GINESTRA FABBRICA DELLA CONOSCENZA > VISIONE EMERSA DAL GRUPPO DI LAVORO NUOVEGENERAZIONI 2005

NuoveGenerAzioni Formazione di Organismi di Produzione Culturale.

VISIONE SU I CANTIERI LA GINESTRA, SVILUPPATA NEL WORKSHOP NUOVEGENERAZIONI DOCUMENTO DI CONDIVISIONE PER IL TAVOLO TECNICO.

1

INDICE

1.NUOVEGENERAZIONI. WORKSHOP DI PROGETTAZIONE INTERDISCIPLINARE PARTECIPATA.

2.PARTECIPANTI AL WORKSHOP DI PROGETTAZIONE. 3.RACCONTO DI UN VIAGGIO MAI CONCLUSO. 4.PROGETTO PER LA GINESTRA: VOCAZIONE, ORGANISMO, FUNZIONI E STRUTTURA, METODO DI PRODUZIONE CULTURALE.

5.CANTIERI LA GINESTRA, UNA STORIA APPENA COMINCIATA.

2

NuoveGenerAzioni Formazione di Organismi di Produzione Culturale.

1.NUOVEGENERAZIONI. WORKSHOP DI PROGETTAZIONE INTERDISCIPLINARE PARTECIPATA. Estratto dal Bando di Concorso

Nuove GenerAzioni formazione di Organismi di produzione culturale

workshop di progettazione interdisciplinare partecipata

BANDO DI CONCORSO Promosso da Comune di Montevarchi, Provincia di Arezzo, Regione Toscana A cura di Connecting Cultures e artway of thinking Ideato da artway of thinking in collaborazione con Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti Condotto da Stefania Mantovani, Federica Thiene (artway of thinking), artiste attive nella Community Based-Public Art con la partecipazione di Anna Detheridge (Connecting Cultures), curatrice e progettista culturale Vincenzo Castelli, sociologo Marta Baretti, architetto e urbanista e altri artisti e creativi del mondo della comunicazione

3

FINALITÀ GENERALI Il workshop della durata di 15 giorni coinvolge un gruppo interdisciplinare di giovani e si sviluppa come processo creativo attraverso la condivisione di talenti e competenze differenti.

NuoveGenerAzioni intende far emergere punti di vista alternativi sul territorio del Valdarno, attivare nuove relazioni, trasformazioni, scenari e accadimenti: elementi fondanti nel processo di crescita culturale.

Il workshop intende trasferire e sperimentare un modello metodologico interdisciplinare inclusivo basato sulle buone pratiche per la rigenerazione dei territori e il governo dei processi di sviluppo collettivo.

In particolare, NuoveGenerAzioni si prefissa la creazione di una realtà operativa ai Cantieri la Ginestra che agisca sulle politiche culturali del territorio regionale.

OBIETTIVI SPECIFICI Attraverso la pratica progettuale di gruppo, NuoveGenerAzioni vuole giungere ad una visione collettiva sulla vocazione dei Cantieri la Ginestra, raccolta attraverso un processo di partecipazione allargato alle diverse parti sociali, economiche, culturali del territorio.

Il workshop si svolge secondo il modello formativo learning by doing.

DESTINATARI Il workshop, aperto a 15 partecipanti, si rivolge a persone diplomate, laureate e occupate nelle discipline che concorrono allo sviluppo collettivo: arte, cultura e sport, politiche sociali, intercultura, formazione, economia, urbanistica e scienze ambientali.

L’iscrizione a NuoveGenerAzioni è aperta indipendentemente dalla nazionalità e dalla residenza del candidato, nel rispetto dei requisiti richiesti.

SEDE DEL CORSO Cantieri la Ginestra, località La Ginestra, Montevarchi (AR) CALENDARIO Il workshop si svolgerà in due sessioni separate: 1. sessione dal 31 gennaio 2005 al 06 febbraio 2005 2. sessione dal 21 febbraio 2005 al 27 febbraio 2005

4

NuoveGenerAzioni Formazione di Organismi di Produzione Culturale.

2.PARTECIPANTI AL WORKSHOP DI PROGETTAZIONE. Elenco dei partecipanti a NuoveGenerAzioni, estratto dal documento collettivo “Racconto di un viaggio mai concluso”. Capitolo “Chi Siamo”

“CHI SIAMO” Siamo un gruppo di giovani con provenienze e formazioni diverse.

Il giorno sabato 22 gennaio 2005 presso i Cantieri “La Ginestra” ci siamo incontrati e attraverso una selezione partecipata coordinata da “artway of thinking” e Anna Detheridge (“Connecting Cultures”) ci siamo scelti tra i 45 partecipanti (preselezionati su curriculum).

Domenico Berardinelli, Chieti Organizzatore di eventi Mi sono laureato in archeologia industriale. Collaboro all’organizzazione di mostre al MACRO, museo d’arte contemporanea di Roma.

Filippo Fabbrica, Biella Curatore e project manager Lavoro al progetto “Love Difference - Mediterranean Cultural Network” per la Fondazione Pistoletto – Cittadellarte, Biella. Sono laureando in lettere e filosofia.

Francesca Gialli, Arezzo Scrittrice Mi sono laureata in lingue e letterature straniere moderne. Revisiono romanzi, saggi, sceneggiature teatrali per scrittori. Presso Prada spa svolgo il ruolo di coordinatrice degli uffici tecnici del gruppo dislocati nel mondo.

Leonardo Giusti, Terranuova B.ni (Ar) Dottorando in Telematica e società dell’informazione Mi sono laureato in Scienze della comunicazione. Sono ricercatore e progettista per “le nuove tecnologie capaci di aumentare l’esperienza umana nelle sue diverse forme”.

5

Olmo Guadagnoli, San Giovanni V.no (Ar) Videomaker Sto frequentando l’Ecole Supèrieure des Beaux-Arts de Genève indirizzo video-multimedia.

Compongo musica elettronica. Con il gruppo cabarettistico “Felpuda Malfido” ho autoprodotto tre album e realizzato numerosi eventi e tours.

Manuela Mancioppi, Terontola (Ar) Artista Sono diplomata all’Accademia di Belle Arti e sto frequentando il biennio specialistico in “Arti visive e discipline dello spettacolo”. Ho frequentato il corso “documentarista per le arti contemporanee e multimediali” e per “operatore di cabina cinematografico”. Sono docente nelle materie della mia disciplina artistica.

Serena Pastorino, Milano Dottoranda in marketing e comunicazione di impresa Sono laureata in Scienze della comunicazione e ho seguito un corso di perfezionamento per “responsabili di progetti culturali”. Per il dottorato sto lavorando a un progetto di ricerca finalizzato ad approfondire il ruolo dell’arte contemporanea come elemento strategico nell’epoca post-industriale.

Claudia Pigliapochi, Arezzo Educatrice e formatrice Sono laureata in Scienze politiche. Ho conseguito un diploma di laurea in esperti in lingue nel settore del commercio estero, con una tesi giuridica con riferimento alle iniziative comunitarie in tema di immigrazione. Presso l’Università di Siena sto realizzando un progetto di ricerca sulla marginalità a Buenos Aires.

Maria Chiara Piraccini, Alessandria Architetto scenografo Per “Confino –Hunger Museum and Exibition Design” ho progettato e sviluppato diverse esposizioni temporanee. Con “Palimpsestos Conservacion y Gestion de patrimonio cultural” ho svolto attività di ricerca, rilievo, documentazione e conservazione per progetti rivolti a musei e parchi archeologici spagnoli.

David Priore, Levane (Ar) Tutor per soggetti con difficoltà scolastiche Sono laureato in filosofia. Ho lavorato su progetti di informatizzazione e telecomunicazione per “Firenze tecnologia”. Per Artel ho svolto attività di raccolta dati e realizzazione data base informatico nel progetto “Osservatorio scolastico della provincia di Arezzo”.

Chiara Renzi, Terranuova B.ni (Ar) Attrice e operatrice teatrale Sono laureata in Sociologia dell’arte. Come attrice mi sono formata al Teatro Garibaldi di Figline Valdarno e al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino. Ho partecipato a numerosi corsi di perfezionamento e laboratori teatrali per la recitazione, drammaturgia, improvvisazione, scrittura e narrazione teatrale. Svolgo attività di operatrice teatrale nelle scuole.

6

Linda Salvatori, Firenze Artista. Operatrice turistica Sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali. Svolgo attività di guida al Museo Pecci.

Collaboro con il Media Innovation Unit di Firenze in un progetto sul suono, con mansioni di organizzazione delle risorse umane, logistica e realizzazione di eventi.

Vanni Santoni, Montevarchi (Ar) Sceneggiatore e formatore Sono laureato in Scienze politiche. Lavoro come sceneggiatore e formatore per Thinking Media; autore per Novaradio; giornalista per varie emittenti e pubblicazioni.

Diego Segatto, Treviso Architetto Sono un architetto specializzato in azione locale partecipata. Sono progettista e grafico per lo studio “Carlo Bardini – Architettura design e comunicazione”. Ho collaborato con un gruppo interdisciplinare al progetto “m3-100 giorni di terraferma” per individuare metodologie innovative di coinvolgimento della popolazione di Mestre, al fine di far emergere l’immaginario inespresso.

Valentina Stefani, Lucca Progettista e organizzatrice di eventi Sono laureata in conservazione dei Beni Culturali. Ho partecipato al corso “L’arte diventa business – trasformare un’idea nel settore artistico-culturale in attività di impresa” e al corso per “ideatore e gestore progetti culturali”. Ho coordinato un progetto all’interno del cantiere d’arte Seravezza.

Marco Tulli, Arezzo.

Psicologo e progettista in ambito ambientale Lavoro prevalentemente in equipe sui temi dell’armonizzazione tra uomo e ambiente.

Attualmente lavoro alla coop La Fabbrica del Sole con progetti di sensibilizzazione in ambito ambientale e dell’ecologia sociale. Svolgo attività di docenza e come relatore sui temi inerenti la psicologia di comunità e di gruppo.

Anna Maria Uttaro, Roma Archietto urbanista Sono dottoranda in tecnica urbanistica con il progetto di ricerca “Studio delle pratiche artistiche contemporanee negli spazi urbani e relazioni con la disciplina urbanistica”. Ho conseguito il master in progettazione di ambienti urbani sostenibili. Ho frequentato il corso in progettazione urbana sostenibile. Sono ideatrice e realizzatrice di Cre.Urb.Lab.- laboratorio di creatività urbana.

Francesca Viva, Pisa Dottoranda in storia e sociologia della modernità. Progettista sociale-culturale Sono laureata in scienze politiche. Ho partecipato ai corsi per esperto di nuovi mercati e per ideatore e gestore di progetti culturali. Sono presidente dell’associazione “NordSudOvest” e svolgo attività di coordinamento e cooperazione internazionale per progetti culturali.

7

Mentre, altri 25 soggetti si sono trasformati in una rete sempre in connessione: Simone Angiolini. Consulente del servizio informazione e documentazione del D. S. U., polo universitario di Arezzo. Master in “Impresa, Cultura, Arte, Distretti Culturali” Sinalunga (Siena).

Paola Baldassi. Animatrice, scenografa e tecnico luci. Firenze.

Elisa Balestri. Educatrice di infanzia. Terranuova B.ni (Ar).

Alfredo Barbanera. Lavora in Prada Engineering come progettista di uffici, laboratori e vetrine.

Federica Basagli. Master in management delle istituzioni. Perugia.

Andrea Bertini. Curatore e organizzatore di mostre. Montevarchi (Ar).

Paola Bertoncini. Curatore di eventi culturali. Caviglia (Ar).

Barbara Brogi. Coordinatore ufficio stampa, pubbliche relazioni, amministrazione. Montevarchi Davide Carbonai. Collaboratore di cattedra e docente in sociologia. San Giovanni V.no.

Mirio Cosottini. Musicista esecutore. Laterina (Ar).

Elena Facchino. Vice direttrice- biblioteca poggiana presso l’Accademia del Poggio, Levane Guido Faggion. Esperto nella produzione multimediale. Padova.

Giacomo Fanfani. Consulente presso l’ufficio cultura del Comune di Loro Ciuffenna. Firenze.

Gianluca Fantoni. Cameraman e montatore. San Giovanni (Ar).

Frèdèric Fèliciano. Autore, attore e regista. Montevarchi (Ar).

Alberto Forzini. D.J. e conduttore radiofonico. Montevarchi (Ar).

Marco Giachetti. Architetto progettista. Firenze.

Elena Giacomin. Educatrice. Arezzo.

Irene Guidi. Operatore didattico culturale. Firenze.

Roberto Guidi. Geologo. Lucca.

Luisa Marini. Projet manager. Viterbo.

Paolo Martinino. Docente formatore. San Giovanni V.no (Ar).

Sabrina Massini. Consulente storico-artistico. Castiglion del Lago (Ar).

Fabio Ragonese. Consulente e progettista. Pescara.

Albano Ricci. Giornalista. Scrittore di testi teatrali. Cortona. (Ar).

8

NuoveGenerAzioni Formazione di Organismi di Produzione Culturale.

3.RACCONTO DI UN VIAGGIO MAI CONCLUSO. Documento collettivo redatto dai partecipanti sull’esperienza di progettazione interdisciplinare partecipata, attivata nel workshop NuoveGenerAzioni. Montevarchi, febbraio / marzo 2005.

Racconto di un viaggio mai concluso A chi ci chiedesse come siamo arrivati fin qui, a chi volesse sapere di più degli strumenti della nostra ricerca non potremmo che raccontare la verità e la “magia” della “vocazione” che ha raccolto un gruppo di sconosciuti, li ha fatti sentire parte di un progetto e diventare un'unica entità chiamata “Nuove GenerAzioni” trasformando sperimentazione, cadute condivise, errori di percorso in una potente bussola sempre in grado di indicare un unico “nord” chiamato Ginestra.

Abbiamo risposto a un bando di concorso che recitava frasi dense quanto attraenti e che inizialmente suscitava nel profondo delle intenzioni di molti una istintiva, ma certo non chiara, volontà di partecipare: “Nuove GenerAzioni: formazione di Organismi di produzione culturale.

Workshop di progettazione interdisciplinare partecipata”.

“Attraverso la pratica progettuale di gruppo, Nuove GenerAzioni vuole giungere a una VISIONE COLLETTIVA SULLA VOCAZIONE DEI CANTIERI LA GINESTRA, raccolta attraverso un processo di partecipazione allargato alle diverse parti sociali, economiche e culturali del territorio” Abbiamo risposto alle voci e alla successiva orchestrazione di direttori impareggiabili quali artway of thinking e Connecting Cultures.

Raccontare del workshop è raccontare di un viaggio mai concluso: sai quando parti, hai appuntato gli orari dei treni, sai riconoscere le emozioni che ti accompagnano durante il percorso, ma non sai dove arriverai. O, perlomeno, conosci soltanto la destinazione ufficiale, un toponimo, Montevarchi, e un luogo, i cantieri “La Ginestra”. E basta.

Il resto è un’altra storia. Sono le motivazioni, alcune dichiarate, altre, sottaciute, che ci hanno spinto a salire su quel treno. Da Biella a Roma, passando per Milano, Viareggio, Pisa, Firenze, Arezzo…fin qui a Montevarchi.

9

Prima di essere gruppo siamo individui, arrivati con il bagaglio delle nostre competenze (dichiarate), i nostri sogni, idee, preoccupazioni (nascosti), e un’unica passione: la contemporaneità.

Erano poche le cose che si intuivano, chiare, dal bando: un obiettivo - giungere ad una visione collettiva sulla vocazione della Ginestra; una forma - l’interdisciplinarietà; una modalità - imparare facendo, sperimentare.

Nonostante queste premesse lasciassero aperte molteplici questioni e dubbi, ci siamo messi in gioco. Senza filtri e con la semplicità di chi “ormai non ha nulla da perdere”, ci siamo lasciati attraversare pian, piano da un fiume in piena. Fin dall’inizio.

VISIONE, RELAZIONE, AZIONE sono state le coordinate fondamentali di un’esperienza che abbiamo percorso e sperimentato “in lungo e in largo” nelle quattro settimane del workshop.

Un’esperienza che partiva necessariamente da una visione del sé (“la personalità è il primo filtro con cui guardiamo il mondo”), per estendersi al gruppo e da questo allargarsi al contesto. Il tempo a disposizione per progettare era relativamente esiguo: per lavorare in gruppo e poter arrivare ad una VISIONE condivisa della vocazione della Ginestra (“la visione è la spinta del processo creativo…”) dovevamo innanzitutto liberarci di certi pre-giudizi personali.

Durante il workshop ci sono stati presentati gli “strumenti” della collaborazione e trasmesso le metodologie tese a facilitare la coesione e la creazione di un gruppo. Ma prima che le nozioni si traducessero in frasi e parole annotate sui cartelloni che ci hanno accompagnato in questo viaggio, abbiamo sperimentato ogni passaggio di questa nuova “coscienza” sulla nostra pelle, completamente ignari ma aperti verso tutto quello che avremmo potuto scoprire e capire. Ci siamo bendati, per sperimentare, percepire e recepire lo spazio/gli spazi da altri punti di vista (“solo quando si cambia punto di vista accade l’intuizione/l’innovazione…”). Ci siamo armati di pennarelli colorati e abbiamo liberato, non senza un iniziale imbarazzo, sensazioni ed emozioni per poterle descrivere e trasferire agli altri. Ci siamo confrontati e indagati personalmente sui tre canali attraverso cui “la macchina umana” (e quindi ciascuno di noi) interagisce con ciò che lo circonda: INTELLETTUALE, EMOTIVO, ISTINTIVO-CINETICO. Siamo, infine, tornati a focalizzare l’attenzione sull’obiettivo: abbiamo immaginato che la Ginestra fosse una persona e ci siamo chiesti come si comporterebbe? Quale sarebbe il suo canale preferenziale?

Questo processo, che a un’analisi sommaria potrebbe apparire semplicemente una forma ludica di indagine e crescita personale, ci ha in realtà permesso di disporci lungo un unico livello sensibile e “nobile” di comunicazione e RELAZIONE interpersonale: un livello necessario ad attivare dinamiche operative di gruppo, nonostante la resistenza intima e privata di ciascuno. Ci siamo trasformati in “Nuove GenerAzioni”.

Sperimentato che il concetto di VOCAZIONE portava alla mente una varietà di connotazioni contrastanti è stato spontaneo ricorrere alla metodologia proposta nel workshop per risolvere, o sciogliere, i diversi dubbi.

10

Ci eravamo chiesti quali fossero le nostre vocazioni e la risposta non era stata, come si sarebbe tesi a immaginare, spontanea. Abbiamo esitato perché, se è vero che ognuno sente dentro di sé, in modo più o meno chiaro, una spinta a essere e a realizzarsi in una determinata direzione (TALENTO), non è altrettanto scontato che la società, o il gruppo, identifichi nella persona la stessa competenza (RUOLO). Una scissione questa, tra talento e ruolo, accentuata, favorita, a volte confusa ulteriormente dal contesto in cui ci si trova a vivere: il qui e ora che si trasformano ogni giorno in una contingenza formante e formativa.

Una cosa ci è apparsa chiara, tuttavia: se si capisce chi siamo (competenza/ruolo) e si riesce a farlo coincidere con ciò che si potrebbe diventare (vocazione/talento) avremo raggiunto l’obiettivo più importante della nostra esistenza.

Divisi in gruppi, abbiamo estratto dal concetto di “vocazione”, questa volta rapportato direttamente ai cantieri “La Ginestra”, alcune idee che ci aiutassero a rintracciare una univoca definizione, sentitamente reale, di tale termine: “vocare; chiamare; dare un nome; poter chiamare; essere chiamati a; sentire e capire le potenzialità e i punti di forza; stare bene e sentirsi a proprio agio in una situazione, in un’azione…”

La vocazione è quindi quella POTENZIALITA’ di crescita continua ed evolutiva che porta a riconoscere, o a svelare agli altri, la propria NATURA nella STORIA e che, per rimanere coerente con se stessa, deve rinnovarsi e innovarsi costantemente proiettandosi nel FUTURO. Torniamo alla Ginestra.

Adesso è più semplice rintracciare quei significati taciuti, quelle qualità che, in modo più o meno consapevole, l’immaginario collettivo tende da sempre ad attribuire a questo luogo.

Un “ospitale”, un convento che ACCOGLIEVA i pellegrini che percorrevano l’arteria di comunicazione (spirituale e commerciale) più naturale tra Firenze e Roma.

Una filanda che ha raccolto la PRODUZIONE femminile in un territorio modernamente teso verso l’industrializzazione.

Un quartiere che INTEGRA all’interno della sua globalità una chiesa, delle abitazioni, un anfiteatro.

Una lettura storica, quella dell’ospitalità e della produttività, confermata dal territorio e dalla dislocazione dei cantieri che dominano e osservano, dall’alto, un paesaggio dalla forte connotazione di PERCORRENZA. L’utilità, la funzionalità di un edificio a costante servizio della comunità come filo rosso che lega identità e vocazione.

Facciamo un passo indietro verso l’individuo.

Se la Ginestra fosse una persona potrebbe realizzarsi, sentirsi bene con se stessa e di conseguenza con gli altri, se fosse spinta a perdere le sue più forti peculiarità: ovvero accoglienza e restituzione?

Allo stesso tempo, però, potrebbe raggiungere una piena realizzazione se sciogliesse lo stretto nodo temporale tra utilità/funzionalità e innovazione che la caratterizzano? SICURAMENTE NO. Si può quindi concludere che: “Per NATURALE EVOLUZIONE oggi la GINESTRA è CHIAMATA a raccogliere, accogliere, integrare, produrre e restituire INNOVAZIONE”.

11

12

Come parte di un gruppo in sintonia ognuno di noi è stato invitato ad allargare osservazioni, relazioni e azioni a un ambito ancora più ampio. Ci è stato chiesto di esplorare gli spazi che ci ospitavano, a partire da quelli più “immediati”, il corpo della Ginestra, i suoi “scenari” interni ed esterni, fino a quelli da cercare, da trovare, o ritrovare, “a cielo aperto”, in paese. A questo scopo i punti di osservazione forniti sono stati funzionali ad una lettura territoriale e sociale del contesto nella sua complessità: quella “micro” dei cantieri e quella “macro” del Valdarno. Punti da cui il singolo può osservare o intervenire nel reale, e dunque farsi soggetto.

La luce/i colori, il clima, la gente, i rumori/suoni, i materiali, le emergenze, così individuati ci hanno condotto a elaborare l’inizio di una mappatura percettiva delle emergenze ed eccellenze del territorio, nella convinzione che, per una progettazione eticamente responsabile, bisogna conoscere e “vestire” le abitudini e le realtà inespresse del contesto in cui si agisce.

Per la medesima finalità sono stati utili i “dialoghi / intervista” che in piccoli gruppi abbiamo tenuto con alcune personalità istituzionali del progetto e del territorio. Le loro parole ci hanno offerto una visione del contesto sociale ed economico in cui “La Ginestra” vive e di cui si alimenta, in particolare per tutto ciò che concerne la storia e le aspettative che la riguardano e che da venti anni tengono col fiato sospeso la cittadinanza.

Non potevamo fermarci qui, quando il filo del racconto può spingerti oltre.

Siamo scesi in piazza per la prima AZIONE DI GRUPPO, a ritmo di musica, nello scenario del Carnevale cittadino di Montevarchi, a raccogliere e appuntare sogni, visioni, domande, aspettative e dubbi dei cittadini… invitandoli a scrivere, disegnare, immaginare pensieri, suggerimenti, osservazioni, bisogni, desideri e attese, per poter realizzare un progetto di arte e cultura che fosse prima di tutto, a loro vicino e conforme.

Abbiamo quindi posto l’attenzione sui 5 concetti-chiave indicati nella legge proposta dalla Regionale Toscana lo scorso 3 Novembre 2004, recentemente approvata, relativa alla promozione e alla funzione sociale dell’arte contemporanea. Questi concetti, rielaborati e ridotti alla loro più nitida essenza, hanno costituito le linee-guida di una possibile metodologia di progettazione, su cui ci siamo confrontati per facilitare l’allineamento linguistico e concettuale da cui sarebbe dipeso l’effettivo raggiungimento di un obiettivo comune.

CONDIVISO, SOSTENIBILE, INCUBATORE, INNOVAZIONE, BENE COMUNE apparivano inizialmente contenitori astratti e scontati. Conoscere i punti di vista personali in merito e discuterne a piccoli gruppi, prima, tutti insieme, dopo, ha avuto il vantaggio di creare un terreno chiaro, oltre che indispensabile, su cui muoversi a fronte di qualsiasi progetto futuro.

Finalmente, scoperti e affinati gli strumenti e gli stimoli, sufficienti e necessari, per lavorare con cognizione di causa, abbiamo iniziato a mettere insieme gli incastri di un mosaico articolato e complesso e a tessere la maglia delle dinamiche inespresse che tutte queste esperienze avevano già naturalmente messo in risalto.

La prima settimana di workshop si era conclusa. E noi eravamo pronti per tornare a casa.

Almeno per il momento.

La relazione, affidata in primis ai linguaggi multimediali, tra i membri del gruppo e tra quest’ultimo e i collaboratori in rete, è stata la parola d’ordine delle due settimane lontano dalla Ginestra. Il nuovo obiettivo: sviluppare una RICERCA su alcuni temi evidenziati dalle “artway of thinking” e annotati la domenica mattina sul “diario del viaggio” (un altro piccolo strumento, prezioso e potentemente creativo, in cui a più riprese abbiamo annotato individualmente idee, concetti, immagini, dubbi, indicazioni e … compiti per casa!).

13

12 temi: Il Territorio con le sue risorse e tradizioni Le Connessioni (Viarie, Reti, Migrazioni) Gli Spazi di Produzione (Innovativi, Ricerca, Sperimentazione) I Linguaggi L’Innovazione nelle discipline I Metodi e le Metodologie (Produzione, Formazione, Indagine) L’ Interdisciplinarietà Il Concetto di Residenza Tematismi Comparati (ecologia, cultura ecc.)

Strumenti e Risorse per la Sostenibilità (Finanziamenti, la Cooperazione, ecc.)

L’industria e la creatività Il sociale e la creatività; esperienze innovative Progetti pilota Una sola l’ipotesi di partenza: “Se la GINESTRA fosse un INCUBATORE che PRODUCE INNOVAZIONE… Come sarebbe? Cosa produrrebbe? Quale innovazione?”

Ripartiti in gruppi, con la collaborazione di alcuni punti rete, abbiamo sviluppato le tematiche elencate, ancora una volta partendo dal “basso”, tralasciando manuali o libri, smascherando e ottimizzando competenze e talenti per una ricerca ed un sapere che necessariamente doveva essere sperimentazione, apertura su un campo vergine in cui svelare potenzialità inespresse di luoghi, territori, persone.

Da qui: gli attraversamenti fisici, tramite cui sondare SPAZI e LUOGHI dove percorrere emozioni, sensazioni, sogni e aspirazioni. Da qui: il DIALOGO e l’INCONTRO (le interviste alle persone che vivono e abitano il Valdarno). Da qui, ancora: l’ASCOLTO e la LETTURA di un quadro territoriale complesso (la mappatura territoriale e l’approccio urbanistico percettivo, le ricerche sul campo).

Comunque e sempre verso la scrittura e l’elaborazione di un PROGETTO CONDIVISO, SOSTENIBILE, INNOVATIVO e volto al BENE COMUNE.

14

15

Partendo da questa prospettiva, il concetto di OSPITALITA’ potrebbe essere ripensato e reinterpretato alla luce di fenomeni legati all’attualità quali la multiculturalità e l’espansione delle possibilità comunicative offerta dallo sviluppo delle TECNOLOGIE INFORMATICHE. La nozione di PRODUTTIVITA’, al contempo, verrebbe a ripresentarsi e riproporsi nelle forme della CREATIVITA’ ARTISTICA e di una SPERIMENTAZIONE volta a RINNOVARE gli orizzonti delle nostre esperienze.

Un risultato dell’approccio multidisciplinare è stato quello di produrre una VISIONE della Ginestra simile a quella di un ORGANISMO vivente, ovvero un sistema vivente formato da un insieme di FUNZIONI produttive, creative e promozionali che siano in grado di interessare e di coinvolgere la COMUNITA’ in cui essa si trova ad operare.

La STRUTTURA, ampia e complessa, della Ginestra, nonché il suo inserimento in un territorio ricco di storia, di cultura e in forte fase di espansione economica, urbanistica e demografica, ci fa immaginare questo luogo come una entità sensibile capace di reagire alla varietà degli stimoli che provengono dal mondo contemporaneo, senza trascurare quel retroterra umano e sociale che assicura la sua IDENTITA’.

Le ARTICOLAZIONI, le INIZIATIVE e le PRODUZIONI di questo complesso vivente dovrebbero trarre nutrimento dalle informazioni, storie e potenzialità offerte dalla realtà circostante per restituirle un senso di APPARTENENZA consapevole. E, a sua volta, in quanto entità positivamente integrata nell’habitat in cui è inserita, la Ginestra dovrà, ricevendo stimoli ed esperienze, essere in grado di CONTRIBUIRE, INTEGRARE e RESTITUIRE la pluralità di visioni del mondo che la circonda.

Facendo una verifica con quanto esposto: “Se la Ginestra fosse un organismo vivente come vivrebbe?

Come si relazionerebbe con gli altri?

Quali strumenti userebbe?

Quali finalità perseguirebbe?

In quali valori si riconoscerebbe?”

La Ginestra come ogni essere umano: acquisirebbe in modo del tutto naturale i valori del mondo e, soprattutto, della famiglia in cui si trovasse a vivere; imparerebbe con gradualità arti, scienze e nozioni secondo gli stadi della vita; imparerebbe di sé e degli altri mettendosi in gioco, sperimentando, talvolta anche sbagliando, relazionandosi col mondo esterno; si confronterebbe con la realtà cercando di cogliere stimoli e ispirazioni per definire la propria vocazione, gli obiettivi e le priorità; sceglierebbe quali collaborazioni mantenere e curare, quali relazioni coltivare (talvolta ospitando persone nella propria casa, altre andandole a cercare nelle loro abitazioni); si nutrirebbe non solo di materia ma anche di spiritualità e conoscenza; creerebbe un modo originale e unico di esprimere la propria identità, magari leggendo e interpretando l’ora e il qui in cui si trovasse a vivere; lavorerebbe e produrrebbe valori aggiunti; cercherebbe metodologie migliori e consoliderebbe strumenti efficaci per raggiungere gli obiettivi che la vita le presenta in modo sempre nuovo e diverso; archivierebbe nella memoria i momenti, le azioni e le immagini più significative del vissuto; comunicherebbe con gli altri e, con l’esperienza, insegnerebbe ai propri figli ciò che l’esperienza e la sperimentazione le hanno trasmesso.

16

Dovendo quindi elencare le 8 FUNZIONI PRINCIPALI di questo essere vivente, senza vincoli riguardanti la loro reciproca priorità, avremmo:

ospitalità/accoglienza/residenza formazione (sempre intedisciplinare) relazione (anche interculturale) e comunicazione (restituzione) progettazione (laboratori che creano relazioni) osservazione e documentazione (archivio e memoria) ricerca (bisogni e necessità) produzione coordinamento

Funzioni intrecciate e sostenute dai VALORI (ogni azione/progetto/iniziativa/prodotto risponderà ai criteri delle linee guida precedentemente analizzate: condiviso, innovativo, incubatore, sostenibile, volto al bene comune) che la contraddistinguono e che, come in un organismo multicellulare, possono essere divise in “micro” o “macro” SPAZI (che coincidono con le funzioni) visibili -FISICI o intangibili- VIRTUALI o CONCETTUALI, a seconda della conformazione che la crescita accompagnerà.

“La Ginestra” dovrebbe, pertanto, divenire capace di uno SCAMBIO stabile e proficuo con la realtà esterna. Dovrebbe realizzare la vocazione di diventare un organismo che rielabora la varietà dei materiali provenienti dal contesto in cui è inserita assumendo configurazioni sempre nuove e diverse; che si espande, in modo pro-attivo, nell’ambito circostante portando a partecipare gli attori/fruitori alle varie fasi di azione che la caratterizzano e trasmettendo loro metodologie e strumenti di lavoro; che si evolve in forme creative e in realizzazioni innovative e riflettenti una contemporaneità in costante mutamento.

L’ORGANICITA’ a cui la Ginestra aspira, dunque, si può più facilmente cogliere nella manifestazione di questo intreccio vitale di conoscenze, di interessi e di temi di indagine che vanno a costituire la base di ulteriori ricerche e approfondimenti. Mantenendo fermo, a ogni stadio, l’intento di partire dai bisogni della comunità legata al territorio del Valdarno per restituire una pluralità di immagini passate, attuali, future.

“La Ginestra” in veste di FARO metaforico che, largamente visibile nel mare del paesaggio toscano cui appartiene, fa emergere punti di vista alternativi, attiva e dirige, attraversando le onde della mutevole contemporaneità, nuove relazioni, trasformazioni, scenari e accadimenti, ridefinendone spazi e confini di convivenza.

Abbiamo immaginato i cantieri “La Ginestra” come un organismo in costante evoluzione, capace di adattarsi alle trasformazioni del contesto sociale, ambientale e culturale, alle trasformazioni dei soggetti e dei gruppi che lo compongono. Un organismo capace di accogliere conoscenze, metodi, pratiche e punti di vista diversi, di connetterli e intrecciarli in un tessuto (condiviso, partecipato e sostenibile) di relazioni capace di innescare meccanismi di innovazione nel territorio e nelle comunità.

L’identificazione degli SPAZI - FUNZIONI nasce da una analisi delle QUALITÀ necessarie per la realizzazione di progetti innovativi, i cui risultati siano enzimi capaci di catalizzare continuamente nuove trasformazioni, anche quando il processo progettuale è terminato. Affinché questo possa realizzarsi i progetti di trasformazione del territorio e del contesto culturale e sociale orientati al bene comune di una certa comunità devono essere sentiti e condivisi dai membri di quella stessa comunità.

17

Ogni attività dei cantieri “La Ginestra” nasce quindi dall’attivazione simultanea di uno o più di questi spazi, i quali trovano la loro ragion d’essere soltanto in una rete di relazione reciproca, ma soprattutto in una rete di relazione con enti, soggetti ed eventi esterni all’organismo stesso.

L’apertura, l’inclusione e la partecipazione sono le caratteristiche fondamentali di questi SPAZI DI CONTAMINAZIONE. Ciascuno di questi spazi deve essere pensato come un luogo di incontro, dialogo e interazione tra i singoli, tra i gruppi di lavoro, e tra l’intero organismo e il contesto. Spazi concettuali, o funzioni, che possono trovare la loro realizzazione in diverse forme, dalla hall di un albergo a un agriturismo, dal telefono a Internet, dal tavolo di un Caffè ai locali della Ginestra. La realizzazione di questi spazi è temporanea e transitoria e, di volta in volta, saranno scelte le forme più opportune e sostenibili.

E’ in questi spazi che il tessuto organico della Ginestra prende forma; prima di un luogo fisico sono una RETE DI CONNESSIONI E INTRECCI tra soggetti con talenti, competenze e capacità diverse, tra gruppi multidisciplinare e, infine, tra l’intero sistema dei cantieri “La Ginestra” e il contesto. E’ in questi spazi che i cantieri “La Ginestra” concretizzano l’attività di trasformazione del territorio e del contesto fortemente orientata alla costruzione di un BENE COMUNE.

18

NuoveGenerAzioni Formazione di Organismi di Produzione Culturale.

4.PROGETTO PER LA GINESTRA: VOCAZIONE, ORGANISMO, FUNZIONI E STRUTTURA, METODO DI PRODUZIONE CULTURALE. Documento di progetto elaborato in NuoveGenerAzioni

19

20

ORGANISMO incubatore innovatore contemporaneo (in Montevarchi –AR)

concetti di TRA-ART e conseguenti linee guida ispiratrici: una visione per la Ginestra (nucleo promotore: regione toscana, provincia di arezzo, comune di montevarchi. nucleo avviamento: connecting cultures e artway of thinking+un gruppo di lavoro interdisciplinare Nuove GenerAzioni (18+25 collaboratori in rete)

“Nuove GenerAzioni: formazione di Organismi di produzione culturale. Workshop di progettazione interdisciplinare partecipata”. condotto da artway of thinking (raccontare del workshop è raccontare di un viaggio mai concluso)

Ci siamo messi e messe in gioco per immaginare insieme il futuro del nuovo cantiere per l’arte contemporanea, La Ginestra in Montevarchi.

21

LA GINESTRA Arrivando in treno ci passi davanti, alla Ginestra.

Ma se poi la vuoi raggiungerla sembra che si debbano fare giri infiniti.

La Ginestra è nel Valdarno. I cartelli sono fondamentali per arrivarci. Ma non ce ne sono.

Bisogna imparare a conoscere i molteplici percorsi che portano all’ex-filanda: costeggiando i binari ferroviari e sperimentando una visione in quota dal sopra-passaggio pedonale, oppure seguendo la strada veicolare che bruscamente scende di quota in curva e si è costretti a perdersi in cunicoli e scalette per risalire in superficie…o meglio ancora arrivando dal centro città e percorrendo improbabili sottopassi fognari.

La Ginestra, un’aggregazione di volumi differenti, un’alternanza di facciate intonacate, ripulite, prospetti in progress, a volte coperti da impalcature ancora in uso, è al tempo stesso poco accessibile e potentemente visibile nel territorio.

La sua forza è proprio la compresenza di differenze: di punti di vista e di accesso. (fare l’esperienza dei luoghi Ginestra è già un po’ entrare nel Valdarno)

VALORI INNOVAZIONE, BENE COMUNE CONDIVISO, SOSTENIBILE Abbiamo posto l’attenzione su 4 concetti-chiave indicati nella proposta di legge della Regione Toscana, relativa alla promozione e alla funzione sociale dell’arte contemporanea. (apparivano inizialmente contenitori astratti e scontati. conoscere i punti di vista personali e discuterne ha avuto il vantaggio di creare un terreno chiaro su cui muoversi a fronte di qualsiasi progetto futuro)

CONDIVISO Se nasce da un riconoscimento e da una valutazione dei bisogni/desideri comuni, e che implica un accordo di modalità, tempi, obiettivi e strumenti di un processo teso al coinvolgimento e all'elaborazione sinergica.

SOSTENIBILE Ecologia sociale proattiva e partecipativa Ecologia: rigenerazione economica, ambientale e sociale Sociale: cooperazione partecipata e creativa attraverso un linguaggio condiviso Proattiva: valorizzazione e attivazione continua delle risorse territoriali Partecipazione: interazione di bisogni in processi che partono “dal basso”.

22

BENE COMUNE Dato un contesto di azioni, valori, esigenze e possibilità di sviluppo, una risposta etica che diviene patrimonio condiviso di un gruppo che si assume la responsabilità di realizzarla.

INNOVAZIONE ORGANISMO PERMANENTEMENTE COPULANTE E INCESSANTEMENTE, OSMOTICAMENTE GRAVIDO > CONTAMINAZIONE > AUTOPOIESI >POROSITÀ >PROTEZIONE > RICORSIVITÀ > IBRIDAZIONE > FECONDAZIONE > GESTAZIONE.

(questi concetti hanno costituito le LINEE GUIDA della metodologia di progettazione sperimentata nel workshop)

Abbiamo ipotizzato la Ginestra come un

INCUBATORE Sistema dispositivo od organismo che facilita lo sviluppo, la crescita e la conservazione di un altro micro-organismo attraverso il nutrimento, l’integrazione e il trasferimento di strumenti.

La Ginestra come incubatore per sperimentare innovative sinergie tra creatività e territorio: come le linee guida diventano gli “spazi concettuali” che fanno funzionare questo luogo.

23

VOCAZIONE

Abbiamo analizzato il concetto di vocazione: “vocare; chiamare; dare un nome; poter chiamare; essere chiamati a; sentire e capire le potenzialità e i punti di forza; stare bene e sentirsi a proprio agio in una situazione, in un’azione…”

(ci siamo chiesti quali fossero le nostre vocazioni personali e la risposta non è stata, come si sarebbe tesi a immaginare, spontanea)

È emersa un’immagine concettuale univoca secondo la quale

La vocazione è quella POTENZIALITA’ di crescita continua ed evolutiva che porta a riconoscere, o a svelare agli altri, la propria NATURA nella STORIA e che, per rimanere coerente con se stessa, deve rinnovarsi e innovarsi costantemente proiettandosi nel FUTURO.

Trasferendo questa riflessione sulla Ginestra è stato più semplice rintracciare quei significati taciuti, quelle qualità che, in modo più o meno consapevole, l’IMMAGINARIO (patrimonio) COLLETTIVO tende da sempre ad attribuire a questo luogo:

La Ginestra nella storia è stata un “hospitale” e un convento che ACCOGLIEVA i viandanti, i “ricercatori” che percorrevano l’arteria di comunicazione più naturale tra Firenze e Roma; una filanda, ospitava la PRODUZIONE tessile (al femminile) in un territorio teso verso l’industrializzazione.

Oggi è cantiere, e il suo corpo si INTEGRA con una chiesa, abitazioni, un anfiteatro.

(si è capito che rompere il legame con la sua storia avrebbe significato creare un entità senza radici che sarebbe morta presto)

24

La funzione OSPITALITA’ potrebbe essere ripensata alla luce dei fenomeni attuali, come multiculturalità e eco-sostenibilità.

Le funzioni atte a documentare, archiviare, comunicare ripensate alla luce delle TECNOLOGIE INFORMATICHE. La funzione di PRODUZIONE e la nozione di CREATIVITÀ rivisitate nell’ottica della SPERIMENTAZIONE volta a RINNOVARE gli orizzonti delle nostre esperienze.

Queste funzioni hanno indicato una direzione di sviluppo, secondo cui

“per NATURALE EVOLUZIONE oggi la GINESTRA è CHIAMATA a raccogliere, accogliere, integrare, produrre e restituire INNOVAZIONE”.

VOCAZIONE della Ginestra in chiave contemporanea: Dalla produzione di manufatti tessili, alla produzione di tessuti immateriali, il cui valore artistico non risiede nella finitura dei dettagli o nel pregio dei materiali, ma nel processo stesso di tessitura. E’ in questo processo di relazioni infatti che si concretizzano le dinamiche di trasformazione del territorio, della comunità, del contesto ed emergono i valori etici ed estetici dell’organismo creativo, Cantieri la Ginestra.

La Ginestra come uno spazio di conoscenze, metodi, pratiche e culture, uno spazio in cui i diversi punti di vista interagiscono e si intrecciano in un tessuto di relazioni in continua evoluzione.

25

ORGANISMO

Risultato dell’approccio multidisciplinare è una VISIONE della Ginestra simile a quella di un ORGANISMO vivente, ovvero un sistema flessibile e auto-generante, formato da un insieme di FUNZIONI produttive, creative e comunicazionali, che siano in grado di interessare e di coinvolgere la COMUNITA’ in cui essa si trova ad operare.

Un organismo vivente capace di assorbire la complessità del contemporaneo, i sogni e i bisogni del contesto in cui si trova ad agire; un organismo capace di elaborare materia e conoscenza attraverso l’attivazione delle sue funzioni, alla cui base si colloca una metodologia di lavoro interdisciplinare e inclusiva, che definisce la natura stessa dell’Organismo.

Un’IDENTITA’ sensibile capace di reagire alla varietà degli stimoli che provengono dal mondo contemporaneo.

…e come ogni organismo, per sopravvivere ed evolvere dovrà essere capace di stabilire sempre nuove relazioni, nuovi canali di scambio materiale e simbolico con il contesto in cui vive, trasformandosi e trasformando la realtà circostante in un processo co-evolutivo orientato al bene comune.

Le ARTICOLAZIONI, le INIZIATIVE e le PRODUZIONI di questo complesso vivente dovrebbero trarre nutrimento dalle informazioni, storie e potenzialità offerte dalla realtà circostante per restituirle un senso di APPARTENENZA consapevole.

26

FUNZIONI E STRUTTURA

Concretizzando questa intuizione si è definita una architettura logico-spaziale dell’organismo Cantieri la Ginestra, con otto spazi concettuali definiti da singole proprietà.

° spazio di accoglienza/residenza ° spazio della formazione; ° spazio della relazione e della comunicazione; ° spazio della progettazione; ° spazio dell’osservazione e della documentazione; ° spazio della ricerca; ° spazio della produzione; ° spazio della coordinazione.

Apertura / Inclusione / Partecipazione Ciascuno di questi spazi è pensato come un luogo di incontro, dialogo e interazione tra i singoli, tra i gruppi di lavoro e tra l’intero organismo e il contesto. E’ in questi spazi che il tessuto organico della Ginestra prenderà forma: saranno il luogo in cui la Comunità entrerà nella Ginestra e la Ginestra entrerà nella Comunità.

Temporaneità / Riconfigurabilità L’attivazione fisica di questi spazi è pensata temporanea e transitoria: di volta in volta, potranno essere scelte le forme più opportune e sostenibili.

Lo spazio fisico della Ginestra risulterà essere un luogo riconfigurabile e capace di adattarsi rapidamente alle diverse istanze progettuali. Dovrà quindi possedere una struttura fisica, intellettuale e relazionale flessibile: spazi, risorse, strumenti e materiali non saranno stabili, ma potranno essere facilmente decomposti e ricomposti per sostenere attività differenti e di durata variabile.

L’organismo Ginestra vivrà continuamente in un equilibrio dinamico e adattivo che gli permetterà di accogliere la diversità e il continuo cambiamento dei suoi abitanti e dell’ambiente circostante .

Reticolarità / Simultaneità Ogni attività dei cantieri La Ginestra nascerà dall’attivazione simultanea di uno o più di questi spazi, in funzione della realizzazione di progetti innovativi e rivolti all’ambiente esterno, pensati come enzimi capaci di catalizzare continuamente nuove trasformazioni, anche quando il processo progettuale è terminato.

Auto-rigenerazione/sviluppo L’organismo è da vedersi come un modello metodologico adattabile e riproducibile, che vive finché rimane aperto a nuove relazioni, nuove risorse intellettuali, culturali e materiali; si conserva mantenendo in sé memoria (funzione di documentazione, archiviazione e formazione) delle sue attività, metodologie applicate, risultati, relazioni; cresce attraverso gli stessi progetti che attiva.

27

28

METODO DI PRODUZIONE CULTURALE

L’organismo è formato e cresce sulla “cultura del progetto”. Si avvale di una metodologia di progettazione interdisciplinare, volta alla creazione di concetti innovativi, capaci di trasformare, migliorare l’ambiente sociale e potenziare l’attività umana, partendo dalla naturale capacità creativa.

La metodologia progettuale si struttura secondo le 3 macrofasi scientifiche di analisi (osservazione)concept generation (elaborazione collettiva) – sviluppo (trasformazione), che sostengono il processo creativo collettivo verso il raggiungimento di un bene comune, costruito in modo partecipato e condiviso con la comunità alla quale si riferisce.

Guarda innanzitutto alle risorse umane in nuove relazioni, come motore della trasformazione che deriva dalla commistione di differenti discipline: punti di vista, conoscenze e competenze attivate in un ambiente di sperimentazione interdisciplinare.

PROCESSO CREATIVO COLLETTIVO Il processo si svolge come un percorso dal sé al gruppo e dal gruppo al contesto (ambito di intervento).

Si lavora lungo tre dimensioni parallele: la ricerca di una visione collettiva (Visione), il confronto dei differenti punti di vista (Relazione), la partecipazione alla realizzazione secondo ruoli, responsabilità, competenze, capacità e talenti naturali (azione/trasformazione).

Si procede secondo divergenze (in cui i partecipanti al processo esplorano lo spazio del problema secondo le competenze personali e grazie alla partecipazione della comunità) e convergenze (elaborazione collettiva, dove si cerca il confronto e l’integrazione dei punti di vista). Il movimento si ripete ciclicamente fino alla fine dell’attività progettuale.

Si parte con la costituzione di un primo gruppo di lavoro che condivide l’obiettivo del progetto e la metodologia da applicare. > (dal sé al gruppo) i soggetti entrano singolarmente in relazione con il contesto, cercando di definire la propria visione: si attivano, si guardano in giro, ascoltano, raccolgono informazioni, sensazioni, i sogni e i bisogni della comunità, del territorio. > i soggetti condividono la propria visione: il gruppo si allinea su visione comune, motivazioni, valori. > si condividono i metodi, gli strumenti e le risorse (competenze, conoscenze, patrimonio relazionale) di cui ognuno dispone. > (dal gruppo al contesto) il gruppo si rivolge verso l’esterno alla ricerca di diversi punti di vista, di una rete di collaborazioni sul territorio > il gruppo entra in relazione con il contesto producendo una visione consapevole delle opportunità e delle risorse potenziali da orientare allo sviluppo della propria comunità e del proprio contesto (la modalità di osservazione e analisi è partecipata: si invitano i soggetti disponibili a mettersi in gioco nell’osservazione stessa. I vari punti di vista si integrano e ciò che era successo nella formazione del gruppo interdisciplinare accade su un nuovo livello, quello esistente tra gruppo e contesto) . > si passa dal pensiero alla forma: le idee maturate durante la relazione si calano nel concreto e vengono restituite al contesto sotto forma di comunicazioni, informazioni, servizi, prodotti, artefatti, processi di trasformazione, modi del fare, strategie evolutive frattaliche capaci di auto-generarsi, rinnovandosi continuamente.

29

IDEE PROGETTUALI PER I CANTIERI LA GINESTRA, SOSTENUTI DALLA METODOLOGIA DI PROGETTAZIONE INTERDISCIPLINARE PARTECIPATA ESEMPI

SPAZIO DELLA in-FORMAZIONE Condivisione dell’idea sui nuovi cantieri La Ginestra.

Incontri tra il gruppo NuoveGenerAzioni e la Cabina Regia. motivazione- Trasferire e condividere valori, linguaggi e una metodologia per raggiungere un obiettivo comune. obiettivo- Condividere e trasferire la metodologia partecipativa appresa durante il workshop, innescando un processo che metta in gioco per talenti, competenze e responsabilità le risorse umane che si renderanno disponibili.

attività- 3 incontri di 5 ore rivolti al nucleo promotore e gestionale dei “Cantieri La Ginestra”. Condotti dal gruppo Nuove GenerAzioni in collaborazione con artway of thinking.

PROPOSTA sostenibilità economica- L’azione individua nell’ammontare (3.000 Euro) delle due borse di studio erogate dal Comune di Montevarchi l’economia per la conduzione degli incontri.

SPAZIO DELLA PROGETTAZIONE Il sito WEB come spazio digitale collettivo motivazione - Un sito internet è stato capace di attrarre nello spazio dei Cantieri “La Ginestra” un numero notevole di soggetti provenienti varie parti d’Italia. Grazie a questo potenziale sarà possibile continuare ad allargare la partecipazione stimolando il dialogo del laboratorio di idee sulla contemporaneità. Il sito internet rappresenta il laboratorio virtuale in cui condividere strumenti, metodologie, punti di vista, raccogliere e contaminare idee, sedimentare e trasferire la memoria del processo creativo collettivo.

obiettivo - progettare un sito web capace di sostenere e potenziare le attività di progettazione, ricerca, relazione e formazione.

attività – costituzione di un gruppo di progettazione composto da esperti di nuove tecnologie del gruppo Nuove GenerAzioni, rappresentanti della Cabina Regia e della società Alias2k. Attraverso una metodologia concertativa si porteranno avanti tre percorsi paralleli che andranno a: analizzare le attività che lo spazio digitale supporterà; individuare le soluzioni concettuali su come presentare e organizzare i contenuti; verificare le tecnologie disponibili e i costi di realizzazione. I tre percorsi cominciano a fare ricerca (spazio della ricerca) in modo separato. In seguito, convergeranno con l’obiettivo di integrare i risultati raggiunti singolarmente.

30

SPAZIO DELLA RICERCA E DOCUMENTAZIONE Lettura collettiva e partecipata del territorio del Valdarno. motivazione- Intendendo i cantieri La Ginestra come luogo di elaborazione della più ampia varietà di stimoli sociali, culturali, ambientali ed economici provenienti dal territorio del Valdarno, ci sembra necessario avviare la sua nascita e i successivi “primi passi” attraverso una esperienza di ricerca che sperimenti una lettura collettiva e partecipata del territorio.

obiettivo- Scoprire attraverso un percorso partecipato, le varie percezioni che i cittadini hanno delle diverse città del Valdarno.

attività- Coinvolgendo diversi rappresentanti della comunità locale in grado di esprimere la varietà di tutti gli attori sociali si creerà un gruppo di lettura e un gruppo di lavoro multi-disciplinare. Le problematiche e le risorse emerse dalla ricerca andranno a costituire i temi su cui innescare successivi processi partecipati di ricerca, progettazione e azione.

SPAZIO DELL’ ACCOGLIENZA/RESIDENZA Ospitalità ed economie rurali motivazione - La complessità e la molteplicità delle attività che potrebbero rendere dinamica “l’impresa” Ginestra comportano la naturale necessità di garantire forme sostenibili di ospitalità, indirizzate a porre l’attenzione sulle piccole comunità rurali e a innescare processi di valorizzazione delle stesse. obiettivo - Favorire le attività plurime dei redditi familiari/aziendali. Sviluppare un sistema di consumo “localizzato”. Incrementare e sviluppare una rete di relazioni con chi offre servizi legati all’ospitalità.

Sostenere un sistema di relazione che permetta l’incontro tra gruppi naturali (sistemi famigliari complessipoderi, famiglie singole) e i collaboratori temporanei della Ginestra.

La formula cui possiamo riferirci è quella del così detto “albergo diffuso” dove ad un unico punto di riferimento centralizzato con funzioni logistiche di reception corrisponde una serie di “strutture” diffuse sul territorio.

attività- Uno studio / mappatura del territorio e delle comunità locali avrà lo scopo di individuarne le risorse disponibili. Infine, attraverso un processo di adesione-concertazione si arriverà alla stesura di un progetto articolato di convenzioni.

31

32

NuoveGenerAzioni Formazione di Organismi di Produzione Culturale.

5. CANTIERI LA GINESTRA, UNA STORIA APPENA COMINCIATA. Prima parte del documento “Cantieri La Ginestra, una storia appena cominciata” di Anna Detheridge.

18 aprile 2005

CANTIERI LA GINESTRA, UNA STORIA APPENA COMINCIATA

“SE LA FORMA SCOMPARE LA SUA RADICE E’ ETERNA” Questa massima adottata da Mario Merz, artista italiano dotato di un profondo senso delle origini e dell’organicità di tutte le cose, comprese quelle create dall’uomo, potrebbe esserci da guida nell’affrontare un progetto che almeno inizialmente è informe, e potrebbe spaventarci. Tuttavia se ci teniamo aggrappati all’idea, se teniamo fede ai principi e alla concretezza del processo che abbiamo messo in atto, la forma si mostrerà pian piano come la logica conseguenza di un’evoluzione positiva, si crea e si ricrea, secondo le esigenze del caso. Come in Natura.

IL PROCESSO E’ STATO AVVIATO La prima fase dell”Esperienza Ginestra” per citare l’espressione usata dai partecipanti al workshop dei Cantieri La Ginestra è stata avviata con una partecipazione e un successo oltre ogni attesa. Nelle sale dell’ex Filanda si è accesa una visione: quella dell’arte come processo creativo collettivo in grado di innescare trasformazioni virtuosi e innovazione non solo nel mondo della cultura ma anche nell’economia e nel territorio.

Durante i primi mesi inconsapevoli della vita della Nuova Ginestra, la forma dormiva ma un lento processo di risveglio è cominciato con una ricognizione sull’intero territorio del Valdarno, in cui Artway of Thinking and Connecting Cultures hanno chiesto alle persone quali erano secondo loro il potenziale, le risorse nascoste, i pregi e i valori di questi luoghi a noi sconosciuti.

Le risposte sono state sbalorditive per la ricchezza di tesori e memorie pronte ad affiorare appena sotto la coltre delle preoccupazioni e distrazioni del quotidiano.

33

L’amore e la passione che le persone hanno mostrato per le storie umane e per i luoghi carichi di ricordi, la profonda conoscenza che hanno dimostrato di possedere, la forza del loro desiderio ci hanno meravigliato. Non nostalgia di forme morte, ma un desiderio vivo di esprimersi e rinnovare. Dai morti si trae la forza per rinnovarsi o ci si seppellisce con loro. Noi abbiamo sentito quasi soltanto la volontà di costruire, una voglia di memoria volta al futuro.

Attraverso un bando di concorso per un workshop per venti giovani soprattutto di queste regioni si è toccato con mano capacità, talenti, visioni, sogni, idee, patrimoni e risorse dei singoli, moltiplicati dalla coesione di gruppo creata in pochi giorni durante la prima settimana di workshop. Dal primo nucleo di venti persone che hanno seguito il workshop, ai 45 della prima selezione, ai 120 candidati iscritti al bando, si è formata una rete di collaboratori ed amici della Ginestra sul quale si potrà costruire l’istituzione del futuro, in sinergia e in rete con strutture già esistenti quali la Rete regionale TRA ART e altre realtà.

Il processo avviato potrebbe essere paragonato alla crescita logaritmica della spirale, del Nautilus, un punto di riferimento centrale che irradia energia verso l’esterno, ruotando e crescendo all’infinito.

Questa strategia a spirale passa attraverso le persone con una doppia funzione di coinvolgimento e di diffusione.

Il nucleo di lavoro costruito nelle due settimane di workshop e la rete di collaboratori potenziali individuati dal momento della selezione dei candidati sono da considerare il motore del processo di realizzazione e di start up dei Cantieri La Ginestra LA VISIONE La visione che si è andata delineando è tuttora fluida e deve essere ancora completata con altre interviste, ricerche e progetti. Tuttavia è già chiaro che l’indirizzo appare in piena sintonia con il “Piano di indirizzo per la cultura contemporanea” presentata per la prima volta proprio ai Cantieri La Ginestra” e appena deliberata in una versione ultimata dal Consiglio regionale nella sua ultima seduta del 17 febbraio, pochi giorni fa.

Questa legge che sarà elaborata nei prossimi mesi dall’Assessorato regionale alla cultura è assolutamente innovativa sul piano nazionale e incorpora ed esprime le linee guida in elaborazione ai Cantieri La Ginestra: la conoscenza e la valorizzazione delle arti contemporanee, l’interdisciplinarietà e lo sviluppo delle pratiche interculturali di incontro e confronto tra generi, generazioni e “genti”, la rilettura della storia culturale e artistica della Toscana nel suo intreccio con la contemporaneità.

Nel workshop tuttora in corso sono in via di definizione, infatti, una serie di concetti base o linee guida che riguardano: il concetto di sostenibile, incubatore, innovazione, bene comune.

La vocazione dei Cantieri La Ginestra si va già caratterizzando come luogo di sperimentazione, progetto pilota verso una cultura contemporanea consapevole.

34