Asinu anno IV numero 1

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BOLLETTINO INFORMATIVO DELL’ASSOCIAZIONE ASINU

ASINU ASPIRANTI A PIENI POLMONI ...per chi Asinu ci resta!

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All’ombra di un noce Cantavo bizzarre lodi all’amata ne risuonavano allegre le colline strillando impettite alcune galline mi dissero che non era apprezzata. Vicino un pozzo all’ombra di un noce alleggerivo i miei versi col vino dei suoi rifiuti, del mio essere meschino mi lamento senza risparmiar voce.

Odio. Religioni. Scontri. Morti. Esplosioni. Bombe. Sale la tensione. Manifestazioni. Violenza. Vendetta. Conflitti. Orrore. Funerali. Moschee. Sangue. Cattedrali. Sangue. Chiese. Profeti. Occhi chiusi. Preghiera. Mani giunte. Religioni tante. Dio. Uno. Mani giunte. Preghiera. Occhi chiusi. Virtù. foto e testo Felicia Maria Iannone

Arriva un tal:”Oh, vattene” mi dice “devo prendere una visura.” Io:“Il termine coglione ti si addice, mi riparavo solo dall’arsura” “Non hai capito, io chiamo la legge” Ecco il pastore chiamato dal suo gregge Arrivano in divisa, mi percuotono le membra è inutile che fate è proprio come sembra cercavo malamente di dar forma alla mia essenza ricevo solo in cambio ordine e violenza.

“Quando si lotta per qualcosa di importante bisogna circondarsi di persone che sostengono il nostro lavoro. È una trappola e un veleno avere intorno persone che hanno le nostre stesse ferite ma non il desiderio vero di guarirle.”

Asinu, chi? Asinu (specchio di unisA) è voluta espressione di contrarietà, opposizione, critica e ostinazione. Dalla sua fondazione è questa la definizione utilizzata per identificare l’associazione; ma il tempo scorre, i corsi cambiano e tre anni passano in fretta. I primi Ciucci viaggiano alla ricerca di altre stalle, altri muli stanno per raggiungere la nostra. Abbiate coraggio, perché Asinu ci resta!

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La storia...a volte ritorna Ci sono personaggi storici fondamentali per lo sviluppo di un pensiero o di una corrente che spesso non hanno il riconoscimento che gli spetta e la visibilità che avrebbero dovuto conquistare negli anni. Uno di questi è senza alcun dubbio Bob Mould che negli anni ’80 ha tracciato un sentiero musicale verso il quale si sono incamminate band di fama mondiale come i Foo Fighters. Bob Mould, storico cantante degli Husker Du, band cult degli anni ’80 con cui ha firmato il capolavoro “Zen Arcade”, torna con un nuovo lavoro solista: “Silver Age”.

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Il nostro primo numero di ogni anno accademico è dedicato alle matricole. A quelli che sui pullman occupano i nostri posti, a quelli che vagano tra i corridoi spaesati, a voi che tra poco non sentirete più profumo di nuovo. Noi siamo Asinu, specchio di unisA, voluta espressione di contrarietà, opposizione, critica e ostinazione. Cercateci, ci troverete oltre le belle piazze e i giardini. Trovateci, seguite la voce. Sostiene Pereira di ricordare il giorno che fu il suo primo giorno. Era venuto in pullman, sostiene, e faceva un gran caldo.

Incontro tra il Magnifico e le associazioni Spropositato aumento della Tassa Regionale per il Diritto allo Studio

REDAZIONE Asinu www.asinupress.it

Bob Mould “Silver Age”

Ciao aspirante studente, laureato o cittadino adulto e consapevole, sei al principio della tua nuova esperienza universitaria, benvenuto! Sarà difficile per me descriverti un percorso così ricco e stimolante in poche righe, ma posso dire di aver già iniziato con questa citazione qui sopra e, soprattutto, con la mappa che trovi girando questa pagina.

Felice

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IN PRIMO PIANO

Anno IV N.1

- Uninchiesta: c’era una volta (e c’è ancora) un test - Associazioni: chi sono e cosa fanno

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ALL’INTERNO TROVERAI ANCHE UNA PRATICA MAPPA DEL CAMPUS


C’era una volta (e c’è ancora) un test Ieri come oggi in bilico tra selezione e libertà di scelta Lo ricordo ancora, il mio test d’ingresso. Quella mattina indossai la mia maglia portafortuna, quella del mio esame di maturità e che da quella data mi accompagna in tutte le occasioni importanti. E se due anni fa, appena uscito da quell’aula, qualcuno avesse chiesto la mia opinione sul limitare l’accesso a un corso di laurea con un test, ammetto che non avrei saputo come rispondere: accecato dal desiderio di passarli, non mi sarei mai soffermato sulle implicazioni etiche e sulla reale validità della prova che avevo appena sostenuto. Le cose però sono molto cambiate in due anni e questo ci è sembrato il tempo e il luogo adatto per mettere in pratica l’esperimento: il dibattito sulle modalità di selezione è acceso, tutti si chiedono se sia più giusto mettere dei paletti a priori o far sì che le attitudini dei ragazzi si manifestino col tempo e col tempo si decida se è quella la strada che fa per loro; e il nostro campus è il luogo ideale, visto che sta lentamente diventando una cittadella arroccata e inaccessibile che offre quasi interamente corsi a numero chiuso, salvo la pace di qualche superstite come ingegneria, lettere e giurisprudenza. Ed ecco perché abbiamo deciso di andare ad infastidire alcuni malcapitati che, appena terminato il loro test d’accesso, sono stati disponibili a fornirci le loro impressioni in merito, scoprendo ad esempio, riguardo la difficoltà del questionario, che non sorgono particolari lamentele né per la prova di biologia, né per quella di filosofia, né per quella di beni culturali; gli avventori di economia e di medicina invece ritengono di aver incontrato delle parti un po’ più complesse, e in particolare gli

L’editoriale continua dalla prima pagina

Era una giornata tanto luminosa da far sfavillare il bianco dei pilastri lì al terminal, l’erba pareva di un verde diverso. L’Unisa brillava davanti ai suoi occhi, ma lui, sostiene, era nervoso e non se ne curò. Entrò nel primo edificio e si mise alla ricerca dell’aula. I giorni che seguirono furono tutti uguali, sostiene Pereira. A volte, però, le aule erano così piene che il povero Pereira doveva sedersi a terra; altre, era costretto a rimanere ore alla fermata in attesa del pullman. Dopo le lezioni a volte sostava in un prato a leggere, altre tornava subito al terminal. Ho trovato il mio posto fuori dal mondo, giura di aver pensato. Un giorno, mentre leggeva, un ragazzo interruppe il silenzio che lo circondava. Era magrolino, le spalle flesse, l’aria un po’ stanca.

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aspiranti medici lamentano la presenza di domande senza alcuna attinenza col corso di laurea scelto. Entrando più dettagliatamente nel merito numero chiuso, le opinioni sono molto diverse. Alcuni ritengono che sia un ottimo metodo di selezione, necessario per evitare che “entrino cani e porci” [cit. letterale] o comunque per aggirare un sovraffollamento di iscritti laddove le strutture non permettano tanti corsisti; altri invece non si lasciano convincere da questo metodo di filtro, rimanendo perplessi soprattutto dalla sua reale efficacia: per alcuni corsi infatti, non viene raggiunto nemmeno il numero minimo, col risultato che i test vengono svolti comunque e l’università intasca le quote di iscrizione sottoponendo gli studenti ad un test che potremmo definire, quasi, inutile. Un’ultima analisi? Alla fine i miei test andarono bene, ahimè non ho certo facoltà divinatorie, per cui non posso guardare in un universo parallelo e dirvi come sarebbe stato se non mi avessero dato la possibilità di fare quello che volevo. Ma le scelte che facciamo plasmano quello che siamo e il momento in cui siamo noi a scegliere per noi stessi segna la nostra maturità. Privarci della possibilità di scegliere e obbligarci ad accettare un ripiego significa costringerci a rimandare le nostre decisioni e, di conseguenza, anche il momento in cui possiamo definitivamente dirci grandi.

Fuga da Alcatraz: cronaca di un’impresa impossibile 11 giugno 1962. Carcere di massima sicurezza di Alcatraz. Durante la notte, Frank Lee Morris e i fratelli John e Clarence Anglin realizzano una delle più celebri e ingegnose evasioni del secolo. Alcatraz, soprannominata “The Rock”, è una prigione-fortezza collocata su una piccola e impervia isola nella baia di San Francisco, per 29 anni “dimora” dei più pericolosi criminali del Novecento (tra cui Al Capone). Considerata una roccaforte a prova di fuga, è stata non di meno teatro di diversi tentativi di evasione, quasi tutti finiti male. Il più noto risalente, appunto, a cinquant’anni fa. Preparato in un anno circa, nonostante la scarsità e l’inadeguatezza dei mezzi, l’elaborato piano prevedeva l’impiego di teste di cartapesta come diversivo e di una zattera improvvisata, ricavata cucendo insieme degli impermeabili. La fuga riesce e le guardie lanciano l’allarme soltanto il mattino dopo. Parte una scrupolosa, ma infruttuosa caccia all’uomo, che termina a tutti gli effetti nel ’79, quando il caso viene chiuso, dando per certa la morte dei tre per annegamento o ipotermia. Ancora oggi, tuttavia, quest’ipotesi non convince tutti.

Bob Mould - “Silver Age” continua dalla prima pagina

Stefano D’Alessandro Ricordava vagamente un ciuccio, o almeno così sostiene. Diede a Pereira un giornale, lo aveva fatto lui, disse, con altri ragazzi, si chiamava Asinu. La copertina lo colpì, una fotografia mostrava una cinquantina di ragazzi con striscioni e megafoni. Avrebbero chiuso le facoltà minori, dicevano, cancellando pian piano i corsi, avrebbero chiesto ancora più soldi, sostenevano. Era una protesta, era avvenuta nell’università, ma lui, Pereira, sostiene di non essersene accorto. Aveva degli impegni, lui, dei tempi da rispettare in questa frenetica corsa tra corsi e caffè, o almeno così sostiene. “Il problema è che il mondo è un problema e certo non saremo noi a risolverlo, avrebbe voluto dire Pereira”. Ma non lo fece, forse perché non ci credeva più. Anna Colacori

in una disperata fuga da se stessi. I dialoghi, pervasi da unsarcasmo tagliente, ma ben dosato, lasciano venire a galla brandelli di vite passate. I ricordi, le voci e le esperienze si mescolano, amalgamandosi nella mente dello spettatore in un unico quadro confuso di umanità ferita, di desiderio di rinascita. Al di sopra delle sbarre aleggia una vaghezza sospesa di pensieri, afflizioni e struggimenti, simile ad una riunione di anime, intente a ritrovare la forza per sollevare la testa e reagire. Alle loro spalle storie tristi di razzismo, violenza e abbandono. Quando il pensiero dello spettatore indugia su questo sofferto passato, giudicare diventa difficile. Alcatraz è l’inferno, ma questo inferno è popolato da uomini, che non meritano di vivere abbandonati alla mercé dei tirannici capricci di un direttore o dei sadici scherzi di un secondino. La giustizia non può essere giustiziera. Deve lasciare spazio al risveglio, alla resurrezione. E se questo spiraglio manca, lo si cerca scavandosi una strada alternativa verso la libertà, anche a costo di mettere a repentaglio la propria stessa vita. Camilla Di Spirito

“Fuga da Alcatraz” è un veritiero e appassionante resoconto della vicenda. Don Siegel, secondo maestro di Eastwood dopo il nostro Sergio Leone, riesce fin dall’inizio a immergere lo spettatore nella cupa e inquietante atmosfera carceraria, ricreando quel senso di vuoto e di angosciosa attesa che scandisce le ore all’interno delle prigioni. La fuga balena nelle menti come un’impresa ardua, ma l’agognato premio in palio, la libertà, è un motore forte e inarrestabile, che supera finanche l’ansiogena e costante paura di essere scoperti. E questo stesso motore anima gli altri detenuti, che nel buio delle loro celle inseguono l’evasione virtuale, trovando rifugio nella pittura, nella lettura o anche nell’amicizia con un fedele topolino. L’impellente bisogno di trovare un appiglio alla vita, alla normalità del quotidiano tramuta la loro fuga da Alcatraz

Sarà un’affermazione anacronistica ma “Silver Age” è di diritto un capolavoro della musica anni ’90. Dico questo riferendomi, chiaramente, alle sonorità e alla struttura dei brani del buon Bob. Un disco tiratissimo e veloce: nemmeno 40 minuti e 10 canzoni in cui il cantante statunitense ritrova forse la sua vera anima e il suo vero suono: quello grintoso, quello secco, quello incazzato, ma anche riflessivo, per intenderci il lato più rock della musica che è quello in cui Bob si può specchiare meglio. “Silver Age” è il miglior ritorno alle origini e una delle più belle rappresentazioni di un artista che ha dato tanto e che dopo anni di cambiamenti, di tentavi musicali, di passione vera per la musica torna a calcare la sua terra e vederlo, nel 2012, suonare insieme ed aprire i concerti al suo “allievo” più famoso Dave Ghrol fa uno strano effetto. Si nota in maniera incredibile, poi, sotto l’aspetto musicale la compatezza dell’album. “Silver Age” non si piega ed è un colpo unico che esplode nelle casse. Non mi prolungherò ad analizzare le canzoni, tutte piccole perle di rock melodico (non faccio precedere “punk” a “rock”, ma si potrebbe). Mi limito a fare qualche nome: “Keep Believing”, il singolo “The Descent”, “Star Machine”. Molti non lo sanno ma il caro Bob è ancora sul tetto del mondo. Franco Galato

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Associazioni: chi sono e cosa fanno Per la maggior parte delle matricole le associazioni universitarie sono una realtà del tutto nuova. Di seguito ve ne presentiamo alcune, ma potrete trovarne una lista completa sul dedalico sito dell’Unisa.

MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO Una storia lunga un attimo “Tesoro mio, mi hai chiesto di scriverti una lettera, e perciò sto scrivendoti una lettera. Non so perchè ti sto scrivendo questa lettera, o di che cosa dovrebbe parlare, ma la scrivo ugualmente perchè ti voglio tanto bene e sono sicuro che se mi hai chiesto di scrivertela c'è una buona ragione. Spero che un giorno vivrai l'esperienza di far qualcosa che non capisci per qualcuno a cui vuoi bene. Tuo padre”

Un intreccio di storie che percorre un tempo che va dall’Europa della seconda guerra mondiale ai giorni nostri. E’ sera, un padre sa che quel bacio della buonanotte a suo figlio dovrà essere intenso, perché probabilmente l’ultimo. Un uomo si sveglia, è troppo tardi per andare a lavorare. Giovanna Pentella

Novella di Biblioteca fuori capitolo L’autobus mi appare di un blu spento, i sedili sembrano piccoli: la prima volta, sembrava un dragone. Il terminal è sottosopra: la forma dei crani è più piccola nei più. Per la minoranza, invece, vince l’effetto voluminoso dei capelli. L’albero di mele è anch’esso tremendamente piccolo e inodore: la prima volta, sembrava tutto in fiore, anche il parcheggio.

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Un uomo si sveglia e va a lavoro. Un bambino si sveglia e va a scuola. E’ mattina e nessuno dei due sa che dall’altra parte del mondo qualcuno cambierà la loro vita. Un uomo si sveglia e sale su un aereo. Il calendario segna 11 Settembre 2001. Abbiamo già capito di cosa parla Molto forte, incredibilmente vicino, romanzo di Jonathan Safran Foer: il triste destino di quelle persone che l’11 Settembre sono rimaste vittime di una rivalità tra due paesi troppo diversi. Ma Foer non si limita a fare la cronaca dell’accaduto, non vuole illuminarci sulle cause, sui perché, sul come. Molto forte, incredibilmente vicino è la storia di un figlio che ha perso suo padre nell’attentato alle Torri Gemelle. Oskar. Un giorno Oskar si ritrova tra le mani una chiave e una scritta “Black”. Convinto che quello sia un segreto del padre, che può aiutarlo ad alleviare il dolore, Oskar decide di bussare alla porta di tutti i Black di New York per scoprire cosa apre quella chiave. Un viaggio (nel senso letterale) che lo porterà a conoscere le sue radici, la vera storia dei nonni, che lo porterà a conoscere il nonno per la prima volta.

La mensa mi appare docile, quasi accogliente: la prima volta sembrava un bordello o un macello, stridevano le posate e le bocche, sempre più forte. Piazza del Sapere è un rifugio caldo al sole e con l’orizzonte spezzato sulle montagne: la prima volta mi apparve infinito, come il tempo, che aveva un altro sapore. Il caffè al distributore e la fila oggi mi parlano di silenzi e topi: la prima volta lo gustai come il caffè più buono. La biblioteca ha lo stesso odore di sempre e la stessa ricchezza: la prima volta mi apparve immensa, labirintica. Oggi è Rup come sempre. L’università è una certezza, un pozzo senza acqua. Saprai tutto dopo, Spugna. Benvenuto.

Rup

Agorà: più che delimitare uno spazio preciso all’interno del campus, vuole rappresentare un’occasione di condivisione e interazione per gli studenti. I servizi che offre sono molteplici, dall’orientamento nella compilazione dei piani di studio all’organizzazione di convegni e attività culturali. MAIL: agora.unisa@libero.it AEGEE: un’associazione studentesca europea, indipendente e senza fini di lucro il cui principale obiettivo è promuovere la collaborazione e l’integrazione in ambito universitario, presente anche in Stati extraeuropei. L’AGEE Salerno, ubicata presso l’ufficio Sportello Erasmus, offre una serie di servizi e convenzioni di tipo ricreativo e culturale che possano consolidare l’ideale europeo. MAIL: aegee.salerno@email.it ALF: l’associazione di lettere e filosofia è una struttura di collegamento tra gli studenti e la burocrazia della propria facoltà, sempre disponibile per risolvere piccole e grandi difficoltà riscontrabili nel loro percorso. Novità in partenza a breve è rappresentata da ALF Platform, uno spazio modellato sull’esempio dei social network utile per mettere in contatto docenti e studenti. MAIL: info@associazionealf.it Link: è un’Associazione universitaria presente su tutto il territorio nazionale che si batte in difesa dei diritti degli studenti e crede fortemente nella partecipazione consapevole degli stessi alla vita universitaria attraverso la quale essi diverranno parte attiva della cittadinanza e della società. MAIL: linkfisciano@gmail.com PiKuadro Kollettivo Ingegneria: crede nella partecipazione come chiave di volta del cambiamento. Offre assistenza agli studenti attraverso attività di sportello, rendendolo protagonisti nella risoluzione dei problemi stessi elevandoli ad un più alto grado di consapevolezza e emancipazione. Per info: http://pikuadro.linkfisciano.it/

Aisfa: favorisce contatti e scambi di opinioni tra studenti di farmacia italiani ed europei e si impegna ad organizzare conferenze, convegni scientifici; una delle iniziative promosse dalla sua delegazione salernitana è stata l’organizzazione di un corso di Primo Soccorso tenuto dalla Croce Rossa Italiana. ASP: l’associazione nasce dal progetto di essere la voce degli studenti e il centro pulsante della Comunità di Scienze Politiche. Negli anni si è resa partecipe della vita universitaria realizzando numerose iniziative come convegni e scambi culturali, cercando anche la collaborazione con altri enti e associazioni. Per info: http://www.aspsalerno.it/ La redazione continua dalla prima pagina

Aspiranti a pieni polmoni Brevi considerazioni su come affrontare un nuovo inizio Questo perché nell’approcciare ad un nuovo e importante ambiente è necessario fare due cose: in primo luogo, conoscere i suoi spazi, saper ripercorrere le sue strade ad occhi chiusi così da rendere tutto più familiare; per secondo è fondamentale circondarsi di relazioni mature con le quali condividere uno spazio che diventa sociale, prodromo di cambiamento e di mutazione interiore. Di fondo, in questo particolare viaggio che stai intraprendendo non è necessario arrivare a conoscere esattamente quello che sei (o che sarai, in un futuro lavorativo). Ma il tuo maggior interesse nella vita, come nello studio o nel lavoro, potrebbe essere quello di diventare qualcuno che non eri all’inizio dell’avventura. Perciò ora che ti ho descritto brevemente questi strumenti iniziali per il viaggio puoi incominciare a farti forza. So che sarai più consapevole di prima perciò ti anticipo che non sarà per nulla semplice, ma forse questo lo sai già. Posso garantirti, però, che con una buona compagnia e con una mente aperta a ricevere, pronta ad elaborare al meglio gli stimoli, sei già sulla buona strada. Ti vedo già diverso, fra qualche anno, sorridere della persona che sei adesso e sentirti carico d’esperienza per poter affrontare altre nuove e difficili avventure. E allora sorrido anche io insieme a te, perché siamo tutti all’inizio di qualcosa, impauriti e confusi, aspiranti a pieni polmoni. Emanuele Siano

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