Dispensa della visita del 19 maggio 2013

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VISITA ALLA NECROPOLI ETRUSCA DI CERVETERI E ALLA ROCCA DI CERI 19 MAGGIO 2013 “Gli Etruschi rappresentano ancora oggi una delle pagine più affascinanti, misteriose e complesse del percorso evolutivo del bacino del Mediterraneo. Popolo fiero e combattente giunse ad altissimi livelli nelle arti e nella struttura sociale. Ebbero una egemonia secolare soprattutto nella bassa Toscana e nel Lazio prima dell'avvento di Roma. Il grande senso di devozione e rispetto per i defunti è testimoniato negli straordinari siti funerari come le Necropoli di Cerveteri e Tarquinia che, con la loro struttura urbanistica e gli affreschi delle camere sepolcrali rappresentano una testimonianza unica ed eccezionale dell'antica civiltà etrusca”. Iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco: 2004 Cerveteri fu uno dei principali centri etruschi del mondo antico. Esso rivestì un ruolo di primaria importanza nei traffici del Mediterraneo dal VII al IV secolo a.C. Furono proprio i traffici con il mondo magno greco dell’Italia Meridionale, la fortuna (e successivamente la rovina) di Cerveteri. La grandiosità e la ricchezza della città tra VII e V secolo a. C. è riscontrabile dalle numerose necropoli situate tutto intorno il sito dell’antica città, ricalcato solo in parte dalla città moderna. La particolarità di queste necropoli consiste nel fatto che la loro realizzazione ebbe lo scopo di ricreare la struttura “urbanistica” della città dei vivi: i morti venivano sepolti fuori dalle città, si venivano percio a creare delle “citta dei morti” da contrapporre a quelle dei “vivi”. Città sempre distinte, ma (particolarità interessantissima) quasi sempre in connessione visiva. Figura 1 – Cartina con la rappresentazione delle necropoli di Cerveteri attorno al sito della città antica.

Figura 2 – Vista dall’alto della necropoli della Banditaccia. Sono visibili in secondo piano i grandi tumuli, davanti sono invece visibili le tombe a dado in una configurazione urbanistica più regolare.

Posta su un pianoro tufaceo parallelo all'area urbana, la Necropoli della Banditaccia venne utilizzata già dal VII sec. a.C. Colpiscono qui soprattutto gli imponenti tumuli circolari con calotta emisferica di terra, le tombe "a dado" e i grandi ipogei gentilizi, che si dispongono lungo la Via Sepolcrale Principale e le vie minori. Essa è una delle più importanti necropoli etrusche (insieme a quella dei Monterozzi di Tarquinia), tanto da essere stata dichiarata nel 2004 patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Al suo interno si distinguono più settori, che riflettono i diversi nuclei in cui doveva essere articolata la necropoli nel suo lungo periodo di vita. L'area aperta al pubblico comprende il Vecchio e il Nuovo Recinto e si estende per quasi 10 ettari, coprendo meno di un decimo dell'estensione complessiva della necropoli. Si contano qui quasi 400 sepolture, che coprono un arco cronologico compreso tra l’VIII e il II secolo a.C. L’intera necropoli doveva essere un complesso immenso (è stimata la presenza di circa 20.000 tombe a camera) con caratteri di assoluta unicità. I nuclei più antichi, in località Cava della Pozzolana, comprendono tombe a pozzo per la sepoltura delle ceneri dei defunti entro urne e tombe a fossa per inumati. Fra i VII e il III secolo a.C. si sviluppano nelle necropoli etrusche quelle forme monumentali che tutti conosciamo: alle più antiche e grandiose

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