Solidarietà edizione anno 25 numero 1 luglio 2018

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Anno 25/ numero 1 luglio 2018 Semestrale di informazione Direttore Responsabile Chiara Savelli Redazione Chiara Savelli Alessandra Baldi Leonardo Belli Alessio Bonaldo Gilberto Bagnoli Carla Benelli Barbara Matteucci Marina Morelli Direzione, redazione Viale Roma, 124 47121 Forlì Fc Tel. 054336327 Fax 054339645 Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 16/94 del 23/07/1994 info@assiprov.it, Grafica a cura di Csv Volontarimini

Editoriale

Fare il bene, farlo bene A cura di Chiara Savelli

Questo è il mio ultimo numero come Direttrice di Solidarietà. In questi 20 anni (!), curando la pubblicazione di questo periodico del nostro Centro Servizi, ho avuto la grande opportunità di conoscere realtà di volontariato e organizzazioni non profit che fanno cose straordinarie, che si occupano dei problemi dei più svantaggiati, portando un beneficio oggettivo a tutta la comunità in termini di efficienza, efficacia, qualità e umanità. Riuscire a gestire e spesso risolvere situazioni in cui il servizio pubblico fallisce, per mancanza di fondi e spesso di creatività (“serve una nuova fantasia nella carità” diceva San Giovanni Paolo II) è l’evidenza più importante che l’approccio della sussidiarietà funziona e che coinvolgere chi conosce da vicino i problemi è una scelta politica vincente e andrebbe sempre di più favorita e promossa. A fasi alterne il legislatore ha cercato in questi decenni di seguire i cambiamenti sociali e di dare un quadro di riferimento al non profit per permettergli di agire con sempre più impatto nella società. Siccome gli input da fuori sono sempre stati molti, resta da farci una domanda onesta: chi di mestiere “fa il bene” lo fa bene? non dobbiamo avere paura di chiedercelo. Fare il bene spesso dà una ebbrezza di superiorità morale (“io mi

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occupo di salvare il mondo, cosa mai puoi insegnarmi tu che io già non sappia?”) che pone in una pericolosa autoreferenzialità le nostre organizzazioni. Non siamo meglio di nessuno, siamo solo persone che con le motivazioni più disparate hanno deciso di implicarsi con sfide sociali spesso al limite. Allora, proprio perché l’ideale di fare il bene è alto (altissimo) farlo bene diventa mandatorio. Ci vogliono professionalità elevate, competenze specifiche, formazioni di aggiornamento da seguire: come in tutti i lavori, questi che “toccano l’uomo” necessitano ancora di più di professionisti capaci in grado di “maneggiare” il bisogno e

di trattarlo. Tutto ciò non è alternativo all’azione delle migliaia di volontari che ruotano intorno al non profit, ma garantisce la durata nel tempo del loro slancio e incanalano la loro generosità in un ordine e in un metodo di lavoro stabile. Questa è la carità operosa e creativa che cambia la società in cui viviamo e la mentalità degli uomini della nostra epoca. Ringrazio tutti coloro che mi hanno raccontato le storie che abbiamo pubblicato in questi 20 anni su “Solidarietà”, testimoni che un altro mondo è possibile.

Sommario Pag. 1 Editoriale

Fare il bene, farlo bene Pag. 3 Ass.I.Pro.V.

Uniti, più forti Pag. 5 Terzo settore

Riforma Enti del Terzo Settore: digital indispensabile per fundraising e finanza sociale Pag. 7 Associazioni

Crescere a piccoli passi Pag 8 Associazioni

Le antiche tradizioni della nostra Romagna Pag 10 Associazioni

Ascoltare per non discriminare Pag 11 Associazioni

La Scienza inaspettata Pag 12 Ass.I.Pro.V.

Bilancio

In prima pagina: foto di Ugo Rea © Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano” Sopra: foto di Lidia Mingotti © Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano” - particolare

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ASS.I.PRO.V.

Uniti più forti Progetto Romagna: i CSV di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna stanno lavorando per adeguarsi alla nuova normativa Con l’entrata in vigore del Codice del Terzo settore, anche i Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) della Romagna (Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna) hanno iniziato un percorso per valutare la possibilità di adeguarsi alla nuova normativa che prevede un solo CSV ogni milione di abitanti. Gli attuali enti gestori si stanno interrogando su forme e servizi per meglio rispondere alle esigenze dei territori rispettando al contempo le prescrizioni del nuovo Codice. È nato infatti l’Organismo nazionale di controllo (ONC), la fondazione che guiderà tutto il processo di riorganizzazione del sistema dei CSV, che ne definirà, presumibilmente entro la fine dell’anno in corso, anche il numero regione per regione.

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I Centri di Servizio, previsti dall’ormai lontana legge 266 del 1991, hanno svolto in questi vent’anni di attività un’importante funzione di sostegno al volontariato, diventando veri e propri punti di riferimento

per il mondo associazionistico. Ora i tempi sono cambiati, e anche all’interno dei singoli Centri si è attivato un percorso di riflessione per meglio rispondere ai

bisogni emergenti e alla delineazione del nuovo contesto sociale, partendo da alcuni punti fermi. In primis la volontà di garantire la territorialità politica e

operativa, valorizzando il contatto diretto e capillare sviluppatosi localmente, anche nel processo di accentramento di alcune importanti funzioni. Per questo motivo il

le risorse umane. Non solo, si punta a un altissimo grado di rappresentatività della base sociale rispetto all’universo delle associazioni romagnole.

progetto CSV Romagna prevede la conferma degli attuali maggiori punti di accesso ai servizi, conservando la qualità delle prestazioni erogate e, quindi, valorizzando

Il primo passo in questa direzione, già compiuto dagli enti gestori i CSV nelle tre province, è stato l’adeguamento dello statuto sociale a fine 2017. Pur mantenendo la qualifica di organizzazioni di volontariato (Odv), la principale novità riguarda l’apertura della base associativa ad altri enti del terzo settore, con la presenza maggioritaria delle Odv. Una particolare attenzione è posta sulle associazioni di promozione sociale (Aps), così come previsto dalla nuova legislazione. Già negli anni passati, le Aps sono state importanti interlocutori e beneficiari dei servizi erogati dai tre Centri, grazie alla stipula di convenzioni, accordi e intese con gli enti istituzionali. Ora, però, a tutti gli effetti destinatarie dei servizi, diventano


ASS.I.PRO.V.

vere e proprie protagoniste in questo percorso di ridefinizione identitaria. Già da quest’anno molte hanno da subito iniziato a rivolgersi agli sportelli dei CSV romagnoli per utilizzare l’ampia gamma di servizi a loro disposizione. Altro aspetto rilevante tenuto in considerazione è stato l’area geografica di intervento: la Romagna. I tre CSV, consapevoli dei vincoli e delle opportunità normative di organizzare i servizi per aree geografiche, stanno avviato un percorso di confronto per garantire la qualità e l’uniformità di servizi, ma cercando, ove possibile, di rispettare anche le singole peculiarità, in continuità con la preziosa esperienza maturata. Si tratta di un territorio variegato con 74 Comuni e 1.125.776 abitanti (dati Istat aprile 2012), che, solo facendo riferimento alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale iscritte al registro, conta un potenziale

di più di 1800 organizzazioni beneficiarie dei servizi. Il progetto CSV Romagna è quindi un percorso ambizioso, ricco di stimoli, che coinvolge tutto il mondo associazionistico. Un traguardo che richiederà il superamento di ostacoli, discussioni, ma che speriamo aprirà a nuove opportunità, in cui è fondamentale il coinvolgimento e la partecipazione di tutti.

Per informazioni: www.assiprov.it - info@assiprov.it Ufficio Forlì: Viale Roma, 124 tel. 0543 36327 Ufficio Cesena: Via Serraglio, 18 tel. 0547 612612

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Riforma Enti del Terzo Settore: digital indispensabile per fundraising e finanza sociale

TERZO SETTORE

a cura di Sandra Savelli

Tutto cospira affinché il far del bene, venga fatto bene e in modo performante.

È necessaria una premessa: l’obiettivo degli Enti del Terzo Settore (ETS) è quello di realizzare progetti finalizzati al bene comune. Il fundraising è l’insieme delle strategie che permettono agli ETS il raggiungimento di tale obiettivo. La finanza sociale è ciò che sostiene gli ETS nel percorso. Il digital è lo strumento di accelerazione e misurazione di tale processo. I dati emersi dai reports1 sullo stato dell’arte della digitalizzazione in Italia ed il focus realizzato sul Terzo Settore conducono a pensare e “giustificano” in qualche modo il ritardo o mancato allineamento del Terzo settore alle sfide poste in essere dall’innovazione digitale. Il dato confermato è l’assenza di domanda, da parte delle organizzazioni non profit, di figure professionali esperte in digital fundraising ed in strumenti di finanza sociale (difficile non considerare i due, come compagni di viaggio) da inserire nel proprio organico, ed il ricorso a risorse esterne. Cosa ha condotto a questa cattiva pratica, tanto da trasformarla in un’abitudine condivisa? Il gap non è solo e semplicemente di carattere culturale, ma può essere ascritto a: 1. Elementi costitutivi propri del Terzo settore. La nascita e sviluppo del mondo del volontariato, furono caratterizzati dall’azione di persone di buona volontà che, decisero di dedicare tempo e impegno in forma gratuita a una buona causa dalla quale, il più delle volte, erano coinvolti e toccati in modo diretto. La tendenza era di

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accettare “tutto da tutti” (in fondo era a fin di bene) e, dal momento che di bisogno ce n’è sempre, perché rifiutare una mano tesa? 2. L’incapacità di alimentare vision, o modificare le preesistenti, per “incontrare” i cambiamenti in atto nella società civile, costruendo intrecci relazionali inediti. Nel tempo il Terzo settore ha preso consapevolezza che “piuttosto che fare “male”, meglio fare di meno” e, nella gara con il profit per la gestione dei servizi sociali, ha generato una forte spinta alla specializzazione delle professionalità, ma per lo più rivolte all’erogazione di servizi. Ciò non è accaduto sul versante del fundraising, della finanza e del digital, le cui competenze risultano ancora insufficienti o quasi assenti. Pare quasi che la modalità di “fare il bene”, sia rimasta prigioniera di un certo paradigma culturale generazionale e che non abbia nessuna intenzione di passare il testimone alla nuova generazione. Ma una cosa è certa: non è più possibile comunicare né operare a prescindere dagli strumenti digitali e dalla tecnologia disponibile senza i quali non è più possibile esistere.

Vediamo in particolare come la riforma del Terzo renda la digitalizzazione una scelta inevitabile per i nuovi ETS: - Registro Unico nazionale per il Terzo settore: è pubblico e accessibile in modalità telematica; l’iscrizione è obbligatoria per poter usufruire della agevolazioni fiscali. - Impresa sociale: l’impresa sociale deve pubblicare il bilancio sociale sul proprio sito internet;


TERZO SETTORE

- Gli ETS devono pubblicare on line il proprio bilancio e i compensi di alcune figure interne all’Ente. Tale obbligo dipende dall’entità delle entrate dell’ente; - Social bonus: gli ETS beneficiari delle donazioni del Social Bonus, devono pubblicare su una pagina dedicata del proprio sito l’ammontare, l’utilizzo e la destinazione di tali donazioni con l’obbligo di rendicontazione e aggiornamento dello stato dei lavori; - Servizio Civile Universale: l’iscrizione all’albo degli Enti di Servizio Civile Universale, così come i progetti degli Enti stessi, sono trasmessi alla Presidenza del Consiglio dei ministri in modalità esclusivamente telematica; - CSV: vengono istituiti l’ONC (Organismo Nazionale di Controllo) che definisce territorialità e risorse per i CSV e OTC (Organismi Territoriali di Controllo) che ne definiscono la gestione. Entrambi pubblicano le loro relazioni annuali in modalità telematiche; - OdV e APS qualificate come ETS: devono pubblicare on line il proprio bilancio e i compensi di alcune figure interne all’Ente. Tale obbligo dipende dall’entità delle entrate dell’Ente; - 5X1000: viene fatto obbligo agli enti beneficiari di pubblicare sul proprio sito web rendiconto e relazione relativa alla destinazione e utilizzo delle somme ricevute. Trova istituzionale riconoscimento l’attività di Fundraising all’art. 7 del Decreto Legislativo 3 luglio 2017 n.117: 1. Per raccolta fondi si intende il complesso delle attività ed iniziative poste in essere da un ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale, anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva. 2. Gli enti del Terzo settore, possono realizzare attività di raccolta fondi anche in forma organizzata e continuativa,

anche mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi di modico valore, impiegando risorse proprie e di terzi, inclusi volontari e dipendenti, nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e il pubblico. Due, inoltre, gli strumenti di Finanza Sociale, previsti dal legislatore (art. 78 D.Lgs. 117/2017; art. 18 D.Lgs. 112/2017) che incorporano la dimensione del digital fundraising: > Social Lending: prestito che i singoli cittadini possono erogare agli ETS, attraverso un portale online, per finanziare i loro progetti. Gli interessi percepiti saranno soggetti ad una tassazione agevolata (Banca Prossima con Terzo Valore) > Equity crowdfunding: un’evoluzione del crowdfunding tradizionale che permette a una società di incassare finanziamenti online. Gli investitori che contribuiscono alla raccolta ottengono un titolo di partecipazione all’azienda, accedendo a tutti i diritti patrimoniali e amministrativi che ne conseguono. La Riforma ha incluso le imprese sociali nel grande gruppo dei beneficiari di questo innovativo strumento di digital fundraising. Il digital ed i suoi strumenti accelerano i processi di conoscenza e di condivisione sempre più difficilmente attivabili nella sola dimensione fisica e che, proprio per questo, costituiscono un potente strumento con cui veicolare credibilità, trasparenza e valore dell’organizzazione non profit. Tutti i donatori, volontari o potenziali tali, vogliono sapere e, in una manciata di secondi grazie al digital, tutti possono non solo sapere, ma anche misurare. Proprio per questo lo stesso Google ha deciso di rivedere le regole di funzionamento degli strumenti dedicati al non profit2, esigendo: rilevanza, pertinenza, qualità e performance elevate, pena la messa in pausa di tali privilegi. E parliamo di 10.000 $ di pubblicità gratuita al mese. Da una parte il digital, che con la riforma è divenuto elemento indispensabile, richiede competenze specifiche

e trasversali che necessitano di continui aggiornamenti formativi e operativi; dall’altra parte le competenze di chi lavora all’interno di una Onp, necessitano di un’empatia nella comunicazione e nel linguaggio che rifletta una vision ben chiara ed una mission consapevole. Ma la rete, anche se indispensabile, non potrà mai costituire l’unica forma di partecipazione alla vita della comunità e del territorio d’appartenenza. L’incontro tra persone, che contenga la reciproca assunzione di responsabilità nella proposta, rimarrà sempre l’elemento imprescindibile e lo strumento privilegiato attraverso cui condividere e rinnovare la consapevolezza del proprio operare, misurandone insieme l’effettivo valore sociale ed il benessere per la società. Appare dunque evidente che, dati ed articoli alla mano, non sia più sufficiente né permesso fare “appena” del bene: occorre farlo bene. E non è più solo una questione di sentimenti (cuore e disponibilità). Senza una vera e propria strategia di fundraising ed una seria progettualità; senza un’appropriata conoscenza degli strumenti messi a disposizione dal digital; senza un networking ed una rete di partnership che affondi le radici nelle comunità e nei territori di appartenenza, le oltre 336.275 realtà non profit attive in Italia, con i loro 5 milioni 529 mila volontari e 788 mila dipendenti3, con elevata probabilità saranno destinate a chiudere i battenti. E sarebbe davvero un vero peccato ed una grande occasione persa.

Digital Economy and Society Index (DESI) 2018; Report Digital Italia del 2018; Ricerca promossa da Rete del Dono in collaborazione con PayPal Italia e Duepuntozero Doxa “Donare 3.0 - Barriere e opportunità nell’era digitale”; Report Italia non profit 2018 “Terzo Settore e Trasformazione Digitale”.

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https://www.google.com/nonprofits/

A dicembre 2017 l’Istat ha presentato i risultati della I edizione del Censimento permanente delle istituzioni non profit, svolto nel periodo nov.16 - apr. 17 e ha coinvolto circa 43 mila unità. 3

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ASSOCIAZIONI

Crescere a piccoli passi Nasce l’Associazione dei genitori della Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Bufalini di Cesena, una compagnia e aiuto nei momenti di sofferenza. “Crescere a piccoli passi” è un’associazione di volontariato nata a fine 2017 dall’idea di alcuni genitori che hanno vissuto, con i loro figli, un’esperienza nel Reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Bufalini di Cesena. Diventare genitori di bambini prematuri o con patologie mediche che necessitano, fin dal momento della nascita, di cure specializzate è un’esperienza che

difficilmente si può dimenticare, e altrettanto faticosamente si può raccontare. Il rapporto di fiducia e sostegno che si instaura tra i familiari e il personale sanitario, e quello di forte solidarietà con i genitori degli altri bambini ricoverati, costituiscono una base imprescindibile per riuscire a superare i momenti di sofferenza.

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L’Associazione nasce proprio dal desiderio di aiutare le famiglie che stanno attraversando un cammino analogo a quello già intrapreso dalle mamme e dai papà soci, avvalendosi della sinergia tra i genitori stessi e il personale sanitario che opera in Reparto. Il sostegno dei medici neonatologi e degli infermieri della T.I.N. si è rivelato fondamentale fin da quando l’Associazione era solo un’idea nella mente della presidente Alice Gazzoni, mamma di Cristal e Ascanio – perché tra di noi ci presentiamo così, con il nome dei nostri figli guerrieri. L’organigramma del direttivo si completa con la vicepresidente Silvia Battistella, mamma di Benedetta (ma anche di altri tre splendidi figli), la segretaria Federica Santi, madre delle gemelline Clara e Rita, e con

il Consiglio formato da sette membri, tra cui il Dott. Augusto Biasini, ex primario del Reparto di Terapia Intensiva Neonatale di Cesena. Al centro degli obiettivi dell’Associazione ci sono il sostegno morale ai piccoli pazienti ricoverati e ai loro familiari attraverso iniziative di volontariato all’interno del reparto e l’organizzazione di corsi di

formazione utili per sviluppare la relazione genitori-figli (primo soccorso pediatrico, pilates con i bambini, …), ma anche il sostegno materiale al Reparto grazie alla promozione di eventi utili alla raccolta fondi per l’acquisto di attrezzature professionali da donare alla Terapia Intensiva. La presentazione ufficiale dell’Associazione è avvenuta il 17 novembre scorso in occasione

di uno spettacolo organizzato nella Giornata Mondiale del Prematuro e in quella circostanza è iniziata la raccolta fondi che ha permesso a “Crescere a Piccoli passi” di donare, ad appena qualche mese dalla sua fondazione, una bilancia professionale per pesare i bambini ricoverati in T.I.N. Un piccolo, grande obiettivo raggiunto grazie alla generosità delle persone che hanno creduto nel nostro progetto, che contiamo sia solo l’inizio di una sensibilizzazione di massa e di un sostegno costante al Reparto di Terapia Intensiva Neonatale, per noi genitori della T.I.N. la nostra seconda famiglia. Per info: crescereapiccolipassi.cesena@gmail.com


Le antiche tradizioni della nostra Romagna

ASSOCIAZIONI

a cura di Marino Bardi

Il Museo Macchine Agricole per fare conoscere e valorizzare la nostra passata civiltà contadina

La MU.MAR. (Museo Macchine Agricole) è una Associazione sorta nel 2015 per iniziativa di alcuni coltivatori diretti, appassionati delle antiche tradizioni agricole della nostra Romagna. Lo scopo della associazione è quello di “valorizzare e promuovere la tradizione agricola facendo conoscere ai giovani e alla cittadinanza le tradizioni del lavoro e dei mezzi agricoli utilizzati nella

campagna in epoche diverse”. In tale ambito il sodalizio promuove e/o collabora in eventi legati all’agricoltura esponendo antichi macchinari di propriretà dei soci sia all’interno dell’area agricola sita in Via del Partigiano (a Vecchiazzano, Forlì) che all’esterno in diverse fiere, sagre e mostre strettamente legate al lavoro agricolo. A questo proposito sin dall’inizio,

collaborando anche con altre associazioni similari, sono stati esposti, tra l’altro, attrezzi e mezzi in occasione di eventi tematici all’interno dell’Ente Fiera di Forlì, nella frazione di Pieve Salutare del Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole, nella frazione di Carpena e presso l’antica Parrocchia di San Martino in Ladino. Lo scorso 22 settembre 2018 la MU.MAR.

ha partecipato all’evento “Tutti giù per terra - Notte verde dei bambini” in piazza Saffi a Forlì, il 13 ottobre 2018 prederà parte all’evento FAI presso Foro Boario di Forlì. La presenza della associazione è stata particolarmente apprezzata da giovani e anziani che pongono domande e richieste di approfondimenti sui diversi pezzi esposti.

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Il consiglio della MU.MAR e il suo Presidente intendono valorizzare sempre di più nel tempo i segni distintivi del sodalizio quali la gratuità e il volontariato nel comune interesse per la storia e le

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tradizioni locali. La cura, la manutenzione e la conservazione dei mezzi da parte dei soci contribuiscono infatti a far riflettere le nuove generazioni a cui l’associazione

si rivolge in modo particolare sulla evoluzione storica che ha reso oggi il lavoro dei campi meno faticoso rispetto al passato e sempre più tecnologicamente avanzato.

Un patrimonio di storia e di cultura che non va perso perché fa parte di ciascuno di noi.


Ascoltare per non discriminare

ASSOCIAZIONI

Le attività di Agedo a supporto dei genitori, parenti e amici di persone LGBT Agedo Rimini-Cesena per la Romagna nasce nel gennaio 2016 come punto di ascolto volto a fornire sostegno a ragazzini e ragazzi prima del “coming out” circa la propria omossesualità. Fondata da Mara Bruschi, ora presidente dell’associazione, Tina Scelsi vicepresidente e altri componenti del consiglio direttivo, l’associazione ha raggiunto un bel numero di genitori e ragazzi tesserati.

Il periodo prima del “coming out” è sempre difficilissimo, si entra spesso in un vortice di dubbi, inadeguatezza, paura e senso di smarrimento nei confronti della propria persona e nella società. La presa di coscienza è un momento importante e delicato. In un secondo tempo lo scopo dell’associazione, chiamati dai ragazzi, è quello di aiutare i genitori per la temutissima e innominata “accettazione”. L’aiuto sta nel far comprendere questo nuovo cammino, per far capire loro che non è una scelta, né una moda, ma che ci si nasce. Si può non amare un figlio perché è omosessuale? Insieme si intende c o m battere la discriminazione della società e promuovere come primo aiuto la famiglia. I genitori devono essere i primi ad amare i propri figli così come sono. Mara dice: “Ciò che voglio e vogliamo far capire alle persone che ci ascoltano è che i nostri figli omosessuali sono uguali a tutti gli altri e che non di meno meritano

uguali diritti rispetto agli etero. Nel 2018 non è possibile ancora discriminare e additare un individuo per il suo orientamento sessuale! Lotteremo per cambiare questa mentalità, faremo capire a tutti che siamo famiglie normali e che per i nostri figli vogliamo il meglio. Crediamo fortemente nella straordinarietà di questo cammino intrapreso coi nostri figli!”. Agedo promuove eventi, cene, presentazioni di libri, partecipa ad eventi promossi da altre associazioni per far conoscere questa realtà che tanto spaventa le famiglie e i ragazzi e per dire “insieme si può”.

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La Scienza inaspettata

ASSOCIAZIONI

a cura di Silvia Panseri e Monica Montesi

L’associazione “Ruote Quadrate” avvicina giovani e adulti ad un punto di vista nuovo sulla scienza che migliora e innova la vita di ogni giorno “Per raccontare la Scienza”. È questa la semplice risposta che diamo a tutte le persone che ci chiedono perché abbiamo deciso di fondare l’associazione di promozione sociale Ruote Quadrate. Siamo Silvia e Monica, due ricercatrici che lavorano per il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il più grande ente pubblico italiano dedicato completamente alla ricerca. Crediamo fortemente che la ricerca rappresenti il futuro per la nostra società, e che l’innovazione scien-

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tifica in tutti gli ambiti possa aiutarci a vivere meglio. La passione per la Scienza e la volontà di condividere con molti le enormi potenzialità della ricerca ci hanno spinto a fondare questa associazione. Ruote Quadrate, un nome che è tutto un programma La ruota è considerata una delle invenzioni più rivoluzionarie della storia e del progresso dell’umanità. L’idea di una ruota quadrata è spesso presa ad esempio come sinonimo di un qualcosa d’irragionevole, irrealizzabile. Eppure, se ci sforzassimo di cambiare punto di vista, guardando all’idea da una diversa angolazione e con diverse conoscenze, scopriremmo che non solo è possibile ma anche realizzabile. L’Associazione Ruote Quadrate nasce con questo obiettivo: offrire a giovanissimi, ragazzi e

adulti, un punto di vista sulla scienza di ogni giorno, quella che proprio non ti aspetti di trovare intorno a te o che giudicheresti assurda. Perché se è vero che ogni secondo è un passo nel futuro, crediamo che oggi si senta però la mancanza di un tassello fondamentale: la consapevolezza scientifica della comunità. La parola d’ordine oggi è fruizione e quasi ogni innovazione è resa in tempi brevissimi a portata di mano delle persone. Eppure esiste ancora un divario tra comunità scientifica e società, una distanza che rende la scienza e la ricerca lontane dalle persone e porta queste ultime a guardare loro con diffidenza. Ruote Quadrate vuole comunicare la scienza e la tecnologia in modo coinvolgente, pratico e accattivante, incuriosendo la comunità con approfondimenti legati al ruolo che ricerca, scienza e tecnologia rivestono nella vita di tutti i giorni.

Cosa facciamo Offriamo attività pensate specificatamente per un variegato pubblico: dai laboratori ludico-didattici dedicati ai più piccoli, ai seminari e workshop per studenti delle scuole primarie e secondarie, fino agli incontri tematici pensati per un pubblico più adulto.

Per saperne di più, visita il nostro sito internet www.ruotequadrate.it o scrivici a info@ruotequadrate.it Se vuoi essere aggiornato sulle nostre iniziative seguici su Facebook.


IL BILANCIO CONSUNTIVO 2017

ASS.I.PRO.V.

Il bilancio consuntivo 2017 presenta un disavanzo di gestione pari a € 1.741,30. Il rendiconto economico può essere suddiviso nelle macro voci rappresentate nella tabella sottostante.

CONTO ECONOMICO

Anno 2016

Anno 2017

Proventi da Fondo speciale al netto delle partite di giro Comitato di Gestione (Coge)

525.539,89

469.847,65

Proventi per attività sociali dell’ente gestore Assiprov

32.236,15

61.424,29

557.776,04

531.271,94

391.837,56

366.455,16

Costi attività Ente gestore

27.403,02

59.392,19

Oneri di supporto generale

120.291,68

103.392,49

539.532,26

529.239,84

(249.300,77)

(247.654,08)

18.243,78

2.032,10

-13.410,65

-5.083,38

Saldo proventi e oneri finanziari

2.614,08

1.309,98

Avanzo di gestione

7.447,21

-1.741,30

14.196,15

13.785,21

Totale Proventi Costi da gestione tipica Csv

Totale Costi attività sociale e Servizi Di cui costo del personale Differenza Ricavi-Costi Saldo proventi e oneri straordinari

Funzionamento Coge partita di giro

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La principale fonte di finanziamento “Proventi da Fondo speciale” proviene dal Fondo speciale del Volontariato, così come indicato dalla Legge 266/91, che prevede che le Fondazioni bancarie destinino almeno 1/15 dei loro utili al sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSV). I proventi restanti sono quelli che derivano dall’attività svolta dell’Ente gestore Assiprov con risorse esterne, a cui corrispondono i rispettivi costi. Nel 2017 il totale dei proventi per l’attività del Centro Servizi è stato pari a € 469.847,65, con rispettivi costi dell’attività tipica per € 366.455,16, relativi alle varie aree di intervento: Consulenza, Formazione, Informazione, Documentazione, Promozione, Progettazione, Tecnico logistico e Sportelli decentrati. A questi costi, si aggiungono quelli relativi agli oneri di supporto generale, che nel bilancio 2017 sono pari a € 103.392,49. Questi ultimi, sono particolarmente ridotti rispetto al 2016, in cui erano pari a € 120.291,68, con una particolare riduzione alla spesa per servizi. In questi costi, come previsto dal Modello Unificato, troviamo tutto ciò che è inerente al supporto generale, tra cui anche la spesa relativa al personale (di coordinamento, amministrazio-

ne e segreteria) e anche il costo dell’adesione a Csvnet (Associazione Nazionale dei CSV) per € 3.921,11 e all’Associazione Regionale dei CSV dell’Emilia Romagna per € 1.760,32. Per capire al meglio i dati, sarebbe bene analizzarli sotto una duplice veste. Infatti molti di questi costi, almeno in parte, dovrebbero considerarsi come “servizi”, in quanto circa la metà degli uffici di entrambe le sedi è a disposizione esclusiva delle associazioni.

ALCUNI COSTI DA EVIDENZIARE Ammortamenti Attrezzature

€ 5.196,23

Materie prime (cancelleria, materiali di consumo, generi vari..)

€ 3.637,28

Utenze Luce - acqua - gas

€ 9.021,13

Assicurazioni (RC e Infortuni)

€ 4.110,55

Pulizia e manutenzioni delle sedi

€ 9.666,18

Servizi da imprese e lavoratori autonomi (rientrano le spese per la figura RSPP e per la sicurezza, per l’assistenza informatica, ecc)

€ 4.997,86


Si evidenzia che tali oneri, negli anni, continuano a rimanere contenuti anche in virtù delle economie e ottimizzazioni che il Consiglio Direttivo cerca di mettere in atto in seguito alla diminuzione dei fondi a disposizione. Fra tutte, ricordiamo che sia la sede di Cesena, sia quella di Forlì sono gentilmente concesse in comodato d’uso dai rispettivi Comuni e il CSV ne sostiene solo il costo delle utenze e delle manutenzioni. Non sosteniamo costi relativi a canoni di affitto neppure nelle nostre sedi decentrate di Cesenatico e Modigliana e nella nuovo sportello del Rubicone. Il costo del sistema Comitato di Gestione (Coge) è stato inserito fra i conti d’ordine, in quanto trattasi di una mera “partita di giro” per la quale i fondi non entrano effettivamente a livello finanziario nei bilanci dei CSV stessi, ma vanno direttamente al Coge. Questo per evitare una doppia partita contabile, in quanto verrebbero prima assegnati ai singoli CSV che poi li dovrebbero spostare al Coge. Il Centro di servizio dispone di un “fondo rischi” (ovvero una riserva per far fronte a spese impreviste e soprattutto per necessità inerenti la liquidità - dovute ai ritardi nelle erogazioni), creato in seguito ad avanzi realizzati negli anni precedenti, di importo pari a € 115.109,59. Dispone altresì di un “Fondo risorse in attesa di destinazione” pari a € 149.665,34, che può essere utilizzato solo ed esclusivamente su autorizzazione del Comitato di Gestione.

Comparazione Rendiconti economici - Oneri dei bilanci consuntivi 2015-2016-2017 Consuntivo 2015

Consuntivo 2016

Consuntivo 2017

Mobili e Attrezzature Attrezzature Tecniche e ammortamenti

€ 3.962,67

€ 6.216,94

€ 5.196,23

€ 3.713,67

€ 5.118,58

€ 3.637,28

Utenze acqua-luce-gas

€ 10.301,78

€ 8.549,83

€ 9.021,13

Manutenzione e Pulizia Sede

€ 11.486,82

€ 15.466,83

€ 9.666,18

Utenze Telefoniche

€ 1.157,04

€ 1.992,05

€ 2.116,44

Spese Postali

€ 223,06

€ 212,47

€ 151,10

Assicurazioni

€ 3.330,68

€ 3.341,93

€ 4.110,55

Spese di logistica

€ 3.088,75

€ 3.866,50

€ 4.459,20

Spese di Rappresentanza

€ -

€ 51,99

€ -

Compensi Lavoratori Autonomi con o senza P.IVA

€ 1.761,28

€ 1.141,92

€ 1.141,92

Servizi da Imprese ed Enti

€ 9.717,57

€ 12.737,05

€ 5.707,32

Servizi di Contabilità e Busta Paga

€ 1.373,16

€ 1.124,74

€ 1.136,13

Manutenzione Attrezzature

€ 208,62

€ 687,11

€ 1.166,93

Materie Prime Cancelleria e Stampati e materiali di consumo Forniture Gestione Sede/Sportelli

Forniture per Attività

Godimento Beni di Terzi Affitto Sede/Sale

€ -

Canoni di noleggio

€ 1.037,00

€ 1.372,51

€ 1.220,00

Rimborsi spese consiglio direttivo

€ 2.076,20

€ 3.071,40

€ 3.347,78

Rimborsi spesa altri volontari

€ -

€ 22,50

€ -

Quota coordinamento nazionale

€ 3.599,90

€ 3.967,14

€ 3.921,11

Quota altri coordinamenti

€ 150,00

€ 150,00

€ 150,00

Imposte e tasse

€ 6.870,49

€ 6.921,75

€ 6.759,52

Varie ( diritti di segreteria eccc)

€ 119,00

€ 36,52

€ 19,20

Quota Coordinamento Regionale

€ 2.799,92

€ 2.333,13

€ 1.760,32

€ 66.977,61

€ 78.382,89

€ 64.688,34

Oneri diversi di gestione

Totale Oneri Generali al netto del personale Consulenze

€ 19.979,03

€ 22.733,84

€ 18.408,95

Formazione

€ 19.657,35

€ 9.390,90

€ 13.515,27

Informazione

€ 18.617,27

€ 25.481,20

€ 14.626,97

Documentazione

€ 14.787,48

€ 14.815,84

€ 11.633,14

Promozione

€ 27.063,38

€ 31.728,84

€ 21.421,42

Progettazione

€ 8.753,79

€ 4.110,65

€ 476,39

Tecnico-logistico

€ 19.813,43

€ 16.524,26

€ 13.327,19

Animazione territoriale

€ 31.380,53

€ 51.439,85

€ 56.756,44

NIO Cesenatico

€ 5.262,99

€ 5.366,57

€ 4.896,36

NIO Modigliana

€ 2.447,98

€ 2.492,57

€ 2.440,00

Costituz NIO Rubicone

€ -

€ 361,06

€ 3,10

Totale costo per servizi delle Aree al netto del personale

€ 167.763,23

€ 184.445,58

€ 157.505,23

Totale costo Personale Dipendente

€ 211.068,72

€ 249.300,77

€ 247.654,08

Totale costi per progetti

€ 37.032,91

€ -

€ -

Oneri finanziari e straordinari

€ 1.072,95

€ 14.924,35

€ 9.617,42

Totali attività ExtraCoge

€ 30.642,74

€ 27.403,02

€ 59.392,19

TOTALE ONERI A BILANCIO

€ 514.558,16

€ 554.456,61

€ 538.857,26

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