I NOSTRI LUTTI
Aldo Brovarone alla consegna de “La Matita d’Oro” 2019 al Museo dell’Auto di Torino. È una delle sue ultime apparizioni. (Foto Giorgio Perottino, courtesy Mauto).
ADDIO AD ALDO BROVARONE, UN MAESTRO ALLA PININFARINA SE N’È ANDATO UNO DEI PIÙ ECLETTICI E COMPLETI DESIGNER DI AUTOMOBILI DEL SECOLO SCORSO, PADRE DI VETTURE COME LA DINO E LA FERRARI F40. SEMPRE GENTILE, EDUCATO E DALL’INNATA SIGNORILITÀ, LA SUA VICENDA RIMASE SCONOSCIUTA AI PIÙ FINO A UNA VENTINA D’ANNI FA di Luca Marconetti
A sinistra, Brovarone nella casa di famiglia di Vigliano Biellese con in mano un modello di aereo autocostruito, una delle più grandi passioni. A destra, la Maserati A6 GCS Berlinetta del 1953 mettere piccola. Figurino per la Ferrari 400 Super Fast del 1960 che sarà poi la Super Fast II.
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Martedì 13 ottobre ci ha lasciati Aldo Brovarone. Ancora vispo, dall’animo gioviale e altruista, sempre elegantissimo e signorile nei gesti e nei modi, si è spento a 94 anni nella sua casa di Torino, la città che lo adottò al suo ritorno dall’Argentina e che gli diede la possibilità di percorrere una lunga e brillante carriera nello stile automobilistico, quasi tutta in Pininfarina. Una vicenda professionale tanto importante - è stato padre, solo per citarne qualcuna, di Maserati A6 GCS, Dino e Ferrari F40 - quanto sconosciuta, almeno fino a vent’anni fa, quando, sul finire degli anni ’90, qualcuno l’ha scoperta e Brovarone ha iniziato ad accettare con entusiasmo gli inviti di quanti lo hanno voluto incontrare, celebrare e premiare. La Manovella ha avuto l’immenso privilegio di averlo in redazione una decina d’anni fa, quando il collega Filippo Zanoni lo intervistò e al quale raccontò la sua vita (la trovate sul numero di maggio 2011). Fu la prima volta che lo vidi: avulso al progresso del disegno computerizzato e della