LA DISTRUZIONE DELLA SOLFORATA STORIA DELL’ANTICO LAGO CARO ALLA NINFA ALBUNEA Nel VII libro dell’Eneide, Virgilio racconta che all’approssimarsi dello sbarco di Enea nel Lazio, Re Latino preammonito da prodigi, andò ad interrogare l'oracolo di Fauno e postosi a dormire davanti alla caverna del dio, avvolto nelle pelli delle pecore appena uccise nel sacrificio, gli fu preannunciata la fondazione e la futura gloria di Roma. Fauno era infatti, in quelle antichissime comunità agricole e pastorali, il terribile dio della forza generatrice della natura, il padre dei boschi e delle messi, il nemico dei lupi: lui per primo aveva insegnato a coltivare i campi e con Pico e Saturno, suoi padri, era l'origine stessa, il padre ed il re degli Aborigeni, la divinità tutelare di queste prime comunità agricole e pastorali.
Figura 1 – Stralcio della Carta de Cacciatori (1547) di Eufrosino della Volpaia con il territorio compreso tra la Solforata e Pratica di Mare. Si noti in alto il piccolo lago sotto la torre della “Solferata” a destra sono visibili i casali di “Cerqueto” e “Sant’Abrocolo”, oggi Santa Procula. In basso si trovano S. Petronella e Patrica.
Il luogo del mito, la Solforata, frequentato fin dalla preistoria e così legato alle origini stesse di Roma, era fino a pochi anni fa ancora isolato e sperduto nella Campagna Romana. In età antica fu un luogo molto suggestivo, di grandi e rigogliose foreste millenarie nei pressi di una conca dove si trovava un antichissimo lago bianco ribollente di zolfo, residuo dell’attività vulcanica dei Colli Albani. Il luogo infatti si formò agli inizi dell'era quaternaria, con lo stratificarsi delle ceneri e dei tufi di origine lavica eruttati dai Colli Albani verso il mare. Quando le prime popolazioni latine si affacciarono nella regione, questo cratere non era ancora del tutto estinto ed il tetro nitore del lago, coperto dall'antichissima selva, il risuonare delle sorgenti solfuree, i caldi miasmi delle esalazioni vulcaniche, tutto concorreva a riempire di timore le antichissime popolazioni del Lazio, che riconobbero in queste acque la sede infernale della ninfa Albunea e anche oggi nell'antro che si apre sui suoi fianchi si identifica la dimora di Fauno. Questa era la sede italica del suo oracolo, ed egli rendeva i responsi per mezzo di sogni. In età arcaica, sulla piccola collina dominate l’antico lago venne edificato un villaggio con un edificio sacro, mentre durante l’Impero l’area rientrò fra le proprietà della famiglia dei Calvisii.
Figura 2 – Incisione a bulino realizzata nel 1824 da Karl Frommel con la veduta della zona di “Albunea. Lago di acqua dolce”. Sulla destra è visibile il casale di Solforata ed in lontananza la collina di Castel Savello; sullo sfondo i Colli Albani. In fondo alla zona valliva le colline con la torre Spaccata all’epoca ancora ben conservata.
Questa porzione di Campagna Romana era attraversata già in antico da ben due strade, la prima delle quali congiungeva le terre di Lavinium, la città fondata mitologicamente da Enea, con i territori dell’antica Alba longa – percorso ricalcato grossomodo dall’odierna via dei Castelli Romani - mentre la seconda era costituita dall’antico tracciato della via Ardeatina. Durante l’VIII secolo, i pontefici decisero la rifunzionalizzazione di queste terre, a causa di eventi di portata internazionale – l’espansione longobarda in Italia, quella mussulmana in Africa, quella slava in Dalmazia e nell'Illirico, nonché la decisione dell’imperatore Costantino V di togliere alla Sede di Roma la Calabria e la Sicilia – che portarono alla conseguente riduzione della capacità produttiva a sostegno della popolazione di Roma e spinsero la Chiesa all’istituzione delle Domuscultae. La Domusculta era un esteso aggregato di fondi patrimoniali che invece di essere dati in locazione a singoli concessionari, erano ordinati entro una particolare circoscrizione amministrativa gestita direttamente da funzionari
Sede legale: Via di Tor del Vescovo 09, 00071 Pomezia (RM) (+39) 338 9109016 www.latiumvetus.it associazionelatiumvetus@gmail.com
Iscrizione Ag. Entrate Roma 6 n° 1072 del 16 febbraio 2012 - C.F. 97685900587