invocazione "Rosa mystica", inseriscono l’invocazione: "Cedro del Libano, prega per noi".
I Maroniti osservano un rito particolare, quello della benedizione con l’immagine mariana, sul modello della benedizione eucaristica. Il sacerdote in cotta e stola la incensa, sale i gradini dell’altare, prende l’immagine della Vergine e si volge verso i fedeli, pronunciando ad alta voce questa formula di benedizione: "Per l’intercessione della Madre di Dio, la Vergine Maria, vi benedica la SS.ma Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo". I fedeli rispondono: "Amen, perché ogni bene viene dalla Santa Vergine".


Altra veduta del Santuario e del ‘monumento’ eretto a "Nostra Signora del Libano". Il Libano, terra di Santuari mariani Il Libano, terra di rifugio per tutti gli abitanti della regione, è stato chiamato "Paese di Maria" per la proverbiale devozione dei Libanesi per la loro Regina. Per questo il Paese è costellato di Chiese e di Santuari mariani. Infatti, gran parte delle Chiese è dedicata alla Vergine; e c’è sempre, nelle altre, un Altare consacrato a lei che è invocata con i titoli più belli e singolari: "Nostra Signora dell’Annunciazione", "Nostra Signora della Luce", "Nostra Signora dei Doni", ecc. Grandi statue sono erette in cima ai monti, e sono tantissimi i Santuari mariani frequentati da folle di pellegrini provenienti da ogni angolo del Paese.
I Santuari mariani non si contano e appartengono a tutte le Comunità cristiane. Fra questi vanno citati: quelli di Bkerké, Dimane, Qannoubine nella valle della Qadisha, il villaggio biblico di Cana, Bikfaya, Jbeil, Balamand, Ehden, Harissa, Zahlé, Mannara a Magdouché, Deir al Kamar, Ksara, Bzommar, ecc. Presenteremo ai nostri Lettori solo alcuni di questi, iniziando con quello più visitato, che porta il nome di "Notre-Dame du Liban", ad Harissa, la cui costruzione risale al 1904, in occasione del cinquantesimo anniversario della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione Il Santuario di "Nostra Signora del Libano" ad Harissa Il Santuario dista 25 kilometri da Beirut, la capitale del Libano, su una collina che sovrasta a 600 metri di altezza la cittadina costiera di Jounieh. Lì si erge la gigantesca statua della Vergine, bianca figura che troneggia dall’alto della collina: con le braccia aperte e rivolta verso il mare, dà un effetto di grande suggestione. Questo luogo costituisce un centro focale delle Comunità cattoliche del Libano.


In effetti, sul fianco della collina si vede la Sede patriarcale maronita di Bkerké; sulla cima vi è il Convento dei Padri Missionari di San Paolo, appartenenti alla Chiesa Greco Melkita Cattolica; un po’ più in alto, a qualche centinaio di metri, si trova la Sede della Nunziatura Apostolica in Libano, e nelle vicinanze il Convento dei Francescani.
Verso la fine di luglio 1906 fu trasportata ad Harissa e fu posta su un piedistallo a spirale composto da un centinaio di gradini. L’inaugurazione fu presieduta da Monsignor Hoyek, il 3 maggio 1908, anno del Giubileo sacerdotale di Papa Pio X e delle Apparizioni della Vergine a Lourdes. Da allora si celebra la festa della Madonna del Libano ogni anno il 1° Maggio, all’inizio del mese mariano. Da un anno all’altro, il piccolo Santuario si è ingrandito ed è diventato il primo centro di Pellegrinaggi mariani provenienti da ogni parte: dal Libano, dal Medio Oriente e dai Paesi arabi. Il loro numero è andato ingrandendosi giorno dopo giorno, in ogni stagione e ad ogni occasione: familiare, religiosa, sociale, come a segnare da qui sempre nuova ripartenza nella vita cristiana. Anche Non-Cristiani e Non-credenti vengono a questo Santuario, come turisti o con intento religioso di venerazione per Colei che il Corano chiama "la più nobile delle donne dell’universo", e dal popolo è detta "Sittina Mariam", vale a dire: "Nostra Signora Maria". Tutti e ciascuno vogliono salutare la Vergine, "Nostra Signora del Libano", contemplare il suo volto, averne una benedizione, ammirare questo luogo unico al mondo, e ripartire con nuovo slancio per una vita migliore. Davvero, in questo luogo si avvera ogni giorno la parola profetica della stessa Madonna: "Tutte le generazioni mi proclameranno beata" (Lc 1, 48).
Più in là, il Convento di Charfé, Sede del Patriarcato Siro-cattolico, e sulla collina di Bzoummar, il Patriarcato Armeno cattolico.
Il luogo fu scelto nel 1904 come Sede del Santuario dal Patriarca Maronita Elias Hoyek (1899-1931), e da Monsignor Charles Duval, Delegato Apostolico in Libano, per commemorare il cinquantesimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.
La statua prende a modello l’immagine della Santa Vergine apparsa nel 1830 a Caterina Labouré alla Rue du Bac a Parigi. L’artista Durenne la confezionò in dodici pezzi il cui peso totale ammontava a 14 tonnellate.


L’Atto di Affidamento del Papa nel nuovo grande Santuario
Nell’ultimo decennio degli Anni Novanta, la statua è stata affiancata da una grande Basilica che ha accolto il 10 e 11 Maggio 1997 il Papa Giovanni Paolo II in mezzo ad una grande folla, di giovani soprattutto. Dopo la recita del Regina coeli ai piedi della Patrona del Libano, il Papa pronunciò il seguente "Atto di affidamento":
Insieme con voi, affido a Nostra Signora del Libano tutti i figli e le figlie del Paese. La Madre del Signore, presente ai piedi della Croce e nel Cenacolo della Pentecoste, raccolga nella fede, nella speranza e nell’amore i suoi figli che vivono in questo Paese o sparsi nel mondo! Assista i Pastori nel loro ministero! Sostenga la fedeltà orante e il servizio caritativo dei monaci e delle monache, dei religiosi e delle religiose! Accompagni i laici nella loro vita ecclesiale e nel servizio alla società! Irrobustisca le famiglie nell’unità dell’amore e nella dedizione alla loro missione educativa! Guidi i giovani sulle strade della vita!
Nella sua materna tenerezza, Maria dia conforto ai poveri, a quanti soffrono nel corpo o nello spirito, ai prigionieri e ai rifugiati! Nostra Signora del Libano, veglia sull’intero popolo di questa terra così provata! A te lo affida il Successore di Pietro, qui giunto per portare a tutti un messaggio di fiducia e di speranza. Possa avverarsi, sulla soglia del nuovo millennio cristiano, il messaggio profetico di Isaia: "Ancora un poco e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva" [Is 29, 17].
Concedi, o Vergine Santissima, a questo popolo antico e pur sempre giovane di mantenersi degno erede della sua illustre storia, costruendo con dinamismo il suo avvenire nel dialogo con tutti, nel rispetto reciproco dei diversi gruppi, nella concordia fraterna!
Regina della pace, proteggi il Libano!". Di George Gharib
"Al termine di questa celebrazione, nell’ora della preghiera mariana, invochiamo anche i Santi che sono fioriti in questa terra […]

La sede è collocata in BEIRUT capitale del Libano, dove con i vostri aiuti, siamo impegnati a ristrutturare un appartamento dove collocheremo regia e studi di trasmissione. Siamo anche impegnati nella ricerca di una frequenza.
DaRadioMariaLibano
I lavori per sistemare la futura sede sono cominciati.
Tutto questo grazie al vostro aiuto nella Clessidra Missionaria per una Radio Maria in Libano.



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