Tesi Magistrale in Architettura_Asia Minutolo_Relazione

Una nuova prospettiva: Progetto di un centro diurno e residenziale per anziani con il morbo di Alzheimer a Ferrara

Laureanda: Asia Minutolo Relatori: Prof. Fabio Conato | Dott.ssa Valentina Frighi Correlatori: Prof. Roberto Di Giulio | Prof. Vincenzo Mallardo Università degli Studi di Ferrara Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura Sessione di laurea straordinaria - a.a. 2020/2021

“E a noi che pensiamo alla felicità come ascesa, proveremmo l’emozione che è prossima allo sgomento quando una cosa è felice e cade.”

Rainer Maria Rilke, Elegie Duinensi, X

ABSTRACT Progetto di un centro con Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno dedicato agli anziani con demenza di Alzheimer.

Per le persone con Alzheimer la possibilità di comprendere l’ambiente che le circonda e di interagire attivamente con esso rappresenta un tassello fondamentale della propria qualità di vita. Si è cercato di tenere conto dei diversi meccanismi con cui gli ospiti esplorano e conoscono il loro intorno per progettare spazi che possano accoglierli e stimolarne l’interesse, innescando un rapporto di fruizione attivo. Ciò contribuisce al mantenimento in attività delle funzioni residue, considerate non come meri automatismi biologici ma come esperienze di affermazione della propria individualità, che possono offrire una prospettiva al tempo di vita del malato.

Nella gestione dei flussi si sono previsti percorsi pensati per ospitare la tendenza al vagabondaggio degli ospiti, dal tracciato chiuso e tangente le aree di attività comuni per incoraggiarne la partecipazione. Si è poi cercato di favorire il rapporto con gli spazi verdi per agevolare l’orientamento temporale degli anziani e offrire loro stimoli variabili e calibrati sulla loro sensibilità, tramite la creazione di giardini terapeutici per le residenze e il centro diurno e un giardino d’inverno. In considerazione del gran numero di anziani con ridotta mobilità nella progettazione delle camere di degenza si è posta molta attenzione al comfort luminoso, rispetto a cui l’utenza è particolarmente sensibile.

Limitare i fattori di stress quotidiani per gli ospiti agevola inoltre la gestione da parte del personale e impatta positivamente sulle relazioni con gli altri ospiti e con i propri familiari.

La struttura dovrà servire il comune di Ferrara, attualmente privo di servizi specifici per i malati di Alzheimer, nonostante sia stata stimata la presenza di circa 8000 soggetti affetti dalla malattia. La nuova costruzione andrà a inserirsi nel vuoto urbano tra via Foro Boario e la ex-stazione Porta Reno.

1

SOMMARIO

Abstract

1

Sommario

2

Premessa

4

Riferimenti bibliografici per tipologia

6

Riferimenti bibliografici per argomento

10

01 IL MORBO DI ALZHEIMER Qualità e quantità di vita

Quantificare il fenomeno

Morfologia, fasi e diagnosi della malattia

Mutazioni della percezione visuo-spaziale

14 16 18 21

02 PROGETTARE PER L’ALZHEIMER Inquadramento normativo

Linee guida e criteri progettuali

Classi di utenza e requisiti Aree funzionali Unità spaziali

22 23 25 28 31

03 CONTESTO GEOGRAFICO Inquadramento urbano Dati climatici

Analisi SWOT del lotto

Analisi dell’area di intervento

Analisi del contesto climatico

34 36 37 38 40

04 CONCEPT DI PROGETTO Riconoscibilità Vagabondaggio Favorire l’orientamento

Controllare il comfort

2

42 43 44 45

05 TECNOLOGIA COSTRUTTIVA Strategie ambientali Materiali Analisi strutturale

46 48 50

06 USO DELLA LUCE

Requisiti luminosi in età avanzata

Luce e ritmo circadiano

Luce e sicurezza

56 57 59

07 CAMERE DI DEGENZA Tipologia e numero Organizzazione Illuminazione

60 61 66

08 SPAZI VERDI

Rapporto tra interno ed esterno

Organizzazione del giardino comune Specie vegetali

70 71 73

Conclusioni

75

Riduzioni degli elaborati di progetto

76

Ringraziamenti

100

3

PREMESSA

Viviamo in un’ epoca di grandi mutamenti tecnologici e sociali e questo comporta che, a volte, la velocità con cui percepiamo l’importanza o l’impatto sulle nostre vite di questi cambiamenti sia molto inferiore alla velocità con cui essi avvengono.

Per governare fenomeni così grandi ci vengono in aiuto le scienze statistiche, e la composizione della nostra società su base demografica può riflettere le spinte che attraversano il nostro secolo. Questa ci restituisce l’immagine di un paese che invecchia in maniera spedita e in cui gli anziani sono sempre di più.

Dati Istat alla mano l’età media nel nostro paese è infatti di 45,9 anni, e l’indice di vecchiaia (il rapporto percentuale tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 14 anni) è arrivato nel 2021 al 182,6%.

La tendenza non è certamente una novità, ed è resa possibile da un lato dall’allungamento della vita media derivante dal progresso medico, e dall’altro dalla riduzione della natalità. È evidente come sia necessario pensare all’anzianità con un occhio diverso rispetto al passato, sia in virtù della lunga aspettativa di vita media (82 anni in Italia) sia dell’ampia fetta di popolazione coinvolta (quasi 14 milioni di persone).

Sono questi stessi fattori di rilevanza statistica a fare della demenza d’Alzheimer, malattia progressiva la cui prevalenza a partire dai 65 anni aumenta con dell’età, un fenomeno di forte impatto sociale con cui non possiamo fare a meno di confrontarci.

Interrogarsi sulla condizione degli anziani, e di quelli con demenza nello specifico, comporta inevitabilmente confrontarsi con la caducità della vita umana ed espone le nostre vulnerabilità, ma ci pone anche la sfida di guardare il mondo con uno sguardo che ricerca la lentezza in una società che vuole andare sempre più veloce.

Concentrarsi su questa differenza di prospettiva è stato per me un passo necessario per riuscire a cogliere il carattere di domesticità e di quotidianità richiesti ad una struttura come una Residenza Sanitaria Assistenziale dedicata ai malati di Alzheimer.

4

Il mio impegno è stato quello di immaginare una nuova dimensione di vita, molto diversa da quella che ho la possibilità di esperire personalmente adesso: cambia la percezione temporale e visiva, l’autonomia e la coscienza di sé, ma rimane invariata la necessità di esprimere sé stessi, la propria individualità e di interagire con il proprio contesto fatto di persone, oggetti e abitudini quotidiane.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI per tipologia

MONOGRAFIE Arbizzani Eugenio e Di Giulio Roberto (a cura di) Residenze sanitarie assistenziali : il progetto e la realizzazione, Maggioli, Rimini, 2002 Cannara Alessandra, Brizioli Carlo, Brizioli Enrico, Progettare l’ambiente per l’Alzheimer: specifiche progettuali per l’ambiente terapeutico, F. Angeli, Milano, 2004 Cuttle Christopher, Lighting Design.A perception-based approach, Routledge,New York, 2015 De Beauvoir Simone, La terza età, Einaudi, Torino, 1971 Galiano Enrico, Vecchi fuori, vita quotidiana in casa di riposo, Biblioteca dell’immagine, Pordenone ,2004 Hertzberger Herman, Architecture and structuralism: the ordering of space, NAI, Rotterdam, 2015 Lewis Paul, Tsurumaki Marc, Lewis David J., Manual of Section, Princeton Architectural Press, New York, 2016 Mills Samuel, Fundamentals of architectural lighting: graphic guidelines for the design of architectural interior lighting, : Routledge, London ; New York, 2018 Munari Bruno, Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale, Laterza, Bari, 2017 Munari Bruno, Design e comunicazione visiva, Laterza, Bari, 2018 Olgway Vctor et all., Design with climate. Bioclimatic approach to architectural regionalism, (II ed.), Princeton Univercity Press, USA, 2015 Palladino Pietro, Manuale del lighting designer teoria e pratica della professione, Tecniche nuove, Milano, 2018 Plummer Henry, The architecture of natural light, Thames and Hudson, Londra, 2009 Rigotti Francesca, De senectute, Einaudi, Torino, 2018 Rocco Luciano, Illuminazione, Alinea, Firenze, 1982 6

Roncaglia Marta (a cura di), Mantovani Damiano, Espanoli Letizia, Alzheimer e ambiente. I luoghi, i sensi, la cura Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2008 Rossi Maurizio, Circadian lighting design in the LED era, Springer, Milano, 2019 Serra M., Carderaro V., Fondamenti di fotometria e tecnica di illuminazione, ESA, Milano, 1991 Traverso Giovanni (a cura di), Modelling daylight: piccolo manuale per la sperimentazione della luce naturale, VIA Verlag, Guetersloh ,2015 Tregenza Peter, Wilson Michael, Daylighting_ Architecture and Lighting Design Routledge,New York, 2011 Valla Patrizia (a cura di), Alzheimer: architetture e giardini come strumento terapeutico, Guerini, Milano , 2002 TESI E DISSERTAZIONI Buffo Alessio, relatori: Avosani Giovanni, Cornacchini Stefano, correlatori: Filippucci Marco, Di Giulio Roberto, Fill the void: riqualificazione di un vuoto urbano: sito di progetto: ex Foro Boario di Ferrara, Università degli Studi di Ferrara, corso di laurea in Architettura, A.A. 2016-2017,Marzo 2018 Fiore Laura, relatori: Bellia Laura, Sasso Antonio, Valutazione dello stimolo circadiano in presenza di differenti filtri selettivi, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, corso di laurea in Ottica e Optometria, A.A. 2018- 2019 Orlando Lisa, relatori: Di Giulio Roberto, Gabrielli Laura, Piaia Emanuele, Oltre la memoria: circuito progettuale per ambienti protesici a misura di Alzheimer, Università degli Studi di Ferrara, Corso di Laurea in Architettura, A.A. 2012-2013 [febbraio 2014] ARTICOLI E CONVEGNI Calkins Margaret P., Evidence-based long term care design, “NeuroRehabilitation” 25, 2009, (145–154) Fait Verity, Hadjri Karim, Rooney Cliona, Craig Cathy, McAllister Keith, Finding a way: long-term care homes to support dementia, “Proceedings of the Institution of Civil Engineers, Urban Design and Planning” 168, August 2015 (204–217) Figueiroa Mariana G., Sahina Levent, Kalsherb Michael, Plitnicka Barbara e Reaa Mark S., Long-term, all-day exposure to circadian-effective light impro7

ves sleep, mood, and behaviour in persons with dementia, “Journal of Alzheimer’s Disease Reports” 4, 2020 (297–312) Garbarino Sergio, Lanteri Paola, Prada Valeria, Falkenstein Michael e Sannita Walter G., Circadian rhythms, sleep, and aging, “Journal of Psychophysiology”, September 2020 Gronfier Claude, Zarytkiewicz Riccardo, Ezrati Jean-Jacques, Luce e salute, una nuova sfida per la progettazione illuminotecnica “ LUX” vol. 278, settembre 2014 Houser K.W., Boyce P.R., Zeitzer J.M., Herf M., Human-centric lighting: Myth, magic or metaphor? “Lighting Research Technology” 2020; (1–22) Lok Corie, Seeing without seeing, “Nature” vol. 469, 2011 Marquardt Gesine, Wayfinding for people with dementia: a review of the role of Architectural Design, “HERD” December 2011 Masotti Giulio, Biagini Carlo Adriano, Cester Alberto, Mossello Enrico, Linee di indirizzo per i centri diurni Alzheimer, presentato al 4° convegno nazionale sui centri diurni Alzheimer, Pistoia, 31 maggio - 1 giugno 2013 Micheli G.B., Micheli G.A., Disegnare sistemi e spazi di cura per Alzheimer, “Giornale di Gerontologia” 2007, (206-217) SITOGRAFIA Comune di Ferrara, Approvazione Piano particolareggiato di iniziativa pubblica, sottozona B4.6 - Foro Boario URL: https://servizi.comune.fe.it/index. php?id=7568 (20-02-22) Comune di Ferrara, Presentazione del protocollo d’intesa per il potenziamento della rete di servizi per le malattie dementigene provincia di Ferrara 20192021, URL: https://www.ausl.fe.it/home-page/news/presentato-il-protocollo-dintesa-che-potenzia-la-rete-di-servizi-per-le-malattie-dementigene (10-11-20) Del Nord Romano, Architettura per l’Alzheimer. Il malato di Alzheimer e l’ambiente, URL: https://www.regione.toscana.it/-/architettura-per-l-alzheimer-primo-volume , (22-02-22) Del Nord Romano, Architettura per l’Alzheimer. Linee guida per la progettazione, https://www.regione.toscana.it/-/architettura-per-l-alzheimer-secondo-volume (22-02-22) Fabbo Andrea, Boschi Federica, Francesconi Francesca, Puglioli Simonetta, Lo stato di avanzamento del progetto regionale demenze al 31/12/2019, URL:https://salute.regione.emilia-romagna.it/normativa-e-documentazio8

ne/rapporti/demenza/ , (30-9-20) ISS; Rapporto ISS COVID-19 n. 4/2020 Rev. 2 - Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 in strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali. Versione del 24 agosto 2020 URL: https://www.iss.it/rapporti-covid-19/-/asset_publisher/btw1J82wtYzH/content/rapporto-iss-covid-19-n.-4-2020-indicazioni-ad-interim-per-la-prevenzione-e-il-controllo-dell-infezione-da-sars-cov-2-in-strutture-residenziali-sociosanitarie , (5-12-21) ISTAT, Le condizioni di salute della popolazione anziana in italia | anno 2019, URL: https://www.istat.it/it/archivio/259588 , (20-02-22) Izzicupo Fabio, Chattat Rabih et all., Alzheimer: conoscere la malattia per saperla affrontare, URL: https://demenze.iss.it/wp-content/uploads/2018/04/ Opuscolo-Alzheimer-Conoscere-La-Malattia.pdf (16-12-21) Alzhimer’s Society UK, Changes in perception. Factsheet 527LP January 2021, URL: https://www.alzheimers.org.uk/sites/default/files/pdf/sight_perception_and_hallucinations_in_dementia.pdf, (03-11-2021)

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI per argomento

ANZIANITÀ E DEMENZA De Beauvoir Simone, La terza età, Einaudi, Torino, 1971 Galiano Enrico, Vecchi fuori, vita quotidiana in casa di riposo, Biblioteca dell’immagine, Pordenone ,2004 Rigotti Francesca, De senectute, Einaudi, Torino, 2018 Garbarino Sergio, Lanteri Paola, Prada Valeria, Falkenstein Michael e Sannita Walter G., Circadian rhythms, sleep, and aging, “Journal of Psychophysiology”September 2020 Alzhimer’s Society UK, Changes in perception. Factsheet 527LP January 2021, URL: https://www.alzheimers.org.uk/sites/default/files/pdf/sight_perception_and_hallucinations_in_dementia.pdf, (03-11-2021) Comune di Ferrara, Presentazione del protocollo d’intesa per il potenziamento della rete di servizi per le malattie dementigene provincia di Ferrara 20192021, URL: https://www.ausl.fe.it/home-page/news/presentato-il-protocollo-dintesa-che-potenzia-la-rete-di-servizi-per-le-malattie-dementigene (10-11-20) Del Nord Romano, Architettura per l’Alzheimer. Il malato di Alzheimer e l’ambiente, URL: https://www.regione.toscana.it/-/architettura-per-l-alzheimer-primo-volume , (22-02-22) Fabbo Andrea, Boschi Federica, Francesconi Francesca, Puglioli Simonetta, Lo stato di avanzamento del progetto regionale demenze al 31/12/2019, URL:https://salute.regione.emilia-romagna.it/normativa-e-documentazione/rapporti/demenza/ , (30-9-20) ISTAT, Le condizioni di salute della popolazione anziana in italia | anno 2019, URL: https://www.istat.it/it/archivio/259588 , (20-02-22) Izzicupo Fabio, Chattat Rabih et all., Alzheimer: conoscere la malattia per saperla affrontare, URL: https://demenze.iss.it/wp-content/uploads/2018/04/ Opuscolo-Alzheimer-Conoscere-La-Malattia.pdf (16-12-21)

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CONCEPT ARCHITETTONICO Hertzberger Herman, Architecture and structuralism: the ordering of space, NAI, Rotterdam, 2015 Lewis Paul, Tsurumaki Marc, Lewis David J., Manual of Section, Princeton Architectural Press, New York, 2016 Munari Bruno, Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale, Ediz. illustrata Laterza, Bari, 2017 Munari Bruno, Design e comunicazione visiva, Laterza, Bari, 2018 Olgway Vctor et all., Design with climate. Bioclimatic approach to architectural regionalism, (II ed.), Princeton Univercity Press, USA, 2015 Comune di Ferrara, Approvazione Piano particolareggiato di iniziativa pubblica, sottozona B4.6 - Foro Boario URL: https://servizi.comune.fe.it/index. php?id=7568 (20-02-22) LINEE GUIDA PROGETTUALI Arbizzani Eugenio e Di Giulio Roberto (a cura di) Residenze sanitarie assistenziali : il progetto e la realizzazione, Maggioli, Rimini, 2002 Buffo Alessio, relatori: Avosani Giovanni, Cornacchini Stefano, correlatori: Filippucci Marco, Di Giulio Roberto, Fill the void: riqualificazione di un vuoto urbano: sito di progetto: ex Foro Boario di Ferrara, Università degli Studi di Ferrara, corso di laurea in Architettura, A.A. 2016-2017,Marzo 2018 Calkins Margaret P., Evidence-based long term care design, “NeuroRehabilitation” 25, 2009, (145–154) Cannara Alessandra, Brizioli Carlo, Brizioli Enrico, Progettare l’ambiente per l’Alzheimer: specifiche progettuali per l’ambiente terapeutico, F. Angeli, Milano, 2004 Fait Verity, Hadjri Karim, Rooney Cliona, Craig Cathy, McAllister Keith, Finding a way: long-term care homes to support dementia, “Proceedings of the Institution of Civil Engineers, Urban Design and Planning” 168, August 2015 (204–217) Marquardt Gesine, Wayfinding for people with dementia: a review of the role of Architectural Design, “HERD” December 2011 Masotti Giulio, Biagini Carlo Adriano, Cester Alberto, Mossello Enrico, Linee di indirizzo per i centri diurni Alzheimer, presentato al 4° convegno nazionale 11

sui centri diurni Alzheimer, Pistoia, 31 maggio - 1 giugno 2013 Micheli G.B., Micheli G.A., Disegnare sistemi e spazi di cura per Alzheimer, “Giornale di Gerontologia” 2007, (206-217) Orlando Lisa, relatori: Di Giulio Roberto, Gabrielli Laura, Piaia Emanuele, Oltre la memoria: circuito progettuale per ambienti protesici a misura di Alzheimer, Università degli Studi di Ferrara, Corso di Laurea in Architettura, A.A. 2012-2013 [febbraio 2014] Roncaglia Marta (a cura di), Mantovani Damiano, Espanoli Letizia, Alzheimer e ambiente. I luoghi, i sensi, la cura Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2008 Valla Patrizia (a cura di), Alzheimer: architetture e giardini come strumento terapeutico, Guerini, Milano , 2002 Del Nord Romano, Architettura per l’Alzheimer. Linee guida per la progettazione, https://www.regione.toscana.it/-/architettura-per-l-alzheimer-secondo-volume (22-02-22) ISS; Rapporto ISS COVID-19 n. 4/2020 Rev. 2 - Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 in strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali. Versione del 24 agosto 2020 URL: https://www.iss.it/rapporti-covid-19/-/asset_publisher/btw1J82wtYzH/content/rapporto-iss-covid-19-n.-4-2020-indicazioni-ad-interim-per-la-prevenzione-e-il-controllo-dell-infezione-da-sars-cov-2-in-strutture-residenziali-sociosanitarie , (5-12-21) ILLUMINAZIONE Cuttle Christopher, Lighting Design.A perception-based approach, Routledge,New York, 2015 Figueiroa Mariana G., Sahina Levent, Kalsherb Michael, Plitnicka Barbara e Reaa Mark S., Long-term, all-day exposure to circadian-effective light improves sleep, mood, and behaviour in persons with dementia, “Journal of Alzheimer’s Disease Reports” 4, 2020 (297–312) Fiore Laura, relatori: Bellia Laura, Sasso Antonio, Valutazione dello stimolo circadiano in presenza di differenti filtri selettivi, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, corso di laurea in Ottica e Optometria, A.A. 2018- 2019 Gronfier Claude, Zarytkiewicz Riccardo, Ezrati Jean-Jacques, Luce e salute, una nuova sfida per la progettazione illuminotecnica “ LUX” vol. 278, settembre 2014 Houser K.W., Boyce P.R., Zeitzer J.M., Herf M., Human-centric lighting: Myth, 12

magic or metaphor? “Lighting Research Technology” 2020; (1–22) Lok Corie, Seeing without seeing, “Nature” vol. 469, 2011 Mills Samuel, Fundamentals of architectural lighting: graphic guidelines for the design of architectural interior lighting, : Routledge, London ; New York, 2018 Palladino Pietro, Manuale del lighting designer teoria e pratica della professione, Tecniche nuove, Milano, 2018 Plummer Henry, The architecture of natural light, Thames and Hudson, Londra, 2009 Rocco Luciano, Illuminazione, Alinea, Firenze, 1982 Rossi Maurizio, Circadian lighting design in the LED era, Springer, Milano, 2019 Serra M., Carderaro V., Fondamenti di fotometria e tecnica di illuminazione, ESA, Milano, 1991 Traverso Giovanni (a cura di), Modelling daylight: piccolo manuale per la sperimentazione della luce naturale, VIA Verlag, Guetersloh ,2015 Tregenza Peter, Wilson Michael, Daylighting_ Architecture and Lighting Design, Routledge,New York, 2011

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01•IL MORBO DI ALZHEIMER

1.1 QUALITÀ E QUANTITÀ DI VITA La nostra società sta vedendo, tra i tanti cambiamenti sociali che negli ultimi due secoli la attraversano con velocità inaudita, un rapido invecchiamento generalizzato della popolazione.

Nel 2020 l’Istat ha registrato che l’aspettativa di vita alla nascita è stata di 84,5 anni per le donne e 79,8 anni per gli uomini, valore che comprende anche il decremento (di circa 1,2 anni pro capite) portato dall’epidemia di Covid-19.

Questi dati, derivanti in buona parte dal miglioramento delle condizioni di vita e dei servizi sanitari, si sommano a quelli sulla bassa natalità, con il risultato che la popolazione di individui con più di 65 anni fa crescere il proprio peso proporzionale all’interno della società, andando a costituire il 23,5 % della popolazione italiana.

Il trend, che interessa non solo il nostro paese ma buona parte dei paesi economicamente più sviluppati, sembra ormai ineludibile e il suo impatto sociale ed economico è particolarmente evidente nel settore del welfare, oltre che nei campi della produzione, del consumo e del mercato del lavoro.

Quella che ci si prospetta davanti è quindi una vita sicuramente più lunga, in cui l’anzianità va a costituire non più una fase di breve durata ma, statisticamente, si configura come un lasso temporale quasi ventennale.

Diventa importante allora spostare il focus dalla quantità di anni di vita alla qualità della vita stessa, facendo uno sforzo collettivo, culturale prima ancora che sociale, allontanandoci dalla visione della gioventù e della prestanza fisica come principali elementi di qualificazione della condizione umana e provando a immaginare nuovi meccanismi di integrazione intergenerazionale che tengano conto delle fragilità di ognuno.

Non bisogna infatti dimenticare che la popolazione anziana è composta in buona parte da persone molto vulnerabili, sia sul piano psicofisico che a cascata su quello sociale ed economico.

Tra gli over 65 il 43,2% dichiara di avere una patologia cronica 14

grave, e il 32,3% somma a questa altre patologie, mentre 3 milioni e 860mila persone riportano gravi difficoltà nelle attività funzionali di base (il 28,4% della popolazione di 65 anni e più).

Per quanto riguarda l’autonomia nella cura personale, è il 10,6 % della popolazione over 65 a riferire gravi difficoltà in almeno una attività di cura della persona, quasi un milione e mezzo di individui.

Questi dati sono importanti per comprendere le dimensioni del fenomeno e l’urgenza con cui andrebbe affrontato,puntando da un lato a migliorare ulteriormente la qualità di vita degli anziani e dall’altro a riconoscere e facilitare il lavoro di cura che viene svolto nei loro confronti.

I caregiver sono spesso, soprattutto inizialmente, familiari stretti, che si vedono comprimere bruscamente la loro vita personale e lavorativa a fronte di un riconoscimento da parte della società molto basso rispetto alla mole di lavoro che l’assistenza comporta. In alternativa, e in numero sempre maggiore per via della progressiva frammentazione dei nuclei familiari, questo ruolo viene svolto da persone che offrono assistenza domestica provenienti a loro volta da altre fasce fragili della popolazione.

15

1.2 QUANTIFICARE IL FENOMENO Tra le patologie degenerative che possono insidiare la salute degli anziani le demenze occupano un posto di rilievo particolare, tanto da essere considerate dall’Organizzazione mondiale della sanità una priorità di salute pubblica, come dimostra la creazione del Global Action Plan on the public health response to dementia 2017-2025 che ha lo scopo di sensibilizzare i diversi paesi sulla questione.

Le demenze impattano infatti in maniera molto pesante sulla qualità di vita dei malati, e questo impatto si riflette onerosamente sulla vita dei loro conviventi e caregiver, soprattutto per via dell’andamento progressivo della malattia.

In Italia l’ISTAT stima che nel 2019 le demenze senili e l’Alzheimer colpiscono circa 600mila persone tra gli over 65, interessando il 4,2% degli anziani. Vi è un notevole divario di genere che va aumentando con l’età, anche in funzione della maggiore aspettativa di vita femminile. Queste stime sono riferite solo agli individui che vivono in famiglia, e sono quindi esclusi gli anziani che risiedono in istituzioni.

Andando a considerare tutta la popolazione nazionale l’Istituto Superiore di Sanità stima a un milione il numero di persone affette da demenze, di cui 600.000 con demenza di Alzheimer.

La demenza di Alzheimer è una malattia degenerativa con andamento progressivo, che esordisce in età presenile e la cui incidenza nella popolazione aumenta all’aumentare dell’età.

Guardando ai dati che riguardano la regione Emilia Romagna, facendo riferimento al report Epidemiologia della demenza in Emilia-Romagna nel 2017, stilato dalla regione, possiamo vedere come l’andamento dell’incidenza nella popolazione salga fino a toccare il suo massimo nella classe di età 85-89. Risulta inoltre molto chiaramente come il divario di genere vada accentuandosi con l’avanzare dell’età, in una misura che pare sottintendere una maggiore predisposizione della popolazione femminile verso la malattia, in quanto difficilmente compensabile dalla 16

Pazienti con demenza in Emilia Romagna divisi per genere e classe d’età fonte: Epidemiologia della demenza in Emilia-Romagna nel 2017, regione EmiliaRomagna sola aspettativa di vita maggiore.

Scendendo di scala e analizzando la situazione della provincia di Ferrara possiamo fare riferimento al Protocollo d’intesa per il potenziamento della rete di servizi per le malattie dementigene in provincia di Ferrara 2019- 2021, presentato il 4 febbraio 2019.

Viene indicata per il territorio provinciale un bacino di individui con più di 65 anni pari a 100.000 persone, tra cui se ne stimano 8.000 affette da demenze.

17

1.3 MORFOLOGIA, FASI E DIAGNOSI DELLA MALATTIA La demenza di Alzheimer, descritta per la prima volta nel 1906 dal neuropatologo Alois Alzheimer (1863-1915), è una malattia degenerativa progressivamente invalidante, ed è la più comune forma di demenza senile.

La malattia va a colpire il cervello, provocando una riduzione in peso e volume dell’organo per via dell’atrofia corticale, andando a d allargare i solchi corticali e riducendo il volume delle circonvoluzioni.

I meccanismi e l’eziologia della malattia non sono ancora del tutto noti, e sono al momento costante oggetto di ricerca.

Attualmente uno dei filoni di ricerca più studiati è quello che indaga la formazione delle cosiddette placche amiloidi o senili, formazioni extracellulari causate da accumuli di proteina beta-amiloide che creano meccanismi infiammatori e vanno a distruggere i collegamenti neuronali attorno a cui le placche si sviluppano.

Un altro meccanismo molto studiato è quello dietro la formazione dei ammassi neurofibrillari, generati da una errata fosforilazione della proteina Tau naturalmente presente nel cervello. Questi ammassi finiscono per danneggiare e uccidere i neuroni su cui si sviluppano, e possono poi estendere il loro raggio d’azione ai neuroni confinanti.

Il decorso della malattia si articola in più fasi caratterizzate da un progressivo deterioramento cognitivo e funzionale.

La fase iniziale vede una crescente difficoltà nel ricordare avvenimenti recenti o acquisire nuove informazioni, accompagnata sul piano linguistico dalla tendenza a dimenticare le parole che indicano oggetti di uso comune. Inizia anche a manifestarsi una riduzione delle capacità di orientamento spaziale e temporale. In questa fase il paziente riesce ancora a mettere in atto delle strategie per compensare i suoi deficit, per esempio usando delle parafrasi in luogo dei termini che non gli sovvengono, ma lo sforzo necessario a farlo e la sensazione di disorientamento generale li spinge verso comportamenti più taciturni e isolati. I malati possono avere 18

la tendenza a non intraprendere attività che li costringerebbero a confrontarsi con i propri deficit o esplicitarli agli altri, ma in questo modo è facile che si instauri una condizione di apatia e mancanza di interazioni, che velocizza ulteriormente il declino cognitivo.

Lo stadio intermedio della malattia è quello di durata solitamente maggiore e vede acuirsi i sintomi dello stato iniziale. I vuoti di memoria riguardano adesso anche avvenimenti quotidiani o i nomi dei propri familiari; la comunicazione peggiora perché il degrado dei processi cognitivi affatica l’interpretazione e la comprensione di quanto detto; le attività di cura personale necessitano di assistenza. Il disorientamento spaziale colpisce anche in ambienti familiari come la propria abitazione, la propensione al vagabondaggio diventa molto accentuata e iniziano a comparire disturbi e allucinazioni.

Nello stadio finale il malato non è più in grado di ricordare avvenimenti della propria storia personale, il linguaggio è quasi o totalmente compromesso (afasia), anche i movimenti volontari possono essere difficoltosi (aprassia). In questo stadio della malattia il malato ha grandi difficoltà a interagire con il mondo esterno, non riesce a riconoscere oggetti e contesti quotidiani (agnosia) ed è dipendente dagli altri per le funzioni di assistenza di base (alimentazione, igiene, spostamenti).

Vengono qui riportati i principali sintomi della malattia, evidenziando in azzurro i deficit cognitivi e in giallo i deficit funzionali.

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La diagnosi della malattia di Alzheimer viene generalmente effettuata sulla base della storia clinica del paziente e dell’osservazione clinica, oltre all’esclusione di condizioni alternative.

Le tecniche diagnostiche sono composte principalmente da test screening per valutare funzioni e competenze cognitive, mentre l’imaging diagnostico è usato quando è necessario escludere la presenza di altre patologie con sintomatologia simile.

La diagnosi clinica da un punto di vista anatomico-patologico può essere confermata solo tramite l’analisi post-mortem dei tessuti cerebrali del paziente.

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1.4 MUTAZIONI DELLA PERCEZIONE VISUO-SPAZIALE Nel considerare i meccanismi percettivi delle persone malate di Alzheimer bisogna tenere conto del fatto che si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di persone anziane, il cui intorno percettivo è già stato ulteriormente ristretto, prima che dalla demenza, da altri fattori preesistenti. Questi fattori possono essere dovuti ad altre patologie a carico degli organi di senso (cataratta, degenerazione maculare senile, glaucoma, ipoacusia) che intervengono sullo stimolo prima ancora che questo raggiunga il cervello, oppure alla ridotta mobilità e conseguente limitazione della fruizione spaziale. Vi sono poi casi in cui si sommano alla demenza altre patologie che interessano l’elaborazione mentale degli stimoli esterni (ad esempio il disturbo epilettico e alcune patologie psichiatriche).

Concentrandoci comunque sulle alterazioni causate dalla demenza di Alzheimer possiamo osservare una compromissione della percezione della profondità spaziale tramite il meccanismo della visione binoculare; un’aumentata sensibilità all’abbagliamento sia per contrasto di luminanza che per variazione della stessa in tempi brevi; problemi di agnosia nel riconoscimento di categorie visive specifiche (ad esempio i volti); difficoltà a interpretare ombre e variazioni cromatiche (capita spesso che quelle che vengono scambiate per allucinazioni visive siano in realtà interpretazioni errate del paziente, che ha difficoltà ad esempio a fare distinzione tra sfondo e figura).

Alcuni malati, disorientati dal non sapere dove si trovano o dal non ricordare come sono arrivati in un dato luogo, percepiscono come estranee anche le proprie abitazioni. Questo spinge molti di loro alla fuga, soprattutto quando viene loro impedito di muoversi liberamente negli spazi a vista. Per ridurre questo fenomeno sarebbe bene cercare di limitare il campo visivo del malato alle aree che può effettivamente raggiungere in sicurezza.

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02•PROGETTARE PER L’ALZHEIMER

2.1 INQUADRAMENTO NORMATIVO Il centro si configura come una Residenza Sanitaria Assistenziale dedicata in maniera esclusiva a chi è affetto da malattia di Alzheimer, a cui si affianca un Centro Diurno anch’esso riservato agli ospiti con demenza.

La struttura si inserisce nel contesto del Sistema Sanitario Nazionale, facendo riferimento al D.P.C.M. 22 dicembre 1989, che definisce la tipologia e il dimensionamento di simili strutture e dà indicazioni sull’impianto funzionale delle stesse e sulla lo organizzazione in nuclei. È in questo contesto legislativo che viene fissata a 40/45 mq per ospite la superficie totale utile funzionale della struttura. La normativa nazionale è stata poi implementata dal D.P.R. 14 gennaio 1997, che ne aggiorna i contenuti.

Per quanto riguarda le normative regionali la regione Emilia Romagna, recepisce il D.P.C.M del 1989 tramite la D.C.R. n° 560 del 11 luglio 1991 e con la D.C.R. 2134 del 28 settembre 1994 stabilisce i requisiti minimi regionali.

Il D.P.R.del 1997 è invece recepito tramite la L.R. n° 34/98 e ulteriori requisiti per l’autorizzazione delle RSA saranno prescritti dalla D.G.R. n°564 del 1 marzo 2000.

Le normative regionali introducono inoltre i Centri Diurni (definiti in dimensioni, tipologia e funzioni dalla D.C.R. n° 560 del11 luglio 1991 e i cui requisiti specifici sono contenuti nella già citata D.G.R. n°564 del 1 marzo 2000) e i Nuclei Alzheimer .

I nuclei Alzheimer sono introdotti dalla D. G. R. n° 258 del 30 dicembre 1999 che istituisce il “Progetto regionale demenze”, una iniziativa a carattere sperimentale che non fornisce indicazioni prescrittive.

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2.2 LINEE GUIDA E CRITERI PROGETTUALI Nella progettazione della struttura si è fatto riferimento per quanto riguarda i criteri di progettazione e le linee guida alla normativa della regione Emilia Romagna, a cui sono state affiancate, per le prescrizioni relative ai requisiti specifici dei nuclei Alzheimer, le linee guida elaborate dalla regione Toscana in collaborazione con il centro interuniversitario TESIS Architettura per l’Alzheimer, I e II volume, Romano Del Nord (responsabile scientifico), Edizioni Regione Toscana, 2002.

Dal punto di vista urbanistico è importante che una RSA, in special modo se integrata con un Centro Diurno, sia collocata in una posizione facilmente accessibile, collegata e vicina ai centri urbani, inserita nel tessuto cittadino e in continuità con esso.

Sul piano tipologico le prescrizioni richiedono da un lato una struttura organizzata sull’unità del posto letto, misura che stabilisce i criteri dimensionali del complesso, e dall’altro viene chiesto che l’edificio si allontani dal clima ospedaliero e istituzionale, trasmettendo un carattere di domesticità e quotidianità. Un ulteriore considerazione va fatta in funzione dell’utenza con malattie dementigene a cui la struttura si rivolge nello specifico, che avendo spesso compromessa la propria capacità di orientamento spaziale necessita di impianti tipologici dalla facile riconoscibilità e in cui ilo carattere domestico deve essere ancora più marcato.

Per raccordare queste esigenze con la necessità di protezione che le RSA devono offrire è necessario porre una grande attenzione alla gradualità dei passaggi tra gli spazi aperti al pubblico e spazi privati. Nel rispondere a ciò la normativa organizza gli spazi della struttura in tre fasce funzionali corrispondenti a diversi gradi di apertura.

Con grado di riservatezza crescente queste sono: -la fascia destinata alla residenzialità; -la fascia per le attività comuni e le relazioni sociali tra gli ospiti -la fascia che ospita i servizi per gli ospiti diurni e con grado maggiore di apertura verso l’esterno.

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Osservando più da vicino queste fasce funzionali possiamo notare come la prima fascia corrisponda ai nuclei residenziali stessi, strutturati in modo da richiamare quanto più possibile l’abitazione domestica con la sua organizzazione in zona notte (camere) e zona giorno (servizi comuni).

L’area di socializzazione, che deve avere una posizione tale da essere facilmente raggiungibile dagli ospiti e semplificare la loro supervisione da parte del personale, è articolata in modo da riflettere le situazioni di socialità più familiari e condivise tra gli ospiti.

La fascia funzionale dei servizi esterni si suddivide invece in Area di valutazione e terapie, comprendente aree per l’attività ambulatoriale e di terapie basilari, e aree per l’attività motoria e riabilitativa. Vi è poi un’area dedicata alla gestione, con locali di servizio e dove si svolgono funzioni dirigenziali, è un’area di Sevizi generali fuori standard in cui vengono allocati i servizi integrativi e opzionali.

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2.3 CLASSI DI UTENZA E REQUISITI

L’utenza del centro è stata raggruppata in 4 gruppi principali, questi sono: -Gli ospiti della RSA -Gli ospiti del Centro Diurno -Caregiver e parenti in visita -Il personale della struttura -I fornitori di servizi esterni Rispetto a questi differenti gruppi di utenza sono stati progettati i flussi in considerazione: delle diverse attività svolte nella struttura e delle necessità ad esse correlate; della loro presenza costante, sporadica o periodica all’interno del centro; della necessità di interagire o meno con gli ospiti.

Come accennato nel capitolo precedente, trattandosi sia nel caso degli ospiti della struttura residenziale sia di quelli del centro diurno di anziani con la demenza di Alzheimer si è fatto riferimento alle linee guida della regione Toscana, per sopperire alla mancanza di requisiti regionali locali tarati specificatamente su questa utenza.

I requisiti vengono qui sotto richiamati.

1 Requisiti di Sicurezza Legati alla scarsa capacità di individuare i pericoli, associata ad aprassia, agnosia, ridotta percezione visiva sfondo-figura e ridotta percezione spaziale.

1.1 Protezione da incidenti 1.1.1 Controllo delle cause di caduta 1.1.2 Controllo delle cause di urti 1.1.3 Sicurezza d’uso degli oggetti 1.1.4 Accessibilità limitata a spazi e oggetti 1.2 Protezione dalla fuga 25

1.2.1 Controllo delle cause di fuga 2 Requisiti di Fruibilità e facilità d’uso Per compensare eventuali necessità di utilizzare ausili motori, agnosia, carenza di orientamento spaziale e memoria a breve termine 2.1 Costituzione e dimensionamento 2.1.1 Costituzione e dimensionamento spaziali 2.2 Accessibilità e praticabilità 2.2.1 Accessibilità e praticabilità motoria 2.2.2 Riconoscibilità e familiarità 2.3 Semplicità d’uso 2.3.1 Semplicità d’uso degli oggetti 2.4 Correlazione degli spazi 2.4.1 Correlazione coerente degli spazi 3 Requisiti di Orientamento Spaziale 3.1 Comprensione dello schema distributivo e destinazione d’uso 3.1.1 Comprensibilità degli spazi 3.1.2 Comprensibilità del sistema distributivo 3.1.3 Identificabilità del sistema di segnaletica 4 Requisiti di Orientamento Temporale 4.1 Percezione della dimensione temporale 4.1.1 Consentire la percezione dell’esterno 5 Requisiti di benessere Visivo Compensare la riduzione dell’acuità visiva, la difficoltà a cogliere la profondità, la vulnerabilità all’abbagliamento 5.1 Visibilità 5.1.1 Adeguata percezione delle immagini 5.2 Controllo dell’illuminazione 5.2.1 Controlo qualità, quantità e posizione delle fonti di luce 6 Requisiti di benessere Acustico Compensare la difficoltà a localizzare suoni laterali, la ridotta tollerabilità agli stimoli sonori e ai rumori di sottofondo 6.1 Controllo Acustico 26

6.1.1 Controllo delle fonti di rumore 7 Requisiti di benessere Psicologico Gli ospiti possono soffrire di ansia, depressione, incapacità di comprendere e farsi comprendere, allucinazioni, ossessioni.

7.1 Controllo delle Cause di Turbamento 7.1.1 Riservatezza e tranquillità 7.1.2 Controllo di illuminazione e abbagliamento 7.1.3 Controllo delle fonti di rumore 7.1.4 Riconoscibilità e identificabilità degli spazi 7.1.5 Non intrusività dei sistemi di controllo 8 Requisiti di Controllo 8.1 Dotazione funzionale al controllo 8.1.1 Dotazione di sistemi di controllo 8.2 Facilità di controllo 8.2.1 Massima ampiezza di campo visivo per gli operatori

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2.4 AREE FUNZIONALI Vengono qui analizzati i rapporti tra le aree funzionali esposte nel capitolo 2.2.

Le aree funzionali di seconda e terza fascia devono essere facilmente accessibili sia dagli ospiti dei nuclei residenziali accompagnati che da quelli del centro diurno, mentre sono previsti percorsi esclusivi per il personale tra le aree di servizio e i nuclei.

La via di accesso degli ospiti al Centro Diurno è separata da quelle di servizio e di relazione col pubblico.

Accessi Gli accessi della struttura sono organizzati in due accessi pubblici e due accessi di servizio. Un primo accesso pubblico è dedicato agli ospiti del Centro Diurno (con spazio per la discesa da mezzi di trasporto pubblici o privati) e ai caregivers quando sono in visita ai propri cari, mentre un secondo accesso pubblico è dedicato alle aree con funzioni manageriali e di relazione con il pubblico. Gli accessi di servizio sono uno dedicato al personale della struttura e uno, con area per il carico e scarico delle merci, per i fornitori di servizi esterni.

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2.4 Unità spaziali

L’organizzazione delle aree funzionali in diverse unità spaziali è rintracciabile sia nel D.P.C.M. 22 dicembre 1989 che nel D.P.R. 14 gennaio 1997. Rispetto a quanto prescritto dalla normativa sono state inserite delle unità spaziali aggiuntive selezionate sulla base delle linee guida sui Nuclei Alzheimer della regione Toscana.

Queste unità spaziali aggiuntive sono nello specifico: Afferenti ai nuclei residenziali: -percorso di vagabondaggio (inserito come U.S: perchè deve soddisfare specifici requisiti di fruizione); -Sala TV separata; -lavanderia terapeutica.

Afferenti all’area valutazione e terapie: -Locale per musicoterapia.

Afferenti all’area di socializzazione: -sala per colloqui separata; -serra terapeutica.

Lo schema delle prossime pagine riporta le diverse unità spaziali e la loro appartenenza alle corrispettive aree funzionali, e mostra inoltre i percorsi che si generano con la fruizione da parte delle diverse categorie di utenza.

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U.S Nucleo residenziale U.S. Socializzazione U.S. Valutazione e terapie U.S. Supporto generale U.S. Supporto fuori standard U.S. in rapporto visivo con esterno Percorso residenti Percorso ospiti CD Percorso staff Accesso pedonale Accesso carrabile

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03•CONTESTO GEOGRAFICO

3.1 INQUADRAMENTO URBANO Il lotto d’intervento si trova in via Foro Boario e l’area è stata selezionata per la sua posizione: non distante da via Bologna, principale arteria di accesso alla città, in un contesto residenziale molto tranquillo e in cui il Piano Urbanistico Attuativo cittadino prevede l’interramento dell’esistente linea ferroviaria (segnalata nella mappa in linea tratteggiata) e la creazione di un parco verde lineare. L’area individuata è poco fuori le mura cittadine, ed è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici sia dal centro che dalla stazione ferroviaria.

La scelta di una posizione molto vicina al centro cittadino, in luogo di una più periferica ma più tranquilla, è dovuto alla necessita di inserire la Residenza Sanitaria Assistita, e soprattutto il Centro Diurno, all’interno del contesto cittadino, per favorire quanto più possibile l’autonomia residua degli ospiti e consentirgli di restare nelle loro abitazioni il più a lungo possibile.

Il quartiere in cui la struttura si inserisce è inoltre uno di quelli a maggiore prevalenza di popolazione anziana residente.

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Residenze per anziani Associazione AMA Strutture sanitarie

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3.2 CONTESTO CLIMATICO Per l’area di intervento i dati climatici fanno riferimento alla Stazione Termopluviometrica di Ferrara (44°50’, 11°37’;15 m s.l.m.).

L’area si trova in zona climatica E, con clima temperato freddo. I venti sono deboli, con prevalenza Nord-Est, e non raggiungono velocità considerevoli. Si è perciò deciso di non considerarli ai fini della pianificazione della strategia progettuale.

L’ insolazione media annua è di 5120 MJ/m2anno, e il contesto non genera ostruzioni consistenti. La precipitazione media annua registrata è stata di 623 mm.

L’area è inoltre servita dalla rete di Teleriscaldamento del comune di Ferrara.

Sono qui riportati la rosa dei venti e il diagramma solare per la città di Ferrara.

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3.3 ANALISI SWOT DEL LOTTO

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3.4 ANALISI DELL’AREA DI INTERVENTO

Scendendo di scala possiamo vedere l’integrazione con quanto previsto dal piano comunale; l’edificio di progetto occupa la porzione di lotto che affaccia su via Foro Boario, tra due elementi architettonici di rilevante valore storico che sono l’ex stazione ferroviaria di Porta Reno e il complesso semi ellittico di Piazzale Foro Boario. Dal punto di vista degli allineamenti urbani è stato mantenuto, come richiesto dalle prescrizioni comunali, l’allineamento sul fronte strada con la testata dell’edificio storico, mentre sul lato opposto dell’edificio sono collocati i giardini terapeutici, che affacciano sul verde.

Il progetto, già avviato, di interramento della linea ferroviaria e di creazione di un parco lineare in sua vece consente di rientrare all’interno dei requisiti acustici richiesti ad una RSA. Verso la ex stazione Porta Reno invece l’ingresso porticato dell’edificio è tangente la piazza pubblica pavimentata posta alla fine del percorso del parco lineare.

Sul piano della mobilità sostenibile alle piste ciclo pedonali già esistenti si andranno ad aggiungere quelle previste dal progetto del parco lineare, mentre la dotazione di parcheggi, già considerevole, viene implementata con soluzioni a raso e interrate localizzate anche nei pressi dell’area di progetto.

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3.5 ANALISI DEL CONTESTO CLIMATICO

L’elaborazione delle strategie ambientali è partita dall’analisi dei dati di contesto climatico generale. Una volta escluso il contributo dei venti per la loro presenza trascurabile l’attenzione maggiore è stata rivolta verso lo studio dell’apporto solare, tramite l’applicazione dei dati climatici al modello di studio.

Questa scelta è stata fatta per raggiungere un controllo maggiore nell’interazione tra edificio e intorno climatico, in particolar modo per verificare ostruzioni o influenze dovute al contesto costruito o alla geometria della costruzione stessa.

A fianco vengono riportati degli esempi di applicazione dei dati climatici al modello, tramite il plug-in di simulazione Open Source Ladybug e il software di modellazione tridimensionale Rhinoceros, nello specifico una simulazione della radiazione solare incidente.

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04•CONCEPT DI PROGETTO

4.1 RICONOSCIBILITÀ

Per favorire le capacità di orientamento degli ospiti e per creare ambienti diversificati e stimolanti si è deciso di organizzare il complesso in ambiti che fossero distinti, oltre che a livello funzionale, anche a livello formale e percettivo. Si è quindi cercato di individuare cinque identità spaziali riconoscibili, a loro volta composte da variazioni minori su un tema comune.

I materiali utilizzati, pur mantenendosi nell’ambito dei riferimenti domestici e familiari sono principalmente legno e intonaco per i nuclei diurni e residenziali, mentre nell’area di relazione viene richiamato il prospetto esterno con l’aggiunta di elementi in cotto.

I diversi ambiti spaziali, essendo progettati per funzioni differenti sono diversificati anche nell’assetto distributivo.

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4.2 VAGABONDAGGIO

Nella progettazione dei flussi di percorrenza è stato fondamentale tenere conto della tendenza al vagabondaggio degli ospiti della struttura, di cui si sono analizzate le cause nei capitoli 1.3 e 1.4.

Questa tendenza, al fine non creare inutili stress quotidiani, non deve essere repressa ma indirizzata in un contesto in cui l’anziano possa fruire lo spazio senza pericoli per la propria sicurezza o senza rischiare di perdersi. Per questo motivo i percorsi di vagabondaggio devono avere un percorso chiuso, possibilmente ad andamento organico e senza spigoli in successione. È auspicabile inoltre, il passaggio in prossimità delle aree di attività comuni, sia per incoraggiare gli ospiti a prenderne parte sia per fornire loro elementi riconoscibili in base a cui potersi orientare. Bisogna anche tenere conto che questi spazi possono avere, nel caso dei nuclei residenziali, una fruizione notturna.

Nell’immagine i percorsi di vagabondaggio sia interni che esterni sono evidenziati dal tratteggio

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4.3 FAVORIRE L’ORIENTAMENTO

Una volta definiti gli ambiti spaziali e le dinamiche dei flussi di percorrenza dell’edificio si è cercato di attuare delle azioni per migliorare l’orientamento spaziale e temporale degli ospiti.

Il rapporto con l’esterno, e nello specifico con spazi trattati a verde e con la luce diretta solare, sono strumenti importanti per offrire agli ospiti un immediato feedback sull’ora del giorno o il mese dell’anno, ma sono anche importanti in virtù della loro riconoscibilità visiva.

Organizzare lo spazio in modo che sia articolato intorno agli spazi verdi consente di utilizzare la vegetazione come riferimento in quasi tutta la superficie dedicata agli ospiti diurni e residenziali Le altre misure messe in campo, per cui ho fatto riferimento a ricerche evidence-based, sono state cercare di evitare situazioni di totale simmetria, angoli cechi e biforcazioni dei percorsi dedicati agli ospiti.

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4.4 CONTROLLARE IL COMFORT È stato posto grande impegno nel cercare di garantire agli ospiti il più alto livello di comfort possibile. Dal punto di vista climatico tramite l’integrazione ibrida tra impianti attivi e sistemi passivi integrati nell’involucro, dal punto di vista acustico con il controllo delle fonti di rumore e l’isolamento della struttura portante rispetto alle vibrazioni di calpestio prodotte nei vani.

Sul piano visivo si è avuta cura di favorire quanto più possibile un’illuminazione indiretta e naturale, con aree controllate in cui la luce solare diretta potesse contribuire con la sua variabilità nel tempo a fornire un riferimento temporale.

Considerando che alcuni degli ospiti delle residenze trascorrono nelle camere la totalità delle loro giornate si è posta particolare attenzione alla loro illuminazione naturale e artificiale, considerando non solo le necessità visuali ma anche gli effetti che una corretta illuminazione esercita sul ciclo sonno-veglia degli ospiti, spesso alterato dalla demenza.

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05•TECNOLOGIA COSTRUTTIVA

5.1 STRATEGIE AMBIENTALI

Fissato per ragioni urbanistiche l’allineamento N-S dell’edificio si è deciso si ombreggiare il fronte sud del blocco longitudinale tramite un ampio sporto orizzontale, mentre nei bracci dei corpi residenziali a ferro di cavallo gli sporti orizzontali sono più misurati e calcolati sulla base dell’inclinazione solare locale.

Parte delle aperture del fronte est sulla strada sono schermate da gelosie in cotto, mentre nel fronte ovest, che degrada verso il giardino protetto e il parco pubblico, due pareti di Trombe ventilate sfruttano l’apporto solare pomeridiano e ne consentono una gestione differenziata su base stagionale.

ATTACCO A TERRA scala 1:500

SEZIONI AMBIENTALI Funzionamento del del muro Muro di di Trombe Trombe Funzionamento

Contesto diurno - Inverno Durante le ore diurne la radiazione solare innesca l’effetto serra nella vetrata prospiciente la massa muraria, esposta a ovest, alzando la temperatura dell’aria al suo interno.

L’intercapedine viene messa in comunicazione con gli ambienti retrostanti tramite condotti dotati di ventilatori per innescare un moto convettivo e convogliare l’aria calda internamente.

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Contesto n Durante la notte i le dispersioni di c di calcestruzzo ae diurne, con uno sf

SEZIONI AMBIENTALI Funzionamento del Muro di Trombe

ella vetrata prospiciente ell’aria al suo interno. rostanti tramite condotti aria calda internamente.

Contesto - Inverno Contestodiurno notturno - Inverno Durante diurne la radiazione solare innesca serravengono nella vetrata prospiciente Durantelelaore notte i condotti di ventilazione del murol’effetto di Trombe chiusi per ridurre lalemassa muraria, esposta a ovest, alzandomentre la temperatura dell’aria al suo interno. dispersioni di calore attraverso la vetrata, la muratura, realizzata in blocchi L’intercapedine in comunicazione con gli ambienti retrostanti tramite condotti di calcestruzzoviene aeratomessa autoclavato, rilascia gradualmente il calore accumulato nelle ore dotati di ventilatori per innescare un moto convettivo e convogliare l’aria calda internamente. diurne, con uno sfasamento di circa 12 ore .

ella vetrata prospiciente oell’aria di Trombe la al per suoevitare interno. mettonotramite l’intercapedine rostanti condotti ene calda momentaneamente aria internamente. gli ambienti interni.

Contesto notturno - Inverno Contesto diurnoContesto notturno - Estatedel muro di Trombe vengono chiusi per ridurre Durante la notte i condotti diEstate ventilazione Vengono aperte le porzioni superiori elainferiori vetrata del possibile muro direalizzata Trombe evitare Durante le nottidiestivi reso ildella più permeabile aprendoper le dispersioni calorel’involucro attraversoviene vetrata, mentre la muratura, ini condotti blocchi la formazione dell’effetto vengono chiusi condotti che favorire mettono di calcestruzzo ventilazione interniserra, e le mentre porzionirilascia apribili della i vetrata, per lel’intercapedine dispersioni aerato autoclavato, gradualmente il calore accumulato nelle ore intermiche comunicazione con l’interno.

La massa inerziale del muro trattiene momentaneamente accumulata dalla muratura nelle ore diurne, cone lo unosmaltimento sfasamento dell’energia di circa 12 oretermica . l’energia accumulata non viene immediatamente negli ambienti diurne. Se necessarioche la ventilazione può essere forzatarilasciata anche tramite i sistemi interni. meccanici

o di Trombe per evitare la mettono l’intercapedine ene momentaneamente gli ambienti interni.

Contesto notturno - Estate Durante le notti estivi l’involucro viene reso il più permeabile possibile aprendo i condotti di ventilazione interni e le porzioni apribili della vetrata, per favorire le dispersioni termiche e lo smaltimento dell’energia termica accumulata dalla muratura nelle ore diurne. Se necessario la ventilazione può essere forzata anche tramite i sistemi meccanici

Contesto no Durante la notte i c le dispersioni di ca di calcestruzzo aer diurne, con uno sfa

Contesto no DuranteL’elaborazi le notti es di ventilazione in verso lo stu termicheFissata e lo sma per diurne. diSecavallo necessag che degrad

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L’elaborazi verso lo stu Fissata per di cavallo g che degrad

5.2 MATERIALI

L’edificio è realizzato con una struttura portante in Cemento armato, e le murature di tamponamento sono realizzate in blocchi di calcestruzzo areato autoclavato.

Si è optato per una costruzione massiva per poter sfruttare l’inerzia termica a proprio vantaggio nei mesi estivi.

La soluzione di tamponamento scelta, il blocco Ytong Climagold di spessore 40 cm, ha un valore di conduttività termica inferiore a 0,072 W/(m K) per una trasmittanza termica della muratura monostrato di 0.17 W/(m2 k), offrendo così un ottimo isolamento termico nella stagione invernale.

Sui ponti termici dovuti alla presenza della struttura in cemento armato si è intervenuto con uno spessore di 9 cm di EPS additivato con grafite per migliorarne le prestazioni termiche. Lo strato isolante viene poi chiuso da un pannello in fibrocemento per assicurare una superficie intonacabile L’isolamento contro terra è eseguito sotto la fondazione, utilizzando per il getto delle stesse dei casseri a perdere in vetro cellulare, prodotto dalla ditta Foamglass, che offrono anche una protezione contro l’umidità di risalita I solai sono realizzati in latero-cemento e l’isolamento della copertura è eseguito mediante pannelli in XPS. Il rivestimento esterno del fronte su strada è realizzato con una facciata microventilata di elementi in cotto estruso montati a secco su una struttura di supporto in acciaio, andando così a richiamare il materiale simbolo della tradizione architettonica ferrarese, ma applicandolo con tecniche e linguaggi più contemporanei.

Il fronte ovest è invece caratterizzato dalla presenza di due ampie porzioni di muro di Trombe,una soluzione tecnica che esprime il suo carattere tecnologico sia nella scelta dei materiali (vetro e alluminio) sia nella sua definizione formale (le porzioni apribili della vetrata, per manutenzione e per variare il funzionamento 48

su base stagionale non sono occultate ma piuttosto evidenziate dalle cornici e segnalate dall’uso di vetri satinati e decorati).

Gli elementi residenziali devono invece trasmettere il loro carattere di domesticità per cui si optato per l’uso di legno, intonaco e porzioni in cotto a richiamare il fronte stradale.

Elemento di raccordo fra i diversi linguaggi della facciata è la cornice del rivestimento copertura, di dimensioni tali da consentire l’occultamento degli impianti fotovoltaici e solare termico posizionati sul tetto. Questa fascia corre lungo tutto il perimetro dell’edificio, sia nelle porzioni a due piani che in quelle ad un solo livello, ed è realizzata con elementi metallici dal profilo a C rivestiti da un foglio di lamiera di acciaio zincata e pitturata, piegata per migliorarne la rigidità.

Fronte nord del corpo residenziale, vista dall’esterno della struttura 49

5.2 ANALISI STRUTTURALE

L’edificio ha una struttura realizzata con un sistema di travi e pilastri intelaiati gettati in opera, ed è divisa in 4 blocchi distinti.

Dopo aver predimensionato gli elementi di carpenteria, si è arrivati alla definizione di travi principali e secondarie di dimensione 30x70 cm e 30x50 cm. mentre i pilastri sono di 45x45 nella parte a doppio livello e 35x50 nelle porzioni residenziali.

Per la struttura di fondazione si è guardato prima alla composizione del terreno, che è stata analizzata dal comune di Ferrara in fase di redazione del piano urbanistico. L’area oggetto rientra nel settore meridionale del bacino subsidente padano e il sottosuolo è risultato essere costituito superficialmente da sedimenti di piana alluvionale, a cui segue, in profondità, una coltre di sedimenti incoerenti.

PIANTE STRUTTURALI Si è quindi optato per una fondazione realizzata con una platea SCALA 1:200 in cemento armato di altezza 30 cm.

pianta delle fondazioni

PIANTA FONDAZIONI scala 1:200

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PIANTA FONDAZIONI scala 1:200

pianta solai piano primo

PIANTA SOLAI PIANO PRIMO scala 1:200

ANALISI STRUTTURALE DELLA PORZIONE N-E

SFORZO NORMALE MASSIMO Combinazione allo SLU

Successivamente alla fase di predimensionamento, per via delle variazioni considerevoli di luce e della presenza di molte porzioni di struttura a doppia altezza, in cui viene meno l’irrigidimento orizzontali al livello dei solai del primo piano, si è deciso di procedere con una analisi più approfondita della porzione Nord_Est della struttura, tramite il programma di modellazione e analisi strutturale Pro_SAP. Sono stati analizzate le sollecitazioni a cui gli elementi sono sottoposti, la risposta sismica dell’edificio e la sua rispondenza alle attuali normative in ambito edilizio.

SFORZO DI TAGLIO MASSIMO Combinazione allo SLU

MOMENTO MASSIMO Combinazione allo SLU

DEFORMATA MASSIMA Combinazione allo SLU (SLV sismico)

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Sforzo Normale massimo in combinazione allo SLU

Sforzo di Taglio massimo in combinazione allo SLU 52

Momento massimo in combinazione allo SLU

Deformata massima in combinazione allo SLU (SLV sismico) 53

La verifica degli elementi travi e pilastri è stata fatta in conformità con le NTC2018.

Le travi sono risultate soddisfare tutte la verifica allo Stato Limite Ultimo con le caratteristiche scelte in fase di predimensionamento.

Verifica delle travi allo SLU. Il colore azzurro evidenzia le travi che soddisfano la verifica (tutte).

Nel verificare allo SLU i pilastri si sono invece riscontrati alcuni elementi i cui nodi con la fondazione non risultavano verificati.

Dopo un’attenta analisi e varie prove di modifica dei dimensionamenti generali e delle armature si è optato per aumentare il numero di bracci delle staffe dei pilastri, che ha permesso di soddisfare i requisiti richiesti dalla verifica.

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Modello della porzione di struttura analizzata in cui sono distinti i pilastri con staffe a due bracci (rosa) da quelli con staffe a tre bracci (grigio). Sono inoltre distinte le travi in base al loro dimensionamento.

Verifica dei pilastri così modificati allo SLU. 55

06•USO DELLA LUCE

6.1 REQUISITI LUMINOSI IN ETÀ AVANZATA Si è già parlato di come la percezione visuo-spaziale degli ospiti possa essere alterata da un serie di fattori legati all’invecchiamento e alla malattia. Si cerca qui di ragionare su delle strategie per la gestione della luce naturale e per la sua implementazione che tengano conto della necessità visive dell’utenza.

Uno dei primi fattori da considerare è la maggiore sensibilità ai fenomeni di abbagliamento (sia discomfort glare che disability glare) sperimentato dagli ospiti. Per ridurlo è bene prevedere, nei punti di passaggio tra interno ed esterno, zone filtro coperte che possano mitigare il contrasto di luminanza all’attraversamento.

Sempre per ridurre l’abbagliamento è bene che le fonti luminose artificiali siano tutte schermate alla vista. Va considerata poi una generale diminuzione dell’acuità visiva, che richiede maggiori livelli di illuminamento per i compiti visivi.

Gli ospiti possono manifestare inquietudine in presenza di ombre troppo nette che possono essere confuse con elementi fisici, per cui si preferisce un’illuminazione artificiale di tipo indiretto.

Nel caso dell’illuminazione naturale è invece necessario trovare un equilibrio tra luce diretta delle finestre verticali esposte a S, E, W, e la luce indiretta ottenuta con le aperture zenitali e le finestre a nord. La luce indiretta infatti, se pur preferibile per le sue ombre morbide e sfumate, non è in grado di fornire molte informazioni sul momento della giornata, per questo motivo soprattutto nel Centro Diurno è bene bilanciare entrambe.

Si è decido di sfruttare l’esposizione est dell’edificio per posizionare una serie di aperture, libere o schermate con doghe in cotto, dove il percorso della luce in ingresso può agire un marcatore temporale.

Per la definizione numerica degli adeguati livelli di illuminamento richiesti ci è basati, quando necessario, sul quanto riportato nel testo Circadian lighting design in the LED era, Maurizio Rossi, Springer, Milano, 2019 che prende in considerazione proprio l’utenza di un centro residenziale per anziani.

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6.2 LUCE E RITMO CIRCADIANO La definizione del rapporto tra fattori esterni e orologio biologico interno è un processo che, pur rimanendo ancora in divenire, ha fatto negli anni notevoli passi in avanti. Si veda ad esempio l’assegnazione del premio Nobel per medicina 2017 a Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young per la loro scoperta sui meccanismi del ritmo circadiano nei moscerini della frutta o la ricerca della presenza nell’occhio di cellule gangliari della retina intrinsecamente fotosensibili.

Quello che si è cercato di fare in questo progetto è stato di guardare alle sperimentazioni in corso sul piano della gestione e personalizzazione della luce artificiale nelle strutture residenziali assistite, soffermandosi in particolare sulle ricerche erano mirate ad anziani con demenza, e applicare questi principi all’integrazione della luce naturale nelle camere di degenza.

Il riferimento principale è stato anche in questo caso il testo Circadian lighting design in the LED era, Maurizio Rossi, Springer, Milano, 2019 , insieme alle altre pubblicazioni citate in bibliografia.

Si è cercato di guardare non solo alla quantità di luce necessaria per soddisfare i requisiti visivi, ma anche alla sua qualità espressa in relazione all’emissione spettrale della stessa e a come organizzare queste caratteristiche in relazione al momento della giornata in cui l’apparecchio deve essere acceso.

Tenendo come riferimento la composizione spettrale della luce solare, al variare dei diversi momenti della giornata, si è cerca di integrarla con degli apparecchi luminosi che abbiano caratteristiche emissive quanto possibile allineate a quelle della luce naturale.

Nella scelta delle sorgenti luminose si tenderà quindi a utilizzare quelle a luce più fredda per le attività mattutine e di concentrazione, o per integrare una mancanza di illuminazione generale nelle prime ore delle buie giornate invernali. Si useranno invece luci calde quando sono dedicate ad attività serali o alla 57

messa in sicurezza notturna dei percorsi.

Per gli apparecchi illuminanti che sono in funzione in diversi orari della giornata come le luci da letto delle camere di degenza può essere prevista una variazione della temperatura colore automatizzata

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6.3 LUCE E SICUREZZA Altro aspetto fondamentale della progettazione luminosa e di garantire, attraverso un corretto uso della luce, le condizioni affinché gli ospiti si muovano e operino in sicurezza. Questo è valido nel contesto diurno, dove una scarsa illuminazione può affaticare la vista o portare a cadute, ma è ancora più valido nelle ore notturne.

Molti anziani ospiti di strutture residenziali presentano alterazioni del ciclo sonno-veglia, e in particolar modo gli anziani affetti dal morbo di Alzheimer. Questo comporta frequenti sveglie notturne, in cui il malato deve essere in grado di muoversi nella camera di degenza o nei corridoi in sicurezza, senza che l’illuminazione possa disturbare il proprio compagno di stanza.

Anche le aree comuni devono essere illuminate allo stesso modo, per consentire al personale notturno di muoversi attraverso i nuclei senza creare disturbo agli ospiti.

Nel progetto si è scelta un’illuminazione di sicurezza composta da luci segnapasso installate a 20 cm da terra, con riflettore per indirizzare il fascio luminoso verso la superficie di calpestio e schermarne la visione dall’alto. Si è optato per apparecchi con una temperatura colore di 2700 K, molto calda, per ridurre il fastidio involontario nelle ore notturne.

Le luci sono posizionate nelle zone di percorrenza comune e all’interno delle camere, a segnalare la porta di accesso del servizio igenico e della camera, e sono attivate da sensori.

Anche il percorso di vagabondaggio esterno posto nel giardino dei nuclei residenziali è dotato di illuminazione segnapasso automatizzata.

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07•CAMERE DI DEGENZA

7.1 TIPOLOGIA E NUMERO La Residenza Sanitaria Assistenziale ospita due nuclei, ciascuno con 14 ospiti divisi in 6 camere singole e 4 camere doppie, ognuna con un proprio servizio igenico.

Le camere sono disposte nei due bracci dell’edificio, divise per tipologia. I distributivi dei due bracci sono differenziati in forma e ampiezza per consentire agli ospiti di identificare le camere con maggiore facilità.

Il percorso di accesso alle camere costeggia la corte centrale e consente la visuale verso le aree comuni.

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7.2 ORGANIZZAZIONE In considerazione del fatto che molti ospiti, soprattutto quelli non autosufficienti, trascorrono la quasi totalità delle loro giornate all’interno della camera di degenza si è dedicata particolare attenzione alla progettazione di questi spazi.

Le camere singole affacciano verso l’esterno della struttura, in aree schermate al traffico dalla vegetazione, mentre le camere doppie sono disposte verso il giardino comune.

Nella pagina successiva lo schema è riportato lo schema planimetrico di una camera doppia, in cui si può notare come si sia cercato di evitare la disposizione a letti paralleli, che richiama le degenze ospedaliere, in favore di una configurazione che lasci maggiore privacy agli occupanti.

Per favorire la riconoscibilità da parte del malato le porte delle camere sono dotate di un pannello trasparente ad altezza occhi. per favorire un più sottile controllo del livello di privacy interno e del rapporto con l’esterno la porta è suddivisa verticalmente in due sezioni con apertura a battente, in modo da poter aprire la porzione superiore lasciando chiusa quella inferiore.

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Vista interna della camera 62

Sezione 1 camera doppia (fuori scala) 63

Pianta camera doppia (fuori scala) 64

Sezione 2 camera doppia (fuori scala) 65

7.3 ILLUMINAZIONE Si è deciso di studiare l’illuminazione della camera doppia tipo posta in posizione più svantaggiata, ossia esposta a nord.

Per l’analisi della distribuzione della luce naturale e artificiale si è utilizzato il software DIALux, in cui sono stati inserire le coordinate geografiche dell’area di progetto, le ostruzioni esterne e il modello tridimensionale delle camere. Per una maggiore precisione sono stati inseriti anche gli arredi.

Per prima cosa si è analizzato l’apporto luminoso dato dalla luce naturale con il fattore di luce diurna.

Il fattore di luce diurna è il rapporto fra l’illuminamento misurato in un punto dell’ambiente interno e l’illuminamento misurato all’esterno, su una superficie orizzontale con il cielo coperto, espresso in percentuale.

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Per le camere di degenza il valore minimo del fattore di luce diurna medio è il 3%, in questo caso raggiungiamo il 4,2%. Il calcolo è eseguito ad una altezza di 0,85m.

Si è poi cercato di quantificare l’apporto della luce solare per verificare la necessità di integrare con illuminazione artificiale anche durante le ore diurne.

Viene sotto riportata la simulazione di illuminamento ottenuta nel caso più sfavorevole, con cielo coperto il 21 dicembre.

Il livello di illuminamento ottimale per attività come la lettura con una utenza anziana è di 400 lumen sul piano.

Durante la bella stagione è possibile fare a meno dell’illuminazione artificiale nelle ore diurne, mentre nel caso qui illustrato si dovrà sopperire con dei corpi illuminanti indiretti nella zona più buia.

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CAMERAPerDOPPIA quanto riguarda i corpi illuminanti artificiali e il loro posizioSCALA 1:20 namento sono stati schematizzati in pianta.

PIANTA DI DETTAGLIO

FAT

ILLU

VIS

SEZIONE DI DETTAGLIO C

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08•SPAZI VERDI

8.1 RAPPORTO TRA INTERNO ED ESTERNO Il complesso è dotato di diversi spazi verdi, che si differenziano fra loro per funzione, complessità e tipologia.

Per quanto riguarda lo spazio esterno ogni nucleo residenziale è dotato di un giardino terapeutico di pertinenza, con zone pavimentate e a verde, attrezzato di percorso di vagabondaggio e dotazioni funzionali. Vi è poi un giardino terapeutico comune, al servizio sia degli ospiti delle residenze con maggiore autonomia o accompagnati che degli ospiti del centro diurno. Questa area comune è suddivisa in aree dedicate a specifiche funzioni (orticoltura, socializzazione, vagabondaggio) con caratteristiche di riconoscibilità.

Si è cercato quanto possibile di mediare il passaggio tra interno ed esterno per renderlo meno netto e favorire la comunicazione fra i due.

Per consentire lo svolgimento delle attività di giardinaggio terapeutico anche in inverno, e per portare illuminazione naturale e rapporto con la vegetazione anche all’interno dell’edificio di servizi diurni è stata prevista una serra terapeutica a doppia altezza, verso cui affacciano gli ambienti dei nuclei diurni.

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8.2 ORGANIZZAZIONE DEL GIARDINO COMUNE L’accesso al giardino comune avviene attraverso un’ampia piazza coperta, caratterizzata da una fontana centrale e due aree laterali dedicate una alla socializzazione e una alla consumazione di pasti all’aperto o allo svolgimento di attività ricreative da seduti.

Come in altre aree del giardino la pavimentazione è realizzata in doghe di legno composito WPC con sottostruttura in alluminio Il percorso dall’andamento organico si snoda attraverso il giardino costeggiando la vegetazione e le aree di sosta, rese distinguibili da fontane, coperture ed elementi vegetali variegati.

Lungo il cammino sono presenti corrimano discontinui per rendere più sicura la percorrenza anche con disabilità motorie.

La pavimentazione in cemento si staglia rispetto al contesto per essere facilmente individuabile.

La zona destra del giardino è dedicata all’orticoltura terapeutica, con un’area coperta da un pergolato attrezzata di vasche vegetali che consentono la fruizione in posizione seduta anche con ausili motori come la sedia a ruote. Vi è poi un’area a raso che ospita anche la piantumazione di alcuni alberi da frutto.

Le specie vegetali sono bilanciate tra sempreverdi e piante decidue, e le fioriture delle diverse piante erbacee sono distribuite durante tutto l’anno.

Il muro di confine esterno è occultato dalla presenza di rampicanti per evitare stati di inquietudine negli ospiti. Specie vegetali colorate e profumate sono posizionate in prossimità degli accessi e delle aree di attività.

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8.3 SPECIE VEGETALI

La selezione delle specie vegetali da utilizzare nei guardini terapeutici ha avuto come primo criterio quello di escludere le specie potenzialmente tossiche se ingerite o maneggiate. Si sono poi scelte piante che potessero costituire uno stimolo dal punto di vista visivo, olfattivo e tattile prediligendo specie locali e familiari che fossero facilmente riconoscibili dagli ospiti della struttura.

Si è cercato un equilibrio tra piante sempreverdi e decidue, che avessero una stagionalità molto pronunciata in modo da fungere anche da marcatore temporale per le diverse stagioni. Anche la fioritura delle specie erbacee avviene con un ciclo primaverile e uno autunnale.

Alberi

Rampicanti

Arbusti

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Piante con fioritura in P-E

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Piante con fioritura in A-I

CONCLUSIONI

Questo excursus nella progettazione di una struttura residenziale e diurna dedicata ad anziani con il morbo di Alzheimer ha messo in luce come un tema così complesso necessiti di un approccio interdisciplinare per essere sviscerato al meglio.

Sicuramente la ricerca sulla malattia di Alzheimer e su come interferisca coi i meccanismi di interazione con il mondo esterno ha ancora molto da scoprire e ci auspichiamo che continui a raggiungere importanti risultati.

Ho cercato di mettere insieme i diversi indizi che emergono nel confronto con una patologia come la demenza di Alzheimer per farli confluire in un edificio unitario, e da questo deriva la natura ibrida di questa architettura, che cerca di tenere insieme i diversi aspetti coinvolti ammettendone i rispettivi limiti e necessità integrative.

La multidisciplinatrietà è stata fondamentale nella fase di ricerca sulla malattia, e allo stesso modo il linguaggio architettonico ha cercato di tenere insieme le diverse istanze tecnologiche, sociali, funzionali e percettive. L’obbiettivo unitario a cui questo progetto ha mirato è stata la progettazione di spazi che potessero ospitare esperienze di vita e non di attesa, in un contesto protetto capace di restituire ai suoi ospiti una prospettiva, nuova, con cui guardare alle proprie giornate.

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RIDUZIONI DEGLI ELABORATI DI PROGETTO

00 UNA NUOVA PROSPETTIVA -Abstract 01 PROGETTARE PER L’ALZHEIMER -Peculiarità, requisiti, strategie 02 INQUADRAMENTO URBANISTICO -Scala 1:10000 03 ATTACCO A TERRA -Scala 1:500 04 PIANTE PIANO TERRA E PRIMO -Scala 1:200 05 PROSPETTI E SEZIONI -Scala 1:200 06 PIANTE STRUTTURALI -Scala 1:200 07 SEZIONE B-B’ -Scala 1:20 08 SEZIONE A-A’ -SCALA 1:20 09 CAMERA DI DEGENZA -Pianta e sezione scala 1:20 10 PIANTA GIARDINO -Scala 1:20

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ABSTRACT

Progetto di un centro con Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno dedicato agli anziani con demenza di Alzheimer.

Per le persone con Alzheimer la possibilità di comprendere l’ambiente che le circonda e di interagire attivamente con esso rappresenta un tassello fondamentale nella propria qualità di vita. Si è cercato di tenere conto dei diversi meccanismi con cui gli ospiti esplorano e conoscono il loro intorno per progettare spazi che possano accoglierli e stimolarne l’interesse, innescando un rapporto di fruizione attivo. Ciò contribuisce al mantenimento in attività delle funzioni residue, considerate non come meri automatismi biologici ma come esperienze di affermazione della propria individualità, che possono offrire una prospettiva al tempo di vita del malato.

Nella gestione dei flussi si sono previsti percorsi pensati per ospitare la tendenza al vagabondaggio degli ospiti, dal tracciato chiuso e tangente le aree di attività comuni per incoraggiarne la partecipazione. Si è poi cercato di favorire il rapporto con gli spazi verdi per agevolare l’orientamento temporale degli anziani e offrire loro stimoli variabili e calibrati sulla loro sensibilità, tramite la creazione di giardini terapeutici per le residenze e il centro diurno e un giardino d’inverno. In considerazione del gran numero di anziani con ridotta mobilità, nella progettazione delle camere di degenza si è posta molta attenzione al comfort luminoso, rispetto a cui l’utenza è particolarmente sensibile.

Limitare i fattori di stress quotidiani per gli ospiti agevola inoltre la gestione da parte del personale e impatta positivamente sulla relazione con gli altri ospiti e con i propri familiari.

La struttura dovrà servire il comune di Ferrara, attualmente privo di servizi specifici per i malati di Alzheimer, nonostante sia stata stimata la presenza di circa 8000 soggetti affetti dalla malattia. La nuova costruzione andrà a inserirsi nel vuoto urbano tra via Foro Boario e la ex-stazione Porta Reno.

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UNA NUOVA PROSPETTIVA PROGETTO DI UN CENTRO DIURNO E RESIDENZIALE PER ANZIANI CON IL MORBO DI ALZHEIMER A FERRARA

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fruizione motoria dello spazio. Poi vi è un successivo filtro cognitivo legato alla demenza, che deteriora la corteccia cerebrale coinvolta nei meccanismi di interpretazione degli stimoli esterni, e porta ad esempio a difficoltà nella percezione della profondità o ad errori interpretativi davanti alle ombre o ai colori scuri.

Rapporto con gli spazi verdi L’ambiente delle Residenze Sanitarie Assistenziali costituisce per gli ospiti l’unico orizzonte spaziale. Questo deve essere fonte di stimoli costanti ma adatti allo stato degli ospiti, per ridurne la condizione di apatia e per favorirne il benessere.

Particolare rilevanza ha in ciò il rapporto con gli spazi verdi, che mutando su base diurna e stagionale consentono agli ospiti di orientarsi nel tempo, e, tramite l’utilizzo di specie colorate e vistose, di marcare dei punti di riferimento spaziali. L’interazione con gli spazi verdi coinvolge tutti i sensi ed è un’esperienza familiare.

Metaprogetto UNITÀ SPAZIALI E FLUSSI

filtro cognitivo

SCHEMA MACRO-FUNZIONI Il complesso ospita il servizio di Residenza Sanitaria Assistenziale e quello di Centro Diurno, consentendo di ottimizzare le risorse di gestione e di favorire una transizione meno traumatica per gli ospiti, che, all’avanzare delle fasi della malattia, necessitano di un’assistenza crescente.

Questa scelta consente inoltre di usufruire comunemente delle aree di socializzazione e di valutazione e terapia, che hanno un uso saltuario.

traducono frequentemente in vagabondaggio privo di una meta. È necessario progettare spazi che possano assecondare questa tendenza e offrire vie sicure, prive di pericoli , che abbiano un percorso chiuso e tangente alle zone di attività comuni per invitarne la fruizione. Sarebbe inoltre auspicabile che questi percorsi consentano la visuale dell’esterno, per favorire l’orientamento temporale degli ospiti attraverso la visione della luce diurna o del cielo notturno.

Il ruolo della luce

Trovandosi a progettare per una utenza con necessità cosi specifiche anche la gestione dei fenomeni luminosi deve essere vagliata con particolare attenzione, in quanto la compromissione della capacità visive è molto impattante sulla qualità della vita quotidiana Funzione biologica e richiede di venire incontro agli ospiti con accorgimenti volti a ridurre l’abbagliamento, i (Non Image Forming) bruschi cambi di luminanza e a fornire livelli di illuminamento adeguati.

Considerando che alcuni degli ospiti delle residenze trascorrono nelle camere la totalità delle loro giornate si è posta particolare attenzione alla loro illuminazione naturale e artificiale, considerando non solo le necessità visuali ma anche gli effetti che una corretta illuminazione esercita sul ciclo sonno-veglia degli ospiti, spesso alterato dalla demenza.

“Seeing withouth seeing”, Corie Look, Nature

Fruizione dello spazio architettonico

Design sustainable interiors: Lighting and weelbeing, Maurizio Rossi, Politecnico di Milano

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Benessere acustico

filtro fisiologico

Benessere psicologico

Controllo

PROGETTARE PER L’ALZHEIMER

Benessere visivo

PECULIARITÀ, REQUISITI E STRATEGIE

Fruibilità e Orientamento Orientamento facilità d’uso spaziale temporale

CLASSI DI REQUISITI

Sicurezza

Percezione visuo-spaziale La percezione visuo-spaziale di una persona con il morbo di Alzheimer è mediata da diversi fattori.

Un primo filtro fisiologico, legato ad alterazioni dei recettori sensoriali causate dall’avanzare dell’età, dalla presenza di patologie, o limitazioni degli stessi dovute alla diversa possibilità di fruizione motoria dello spazio. Poi vi è un successivo filtro cognitivo

Pazienti con demenza in Emilia Romagna divisi per genere e classi di età.

In Italia, tra le donne con più di 80 anni, una su sette soffre di demenza di Alzheimer.

La demenza di Alzheimer è una malattia degenerativa con andamento progressivo, che esordisce in età presenile e la cui incidenza nella popolazione aumenta all’aumentare dell’età e risulta maggiore nelle donne. L’utenza a cui ci si rivolge presenta perciò due condizioni di fragilità che si sovrappongono, e oltre alle specificità della demenza bisogna tenere conto anche delle conseguenze dell’età avanzata, sia sul piano sociale (desiderio di rimanere in luoghi conosciuti, di continuare le relazioni di una vita, necessità di relazionarsi con figli spesso lontani), che sul piano fisico (frequenti comorbilità con altre patologie, riduzione fisiologica dell’acuità visiva,della capacità uditiva o della mobilità).

Vagabondaggio

A causa delle difficoltà nel riconoscere e identificare i luoghi, unite ai vuoti di memoria che non consentono di ricordare come si è arrivati in un determinato posto, molte persone con il morbo di Alzheimer presentano una spiccata tendenza a fuggire dagli ambienti in cui si trovano.

Il orientamento ruolo dellaspaziale luce e temporale però, questi tentativi di fuga si Per via del ridotto traducono frequentemente in vagabondaggio privo di una meta.

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PLANIMETRIA URBANA scala 1:10000

ANALISI SWOT

L’area di intervento è prossima al centro cittadino e integrata nella rete del trasporto urbano, in un contesto tranquillo e scarsamente trafficato, non lontano dalla principale via di accesso alla città, Via Bologna. Il progetto, già avviato, di interramento della linea di binari adiacente l’area consente di ridurre il traffico su via Bologna ed eliminare l’inquinamento acustico legato al trasporto ferroviario superficiale.

CONTESTO CLIMATICO

Per l’area di intervento i dati climatici fanno riferimento alla Stazione Termopluviometrica di Ferrara (44°50’, 11°37’;15 m. s.l.m). L’area si trova in zona climatica E, con clima temperato freddo. I venti sono deboli, con prevalenza Nord-Est, e non raggiungono velocità considerevoli. L’ insolazione media annua è di 5120 MJ/m2anno, e il contesto non genera ostruzioni consistenti. La precipitazione media annua registrata è stata di 623 mm.

L’area è inoltre servita dalla rete di Teleriscaldamento del comune di Ferrara.

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INQUADRAMENTO URBANO E CONTESTO CLIMATICO

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ATTACCO A TERRA scala 1:500

ANALISI CLIMATICA Simulazione della radiazione solare incidente

L’elaborazione delle strategie ambientali è partita dall’analisi dei dati di contesto climatico generale. Una volta escluso il contributo dei venti per la loro presenza trascurabile l’attenzione maggiore è stata rivolta verso lo studio dell’apporto solare, tramite l’applicazione dei dati climatici al modello di studio attraverso il plug-in di simulazione Open Source Ladybug.

Fissata per ragioni urbanistiche l’allineamento N-S dell’edificio si è deciso si ombreggiare il fronte sud del blocco longitudinale tramite un ampio sporto orizzontale, mentre nei bracci dei corpi residenziali a ferro di cavallo gli sporti orizzontali sono più misurati e calcolati sulla base dell’inclinazione solare locale. Parte delle aperture del fronte est sulla strada sono schermate da gelosie in cotto, mentre nel fronte ovest, che degrada verso il giardino protetto e il parco pubblico, due pareti di Trombe ventilate sfruttano l’apporto solare pomeridiano e ne consentono una gestione differenziata su base stagionale.

SEZIONI AMBIENTALI Funzionamento del Muro di Trombe

Contesto notturno - Inverno

Durante la notte i condotti di ventilazione del muro di Trombe vengono chiusi per ridurre le dispersioni di calore attraverso la vetrata, mentre la muratura, realizzata in blocchi di calcestruzzo aerato autoclavato, rilascia gradualmente il calore accumulato nelle ore diurne, con uno sfasamento di circa 12 ore .

Contesto diurno - Inverno

Durante le ore diurne la radiazione solare innesca l’effetto serra nella vetrata prospiciente la massa muraria, esposta a ovest, alzando la temperatura dell’aria al suo interno. L’intercapedine viene messa in comunicazione con gli ambienti retrostanti tramite condotti dotati di ventilatori per innescare un moto convettivo e convogliare l’aria calda internamente.

Contesto notturno - Estate

Durante le notti estivi l’involucro viene reso il più permeabile possibile aprendo i condotti di ventilazione interni e le porzioni apribili della vetrata, per favorire le dispersioni termiche e lo smaltimento dell’energia termica accumulata dalla muratura nelle ore diurne. Se necessario la ventilazione può essere forzata anche tramite i sistemi meccanici.

Contesto diurno- Estate

Vengono aperte le porzioni superiori e inferiori della vetrata del muro di Trombe per evitare la formazione dell’effetto serra, mentre vengono chiusi i condotti che mettono l’intercapedine in comunicazione con l’interno. La massa inerziale del muro trattiene momentaneamente l’energia accumulata che non viene immediatamente rilasciata negli ambienti interni.

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ATTACCO A TERRA E STRATEGIE AMBIENTALI

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PIANTA PIANO PRIMO scala 1:200

ATTIVITÀ DEL COMPLESSO e percorsi divisi in classi di utenza Ospiti residenze: visite dei parenti guardaroba cura della casa giardinaggio cucina terapeutica movimento e percezione di sé manualità attività ricreative cura della persona consumazione pasti igiene personale riposo

Ospiti Centro Diurno: arrivo guardaroba cura della casa giardinaggio cucina terapeutica movimento e percezione di sé manualità attività ricreative cura della persona consumazione pasti igiene personale riposo

Personale della struttura: visite di inserimento valutazione medica periodica programmazione delle attività redazione cartelle personali assistenza agli ospiti nelle attività assistenza notturna residenziale assistenza personale colloquio con i familiari fornitura dei pasti custodia degli effetti personali funzioni direttive

Servizi esterni: servizio lavanderia fornitura giornali fornitura cucina servizi estetici servizio di giardinaggio pulizia del centro manutenzione

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PIANTE PIANO TERRA E PRIMO SCALA 1:200

PIANTA PIANO TERRA scala 1:200

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PROSPETTO OVEST scala 1:200

PIANTA COPERTURE scala 1:200

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PROSPETTI E SEZIONI PIANTA DELLE COPERTURE

SEZIONE A-A’ scala 1:200

SEZIONE C-C’ scala 1:200

PROSPETTO EST scala 1:200

SEZIONE B-B’ scala 1:200

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PIANTA SOLAI PIANO PRIMO scala 1:200

ANALISI STRUTTURALE DELLA PORZIONE N-E

SFORZO NORMALE MASSIMO Combinazione allo SLU

SFORZO DI TAGLIO MASSIMO Combinazione allo SLU

MOMENTO MASSIMO Combinazione allo SLU

DEFORMATA MASSIMA Combinazione allo SLU (SLV sismico)

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PIANTE STRUTTURALI SCALA 1:200

PIANTA FONDAZIONI scala 1:200

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SEZIONE B-B’ SCALA 1:20

SEZIONE DI DETTAGLIO B Scala 1:20

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SEZIONE DI DETTAGLIO A scala 1:20

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SEZIONE AA’ SCALA 1:20

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APPARECCHI ILLUMINANTI

STRATIGRAFIA 1 Dall’alto verso il basso: -doppia guaina bituminosa ardesiata 0,5 cm -pannello in OSB 2 cm -guaina bituminosa applicata a freddo -pannello in OSB 2 cm -isolamento termico in XPS 10+10 cm con interposta doppia orditura di listelli in legno di abete -solaio in laterocemento (24+4) 28 cm -intonaco civile 1 cm -controsoffitto in lastre di fibrogesso da 1,2 cm su supporti in alluminio

STRATIGRAFIA 3 Da destra verso sinistra: -intonaco esterno 0.01 m -muratura in blocchi Ytong climagold 0.4m posati a giunto sottile -controparete impiantistica in mattoni forati 0.08m -intonaco civile 0.01m -Piastrelle in gres porcellanato 0.01m

STRATIGRAFIA 2 Dall’alto verso il basso: -pavimentazione in HPL incollato 0,5 cm -impianto radiante posato in opera 4 cm -isolamento termico in XPS 4 cm -isolamento acustico in polipropilene 0,5 cm -barriera al vapore -massetto in cls alleggerito per canalizzazioni impiantistiche 13 cm -platea di fondazione in C.A. 30 cm -isolamento termico e impermeabilizzazione con lastre di Foamboard S3, posate a secco su strato di allettamento in sabbia e con i bordi sigillati da collante bituminoso a freddo, rivestite internamente da un feltro di separazione 15 cm -sottofondo in sabbia fine 10 cm -vespaio in ghiaia a granulometria crescente circa 20 cm

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CAMERA DOPPIA SCALA 1:20 PIANTA DI DETTAGLIO

SEZIONE DI DETTAGLIO C

FATTORE DI LUCE DIURNA

ILLUMINAMENTO DA LUCE NATURALE

VISTA INTERNA

Il fattore di luce diurna è il rapporto fra l’illuminamento misurato in un punto dell’ambiente interno e l’illuminamento misurato all’esterno, su una superficie orizzontale con il cielo coperto, espresso in percentuale.

Per le camere di degenza il valore minimo del fattore di luce diurna medio è il 3%, in questo caso raggiungiamo il 4,2%. Il calcolo è eseguito ad una altezza di 0,85m.

La simulazione mostra l’illuminamento ottenibile con la sola illuminazione naturale in condizioni di cielo coperto al 21 dicembre. Il livello di illuminamento ottimale per attività come la lettura con una utenza anziana è di 400 lux sul piano.

Durante la bella stagione è possibile fare a meno dell’illuminazione artificiale nelle ore diurne, mentre nel caso qui illustrato si dovrà sopperire con dei corpi illuminanti indiretti nella zona più buia.

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ABACO SPECIE VEGETALI

ALBERI

VISTA DEL GIARDINO IN PRIMAVERA

RAMPICANTI

ARBUSTI

PIANTE CON FIORITURA IN A-I

VISTA DEL GIARDINO IN AUTUNNO

PIANTE CON FIORITURA IN P-E

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GIARDINO COMUNE E SPECIE VEGETALI PIANTA GIARDINO scala 1:100

CONTROLLO DEI REQUISITI ESIGENZIALI

Selezione di specie vegetali non tossiche.

Corrimano lungo il percorso per prevenire le cadute.

Dimensionamento opportuno per il passaggio con ausili motori.

Planarità delle superfici calpestabili (dislivello massimo 2 cm).

Utilizzo di essenze arboree, coperture e fontane come landmark nei pressi di ingressi e zone di attività.

Scelta di specie arborea con stagionalità molto evidente, e vegetazione con fioriture diversificate nelle 4 stagioni.

Inserimento del porticato come spazio filtro tra interno ed esterno per evitare abbagliamenti e bruschi cambi di luminosità.

Posizionamento del giardino nella porzione del lotto che si affaccia sul parco lineare in progetto nel PUA comunale.

Mitigazione con rampicanti del muro esterno privo di aperture visibili. Ridurre la percezione di barriere invalicabili è utile per attenuare la tendenza alla fuga.

Accessibilità controllata dall’interno. Organizzazione in aree di dimensione contenuta che ne facilità il controllo visivo da parte degli operatori.

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RINGRAZIAMENTI

Vorrei ringraziare i miei relatori, il professor Fabio Conato e la dottoressa Valentina Frighi, per la loro disponibilità e per i consigli e le conoscenze trasmesse durante il percorso di progettazione.

Grazie ai miei correlatori professor Roberto Di Giulio e professor Vincenzo Mallardo, e a tutto il corpo docenti del Laboratorio di Sintesi Finale C. Ringrazio anche l’azienda Dattero Luce per la disponibilità e la cortesia che mi ha mostrato.

Grazie a Marcello per essermi stato sempre vicino, e alla mia famiglia che ha sostenuto questo percorso.

Infine grazie ad Andreja per il suo supporto premuroso e alle colleghe con cui ho condiviso le gioie e i dolori di questo traguardo.

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