VISITA AD ALBANO LAZIALE 27 APRILE 2014 Albano Laziale ha una storia antica ed intensa: il nome della cittadina dei Castelli Romani evoca alla mente subito il nome dell’antica Alba Longa, miticamente fondata da Julo, figlio di Enea e di Lavinia e quindi progenie di Lavinium, città del padre dei Latini. Non a caso ancora oggi nel blasone di Albano Laziale è visibile la scrofa con i trenta porcellini, antico “omen” che si palesò ad Enea sul sito dove il fato indicava il luogo dove erigere l’acropoli di Lavinium; trenta porcellini quanti sarebbero stati i Re “silvani”, cioè i Re di Alba Longa che avrebbero regnato prima della fondazione di Roma. Le prime testimonianze accertate di insediamento umano nel territorio comunale di Albano risalgono in effetti molto indietro nel tempo: all'inizio del I millennio a.C. inizia quella che si indica con il termine di Civiltà Laziale (reperti degli abitati di Tor Paluzzi, Castel Savello e Colle dei Cappuccini). La presenza umana in questi siti, seppur con segnali di spopolamento, si mantiene anche nelle epoche successive, mentre a partire dal periodo Laziale II B (830 a.C.-730 a.C.) iniziano a comparire tracce di urbanizzazione, segnale della fondazione della mitica città di Alba Longa.
Figura 1 – Ricostruzione schematica della planimetria dei Castra Albana sovrapposta alla viabilità moderna di Albano Laziale. In basso oltre il tracciato orizzontale della Via Appia (moderna via G. Matteotti), le terme romane “di Cellomaio”. All’interno dell’accampamento in basso a sinistra la Chiesa di Santa Maria della Rotonda mentre verso nord al centro la sala dei Cisternoni.
Figura 2 – La torre di Pompeo Magno, sulla via Appia all’ingresso di Albano proveniente da Roma. Probabile antico sepolcro del generale romano come appariva in una stampa di XVIII secolo.
La presenza dei numerosi collegamenti fra l’odierna Albano e l’antica Alba Longa non trovano tuttavia totale accordo. La leggenda vuole Alba Longa distrutta da Roma molto presto (già dal Re Tullo Ostilio nel VII sec a.C. dopo il mitico episodio degli Orazi e Curiazi). Va detto con forza che il sito di Alba non è mai stato identificato e la maggior parte degli storici moderni sembra orientata a collocarla sul versante orientale del Lago Albano, ovvero sul lato opposto all'attuale città di Albano, o tutt’al più sul sito della odierna Castel Gandolfo. In effetti l’etimologia del nome è legata alla radice indoeuropea “alb/alp” indicante una località elevata, probabilmente il Mons Albanus (oggi monte Cavo). Il territorio della odierna Albano, in epoca romana ricadeva quindi in gran parte sotto la giurisdizione della città di Aricia, vasto municipio attraversato dalla via Appia. Non è un caso l’ubicazione nei pressi di Santa Maria della Stella del celebre Sepolcro detto “degli Orazi e Curiazi”: questo è in realtà probabilmente il sepolcro dell’etrusco Arunte, morto nel 507-506 a.C. durante la Battaglia di Aricia, che contrappose gli etruschi al comando di Tarquinio il Superbo (cacciato pochi anni prima da Roma) alle truppe latine coalizzate insieme a quelle della città greca di Cuma. E’ probabile quindi che proprio il territorio albanense fu teatro delle operazioni belliche dell’antichissima battaglia di Aricia. Luogo di villeggiatura per molti esponenti del patriziato romano proprietari di numerose ville suburbane fra cui Lucio Anneo Seneca e Gneo Pompeo Magno, che il grande storico Plutarco vuole sepolto proprio nei pressi della sua villa di Albano. Tutte queste residenze, al tempo dell'imperatore Domiziano vennero riunite in un unico fondo di proprietà imperiale, l'Albanum Cesaris, all'interno del quale il sovrano fece erigere una monumentale residenza imperiale, i cui ruderi sono in buona parte contenuti nell'attuale villa pontificia di Castel Gandolfo. Proprio all’interno di queste proprietà imperiali avvenne nel 202 la svolta nella storia dell’attuale cittadina, quando l’'imperatore Settimio Severo fece installare nel luogo dell'attuale centro storico, ai margini della tenuta imperiale domizianea, gli accampamenti della Legio II Parthica: nacquero così i Castra Albana, gli imponenti accampamenti militari che rimasero in funzione fino
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