Radio Sanremo Magazine - 01

R A D I O S A N R E M O • A N N O

anremo agazine RIVISTA DEL PONENTE LIGURE

N° 1 • Agosto 2017 • 10€

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Editoriale Radio Sanremo International si ascolta e adesso si legge di Ilio MASPRONE

Desirèe Nossa: stella nascente del firmamento artistico imperiese dalle tante passioni di Alessandra LUTI

Ilio Masprone nuovo “Direttore Editoriale” di Radio Sanremo International di Maria Sole FERRERO

L’eccellenza italiana in un decoder Radio Sanremo, presente sulla piattaforma destinata agli italiani all’estero di Ilaria SISMONDINI

Sanremo città immaginaria!

Sarà la “Cultura” a salvarla? di Ilio MASPRONE

Il Centro Destra conquista la Liguria Adesso mancano Imperia e Sanremo! di Ilio MASPRONE

Paolo & Barbara Un ristorante stellato frutto di una ricerca continua e appassionata di Silvana RIVELLA

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“Miss Italia” in Liguria è Fortunato Scordo, in arte Frù di Marisol BERTERO

Giò Giacobbe giovane manager sanremese amministratore delegato di Trussardi Asia di Giampiero AGUS

La pittrice Agnese Margherita Larotella quando l’Arte ha il sopravvento sulla vita quotidiana di Maria Sole FERRERO

Festival: il Teatro Ariston oggi è insufficiente ma che bella scoperta... di Marisol BERTERO

Claudio Scajola Tornerei volentieri a fare il sindaco nella mia Imperia di Ilio MASPRONE

A Limone per sciare e passeggiare al Grand Hotel Principe per tutto il resto di Eleonora PEDRON

Il cuore di Fabio Fognini batte forte per la sua città La sua storia, le sue vittorie, ma anche le sue sconfitte di Romano LUPI

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editoriale Radio Sanremo International si ascolta e adesso si legge

SANREMO. Come direttore editoriale di Radio Sanremo International, oltre il lancio di nuove trasmissioni in programma dopo la pausa estiva, tra cui quella musicale Ciao Sanremo, sono lieto di annunciare un altro importante passo avanti, la versione cartacea della storica testata radiofonica. Grazie al qualificato aiuto dell’editore dell’emittente sanremese Mauro Birocchi, l’iniziativa intende infatti promuovere ulteriormente la vocazione turistica, incentrata su Sanremo, di quel tratto costiero che si estende da Imperia verso ovest fino al confine francese e Costa Azzurra. Chiamata anche “Riviera dei Fiori”, per la sua lunga tradizione nel settore della floricoltura, la Riviera di Ponente è famosa per il clima particolarmente mite e per il suo modo di vivere piacevolmente rilassato.

Grazie anche al fascino dei suoi vecchi porti di pesca e alla bellezza del suo paesaggio, è stata una destinazione privilegiata per viaggiatori e turisti dai tempi dell’aristocrazia inglese e russa, fin dal XIX secolo. In breve, oggi vogliamo interessare, motivare e ispirare gli amanti di questo meraviglioso lembo ponentino ponendoci all’avanguardia nel Fare Turismo, una sorta di sottotitolo della nuova testata giornalistica. Molti di voi conoscono le mie iniziative editoriali, come MonteCarloTimes-Les Nouvelles, la rivista internazionale Il Foglio Italiano, il quotidiano del Festival della Canzone di Sanremo

Festivalnews e i relativi siti web, e li apprezzano per l’elegante, aperto e inconfondibile stile “Made in Italy”. Lo stesso vale per la nuova rivista. Vi racconteremo le caratteristiche di Sanremo e del Ponente Ligure esaltandone le qualità ambientali, le eccellenze eno-gastronomiche, l’aspetto culturale, sociale ed economico; metteremo in risalto volti e luoghi della memoria.

Aumenteremo l’interesse e l’ascolto di Radio Sanremo International in Italia e all’estero da parte del

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nostro pubblico per quarant’anni, - tanta è la storia dell’emittente poiché i lettori saranno in grado di far tesoro di tutto il fascino conservato tra le righe del nuovo magazine. Infine, siamo certi di attirare l’attenzione dei giovani e degli stranieri aggiungendo all’edizione una qualità ormai indispensabile: la traduzione in lingua inglese, inizialmente per la parte dedicata al turismo, che trasferiremo anche sul social network. Tutto ciò in una veste super-attraente e illustrata

di Ilio MASPRONE foglioitaliano@gmail.com www.iliomasprone.com

Roberta Capelli, la voce femminile di RadioSanremo.

da una ricchissima galleria fotografica, confidando che il turista internazionale si avvicinerà a noi proprio perché noi ci avvicineremo a lui, come stiamo già facendo con la radio. Ovviamente contiamo sull’appoggio della Regione Liguria, degli Enti e dei Comuni, sul dialogo con le tante valide aziende operanti nel settore turistico ed economico, e specialmente che tutti gli affezionati ascoltatori di Radio Sanremo International diventino nostri lettori.

RadioSanremo International: both on air and printed on paper SANREMO. Following my appointment as editor-in-chief of Radio Sanremo International, I am looking forward to launching my programs’ platform after the summer vacation break. It includes among others the broadcasting of “Ciao Sanremo”, an exciting music package, and the paper version of the historical radio station, another major step forward. Backed by the Radio publisher Mr Mauro Birocchi, this publishing action intends to further promote the tourist vocation of the part of the Riviera di Ponente centred on Sanremo and extending from Imperia westwards to the French border and the Cote d’Azur.

Also called the “Riviera dei Fiori”, after the long-established flower growing industry, the Riviera di Ponente is famous for its particularly mild climate and relaxed way of life.

Together with the charm of its old fishing ports and the beauty of its landscape, has made it a popular destination for travellers and tourists since the time of the English and Russian aristocracy, at the end of the XIX century. In short, we whish to motivate and inspire the lovers of this “coast of the setting sun”, placing ourselves at the forefront of the motto “Fare turismo” (“Rock the Tourism”), a well-suited subtitle of

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the new magazine’s headline. Many of you acknowledging my editorial initiatives as MonteCarloTimes-Les Nouvelles, the international magazine Il Foglio Italiano, the Sanremo Festival’s Daily Festivalnews magazine and their websites, yet recognize and appreciate them for the elegant, open and unmistakably “Made in Italy” style.

The same will be for the new magazine. We will tell you the characteristics of Sanremo and of the Riviera di Ponente Ligure, exalting its environmental qualities, its eno-gastronomic excellence, its cultural, social and economic aspects. We will increase the interest for Radio Sanremo International in Italy and abroad of our audience for forty years, as readers will be able to treasure the charm of the region thanks to the attractive new magazine.

Also, we are sure to attract the attention of youth and foreigners by adding to the edition an indispensable quality: the English translation, initially for the part dedicated to tourism that we will then transfer to the social network. Therefore, the international tourism will approach us precisely because we will approach it, as we are already doing with the radio. Obviously, we reckon on the support of the Liguria Region, the Entities and the Municipalities, on the dialogue with the many important companies operating in the tourism and in the economic sector.

Especially, we urge the fans of Radio Sanremo International to become our readers!

Desirèe SPECIALE PERSONAGGI

Nossa

stella nascente del firmamento artistico imperiese dalle tante passioni

di Alessandra LUTI alessandra_@libero.it Fotoservizio di Roberto GAGGERO 8

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SPECIALE SPECIALE PEOPLE PERSONAGGI

IMPERIA. Era l’8 maggio del 1997 quando nasceva a Imperia, sotto il segno del Toro, una bellissima bimba dagli occhi chiari, ora ventenne affascinante fanciulla: Desirée Nossa. I suoi genitori, imprenditori della bergamasca, si erano appena trasferiti in Liguria per promuovere un’attività alberghiera: prima a Borghetto Santo Spirito, e dopo, con un secondo hotel, a San Bartolomeo al Mare, dove la piccola Desirée crebbe a stretto contatto con i clienti dell’albergo. I più affezionati, ora che è cresciuta diventando uno schianto di ragazza, raccontano che quando era una bambinetta li deliziava con balletti e spettacolini creati insieme alle amichette. Infatti, la piccola dimostrava di essere iperattiva, piuttosto egocentrica e molto precoce, una bambina che si distingueva, fin dai tempi dell’asilo, per il caratterino da leader, cosa che col tempo ha imparato a mitigare, anche se ancora oggi la diplomazia non è proprio il suo forte. Ha solo sei anni quando i genitori, colpiti da tanta irruenza, decidono di

iscriverla a un corso di teatro, che frequenta con profitto e tantissima passione. A sette anni assiste al saggio di danza di fine anno della sua migliore amica e tutti quei tutù, quei fiori, quelle musiche, le luci, l’atmosfera magica, fanno si che l’esuberante Desirée s’innamori della danza, dello spettacolo e del palcoscenico. Perciò decide di iscriversi alla scuola di danza “Scenart” sotto la direzione artistica di Pier Paola Serra, dove studia danza classica, moderna, jazz e teatro per ben dieci anni.

A quindici, dopo aver stravinto, sbaragliando decine di bellissime concorrenti in alcuni concorsi di bellezza a livello locale, arriva alla finale del concorso nazionale “Ragazza Cinema Ok”. Da quel momento l’energica giovane inizia a lavorare anche come fotomodella sfruttando anche il famoso lato “B” di cui tanto si parla. Tre anni fa, dopo l’ammissione a un’accademia di tv-show milanese, decide si trasferirsi al MAS di Milano per perfezionare non solo le tecniche della danza classica e moderna, ma anche del canto della recitazione. Così prende parte a diversi video-clip musicali che la vedono nelle vesti di ballerina, cantante e showgirl. A settembre dell’anno scorso è stata tra i protagonisti di un reality sull’emittente Tv Real Time, mentre nel 2015 aveva debuttato, come presentatrice sotto la direzione artistica del nostro direttore e noto giornalista Ilio Masprone sul palco di Sanremo Open Theatre, una delle attività artistiche collaterali del Festival della Canzone di Sanremo. Poi si butta nell’organizza-

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MAGAZINE PER GLI ITALIANI NEL MONDO N° 155 • Maggio 2017 • 10€

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zione e parte con alcuni piccoli eventi, per lo più concorsi di bellezza, dove presenta e balla contemporaneamente, dimostrando altre buone doti d’intrattenitrice. Sono ormai due anni che è tornata stabilmente a vivere in Liguria, nella sua San Bartolomeo, dove recupera gli studi di socio-sanità, facoltà che vorrà frequentare una volta iscritta all’Università, dove potrà ampliare le sue conoscenze in materia di psicologia, sua altra grande passione. Il grande sogno che sta nel cassetto è però quello di diventare conduttrice televisiva e radiofonica, per dimostrare sia a se stessa sia a tutti quelli che la sostengono e credono in lei, quanto la volontà di emergere sia insita nel suo DNA.

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SPECIALE ATTUALITA’

Ufficializzata la nomina di Ilio Masprone quale nuovo “Direttore Editoriale” di Radio Sanremo International SANREMO. La notizia è ufficiale: il giornalista e nostro direttore Ilio Masprone, già direttore responsabile di Festivalnews, quotidiano ufficiale del Festival di Sanremo e di altri giornali internazionali, dal primo luglio è il nuovo Direttore Editoriale dell’emittente più accreditata in città. L’accordo con l’editore Mauro Birocchi è stato raggiunto nella sede dell’emittente presso Portosole. Il canale RadioSanremoInternational nasce dall’esperienza quarantennale di Radio Sanremo che naturalmente continua a diffondere in Fm sull’area di origine, ma che di fatto si sdoppia con nuovi programmi, anche in altre lingue destinati al digitale web e mobile. Il neo-direttore punterà innanzitutto sulla creazione di contenuti giornalistici, non solo in sede locale, ma rivolti soprattutto all’ascolto dal mondo ed agli italiani che vivono all’estero. Un dato significativo e ufficiale fonte Reliastream-USA: l’emittente, ad oggi, ha una media di 900 milioni di minuti d’ascolto in un mese distribuiti in ogni parte del globo. Radio San-

remo International parte dalla denominazione Radio Sanremo nata il 28 ottobre 1939 ai tempi dell’Eiar e recuperata in seguito da un gruppo di appassionati “sanremaschi” nel 1975 proprio nei giorni in cui

esplodeva il travolgente fenomeno della radiofonia locale. Un’entusiasmante avventura durata quattro decenni e che oggi si appresta ad affrontare la sfida della comunicazione globale. Radio Sanremo ha rivoluzionato la struttura tecnica ampliando così le possibilità di ascolto dalla sola Fm analogica per arrivare alla diffusione in Dvbt ed a nuovi server destinati all’ascolto in streaming via web e mobile. L’inserimento della nuova direzione di Ilio Masprone (nella foto ritratto mentre ritira un riconoscimento dal Principe Alberto di Monaco), porterà nuovi contenuti anche sulle pagine Social collegate alla emittente, determinanti per consolidare il rapporto con gli ascoltatori.

Maria Sole FERRERO

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L’eccellenza italiana concentrata in un decoder

Radio Sanremo, presente sulla piattaforma destinata agli italiani all’estero SANREMO. Da qualche mese alcune fra le migliori radio e televisioni locali trasmettono in diretta per la gioia degli italiani residenti all’estero tramite CIBOR-I TV BOX, il decoder di Italian Television Network che è stato presentato ufficialmente il 6 maggio scorso nella splendida sala del PELICAN HOTEL su Ocean Drive a Miami Beach con la partecipazione della Console Generale Italiana a Miami, Gloria Marina Bellelli oltre ad esponenti italiani della moda, cultura e dello spettacolo. Con questo nuovo decoder, sulla scia di Sky, Mediaset Premium, Alice Telecom, anche per Italian Television Network, sarà possibile far vedere su qualsiasi televisore e in ogni angolo del mondo la programmazione dei canali radio e tv che ospita sulla propria piattaforma: dalla musica, al cinema, ai viaggi, passando per la cucina, il made in Italy, Fatina Channel con Maria Giovanna Elmi e il super trendy Makeup Chan-

nel, canale dedicato al crescente fenomeno di Makeup Artist. E poi ancora Confartigianato Tv, Fiera Channel e il nascente Aefi Tv per la programmazione delle più importanti fiere italiane. CIBOR-I TV BOX prodotto da Roku che permette un rapido collegamento tra un comune televisore di vecchia o nuova generazione e un piccolo decoder dedicato, autoalimentato da una presa USB e collegato tramite la rete wifi.“Siamo orgogliosi di questo risultato - commenta Roberto Onofri e Marco Matteoni, entrambi CEO e Project manager del progetto – che premia il nostro gruppo per la caparbietà e la tenacia con cui in questi anni ha creduto nello sviluppo dell’idea e si è posizionato con forza come leader negli USA per la divulgazione della Radio-Tv sull’eccellenza Italiana nel Mondo. Partiamo da Miami alla conquista di quei territori nel mondo dove l’Eccellenza di casa nostra è vista come un fiore all’occhiello

Il famoso organizzatore Adriano Aragozzini, da Miami con il decoder

del nostro Paese”. Nel giro di pochi mesi il decoder acquistabile online su vari store è stato anche installato in molti locali prestigiosi che rappresentano il Made in Italy a Miami, NewYork, Toronto, Dubai e altre grandi città del mondo. Il decoder ha presintonizzata una serie di tv nazionali e regionali ed una lista radio nella quale è stata inserita anche Radio Sanremo International visti gli straordinari dati di ascolto da tutto il mondo e quale collegamento musicale con la Città del Festival italiano più famoso nel mondo.

Ilaria SISMONDINI

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SPECIALE ATTUALITA’

S

anremo città

immaginaria!

Sarà la “Cultura” a salvarla?

Forte Santa Tecla

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Il Grand Hotel Royal Sanremo

di Ilio MASPRONE

iliomasprone@gmail.com

SANREMO. Ad un sanremasco vero (quelli non nati in città sono detti sanremesi) è stata posta una semplice domanda: come immagineresti la tua città dei fiori nel futuro, rispetto a quella di oggi? Potrebbe sembrare una domanda pressoché inutile perché i nostri “vecchi” sanremaschi probabilmente l’amano così com’è con tutte le sue incongruenze, ma anche con le passioni viscerali di un tempo. Ma non è detto perché sovente sono proprio quei “vecchi” che vedono più lontano dei

giovani, soprattutto quelli di oggi, che hanno lo sguardo rivolto a ciò che succede adesso, piuttosto che pensare al domani o addirittura al dopodomani. Perché i giovani, di questi tempi, non pensano che saranno i “vecchi” di domani, quindi guardano alle incertezze del proprio futuro senza troppi pensieri. Perché sono giovani, appunto. Oggi la città di Sanremo, o dei fiori, che non ci sono più, è come molte altre grandi, senza esserlo, città italiane: piuttosto trascurata, non troppo pulita, poco accoglien-

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te, molto caotica, non ha punti di riferimento per se, tanto meno per gli altri. Vive anche di turismo, ma di una economia troppo debole per pensare al futuro; la gioventù vuole andarsene all’estero perché non crede più al rilancio di questa città che sopravvive. Anche lo sguardo dei turisti a volte è attonito perché a casa loro sentono parlare di Sanremo in maniera tutta differente nella quale riconoscono la sua storia, la sua cultura del tempo trascorso negli anni del 900, tutte tracce che poi non ritrovano

SPECIALE ATTUALITA’

quando la vistano, per cui restano delusi, amareggiati e allora si accontentano di andare in spiaggia, di fare una passeggiata sull’Imperatrice, di mangiare una pizza cercando di stare attenti allo scontrino che non cresca più del dovuto.

Malgrado tutte queste avversità di una località poco avvezza al settore turismo, la scorsa settimana, una nostra casuale visita alle ex Carceri sul mare, ci ha risollevato l’animo per aver visto, per la prima volta, lo ammettiamo, una nicchia culturale di grande valore artistico all’interno della quale far ricrescere quel ramo di economia socio-culturale che oggi finalmente in Italia è di gran moda: la Cultura, ma quella con la C maiuscola; quella che fino a ieri sembrava smarrita, perduta nell’infinito delle menti amministrative locali, ma anche romane, ma che oggi è finalmente realtà, bella da visitare, da seguire. Con tutte le perplessità del caso, certamente, sui dubbi di come investire, come organizzarla, per avere quei riscontri oggettivi e pratici al tempo stesso. Durante quella breve visita, accompagnati

da una guida speciale dal nome di Angelo Giacobbe, giornalista e organizzatore di eventi, ci siamo resi conto che Sanremo potrebbe proprio ripartire da lì, da quelle ex carceri oggi trasformate in maniera egregia in un sito museale internazionale, anche di grade valore emozionale, all’interno della quale esporre e far esporre tutte quelle eccellenze che fino ad ora non si sono viste. E che sono state riscoperte grazie al fatto che oggi la città ha la struttura adeguata e molto consona per raccontare la storia tormentata della città di un tempo che però oggi vive all’ombra del Festival della Canzone Italiana e poco più. A questo aggiungiamo che, anche il Privato, ha deciso di credere ancora in questa città e punta a rivitalizzare e rilanciare, intanto, il settore alberghiero piuttosto inquieto, con la nascita di ben altri due Hotel a 5 stelle che si andrebbero ad aggiungere all’unico Royal Hotel Sanremo, di assoluto prestigio internazionale. Stiamo parlando della trasformazione, tutt’ora in atto, del Grand Hotel Miramare (presto avrà la quinta

stella) e di quell’altra struttura che nascerà all’ex Tiro a Volo di Pian di Poma a lato del Villaggio dei Fiori. Qualcosa dunque si muove nell’immaginario di questa città, qualcosa che non si vedeva da tempo, qualcosa che tenti anche di convincere quei giovani a non andarsene da qui anche perché, tutto sommato, devono sapere che Sanremo è Sanremo, dice sempre il grande Pippo Baudo. E non se la prendano quei piccoli commercianti di Via Matteotti che hanno il terrore che quella bella iniziativa commerciale, che presto aprirà i suoi battenti a Bussana, possa arrecare danno a questi negozianti di Via Matteotti appunto, in particolare, non è così, se mai farà solo del bene perché arriveranno da tutto il Nord dell’Italia e dalla vicina Francia, per fare shopping certo all’interno del nuovo Centro, ma soprattutto per visitare questa città che però dovrà dimostrare di aver capito come si fa turismo e che piuttosto si prepari e tenere aperti i negozi la sera e soprattutto la domenica. Questa è la regola di chi sa fare turismo.

Ilio MASPRONE

L’Hotel Miramare

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SPECIALE POLITICA

La Liguria

conquistata dal Centro

Destra,

“The President”, Giovanni Toti

adesso mancano Imperia e Sanremo!

A destra la squadra vincente, da sinistra: Rixi, Salvini, Bucci (nuovo sindaco) Meloni e Toti.

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GENOVA. Preso dal desiderio di occuparmi almeno un po’ di politica locale, di là degli usuali argomenti lifestyle, mi soffermo su un fatto a dir poco clamoroso che riguarda il capoluogo ligure di Genova, ossia che la storica area genovese di sinistra abbia lasciato decisamente il passo al Centro Destra, dato tra i più significativi delle ultime elezioni amministrative. In una domenica afosa, la cui calura non ha però fermato gli elettori della città della Lanterna, e in particolare evidentemente i centro-destristi, i voti hanno cambiato il colore di quasi tutta la Regione Liguria, pronta quindi a voltare pagina: da Savona prima a La Spezia oggi, infatti, la coalizione di Silvio Berlusconi torna a stravincere nel Paese.

E in Liguria, grazie alla mobilitazione voluta per mesi dal Presidente della Regione Giovanni Toti e di tutta la sua squadra, sono arrivati gli straordinari risultati

che abbiamo appena citato. Al successo di Genova mancano però due tasselli molto importanti dell’estremo Ponente Ligure: sono la città di Imperia, insieme a Bordighera e Vallecrosia, dove le elezioni sono previste tra circa un anno, nel maggio prossimo, e la capitale economica della stessa Provincia, Sanremo, che voterà nel 2019. La città i cui fiori paiono parecchio appassiti sta attraversando un periodo buio, nonostante gli sforzi personali dell’attuale Sindaco Alberto Biancheri il quale, tre anni fa, ha dovuto accontentarsi di creare una Lista Civica pescando un po’ ovunque, e che oggi non nasconde la volontà di impegnarsi per ottenere un secondo mandato. Non potrà però convincere i cittadini se nel tempo che resta non otterrà dalla squadra un atteggiamento meno “distruttivo” in molti settori e specialmente nei confronti di Turismo e Cultura.

Tutt’altro che trainante come inve-

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ce dovrebbe essere quel delicato e fondamentale settore, è purtroppo ancora oggi tenuto in scacco da uno strapotere costituito da un gruppetto di staliniana memoria (il termine è un po’ eccessivo, ma loro ci credono ancora) che non fa nulla per far uscire la città dal suo ormai annoso languore. Molti sono i cittadini che chiedono una programmazione seria, ricca d’idee nuove e d’iniziative redditizie, che nei prossimi due anni ridoni a Sanremo tutto il suo splendore di capitale e di perla del turismo.

Nel frattempo avranno sì luogo le convenzioni con la RAI per i Festival della Canzone 2018 e 2019, ma Sanremo non può vivere di solo questo. Il Ponente Ligure che ha una vocazione storica di zona “bianco-azzurra” si accorgerà in tempo che le passate amministrazioni “rosse” hanno fallito clamorosamente la gestione, sotto ogni punto di vista?

Illy MASPER

SPECIALE CUCINA

PAOLO & BARBARA

Un ristorante stellato frutto di una ricerca continua e appassionata di Silvana RIVELLA

silvana.rivella@gmail.com

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SANREMO. Mi sembra che sempre di più in questi ultimi tempi certa ristorazione risulti eccessivamente elaborata, sulla scia della notorietà assunta nei media dalla cucina delle star. Ne consegue che a volte l’apparenza conti più della sostanza, e addirittura che la qualità della materia prima, fondamento base della buona cucina, venga a mancare. Ebbene, questo non avviene certo nelle preparazioni degli chef “stellati”! La cultura enogastronomica che loro applicano è tra le più esigenti in fatto di genuinità. La loro cucina si basa sì sull’inventiva, ma non prescinde mai dal prodotto.

Pane, pasta, vol au vents e bigné sono di solito fatti in casa, come i dessert. Quando non le producono direttamente nei loro orti, le verdure provengono di preferenza dall’agricoltura organica, o da piccoli coltivatori locali. Le carni e pesci sono oggetto di una scelta accurata nei migliori macelli e il pesce pescato nei porti del Mediterraneo giunge

sempre freschissimo anche nelle cucine dell’interno grazie alla catena del freddo ormai ampiamente collaudata. In Europa, Italia e Francia sono antesignane in questo settore, garantito dagli enti governativi preposti a eseguire minuziosi controlli di qualità. Chi guadagna una o anche più stelle sa che per mantenerle deve seguire protocolli molto stretti ed esigenti. Gli stellati non smettono di studiare, di sperimentare, d’imparare e migliorarsi. In questo modo la cucina italiana di qualità vola in tutto il mondo, e in Italia richiama clientela anche straniera, disposta a pagare il giusto prezzo per mangiare bello e sano. In provincia d’Imperia, lo scorso novembre al Teatro Regio di Parma sono stati confermati dalla Guida Michelin i cinque ristoranti imperiesi: “Sarri” e “Agrodolce” di Imperia, “La Conchiglia” di Arma di Taggia, il “San Giorgio” di Cervo e infine il ristorante di cui voglio oggi narrare, il “Paolo e Barbara” di Sanremo, stella Michelin fin dal 1990.

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Dico subito che mai stella è stata guadagnata più sul campo che dalla “Ditta Paolo e Barbara”, poiché produce e coltiva parte delle specialità su un “campo” di proprietà, l’azienda agricola San Sebastiano, sita in Castelvittorio nella vicina Val Nervia. Il ristorante continua una tradizione di famiglia, poiché l’attività fu iniziata da papà Masieri, e oggi Paolo e Barbara si avvalgono dell’aiuto del loro figlio Lorenzo. Dopo aver rilevato dal padre nel 1988 il locale situato in un palazzo settecentesco nel centro di Sanremo, a due passi dal Casinò, Paolo mise subito a frutto le sue varie esperienze in Italia e all’estero, da Marchesi a Oldani attraverso il resto del mondo. Specialmente la carriera come sous-chef in vari ristoranti giapponesi gli è valso essere pioniere del pesce crudo mediterraneo fin dai primi anni ’90. Oltre ad aver meritato una stella della guida francese, in Italia Paolo è stato dichiarato miglior giovane chef dalla Guida dell’Espresso e dal 1993 lui e

SPECIALE CUCINA

Barbara fanno parte del gruppo JRE (Jeunes Restaurateurs d’Europe).

Paolo, che si auto definisce chef e contadino, ha sviluppato la propria identità culinaria dando slancio e sapore alla cucina ligure tradizionale.

Lui sa utilizzare ogni esperienza di viaggio professionale e turistico per arricchire la sua cucina, ampliandone la gamma di sapori, gusti e colori. Elabora piatti iconici di rigorosa tradizione ligure facendo altrettanti capolavori del Cappon magro e dello stoccafisso Brandacujun, e rendendo strepitosa la tipica focaccia “Sardenaira.” E’ inoltre in prima linea come precursore di tendenze gastronomiche con il Tonno scottato con caponata di melanzane in agrodolce, con i Calamaretti su crema di fagioli bianchi di Pigna, e con il suo “signature dish”, l’Uovo affogato ai ricci marini con porri croccanti e gambero rosso crudo di Sanremo. La sua filosofia prescrive di portare in tavola crostacei e pesci pescati nel mare di fronte a Sanremo, la carne di razza piemontese, i colombacci e le beccacce catturate nei passi delle Alpi Marittime. Tra i formaggi locali, indimenticabile il profumo della ricotta di pecora dell’Alta Valle Argentina. Dimostrando grande capacità creativa, non smette di esplorare tutti i percorsi culinari possibili, sia nelle tecniche sia nella materia prima, rinnovando così costantemente la sua Carta. La sua duplice vocazione, Chef di cucina e agricoltore per passione, ha portato alla realizzazione e alla presentazione al Festival del Cinema di Venezia del 2004 di un corto intitolato “Cuoco Contadino” con la regia di Luca Guadagnino, seguito nel 2009 dal film “Io sono l’amore”, interpretato da Tilda Swinton e girato in parte nell’azienda agricola Masieri di San Sebastiano. Ovviamente, accanto a un grande uomo, c’è sempre una grande donna, e questa è Barbara. Ospitale padrona di casa e preziosa consigliera come responsabile in sala, esperta Sommellier nella composizione della Carta dei vini, e infine doppiamente dolce, in quanto provvista di raffinate doti di pasticciera. Paolo e Barbara, due nomi e una sicurezza che meriterebbero ben più di una stella. Per prenotare, 0184-531653.

Silvana RIVELLA

Paolo & Barbara

THE RESTAURANT THAT HAS BEEN AWARDED ONE MICHELIN STAR FOR ALMOST TWENTY YEARS NOW SANREMO. It seems to me that more and more in recent times cuisine is too much elaborate.

Some chefs are looking forward to gaining the reputation that media deserve to some famous starred chef, preparing super good-looking dishes that actually are of poor quality. Well, that does not happen to the “starred” chefs! The food and wine culture they apply is among the most demanding in terms of genuineness. Their kitchen based on their inventive never ignores the product. Bread, pasta, vol au vents and cupcakes are usually homemade, like desserts. Very often, they produce vegetables in their gardens. In any case they come from organic farming, or from small local growers. Meat and fish are carefully selected in the best slaughterhouses and the fish caught in the Mediterranean ports is always fresh in the indoor kitchens thanks to the well-proven cold chain. In Europe, Italy and France are in the forefront in this area, guaranteed by government agencies that perform meticulous quality controls with the utmost care. Those who earn one or even more stars know that the award requires very strict and demanding protocols. The starred chefs do not stop studying, experimenting,

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learning, and improving. In this way, Italian cuisine is highly appreciated all over the world, and it also invites foreign guests, happy to pay the right price for good and healthy food. During a ceremony at the “Parma Royal Theater” that took place on November last, the Michelin Guide confirmed five starred restaurants in the Province of Imperia: “Sarri” and “Agrodolce” in Imperia, “La Conchiglia” in Arma di Taggia, “San Giorgio” in Cervo, and “Paolo & Barbara” in Sanremo, one Michelin star since 1990. They use to grow many special ingredients in their own property, the San Sebastiano farm located in Castelvittorio in the nearby Val Nervia. The restaurant’s business started by Masieri Senior is a family tradition, as today their son Lorenzo helps Paolo and Barbara. In 1988, the couple took over the function located in an eighteenth-century palace in the centre of Sanremo, a stone’s throw from the Casino, with Paolo at the helm thanks to his various experiences in Italy and abroad, from Marchesi to Oldani through the rest of the world. Especially, thanks to his career as a sous-chef in various Japanese restaurants, Paolo was the pioneer of the raw Mediterranean

SPECIALE CUCINA

seafood’s preparations since the early ‘90s. In addition to the star from the French guide, in Italy Paolo was declared the best young chef from the Espresso Guide and since 1993 he and Barbara are part of the JRE Group (Jeunes Restaurateurs d’Europe). Paolo, who calls himself a chef and a farmer, has developed his own culinary identity, giving a boost to traditional Liguria cuisine. He designs iconic dishes of rigorous Liguria tradition by making as many masterpieces as the “Cappon Magro”, the stock fish “Brandacujun”, and the typical focaccia “Sardenaira.” It is a forerunner of gastronomic trends as well, with “Tuna and Caponata of Aubergines”, “Squid Heads on White Pine Bean Cream”, and with its signature dish, the “Soft Egg with Sea Urchins, Crispy Salad Leaves and Sanremo Raw Red Shrimp”.

His philosophy prescribes to put in his menus the catch of Sanremo’s fishermen, the Piedmont’s meats,

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and the game hunted in the Maritime Alps. Among the local cheeses, the scent of the sheep’s ricotta of the High Valley Argentina is unforgettable. Paolo is very creative, and he constantly enriches his cuisine, expanding the range of flavours, tastes and colours. His double vocation, Chef for business and Farmer for passion, led to the creation and presentation at the 2004 Venice Film Festival of a short titled “Cuoco Contadino” directed

by Luca Guadagnino, followed in 2009 by the film “Io sono l’amore”, starring Tilda Swinton and partly set in the San Sebastiano-Masieri Farm. Of course, beside every great man is a great woman: Barbara manages the hospitality, she is an expert Sommelier in the composition of the Wine Card, and finally she is two times sweet, as she is very good in the most refined dessert. In my opinion, “Paolo & Barbara” are two names that deserve more than one star. Reservations at 0184-531653.

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SPECIALE EVENTI

MISS ITALIA IN LIGURIA è

FORTUNATO SCORDO, IN ARTE FRÙ, classe ‘53

Fortunato Scordo

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VENTIMIGLIA. Lui, Fortunato Scordo, è Fortunato di nome e di fatto. Il manager, che risiede a Ventimiglia, dal 2003 è per tutta la Liguria la guida imprenditoriale, ma anche spirituale, del concorso di bellezza più longevo d’Italia: Miss Italia, nato nel 1939. Un compito il suo tutt’altro che facile, perché lanciare e rendere popolari in tutto il paese divine creature della bellezza locale è piuttosto complicato, soprattutto in questo lembo di Liguria ponentina, un po’ refrattaria all’esibizionismo. Ma “Frù”, come lo conoscono i più accreditati, ci riesce con grande serietà professionale, senza perdere di vista il fatto che avere belle ragazze a “disposizione” può essere imbarazzante oltre che di assoluta responsabilità, perché molte fanciulle sono minorenni.

Con tanto di liberatoria da parte dei genitori, i quali a volte non sono d’accordo con i risultati finali, ma devono comunque capire che il regolamento va rispettato. Scegliere fra tante ragazze da portare alle semifinali, o addirittura alle finali di Jesolo, è un compito sempre molto arduo, ma quando ci riesce la soddisfazione per l’ex play boy ponentino è davvero grande. E lui, “Frù”, cordiale anima in pena, è talmente scrupoloso e sicuro di quello che fa da ritenere che il suo lavoro sia una sorta di missione. Un “uomo del sociale?”, questa può essere la motivazione per chi ha a che fare - per mestiere - con la bellezza femminile e deve giudicare con sobrietà, stando al di sopra delle parti. Quando tutto funziona, Fortunato Scordo porta almeno una Bellezza in semifinale. In passato è accaduto più volte, tant’è che le sedi di Salsomaggiore, Mon-

tecatini e oggi Jesolo hanno avuto una presenza ligure consistente. E molte ragazze di questa provincia hanno conquistato Fasce che rappresentano altrettanti importanti premi collaterali all’ambitissimo titolo ibridato. La perseveranza del personaggio Frù l’ha portato ad arrivare moltissime volte a un passo appena dal suc-

di Marisol BERTERO

marisolbertero@yahoo.it

Rachele Risaliti, Miss Italia 2016

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SPECIALE EVENTI

cesso, con tre finaliste, intendiamo.

Comunque, questo non dipende da lui, perché il meccanismo organizzativo del concorso di Miss Italia, edizione nazionale, della Patronessa Patrizia Mirigliani è piuttosto complesso e difficile da condurre persino da una buona navigatrice come lei, che lo gestisce assieme ad alcuni stretti collaboratori.

Ma tornando alla bella Liguria e principalmente alla nostra Riviera di Ponente, le numerose tappe del tour sono ormai in stato avanzato e i due litorali sono ampiamente coperti dalle acclamate esibizioni delle aspiranti Miss. Intanto, Linda Bellissima, Miss Liguria 2016, milanese di nascita che ha creato qualche problema con le mamme liguri per la sua provenienza, partecipa ai vari eventi in programma in questa bella e calda estate 2017, ma è pronta a cedere lo scettro e la fascia alla nuova candidata che rappresenterà la Regione Liguria durante il gran finale provinciale che si terrà a fine agosto.

Ricordiamo invece che la finalissima di settembre a Jesolo andrà in onda sull’emittente privata La 7. Per l’anno prossimo Fortunato ha già in

Le finaliste liguri del 2015

mente grandi novità, e si prepara al fatto che Miss Italia pare ritorni in Rai, dove è nato il grande successo del concorso, dovuto allo scomparso Enzo Mirigliani, papà di Patrizia.

Vale ricordare che dal 2013 la Tv di Stato aveva chiuso le porte a Miss Italia, giudicandolo un evento anacronistico che svilisce l’immagine

della donna in televisione. In particolare, si era detta felice dell’interruzione della sua messa in onda sulle reti Rai la Presidente della Camera Laura Boldrini, scatenando un gran polverone mediatico. Adesso le cose sono cambiate o è cambiata lei?

Marisol BERTERO

Le finaliste liguri del 2016

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SPECIALE PERSONAGGI

A young Liguria manager named CEO of the Trussardi Fashion brand in Asia Gio’ Giacobbe moved from Sanremo to Shanghai, where he runs 200 employees of the important Italian fashion company

di Giampiero AGUS

foglioitaliano@gmail.com 36

SHANGHAI. In Sanremo, the tendency to complaints is a habit not always justified. For sixty years the town hosts the Sanremo Music Festival, famous throughout the world.

The Festival’s potential is particularly important with regard to the world of luxury. The style (especially Italian) is the dress of thoughts; and a thought, as a well dressed man, when well dressed, is most listened to, so said Lord Chesterfield in 1700.

The style that dresses the thought of a young Sanremo manager has won the Asian market. The young manager has an great preparation, combined with curiosity and humility, typical of those who can listen, who know that one never stops learning.

Gio’ Giacobbe, married and father to a new-born son, agreed to the interview, live from Shanghai. Satisfying our curiosity, he will tell us how he became CEO of a major fashion

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brands such as Trussardi.

We wonder, Mr. Giacobbe, how was this possible?

“Sure you can, working hard and assuming that we can and must learn from everyone. In Sanremo and in that province in general, the tendency to complaints is always very popular, but not always justified, in my opinion. What leads to great results are curiosity and the desire to work constructively rather than destructively. My course of study, for example, took me beyond all expectations. I graduated from high school with a degree in psycho-pedagogical to Mater Misericordiae in 2002, followed by a degree in business administration at the Bocconi University in Milan, in

SPECIALE PERSONAGGI

just two years. I alternated the study to work, but also to travel: half a year in Berlin and one year in Maastricht were instrumental in my training, which led me to finally master’s degree in management for the enterprise in 2005 “.

And then, a career in the fashion world. Passion or just chance?

“The world of fashion has come along. Initially I was involved in giving tax advice for important companies in Italy and abroad, until I received a proposal from a great American fashion house.

From that moment my work in a parallel universe, unique and perhaps complicated began. Fashion is the most competitive market in the world. Working for Trussardi here in Asia means exporting Italy “.

How much complicated is your task in Asia?

“As managing director for Asia, I coordinate approximately 200 people, with the aim of exporting the Italian style in a part of the world that does not know it well.

Perhaps Asians know the food and wine sectors, often not in the original form. Of course it is impossible to make a unique thought. Consider the significant differences,

for example, between Sanremo and Imperia, and you can imagine how much diversity we can meet in a country like China, which has 1 billion and 300 million inhabitants, and in Asia”.

Have you exported other made in Italy special products from Imperia, aside from fashion “Sure, I would say that none of my guests in China were exempt from tasting our local products, such as oil and olives. In this I am very lucky, because my brother in law, for example, owns the Gaziello Olive Oil Factory in Ventimiglia”.

You have a new-born baby. Where would you like that he grow up?

“In Sanremo, absolutely. Beyond the beauty of our sea, the town offers health products for the diet and offering our diet and the proximity of the mountains. In China, my son would lose its roots. He is Italian, his DNA resides in Sanremo, so there is no better place for him. China has completely different values ​​from ours and, perhaps, even a Chinese child would end up being better at Sanremo than in Shanghai “.

What do you recommend to an Italian young man who wanted to make a success path as yours?

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“To study a lot. To learn languages and to be very open minded. A clear line that makes the difference in any profession, is the humility to learn and to understand that everyone can teach us something, regardless of their location. “ Do you think to return to Italy and to Sanremo in the future?

“That ‘s what I want; when my son will enter the University I’m going “home” and I will stay there.

Perhaps opening a tourist activity.

I have spent every Christmas at home, because my roots and my family are in San Remo, a beautiful city which would need to be more valued. Sanremo is much more that the Festival. There is a Rallye, a Casino and the town has a setting that is unique in the world.

I think that the administration must do its part, but citizens should invest more in this wonderful town”.

Fashion is not just a job, but a world apart, a way of life-changing. Just like the clothes that parade on the catwalk during a collection: ephemeral. Intuition, groundwork and Gio’ Giacobbe kindness are the things that made enjoyable the conversation. It was like attending to a “collection”, of those that never go out of style.

SHANGHAI. A Sanremo, la tendenza alle lamentele è un’abitudine alquanto in voga, e non sempre giustificata. Da sessant’anni Sanremo è sede del Festival della musica, celebre in tutto il mondo. L’indotto dà luogo a grandi potenzialità, e riveste particolare importanza per quanto riguarda il mondo del lusso.

Lo stile (soprattutto quello italiano) è l’abito dei pensieri; e un pensiero così come un uomo, se ben vestito, è più ascoltato, così affermava Lord Chesterfield nel 1700. Lo stile che veste il pensiero di un giovane manager sanremese ha conquistato il mercato asiatico. Il giovane in questione vanta una preparazione invidiabile, unita alla curiosità e all’umiltà tipica di chi sa ascoltare, di chi sa bene che non si smette mai d’imparare. Giò Giacobbe, sposato e con un figlio appena nato, accetta di rispondere alle nostre domande in diretta da Shanghai. Soddisfacendo la nostra curiosità, ci dirà come è diventato Amministratore Delegato di un importante fashion brand come Trussardi.

Ci chiediamo, signor Giacobbe, come è stato possibile tutto ciò?

“Certo che è possibile, lavorando tanto e partendo dal presupposto che si può e si deve imparare da tutti. A Sanremo e in quella provincia in generale, la tendenza alle lamentele è sempre molto in voga, ma non sempre giustificata a mio avviso.

Ciò che porta a grandi risultati sono la curiosità e la voglia di lavorare in modo costruttivo, anziché distruttivo. Il mio percorso di studi, ad esempio, mi ha portato ben oltre ogni aspettativa. Ho conseguito il diploma di liceo psico-pedagogico alla Mater Misericordiae nel 2002, seguito dalla laurea in economia aziendale alla Bocconi di Milano, in 2 anni. Ho alternato lo studio al lavoro, ma anche ai viaggi: un anno e mezzo a Berlino e un anno a Maastricht sono stati fondamentali per la mia formazione, che mi ha portato infine al master in management per l’impresa nel 2005”.

E poi, una carriera folgorante nel mondo della moda. Passione o solo occasione?

Un giovane manager sanremese nominato amministratore delegato del brand Trussardi in Asia Partito dalla città del Festival di Sanremo, Giò Giacobbe ora dirige 200 impiegati dell’importante azienda di moda italiana

Giò Giacobbe con Giovanni, Francesca e Riccardo Lusini.

“Il mondo della moda è arrivato strada facendo. Inizialmente mi occupavo di consulenza fiscale per importanti aziende, in Italia e all’estero, fino a quando ho ricevuto una proposta da una grande casa di moda americana. Da quel momento è iniziato il mio lavoro all’interno di un universo parallelo, unico e forse complicato, come quello della moda, che rappresenta il mercato più competitivo del mondo. Lavorare per Trussardi qui in Asia vuol dire esportare l’Italia”.

Quanto è complicato il suo compito in Asia?

“Come amministratore delegato della zona asiatica coordino circa 200 persone, con l’obiettivo di esportare l’italianità in una parte di mondo che non

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la conosce se non per la parte eno-grastronomica,e il più delle volte nemmeno in forma originale. Certo fare un discorso generico è quasi impossibile, perché se consideriamo che ci sono differenze significative, ad esempio, fra Sanremo e Imperia, è possibile immaginare in quante diversità ci si possa imbattere in un Paese come la Cina, che ha 1 miliardo e 300 milioni di abitanti, e in Asia”.

A parte la moda, ha esportato altro Made in Italy o addirittura dalla città di Imperia?

“Certo, anzi direi che nessuno dei miei ospiti o delle persone che frequentano casa mia in Cina sono stati esentati dall’assaggiare i nostri prodotti locali, come l’olio e le olive. In questo ammetto di giocare in

SPECIALE PERSONAGGI

casa, dal momento che mio cognato, ad esempio, è titolare del frantoio Gaziello a Ventimiglia”.

Lei è diventato papà da appena due settimane. Dove vorrebbe che crescesse suo figlio?

“Senza pensarci mezzo secondo rispondo, Sanremo. Al di là della bellezza del nostro mare, della salute che offre la nostra dieta e della vicinanza delle montagne a pochi chilometri.

In Cina mio figlio perderebbe le sue radici.

E’ italiano, e il suo DNA è comunque sanremasco per cui non potrei pensare ad altro luogo migliore per lui. La Cina ha valori completamente diversi dai nostri e forse, anche un bambino cinese finirebbe per trovarsi meglio a Sanremo che nona Shanghai”.

Cosa consiglia ad un ragazzo italiano che volesse fare un percorso di successo come il suo?

“Studiare tanto, tantissimo: è impensabile non conoscere le lingue e non avere un’apertura mentale globalizzata. Una netta linea di demarcazione che fa la differenza in ogni professione, credo sia l’umiltà: di apprendere e di comprendere che tutti possono insegnarci qualcosa, a prescindere dalla loro posizione”.

Pensa di ritornare in Italia e nella sua Sanremo in futuro?

“E’ quello che vorrei; quando mio figlio sarà grande e andrà all’Università ho intenzione di “tornare a casa” e rimanerci.

Magari aprendo un’attività turistica. Ma a dire il vero non c’è Natale in cui non manchi da casa, perché le mie radici e la

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mia famiglia sono li a Sanremo, una città splendida che però avrebbe bisogno di essere più valorizzata. Sanremo è molto più che il Festival: ha un Rallye, un Casinò e una scenografia unici al mondo. Credo che l’amministrazione debba fare la sua parte, ma anche i cittadini dovrebbero dare accordare più fiducia alla loro città, investendoci maggiormente”.

La moda non è solo un lavoro, ma un mondo a parte, un modo di vivere mutevole come i vestiti che sfilano in passerella da una collezione all’altra: effimere e passeggere.

L’intuizione, la preparazione e la gentilezza con cui è possibile conversare con Giò, fa si che anche lui rientri in una “collezione”, di quelle però che non passano mai di moda.

Giampiero AGUS

SPECIALE ARTE

La pittrice

Agnese Margherita

LAROTELLA quando l’Arte ha il sopravvento sulla vita quotidiana di Maria SOLE FERRERO mariasoleferrero@gmail.com

SANREMO. Quando l’arte entra nell’anima è impossibile staccarsene. Succede ai grandi personaggi ma anche alle persone comuni. Nel percorso di ogni artista è la passione a dominare, tormento ed estasi coesistono, e l’ispirazione è un punto di partenza che distrae da ogni altra occupazione. Proprio questo è ciò che succede a una nostra collega, giornalista di mestiere e artista per passione. Agnese Maria Larotella è una pittrice amata e seguita da molti appassionati d’arte. E’ nata nel Sud d’Italia ma vive e lavora a Sanremo.

Incontrandola, ci ha raccontato che la sua arte la rende capace di trascendere la realtà. La sua ispirazione è il passepartout, la chiave che

la introduce nel giardino segreto del suo più profondo e vero essere interiore. Agnese posa da maestra il colore sulla tela e trasferisce la sua sensibilità d’artista nei paesaggi, nei volti e nelle figure. Quando si pone di fronte alla tela bianca, si estrania totalmente dalle difficoltà di tutti i giorni, e dona tutte le sue emozioni, tutta la sua anima poetica a ciò che intende rappresentare. Osservando i lavori di Agnese Larotella ci accorgiamo che la passione per l’arte la spinge preferibilmente verso trame artistiche segrete e dimenticate.

Chiari esempi del suo rifuggire realtà scontate sono i vicoli, i “carrugi” della Pigna sanremese antica.

Lei ne dipinge le scalinate silenti,

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le porte e le imposte chiuse, gli oggetti inanimati, quasi a voler leggere e ritrovare nel cuore di quella zona sperduta l’anima schiva dei sanremaschi. Le tonalità cromatiche evocano un’atmosfera di raccoglimento volutamente ricercato, che dà un tono intimistico alla sua narrazione pittorica. I primi passi Agnese li muove a Viareggio, dove impara la tecnica della pittura dal grande Giovanni Mongelli, cultore della pittura toscana. In seguito, a Sanremo ha come maestri artisti del calibro di Roberto Anfossi, Carpio Tancredi, Angelo Oggioni e l’impressionista Sante Parolini. La storica gallerista Maria Gioseffi, bravissima nell’individuare realtà artistiche locali e

Maria Rotella con Vittorio Sgarbi.

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SPECIALE ARTE

For the painter Agnese Margherita Larotella her Art overcomes her life

non soltanto, la incoraggia a esporre le prime opere. Durante l’inaugurazione di una mostra personale il grande Vittorio Sgarbi ha per lei parole d’incoraggiamento sincero e la sua opera viene citata da Salvatore Perticaro, insigne critico del catalogo “Elite”. Nel tempo le sue esposizioni ottengono riconoscimenti anche all’estero, in Francia, in Spagna, e nel Principato di Monaco, ma lei non si monta la testa, restando timida, dolce riservata e bella nell’anima come nell’aspetto.

Agnese Larotella è pittrice che vive di profonde emozioni e che sa offrirle agli altri con tutto il suo cuore. La nascita della figlia Ely, dalla quale non si stacca mai, ha sicuramente procurato alla sua arte motivazione, ispirazione ed entusiasmo ulteriori.

Queste sue emozioni, questo suo entusiasmo, questa sua maestria, hanno toccato profondamente anche noi di RadioSanremoInternational che con quest’articolo augurale di meritati grandi successi intendiamo omaggiare l’amica, la collega e soprattutto l’artista.

Maria Sole Ferrero

SANREMO. When art conquers your soul it is impossible to cut loose. It happens to the great characters, and to the common people alike. As passion comes out on top in every artist’s experience, torment and ecstasy coexist; and inspiration is the key that diverts from every other activity. Actually, this is what happens to our colleague Agnese Margherita Larotella, who works as a journalist and is a passionate and successful artist as well. She was born in the South of Italy and lives and works in Sanremo, Liguria. She has told us that her art makes her able to transcend reality. Her inspiration is a “passepartout”, the key that introduces her into the secret garden of her deeper and true interior feelings. Agnese is good with colours. She transfers on canvas her artist’s sensitivity painting landscapes, faces and figures. When confronted with the emptiness of a new canvas, she loses the perception of the every day life and chores. She is ready to totally give all her emotions, the whole of her poetic soul to her art. Observing the works of Agnese Larotella, we notice that the passion for art moves her favorably to secret and forgotten artistic textures. Clear examples of her liberation from discounted realities are her images of the narrow alleys, the “caruggi” of the old Pigna quarter of Sanremo downtown. She paints the silent staircases, the solid doors and the shutters, the inanimate objects, almost as if to read and find in the heart of that lost area the sacred old soul of its inhabitants. The chromatic tones evoke a deliberately sought-after atmosphere that gives an intimist tone to her pictorial narrative. Agnese’s first steps as a painter start in Viareggio, Tuscany.

There, she learns the technique of painting from the great Tuscan painter Giovanni Mongelli. Later on, her teachers in Sanremo are masters such as Roberto Anfossi,

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Carpio Tancredi, Angelo Oggioni and the Impressionist painter Sante Parolini. Then, the famous art dealer and talent scout Maria Gioseffi encourages her to exhibit. During the inauguration of a personal exhibition, the great Vittorio Sgarbi has for her sincere encouragement words and Larotella’s work is cited

by Salvatore Perticaro, a renowned critic of the “Elite” catalog. Over time her exhibitions also gain recognition abroad, in France, Spain, and in the Principality of Monaco.

But she keeps her feet on the ground, remaining shy, sweet, reserved and beautiful in her soul as in her looks.

Agnese Larotella is a painter who lives deeply her emotions and who knows how to offer them to others with all her heart. The birth of her adored daughter Ely has surely brought new motivation, inspiration and further enthusiasm to her art.

RadioSanremoInternational also has been impressed by her emotions, her enthusiasm, her mastery. Therefore, this review greets and sincerely homages a friend, a colleague and above all a true artist.

Maria Sole Ferrero

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SPECIALE FESTIVAL

FESTIVAL: il Teatro Ariston oggi è insufficiente, ma che bella scoperta...

Il Sindaco Alberto Biancheri: “l’evento resterà comunque nel centro della città” di Marisol BERTERO

marisolbertero@yahoo.it

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SANREMO. In queste afose settimane estive si fa un gran parlare dell’eventuale spostamento del Festival di Sanremo in una location più consona alle esigenze dei grandi spettacoli televisivi di oggi, togliendolo da quella struttura che, per anni, è stata l’unica sede idonea: il Teatro Ariston, sito in Via Matteotti. Tutto nasce dall’ultima edizione dell’Eurovision Song Contest, realizzata a Kyev, in Ukraina, in un mega-galattico palazzo del ghiaccio che ha “impressionato” non poco Claudio Fasulo, capo struttura del Festival targato Rai Uno. Al ritorno da quell’esperienza avrebbe anche affermato che la Rai sarebbe benissimo in grado di “copiare” la realizzazione di quel grande evento e che, se si fosse deciso di farlo da noi, la sede ideale – secondo lui – potrebbe essere la città di Bologna. Comunque la Rai pare si sia candidata per ottenerlo, inconsapevole di quello cui andrebbe incontro. Claudio Fasulo affermava anche che lo stesso Festival della Canzone avrebbe la necessità di un

Gabriella Carlucci e Johnny Dorelli

repentino cambiamento per portare la manifestazione canora a livelli più internazionali, spostandolo in una sede ancora oggi, però, del tutto immaginaria per Sanremo. E’ logico pensare che il Festival resterà nel Teatro Ariston malgrado non sia all’avanguardia dal punto di vista tecnico e malgrado l’ingresso lasci a desiderare per molti e disparati motivi, primo di tutti perché il Sindaco Alberto Biancheri ha dichiarato che l’Ariston non si tocca e che se la Rai ha altre idee le venga ad esporre a lui personalmente. E poi perché la città non si staccherebbe volentieri da quella a centralissima posizione. infatti, come non ricordare come andò a finire dopo l’edizione del felice quarantennale del Festival della Canzone che si tenne al Mercato

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dei Fiori di Valle Armea nel 1990?

Una struttura ottenuta con fatica dal Comune dal grande organizzatore di allora Adriano Aragozzini e risultata molto efficace perché conteneva ben 3.000 posti a sedere; infatti accontentava tutti, non c’erano nemmeno i bagarini e l’esperimento fu un grande successo sia organizzativo sia per la nascita ei primi eventi collaterali. Ricordiamo che in fu in quell’occasione che nacque Festivalnews, il Quotidiano Ufficiale del Festival. Ma successe che una parte della città, quella dalla mentalità meno aperta e più provinciale, rifiutò il fatto che l’aspetto commerciale si spostasse verso Arma di Taggia, lasciando a secco il centro città. Niente di più falso, in quanto si trattò invece di un successo di

SPECIALE FESTIVAL

pubblico per tutta la città. Eppure il Festival tornò all’Ariston, e in seguito anche il progetto vecchio di almeno 15 che non tutti conoscono, quello del fantomatico PalaFestival restò tra le scartoffie e chissà se sarà mai realizzato. L’argomento Ariston

è stato tirato in ballo, strumentalmente, anche da Paolo Bonolis, fino a poche settimane fa candidato alla conduzione del Festival per il 2018 e che poi si è bruciato, volutamente secondo noi, perché asseriva che l’Ariston non è più adatto a un even-

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to di così grande importanza. Noi gli abbiamo risposto (dal sito web www. festivalnews.it) che la sua era la “scoperta dell’acqua calda”, perché la città lo sa senza che ce lo dicesse lui. Comunque poi si vide che il suo rifiuto era nato più che altro da una situazione puramente economica tra il suo manager Lucio Presta e la vecchia direzione di Rai Uno. Con la nuova direzione forse sarebbe stato rivedere la situazione, ma le dichiarazioni precedenti di Bonolis avevano ormai convinto tutti a lasciar cadere la sua candidatura per rimandarla eventualmente ai prossimi anni.

Sempre in queste settimane di calura la Rai fa invece sapere che utilizzerà la struttura pubblica del Palafiori di Corso Garibaldi per organizzare, durante il Festival 2018, alcuni eventi, tra cui brilla la selezione finale dei giovani messa in onda su Rai Uno verso metà dicembre, come ormai da anni. Tutto ciò mentre è ancora da ridiscutere la nuova convenzione tra Rai Uno e il Comune della città dei fiori: cosa salterà fuori non si sa. Nelle foto, oltre al Teatro Ariston, anche quella dei presentatori del 1990: Gabriella Carlucci e Jonny Dorelli, mentre tra i grandi ospiti figuravano il cantante americano Ray Charles e l’amatissimo Toto Cutugno.

Marisol BERTERO

MonteCarlointheWorld website: www.montecarlotimes.com

LES NOUVELLES de la Principauté de Monaco, Côte d’Azur et la Riviera des Fleurs

by Illy Masper

SPECIALE POLITICA

S

CLAUDIO CAJOLA TORNEREI VOLENTIERI A FARE IL SINDACO NELLA MIA IMPERIA

Fin qui la storia di un politico dal carattere forte, che non molla mai e si ricandida per governare la sua città di Ilio MASPRONE

iliomasprone@gmail.com

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IMPERIA. Antonio Claudio Scajola è il figlio del dirigente antifascista impiegato dell’Inps Ferdinando Scajola, fondatore ad Imperia della Democrazia Cristiana, nonché segretario provinciale del partito e Sindaco della sua città; legato ad Alcide De Gasperi fù dirigente dal 1942, dopo il suo trasferimento da Roma. Anche il fratello di Claudio, Alessandro, è stato Sindaco di Imperia e deputato per due legislature. Il nipote Marco, è tutt’ora Assessore nella giunta regionale di Giovanni Toti. Claudio Scajola, seguendo l’esempio del padre e del suo padrino di cresima Paolo Emilio Taviani, militò nella FUCI e nel movimento giovanile della DC, entrando presto nella direzione nazionale. In quegli anni

frequenta il corso di laurea all’Università di Genova, come studente lavoratore, senza giungere alla laurea (la conseguirà nel 2000 quando sarà Ministro). A 23 anni inizia a lavorare come amministratore diventando dirigente Inadel. A 27 anni è Presidente dell’Ospedale di Costarainera, in seguito Presidente USL. Scajola si sposa con Maria Teresa Verda, figlia del noto avvocato, da cui nasceranno Pier Carlo e Lucia oggi giornalista. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale di Imperia: nell’ottobre 1982 diventa Sindaco a 34 anni: è il più giovane Sindaco d’Italia in una città capoluogo, in sostituzione del dimissionario Renato Pilade, travolto da uno scandalo familiare. Fu il terzo membro della famiglia Scajola a ri-

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coprire, in meno di Claudio tre decenni, Scajola il ruolo di Sindaco: oltre al citato padre, anche il fratello Alessandro, che diventò nel 1979, deputato DC alla Camera, ricoprì anche la carica di primo cittadino per ben due mandati. Come il padre Ferdinando, che dovette dimettersi però dopo solo un anno di mandato poiché sospettato di aver favorito il cognato per un posto di primario: Claudio Scajola è costretto a dimettersi a sua volta per l’accusa di concussione. In quella vicenda, relativa all’appalto per la gestione del Casinò di Sanremo, Scajola viene inizialmente coinvolto nelle indagini per essere stato presente ad un incontro segreto a Martigny (Svizzera) insieme all’allora sindaco di Sanremo, Osvaldo Vento e ad una

SPECIALE POLITICA Claudio Scajola con il nipote Marco.

delle parti in gara (il conte Borletti), con l’accusa di tentata concussione aggravata. Viene arrestato il 12 dicembre 1983 su disposizione del procuratore di Milano Pier Camillo Davigo, ma alla fine è prosciolto da ogni accusa di richiesta di tangenti nel 1988 poichè considerato estraneo ai fatti. In pratica il giudice accolse la tesi difensiva che sosteneva che l’incontro avvenne soltanto per chiedere al Borletti un maggiore equilibrio politico nella gestione della casa da gioco. L’accusa dei PM si basava sull’accettazione di un invito rivoltogli da Vento, a partecipare ad un pranzo con il conte Borletti. Vento voleva con sé Scajola perché uomo di spicco della Dc a Imperia, sperava che questo convincesse il Borletti ad invalidare l’asta per la gestione del Casinò, ma non fu mai provato che Scajola ne sapesse qualcosa: dunque nulla di più successe, ma a causa di quelle accuse fu comunque recluso per 71 giorni in carcere a San Vittore. Poi ottenne la libertà provvisoria fino all’arrivo della sentenza che recitava: “Il fatto non sussiste”. Nel 1990 torna a ricoprire la carica di Sindaco, fino al 1995 in una giunta di pentapartito. Negli anni dello Sca-

jola Sindaco, viene realizzata la piscina polifunzionale e recuperati dal mare spazi per la realizzazione del Porto turistico. Poi si sviluppa la manifestazione delle Vele d’Epoca, che raduna le barche di tutto il mondo, dal quale conseguì il gemellaggio con Newport, “capitale” della vela negli USA e sede delle regate dell’America’s Cup. Durante la sua amministrazione dovette affrontare una grave crisi idrica che risolse, inizialmente, facendo installare 34 contenitori nelle zone strategiche e 10 punti di prelievo dall’acquedotto del Roia; successivamente, facendo costruire un nuovo acquedotto che faceva confluire l’acqua del torrente Arroscia direttamente nel torrente Impero. L’opera fu denominata il “by pass” dell’Arroscia Nel 1995, con la lista centrista “Amministrare Imperia” si ricandidò a Sindaco in contrapposizione al centro sinistra e centro destra. Nello stesso anno aderì a Forza Italia e ottiene l’incarico di coordinatore provinciale e nelle elezioni politiche del 1996 è eletto deputato nel collegio uninominale Liguria 2 d’Imperia della coalizione Polo per le Libertà, guidata da Berlusconi. Scajola ricopre il ruolo di

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membro del consiglio direttivo di Forza Italia alla Camera. Fu Taviani, secondo Scajola, a suggerirgli l’adesione al progetto politico di Berlusconi: «Nell’autunno del ’95 andai a trovarlo per chiedere il suo parere su una decisione che dovevo prendere a breve. Dopo la caduta della DC mi ero candidato ad Imperia con una lista civica terzo polista.

Grande successo al primo turno, ma la divisione dei moderati favorì la vittoria della sinistra. Ora si avvicinavano le probabili elezioni politiche. Berlusconi mi corteggiava...

Che fare? Smettere di fare politica o seguire Berlusconi con Forza Italia? Lui mi guardò fissandomi, poi rispose: “Mi pare che quest’ultima sia per te l’unica scelta possibile”. “È proprio in seguito a quella scelta che, divenuto deputato, iniziai il mio percorso politico romano coordinando Forza Italia, la sua trasformazione, con l’adesione al Partito Popolare Europeo». Il rapporto tra Scajola e Taviani era iniziato dall’amicizia col padre di Claudio attivo prima della guerra nell’Azione Cattolica e nel Partito Popolare. Politico ligure di riferimento, figura centrale della DC e più volte Ministro, il senatore a vita Taviani fu, nel 1955, padrino di cresima e nel ‘78, testimone di nozze di Scajola. Il loro ultimo incontro risale ad una settimana prima della morte di Taviani, pochi giorni prima della nomina di Scajola a Ministro dell’Interno (incarico che aveva ricoperto anche Taviani negli anni 1962-68 e 1973-74). L’8 maggio 1996 Berlusconi lo nomina coordinatore organizzativo di Forza Italia e gli affida l’incarico di elaborare lo statuto del partito, che viene approvato nel gennaio ‘97. In quei due anni si dedicò a rivedere le caratteristiche del movimento berlusconiano verso

l’assunzione di caratteri più propri, di una organizzazione politica nazionale, con una struttura definita e radicata nel territorio. Tra il 1997 ed il 1998 si svolsero i congressi provinciali. Si tenne invece a Milano nel 1998, il primo congresso nazionale di Forza Italia, alla presenza di 3.000 delegati. Subito dopo il congresso, Claudio Scajola fu promosso da Berlusconi coordinatore nazionale di Forza Italia (incarico mantenuto fino al 2011). Scajola si spese anche tramite una visita ad Helmut Kohl per ottenere l’ingresso di Forza Italia nel Partito Popolare Europeo. Grazie anche all’appoggio del leader spagnolo Josè Maria Aznar e del tedesco Kohl, Forza Italia entra nel PPE con i suoi 22 europarlamentari e diventa così il gruppo italiano più numeroso all’interno. Alle elezioni del 2001 Scajola è rieletto deputato nel collegio di Imperia con 43.910 voti (56,9%) e, nella sua quota proporzionale in Li-

guria, Marche e Puglia come capolista. Nel 2001 è chiamato a far parte del governo Berlusconi quale Ministro dell’Interno. Il primo provvedimento che Scajola deve emanare fù la ridefinizione della figura del Prefetto come funzionario che si deve misurare con i risultati. Scajola crea una struttura innovativa del Ministero dividendolo in dipartimenti. In seguito alle polemiche sulle dichiarazioni su Marco Biagi si dimise da Ministro. Poi ricoprì le cariche di Ministro per l’attuazione del programma di governo e da Ministro delle attività produttive fino al 2006. Sotto la sua gestione, dopo meno di un mese dall’insediamento al Viminale, avvengono i fatti del G8 di Genova del 2001 e l’Italia viene messa sotto accusa per le violenze delle forze dell’Ordine da Amnesty International e su cui si è in seguito espressa anche la Corte Europea. Il 1º agosto successivo il Senato respinge con 106 sì e 180 no

Claudio con la moglie Maria Teresa Verda.

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una mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti per i fatti del G8.

Nel 2002, Scajola dichiarò, in relazione all’organizzazione del G8, di avere autorizzato ad aprire il fuoco in caso di ingresso dei manifestanti nella zona rossa (“...Fui costretto a dare ordine di sparare se avessero sfondato la zona rossa”). Queste dichiarazioni suscitarono sconcerto e vivaci polemiche. Vittorio Agnoletto, portavoce dei no-global chiese le dimissioni del Ministro sostenendo che queste affermazioni costituivano prova dell’esistenza di “un piano di repressione organizzato dal governo, Carabinieri e servizi segreti.” In seguito Scajola ritrattò definendo “non del tutto propria sotto il profilo giuridico e approssimativa se estrapolata dal contesto” la dichiarazione da egli stesso rilasciata e affermando di non aver mai dato ordine di aprire il fuoco sui manifestanti. Nel 2002 venne assassinato Marco Biagi, consulente

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del governo. Scajola finì al centro di altre polemiche poiché il ministero da lui diretto aveva tolto la scorta a Biagi nonostante avesse manifestato preoccupazione per la propria vita. Per quanto riguarda le responsabilità relative alla mancata assegnazione della scorta a Marco Biagi, consulente del Ministro Maroni e autore del Libro Bianco sul lavoro, dagli atti giudiziari relativi all’inchiesta sull’uccisione del professore, avvenuta a Bologna la sera del 19 marzo 2002, da parte delle Brigate Rosse, è emerso che dal 25 luglio all’11 settembre il servizio di scorta per Biagi si estendeva a Bologna, Milano, Roma e Modena. A decidere a chi assegnare le scorte erano i comitati provinciali per la sicurezza. Ed è quello di Roma che nel 2001 revoca la scorta a Biagi. Il professore, che continuava a ricevere minacce di morte, inoltra la sua protesta e scrive ad amici delle istituzioni (ministri, prefetti e questori): Maurizio Sacconi (sottosegretario al welfare), Stefano Parisi (Direttore di Confindustria), Pier Ferdinando Casini (Presidente della Camera), Sergio Iovino (Prefetto di Bologna), Roberto Maroni (Ministro del Welfare). Il 30 giugno 2002 il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore pubblicano una chiacchierata tra Scajola (in visita ufficiale a Ci-

pro) e alcuni giornalisti. «A Bologna hanno colpito Biagi che era senza protezione, ma se lì ci fosse stata la scorta i morti sarebbero stati tre. E poi vi chiedo: nella trattativa di queste settimane sull’articolo 18 quante persone dovremmo proteggere? Praticamente tutte». E a questo punto il Ministro sorprende i presenti quando gli viene detto che Biagi era comunque una figura centrale nel dialogo sociale: protagonista del patto di Milano, coautore del Libro Bianco, consulente del ministero del Welfare, della Cisl, della Confindustria. C’è un attimo di silenzio, Scajola volta le spalle e azzarda: «Non fatemi parlare. Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale: era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto». Tali affermazioni (in particolare l’ultima frase) inaspriscono le polemiche e portano alle dimissioni di Scajola. Claudio Scajola era Ministro dell’Interno da qualche mese quando l’Alitalia affidò ai propri manager il compito di studiare l’istituzione di un volo quotidiano dall’aeroporto di Albenga (33 chilometri da Imperia, città natale del Ministro e collegio elettorale) a quello di Roma Fiumicino. La nuova rotta, anche grazie all’interessamento del Ministro, entra in funzione il 17 maggio 2002 e

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il nuovo collegamento viene presentato ufficialmente dall’amministratore dell’Alitalia Francesco Mengozzi e dal Ministro dell’Interno Claudio Scajola. Ma con la stessa velocità con cui era stato istituito, il collegamento diretto Albenga-Fiumicino, venne soppresso dall’Alitalia poco dopo le dimissioni di Scajola dal Viminale.

L’ex deputato di R.C. Gigi Malabarba presentò un’interrogazione affermando che il massimo storico di passeggeri registrati su quel volo era stato di 18 unità. “Era un volo ad personam per il ministro Scajola”, sottolineò. Poco dopo il rientro di Scajola al governo, questa volta come Ministro per l’attuazione del programma, ricomparve anche il volo, ma non più tra le rotte di Alitalia, bensì con Air One, in regime di continuità territoriale con i contributi dello Stato: un milione di euro che il governo Berlusconi aveva messo a disposizione dei collegamenti aerei fra le aree più “decentrate”, ma anche il volo Air One in seguito venne cancellato nel 2007, quando Scajola non era più al Governo. Nel Governo Berlusconi IV Scajola è Ministro dello sviluppo economico ed il volo Albenga-Fiumicino viene ripristinato.

Scajola ha dichiarato che ha volato nella maggior parte dei casi dall’aeroporto di Genova e non da quello di Albenga ed ha sempre considerato pretestuosa la polemica: “il solo scopo di questa rotta è collegare meglio la Liguria - una regione turistica del nord molto disagiata per ragioni morfologiche - al resto dell’Italia. Albenga rientra tra gli scali minori in aree turistiche importanti (individuati in base ad una legge del 1999 fatta dal primo Governo Prodi). Dal 2005 al 2007 la linea Roma-Albenga, gestita da imprenditori privati senza contributi, è stata utilizzata da oltre 32.000 passeggeri, in gran parte diretti a Sanremo, Alassio e in Costa Azzurra”. Nominato coordinatore della campagna elettorale di FI per le amministrative 2002, il 23 aprile 2004 il governo lo nominò Presidente del comitato nazionale per la celebrazione di Cristoforo Colombo. Nel 2004 il partito lo indica come Presidente del comitato di

presidenza di Forza Italia. Ministro per l’attuazione del programma di governo, dopo un anno dalle dimissioni nel 2003 è reintegrato nell’organico del governo Berlusconi II°.

Nel 2004 fa redigere e pubblicare un “Rapporto di metà legislatura”, bilancio del lavoro svolto dal governo Berlusconi nei primi tre anni della legislatura. Dedica il “Rapporto 2005”, dal titolo “Il Governo delle Grandi Riforme: 2001-2005” all’azione riformatrice del governo Berlusconi per la modernizzazione del Paese. Istituisce inoltre il Dipartimento per il programma di governo che, con la direttiva presi-

denziale, recante “Indirizzi per garantire la coerenza programmatica dell’azione del Governo”, costituiscono i pilastri funzionali sui quali si strutturerà l’azione di aggiornamento e monitoraggio dello stato di attuazione del programma.

Il 23 aprile 2005, in occasione della formazione del nuovo governo Berlusconi III, Scajola è nominato Ministro delle attività produttive e porta avanti la centralità del ministero nella politica economica del governo e il rilancio del sistema produttivo. Presenta inoltre il piano industriale centrato sull’innovazione, la specializzazione e l’interna-

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zionalizzazione delle imprese, l’attività di codificazione e semplificazione delle norme, la riforma degli incentivi, l’impulso ad una nuova politica energetica, la difesa del Made in Italy e il rilancio del turismo. Alle politiche del 2006 è rieletto deputato per FI nelle circoscrizioni Liguria e Puglia. Opta per la Liguria. Nell’estate del 2006 è Presidente del comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza (COPACO) che diviene COPASIR a seguito di una riforma approvata dal Parlamento nel 2007 con Massimo Brutti vicepresidente ed Emanuele Fiano segretario; il testimone passò poi a Francesco Rutelli nel 2008. In seguito è confermato deputato nella XVI legislatura alle politiche dell’aprile 2008 nella circoscrizione Liguria. Dall’8 maggio 2008 ricopre la carica di Ministro dello sviluppo economico nel Governo Berlusconi IV dove propugna tra l’altro la necessità dell’avvio di un programma energetico nucleare, fino a nuove dimissioni del 4 maggio 2010 per lo scandalo relativo alla cricca Anemone, rispetto alla quale la magistratura lo ha ritenuto poi estraneo.

Dal 10 novembre 2010 è Presidente della Fondazione Cristoforo Colombo. Ministro dello Sviluppo Economico (2008-2010), Scajola riorganizza e accorpa il tutto, fino ad arrivare ad un risparmio di spesa del 21%. Il Parlamento approva nel 2009, dopo quasi 10 mesi, un provvedimento proposto da Scajola (collegato alla finanziaria del 2009) denominato “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese e l’energia”. Il provvedimento Legge Sviluppo entra in vigore nel 2009. Il testo, formato da 64 articoli, contiene interventi in materia di competitività delle imprese, semplificazione delle normative, energia, riordino degli incentivi e tutela dei consumatori. Inoltre prevede il ritorno dell’Italia all’energia nucleare (poi sospeso dalla Moratoria approvata dal Governo nel 2011 in seguito all’incidente di Fukushima e poi interrotto dal referendum del 2011). Nel maggio 2015 sostiene la candidatura del nipote Marco (figlio di Alessandro) come consigliere regionale alle ele-

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zioni regionali liguri organizzando un aperitivo nella villa di Imperia.

Nel luglio 2015 annuncia l’iscrizione al Partito Radicale Transnazionale, per supportare le sue iniziative garantiste sulla giustizia. Nel 2010 la Guardia di Finanza trova traccia di assegni circolari per circa 900.000 € tratti da un CC bancario intestato ad un professionista vicino al gruppo presieduto dall’imprenditore Diego Anemone (coinvolto in un’inchiesta secondo la quale il gruppo avrebbe ricevuto appalti pubblici dalla Protezione civile quali frutti di corruzione). Interpellate in proposito, le beneficiarie degli assegni affermano di averli ricevuti per la vendita di un appartamento a Roma davanti al Colosseo. Scajola nega queste circostanze ribadendo di aver pagato l’immobile con 600.000 € attestati nell’atto notarile e di tasca propria, per i quali ha contratto un mutuo.

Sotto la pressione della vicenda si dimette da Ministro motivando la decisione con la volontà di difendersi dalle accuse. Nelle spiegazioni della propria estraneità ai fatti dichiara che, se gli assegni sono stati riscossi per il pagamento della casa, evidentemente la casa gli è stata pagata “a sua insaputa”, frase che verrà ripresa più volte dalla sa-

tira del tempo. Nel 2011 la procura di Roma apre un’indagine sull’ex Ministro per la vicenda della casa.

Nel 2011 sempre la Procura cita davanti al tribunale monocratico, l’ex Ministro e Anemone. Scajola sarà processato per finanziamento illecito ad un singolo parlamentare.

Nel 2013 il GIP archivia le accuse mosse per la vicenda del Porto di Imperia decretandone l’estraneità.

Alle politiche del 2013 davanti ad evidenti difficoltà, annuncia la volontà a non ripresentare la candidatura in Parlamento. Nel 2014 viene assolto perché il fatto non costituisce reato per la questione di quella casa, ma il 31 ottobre la corte d’appello non conferma la sentenza: sui tre anni di carcere richiesti per il reato di finanziamento illecito scatta comunque la prescrizione. Nel 2014 viene arrestato dalla DIA di Reggio Calabria con l’accusa di aver agevolato la latitanza dell’ex deputato Amedeo Matacena. Il 13 giugno 2014, dopo 36 giorni di reclusione a Regina Coeli, il tribunale del riesame di Reggio concede gli arresti domiciliari accogliendo il ricorso dei legali, Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito. Depositata la decisione dei giudici, l’ex Ministro è trasferito nella sua casa di Imperia (Villa Ninina) accolto dalla

moglie Maria Teresa. Resta invece in carcere Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena. La riapertura intanto delle indagini sulla morte di Biagi è ancora In corso. Dimessosi nel 2002 in seguito alle polemiche sul caso della morte di Biagi, nel 2014 la procura di Bologna con il Pm Antonello Gustapane, riapre le indagini, per il reato di “concorso colposo in omicidio colposo” in riferimento alla negata assegnazione della scorta al professore. Infatti, dai documenti ritrovati e sequestrati il 9 luglio 2013 a casa di Luciano Zocchi segretario del Ministro, emerge che l’allora Ministro era a conoscenza ed era consapevole delle minacce cui era sottoposto Biagi.

Parallelamente la procura di Roma indaga l’ex Ministro per sottrazione di atti dal Viminale, il cui ritrovamento ha permesso anche di riaprire il “Caso “Biagi”. Nel 2015 a Scajola e a Gianni De Gennaro, allora Capo della Polizia, viene notificato l’atto in cui si chiede di interrogarli per sapere se intendono o meno avvalersi della prescrizione (scattata nel 2008). A maggio i due decidono di avvalersi della prescrizione. Fin qui l’intrigata storia di Claudio Scajola che oggi tenta il suo ritorno in “pista” per ritornare a fare il Sindaco nella sua Imperia.

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LIMONE PIEMONTE. Tra le montagne piemontesi c’è una località che più di altre rappresenta un “unicum” nel panorama del mondo dello sci d’inverno e delle passeggiate estive. Innanzitutto, Limone Piemonte, con i suoi 1010 metri di altitudine risulta essere il luogo ideale dove anche i sofferenti di cuore possono trascorrere le loro vacanze senza problemi. Certo, ci sono piste

della Riserva Bianca proibitive, fino a quasi 2500 metri di altezza, ma è sufficiente restare al disotto, e sciare tranquillamente tra Limonetto e Limone 1400, dove si trova anche la pista di fondo, per avere sicuro divertimento. Questo naturalmente in pieno inverno. Per tutti, comunque, in questa tarda primavera, e con l’inizio dell’estate ormai alle porte, oltre i 1400 metri è anco-

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ra possibile trovare la neve, grazie anche alla copertura 100% con impianti per l’innevamento artificiale.

Continua, infatti, al momento una grande stagione sulle piste della Riserva Bianca, con la sola chiusura degli impianti al di sotto dei 1400, e l’accesso garantito in altitudine dagli impianti i “Telecabina Bottero”, “Seggiovia Pian del Sole” e “Seggiovia Alpetta”. Per i piemontesi e per i liguri che amano la montagna, Limone Piemonte rimane sempre un punto di riferimento, intanto perché è una località comoda sia dalla Liguria sia dalla Costa Azzurra, poi perché e in grado di offrire piste sempre al top d’inverno, mentre per l’estate è davvero ideale per lunghe passeggiate, per andare a cavallo, e riscoprire piccole trattorie nelle quali gustare semplici ma prelibati piatti della tradizione. Se poi cercate un albergo dove trascorrere brevi periodi in una struttura eccezionale, allora il 4 stelle Grand Hotel Principe fa proprio al caso vostro. In questo senso Limone Piemonte e il suo Grand Hotel Principe, una struttura degna del nome che porta, è senza dubbio la miglior soluzione per una vacanza sportiva, ma anche di totale relax. La posizione dell’Hotel è quanto di meglio si possa desiderare, trovandosi proprio di fronte alla partenza delle piste da sci e alla base di interessanti escursioni verso il Colle di Tenda e la stupenda Valle delle Meraviglie. La storica struttura, che appartiene al gruppo turistico “Alpi e Mare Holiday”, cui fa capo l’Avvocato Tino Catto, è nata nel 1937, a cinque minuti dal centro storico, proprio davanti alla slittovia che portava in quota gli sciatori e che anticipava la più moderna cabinovia la cui partenza si trova in prossimità dell’Hotel. Esternamente, l’elegante edificio in pietra dell’Hotel è rimasto pressoché identico a quando il Principe Umberto di Savoia, nel 1939, lo scelse per concedersi qualche giorno di vacanza, lontano dallo stress di quei tempi difficili. La struttura alberghiera è circondata da un parco di pini e larici, in cui fanno bella mostra la piscina con acqua riscaldata estiva e la veranda del barristorante. Le camere offrono tutte le comodità, e un arredamento in stile alpino che rende l’ambiente caldo e

accogliente: alcune camere-suites sono dotate di Jacuzzi e di doccia emozionale. L’Hotel è da sempre ritrovo privilegiato degli sciatori che arrivano, appunto, dalla vicina Costa Azzurra e anche dal Principato di Monaco, come le Loro Altezze Serenissime il Principe Alberto II° e la Principessa Charlene, che vi hanno soggiornato più volte con i loro gemellini. Infatti, completano l’offerta del Grand Hotel aree giochi sia all’esterno sia all’interno per i più piccini: e un’ animatrice è a disposizione, pronta a far trascorrere ai piccoli ospiti giornate divertenti, liberando così i genitori per qualche ora. A chi ama le coccole è riservata l’area benessere, mentre per gli sportivi c’è un’ampia area dedicata al fitness. A fine giornata, poi, il Bar del Principe prepara un famoso vin brulé ristoratore per tutti, che aiuterà a trascorrere una notte serena e a preparare gli atleti alla giornata successiva, sia per una sciata sia per un’escursione in alta montagna. Insomma, è il soggiorno ideale per famiglie, per giovani coppie o per chi sceglie la montagna anche solo per un week-end. Per quanto riguarda la ristorazione, il Principe propone menù in grado di soddisfare sia chi predilige i piatti della cucina internazionale, sia per chi vuole scoprire la cucina Occitana e Provenzale, interpretati dallo Chef con i prodotti tipici del territorio. Tra i piatti più popolari, ricordiamo i salumi con

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la salsiccia di Bra, la torta salata di sfoglia con fonduta di Raschera, il cornetto di verdure in tempura con salsa aiolì, la carne cruda all’Albese tagliata al coltello. Tra i primi piatti spiccano innanzitutto i Valgranotti al Castelmagno, i tagliolini di pasta fresca con crema al tartufo d’Alba e i raviolini del plin in cestinetto di sfoglia croccante ai tre sapori. Degne di attenzione, quindi assolutamente da assaggiare, le tradizionali zuppe montanare preparate con crostini profumati, tra cui la succulenta “ula” preparata con fagioli, porri e costine di maiale cucinata a fuoco lento per molte ore nel tradizionale tegame in terracotta, che in dialetto locale si chiama, appunto, “ula”.

Fra i secondi la selvaggina domina la scena culinaria: cervo in civet e bocconcini di cinghiale in umido alle erbe alpine di Provenza. Ottimi sono gli stufati al Barolo o al Barbaresco, i medaglioni di coniglio erborinato con farcia di verdurine in bellavista e la classica piemontesissima “bagna cauda” preparata come si conviene con olio e acciughe della Riviera Ligure. Per finire, tra i dolci, insieme alle crostate con la marmellata ai frutti di bosco, l’immancabile Bonet, specialità d’alta quota. Capite dunque quanto meriti andare in montagna a Limone Piemonte, ad un passo dalla ridente e ricca Cuneo e a pochi chilometri dalla Costa Azzurra?

Eleonora PEDRON

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BEYOND SKIING AND HIKING, LIMONE PIEMONTE OFFERS MUCH MORE AT THE

GRAND HOTEL PRINCIPE

LIMONE PIEMONTE. Set in the middle of a high mountains chain in Piedmont, Limone is a place known for its uniqueness, offering skiing in winter and hiking in summer. First, Limone Piemonte, with its 1010 meters above sea level, appears to be the ideal place even for the faint hearted, who can spend their holidays with no health problems. Of course, the “Riserva Bianca – White Park” mountain peaks up to nearly 2500 meters high can be prohibitive.

Anyway, the alternative is skiing between Limonetto and Limone 1400, where there is also the crosscountry track. Of course, all this happens in the winter season.

However, in this late spring and with the summer season around the corner, over 1400 meters the

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skiers can still find a bit of snow.

In fact, a great season is going on the slopes of the Riserva Bianca, thanks to the one hundred per cent of the ski slopes eventually covered with artificial snow. In May, access is just closed below 1400 meters, whereas the “Bottero cableway” the “Chairlift Pian del Sole” and the “Chairlift Alpetta “ are yet open. Limone Piemonte is a point of reference especially for the mountains’ lovers coming from the near Piedmont, Liguria and the French Riviera’s regions. Beyond skiing in winter, summertime is ideal for long walks, horseback riding, and also to discover small restaurants in which taste delicious cuisine. As for accommodation, we recommend the secluded 4-star Grand Hotel Principe, a

“princely” venue, the best solution for a sporting holiday, but also to relax. The Hotel location is few minutes walk from the village, perfect and central to all the skiing facilities and the best base for interesting hiking trails, like the green Tenda Hill and the stunning Valley of Wonders just to name some. The structure was built in 1937 and it belongs to the tourism

Principality of Monaco. Their Serene Highnesses Prince Albert II and Princess Charlene stayed there several times with their twins. In fact, in the Grand Hotel there are nice play areas for children, both inside and outside.

Also, baby-sitters are on hand, ready to entertain the little guests so that parents can enjoy some free time. The SPA area is perfect

gin oil, called Albese. Among the pasta, we recall the Valgranotti Castelmagno, the tagliolini pasta with Alba cream truffle and the three flavours “plin”raviolis’ pie.

We also suggest to taste absolutely the traditional mountain’s soups with croutons, and the delicious “ula soup” prepared with beans, leeks and pork ribs cooked over a slow fire for many hours in the

group “Alps and Sea Holiday headed by the Lawyer Tino Catto.

Externally, the elegant stone building has remained almost the same as when the Prince Umberto of Savoy, in 1939, chose this Hotel to enjoy a few days off, away from the stress of those difficult times. A park of pine and larch, in which there are the heated summer swimming pool and the bar-restaurant’s verandas, surrounds the hotel. The rooms offer all the modern facilities and services. The alpine style furnishing provides a warm and welcoming atmosphere, and some rooms-suites are equipped with Jacuzzi and emotional shower.

The Hotel is the favourite destination of tourists from the nearby Cote d’Azur and also from the

for pampering, and sports enthusiasts can train themselves in wellequipped fitness’ spaces. In the evening, the Hotel Principe will be ready to fix a famous mulled wine -“vin brulé”- good to spend a good night and to prepare athletes to the next day, both for skiing and hiking. In short, the Hotel Principe is the ideal venue for long periods of time or just for a relaxing weekend. As for dining, the Principe offers international cuisine’s menus and discovery menus of the Occitan and the Provencal cuisine. The most popular dishes made with local ingredients are: sausages from the Bra village, Raschera cheese fondue pie, vegetable tempura with aioli sauce, raw thin sliced meat seasoned with lemon, salt and extra vir-

traditional “ula”, a terracotta pan. Game is prominent in the mains: venison “civet recipe”, and wild boar chops stewed with alpine herbs of Provence. Roast stews flavoured with Barolo or Barbaresco wine, rabbit medallions with blue cheese stuffed with vegetables and the famous “bagna cauda – hot sauce” prepared Ligurian Riviera’s olive oil and anchovies are all excellent dishes. Finally, among the desserts, we love the jam and local berries pies, and the famous chocolate and brandy pudding called Bonet. Finally, I hope that you have realized the unique value of Limone Piemonte, a wonderful mountain site, a step away from the rich town of Cuneo and a few kilometres from the French Riviera.

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Il cuore di Fabio Fognini

batte forte per la sua città

La sua storia, le sue vittorie, ma anche le sue sconfitte di Romano LUPI lupi.roma@libero.it

SANREMO. Fabio è nato a Sanremo, ma è cresciuto ad Arma di Taggia, dove ha cominciato la carriera tennistica nel circolo locale. Si è sposato l’11 giugno 2016 con Flavia Pennetta, ex tennista italiana di alto livello che ha raggiunto la sesta posizione nel ranking WTA. La coppia ha un figlio, Federico, nato il 19 maggio 2017 a Barcellona, così chiamato in memoria di Federico Luzzi, tennista aretino morto nel 2008 a 28 anni a causa di una leucemia fulminante. Fognini debutta

nel tennis professionistico nel 2002 con una wild card per il Futures Italy F5, perdendo subito in due set contro Florian Allgäuer di Brunico.

Nel 2003 partecipa al futures Italy F1 di Roma e al futures Italy F6 di Valdengo, entrambe le volte uscendo al primo turno per mano rispettivamente di Mattia Livraghi e di Potito Starace. Nel 2004 vince i primi match ottenendo il miglior risultato con la semifinale al Futures F1 di Montevideo. Fa il suo debutto nel circuito challenger grazie ad una

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wild card per il torneo di Torino, dove arriva al secondo turno dopo la vittoria contro il tedesco Alexander Waske, allora numero 174 del mondo. Nel 2005, dopo due vittorie e una finale nel circuito futures, Fabio si dedica esclusivamente ai challenger, raggiungendo qualche secondo turno. In settembre disputa il suo primo match in un torneo ATP di Palermo, al quale partecipa con una wild card ed uscendo al primo turno in tre set con il tedesco Daniel Elsner. Nel 2006, nei tornei chal-

lenger, viene regolarmente sconfitto nei primi turni, ma arrivano anche le prime due vittorie ATP: la prima ad Amersfoort dove sconfigge al primo turno l’argentino Juan Pablo Guzmán per poi perdere al secondo turno dallo spagnolo Carlos Moyá, e la seconda al torneo di Palermo, dove batte il Costaricano Juan Antonio Marín e perde dall’ecuadoregno Nicolás Lapent. Nel gennaio 2007 raggiunge la prima finale challenger a Santiago, dove viene sconfitto in tre set dall’oriundo Martín Vassallo Argüello dopo aver battuto il top 100 spagnolo Óscar Hernández. La svolta arriva con l’improvvisa separazione tra il tennista e l’allenatore “storico” Leonardo Caperchi, alla quale fanno seguito le finali dei challenger di Sanremo e di Fürth, la semifinale al challenger di Bytom.

Riesce soprattutto a qualificarsi per il Roland Garros, dove porta al quinto set l’argentino Juan Mónaco, numero 35 del mondo e fresco vincitore dei tornei di Buenos Aires e Poertschach. Grazie ai risultati, raggiunge il suo best ranking, attestandosi alla 145ª posizione della classifica ATP. Al torneo di Kitzbühel in luglio, Fabio supera le qualificazioni e arriva per la prima volta ad un terzo turno di un tor-

neo ATP sconfiggendo l’argentino Juan Pablo Brzezicki in due set, il tennista di casa e testa di serie numero 16 Werner Eschauer, in tre set, per perdere poi in due set contro Andreas Seppi. In agosto, al Master Series di Montréal, dopo il superamento delle qualificazioni e la vittoria al primo turno sulla wild card locale Polansky, trionfa a sorpresa al secondo sullo scozzese Andy Murray, in quel momento al 14º posto nella classifica mondiale e rientrante da un infortunio. Si ferma al successivo turno perdendo da Roger Federer sul campo centrale. Questi risultati lo portano al best ranking con la posizione 107. Dopo essere andato a giocare in Sud America, dove raggiunge i quarti di finale di Montevideo e la semifinale di Asunción, chiude la stagione raggiungendo la semifinale del Challenger di Buenos Aires

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persa contro l’argentino Roitman. Il 19 novembre 2007 raggiunge il best ranking al numero 94. Nel 2008 entra per la prima volta nel tabellone principale di uno slam senza passare per le qualificazioni all’Australian Open 2008, dove al primo turno viene battuto al 5º set dallo statunitense Michael Russell. In primavera, su terra rossa, Fognini per la prima volta in carriera raggiunge i quarti di finale in un torneo ATP a Viña del Mar in Cile battendo il nº 20 del ranking Chela; la settimana seguente a Costa du Sauipe in Brasile ottiene la 1ª semifinale ATP, con montepremi di circa 450.000 $.

Successivamente raggiunge il 2º turno sia a Buenos Aires che al Master Series di Indian Wells e il 14 aprile 2008 arriva al best ranking ATP: il 71º posto.

Dopo un infortunio al polso che lo tiene

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fuori per tre mesi, facendogli saltare gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros, retrocede in posizione 104.

Rientra al Challenger di Sassuolo e al torneo ATP di Varsavia a sorpresa raggiunge la semifinale, sconfitto dal numero 4 al mondo Nikolaj Davydenko, dopo aver eliminato nei quarti di finale Guillermo Cañas. Il 6 luglio 2008 vince il suo primo torneo Challenger a Torino, battendo in finale l’argentino Diego Junqueira e rientrando nei primi 75 giocatori del mondo. Sempre a luglio è protagonista del torneo ATP di Umago, dove perde la semifinale contro Fernando Verdasco dopo aver superato ai quarti l’ex numero 1 al mondo Carlos Moyá, agli ottavi Filippo Volandri e al primo turno Ričardas Berankis. Il

19 settembre esordisce in Coppa Davis nella sfida tra Italia e Lettonia, uno spareggio per rimanere nella “serie B”, perdendo 7-6/6-1/6-1 contro il lettone Ernests Gulbis.

Dopo aver perso 2-6/4-6 al primo turno del Master Series di Madrid contro Gaël Monfils, salta gli ultimi incontri dell’annata per infortunio al ginocchio, per il quale viene operato al menisco. Nel 2009, al primo turno degli Australian Open (in gennaio) batte il kazako Andrei Golubev, per poi arrendersi al secondo alla testa di serie spagnola Nicolás Almagro. In aprile, al Monte-Carlo, Fognini vince al primo turno contro Tomáš Berdych e nel secondo batte il croato Marin Čilić. Al turno successivo perde contro lo scozzese Andy Murray denun-

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ciando alla stampa dei favoritismi dell’ATP verso i migliori. Nel Masters 1000 di Roma batte al primo turno Filippo Volandri, ma poi perde contro il francese Gilles Simon.

Nell’ATP Masters 1000 di Madrid, su terra rossa, passa le qualificazioni battendo Marc López e Alberto Martín; nel 1º turno del tabellone principale batte il francese P. Henry Mathieu, ritiratosi nel secondo turno, contro il numero 7 al mondo Gilles Simon, con il quale ha già perso tre volte. Al Roland Garros, dopo aver passato le qualificazioni da testa di serie numero 1 battendolo, perde al primo turno contro il più quotato russo Igor Andreev. Nel torneo su erba del Queen’s, a Londra, perde al primo turno contro il qualificato sudafri-

cano Anderson, mettendo in evidenza le proprie lacune su questa superficie. Raggiunge la posizione 57 del ranking ATP, diventando il secondo tennista italiano dopo Andreas Seppi. Nel torneo di Eastbourne perde al primo turno dal russo testa di serie nº 2 Dmitrij Tursunov, che poi vincerà il torneo. Nel Grand Slam di Wimbledon supera al primo turno l’uzbeko Istomin per ritiro, mentre al secondo cede allo spagnolo David Ferrer. Vince il 12 luglio il Challenger di San Benedetto del Tronto battendo in successione Poch Gradin, Robert, Ascione, Ramos-Vinolas e in finale Villagran. La settimana successiva raggiunge la semifinale nel torneo ATP 250 di Stoccarda, battendo Santoro, Mathieu, Davidenko numero 11 al mondo, per perdere da Victor Hănescu. Nel torneo di Amburgo supera al primo turno Ivo Minář, per poi arrendersi al finalista del Roland Garros Robin Söderling.

Nel torneo ATP di Umago vince al primo turno col tedesco Miša Zverev per e perde al secondo dal connazionale Simone Bolelli. Nel torneo ATP di New Haven perde al primo turno col il serbo Janko Tipsarević ritirandosi a causa di un problema al ginocchio. Agli US Open perde al primo turno dal finlandese Nieminen. Entra quindi a far parte della squadra di Coppa Davis che a Genova disputa lo spareggio contro la Svizzera di Roger Federer. L’Italia perde e Fognini vince l’ultimo singolare ininfluente per il punteggio, contro Michael Lammer. Il 2010 si apre con tre sconfitte consecutive per il tennista ligure, che perde nel torneo di Doha dal croato Ivo Karlović, poi cede contro Jürgen Melzer nel torneo di Auckland ed esce al primo turno degli Australian Open, questa volta sconfitto da Taylor Dent. In febbraio raggiunge il terzo turno del torneo di Costa do Sauipe, in Brasile, battendo Martín Vassallo Argüello e Marcel Granollers, per poi arrendersi al polacco Łukasz Kubot. A Buenos Aires viene sconfitto da Igor’ Andreev, così come cede contro Fernando Verdasco ad Acapulco. A marzo si impone in Coppa Davis contro il bielorusso Aliaksandr Bury, e nel BNP Paribas Open di Indian Wells supera il primo turno battendo Olivier Rochus per poi arrendersi nel secondo turno

all’argentino Juan Mónaco. Nel Sony Ericsson Open di Miami esce al primo turno battuto da Lu Yen-Hsun, così come nel Monte-Carlo Masters ha ceduto al francese Michaël Llodra. Viene poi sconfitto a Barcellona dall’argentino Eduardo Schwank e negli Internazionali BNL d’Italia da Andreas Seppi. A Belgrado batte il croato Franco Skugor, ma nel secondo turno si deve arrendere a Novak Đoković. Nel Mutua Madrileña Madrid Open perde da Philipp Petzschner; nel torneo di Nizza si ferma al primo turno, battuto dallo svizzero Marco Chiudinelli. Il Roland Garros è il torneo più brillante per Fognini che raggiunge un inaspettato terzo turno. Si impone infatti al primo turno contro il veterano cileno Nicolás Massú, e nel secondo turno rimonta al francese Gaël Monfils in un match intenso, interrotto per l’oscurità al quinto set (non prima di lunghe

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beghe tra gli stessi giocatori e il giudice di sedia) e durato complessivamente più di quattro ore. Nel terzo turno Fognini si arrende allo svizzero Stanislas Wawrinka. Al torneo slovacco Kosice Open Il 22 giugno, superando alla prima partita del Torneo di Wimbledon Fernando Verdasco, per la prima volta in carriera batte un top 10 del ranking ATP. Due giorni più tardi affronta lo statunitense Michael Russell, con cui rimonta uno svantaggio di due set e vince: al terzo turno perde contro il francese Julien Benneteau. Numerosi errori gratuiti, complice la stanchezza accumulata, precludono a Fognini la possibilità di giungere agli ottavi del torneo più prestigioso del mondo. Pochi giorni dopo, a Båstad in Svezia, batte Filip Prpi e al secondo turno cede al forte terraiolo David Ferrer. La settimana successiva ad Amburgo, batte lo spagnolo Rubén Ramírez Hidalgo e il

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francese Marc Gicquel; nel terzo turno è sconfitto da Seppi. Nel torneo di Umago viene sconfitto al primo turno dal tedesco Björn Pha. In agosto Fognini si qualifica per la Rogers Cup battendo il canadese Erik Chvojka e l’americano Michael Yani. Nel tabellone supera il primo turno imponendosi su Radek Štěpánek, ma nel secondo turno si arrende a Nikolaj Davydenko. Il 31 agosto perde contro lo spagnolo Fernando Verdasco nella gara d’esordio degli U.S. Open a Flushing Meadows. Al successivo Genoa Open Challenger supera i primi turni e la semifinale contro An-

dreas Seppi che lo precede nella classifica ATP. Batte in due set in finale Potito Starace in 1 ora e 17 minuti al tennista, aggiudicandosi dopo più di un anno un torneo challenger, il quarto in carriera. Vince il successivo torneo campano Tennislife Cup, eliminando nell’ordine Flavio Cipolla, Alberto Brizzi, Simone Bolelli, il croato Antonio Veić e in finale il serbo Boris Pašanski che si ritira quando Fognini stava vincendo. Il tennista si aggiudica così il 2º Challenger della stagione ed il 5º in carriera. Il 17 ottobre, in coppia con Paolo Lorenzi, si aggiudica il titolo di doppio

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nel torneo challenger Copa Petrobras Asuncion sconfiggendo in finale la coppia argentina formata da Carlos Berlocq e Brian Dabu. Sempre per quanto riguarda i Challenger della Copa Petrobras, il 18 ottobre Fabio partecipa come testa di serie numero 1 al Challenger di Santiago del Cile.

Vince il primo turno con Éric Prodon, il secondo con il brasiliano Joao Silva, la semifinale contro Rui Machado e la finale contro il giocatore di casa Paul Capdeville. Si aggiudica così il terzo Challenger di stagione, stabilendo il record personale di tornei vinti in un anno. Reduce dalla

vittoria del Challenger, perde al primo turno contro l’ucraino Aleksandr Dolgopolov al ricco St. Petersburg Open. Nel mese di novembre, superati due turni di qualificazione, Fognini riesce ad entrare nel tabellone del prestigioso BNP Paribas Masters, che si svolge nel sobborgo parigino di Bercy. Il tennista ligure batte al primo turno il tedesco Michael Berrer e si qualifica per il turno successivo dove lo attende David Ferrer.

L’incontro durerà 2 ore e 23 minuti, il tennista italiano si aggiudica il primo set, perde il secondo ed il terzo decisivo. Nel 2011, nel mese di gennaio,

Fognini raccoglie solo sconfitte al primo turno. Al Qatar ExxonMobil Open di Doha viene sconfitto in due set da Nikolaj Davydenko, la settimana seguente ad Auckland da David Nalbandian e agli Australian Open dal tedesco Florian Mayer. A febbraio partecipa al torneo di Santiago in cui sconfigge nell’ordine Łukasz Kubot, Albert Ramos-Vinolas e Thomaz Bellucci, venendo poi eliminato da Tommy Robredo in tre set in semifinale. In seguito partecipa al torneo di Acapulco dove esce al secondo turno contro lo svizzero Stanislas Wawrinka. In marzo prende parte al torneo di Indian Wells in cui viene eliminato al primo turno ancora una volta dal russo Nikolaj Davydenko in tre set. Nel challenger di Le Gosier nel Guadalupe perde al secondo turno contro lo svizzero Stéphane Bohli. Ancora a marzo gioca al Masters 1000 di Miami e viene eliminato da Radek Štěpánek in due set. Nella prima apparizione sulla terra rossa europea dell’anno, all’Open Barletta 2011, esce sconfitto da Andreas Haider-Maurer. A Casablanca il tennista supera Gerard Granollers e Blaž Kavčič, in un match in cui si era trovato sotto. Viene fermato da Albert Montañés al quale riesce a tenere testa solo nel primo set perso al tie-break. Impegnato poi al Masters di Monte Carlo, supera al primo turno Kevin Anderson, per poi perdere al secondo con il serbo Viktor Troicki. Nell’Open di Barcellona Fognini è costretto a ritirarsi contro il connazionale Simone Vagnozzi per un problema fisico, dopo aver vinto il primo. Successivamente gioca le qualificazioni all’Open di Madrid: è sconfitto subito dall’argentino Federico Delbonis. Arrivano poi altre due sconfitte ai primi turni agli Internazionali d’Italia contro Stanislas Wawrinka e all’Open di Nizza contro Ernests Gulbis. Fognini arriva quindi al Roland Garros dovendo difendere il terzo turno dell’anno precedente. Inizia contro l’uzbeko Denis Istomin, superato. La testa di serie numero 6 del tabellone Tomáš Berdych, che avrebbe eventualmente incontrato Fabio al secondo turno, viene inaspettatamente eliminato dal transalpino Stéphane Robert al quinto set, che però arriverà stanco al match contro l’italiano subendo un

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netto 6-2 6-1 6-0. Al terzo turno supera in quattro set lo spagnolo Guillermo García López, testa di serie numero 30, chiudendo il match in quattro set e riportando un italiano agli ottavi in un torneo del Grande Slam (l’ultimo era stato Filippo Volandri, sempre a Parigi, nel 2007).

Negli ottavi, l’incontro con lo spagnolo Albert Montañés si protrae arriva fino al quinto set, dove l’iberico arriva a servire per il match sul 5-3. Fognini riesce tuttavia a recuperare il break di svantaggio portandosi in parità, e il match assume contorni del tutto particolari quando il ligure, servendo sul 6-7 15-30, accusa un crampo e un successivo stiramento alla coscia sinistra. Infrangendo il regolamento il fisioterapista entra in campo per assistere Fabio che, dopo un breve massaggio, torna in campo e vince i tre punti successivi aggiudicandosi il game. Fabio fermo a causa dell’infortunio, riesce ad annullare due palle match servendo sul 7-8, quando gli vengono chiamati ben cinque falli di piede, uno dei quali gli costa un doppio fallo. Nuovamente sotto, piazza due vincenti. Costretto ad annullare un altro match point, ristabilisce ancora la parità, finché lo spagnolo cede la battuta contro un avversario sempre incapace di muoversi. Dopo il cambio campo Fabio termina la sua impresa vincendo alla terza palla match, dopo che sul secondo match point aveva fatto un doppio fallo a causa dell’ennesimo fallo di piede. Fognini accede dunque ai quarti di finale di un torneo del Grande Slam, 13 anni dopo Davide Sanguinetti (Wimbledon 1998) e 16 anni dopo l’ultimo italiano riuscito nell’impresa al Roland Garros.

Con l’accesso contemporaneo di Francesca Schiavone ai quarti del torneo femminile, si ripete l’impresa per l’ultima volta realizzata dai tennisti italiani Giovanni Cucelli e Annalisa Bossi, in torneo dello Slam, sempre a Parigi nel 1949. Fognini però il giorno successivo alla vittoria con Montañés annuncia il proprio ritiro dal Roland Garros a causa dell’infortunio alla coscia sinistra rimediato nel lungo match proprio contro lo spagnolo, l’accesso ai quarti di finale rimane il suo miglior risultato di sempre sulla terra rossa di Parigi.

Sempre a causa dell’infortunio è co-

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stretto a fermarsi per un mese, fino al Torneo di Wimbledon. Anche se iscritto al torneo londinese ed ormai con il tabellone sorteggiato, il ligure decide a 15 minuti dall’inizio del suo match (contro Milos Raonic) di ritirarsi per evitare di aggravare la sua precaria situazione. Il ritorno avviene in Coppa Davis, dove la sconfitta inferta a Grega Žemlja dà il via ad una vittoria che porterà l’Italia alla finale dei playoff contro il Cile. Successivamente appare a Stoccarda, dove perde al secondo turno da Cedrik-Marcel Stebe e poi ad Amburgo dove perde contro l’austriaco Jürgen Melzer. Ad Umago arriva in semifinale in singolare e alla prima vittoria di un torneo ATP in doppio, in coppia con Simone Bolelli. Nella seconda parte di stagione, arriva una serie di sconfitte. La prima avviene al primo turno in Canada contro Jo-Wilfried Tsonga, dopo aver avuto la possibilità di servire per il secondo set. A Cincinnati supera Viktor Troicki, ma è vittima dell’americano James Blake. Seguono gli US Open dove al se-

condo turno subisce una dura sconfitta contro il numero 9 Tomáš Berdycd. In settembre arriva la promozione della nazionale italiano in Serie A dopo 11 anni di assenza, grazie alla vittoria contro il Cile e Fabio contribuisce sconfiggendo l’ex numero 5 al mondo Fernando González e nel punto decisivo del 3-0, dove vince in coppia con Simone Bolelli sul duo Cileno Aguilar/Massú. Non migliora nella trasferta asiatica, dove a Bangkok perde al primo turno dalla wild card locale contro Danai Udomchoke, a Pechino perde al secondo turno da Marin Čilić e a Shanghai subisce una brutta sconfitta da Florian Mayer; qui avviene la separazione dal suo coach Pablo Martin e la scelta di concludere la stagione senza allenatore. Durante gli ultimi tornei dell’anno, a Vienna e Valencia, viene eliminato al secondo turno rispettivamente da Xavier Malisse e Juan Mónaco, dopo aver battuto i due spagnoli Tommy Robredo e Daniel Gimeno Traver. La stagione si conclude con la sconfitta al primo

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turno contro Ivan Dodig al Master 1000 di Parigi-Bercy, negli stessi giorni arriva la notizia della nomina di Josè Perlas come nuovo allenatore, in precedenza allenatore di Feliciano López, Albert Costa, Carlos Moyá, Guillermo Coria, Juan Carlos Ferrero, Janko Tipsarević e Nicolás Almagro. Nel 2012 Fognini è al Roland Garros. L’anno inizia con la sconfitta al primo turno a Chennai dall’israeliano Dudi Sela e al secondo turno a Sydney dal francese Richard Gasquet. Anche l’Australian Open si rivela una delusione; Fabio cede al primo turno contro il colombiano Alejandro Falla. Inizia poi un periodo di stop che dura due mesi per infortunio e il suo ritorno in ATP avviene in occasione del torneo di Casablanca, dove viene sconfitto da Guillermo García López. La settimana successiva torna a vincere un incontro in ATP al Masters 1000 di Monte Carlo contro il francese Michaël Llodra, ma è vittima al secondo turno di Robin Haase, che prevale. Il 29 aprile, a conclusione di un ottimo

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torneo, gioca la sua prima finale ATP agli Open di Romania contro il francese Gilles Simon, cedendo. Agli Open di Francia 2012, Fognini elimina al primo turno il francese Adrian Mannarino; al secondo supera il serbo Viktor Troicki (testa di serie n. 28) in un match diviso in due giorni a causa della pioggia. Il 1º giugno cede al francese Jo-Wilfried Tsonga, testa di serie numero 5 del torneo. Dopo un buon torneo a Eastbourne, a Wimbledon 2012 elimina al primo turno Michaël Llodra in quattro set, prima di essere sconfitto da Roger Federer. A Londra poi è vittima nuovamente di un tabellone sfavorevole che gli fa incontrare al primo turno il n. 2 Novak Đoković.

Dopo un ottimo primo set vinto al tie break (per 9-7, incontro anche sospeso sul 7-7), perde i successivi due. Conclude la sua esperienza sull’erba con un bilancio di 3 vittorie e 3 sconfitte. Ad agosto, complice la classifica non più rosea, è costretto a giocare le qualificazioni sia a Toronto che a Cincinnati, superandole in entrambi i casi (A Cincinnati soprattutto, supera sia Vasek Pospisil, giustiziere di Andreas Seppi una settimana prima, che Jérémy Chardy, numero 38 delle classifiche e futuro giustiziere del campione olimpico Andy Murray), ma una volta arrivato al ta-

bellone principale perde al 2º turno a Toronto (dopo una dura sfida con Lu Yen-Hsun) da Philipp Kohlschreiber e al 1º turno a Cincinnati da Florian Mayer, in entrambi i casi in due set.

Agli US Open, Fognini al primo turno batte in rimonta il transalpino Édouard Roger-Vasselin. Al secondo turno batte in tre set lo spagnolo Guillermo García López mentre si deve arrendere al terzo turno contro Andy Roddick in un match giocato ad armi pari: lo score è a favore dell’americano, al suo ultimo torneo in carriera. La settimana seguente partecipa allo spareggio di coppa Davis contro il Cile, vincendo un singolo contro Paul Capdeville (Italia vince 4-1) e ancora raggiunge la sua seconda finale in un torneo ATP, al St. Petersburg Open, dopo aver battuto Kamke, Stachovs’kyj, BautistaAgut e Gimeno-Travier, perde da Martin Kližan la finale, in parte condizionata da un problema fisico di Fognini. Questo torneo gli permette di tornare in top 50, alla posizione N° 47. Segue un finale di stagione piuttosto negativo, con 5 sconfitte consecutive, ma con una classifica che rimane stabile, infatti conclude la stagione al numero 45, chiudendo in top 50 per il secondo anno consecutivo. Nel 2013, le prime vittorie.

L’anno si apre con la sconfitta a Doha

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da Grega Žemlja. La settimana successiva, nel torneo di Sydney, arriva la prima vittoria contro Grigor Dimitrov, salvo perdere al secondo turno per mano di Marcel Granollers. Anche al primo slam stagionale, gli Australian Open, non va meglio, dove perde in 5 set da Bautista-Agut. Le migliori soddisfazioni avvengono in doppio, dove nel torneo australiano si spinge fino alle semifinali, in coppia con Simone Bolelli, venendo battuti in 3 set dai fratelli Bryan, futuri vincitori del torneo. La rinascita in coppa Davis dove contribuisce al passaggio ai quarti di finale sia in occasione del doppio, giocato assieme a Bolelli e vinto contro la coppia croata Marin Čilić/Ivan Dodig, sia ottenendo il punto della vittoria battendo Dodig. Conseguente è il quarto di finale a Buenos Aires, dove batte Guillermo Garcia-Lopez e Marco Trungelliti, venendo poi travolto dal N° 4 al mondo David Ferrer. Si ripete ancora sulla terra dell’ATP 500 di Acapulco, dove batte la testa di serie numero 4 Stanislas Wawrinka, lo sloveno Aljaž Bedene e il semifinalista del 2012 Santiago Giraldo, spingendosi in semifinale, dove perde nuovamente con Ferrer a distanza di una settimana. Raccoglie spunti positivi anche sul cemento americano di Indian Wells; dopo aver battuto ancora Bedene in 2 set, incontra il numero 1 al mondo e imbattuto da 18 partite Novak Đoković, strappandogli il secondo set. A Miami, come testa di serie numero 32, ottiene un bye al primo turno e supera al secondo posto Michaël Llodra in 47 minuti. Al terzo turno incontra per la terza volta in 4 tornei David Ferrer che si impone. A coronamento del periodo, Fognini si assesta al numero 31 del ranking ATP, migliorando il best ranking di quasi due anni prima. La settimana successiva viene eliminato a Vancouver con la squadra azzurra nei quarti di finale della Coppa Davis contro il Canada. Perde in singolare contro Milos Raonic e in doppio con Daniele Bracciali contro Vasek Pospisil/Daniel Nestor. Al torneo di Monte Carlo elimina al primo turno in 3 set il connazionale Andreas Seppi, poi lo spagnolo Albert Ramos e agli ottavi compie una delle maggiori imprese della carriera eliminando il ceco Tomáš Berdych, numero 6 del

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mondo. Prosegue battendo Richard Gasquet e raggiunge per la prima volta in carriera la semifinale di un Masters 1000, diventando il primo italiano in semifinale nella competizione monegasca dai tempi di Andrea Gaudenzi: Cede poi al numero 1 Đjoković. Questo risultato gli permette di salire al numero 24 della classifica. Partecipa, da testa di serie numero quattro, al torneo dell’Estoril dove, dopo un bye al primo turno, elimina Paolo Lorenzi per poi perdere ai quarti con lo spagnolo Pablo Car-

un ottimo match contro Rafael Nadal, che vince. All’AEGON International raggiunge i quarti di finale superando in sequenza Grega Žemlja e Martin Kližan prima di essere eliminato dal croato Ivan Dodig. Il 14 luglio, nell’ATP di Stoccarda, da testa di serie numero 5 vince il suo primo titolo, battendo in finale il tedesco Philipp Kohlschreiber al termine di una partita durata 2 ore e 11 minuti La settimana successiva, nell’ATP 500 di Amburgo, sconfigge ai quarti il tedesco Tommy Haas. Raggiunge

zione della Race, classifica che prende in considerazione solamente i risultati dell’anno solare. Diventa inoltre il secondo italiano ad aggiudicarsi due tornei consecutivi dopo Adriano Panatta che vinse Roma e Roland Garros nel 1976. Il 27 luglio all’Open di Umago batte Gaël Monfils in tre set e conquista la terza finale ATP consecutiva. Grazie a questo risultato raggiunge la posizione N° 16 del ranking. Nell’atto conclusivo del torneo viene sconfitto in due set dallo spagnolo Tommy Robredo. La

reño, proveniente dalle qualificazioni. Subito eliminato da Michail Južnyj al Master 1000 di Madrid, supera Andreas Seppi al primo turno del Masters 1000 di Roma. Al turno successivo viene sconfitto da Nadal, futuro vincitore del torneo, Rafael Nadal. Nel successivo Open di Nizza, accreditato della sesta testa di serie, vince in tre set il derby con il qualificato Marco Cecchinato ma viene sconfitto al secondo turno da Gaël Monfils. Al Roland Garros, dopo aver battuto Andreas Beck e Lukáš Rosol, al terzo turno disputa

così le semifinali, dove supera il numero 3 del seeding Nicolás Almagro.

Poi approda alla prima finale in un ATP 500 (primo italiano a riuscire in tale impresa) e la vince sconfiggendo in 3 set l’argentino Federico Delbonis, annullando nel tie-break del secondo set tre match-point all’avversario. Grazie a questo successo diventa il primo degli italiani nel ranking ATP, issandosi al 19º posto mondiale, a soli 105 punti dal 15º (posizione che raggiungerà il 27 gennaio 2014), migliorando il best ranking e raggiungendo la 13ª posi-

stagione nordamericana si rileva fallimentare. Dopo aver passato il primo turno a Montréal battendo il cipriota Baghdatis, il ligure viene eliminato in tre set da Gulbis. A Cincinnati viene sconfitto al primo turno da Stepanek, ma il punto più basso arriva al primo turno degli US Open, dove viene umiliato dall’americano Ram, numero 128 ATP. Per Fognini anche il 2014 comincia male, al Chennai Open si ritira durante il match contro Yuki Bhambri. Successivamente partecipa agli Australian Open, durante i quali perde agli otta-

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vi di finale dal numero 2 al mondo Novak Đoković. Il torneo di Vina del Mar, conclusosi a febbraio, vede invece Fabio Fognini trionfare in finale su Leonardo Mayer dopo aver battuto in semifinale Almagro con un combattuto tie-break al terzo set. Grazie al successo il tennista ligure raggiunge la sua posizione ATP più elevata (14°) e si aggiudica il terzo titolo della carriera. Sempre a febbraio, a conferma del rendimento su terra battuta, raggiunge ancora una finale, questa volta all’Open di Buenos Aires. Dopo una rocambolesca semifinale vinta con Tommy Robredo, perde dallo specialista della terra rossa David Ferrer. Conclude la tournée sudamericana cedendo nei quarti del torneo di Rio de Janeiro contro Dolgopolov. A marzo disputa i tornei di Indian Wells e Miami; nel primo arriva agli ottavi superando l’americano Ryan Harrison e l’estroso francese Gaël Monfils, prima di cedere ancora a Dolgopolov e a Miami si spinge nuovamente sino agli ottavi, eliminando in due set lo slovacco Lukáš Lacko e in rimonta lo spagnolo Roberto Bautista Agut. Con il numero 1 del mondo, Rafael Nadal, rimedia però un doppio. Dopo questo torneo ritocca il best ranking raggiungendo la posizione numero 13. Nel primo week-end di aprile a Napoli su terra rossa, insieme a Seppi, elimina la Gran Bretagna nei quarti di finale della Coppa Davis 2014, riportando l’Italia alle semifinali del torneo dall’edizione del 1998. Si aggiudica entrambi i singolari e in particolare trionfa su Andy Murray vincitore del Torneo di Wimbledon 2013 e numero 8 del ranking mondiale, in quella che è stata definita la migliore partita di Fognini in carriera. Al torneo di MonteCarlo non riesce a difendere la semifinale dell’anno precedente, sconfitto negli ottavi di finale. Dopo un primo turno sofferto con il portoghese João Sousa, contro cui recupera lo svantaggio di un set, il ligure supera lo spagnolo Bautista Agut in due parziali, ma viene eliminato dal transalpino Tsonga. In questa occasione il tennista si è reso protagonista di turpiloquio, inveendo per la frustrazione contro l’allenatore e contro il padre. Il 4 maggio viene sconfitto in finale da Martin Kližan nel Trofeo Speciale di Monaco di Baviera. In

seguito Fognini disattende le aspettative cedendo in tre set al primo turno del Masters 1000 madrileno a Aleksandr Dolgopolov, e rimediando un imprevisto e deludente k.o. a Roma nel match d’esordio, battuto dal ceco Lukáš Rosol. Al Roland Garros viene sconfitto al terzo turno da Gaël Monfils e poi a Wimbledon perde al terzo turno contro il sudafricano Kevin Anderson. Durante il torneo di Stoccarda non riesce a difendere il titolo, perdendo in semifinale contro Roberto Bautista Agut. Il 17 luglio, viene eliminato al primo turno del torneo di Amburgo, da Filip Krajinović. Durante l’incontro ha apostrofato l’avversario con un insul-

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to di stampo razziale per il quale si è successivamente scusato pubblicamente. Durante il torneo di Umag, non riesce a difendere la finale dell’anno precedente perdendo in semifinale contro l’uruguaiano Cuevas.

La stagione sul cemento nordamericano si apre con una sconfitta al secondo turno alla Rogers Cup di Toronto, per mano di Kevin Anderson.

Retrocesso al 21º posto del ranking, inverte la tendenza negativa arrivando ai quarti del prestigioso Masters 1000 di Cincinnati, dove però si arrende senza mai entrare in partita contro la testa di serie nº 5 Milos Raonic. All’US Open perde al secondo turno contro Adrian Mannarino e con

questa sconfitta chiude la stagione sul cemento nordamericano. Dal 12 al 14 settembre è impegnato nelle semifinali di Coppa Davis contro Roger Federer e Stanislas Wawrinka. Durante la prima giornata perde contro Wawrinka. Il giorno dopo vince il doppio in coppia con Simone Bolelli.

Nella conclusiva giornata perde contro Roger Federer in tre set, mandando la Svizzera in semifinale. Dopo la sconfitta in Davis partecipa all’ATP 500 di Pechino, battuto al primo turno da Ernests Gulbis. La trasferta asiatica si conclude con il Masters 1000 di Shanghai dove perde al primo turno contro il nº 553 del mondo Chuhan Wang. Il 2014 di Fognini

continua con il Valencia Open 500; nel torneo spagnolo si arrende al secondo turno, superato da Andy Murray. Dopo Valencia, Fognini prende parte al BNP Paribas Masters a Parigi Bercy, dove sfrutta un bye al primo turno per poi perdere al secondo turno contro il qualificato Lucas Pouille. Fognini durante una sessione di allenamento. Inizia il 2015 con la Hopman Cup in coppia con Flavia Pennetta, rimediando due sconfitte in singolare e due in doppio. Perde all’esordio sia a Sidney per mano di Del Potro, mentre agli Australian Open è il colombiano González ad estrometterlo in quattro set; in questo torneo ottiene però un risultato stori-

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co in doppio con il compagno Simone Bolelli, sconfiggendo in finale la coppia francese formata da Mahut-Herbert. Si tratta del primo titolo del Grande Slam conquistato da una coppia italiana nell’Era Open, nonché il primo dopo la vittoria al Roland Garros del 1959 conquistata da Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola.

Fognini, grazie a questa vittoria, migliora il suo best ranking in doppio raggiungendo la 18ª posizione. Al torneo brasiliano di San Paolo è testa di serie N° uno: raggiunge facilmente i quarti di finale dove viene sconfitto da Santiago Giraldo dopo che nel secondo set ha servito per portare il match al terzo. Brilla nel seguente

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ATP 500 di Rio de Janeiro, battendo in successione Jiří Veselý, Pablo Andújar, Federico Delbonis e il numero tre del mondo Rafael Nadal; in finale però è costretto a cedere a David Ferrer. Ad Indian Wells, dopo aver avuto un bye al primo turno, viene eliminato da Adrian Mannarino; in doppio invece, sempre in coppia con Bolelli, disputa un ottimo torneo raggiungendo la finale; nel torneo di Miami esce subito all’esordio. Inizia la stagione sulla terra rossa partecipando al Masters 1000 di MonteCarlo dove viene battuto al secondo turno dalla testa di serie nº10 Grigor Dimitrov; in doppio continua a figurare raggiungendo la finale insieme a Simone Bolelli, arrendendosi solo contro i fratelli Bryan nell’ultimo atto. Nel torneo ATP 500 di Barcellona raggiunge i quarti di finale dove cede a Pablo Andujar. Nel turno precedente aveva battuto per la seconda volta Rafael Nadal. Nell’ATP 250 di Monaco di Baviera, dove difendeva una finale, perde al secondo turno contro l’austriaco Dominic Thiem.

Nel Masters 1000 di Roma Fognini raggiunge il terzo turno battendo Johnson e Dimitrov. Cede solo a Tomáš Berdych. Si tratta del miglior risultato al Foro Italico. Al Roland

Garros Fabio batte al primo turno il giapponese Tatsuma Ito, ma al secondo perde dal padrone di casa, il francese Benoît Paire, in un match giocato non al meglio della condizione a causa di un’intossicazione alimentare; in doppio invece disputa un ottimo torneo spingendosi fino alla semifinale sempre in coppia con Bolelli, battuti poi dai gemelli Bryan.

Sia alla Rogers Cup che a Cincinnati esce al primo turno in singolo rispettivamente da Gael Monfils e Thanasi Kokkinakis. Allo US Open approda agli ottavi di finale, suo miglior risultato, battendo Steve Johnson in quattro set, Pablo Cuevas in tre set, Rafael Nadal in 5 set e fermandosi contro Feliciano Lopez in tre parziali. Nel finale di stagione ottiene ancora una finale in doppio, sempre in coppia con Bolelli, perdendola però contro Klaasen e Melo. La coppia italiana, grazie ai risultati ottenuti durante tutto l’anno, si qualifica per le Finali ATP di doppio come quinta coppia del 2015; nel corso del Round Robin Bolelli e Fognini vengono battuti nel match che inaugura il torneo da Jamie Murray e John Peers, poi subiscono una seconda sconfitta dai Bryan raccogliendo poi un ininfluente, ai fini della classifica, successo

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contro Bopanna e Mergea. Anche se non è andata oltre il girone di qualificazione, la partecipazione della coppia italiana rappresenta la prima presenza di un doppio azzurro in questa manifestazione. 2016: l’infortunio e il quarto titolo ATP. Il 2016 del tennista italiano comincia all’Heineken Open di Nuova Zelanda in cui, dopo le iniziali vittorie con João Sousa e Thiemo de Bakker, perde ai quarti di finale contro il francese Jo-Wilfried Tsonga. La settimana dopo, impegnato agli Australian Open, perde al primo turno contro Gilles Müller. Sulla terra rossa dell’Argentina Open perde al primo turno da Federico Delbonis. Al successivo Rio Open si ritira durante il match del secondo turno accusando dolori addominali. L’infortunio si rivela grave e lo costringe a saltare la stagione primaverile americana sul cemento. Rientra in aprile in precarie condizioni di forma al torneo di MonteCarlo, dove perde da Paolo Lorenzi al primo turno. Al Barcelona Open torna al successo eliminando i quotati Youzhny e Troicki, prima di cedere nei quarti a Nadal, che si aggiudicherà il torneo.

All’Open di Monaco supera Marterer, Kukushkin, Kovalík e in semifinale si arrende a Kohlschreiber che

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SPECIALE SPORT Fognini e Flavia Pennetta il giorno del matrimonio.

vincerà il torneo. Il buon momento di forma gli consente di eliminare Tomić al primo turno del Madrid Open e soprattutto, al secondo turno, di giocare alla pari con il numero 6 del mondo Nishikori, cedendo dopo essere stato avanti nel terzo set. Esce al primo turno sia agli Internazionali d’Italia, superato dallo spagnolo Garcia Lopez che all’ATP 250 di Nizza contro lo statunitense Donald Young, che vince. Si presenta al Roland Garros come testa di serie numero 32, ma perde ancora al primo turno da Granollers. Dopo il torneo parigino osserva un mese di sosta, che coincide con il matrimonio con Flavia Pennetta. Rientra per Wimbledon, dove batte al primo turno in 5 set l’argentino Federico Delbonis.

Nel secondo turno affronta la testa di serie numero 22 Feliciano López, venendo sconfitto in 5 set dopo aver vinto i primi due. Torna a vincere un torneo ATP il 24 luglio al Croatia

Open Umag 2016, battendo in finale lo slovacco Andrej Martin per 6-4 6-1. Alla successiva Rogers Cup, Masters 1000 di Montréal perde al secondo turno da Jared Donaldson.

Per la seconda volta partecipa a un’Olimpiade ai Giochi di Rio de Janeiro superando in tre set Víctor Estrella Burgos e Benoit Paire nei primi due turni. Al terzo turno si arrende alla testa di serie numero 2 Andy Murray, che si aggiudicherà il torneo. Al successivo Masters 1000 di Cincinnati perde al primo turno contro l’idolo di casa John Isner. Partecipa quindi agli US Open 2016 battendo in rimonta al primo turno Tejmuraz Gabašvils; al secondo turno perde contro David Ferrer. Allo Shenzen Open supera l’israeliano Dudi Sela al primo turno ma cede al secondo a Miša Zverev. Al fianco dello svedese Robert Lindstedt si aggiudica il torneo di doppio della stessa manifestazione, battendo in finale

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Oliver Marach e Fabrice Martin.

All’ATP 500 di Pechino batte al primo turno Troicki, ma al secondo perde di nuovo contro Ferrer. Al Masters 1000 di Shanghai supera al primo turno il nº 27 ATP Albert RamosViñolas, ma al secondo trova il numero 1 Djokovic, che gli si impone. Il 22 ottobre raggiunge la finale della Kremlin Cup a Mosca battendo al primo turno il lituano Berankis, al secondo Lorenzi, ancora Ramos Vinolas nei quarti e Kohlschreiber in semifinale. Perde poi la finale contro Pablo Carreño Busta, che qualche giorno dopo al primo turno del Vienna Open, lo batte di nuovo. Chiude l’annata ai primi di novembre al Masters 1000 di Parigi Bercy perdendo per la terza volta di fila con Carreño Busta al primo turno. Quello stesso mese annuncia la separazione dal coach Josè Perlas per affidarsi a Franco Davin, ex tennista argentino che ha guidato Gaston Gaudio alla

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vittoria del Roland Garros 2004 considerato l’allenatore storico di Juan Martin del Potro, da lui seguito durante la conquista degli US Open 2009 e della quarta posizione del ranking ATP. La stagione negativa in cui si è anche fermato per l’infortunio e il matrimonio, si chiude con il 49º posto nel ranking ATP. 2017. La stagione inizia con il Sidney International, dove perde in due set al primo turno da Kohlschreiber. Al successivo Australian Open supera in tre set Lopez al primo turno ed esce al secondo per mano di Paire dopo 5 set.

Al primo turno della Coppa Davis, disputato a febbraio in casa dei campioni uscenti argentini, perde il doppio in cinque set con Bolelli ma regala il punto della vittoria all’Italia battendo Guido Pella dopo essere stato in svantaggio di due set. Esce poi al primo turno dell’Argentina Open sconfitto in due set da Robredo che batte qualche giorno dopo al primo turno del Rio Open, ancora in due set. Viene eliminato al secondo da Ramos-Viñolas. Esce quindi al terzo turno in 2 set contro Carreño Busta al Brasil Open 2017, dopo aver eliminato i connazionali Marco Cecchinato e Alessandro Giannessi

nei primi due turni. Inizia la stagione sul cemento all’Indian Wells Masters battendo al primo turno il russo Konstantin Kravčuk in due set. Al turno successivo riesce nell’impresa di eliminare la testa di serie numero 7, il francese Tsonga; viene poi sconfitto al terzo turno dall’uruguayano Cuevas. I miglioramenti palesati in questa parte della stagione trovano grande riscontro al successivo Masters 1000 di Miami. Sconfigge nell’ordine lo statunitense Ryan Harrison, il portoghese testa di serie numero 30 João Sousa, il francese Chardy e lo statunitense Donald Young. Compie l’impresa nei quarti eliminando la testa di serie nº 2 e numero 4 del ranking Kei Nishikori, peraltro alle prese con un problema al ginocchio. Fognini diventa così il primo italiano ad arrivare in una semifinale Masters 1000 sul cemento ed eguaglia il risultato ottenuto sulla terra battuta di MonteCarlo nel 2013, unica volta in cui era giunto ad una semifinale in un Masters 1000. Gli nega la finale Nadal, che approfitta dei troppi errori non forzati del ligure e lo batte. Questi risultati gli consentono di salire al 28º posto del ranking ATP, tornando tra i primi 30 dopo 11 mesi e tornan-

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do ad essere il primo italiano nella classifica. Rinuncia ai quarti di Coppa Davis, persi dall’Italia contro il Belgio, per problemi al polso e per una fascite plantare al piede sinistro.

Esordisce quindi nella stagione in terra battuta al Monte-Carlo Masters venendo eliminato al primo turno dallo spagnolo testa di serie nº 13 Pablo Carreño Busta, che aveva vinto tutti e quattro i precedenti e che era appena entrato per la prima volta in carriera nei top 20 ATP. Il ligure disputa un ottimo incontro, ma ancora una volta commette troppi errori gratuiti. Dopo il Monte-Carlo partecipa al Gazprom Hungarian Open come terza testa di serie e quindi passando al secondo turno, ma viene sconfitto in tre set da Andrej Kuznecov[. La settimana successiva come testa di serie numero quattro partecipa al BMW Open, dove difendeva la semifinale dell’anno precedente, ma viene sconfitto all’esordio dal qualificato Guido Pella. A Madrid supera al primo turno il portoghese João Sousa e al secondo affronta Nadal, reduce dai trionfi di MonteCarlo e Barcellona. Spreca diverse occasioni per vincere il primo set, vince facilmente il secondo e si arrende al terzo, dopo quasi tre ore di gioco. Nadal in seguito vincerà anche questo torneo senza perdere altri set.

Agli Internazionali d’Italia, dopo aver superato al primo turno la giovane wild card Matteo Berrettini, trova al secondo turno il numero uno del mondo e campione uscente Andy Murray[34]. Fognini conferma le ottime impressioni destate a Madrid e travolge lo scozzese giocando un incontro che Repubblica definisce un capolavoro. Perde poi al turno successivo da Alexander Zverev, che si aggiudicherà il torneo, con un doppio 6-3, in un match in cui ligure è apparso nervoso e falloso. Al primo turno del Roland Garros batte in 5 set Frances Tiafoe, al secondo ha la meglio su Andreas Seppi e nel turno successivo contro Stan Wawrinka, dopo un primo set combattuto vinto dallo svizzero, cede.

Torna in campo a Wimbledon, battendo Dmitrij Tursunov al primo turno e Jiří Veselý al secondo. Nel terzo turno viene sconfitto da Murray, dopo aver sprecato 5 set-point nel quarto set. E adesso come procederà il nostro campione di Arma di Taggia?

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