Le osservazioni delle associazioni ambientaliste di Pomezia contro Intereco Servizi

Associazione Latium Vetus Via di Tor del Vescovo 09, Pomezia 00071 (RM) Cel. (+39) 338 9109016 associazionelatiumvetus@gmail.com associazionelatiumvetus@pec.it Alla REGIONE LAZIO Direzione Regionale Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti Area Valutazione di Impatto Ambientale Viale del Tintoretto, 432 00142 Roma val.amb@regione.lazio.legalmail.it protocollo@regione.lazio.legalmail.it Pomezia, 10/02/2019 Raccomandata firmata digitalmente e trasmessa via P.E.C. unitamente alla allegata relazione di 13 pagine e a num. 83 firme di altrettanti cittadini di Pomezia Oggetto: Osservazioni all’Istanza di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell'art. 19 del D. Lgs.152/2006 e s.m.i. per l'"Impianto di recupero rifiuti non pericolosi ai sensi degli artt. 214 e 216 del D. Lgs.152/2006 e s.m.i. e del D.M. 05/02/1998 e s.m.i.", Comune di Pomezia (RM), località via Naro Proponente INTERECO SERVIZI S.r.l. - Registro elenco progetti: n. 070/2018; Io sottoscritto Giacomo CASTRO, rappresentante legale dell’Associazione di promozione sociale denominata Associazione Latium Vetus, iscritta all’Agenzia delle Entrate - Roma 6, tramite atto n° 1072 del 16 febbraio 2012 - C.F. 97685900587, con sede legale al civico 09 di via di Tor del Vescovo, 00071 Pomezia (RM), iscritta all’albo Regione Lazio delle Associazioni di Promozione Sociale tramite Det. Dir. B02770 del 02/07/2013 portatrice di interessi diffusi nella tutela e valorizzazione dei beni del patrimonio culturale, paesaggistico ed ambientale afferente all’area di Roma, della Campagna Romana e del Lazio antico ai sensi dell’Art. 02 del proprio Statuto, PREMESSO CHE in data 28/12/2018 la Regione Lazio trasmetteva la comunicazione a norma dell'art. 19, commi 3 e 4 del D.lgs. 152/2006 e s.m.i. nella quale si comunicava che la Società proponente INTERECO SERVIZI S.r.l. in data 17/12/2018 aveva inoltrato richiesta di attivazione della procedura di Verifica di assoggettabilità a V.I.A. ai sensi dell'art. 19, parte 11 del D.lgs. 152/2006 e s.m.i. ed in conseguenza di ciò dava informazione dell'avvenuta pubblicazione nel sito web dell'Area V.I.A., dello Studio Preliminare Ambientale e della documentazione a corredo del progetto, come previsto dal c.3 dell'art. 19 del citato decreto; CONSIDERATO CHE il personale tecnico e i cittadini del C.d.Q di Via Naro, dell’Associazione Latium Vetus, dell’Associazione culturale Tyrrhenum e del gruppo Cittadini No Biogas Pomezia hanno preso visione della documentazione relativa alla procedura di cui in oggetto e dopo un accurato ed approfondito studio dello S.P.A., di tutti gli elaborati, dei vincoli esistenti con particolare riguardo a quelli che devono garantire la tutela paesaggistica ed ambientale, del patrimonio culturale, della salute umana e della qualità della vita dell’area interessata da tale progetto; INVIO Sede legale: Via di Tor del Vescovo 09, 00071 Pomezia (RM)  (+39) 338 9109016

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le osservazioni riguardanti l'Istanza di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. per l' "Impianto di recupero rifiuti non pericolosi ai sensi degli artt. 214 e 216 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. e del D.M. 05/02/1998 e s.m.i.", Comune di Pomezia (RM), località via Naro Proponente INTERECO SERVIZI S.r.l. - Registro elenco progetti: n. 070/2018 che si sono concluse con la richiesta ampiamente motivata di esprimere pronuncia di rinvio del progetto a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi del D.lgs. 152/2006 e s.m.i.;

2 Indichiamo fin da ora che sulla base di nuovi elementi tecnici sarà nostra cura presentare ulteriori osservazioni oltre quelle di seguito elencate ed ordinate per argomento.

Giacomo CASTRO Rappresentante legale Ass. Latium Vetus

Per il Comitato di Quartiere di Via Naro: (Sig. Genesino DI GIULIO)

Per l’Associazione culturale Tyrrhenum: (Sig.ra Francesca Romana CAPONECCHI)

Per il gruppo “Cittadini No Biogas Pomezia”: (Sig. Diego CASUBOLO)

Sede legale: Via di Tor del Vescovo 09, 00071 Pomezia (RM)  (+39) 338 9109016

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RELAZIONE ALLEGATA alla nota avente oggetto “Osservazioni all’Istanza di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell'art. 19 del D. Lgs.152/2006 e s.m.i. per l'"Impianto di recupero rifiuti non pericolosi ai sensi degli artt. 214 e 216 del D. Lgs.152/2006 e s.m.i. e del D.M. 05/02/1998 e s.m.i.", Comune di Pomezia (RM), località via Naro Proponente INTERECO SERVIZI S.r.l. - Registro elenco progetti: n. 070/2018;” OGGETTO DELLA PROPOSTA ED AREA DI INTERVENTO La Società proponente della proposta in esame è la INTERECO SERVIZI S.r.l. - C.F./P.I. 04185561000 con sede legale nel Comune di Pomezia, via Trieste, 12, 00071 Pomezia (RM) che ha presentato in data 20 luglio 2016 al SUAP del Comune di Pomezia istanza di Autorizzazione Unica Ambientale, ai sensi e per gli effetti del D.P.R. 59/13, ai fini della nuova autorizzazione e della costruzione di un nuovo stabilimento per il trattamento dei rifiuti non pericolosi ai sensi dell’art. 216 e per le emissioni in atmosfera ai sensi dell’ art. 269.

La potenzialità complessiva dell’impianto dichiarata è di 206.148,00 t/a per la messa in riserva (R13), mentre è di 48.000 t/a per riciclo e recupero (R3-R4), con riferimento a 8 ore di lavoro giornaliero, 300 giorni/annui (Cfr.: All.to AUA 2 – Relazione Tecnica).

Le operazioni di recupero previste nell’impianto cosi come classificate agli allegati del D.lgs. 152/2006 sono:   

R3 Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche) R4 Riciclaggio/recupero dei metalli e dei composti metallici R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti).

I quantitativi di rifiuti trattati nell’impianto che costituiscono oggetto della istanza di Autorizzazione Unica Ambientale ammontano complessivamente a 38.600 tonnellate/anno, di cui 36.500 tonnellate/anno di R13 e 2.400 tonnellate/anno di R3 + R4, così ripartite in dettaglio:  

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8.000 tonnellate/anno “Rifiuti di carta, cartone, cartoncino, inclusi poliaccoppiati anche di imballaggi” di cui: CER 150101, CER 150105, CER 150106, CER 200101; (R13) 2.000 tonnellate/anno “Rifiuti di carta, cartone, cartoncino, inclusi poliaccoppiati anche di imballaggi” di cui: CER 150101, CER 150105, CER 150106, CER 200101; (R3 ridotte a 1.300) 4.500 tonnellate/anno “Imballaggi, vetro di scarto” di cui: CER 170202, CER 200102, CER 150107, CER 191205, CER 160120; (R13) 1.000 tonnellate/anno “vetro di scarto e frammenti di vetro da ricerca medica e veterinaria” di cui: CER 200102, CER 150107; (R13) 3.800 tonnellate/anno “rifiuti di ferro, acciaio e ghisa” di cui: CER 120102, CER 120101, CER 160117, CER 150104, CER 170405; (R13) Sede legale: Via di Tor del Vescovo 09, 00071 Pomezia (RM)  (+39) 338 9109016

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2.000 tonnellate/anno “rifiuti di metalli non ferrosi o loro leghe” quantità complessiva dichiarata di cui: CER 150104, CER 200140, CER 191203, CER 120103, CER 120104, CER 170401, CER 191002, CER 170402, CER 170403, CER 170404, CER 170406, CER 170407; (R13) 2.000 tonnellate/anno “parti di mezzi mobili rotabili per trasporti terrestri prive di amianto e risultanti da operazioni di messa in sicurezza autorizzate ai sensi dell’art.28 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e successive modifiche e integrazioni” di cui: CER 160122, CER 160106; (R13) 200 tonnellate/anno “apparecchi elettrici, elettrotecnici ed elettronici, rottami elettrici ed elettronici contenenti e non metalli preziosi” di cui: CER 160214, CER 160216, CER 200136; (R13) 200 tonnellate/anno “apparecchi elettrici, elettrotecnici ed elettronici, rottami elettrici ed elettronici contenenti e non metalli preziosi” di cui: CER 160214, CER 160216, CER 200136; (R4 portata a 50) 4000 tonnellate/anno “rifiuti plastica; imballaggi usati in plastica compresi i contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori per fitofarmaci e per presidi medico - chirurgici” di cui: CER 020104, CER 150102, CER 170203, CER 200139, CER 191204; (R13) 200 tonnellate/anno “rifiuti plastica, imballaggi usati in plastica compresi i contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori per fitofarmaci e per presidi medico - chirurgici” di cui: CER 020104, CER 150102, CER 170203, CER 200139, CER 191204; (R3) 2200 tonnellate/anno “sfridi, scarti, polveri e rifiuti di materie plastiche e fibre sintetiche” di cui: CER 070213, CER 160119, CER 160216, CER 170203; (R13) 2950 tonnellate/anno “rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali, purché privi di amianto” di cui: CER 170101, CER 170102, CER 170103, CER 170802, CER 170107, CER 170904, CER 200301; (R13) 3000 tonnellate/anno “scarti di legno e sughero, imballaggi di legno” di cui: CER 030101, CER 030105, CER 150103, CER 170201, CER 200138, CER 191207, CER 200301; (R13) 1000 tonnellate/anno “scarti di legno e sughero, imballaggi di legno” di cui: CER 030101, CER 030105; (R13)

TIPOLOGIA E UBICAZIONE (DALL’ISTANZA DI ASSOGGETTABILITÀ A V.I.A.) Il proponente dichiara nello S.P.A. che l’impianto in oggetto è ubicato nel territorio del Comune di Pomezia (RM), in un terreno distinto in Catasto al foglio n. 9, particella n. 456, sito in Via Trieste n.12, in località “Via Naro”, ad una quota di circa 94 metri.

Il centroide del sito oggetto di studio ha le seguenti coordinate espresse in latitudine Nord (distanza angolare dall'equatore verso Nord) e longitudine Est (distanza angolare dal meridiano di Greenwich verso Est) (WGS’84): N 41,6905°, E 12,4959°.

In punto di metodo è anzitutto necessario premettere che a differenza di quanto preso atto dalla Regione Lazio tramite Determinazione 21 novembre 2018, n. G14913 avente ad oggetto “Procedura di Valutazione preliminare ai sensi dell'art. 6, comma 9, del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. per l'istanza relativa Sede legale: Via di Tor del Vescovo 09, 00071 Pomezia (RM)  (+39) 338 9109016

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all' "Impianto di recupero rifiuti non pericolosi ai sensi degli artt. 214 e 216 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. e del D.M. 05/02/1998 e s.m.i.", Comune di Pomezia, Via Trieste n. 12 Società INTERECO SERVIZI S.r.l.” il progetto in esame non può essere considerato ricadente nel caso specifico di "adeguamento tecnico" di un impianto esistente, come infatti provato nell’istanza di Autorizzazione Unica Ambientale, presentata dalla Intereco Servizi S.r.l. ai sensi e per gli effetti del D.P.R. 59/13, ai fini della nuova autorizzazione alla costruzione di un nuovo stabilimento ai sensi dell'art. 269, comma 2 del D.lgs. 152/2006 che avrà un punto di emissione, denominato E/1 dovuto all’azione di compattazione con pressa, fornito di sistema di abbattimento, e le emissioni diffuse dovute all’attività di gestione rifiuti svolte nello stabilimento.

La Determinazione 21 novembre 2018, n. G14913 emessa dalla direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, stabilisce invece correttamente che l'impianto ricade in maggior parte in "zona D industriale interessata da strada", di cui alla Zona industriale Comp. "C" di cui al F. n. 9 particella 456, ma anche in parte in "Zona H agricola" di P.R.G. vigente; catastalmente individuate al F. n. 9, particelle n. 607, 777, 778. Si evidenzia invece che lo studio preliminare ambientale si limita a prendere in considerazione come oggetto della valutazione la sola particella 456, seppure le rimanenti particelle sono interessate da interventi per la messa in opera dello scarico delle acque di seconda pioggia nel sottostante Fossato del Fontanile, rientrante nella Riserva naturale regionale di Decima Malafede.

RAPPORTI FRA V.I.A. E A.U.A. Come asseverato nella Determinazione regionale 21 novembre 2018, n. G14913, l'impianto ricade nella tipologia progettuale di cui alla lettera z.b, punto 7 dell'Allegato IV del D.lgs. 152/2006 e s.m.i.

"Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/g, mediante operazioni di cui all'All. C, lettere da R I a R9, della Parte IV del D.lgs. 152/2006 e s.m.i. e come tale ha l’obbligo di ottenere la compatibilità ambientale o similare in seguito all’iter di valutazione ambientale ovvero assoggettabilità alla stessa.

Va quindi stigmatizzato negativamente quanto dichiarato dal proponente nell’istanza di Autorizzazione Unica Ambientale rilasciata dalla Città Metropolitana di Roma secondo cui “l’impianto di cui sopra non è soggetto alle disposizioni in materia di autorizzazione integrata ambientale (AIA), e che l’attività non è soggetta a VIA ai sensi dell’art. 20 del D.lgs. 152/06…”, che come tale costituisce erronea premessa dell’A.U.A. rilasciata in data 04/10/2017.

Peraltro la Valutazione di Impatto ambientale, ovvero l’assoggettabilità alla stessa, costituisce premessa necessaria per l’ottenimento del titolo abilitante all’esercizio di impianti di cui alla lettera z.b, punto 7 dell'Allegato IV del D.lgs. 152/2006 e s.m.i. Tale necessario iter procedurale - la cui violazione non può che configurare un insuperabile vizio contra legem dell’A.U.A. stessa - ha portato la Città metropolitana di Roma ad avviare il procedimento di divieto e di sospensione dell’autorizzazione unica ambientale ai sensi degli artt. 7 e 8 della Legge 241/1990 e s.m.i., successivamente archiviato per la riduzione delle potenzialità di recupero dell’impianto, affinché l’attività non ricada in verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell’art. 19 del D.lgs. 152/2006 e s.m.i.

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Come tale, l’iter della V.I.A. deve configurarsi come assolutamente autonomo ed indipendente rispetto agli esiti dell’A.U.A. – peraltro come visto errati già in premessa – e di conseguenza anche i relativi studi e le relazioni debbono essere assolutamente distinti giacché aventi scopi stabiliti dalla legge del tutto diversi.

Come stabilito all’allegato IV bis della Parte seconda del D.lgs. 152/2006, i contenuti dello Studio Preliminare Ambientale di cui all’articolo 19, devono comprendere 1. Descrizione del progetto, comprese in particolare: a) la descrizione delle caratteristiche fisiche dell’insieme del progetto e, ove pertinente, dei lavori di demolizione; b) la descrizione della localizzazione del progetto, in particolare per quanto riguarda la sensibilità ambientale delle aree geografiche che potrebbero essere interessate.

2. La descrizione delle componenti dell’ambiente sulle quali il progetto potrebbe avere un impatto rilevante.

3. La descrizione di tutti i probabili effetti rilevanti del progetto sull’ambiente, nella misura in cui le informazioni su tali effetti siano disponibili, risultanti da: a) i residui e le emissioni previste e la produzione di rifiuti, ove pertinente; b) l’uso delle risorse naturali, in particolare suolo, territorio, acqua e biodiversità.

OSSERVAZIONI In considerazione della documentazione fornita dal proponente, primo fra tutti lo studio preliminare ambientale (di seguito S.P.A.), ovvero dei rilevanti quantitativi di rifiuti movimentati, trattati e messi in riserva nell’area de qua, si ritiene che il progetto in esame presenti numerose criticità, ovvero che la realizzazione dello stesso potrebbe comportare ricadute negative e significative sull’ambiente circostante rispetto alla situazione attuale, pur essendo l’area collocata all’interno di un sito produttivo, limitrofa tuttavia al territorio tutelato del Parco Regionale di Decima Malafede, in una zona caratterizzata da notevoli criticità urbanistiche che potrebbero costituire inoltre motivo di rischio per la salute pubblica non in linea con il principio di precauzione imposto dalla legislazione italiana ed europea. a) LACUNOSITA’ DELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE Va anzitutto rimarcato che nello studio preliminare ambientale non si rilevano elementi sufficienti per un adeguato inquadramento delle potenziali criticità determinate dalla realizzazione del progetto: sovente infatti il contenuto dello studio preliminare ambientale rimanda alla relazione tecnica della A.U.A. e suoi allegati non valutando – in difetto dell’art. 03 dell’allegato IV bis della Parte seconda del D.lgs. 152/2006 - tutti i probabili effetti rilevanti del progetto sull’ambiente, nella misura in cui le informazioni su tali effetti siano disponibili, risultanti da: b) i residui e le emissioni previste e la produzione di rifiuti, ove pertinente; c) l’uso delle risorse naturali, in particolare suolo, territorio, acqua e biodiversità.

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È ad esempio il caso dell’utilizzo e consumo di risorse ambientali (pag. 10 dello S.P.A.) ove il proponente dichiara che “durante il processo di lavorazione viene utilizzata l’acqua per i servizi igienici, per l’abbattimento delle polveri e per l’irrigazione delle aree verdi, così come esposto al rilascio dell’AUA. … Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Tecnica presentata in sede di richiesta di AUA e allegata alla presente istanza di valutazione preliminare (ALLEGATO AUA 2 – Relazione Tecnica)”.

Ovvero per l’Inquinamento e i disturbi ambientali, il proponente dichiara nello S.P.A. che “per le fonti di inquinamento e di disturbo ambientale e per la gestione dell’impianto si rimanda alla Relazione Tecnica allegata all’AUA”.

Per quanto attiene le emissioni in atmosfera, il proponente dichiara nello S.P.A. che l’attività prevede emissioni diffuse e convogliate in atmosfera, pertanto sono prevedibili impatti sull’atmosfera, di conseguenza verranno effettuate una serie di opere di mitigazione per questo impatto, come ad esempio imporre ai mezzi all’ingresso e all’uscita di mantenere una bassa velocità (a passo d’uomo) per evitare che la movimentazione dei veicoli possa creare un sollevamento di polveri moleste. Non si rinvengono valutazioni all’interno dello S.P.A. relative alla sufficienza e all’efficacia delle misure di mitigazione previste e infine “si rimanda alla Relazione Tecnica Emissioni allegata all’istanza di AUA (ALLEGATO AUA 5 – Relazione Tecnica Emissioni).” (pag. 13 dello S.P.A.) In riferimento all’Impatto sul paesaggio, il proponente dichiara che “tutte le attività sono già autorizzate dall’AUA in essere - tale affermazione risulta erronea per un duplice ordine di motivi; il primo è relativo all’insussistenza attuale dell’A.U.A. (in seguito alla riduzione dei quantitativi in ingresso nell’impianto, che se non fosse occorsa avrebbe comportato la sospensione della stessa), e in secondo piano, ma non meno importante sta proprio quell’inversione procedurale di cui si faceva poc’anzi menzione che porrebbe erroneamente l’A.U.A. a sostegno della V.I.A. - e non sono previste nuove opere strutturali; pertanto non sono prevedibili impatti sul paesaggio – il proponente vuole forse far credere che l’accumulo e la messa in riserva dei rifiuti trattati negli spiazzali aperti non comporterà un impatto sul paesaggio, ovvero che non ci sarà un impatto a carico dei valori paesaggistici tutelati ex lege nel limitrofo territorio tutelato della Riserva naturale Regionale di Decima Malafede? - di conseguenza non verranno effettuate opere di mitigazione per questo impatto”.

Infine, per quanto attiene la presenza di case sparse, edifici sensibili, e centri abitati nelle immediate vicinanze, lo S.P.A. non fornisce adeguate planimetrie che permettano di valutare le effettive distanze né gli impatti a carico di questi. Basterà ricordare l’assenza nello S.P.A. di qualsiasi valutazione circa gli impatti relativa alla civile abitazione contigua all’impianto (circa 40 metri). Un’unica planimetria si rinviene a pag. 7 della Relazione Tecnica Previsionale di Impatto Acustico allegata all’A.U.A. – e non nello S.P.A. b) ELEMENTI CRITICI INERENTI VIABILITA’ ED URBANISTICA Relativamente all’esame del contesto territoriale, risultano essere presenti nell’immediato intorno di localizzazione dell’impianto in progetto, oltre agli edifici di tipo industriale, aree agricole ed edifici di tipo residenziale. Si identificano case sparse a circa 40 mt e 180 mt dal sito dell’impianto (Figura 1). Due palazzine multipiano di civile abitazione con area parcheggio sono collocate a circa 200 mt dall’impianto su via Trento (Figura 2). A circa 300 mt è Sede legale: Via di Tor del Vescovo 09, 00071 Pomezia (RM)  (+39) 338 9109016

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presente un edificio sensibile, la Casa di riposo “Parco degli Ulivi”, con numerosi posti letto, parcheggio ed aree esterne. Val bene ricordare che la presenza di edifici sensibili è considerato fattore escludente nel piano dei rifiuti della Regione Lazio, tale aspetto non risulta adeguatamente considerato nello studio, e soprattutto non risultano per nulla analizzati gli impatti a carico di questa struttura e dei suoi occupanti (Figura 3); Alle spalle di questa si sviluppa (tra i 300 mt e i 700 mt di distanza) il PdR di via Naro rappresentato dall’omonimo quartiere, con edifici residenziali e civili abitazioni a più piani e giardini. A 400 mt si trovano diversi centri commerciali che insistono sulla S.R. 148 Via Pontina. Infine, a 600 mt, sorge l’Hotel “Antonella”, polo congressuale con numerosi posti letto, il cui ingresso è ubicato sempre sulla S.R. 148 Via Pontina.

Figura 1 – Situazione stradale e distanze fra l'impianto in esame e i principali elementi di interesse quali edifici sensibili – cerchiati in verde - case sparse e centro abitato – evidenziati in rosso.

La viabilità risulta essere estremamente critica in quanto grava interamente su una singola arteria di 10 mt di larghezza, via Naro, sulla quale convergono tutti i residenti del quartiere di via Naro, tutte le industrie della zona nonché il traffico che dalla S.R. 148 Via Pontina converge su via dei Castelli Romani in direzione Laurentina – Albano Laziale, evitando così il centro di Pomezia.

L’accesso da via Naro all’area dell’impianto de quo risulta essere ancora più critico in quanto avviene tramite due singole strade, Via Trieste e via Trento, che in realtà costituiscono un anello senza soluzione di continuità convergente su via Naro. Queste due strade secondarie non arrivano nemmeno ad 8 metri di larghezza. Su via Trento inoltre affacciano una serie di palazzine – per nulla menzionate nello studio preliminare ambientale - e la necessità dei condomini di parcheggiare sulla strada impedisce il transito di due autoarticolati ovvero di due camion compattatori in direzione

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contraria – su via Trieste questo risulta comunque disagevole. Per entrambe le strade Il manto stradale versa in pessimo stato. (Figura 4)

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Figura 2 - Due palazzine multipiano di civile abitazione con area parcheggio collocate a circa 200 mt dall’impianto lungo via Trento.

Figura 3 - La Casa di riposo “Parco degli Ulivi”, a circa 300 mt dall’impianto in esame. Si noti alle spalle di questa struttura il quartiere densamente abitato di via Naro.

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Figura 4 - L'imbocco di via Trento in direzione dell'impianto. Si nota il grave stato di deterioramento del manto stradale e le numerose auto parcheggiate sul ciglio destro della strada. Più avanti a destra una delle palazzine residenziali a circa 200 mt dall’impianto.

c) EFFETTO CUMULO E PRESCRIZIONI URBANISTICHE INERENTI LA SALUTE PUBBLICA La probabile lacunosità dello studio preliminare ambientale emerge oltre che per quanto attiene le “Zone a forte densità demografica” anche per il “Cumulo con altri progetti”, ovvero le “Zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla normativa dell’Unione europea sono già stati superati”. A pag. 10 dello S.P.A, circa le “interferenze con attività limitrofe”, il proponente trae le sue mosse da due considerazioni, ovverossia che “l’attività è già in possesso di autorizzazione alla gestione dei rifiuti” – si è già detto in proposito alla mancanza di pregio di tale assunto – e che “le attività presenti nelle immediate vicinanze sono di carattere industriale” – ed anche tale premessa appare smentita dalle considerazioni riportate sopra - ed invero non riporta nello S.P.A. l’incendio avvenuto in data 04/03/2018 – appena 11 mesi fa - che ha distrutto il vicinissimo stabilimento della Pomezia Pneumatici in via Trieste 06. Parimenti non compare nello studio l’incendio che ha distrutto l’impianto della ‘Eco X’ in data 05 maggio 2017, e cosi nemmeno quello che coinvolse il supermercato Pratiko (11/02/2016) e ancor meno appaiono evidenziate le interferenze e l’effetto cumulo fra il nuovo progetto e questi tragici fatti che hanno comportato rilasci inquinanti nell’ambiente.

Va invece rimarcato con forza che il progetto in esame appare rientrante fra le industrie di prima classe dell’elenco delle industrie insalubri di cui al D.M. 5 settembre 1994 ai sensi dell’art. 216 del testo unico delle leggi sanitarie, sia per quanto riguarda i prodotti e i materiali trattati “Rifiuti solidi e liquami - depositi ed impianti di depurazione, trattamento” sia per quanto attiene le attività industriali, fra le quali il “Deposito e demolizione di autoveicoli ed altre Sede legale: Via di Tor del Vescovo 09, 00071 Pomezia (RM)  (+39) 338 9109016

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apparecchiature elettromeccaniche e loro parti fuori uso (e recupero materiali)” – all’interno del sito in esame sono infatti presenti automobili demolite e parti di esse. A tale fine appare utile richiamare la Deliberazione della giunta regionale 19 ottobre 2007, n. 773 avente ad oggetto "Comune di Pomezia (Rm). Variante al piano particolareggiato esecutivo del comparto industriale "C”. Delibera di consiglio comunale n. 92 del 05 agosto 2003. Approvazione", cogente sull’area in esame e nella quale si riporta la nota del 10/10/2005 con la quale l'Azienda Usl Roma H - dipartimento di prevenzione - Servizio Igiene Sanità Pubblica - ha espresso parare di massima favorevole alle condizioni e con le osservazioni generali di seguito parzialmente riportate: “sia attentamente e correttamente valutata la collocazione di stabilimenti ed impianti industriali sul territorio, tenendo ben conto di quello che potrà o è già realizzato nelle immediate vicinanze e in particolare: siano previste idonee distanze di salvaguardia nella previsione di attività insalubri ai sensi dell'art. 216 del TULLSS così come classificate dal DM 05/09/1994, nelle aree D includenti, pur se fuori dai piani (in particolare i piani A-B-C-E-G), insediamenti abitativi esistenti, nelle aree SP (deroghe contemplate dall'art. 7 delle NTA) e nelle aree AC adiacenti alle aree D e DP, in particolare dove siano previste strutture vulnerabili come scuole materne, asili nido o strutture sanitarie. A tale proposito è d'obbligo evidenziare i punti dell'art. 6 e dell'art. 7 delle NTA dei Comparti A-B-C-D-E-F-G-H-LM che prevedono in tali comparti, la presenza di "industrie non nocive o rese tali dalla ASL". Premesso che il concetto di nocività non può essere consentito neanche temporaneamente, nel caso delle industrie insalubri così come classificate dal DM 05/09/1994, si chiarisce che, pur adottando tutti gli accorgimenti tecnici o speciali cautele, che le rendono meno inquinanti tali industrie non perdono le caratteristiche "potenziali di insalubrità". È, ad esempio, sufficiente che uno dei sistemi installati a contenimento delle proprie emissioni nocive subisca un guasto, o che si verifichi una sua diminuzione di efficienza, perché l'industria torni immediatamente a risultare ciò che non è mai cessata di essere: "una industria insalubre, potenzialmente pericolosa per il vicinato". Per cui tali insediamenti pur nel rispetto delle norme vigenti anche dopo l'adozione di speciali cautele, devono comunque considerarsi potenzialmente pericolose e non può essere certo la ASL a renderle non nocive”. d) VICINANZA DELLA RISERVA NATURALE DI DECIMA MALAFEDE Per quanto attiene la localizzazione dell’impianto il proponente riporta nello S.P.A. che: “L’impianto non ricade in nessuna area protetta. L’impianto secondo la tavola B29 ricade in prossimità di aree boscate ed è situato ad una distanza di 150 metri circa da un’area classificata come “Parchi e riserve naturali” (per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo 4.2.3 – punto 10).”

“Come evidenziato dal P.T.P.R. tav. B29, riportata nell’elaborato grafico di inquadramento allegato, l’area in esame non ricade in zone di importanza culturale-paesaggistica.”

“Non si rilevano nella prossimità del sito oggetto di studio aree destinate alla produzione agricola di particolare qualità.” (pag. 14 dello S.P.A.) “La zona adiacente all’impianto presenta infatti un’alta pressione di origine antropica con la presenza di insediamenti industriali; l’antropizzazione, ha portato un elevato consumo di suolo; dunque, la valenza naturalistica degli ecosistemi che costituiscono l’ambiente in esame può essere definita a medio/bassa naturalità.”

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“Per quanto concerne gli aspetti floristico-vegetazionali, si può affermare che le forme naturali risultano del tutto marginali o residuali non essendo presenti fitocenosi di particolare valore o fasce boscate; non sussiste comunque alcuna interferenza fra quanto in progetto e l’utilizzo agricolo del suolo. (pag. 55 dello S.P.A.)” Infine, al paragrafo 4.4.1.5 “Presenza di aree protette e siti Natura 2000 nel raggio di 3 km” è indicato che “in riferimento alla tipologia di impianto, non sono prevedibili interferenze con le aree naturali protette”.

Si contestano con forza quanto asseverato dal proponente e testé riportato in quanto in area limitrofa al sito considerato - proprio nella forra sottostante – corre il confine della APR 27 (Aree Naturali Protette di Interesse Regionale) Riserva Naturale Decima / Malafede. In tale ambito protetto scorre il fosso del Fontanile – tributario del fosso di Malafede a sua volta affluente del Fiume Tevere - entro il quale l’impianto sverserà gli scarichi di seconda pioggia. Va inoltre richiamato il fatto che l’impianto in oggetto è proprio in diretto affaccio paesaggistico verso l’area protetta e tale localizzazione ne costituisce un potenziale fattore di rischio - rischi che come già detto il proponente non ha minimamente evidenziato né valutato. (Figura 5) Va inoltre riportato il fatto che fra gli enti coinvolti nella valutazione del progetto in sede di A.U.A. non rientrano né la Soprintendenza speciale di Roma né la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Provincia di Viterbo, l’Area metropolitana di Roma e l’Etruria Meridionale, enti periferici del Ministero dei beni e delle attività culturali, competenti per territorio proprio nella tutela e nella salvaguardia di quei valori identitari paesaggistici e culturali a rischio con il progetto de quo. Tale prassi costituisce agli occhi degli scriventi un vulnus alla necessaria tutela dei valori culturali e paesaggistici posti potenzialmente a rischio dal progetto in esame e al principio di precauzione imposto dalla legislazione italiana ed europea.

Figura 5 – In primo piano l'impianto della Intereco Servizi S.r.l. in posizione elevata rispetto al corso del sottostante fosso del Fontanile all'interno della Riserva naturale regionale di Decima Malafede. Si noti in primo piano la civile abitazione e i lotti agricoli

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e) INCOMPATIBILITA’ CON IL PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI il Piano di Gestione Rifiuti della Regione Lazio individua i criteri di localizzazione degli impianti indicando i fattori escludenti, di attenzione progettuale e preferenziali a causa della presenza di vincoli, la necessità di verifiche procedurali amministrative per una valutazione di localizzazione in coerenza con gli obiettivi di tutela ovvero la necessità di ulteriori approfondimenti; Per quanto concerne la non coerenza della proposta con il vigente Piano Regionale di gestione dei Rifiuti della Regione Lazio, per quanto attiene la presenza di fattori: -

escludente: Presenza di edifici sensibili quali scuole, ospedali, centri turistici, impianti sportivi (Casa di riposo “Parco degli ulivi”) a distanza minima (300 mt). Aree di espansione residenziale. Sono considerate le distanze tra il luogo di deposito dei rifiuti e ospedali, scuole, impianti sportivi, aree per il tempo libero e centri turistici. Per i nuovi impianti, allo scopo di prevenire situazioni di compromissione o grave disagio, si deve tener conto, in funzione della tipologia di impianto e degli impatti generati, della necessità di garantire una distanza minima tra l'area dove vengono svolte le attività di smaltimento e/o recupero e le funzioni sensibili, a cura delle Province in sede di individuazione delle aree idonee/non idonee.

-

di attenzione progettuale: Assenza di idonea distanza dall’edificato urbano: > 1.000 m; > 500 m se case sparse. Al fine di contenere i disagi percepiti dalla popolazione, in presenza di possibili alternative di localizzazione, si ritiene siano preferibili localizzazioni in ambiti territoriali non caratterizzati da elevata continuità abitativa. Le distanze richieste non devono essere inferiori a 1000 m; in presenza di case sparse la predetta distanza viene ridotta a 500 m. Queste indicazioni non si applicano agli ecocentri.

-

di attenzione progettuale: Prossimità ad aree ricadenti nel sistema delle aree protette (Parchi, Riserve) in attuazione della L.394/91 “Riserva Naturale Regionale Decima Malafede”. Sono considerate, oltre alle aree nazionali e regionali tutelate, anche quelle soggette a specifiche norme di PTPR, PTP e PRG in quanto le esigenze gestionali potrebbero entrare in conflitto con le possibilità di piena fruizione di tali aree. Pur non rientrando direttamente all’interno dell’area vincolata, infatti, i possibili impatti e le potenziali ricadute del progetto sui valori identitari tutelati non sono stati né adeguatamente valutati né sottoposte all’approvazione dell’ente competente in materia di tutela paesaggistica.

-

di attenzione progettuale: Interferenza con i livelli di qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee (D.L.gs 152/99). Le operazioni di stoccaggio e trattamento dei rifiuti potrebbero, per cause accidentali, interferire con i livelli di qualità delle risorse idriche, in particolar modo il Fosso del Fontanile ubicato interamente all’interno della Riserva naturale regionale di Decima Malafede nel cui corso l’impiantò sverserà le acque di seconda pioggia.

Si contesta con forza quanto asseverato nelle note dal proponente secondo il quale “edificato urbano > 1000 metri, Case sparse < 500 metri (400 metri)”, in realtà come già esaminato nelle presenti osservazioni l’edificato urbano afferente al quartiere di via Naro è ubicato tra i 300 e i 700 mt dall’impianto, e le case sparse addirittura tra i 40 mt e i 300 mt di distanza lineare.

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Orbene, per quanto già indicato nei punti di cui sopra si contestano i supposti fattori preferenziali indicati dal proponente: -

-

-

Fattore preferenziale: Viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati. Fattori preferenziali in concomitanza con l'assenza di tutti i fattori precedentemente illustrati.

Fattore preferenziale: Aree adiacenti ad impianti tecnologici, quali depuratori, altri impianti di trattamento dei rifiuti o altre infrastrutture. Fattori preferenziali in concomitanza con l'assenza di tutti i fattori precedentemente illustrati.

Fattore preferenziale: Presenza di elettrodotti e/o sottostazioni. Fattori preferenziali in concomitanza con l'assenza di tutti i fattori precedentemente illustrati.

Fattore preferenziale: Morfologia pianeggiante. Fattori preferenziali in concomitanza con l'assenza di tutti i fattori precedentemente illustrati.

Va invece rimarcato lo stato attuale dell’impianto in cui cataste di rifiuti di carta e plastica si trovano esposte in luogo aperto ed in zona prossima alla recinzione lungo il filo stradale. (Figura 6)

Figura 6 – Cataste di carta e plastica si trovano attualmente esposte in luogo aperto ed in zona prossima alla recinzione lungo via Trieste.

CONCLUSIONI Considerato che gli scriventi hanno ritenuto quindi che la valutazione condotta permette di concludere che la proposta progettuale presentata, data la tipologia e la sua localizzazione, può determinare ricadute negative e significative sull’ambiente circostante rispetto alla situazione attuale, pur essendo l’area collocata all’interno di un sito produttivo e che il livello di approfondimento necessario per individuare un quadro sufficientemente adeguato in merito all’inquadramento delle Sede legale: Via di Tor del Vescovo 09, 00071 Pomezia (RM)  (+39) 338 9109016

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potenziali criticità determinate dalla realizzazione del progetto sia quello di una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, chiedono quindi all’Area Valutazione di Impatto Ambientale della Direzione Regionale Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio di procedere all’espressione della pronuncia di rinvio a procedura di Valutazione di impatto ambientale per l'"Impianto di recupero rifiuti non pericolosi ai sensi degli artt. 214 e 216 del D. Lgs.152/2006 e s.m.i. e del D.M. 05/02/1998 e s.m.i.", Comune di Pomezia (RM), località via Naro Proponente INTERECO SERVIZI S.r.l..

Si allegano di seguito num. 83 sottoscrizioni di altrettanti cittadini di Pomezia.

Pomezia, 10/02/2019.

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