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IL RICORDO
GILLES L’UOMO
A QUARANT’ANNI DALL’INCIDENTE DI ZOLDER, LA MOGLIE JOANN RICORDA IL GRANDE AMORE DELLA SUA GIOVENTÙ, GILLES VILLENEUVE.
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di Danilo Castellarin
Il primo uomo importante a lasciarla fu suo padre quando lei aveva appena otto anni. Il secondo fu il compagno della sua vita, quarant’anni fa, sabato 8 maggio 1982. Si chiamava Gilles Villeneuve, e lei aveva trent’anni. Joann Barthe Villeneuve non ha avuto una grande fortuna con gli uomini. Di origini franco-canadesi, nata nel 1952 a Joliette, nel Quebec, comprende subito che la vita non sarebbe stata una passeggiata in discesa. Dopo la fuga del padre si rimbocca le maniche per aiutare la madre, malata di cuore, a tirare su i fratelli e le sorelle. Accetta lavori umili. Poi arriva il principe azzurro, nato un anno prima di lei, nel 1951, a Chambly, nel Quebec. I due ragazzi si conoscono nel 1967, quindici anni lei, sedici lui. Non si lasceranno mai, pur se la loro unione sarà più volte messa a dura prova. Per Gilles le prime avventure al volante iniziano un anno prima, nel 1966, a quindici anni di età, quando, ancorché senza patente, guida la Pontiac Parisienne del padre. Pochi mesi dopo riceve in dono una MG-A del 1958 di colore rosso, pagata un centinaio di dollari. I grandi spazi intorno a Berthierville, la cittadina dove i Villeneuve si erano trasferiti, permettono al ragazzo di prendere confdenza con la guida. Da allora fa sempre coppia fssa con oann, che è la prima a rispondere al telefono quando da Modena cercano Gilles...
Joann, torniamo indietro nel tempo. Siamo nel 1977, in un pomeriggio di fne agosto a ert ier i e. arane o i i a da a appena ann nciato c e se ne andr da a Ferrari. battendo a porta. impro iso s ona i te efono di casa ostra...
Stavamo giocando con Jacques, Melanie e Princess, il nostro cane. I progetti col team McLaren erano stazionari, un impegno ma niente più. Insomma, non c’era davanti un grande futuro. Quel giorno lo avevo aiutato a disegnare la V di Villeneuve sul suo casco. Gilles aveva 27 anni. Al telefono risposi io. ‘Pronto chi parla’, dissi alla cornetta. E sentii una voce lontana che parlava inglese ma con un accento straniero. Non capii molto bene, ma mi parve di sentir pronunciare il nome Ferrari. Il solito scherzo idiota, pensai fra me. E con l’aria ironica passai il telefono a Gilles dicendogli ‘Guarda che è una burla!’.
E lui?
Prese il telefono e disse due parole. Poi ascoltò. Vidi l’espressione del suo volto cambiare progressivamente. Prima gli chiesero se voleva parlare francese o inglese e lui rispose che era la stessa cosa. Dall’Italia lo aveva chiamato un certo signor Mortara che lo invitava a Maranello. Mise giù il telefono e mi disse ‘Enzo Ferrari mi vuole conoscere. È come se mi chiedessero di andare dal Papa’.
ando a enne incontro
i incontrarono a aero orto i a ensa a a fne i agosto e .
e raccont a cosa de incontro con Ferrari
, sa t uori i ro ema e o ione con c aren er i . a uan o Gilles spiegò il vincolo contrattuale al Drake, fu lui il primo a rassicurarlo dicendo che avrebbe risolto ogni grana con Teddy Mayer. Lui però era molto agitato. Temeva che gli inglesi non lo avrebbero lasciato libero. Invece poi tutto si risolse.
econdo ei Ferrari a e a c iesto referenze s conto di Gi es a a c e pi ota famoso
Venni a sapere che Chris Amon era stato interpellato da Enzo Ferrari e aveva detto che mio marito aveva uno straordinario controllo di macchina. Fu molto gentile. Intanto Andretti aveva annunciato la sua conferma in otus er i e au a aveva frmato er ra ham. nsomma, e cose sembravano prendere il giusto verso…
o ti appassionati ita iani si aspetta ano ass nzione di n ita iano a a Ferrari. ora i ta enti non manca ano. pp re dopo poc e gare scoppi a Febbre i ene e ...
Forse perché mio marito interpretava l’intera gamma dei sentimenti come ochi a tri i oti i F. . veva vissuto e so erto a uoti ianit e anoni-





mato, a vog ia i emergere, a otta, a sf a, a sor resa. resto avre e conosciuto i successo, amici ia, a so i ariet , a rinuncia, i tra imento, a poca riconoscenza, la delusione, la rabbia.
onfronti
uar an o i cam ioni i oggi i fci e riconoscere tutti uesti stati d’animo. Magari ci sono, chi lo sa. E se ci sono, loro sono molto bravi a non farli intravedere. Probabilmente l’organizzazione attuale è sempre più governata dai soldi e dal mercato. Questo impedisce ai sentimenti i a forare, ai i oti i es rimersi, ag i ingegneri i ur are, ai meccanici di consolare. In questo mondo Gilles non avrebbe potuto correre perché tutto deve restare dentro un copione prestabilito, con battute, risposte, commenti, erfno sorrisi che si ri etono gran remio o o gran remio, stagione dopo stagione, desolatamente.
robabi mente Gi es f anc e ai tato da fatto c e ando corre a i a a Ferrari c era ancora i ra e
Certamente sì. Non credo sarebbe sopravvissuto senza la sua autorevole protezione. Soprattutto dopo le prime gare e l’incidente in Giappone. Il Commendatore era qualcosa più di un costruttore. A volte è stato quasi un padre per Gilles. E lui, di rimando, sentiva di dovergli molto. Un giorno lo ha detto anche a Forghieri, durante alcuni test a Fiorano. L’auto era così così. Gilles spiegò a Mauro che anche se l’auto era quello che era, ne avre e tirato uori i massimo. erch vo eva onorare a f ucia che il Commendatore aveva avuto in lui e ripagarla con un impegno totale, con o e ien a, is oni i it , e e t .
Un rapporto straordinario
. Ferrari aceva fnta i non ve ere i suoi imiti, ines erien a, g i inuti i rischi. E Gilles accettava di chinare la testa davanti a piloti più esperti. Non sempre più veloci.
ensa a ar os Re temann od c ec ter
Non risponde
erc rif ta ate g i ote prenotati da a Ferrari e preferi ate i ere in n motor ome
Gilles aveva un rapporto molto stretto con la sua famiglia, con me, i bambini, i nostri animali. Ci voleva sempre vicini.

Eravamo il suo mondo, la sua isola felice, il suo buen retiro, insomma la sua serenit in un am iente che ini iava a arsi iuttosto com icato, a Formu a .
e cosa e dice a ando sta a per iniziare na gara
Mi diceva una frase che era diventata per noi un rito scaramantico: ‘Non ci vorr mo to .
E lei?
Mi attaccavo ai cronometri per non pensare.
i ricorda con pi affetto
Gilles era molto legato a Jody Scheckter e Patrick Tambay. All’inizio anche a Didier Pironi.
erc maggio non era a o der con i
Ho perso pochi grand prix. Zolder fu uno di quelli. Ero rimasta a Montecarlo per i preparativi della prima comunione di Melanie, che avremmo esteggiato omenica maggio.
in ece
Invece poco dopo le due del pomeriggio arrivò la telefonata di Jody, che abitava vicino a noi. Lui non stava bene perché lo avevano appena operato i ernia. a un amico o aveva avvertito a e gio i che cos era capitato a Gilles. Gli aveva detto che era uscito rovinosamente alla curva Terlamenbocht. Mi disse subito che le condizioni erano critiche e che avrebbero dovuto operarlo e che era meglio partire subito. Non ci vollero alter parole.
i accompagn in e gio
Partimmo immediatamente per Zolder ma non con Jody, che a causa dell’intervento non poteva viaggiare. Mi accompagnò sua moglie Pam. Quando arrivai, i medici mi dissero che non c’era più niente da fare. Gilles morì poco dopo le nove della sera. Da quel giorno la mia vita di ma re stata mo to i i fci e. vevo ue fg i i otto e ieci anni. ono stati bravissimi ad affrontare quella prova. E di tanto in tanto mi torna a a mente a rima sera a casa, noi tre so i, con mia fg ia e anie che piange nel suo letto stringendo la foto di suo padre fra le braccia.
Gi es certamente stato n grande pi ota. Ritiene sia stato anc e n b on marito Un b on padre
È i fci e giu icare i assato guar an o o a uturo. o e i es siamo diventati grandi insieme. Avevo sedici anni quando lo conobbi. E a sedici anni molte cose che a sessanta sembrano folli, sono invece del tutto normali. Gilles era molto esigente con la sua famiglia, con me, Jacques, Melanie, ma anche con tutto il suo staff. Ma era soprattutto esigente con sé stesso perché voleva dare sempre il massimo. E pretendeva la stessa cosa dagli altri. Su tutti i fronti.
on era certo n compagno faci e
o, non o era. a in cuor mio cre o che nessun i ota i Formu a sia un compagno facile. Per nessuna donna. Eppure nonostante siano passati quarant’anni lo ricordo ancora come un ragazzino, come il grande amore della mia gioventù.



IL NIPOTE COME IL NONNO
Per i primi quattro fgli, acques Villeneuve, secondogenito di Gilles e campione del mondo 1997, aveva evitato di ricordare il nome del padre. Ma quando lo scorso gennaio Giulia, la sua nuova compagna, gli ha regalato il quinto fglio, maschio come tutti gli altri, ha deciso di chiamarlo Gilles. Come il nonno che non potrà conoscere: quel Gilles Villeneuve indimenticabile campione della Ferrari, che nel 1982, quarant’anni fa, se ne andò tragicamente durante le prove del Gran Premio del Belgio.

