Giornalino_dicembre

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Spezzatino di cinghiale con polenta Un grande classico: assolutamente da “leggere” con la bocca ed il naso: saporosità, aromaticità e succulenta e untuosità sono le evidenti protagoniste di questa strutturata preparazione. Oltre a questi elementi, avvertibili con evidente percettibilità, si hanno medie sensazioni di grassezza, tendenza dolce e lunga persistenza gusto –olfattiva Il vino sarà un rosso di gran corpo, nel caso di un chianti andremo su di una Riserva, altrimenti su di un IGT evoluto in legno, di buona maturità a base sangiovese, con profumi intensi e complessi, equilibrato e ottima persistenza gusto olfattiva CHIANTI DOCG FORTEGUERRA RISERVA AZIENDA AGRICOLA F.LLI GUERRINI CHIANTI DOCG RISERVA "LA COMMENDA" AZIENDA AGRICOLA GIACOMO MARENGO IGT ROSSO TOSCANO PIAN DEL PINO AZIENDA AGRICOLA PIAN DEL PINO IGT ROSSO TOSCANO TORRIONE FATTORIA PETROLO IGT ROSSO TOSCANO " CANAIOLO" AZIENDA AGRICOLA TIBERIO IGT ROSSO TOSCANO "CROGNOLO" TENUTA SETTEPONTI IGT ROSSO TOSCANO "OCCHINI" FATTORIA LA STRISCIA IGT ROSSO TOSCANO “SCANNAGALLO” AZIENDA AGRICOLA SANTA VITTORIA IGT ROSSO TOSCANO OREXIS TENUTA PRATO AL SOLE

Leonardo De Candia La Lancia d’oro - Arezzo Si taglia a pezzetti il cinghiale avendo cura di non spaccare le ossa, ma lasciandole attaccate alla carne. Si lasciano marinare i pezzi in ottimo vino rosso per alcune ore. Si scola la carne e si scotta velocemente in un tegame caldissimo, in modo da far perdere il liquido che rilascerà parte del sapore di selvatico (operazione che pressoché inutile se il cinghiale fosse di allevamento). Nel frattempo si lascia appassire in olio extravergine d’oliva un trito di sedano carota e cipolla. Si unisce la carne insieme ad un pugno di olive taggiasche, poca conserva di pomodoro e si copre di brodo. Si lascia cuocere per un paio d’ore o fino a quando la carne non risulterà tenera. Si accompagna con una polenta molto morbida, realizzata con farina macinata sottile.

Il cinghiale e i prodotti della caccia La zona di Arezzo è famosa per la qualità della sua cacciagione. E’ ancora oggi possibile trovare animali non di allevamento che forniscono carne saporita come un tempo, quando la cacciagione costituiva una delle attività più importanti degli uomini nel periodo invernale, quando il lavoro dei campi si riduceva. Non è un caso che la gastronomia aretina sia caratterizzata da numerosi piatti a base proprio di cacciagione: condimenti per pasta e polenta, salmì, per non parlare di arrosti al pentolo o allo spiedo.

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