CANTIERI LA GINESTRA > SECONDA CONFERENZA REGIONALE TRA ART

SECONDA CONFERENZA REGIONALE PER L’ARTE CONTEMPORANEA MONTEVARCHI, “LA GINESTRA”, 6 NOVEMBRE 2004

Giorgio Valentini, Sindaco Montevarchi

È un grande onore ospitare la Seconda Conferenza regionale per l’arte contemporanea, qui, in questo luogo. Ma che cosa rappresenta “La Ginestra”? Cos’era? Forse è stato il nucleo originario di questa città, sicuramente è stato un convento, poi un opificio, una filanda, una struttura inserita in un contesto industriale, molto importante per Montevarchi. Da qui sono passati tanti uomini e donne, soprattutto, perché quella di Montevarchi è stata una storia di industrializzazione al femminile. Il restauro di questo edificio comincia nel 1978, quando è stato acquistato dal Comune. Un percorso molto lungo, con diverse proposte di destinazione e ora l’idea di dar vita ad un luogo dove confrontarsi e rappresentarsi sul contemporaneo.

Sarà uno spazio aperto, da costruire e da definire, da integrare in una rete di spazi cittadini e regionali. Il fatto che la Regione abbia organizzato qui la Seconda Conferenza regionale per l’arte contemporanea non solo ci onora ma è un preciso segnale del futuro di questo spazio.



Stefano Brogi, Assessore alla Cultura di Montevarchi

Il progetto del Centro d’arte “La Ginestra” è un progetto d’area, che riguarda tutto il Valdarno e risponde alla politica della Regione Toscana di creare una serie di centri sul territorio che si interessano di arte contemporanea. Alcuni anche con una vocazione internazionale, ma capaci di interloquire con i processi sociali che avvengono sul territorio.

Non siamo, qui a Montevarchi, in uno dei centri tradizionali dell’arte contemporanea, ma la scommessa è quella di rendere accessibili i nuovi linguaggi artistici a fasce sempre più ampie di popolazione. Su questa linea c’è una forte sintonia tra l’Amministrazione provinciale e la Regione Toscana. Mi auguro di coinvolgere nel processo di utilizzo di questo spazio tutte le energie vitali, giovanili e non, presenti nel Valdarno e nella nostra provincia.



Emanuela Caroti, Assessore alla Cultura della Provincia di Arezzo

Porto il saluto dell’Amministrazione Provinciale a questo incontro che vuol fare il punto sulla situazione dell’arte contemporanea a livello regionale, soprattutto nelle linee programmatiche stabilite dalla Regione, ma che rappresenta anche un momento forte di confronto, di comunicazione di esperienze su tutte le novità che sono in gestazione o in fase di attuazione sia a livello di enti locali, sia a livello di associazioni, sia a livello di artisti. Ben ha fatto la Regione a far uscire l’arte contemporanea da pochi luoghi deputati d’eccellenza e a creare un sistema di poli e di reti che permettono un decentramento culturale territoriale e quindi una maggiore possibilità di fare arte a giovani e comunque di poter usufruire di esperienze significative ad un maggior numero di cittadini. Questo nuovo concetto di cultura, che scardina una visione elitaria della tradizione culturale, affonda le radici in una concezione profondamente democratica di possibilità di accesso e di fruizione al maggior numero di persone che ha caratterizzato tutta la politica culturale regionale negli ambiti più diversi, dalle biblioteche ai musei, dai centri interculturali di Porto Franco, dall’archeologia all’arte contemporanea. In questo contesto l’arte contemporanea diventa non rasse

gna espositiva di prodotti predeter- provinciale per fare “arte contempominati, ma la presentazione di un ranea”, ad esempio l’esperienza qualargo confronto, articolato, con il rantennale di Casa Masaccio a San concorso di diversi fattori-attori, Giovanni, la casa museo di Venturinella ricerca di forme, contenuti e va- no Venturi a Loro Ciuffenna, il mulori nuovi per la società. Ne scaturi- seo d’arte moderna Ernesto Galeffi di sce una concezione dell’arte come co- Montevarchi, l’associazione culturale sa pubblica, che intreccia tutte le sue

Remo Gardeschi di Moncioni.

proprietà specifiche (libertà, innova-

Ma gli esempi di luoghi, di musei

zione, creatività, autonomia, ecc.)

e di associazioni che in provincia di

con tutti gli altri elementi formativi Arezzo fanno arte contemporanea sodel tessuto della società civile.

no molti e rintracciabili in ogni valla-

Voglio inoltre soffermarmi su que-

ta: dalle sculture in pietra lavorata di

sto luogo che ci ospita, che non ca-

Castel San Niccolò, all’esposizione

sualmente è stato scelto per lo svolgi-

del Palagio Fiorentino di Stia in Ca-

mento dei lavori di questa Seconda sentino, dal Museo Civico di Arte Conferenza regionale per l’arte con- Moderna e contemporanea, all’Assotemporanea. Questo luogo rappre- ciazione Fronscratch di Arezzo, dal senta uno spazio importante che con- Parco della Creatività di Castiglion noterà l’arte contemporanea in pro- Fiorentino alla raccolta di pitture fivincia di Arezzo. Vuole essere labora-

gurative e di sculture di artisti con-

torio esperienziale aperto al confron- temporanei di Civitella della Chiana. to fra i giovani e i nuovi linguaggi A questa ricchezza l’Amministraziodella contemporaneità, un luogo di ne provinciale cercherà di dare visibiformazione nel quale progettare in- lità e incremento con iniziative di contri fra artisti-maestri e giovani, un coordinamento e di raccordo, in centro di produzione multidiscipli- stretto collegamento con i programnare e interdisciplinare nel settore mi regionali per l’arte contemporadelle arti visive e performative (teatro nea. Si cercherà di supportare evene musica), capace di dialogare con ti territoriali (seminari, workshop, l’ambiente sociale e culturale in cui è

pubblicazioni) che siano elementi di

inserito. D’altra parte, questo non è

formazione per far crescere i giovani

l’unico luogo della zona che ha questa

artisti, l’associazionismo culturale

caratteristica, anzi la vallata del Val- giovanile in genere, in un quadro di darno si presenta come area vasta de- operatività e risorse su progetti conputata alla costruzione di una rete divisi. 

Mariella Zoppi, Assessore alla Cultura della Regione Toscana

Siamo in molti, oggi, in questo spazio non solo bello, ma anche interessante per la sua storia, per svolgere insieme la Seconda Conferenza regionale per l’arte contemporanea.

Vorremmo che in questo caso la parola conferenza venisse interpretata nel suo significato quasi etimologico, dal latino cum fero cioè portare insieme: fare proposte e lavorare insieme. Dunque siamo qui, non solo per informarci reciprocamente di quanto è stato fatto, ma per costruire il futuro di TRA ART. Un progetto unico e innovativo rispetto al panorama italiano. Era difficile lanciare una sfida sulla contemporaneità in una regione che ha un passato tanto vasto, ricco e ingombrante. Nello stesso tempo questo passato è la linfa vitale della nostra contemporaneità. È una regione che ha 3000 anni di continuità di espressione artistica, un passato che ha pervaso tutti i suoi abitanti. È per questa ricchezza interiore, oltre che per la bellezza del paesaggio, che molti artisti vengono a vivere in Toscana, perché in Toscana si dialoga su temi di attualità, ma con la consapevolezza della profondità di un passato antico. Contemporaneità è sinonimo di innovazione e le novità oggi sono tante. Gli stessi grandi artisti della nostra storia sono stati degli innovatori, Masaccio lo fu. Lo fu anche Ghiberti 

quando presentò le formelle per la

reti, perché i cittadini esprimono sa-

porta del Battistero. Anche noi sia- peri e pensieri nuovi, che vengono mo, a modo nostro, degli innovato-

poi captati dalle amministrazioni

ri. E questo è già un aspetto di gran-

che devono riproporli ad un nume-

de interesse. Altro aspetto da sotto- ro sempre maggiore di cittadini. lineare è il rapporto che si è costrui-

Oggi sarà l’occasione per promuo-

to tra cittadini, artisti e amministra-

vere organicamente la nostra azione,

zioni locali. Si può parlare dunque dandole anche una veste più istitudi una nuova committenza dell’ente

zionale con la proposta di una legge

pubblico. Siamo in un momento di sulla contemporaneità che sarà cercrisi economica, ma mai come in tamente di aiuto nel vostro e nostro questo periodo c’è stata una messe lavoro futuro. di investimenti strutturali nel settore della cultura. Ci sono stati interventi sia sul versante del recupero e restauro di importanti edifici e monumenti, sia su quello delle attività che sono andate ad incentivare quella sfera che genericamente indichiamo come creatività. Solo grazie alla creatività possiamo uscire dall’impasse del pessimismo sociale e collettivo che vede nella mancanza dei fondi l’impossibilità di progredire. Questa committenza pubblica inoltre ci fa parlare di sistema perché possiamo contare su tante amministrazioni che investono in cultura. Abbiamo lavorato accanto a molte associazioni e gruppi privati, che hanno costruito collezioni importanti, ma l’elemento fondante di questa “fioritura” delle arti e delle espressioni passa attraverso il nuovo interesse delle amministrazioni locali. Ha un senso dunque parlare di 

Mohammed Atta era un archiLanfranco Binni, dirigente Regione Toscana, tetto. In quell’ipertesto di complescoordinatore del progetto TRA ART rete regionale per sità estrema che è il mondo attuale l’arte contemporanea (i mondi), inquietante, drammatico, percepibile per tracce e frammenti, in cui coesistono il presente e il passato, che talvolta si incontrano in folgoranti cortorcuiti, in cui la distruzione colpisce gli archetipi del pensiero, della memoria, della percezione (il crollo catastrofico delle due torri di New York, la decapitazione degli ostaggi in Iraq), l’alternativa è la costruzione sociale, la progettazione e la sperimentazione di relazioni sociali e interpersonali diverse, centrate sullo sviluppo delle potenzialità umane. Etica e poli

tica, etica e cultura, sviluppo delle

teatro in carcere, i piccoli teatri),

abilità sui terreni del saper vedere e sono strumenti di produzione culdel saper fare, del saper interagire, turale collettiva, diffusa, pubblica. diventano le questioni centrali, le

Reti policentriche, aperte, in

domande fondamentali, le sfide per- espansione, che permettano di risonali e collettive per la produzione spondere concretamente a quel diculturale. Qui siamo.

ritto fondamentale di cittadinanza

Saper vedere, saper fare: è il sen-

che è il diritto alla cultura.

so dei progetti culturali che la Re-

Anche l’arte contemporanea,

gione Toscana sta proponendo da

con le sue sperimentazioni, i suoi

alcuni anni, insistendo sulla neces- linguaggi, le sue creazioni, è un disità di assumere consapevolmente ritto di cittadinanza. Per questo dal la scelta della contemporaneità co- 2002, in complicità con le artiste e me terreno di sperimentazione ter- gli artisti, le associazioni culturali, ritoriale e confronto internaziona- i Comuni, le Province, stiamo colle. Forte della sua complessa strati- lettivamente sviluppando un proficazione culturale, dalla preistoria cesso. La sperimentazione dei “cana oggi, la Toscana – continuiamo a tieri d’arte” centrati sulla poetica di insistere – può contribuire attiva-

un artista-maestro, la sperimenta-

mente, con intelligenza e creatività,

zione degli “spazi” flessibili e mul-

alla costruzione di processi alterna- tidisciplinari come luoghi di contivi alle devastazioni e alle distru- fronto e attività, la moltiplicazione zioni.

di “strumenti” per la rete (dal sito

Abbiamo proposto strategie di web ai seminari, a una produzione attraversamento della complessità editoriale ampia e articolata), le (lungo alcune piste principali: il pratiche di relazione tra esperienze confronto interculturale, la speri- diverse, le collaborazioni in rete di mentazione dei linguaggi delle arti tante esperienze diverse e tradizionello spazio pubblico), secondo un nalmente separate, ci dice che quemetodo di progettazione plurale, sto processo è in espansione. realmente partecipata: le reti cultu-

Poco meno di un anno fa, a Pi-

rali che abbiamo proposto (la rete

stoia, in Palazzo Fabroni, ci incon-

di Porto Franco, la rete di TRA trammo nella Prima Conferenza ART, ma anche la rete biblioteca- regionale per l’arte contemporanea: ria, le reti museali, alcuni inizi di fu un incontro veloce, che ci perprocessi di rete nello spettacolo: il

mise di verificare un accordo di 

massima sull’idea progettuale della di sviluppare questo processo; un rete. Oggi, a Montevarchi, in un

piccolo esempio: alcune Province,

nuovo cantiere della rete, ci incon- alcuni Comuni, organizzano visite triamo mettendo a confronto alcu- ad aree archeologiche, beni amne delle esperienze in corso sull’in-

bientali e monumentali, in manie-

tero territorio regionale. Ancora ri-

ra molto semplice: trasportando il

marremo in superficie, ma con la pubblico nei luoghi. Perché non possibilità di entrare maggiormen- portare il pubblico sugli itinerari te in rapporto con le idee, le ricer-

dell’arte ambientale, visto che oggi

che, le proposte innovative che

sarà presentata un’utilissima e ag-

ovunque si stanno sviluppando.

giornatissima guida all’arte am-

Il pubblico delle attività di arte bientale in Toscana, come strucontemporanea si sta rapidamente mento – appunto – di fruizione estendendo. Non è ancora il mo- pubblica? Naturalmente per noi il mento delle statistiche e dei nume- pubblico non è un soggetto inerte ri (anche se l’IRPET sta già lavo- di consumo culturale; è invece un

rando in questa direzione), è il mo- attore del sistema culturale, che mento di percepire le tendenze. Il

può svolgere un ruolo attivo nei

pubblico dell’arte contemporanea

processi di cui stiamo parlando.

in Toscana comincia a non essere

Nei processi di rete ogni attore

più limitato al pubblico delle inau- parte da sé per interagire con gli algurazioni delle mostre: alcune azio-

tri; non resistono posizioni di ren-

ni culturali di TRA ART (le visite dita, il campo è dinamico, fluido, agli studi d’artista, la partecipazio- liquido (direbbe Bauman). La relane a eventi territoriali come Spread zione di rete produce nuove opporin Prato, Fare arte nella Provincia

tunità, nuovi processi. La rete è

di Massa-Carrara, Figurazioni in

una risorsa.

Mugello, ma questa valutazione riguarda tutte le iniziative in corso) vedono una partecipazione crescente di pubblico. Siamo in grado 

CANTIERE LA GINESTRA, MONTEVARCHI (AR)

zione, i suoi contenuti risponderanno necessariamente alle esigenze di innovazione ma anche di conservazione della memoria, creatività e formazione che nascono dal territorio. La scoperta e l’elaborazione della formula di tale organismo vivente saranno l’oggetto del progetto che Connecting Cultures ha messo a punto con la stretta collaborazione di Artway of thinking, collettivo di artisti che lavora nel campo della community based public art.

Il primo passo di questo progetto è la formulazione di un bando di concorso che chiude l’11 gennaio (scaricabile dal sito) per un workshop rivolto a giovani tra i venti e i quarant’anni che si affianchino a noi nella realizzazione di questa nuova istituzione con la finalità non solo di acquisire alcuni strumenti indispensabili per portare avanti un progetto culturale, ma di diventare essi stessi i primi “modellatori” e accompagnatori di questa esperienza.

Anna Detheridge, Associazione culturale Connecting Cultures Nella veste di presidente di Connecting Cultures sono grata alla Regione Toscana, alla Provincia di Arezzo e al Comune di Montevarchi per l’opportunità e il privilegio che mi sono stati accordati di lavorare in questa regione. Come osservatrice nel mondo della cultura posso dire che la Regione Toscana appare come l’unica in Italia che si sia data in questi anni una politica culturale che si possa definire come tale, una strategia e una direzione. La rete di TRA ART e il progetto di Porto Franco sono la manifestazione di questo intento.

Quando sono stata invitata a proporre un idea, un progetto per la Ginestra, complesso bellissimo, convento cinquecentesco con annesso il corpo ottocentesco della ex filanda, e un esterno a gradinate a forma di anfiteatro, la prima cosa che mi è sembrata importante fare è stata quella di non realizzare un altro contenitore inerte per esposizioni, decise non si sa bene dove per non si sa bene quale pubblico. La sede stessa e i primi colloqui con le persone suggerivano un utilizzo più dinamico e un rapporto più stretto con il territorio e con le molte voci ed esigenze che i luoghi e le persone possono esprimere. L’idea di realizzare una Fabbrica della Cultura, un luogo di coordinamento e una fucina per una nuova cultura integrata mi è sembrata un progetto realizzabile che a mia sorpresa ha subito incontrato l’interesse di tutti gli amministratori.

L’identità dei Cantieri La Ginestra (che ha già un primo sito web www.cantierilaginestra.org) la sua fun

CANTIERE GIARDINO SONORO “LA LIMONAIA DELL’IMPERIALINO”, FIRENZE

stribuita: crediamo che i criteri – politici - di trasfigurazione della realtà passino per un’alleanza senza precedenti tra mondo della produzione, costruttori del simbolico ed esperienza vitale.

Da qui parte il nostro sforzo sinergico ed ecologico, con le sue attese diLorenzo Brusci, Timet dattico-analitiche e le implicazioni Team coinvolto nel cantiere: Lo- professionali e di gestione della conrenzo Brusci/timet_sound and acou- temporaneità, effettiva ed immaginastics designer, Stefano Passerotti gar- ria, che ci accingiamo ad ospitare. den designer, Andres Bosshard sound architect, Mario Bencivenni/timet historian, Giacomo Bonciolini/timet artist automation expert, Letizia Renzini/timet artist, Giovanni Antignano/timet webdesigner, Marco Veneri/timet designer, Andrea Sensoli designer architect, Cogesim electrical and lighting engineering, eyes lighting consultant, Enzo Cimino/timet sound techinician, Roberto Baccioni architect designer.

“La Limonaia dell’Imperialino” è un gruppo che ri-articola molte esperienze professionali ed artistiche. Dalla cultura del suono elettroacustico in ambiente immersivo, alla progettazione architettonica privata e pubblica; dall’automazione industriale alle specifiche e le metodiche d’ingegnerizzazione del suono e della luce in ambiente urbano; dal garden design alla sperimentazione botanica; dalla progettazione di sistemi acustico-luminosi alla loro industrializzazione e customizzazione; dal design industriale alle prassi installative e video-installative.

Iniziare una collaborazione di rete all’interno del progetto TRA ART e immaginare/progettare un cantiere dell’arte presso il nostro laboratorio Giardino Sonoro La “Limonaia dell’Imperialino” significa porsi nella prospettiva di condividere la complessità metodologica ed espressiva che il gruppo dinamicamente testa, applica, sistematizza.

Il confine tra artigianato, arte e industria si sfibra in noi, consolidando un’intuizione radicale di simbolicità militante, continua e socialmente di





CASA MASACCIO, SAN GIOVANNI VALDARNO (AR)

Casa Masaccio è sede della Collezione Comunale d’arte moderna e contemporanea, visibile in particolari momenti espositivi, che comprende opere acquisite o donate, in occasione delle varie edizioni del “Premio Masaccio” dal 1963 al 1968 e di testimonianze dell’attività espositiva

caise d’Action Artistique, il British Council, la Berlinische Gallerie, il Museo Boijmans di Rotterdam,) e a collaborare con molti artisti (tra i quali ricordiamo Bruce Nauman, Franz West, John Murphy, Cornelia Parker, Tacita Dean). L’altro campo di interesse, quello rivolto ai giovani artisti italiani, tende anche qui ad esplorare, fuori dai condizionamenti proposti da un mercato dell’arte sempre più caotico e indisponibile al dialogo ed alle contaminazioni, i percorsi e le ricerche più originali.

Casa Masaccio, inoltre, in collaborazione con l’Archivio Produzione Giovanile, promuove, a partire dai primi anni ’80, occasioni di confronto e di cooperazione alle esigen-

svolta dagli anni ’80 a oggi (Anselmo, Boetti, Farulli, Moretti, Airò, Bartolini, Garutti, Staccioli).

Casa Masaccio, è una galleria pubblica di mostre temporanee d’arte contemporanea, e la sua linea espositiva è soprattutto quella di esplorare criticamente le emergenze dell’arte italiana ed europea. Questo doppio sguardo all’Europa e ai giovani artisti italiani, diventa la cifra di lettura delle mostre che vi vengono realizzate.

Queste attività hanno portato Casa Masaccio a dialogare con alcune tra le istituzioni culturali europee e internazionali più prestigiose (citiamo, tra le altre, il Maryland Institute College of art di Baltimora, l’Association Fran-

ze di sviluppo delle potenzialità artistiche della popolazione giovanile del Valdarno, attraverso la realizzazione di esperienze laboratoriali, workshop, mostre, concerti, e cantieri della creatività come l’ex manifattura Giachi (1982), Emergenze,1,2,3 (’86,’88,’89) e Città liquida (1996). Al riguardo è prevista la realizzazione a breve di uno spazio interdisciplinare e flessibile dedicato alla creatività giovanile, alle politiche e ai linguaggi della contemporaneità.

Infine, alla luce delle nuove esperienze sulle politiche della contemporaneità e della creatività giovanile che si stanno delineando sul territorio, au-

Gianni Pettena, curatore mostra “Radical Design ricerca e progetto dagli anni ’60 ad oggi”



CASA VENTURINO VENTURI, LORO CIUFFENNA (AR)

spichiamo quanto prima occasioni di dialogo e di confronto, in modo da definire una progettualità di rete sinergica e condivisa, sia in ambito provinciale che locale; nel rispetto delle singole realtà e delle politiche della contemporaneità già operanti.

Luigi Verzucoli, Assessore al personale del Comune di Loro Ciuffenna Nell’ambito del progetto regionale TRA ART il comune di Loro Ciuffenna ha promosso il rapporto tra Museo Venturino Venturi allestito nelle sale del palazzo comunale e “Casa Venturi” casa/laboratorio dell’artista e centro studi e documentazione per la scultura italiana del ‘900.

Questo intervento è volto a creare

un percorso unitario che collega il laboratorio del maestro, quindi il luogo di studio e realizzazione dell’opera d’arte, la fucina creativa con la sede espositiva permanente che raccoglie numerosi pezzi pregiati della produzione di Venturino e che testimoniano i suoi rapporti con i più alti rappresentanti della cultura italiana del secolo scorso come ad esempio la testa di Mario Luzi, recentemente nominato senatore a vita (n.d.r. scomparso il primo marzo 2005).

Accanto agli interventi più squisitamente infrastrutturali come la creazione di un percorso pedonale che collega i due luoghi e che dà modo tra l’altro di ammirare l’ambiente na

turale che ispirò l’artista, il geonimo del fiume con le sue sculture naturali, la segnaletica e le altre opere a supporto del visitatore, il comune intende regolare in modo convenzionale i rapporti tra l’ente e la proprietà della casa al fine di aumentare l’offerta al cittadino e promuovere quella collaborazione tra pubblico e privato per procedere alla vicendevole promozione ed incentivazione del museo e della “Casa Venturi”.

Accanto alla scultura e alla pittura, testimoniate in modo così alto dal maestro Venturi, un’altra musa ha recentemente trovato albergo nel comune di Loro ed è quella della musica. Un’altra realtà ormai nota a livello regionale e nazionale è la Banda Improvvisa (ma preferirei chiamarla orchestra) diretta dal maestro Orio Odori. Numerosi sono i successi che raccolgono le sue esibizioni tra cui cito solamente la sua partecipazione ad Arezzo Wave e il concerto del 1° Maggio alla stazione Leopolda a Firenze. Questa orchestra staccandosi dal tradizionale concetto di banda paesana si propone infatti come laboratorio di continua sperimentazione, di work in progress, come luogo di incontro e quindi di mutuo accrescimento tra il linguaggio bandistico e i linguaggi delle realtà musicali contemporanee. È vano comunque cercare di descrivere a parole ciò che si sente ascoltando la musica per cui oggi pomeriggio si esibirà qui per cui vi invito semplicemente ad ascoltarla.

tra Firenze, Milano e il Granducato del Lussemburgo, di tornare alla sua terra natale. Fu semplice la casa di Venturino: un grande e luminoso studio per lavorare; poche e comode stanze per il padre, la madre e la sorella finalmente riuniti sotto lo stesso tetto; una grande terrazza affacciata sul fiume e sulla montagna. Volle che la sua casa fosse rossa e che si accovacciasse semplice, ai piedi del Pratomagno.

Aprì poi le porte e la casa divenne un luogo di incontro; molti bussavano alla porta, certi di venire accolti. Nel rispetto di questo spirito, Casa Venturi, oggi, non è un museo, ma un luogo dove uomini, donne e bambini possono incontrarsi, come un tempo accadeva, nella modesta cucina e nello studio, dove si era (e si è) liberi di guardare e talvolta toccare le sculture. Lo studio, che custodisce i lavori del Maestro, si apre oggi a quanti vogliano conoscere il lavoro del grande scultore toscano, ma anche a poeti, musicisti, pittori e scultori che desiderino confrontarsi con la sua poliedrica attività.

La biblioteca consente la consultazione del pregevole fondo librario dedicato alla scultura italiana del ‘900, oppure di approfondire la conoscenza dell’artista attraverso le letture che furono per lui fonte di ispirazione. L’archivio custodisce documenti, manoscritti, fotografie, cataloghi e filmati relativi alla sessantennale attività dello scultore ed è memoria di gran parte della cultura italiana del ‘900. Una piccola aula didattica accoglie chi vuole cimentarsi con le ‘invenzioni’ di Venturino. Casa Venturi, inaugurata il 13 novembre 2004, è aperta il martedì, il giovedì, il sabato e la domenica dalle ore 16 alle ora 19 ed è chiusa il lunedì.

Lucia Fiaschi, curatrice Casa Venturino Venturi e Archivio Venturino Venturi-Centro di documentazione per la scultura italiana del ‘900 Venturino Venturi (Loro Ciuffenna, 1918-2002) costruì la sua casa alla fine degli anni ’60, quando avvertì la necessità, dopo i lunghi anni trascorsi 

FUORICENTRO, LIVORNO

Gaia Bindi e Patrizia Landi, curatrici rassegna “Tracce fuori centro” 2004 Tradizionalmente dedicata alla creatività giovanile, la rassegna “Tracce fuori centro” è nata nel 2001 con l’intento di offrire un’opportunità ad artisti emergenti di esporre e di esprimersi liberamente nelle diverse discipline artistiche.

L’edizione 2004 di “Tracce fuori centro”, spostandosi da Firenze agli spazi livornesi di Fuoricentro, ha visto mutare il proprio nome in relazione al luogo che l’ha accolta. Curata da Gaia Bindi e Patrizia Landi, “Tracce fuori centro” ha assunto quest’anno una nuova formula, nata dalla convinzione che l’opera d’arte non esista più come oggetto definito e immutabile, ma che viva solo nel suo farsi. La quarta edizione è stata quindi sperimentata da tutti grazie alla sua dimensione live: si è proposta come un invito all’inedito mondo della creazione in cui arte, video, musica, performance, poesia, teatro si uniscono nello spirito della festa. Nell’arco di soli tre giorni – 16, 17, 18 luglio 2004, dalle ore 21.30 p.m. alle 2 a.m. – è stata presentata una girandola di nomi, volti, concetti e immagini. Un gruppo eterogeneo e variopinto di artisti ha creato dal vivo le installazioni, proiettato video, suonato musica dal vivo, si è prodotta in performances e spettacoli coinvolgendo il pubblico, invitandolo a una partecipazione diretta e attiva. Ogni serata ha visto il coinvolgimento di circa una ventina di artisti (per un totale di 69 partecipanti) in parte operanti sul territorio livornese, in parte provenienti da ambito regionale e nazionale.

Emanuele Gamba, Associazione culturale Ars Nova Lo Spazio Giovani Fuoricentro di Livorno ha organizzato per 12 giovani artisti un workshop con Robert Cahen, videoartista tra i più noti ed importanti a livello internazionale.

Nel corso del laboratorio, che si è tenuto dal 9 al 16 giugno, Robert Cahen ha guidato i partecipanti nella realizzazione di una videoinstallazione, un’opera inedita, ideata proprio per l’occasione dall’autore insieme alla drammaturga Barbara Idda, per rendere omaggio all’Ulisse di James Joyce, che quest’anno compie 100 anni! I partecipanti hanno avuto la possibilità non solo di vedere all’opera uno dei grandi maestri del video, ma soprattutto di partecipare alla creazione di un lavoro unico nel suo genere, realizzando riprese della città di Livorno e dei suoi abitanti e collaborando all’allestimento della videoinstallazione conclusiva. L’evento finale realizzato il 16 giugno, giorno in cui il protagonista dell’Ulisse compie il suo viaggio alla scoperta della realtà urbana, ha collegato simbolicamente Livorno alla Dublino del romanzo di Joyce. Questa iniziativa ha rappresentato un’occasione davvero speciale per tutti coloro che hanno desiderio di conoscere e di far conoscere la propria giovane arte, di saperne di più sulla poetica di Cahen, nonché di contribuire ad una grande creazione collettiva.







CANTIERI CULTURALI “EX MACELLI”, PRATO

PERCORRENZE CANTIERE/PAESE, SERRAVALLE PISTOIESE (PT)

Silvia Bacci, Officina Giovani

Massimo Talone, Associazione culturale Paint Factory

Preferisco lasciare alle immagini la comunicazione di cosa facciamo ad Officina. Mi preme soltanto ribadire che “fare rete” è diventato per noi una condizione necessaria e indispensabile. È impensabile infatti pensare ad una struttura come quella di Officina Giovani che non sia collegata alle istituzioni culturali cittadine ma anche a quelle toscane, alle “consorelle” ormai fortunatamente esistenti su tutto il territorio toscano, ai laboratori ed ai Cantieri. Mi auguro che con il nuovo anno potremo ulteriormente ampliare la rete di connessioni e collaborazioni.

Fin dalla sua prima edizione, nel settembre 2001,“Percorrenze” si è dimostrata un’esperienza culturale di rilievo, ma anche una scommessa difficile, perché Serravalle, come molti altri borghi medievali, mantiene ancora una certa chiusura di fronte alle novità, al ‘nuovo’ a tutti i costi, ‘al contemporaneo che non si riesce a mettere a fuoco’.

Gli artisti, gli organizzatori della Paint Factory (ideatori e curatori del progetto), i tecnici, tutti, hanno iniziato un graduale percorso d’avvicinamento e coinvolgimento dei paesani. La “novità” si è immediatamente mescolata e nutrita del luogo, intrecciando percorsi artistici di contemporaneità con tradizioni, con la memoria storica, con la stessa psicologia dei “terrazzani”, che hanno cominciato a vivere “Percorrenze” con curiosità, attenzione e partecipazione. Un processo di relazione diretta con il Borgo, parte dello spirito e della forza dello stesso progetto, un segno che caratterizza in modo spiccato il progetto.

In ogni edizione gli artisti stanno nel borgo con le persone, nei luoghi, nelle case, nei ‘fatti’, conoscono e si lasciano conoscere, poi progettano e realizzano il lavoro.

“Percorrenze” non è solo un periodo di attività performative e d’installazioni, o ancora laboratori sui linguaggi delle arti, nel segno della contemporaneità e della memoria storica da questa interpretata, ma è soprattutto una sperimentazione di metodologie di relazione interculturali e multidisciplinari, tra memoria e contemporaneo. 

“BASE” PROGETTI PER L’ARTE, FIRENZE

Rimanendo al fianco della quotidianità delle persone si tende a innescare riflessioni sulle politiche della contemporaneità, tese a sviluppare maggiore consapevolezza verso le dinamiche complesse e multiculturali della nostra società. Un’attenzione all’arte della relazione, al senso artistico del “bello”, alla consapevolezza e al riconoscimento delle differenze come valore. L’Amministrazione Comunale di Serravalle crede ed investe molto in questo progetto, lavorando affinché dal 2005 “Percorrenze” possa avere una sede stabile – i locali storici di un loggiato del Seicento – capace di ospitare attività e opere degli artisti intervenuti in queste edizioni trascorse (più di trentacinque lavori), ma anche idee e progetti appartenenti alla rete regionale.

Laboratori attualmente in svolgimento: Vocalità performativa (Massimo Talone); Immagini rubate alle immagini (K.Lab); Immaginario condiviso (Eraldo Ridi); Immagini verso l’utopia (Giacomo Verde); Informatica, Creatività e Comunicazione (Fausto Nardini).

Paolo Masi, artista Riportare l’artista ad una centralità, ad una libertà che ragioni ideologico-politiche hanno in vari periodi condizionato. Ora sono ragioni economiche, ancora più restrittive, perché non prevedono spazi alternativi, una (dittatura) che vede e privilegia la sola speculazione. Questo dato di fatto ha reso necessario, si può dire, il cercare una lateralità, e Base, come Zona, l’Aquilone, altro, in periodi diversi hanno contribuito, incontrando durante il proprio percorso moltissimi Artisti, a rimuovere, aggirare perimetri restrittivi, che un sociale superorganizzato e ipercontrollato ha esigenze di segnalare, oltre i quali il pericolo è la marginalità se non l’emarginazione. Uno degli aspetti fondamentali che hanno caratterizzato questo percorso è stato anche il vedere, illuminare zone d’ombra, luoghi, città, regioni, nazioni, collettività, individualità sommerse da una pratica che centri decisionali hanno attuato ed attuano, per cui il tutto si concentra affollandosi nei soliti luoghi determinandone la primarietà decisionale e dunque provocando le zone d’ombra, che, anche se ospitano esperienze di grande livello, non ricevono attenzione non hanno visibilità. Ora c’è solo una possibilità: quella speculativa in continua progressione. Questo condiziona ed è un dato di fatto che il processo di globalizzazione produce omologazione nella scelte, nei linguaggi di uno specifico, la ripetizione all’infinito, la sottomissione, e un allargarsi di fenomeni di adeguamento acritico. È qui che ha inizio un lavoro essenziale, la funzionalità di una 

informazione verificata attraverso presenze concrete, ed è qui la validità di spazi come Base, un punto collegato e collegante con altri punti dislocati nelle varie territorialità e dove è possibile verificare le proprie posizioni in rapporto concreto e visibile con altre, oltre ogni ragionevole competizione. Una necessità di autoidentificarsi e differenziarci, perché questa è la funzione che consente una propria individuale, collettiva autonomia. È questo il lavoro da fare per uscire da isolamenti, provocati dal sistema ma anche da assenza di capacità e volontà che sembra si voglia superare, e questo è l’augurio.

CANTIERE D’ARTE SERAVEZZA (LU)

Danila Giovannetti, Assessore alla Cultura, Comune di Seravezza Il 2004 è l’anno di apertura del Cantiere d’Arte di Seravezza che si articola su diversi luoghi: Palazzo Mediceo con ampi spazi interni ed esterni utilizzati per esposizioni e attività teatrali e laboratoriali; Cava Barghetti, ex cava di marmo di proprietà del Comune, gestita dall’Associazione culturale Evocava; una ex segheria di marmo, laboratorio di scultura contemporanea di proprietà della Fondazione Arkad; Teatro dei Costanti di cui si è avviato il restauro e che riprenderà l’attività nel 2006.

Come si capisce anche solo dai luoghi Seravezza è una comunità fortemente legata al marmo, non si può quindi prescindere da esso volendo fare arte contemporanea nella nostra realtà. Il Cantiere ha preso l’avvio ed è ispirato alla figura e al pensiero di Giò Pomodoro con il quale l’Amministrazione comunale aveva avuto l’onore di confrontarsi, in alcuni incontri nella sua casa di Querceta (Seravezza), condividendo una comune visione sugli usi del materiale ‘marmo’ in un territorio già ricco di importanti presenze, esperienze e saperi stratificatisi nel tempo. Fra le altre, nel 2004 perciò il Comune ha dedicato a Giò Pomodoro, che l’aveva suggerita, la mostra “Da ‘Marmo’ al marmo” che ha riproposto la significativa esperienza di un laboratorioazienda realizzatasi a Seravezza grazie al positivo connubio fra alcuni tra i più importanti scultori del ‘900 e la lungimiranza della grande azienda di marmo Henraux. La Fondazione Arkad ha realizzato il progetto “Lo scarto come materia” nell’ambito del



quale alcuni artisti di fama che solitamente non lavorano la pietra si sono confrontati con la lavorazione del marmo e l’Associazione Evocava ha messo in scena negli spazi della cava il ‘Marmocchio’ storia di un Pinocchio di marmo.

Per la nostra piccola, ma vivace, realtà è stato importantissimo annodarsi a questa rete intessuta dalla Regione Toscana. Ora, per noi, sarebbe auspicabile riuscire ad aprire anche un confronto diretto con le altre realtà della Rete e per questo diamo la nostra disponibilità immediata per un eventuale rapporto di interscambio.

CANTIERE BAJ, PONTEDERA (PI)

Daniela Pampaloni, Assessore alla Cultura del Comune di Pontedera La scorsa primavera, Pontedera è stata “contaminata” dall’evento Baj che dall’8 maggio fino al 5 settembre ha animato con mostre, spettacoli teatrali e laboratori didattici per bambini la vita culturale della città. Questo vasto e ambizioso progetto è stato possibile realizzarlo grazie anche all’intervento concreto della Regione che, per usare una metafora, ha “abbracciato” l’Amministrazione comunale. Cantiere Baj è un evento a carattere territoriale che ha contaminato la città instaurando un rapporto sempre più “partecipato” e osmotico tra la realtà sociale e la realtà ambientale. Soltanto con una simile consapevolezza è possibile proseguire non solo l’attività del cantiere nel 2005, ma concretizzare fenomeni di “demuseificazione”. Gli interventi previsti per l’anno nuovo intesi come prosecuzione del cantiere riguardano l’inizio dei lavori per la costruzione del Muro di Baj, la struttura muraria (alta 2 metri e lunga 100) che corre lungo la ferrovia, tesa a rappresentare l’ultimo progetto di grande opera ambientale pensata da Baj. L’8 gennaio è la data stabilita per l’inizio di tale realizzazione. Contemporaneamente saranno inaugurate in Piazza Garibaldi undici panchine in pietra serena eseguite da artisti plastici italiani e stranieri che non verranno ad “adornare” la piazza secondo il concetto di “abbellimento” proprio del Rinascimento e dei secoli successivi, ma saranno intese come simboli cariche di esteticità, cioè di bellezza concepita per l’uomo e l’ambiente. Scrive Giò Pomodoro, uno degli artefici di una seduta “La panca, per uno scultore, è una creazione estremamen-



te semplice. È un atto molto elementare come lo star seduti a riposare, solitari o in compagnia. Cosa c’è di meglio della pietra per realizzarla ? La pietra è atemporale e anche la panca è atemporale”.

Rispetto al lavoro con i bambini ed i ragazzi sono stati avviati in questi giorni 20 laboratori in 20 classi diverse con 20 artisti che lavoreranno su un tema comune ma con tecniche diverse proprie dell’artista.

A maggio 2005 ci sarà poi una grande esposizione-festa in piazza.

Pontedera con questi esempi (il 10 febbraio saranno inaugurate in Piazza della Stazione le opere scultoree di Mino Trafeli eseguite una in marmo di Carrara e l’altra in bronzo e alpacca raffiguranti due scooter meglio conosciuti come Vespe Piaggio) che propone ai suoi cittadini – e non solo - si proietta nel contemporaneo e rafforza il rapporto con la Regione nella costruzione delle rete toscana per l’arte contemporanea.

Tommaso Fanfani, Presidente della Fondazione Piaggio Nell’ambito del progetto regionale “TRA ART rete regionale per l’arte contemporanea”, il “Cantiere Baj”, promosso dal Comune di Pontedera e dalla Fondazione Piaggio, ha rappresentato un importante momento culturale per l’anno 2004, evento che ha interessato il territorio della Valdera, attraverso

numerosi appuntamenti connessi alla poetica di Baj, dal teatro, alla didattica, alle arti visive.

La Fondazione Piaggio, nelle sale espostive del Museo Piaggio “Giovanni Alberto Agnelli”, ha realizzato una sezione della mostra storica di Baj, intitolata “Baj Idromeccanologia”, curata da Enrico Crispolti insieme a Roberta Cerini Baj, con la preziosa consulenza per la nostra Fondazione di Elisa Mazzini e con la progettazione dell’Architetto Beppe Pistelli. L’efficace soluzione allestitiva, di potente impatto visivo, la suggestività del luogo, hanno consentito una straordinaria collocazione della sezione nel Museo Piaggio.

La Fondazione Piaggio ha creduto con forza in questo evento che ha celebrato un grande maestro dell’arte contemporanea, Enrico Baj, che ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere proprio a Pontedera, quando venne in visita al Museo Piaggio dove subito rimase affascinato e colpito dalla forza evocativa di questo ambiente di archeologia industriale, così affine alla sua poetica del “meccano”.

Lo spazio gli suggerì l’idea di una importante mostra, che siamo riusciti a realizzare purtroppo dopo la sua scomparsa.

In qualità di Presidente della Fondazione Piaggio, sono orgoglioso di aver contribuito alla riuscita di un evento di alta levatura culturale e che risulta essere in perfetta sintonia e coerenza con la vocazione dell’ente che rappresento, da anni im-

pegnato nella promozione di attività culturali strettamente legate ai temi ed ai problemi qutidiani della società economica, civile e culturale.

L’arte per noi e per il nostro modo di essere punto d’incontro tra impresa e territorio, tra cultura e territorio, è segmento di fondamentale importanza, strumento interpretativo della realtà storica, in questo caso esaltato dalla suggestione di accostare creazioni artistiche ai prodotti della innovazione, della creatività e operosità interpretati dalla Vespa e dai veicoli esposti in un museo della scienza e della tecnica.

Enrico Crispolti, curatore Cantiere Baj Riferendosi all’attività recente, sono coinvolto in due eventi distinti ma in certo modo correlati, relativi alla ricerca artistica contemporanea che hanno come base l’area toscana. Il primo, il “Cantiere Baj”, a Pontedera, del quale sono curatore (con la collaborazione di Roberta Baj), comprendente la mostra Baj. Idromeccanologie, che ha avuto luogo nella primavera-estate 2004 nel Museo Piaggio, relativa agli aspetti “meccanici” della ricerca di Enrico Baj (19242003), dai “meccani” di metà degli anni Sessanta, alle “idrologie” che caratterizzano il suo lavoro estremo, all’inizio del 2000; un annuncio fotografico della futura sua mostra di interventi in ambito teatrale, Baj. Sce-

nologie; e in particolare la progettazione del grande fregio a mosaico coloratissimo su un muro lungo un centinaio di metri, presso la Stazione ferroviaria. Il progetto di quest’ultima, opera di carattere chiaramente ambientale urbano, è già documentato (come altrimenti la possente rotonda viaria suburbana a Ponsacco realizzata nel 2003 da Mino Trafeli) nel volume Sentieri nell’arte. Il contemporaneo nel paesaggio toscano, a cura di Anna Mazzanti, pubblicato nell’autunno 2004 da Maschietto Editore, Firenze, per TRA ART Strumenti, e dedicato ad un itinerario attraverso i numerosissimi insediamenti plastici ambientali sparsi per la Toscana: geograficamente spaziando, da Sud a Nord, dal Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint-Phalle, a Garavicchio, presso Capalbio, agli “Spazi d’Arte” nel Parco di Villa Gori nella Fattoria di Celle a Santomato di Montale, presso Pistoia. Particolarità dell’arte ambientale in Toscana è la preminenza di insediamenti plastici in natura.

D’altra parte la Toscana può vantare importante incipit di riflessioni problematiche e proposizioni d’ordine ambientale, anzitutto urbano in una manifestazione ormai storica quale Volterra 73. E si può ricordare anche l’esperienza geograficamente ai limiti della regione, di Campo del sole, un’architettura di sculture, realizzata negli anni Ottanta a Tuoro sul LagoTrasimeno, in un’area di verde attrezzato.

La problematica dell’arte ambientale ha del resto rappresentato, lungo gli

CANTIERE D’ARTE ALBERTO MORETTI, CARMIGNANO (PO)

oltre venticinque anni di molteplice attività, un momento significativo di ricerca nell’ambito del lavoro svolto dalla Scuola di Specializzazione dell’Università di Siena sul versante del contemporaneo, con seminari e incontri, ricerche sul campo, tesi di diploma, in diversi casi approdando a realizzazioni e pubblicazioni (come nel caso anche di Sentieri d’arte).

Desdemona Ventroni, coordinatrice delle attività del Cantiere d’Arte Alberto Moretti Il Cantiere è nato nel 2003 con l’intento di valorizzare e favorire la conoscenza dell’esperienza del pittore Alberto Moretti e della Galleria Schema, da lui fondata e diretta a Firenze dal 1972 al 1994, e restituire al territorio due esperienze inscindibili e fondamentali dell’arte contemporanea.

Il primo risultato del Cantiere è stato la realizzazione della mostra evento “Moto a luogo”, che ha coinvolto otto artisti di rilievo internazionale nella creazione di opere nuove per l’antica Rocca di Carmignano. La seconda iniziativa è stata invece la realizzazione della mostra “Alberto Moretti: lo Studio e la Collezione”, accompagnata da una serie di iniziative volte ad avvicinare il pubblico al lavoro di Moretti e all’esperienza di Schema, tra cui due incontri d’approfondimento svolti dalla Professoressa Maria Grazia Messina, che ha ripercorso la storia della Galleria mettendo in luce l’unicità del con

tributo di Schema relativamente alle esperienze di Arte Sociale e di Politic Art, e dalla critica Lara Vinca Masini, che ha invece approfondito lo svolgimento dell’esperienza artistica di Alberto Moretti.

Il Cantiere, che nel 2005 diventerà Fondazione, è in attesa di uno spazio in cui esporre in maniera permanente e organizzare incontri, seminari e laboratori che, in linea coi principi che hanno ispirato l’arte di Moretti e l’attività di Schema, favoriscano la conoscenza e lo studio dell’arte contemporanea.

SPREAD IN PRATO

Vittoria Ciolini, Associazione culturale Dryphoto, Prato “Spread in Prato” a cura di Pier Luigi Tazzi è organizzato da Dryphoto arte contemporanea; “Il nostro tentativo è stato il portare gli oggetti incongrui dell’arte dentro i luoghi della produzione e del consumo. Non per decorare o promuovere gli uni attraverso gli altri, ma per instaurare una coabitazione, in questo caso tem-

poranea, degli uni con gli altri affinché chi li frequenta ne possa rilevare qualità e natura” (P.L.Tazzi, Spread in Prato, 2002). Oltre a essere luoghi di lavoro, l’azienda e l’esercizio commerciale sono quindi per il periodo della mostra uno scrigno d’arte, in cui le opere sono fruite dai lavoratori delle aziende, dagli acquirenti delle attività commerciali e da tutti coloro che di lì transitano. L’arte è per una volta offerta ove si vive la quotidianità. Il percorso espositivo, di questa terza edizione, si articola intorno al tema del corpo. Il corpo in senso fisico e materico ma anche in senso ‘allargato’: il corpo trasformato dai codici culturali, il corpo come insieme so

ciale. Ad un livello di lettura successiva possiamo dire che l’intento è quello di analizzare come la storia, personale e/o collettiva altera e modifica l’immagine, costruita o ingenua, di persone e ambienti, e di conseguenza la loro rappresentazione. La fotografia, medium scelto per la manifestazione, nella sua ultracentenaria storia, che è pur breve, se rapportata a quella di altri mezzi espressivi quali la scultura o la pittura o il disegno, si è dimostrata particolarmente efficace in questa direzione, creando icone di grande persuasività.

NETWORKING, RETE DI COMUNI DELLA TOSCANA

Daniele Ciullini, Archivio giovani Comune di Firenze, coordinatore Networking Il progetto nasce intorno all’idea di mettere insieme l’azione di alcuni Enti Pubblici toscani operanti nel campo della creatività giovanile al fine di costruire insieme un progetto/intervento solido, diffuso e costante per la promozione dei giovani artisti. Nel 2000 nasce così il circuito regionale Networking, comprendente attualmente la Regione Toscana e i Comuni di Firenze, Livorno, Monsummano Terme, Pontedera, Prato, Seravezza.

Il progetto oggi alla sua terza edizione, rifiuta la logica della mostra preconfezionata alle quali gli artisti invitati partecipano con una loro opera indipendentemente dal contesto che la ospiterà. Networking muove invece dalla volontà di attivare processi di relazione fra gli artisti ed il territorio socio-geo-politico circostante dando vita ad un percorso dove attraverso workshop, mostre, dibattiti, pubblicazioni i giovani artisti toscani abbiano l’opportunità di incontrarsi, costruire progetti, crescere professionalmente.



STUDI D’ARTISTA

della differenza culturale, attivisti parteciperanno in modi di volta in volta diversi e project-specific a iniziative di esplorazione dell’“alterità”/del territorio.

Michele Dantini, Associazione culturale X-rays

Giuseppe Alleruzzo, artista, Associazione culturale X-rays

Nel suo elemento originario il progetto di X-rays è quello di una ripresa del ruolo progettuale degli artisti e di una sperimentazione della fluidità di ruoli e linguaggi, con l’obiettivo di contribuire alla (ri)definizione di un’agenda artistica contemporanea.

Una community di artisti vicini per orientamenti culturali, scelte linguistiche, orizzonti generazionali predispone i propri studi a luoghi di circolazione di idee, processi relazio-

La prima mostra del progetto curato dall’associazione X-rays per l’anno 2004 ha avuto luogo nel mio studio a Pistoia in via modenese, 165.

Titolo dell’evento-incontro: “Uscita Pistoia”, quest’anno alla sua seconda edizione, con la partecipazione di Mario Airo’, Alessandra Andrini, Chiara Camoni, Gianni Caravaggio, Antonio Catelani, Loris Cecchini, Ingrid Dekker, Satoshi Hirose, Paolo Iacchetti, Kinkaleri, Phillip Lai, Sabrina Mezzaqui, Giovanni Ozzola,

nali e produzioni allargate; progetta una rete internazionale di ospitalità e collaborazione culturale che ha differenti locations aperte sul territorio.

X-rays si propone come community di ricerca, innovazione culturale e formazione più che come semplice realtà espositiva. Ai singoli eventi espositivi si affiancheranno infatti iniziative quali seminari, laboratori, incontri interdisciplinari, residenze.

La cornice concettuale entro cui le iniziative si collocano è quella di una riflessione ampia e innovativa sui processi di mobilità globale e trasformazione sociale o culturale caratterizzanti la realtà contemporanea, sull’“essere-in-viaggio” (reciprocamente e al loro interno) delle culture.

X-rays incoraggia interdisciplinarità e processi collaborativi: sociologi, antropologi, ecologisti politici, teorici

Shizuka Yokomizo. L’intento, fin dallo scorso anno, è stato quello di voler creare relazioni spontanee e momenti di scambio reale fra artisti d’arte contemporanea, che sempre più si incontrano globalmente fra media e web e sempre meno fra di loro. Il passato ci ha abituati a conoscere convivenze, contrasti e incontriscontri fra gli artisti. Oggi, invece, gli artisti sono prevalentemente isolati. “Uscita Pistoia” che non vuole avere nessun tema, come l’edizione scorsa, per lasciare ampia libertà fra gli artisti, le loro opere e i curatori, si propone come luogo intimo, privato ma soprattutto di riflessione.

L’arte esce sempre più dai canali deputati e riconosciuti: musei, spazi pubblici, gallerie, ma quali sono oggi gli spazi espositivi e i committenti ideali per l’arte contemporanea?



Una casa-studio, le sue stanze e quattordici artisti, nient’altro.

Un ringraziamento particolare a Samuel-Fuyumi Namioka, mio compagno di viaggio.

La mostra è stata possibile grazie al prezioso sostegno di TRA ART, rete regionale per l’arte contemporanea, ed al patrocinio del Comune di Pistoia-Palazzo Fabroni arti visive contemporanee.

Robert Pettena, artista “Scenografie ormai al macero, accatastate su un soppalco completamente divorato dai tarli, cumuli di cera solidificati lungo lo spazio percorribile al piano terra, chiodi su travicelli con appese candele. Una piccola abitazione accessoriata annessa ad un cortile viene a sua volta

inghiottita da una via poi coperta chiusa e trasformata in magazzino; una grata sul pavimento nasconde cela dei minuscoli gradini che sprofondano nel sottosuolo umido ancora segnato dall’alluvione.”

“House Party/ la mia normalità la tua follia” una festa nel mio studio curata assieme a Pierluigi Tazzi, non volevamo riprodurre l’atmosfera della solita inagurazione dell’ennesima mostra, l’idea è stata di arredare lo spoglio studio “blodot” con le opere della piccola collezione di Pier Luigi (Remo Salvadori, Jan Vercruysse, Franz West, Reinhard Mucha, Thomas Schutte e Juan Munoz), le quali diventavano un intimo scenario immutabile catapultato all’interno di un happening.

Mentre le opere più recenti di To-

bias Rehberger, Pawel Althamer e Surasi Kusulwong già si integravano alla festa, si sentì la necessità di coinvolgere una giovane generazione di artisti come Sissi, Giovanni Ozzola, Armando Lulja, Arian Risvani, Letizia Renzini, infiltrati clandestini che davano inizio alle danze, uno squarcio colorato pieno di tensione, azioni inaspettate, luoghi da scoprire. (“House Party” 5 Aprile 2002) “Volti di cera appaiono grotteschi dalle pareti. Il luogo nasconde immagini proprie di altre residenze, i percorsi distribuiti lungo l’asse orizzontale invitano il bipede a prendere delle pause su sedute create oltreoceano, in villeggiatura ormai da anni a Capalle. Ombre colorate sospese dai chiodi dipingono la cucina, officina di suoni dolci e crudeli. Enormi immagini amplificate dividono lo spazio

d’ingresso auto compiacendosi come narciso. Pericolosi gioielli motorizzati invadono per un momento i luoghi del dialogo, indisturbata una piccolissima coppia giapponese si annida sotto il lavandino del bagno e dai vecchi armadietti consumati dalle innumerevoli lotte operaie fuoriescono gli indumenti del generale. Nel caldo sottosuolo di Bucarest adolescenti tentano di far sprofondare la città in festa. Un auto fuori dai confini è pronta per partire con un pieno di sanzioni.”

“House party” può essere considerato un prototipo per quella che poi diventerà l’esperienza di studi aperti dell’associazione X-rays.



FIGURAZIONI, RETE DEI COMUNI DEL MUGELLO (FI)

Patrizia Magliotto, Comunità Montana del Mugello Dai contatti avviati in occasione del ciclo di mostre “Contemporaneamente” è emersa una realtà locale estremamente interessante e viva, non sufficientemente rappresentata nelle linee di intervento del territorio.

La scoperta di un tessuto diverso da quello che ti aspetti, molto articolato e fertile, ha fatto nascere l’idea di coinvolgere i comuni in un programma di area che colleghi tra loro le iniziative e le produzioni fino ad ora realizzate in modo frammentario ed isolato e metta in relazione

oltre la semplice lettura, che abbandoni la carta stampata per partecipare a quella vita da cui sono nate le sue parole, che amiamo? Forse, in primo luogo, ripercorrendo i sentieri dell’Appennino intorno alla nativa Marradi, che il poeta conosceva così bene e che giocano un ruolo così importante nella sua opera.

Che si definisca “visionario” o “visivo”, Campana è un artista della parola per cui l’immagine gioca un ruolo fondamentale. Ciò risulta evidente anche dai continui rinvii alle arti visive che troviamo nelle sue poesie, e che denotano una notevole competenza in questo campo. Un appunto trovato su uno di quegli inediti le cui vicende starebbero egregiamente in una spy-story, recita: “ad ogni poesia fare un quadro”. Questo progetto è partito proprio dalla forte consanguineità tra parola poetica e

arti visive presente in Campana, per valorizzarla attraverso la realizzazione di un evento espositivo in cui importanti artisti contemporanei si confrontano con il poeta di Marradi e con la poesia in genere. Il rapimento o la meditazione di fronte a un’opera d’arte sono vicini ai modi della comunicazione sacra e mitologica. Tale esperienza, fondamentale nella poetica di Campana, e che Walter Benjamin ha definito l’“aura” di un’opera d’arte, si è pressoché perduta con la Silvia Pegoraro, comunicazione di massa. Questa mocuratrice della manifestazione “perché io non potevo dimenticare stra, incentrata sulle opere - appositale rose…Arte per Dino Campana. mente realizzate - di due grandi artisti contemporanei, Giuseppe SpaMulas, Nagasawa, Spagnulo”, gnulo e Hidetoshi Nagasawa, e su alMarradi cuni splendidi ritratti forografici di In che modo è possibile che la poeti realizzati da Ugo Mulas, si è conoscenza di Dino Campana vada proposta come un invito alla riscoe comunicazione centri di interesse diversi ma comunque attenti ai linguaggi artistici dell’oggi.

L’incontro con la Regione Toscana ha consentito l’ampliamento ed affinamento del programma, ben coordinato e pienamente calato nelle tematiche proprie del progetto regionale TRART, dando vita ad una esperienza di sicuro sviluppo.



perta dell’arte quale entità in grado di costituire ancora un complesso amalgama di spazialità e temporalità, simboli e narrazioni, che proprio in Dino Campana aveva trovato uno straordinario interprete.

La genesi dell’arte è una genesi dia-logica, in cui le differenze concorrono, dialogando, alla formazione di una specifica identità di senso Proprio questo dialogo ha voluto mettere in evidenza questa mostra, attraverso il dialogo tra le menti e le opere di grandi artisti contemporanei e quelle di Dino Campana.

Sia nei tre artisti visivi che nel poeta di Marradi, il simbolico ha un carattere di immediatezza estetico-sensibile ma, nello stesso tempo, “apre” a un rapporto con l’altro che rifiuta il dominio e il possesso, offrendo così la possibilità di instaurare un concreto dialogo spirituale, orientato verso un’arte sensoriale e tattile, eppure profondamente trascendente.

Rossella Tesi, Spazio Kore Arte, Vicchio del Mugello

“Omaggio a Lorenzo Bonechi”. Le due mostre hanno richiamato l’interesse da parte di esperti nel settore dell’arte, artisti, critici, giornalisti e di un pubblico legato prevalentemente al settore turistico. “L’edizione di alto profilo”, come cita Pietro Gaglianò su Exibart, nel 2004, è stata particolarmente attenta, sia alla ricerca e alla selezione di opere di qualità di giovani artisti emergenti, sia alla valorizzazione del patrimonio storico del Mugello attraverso l’esposizione delle opere di Lorenzo Bonechi nella cornice prestigiosa del Castello Mediceo di Cafaggiolo.

Kore punta, attraverso questo progetto, ad una riqualificazione del territorio del Mugello, della Provincia di Firenze toccando anche la città di Firenze. La Galleria è inserita nella mappa completa del sistema toscana dell’arte contemporanea, pubblico e privato, consultabile sul sito www.cultura.toscana.it curato dagli esperti di arte contemporanea incaricati dalle province nell’ambito del progetto regionale TRA ART.

La Galleria Kore Arte Contemporanea nasce da un progetto dell’Associazione Nomya con lo scopo di promuovere la cultura e l’arte nel territorio del Mugello. Nell’anno 2003 ha promosso la rassegna “Contemporaneamente” punto di incontro tra le presenze artistiche del territorio e artisti provenienti da altre parti d’Italia e del mondo, ideata da Rossella Tesi in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Comunità Montana del Mugello e TRA ART rete regionale per l’arte contemporanea. Per l’anno in corso la Galleria Kore ha già presentato due eventi: il 12 Giugno presso la sede della stessa con Federico Gori, Manuela Menici e Gerardo Paoletti, e il 27 giugno presso il Castello Mediceo di Cafaggiolo con 

ARTE ALL’ARTE, RETE DI COMUNI DEL SENESE

Con la IX edizione inaugurata in settembre, curata da Achille Bonito Oliva e James Putnam, è stata la suggestione di un saggio di Goethe La forma delle nuvole, a fare da trait d’union all’edizione “ad indicare la virtualità dell’arte, la forza della sua espressione e della sua flessibilità, la sua capacità, di riflettere il mondo e la sua storia”.

Sotto questo cielo sono stati invitati gli artisti chiamati a pensare un’opera in relazione a un luogo o a una tematica, quindi ad agire in modo sensibile rispetto al contesto e, a partire da questo aprire nella comunità locale ed a quella internazionale dell’arte, una discussione sull’opera, un confronto tra punti di vista diversi.

Gli artisti e i luoghi sono: Massimo Bartolini a San Gimignano, Antony Gormley a Poggibonsi, Tadashi Kawamata a Colle di Val d’Elsa, Moataz Nasr a Siena, Lucy Orta a Buonconvento, Per Barclay a Montalcino, con i progetti speciali di Luisa Rabbia e Joseph Kosuth che ha realizzato il primo workshop della manifestazione al Museo Raffaele de Grada di San Gimignano. All’interno del museo è stata allestita sia la mostra di Joseph Kosuth Immacolata Concezione sui progetti per gli spazi pubblici mai realizzati, sia la mostra dei progetti delle istallazioni realizzate nelle sei città coinvolte. Altro progetto speciale è il racconto fotografico di Rocco Dubbini per la Guida di Arte all’Arte, un viaggio tra le aziende i sapori, i volti del Distretto Artistico Agro Ambientale, che unisce le 17 opere permanenti presenti nel percorso da Montalcino a San Gimignano e le produzioni tipiche locali selezionate dai curatori della guida: Filippo Bartolotta, Guido Guidi, Marco Tanini.

Ciascuno degli artisti invitati ha reinterpretato i luoghi ed in al-

Barbara Saura, Associazione Arte Continua, San Gimignano (SI) Dal 1996 l’Associazione Arte Continua ha cercato di dare una risposta ad alcune delle questioni che pone e si pone l’arte contemporanea attraverso la realizzazione annuale del progetto “Arte all’Arte”.

Il cuore dell’attività dell’associazione si concentra nell’indagine del rapporto tra città e campagna a partire dall’arte. È quindi un tentativo di aggiornare alcuni elementi emblematici dell’identità toscana, quali l’arte ed il cibo di qualità, attraverso cui essere credibili sia sul piano locale sia internazionale dando senso e rendendo visibile quello che per noi è un progetto glocal.

Arte all’Arte è copromosso dalle città di Buonconvento, Colle di Val d’Elsa, Montalcino, Poggibonsi, Siena, San Gimignano, dalla Provincia di Siena, e dal circuito Regionale TRA ART. Il concetto di fondo del progetto sta in questo: creare continuità tra la tradizione e la contemporaneità, in particolare insistendo su un’attitudine presente nelle nostre piccole città d’arte, quella di dare una dimensione pubblica all’operato artistico. Questa intenzione, che non vuole declinare paradigmi nostalgici, si affianca alla volontà di affidare all’arte il ruolo di rinnovare le coscienze di coloro che abitano i luoghi in cui gli artisti sono invitati ad intervenire, ma anche di aggiornare e culturalizzare nell’oggi il motivo della visita in questi territori del senese. 

cuni casi la tradizione rivitalizzanSENTIERI NELL’ARTE doli con la linfa di una visione contemporanea. È stata un’edizione densa e carica di vitalità, sia per la sfida lanciata da proposte progettuali impegnative, sia per il coinvolgimento sperato degli abiAnna Mazzanti, tanti delle cittadine e delle campacuratrice del volume Sentieri gne che in alcuni casi sono divennell’arte (Firenze, Regione Toscana tati veri coautori dell’opera, e dei Artout-Maschietto editore, molti appassionati provenienti da 2004) tutto il mondo che ci seguono.

Anche per questa volta l’arte con“Sentieri nell’arte” è la denomitinua. nazione prescelta per un progetto di ricognizione sull’arte contemporanea in territorio aperto che la Regione Toscana ha promosso fin dal 1999, quando Enrico Crispolti individuò questa espressione artistica

fra le pertinenze più importanti sul territorio regionale. In seguito ne è derivato il progetto editoriale per un libro-guida che accogliesse itinerari mirati e alcune riflessioni critiche.

Queste costituiscono la prima parte del testo ora pubblicato, dopo una lunga preparazione che ha accompagnato l’evoluzione e l’ampliamento del sistema dell’arte, così detta, ambientale. Sono saggi di Enrico Crispolti, Bruno Corà, Gianni Pettena e Anna Mazzanti che ha curato l’edizione. I punti di vista e le ottiche diverse con cui si affronta l’argomento cercano di offrire spunti di riflessione sull’arte contemporanea in spazi aperti, frutto di esperienze, 

stili, espressioni spesso diversissime come questo libro dimostra, fin soltanto a sfogliare le pagine, dalle sue illustrazioni. La varietà e talvolta la contraddizione e lo stridore che i materiali contenuti mostrano dovrebbero anch’esse costituire un motivo stimolante per intraprendere passeggiate e gite attraverso la Toscana, in luoghi più o meno noti, spesso conosciuti per altri aspetti piuttosto che per interventi d’arte contemporanea. Resta comunque ineccepibile il fatto che la Toscana sia una delle regioni, e forse quella che maggiormente accoglie una complessa situazione di interventi, di intenzioni ed idee in questo ambito in Italia.

DAVVERO UNA PIAZZA LASTRA A SIGNA (FI)

Franco Filippini, Concorso di idee, “Davvero una piazza” Un grande parcheggio chiamato Piazza Garibaldi, un vuoto urbano, un avanzo di territorio ignorato dallo Spedale di S. Antonio e dal suo quattrocentesco portico che sembrano dargli le spalle, un non luogo considerato solo dalla sede dell’Arciconfraternita di Misericordia, unico edificio che rivolge la propria fac-

ciata a questa distesa di asfalto con righe bianche e blu e qualche cassonetto dell’immondizia.

Per una volta quindi nessun disegno predefinito, nessuna sistemazione preesistente da restaurare o ancor peggio da supporre e emulare, ma solo un terreno fertile attorno a cui piccole botteghe stanno tentando di definire una propria identità. E lo Spedale di S. Antonio che sarà trasformato in biblio-mediateca e che reclama a gran voce un rapporto nuovo e forte con quello spazio.

Quale occasione migliore per dar voce alla contemporaneità, per consultare il maggior numero possibile di progettisti e per evocare molte idee di 

piazza, alternative al parcheggio?

Hanno risposto in 339 raccolti in 129 gruppi tra professionisti e studenti. 339 progettisti che hanno intessuto un’altra piccola trama della rete (TRA ART) utilizzando la rete delle reti (internet) per scambiarsi informazioni, contattarsi e contattarci. Un catalogo e un cd-rom curati da Franco Filippini, pubblicati nella collana TRA ART Strumenti diretta da Lanfranco Binni e presentati alla Seconda Conferenza regionale sull’Arte contemporanea.

FONDAZIONE LANFRANCO BALDI, PELAGO (FI)

Pier Luigi Tazzi, Presidente La Fondazione Lanfranco Baldi onlus si è costituita nel 1992, su iniziativa della madre dell’artista Tina Baldi, del Comune di Pelago e di un gruppo di amici che avevano seguito e assistito l’artista negli anni della sua malattia, con lo scopo sia di conservare e valorizzare l’opera di Lanfranco Baldi (1938-1990) sia di portare avanti lo spirito che ne aveva animato la vita e la ricerca artistica. La Fondazione, presieduta fin dall’inizio da Pier Luigi Tazzi, ha aperto la propria sede in un palazzetto della centrale piazza Ghiberti a Pelago nel luglio del 2001. La mostra inaugurale fu ALBàNIA, curata da Lorenzo Bruni, che è stato fi-

no al momento attuale uno dei più assidui collaboratori della Fondazione, e vedeva la partecipazione dei due artisti di etnia albanese Sislej Xhafa e Adrian Paci. A questo primo progetto hanno fatto seguito Nuova Apertura (2002), “Così lontano così vicino (2002-2003), Italia Italia (2003)”, “Al Hoceima rave party/After image” (2004), che hanno compreso la presentazione di opere di 34 artisti di varie generazioni, da Riccardo Guarneri e Paolo Masi, ambedue classe 1933, a Giovanni Ozzola, classe 1982, con una netta prevalenza di giovani, da Sissi (1977) a Riccardo Previdi (1974), e di varie nazionalità, dall’israeliano Eran Schaerf allo scozzese Martin Creed, dal polacco Pawel Althamer al kabilo Adel Abdessemed, oltre alla costante presenza di opere di varie epoche (dalla fine degli anni Cinquanta a quella degli anni Ottanta) e tecniche (dalla pittura al cinema di animazione) del

Baldi stesso. Presenze significative nel territorio, Giovanni Ozzola, Robert Pettena e Armando Lulja, e successivamente il gruppo Arabeschi di latte, sono intervenuti in più occasioni ad attivare un più stretto rapporto con il luogo e le singole iniziative della Fondazione.

Dal luglio del 2004 è iniziato un rapporto con il Gruppo A12 per lo sviluppo di un progetto globale che si è concretizzato nella sua fase iniziale con “Saluti da Pelago”, prima con il bando di concorso fotografico dallo stesso titolo (luglio-settembre 2004) e quindi la festa di premiazione e l’inizio dell’operazione postale, 18 dicembre 2004 (dicembre 2004-febbraio 2005).

Fra le edizioni prodotte dalla Fondazione si contano quelle a tiratura limitata Il meglio delle tre religioni (2002) di Adel Abdessemed, La mia famiglia arriva a pelago (2002) di Pawel Althamer e Saluti da Pelago (2004) a cura del Gruppo A12.

ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI FIRENZE

Giuseppe Andreani, Direttore La presenza dell’Accademia di Belle Arti di Firenze a questa rete regionale per l’arte contemporanea significa al contempo che l’accademia si considera il luogo deputato alla creazione, alla ricerca e alla produzione artistica, e che la politica culturale dell’Accademia di Firenze non è rivolta solo alla sua storia illustre, ma guarda al contemporaneo come termine obbligato di confronto e di esperienza. Non è un caso che l’Accademia, sede di alta formazione e specializzazione all’arte, sia frequentata da artisti mi-

ranea, con le gallerie e le collezioni, i Centri e i Musei d’arte, le istituzioni, le fondazioni e le associazioni artistiche che partecipano a questa secondo bilancio della rete TRA ART. Il Pecci, Le Papesse, il Museo Marini, la Fondazione Baldi sono stati più volte interlocutori dell’Accademia.

litanti impegnati nel difficile compito della didattica dell’arte: ma insegnare l’arte non resta ancora un modo (forse il più arduo), per l’artista, di “fare” arte? Quel che è certo e che l’Accademia di Firenze vive immersa in una genealogia e in una fenomenologia delle arti visive che la costringono a fare i conti con la contemporaneità e con le presenze artistiche della contemporaneità sul territorio. È per tale motivo che nel precedente anno accademico hanno bazzicato la nostra istituzione 35 artisti, alcuni dei quali vedo oggi presenti in sala; è per questo che con il forum “La zona d’ombra”, realizzato in collaborazione proprio con l’Assessorato Regionale alla Cultura, l’Accademia si è confrontata con l’intero sistema dell’arte contempo

ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI MASSA CARRARA

Marco Baudinelli, Direttore Luoghi coinvolti: Accademia di Belle Arti di Carrara Castello di Montignoso, Castello Mlaspina di Massa, Castello di Terrarossa, Fortezza della Brunella di Aulla, Castello di Malgrate, Teatro di Bagnone, Museo della Resistenza di Fosdinovo, Castello di Pontremoli, Torre Malaspina di Fosdinovo.

Workshop: Fotografia (Massimo Vitali), Pittura (PierPaolo Calzolari), Videoinstallazione, (Massimo Cittadini), Scenografia digitale (Paolo Atzori), Coreografia (Roberto Castello), Video (Paolo Rosa, Studio Azzurro), Sound Design (Mauro Lupone) Rassegne. “Documentare l’Arte” (sul documentario d’arte, dale origini ai giorni nostri), “Immagini che suonano bene” (sui rapporti tra avanguardie e videoclip musicale) “Diritto d’immagine” (video sui diritti umani, provenienti anche da Porto Franco), “Archeologia del video: videoart e artiplastiche”.

L’Accademia di Belle arti di Carrara per il 2005 presenta una serie di iniziative con l’intento di varare progetti per l’evoluzione didattica e l’ampliamento delle relazioni culturali e scientifiche con partner europei e dell’area mediterranea.

Queste iniziative fanno seguito al progetto denominato “ArtInformazione” tenutasi nell’estate 2004, elaborato all’interno del corpo insegnante dell’istituto, con i medesimi intenti, Il progetto ha visto coinvolti nello stesso territorio, una sorta di grande campus, studenti e docenti di otto Accademie italiane e stra-

niere (Carrara, Milano, Bologna, Napoli, Tolone, Lisbona, Valencia, Praga), in attività didattiche ed espositive ed è stato ospitato in differenti siti del territorio di MassaCarrara.

Le iniziative didattiche, costituite da workshop tenuti da artisti di rilievo internazionale, sono state ospitate nelle splendide cornici offerte dai castelli del comprensorio, insieme alle opere realizzate dagli studenti delle varie accademie di belle arti, (a partire da Montignoso fino ad arrivare a Pontremoli) e trovavano il centro di coordinamento e il fulcro nella sede dell’Accademia di Belle Arti di Carrara.

Ciascun workshop, aveva il compito di sviluppare un progetto operativo, dalla fase ideativa a quella realizzativi, combinando teoria e pratica.

Dal punto di vista amministrativo e operativo, lo scopo era quello di riuscire a coinvolgere istituzioni pubbliche e private operanti sul territorio in una dinamica sinergica.

Infatti il progetto “ArtInformazione”, oltre a ricevere il finanziamento e il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il supporto della Regione Toscana per mezzo della rete TRA ART, ha visto la stretta collaborazione di entità quali: Provincia di Massa-Carrara (Assessorato alla Cultura e Assessorato al Turismo), A.P.T. Agenzia per il Turismo, Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Comune di Massa, Comune di Aulla, Comune di Licciana Nardi, Comune di Bagnone, Comune di Pontremoli, Comune di Montignoso, Comunità Montana, Istituto per la Valorizzazione dei Castelli.

L’iniziativa, inoltre, ha visto coinvolti gli studenti dell’Accademia in tutte le fasi del progetto, con particolare attenzione alle di-



namiche promozionali, grafiche e allestitive.

Abbinati ai seminari e ai workshop, momenti di riflessione e elaborazione riguardanti l’uniformazione e lo sviluppo dei criteri didattici all’interno della rete dei paesi coinvolti, convegni (come quello dedicato alla Telestreet) e mostre (“Viaggio in Italia” dedicata all’ultima generazione artistica italiana).

Una sezione del progetto deno-

nel corso dell’anno accademico 2003-2004 dalla cattedra di Pittura del Prof. Omar Galliani, promossa e prodotta dal Comune di Carrara in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara.

In particolare ha curato l’immagine grafica e coordinato il progetto e le fasi di allestimento.

Per il 2005 l’attività dell’Accademia prevede: come attività inte-

minata “Act Zero”, ospitata dal Castello di Malgrate, è stata dedicata alla danza contemporanea, in particolare alle interazioni tra ricerca coreografia e arti visive contemporanee.

L’Accademia di Belle Arti di Carrara, inoltre ha partecipato attivamente alla realizzazione della mostra “Disegnare il marmo” nata da un progetto didattico condotto

grativa alla didattica, all’interno dell’istituto un ciclo di incontri a carattere seminariale dal titolo “Reality Rehearsals”, che vedranno coinvolte personalità che a vario titolo operano nel panorama dell’arte contemporanea (critici, storici dell’arte, designer, artisti, architetti, direttori di musei, fondazioni e riviste, ecc.).

La seconda edizione di “Ar-



tInformazione”, cercherà di mettere in evidenza le principali istanze artistiche e culturali contemporanee riguardanti da una parte i paesi dell’area mediterranea, con il coinvolgimento delle Accademia di Belle Arti (Cairo, Atene, Istanbul, Casablanca, Tolone, Valencia, Nicosia) e dall’altra le nuove realtà rappresentate dai paesi nuovi membri della Comunità Europea.

Il progetto denominato

membri.

I workshop e le rassegne collaterali (video-cinematografiche, musicali, ecc.) si pongono come scopo quello di trasformare il territorio di Massa-Carrara e l’Accademia in un grande campus per il confronto interculturale e la costituzione di una rete di collaborazioni transnazionali.

N.E.W.S. (acronimo per North, East, West, South,), sarà diviso in sezioni, di cui le principali sono “Mediterraneo” (che utilizza i mezzi di comunicazione di massa e il loro utilizzo a fini espressivi, come terreno di confronto tra le varie culture e i vari linguaggi) e “Welcome”, destinato a mettere in evidenza e strutturare il confronto con le istanze culturali dei nuovi paesi 

FARE ARTE 2004, PROVINCIA DI MASSA CARRARA

Fabrizio Magnani, Assessore provinciale al Turismo Fabio Evangelisti, Assessore provinciale alla Cultura “Fare Arte” è stato il progetto territoriale promosso per l’estate 2004 dalla Provincia di Massa-Carrara, Assessorati alla Cultura e al Turismo, in collaborazione con numerosi Comuni del territorio nell’ambito del progetto “TRA ART rete regionale per l’arte contemporanea”.

L’obiettivo è stato quello di “fa-

re” arte partendo dalle emergenze economico-produttive ed artisticoculturali del territorio individuando un percorso artistico multidisciplinare e dinamico.

In questo quadro di intervento l’Accademia di Belle Arti di Carrara ha presentato “ArtInformazione”, un progetto innovativo e di forte impatto territoriale che ha visto la realizzazione di workshop tenuti da artisti di fama internazionale in castelli storici della Lunigiana.

In parallelo a Vienna l’Associazione Kforumvienna ha coordinato il progetto “Das Labor 2004” che ha messo in comunicazione la realtà artistica italiana con quella viennese tramite il circuito delle Accade-

mie di Belle Arti di tutta Italia.

L’Associazione Exoria ha proposto alla Fortezza della Brunella di Aulla un’esposizione di opere scultoree presenti nelle edizioni 20022004 di Gemine Muse, progetto che coinvolge l’intero territorio italiano con mostre di giovani artisti aderenti al G.A.I. (Archivio Giovani d’Italia).

Le Associazioni La Torretta di Fosdinovo, Opera Bianca di Carrara e Gruppo Eliogabalo di Fivizzano, hanno presentato insieme una programmazione di eventi riuniti sotto la denominazione “La Realtà Esplosa”, giunta alla sua seconda edizione, avente come filo conduttore una riflessione critica su “Estetica e Politica”.

La manifestazione Torano Notte

e Giorno, il paese degli artisti, in località Torano, ha visto il paese vivacizzato da installazioni; il calendario di “Fare Arte”si è concluso con la personale di Augusto Perez, promossa dal Comune di Carrara.

“Fare Arte” è stato un articolato progetto finalizzato anche alla valorizzazione turistica del territorio; ha offerto un percorso suggestivo e nuovo che è riuscito a collegare la costa alle montagne attraverso una rete di eventi che hanno permesso al pubblico di scoprire luoghi storici, quali i castelli, potenziati dall’energia creativa dei processi artistici.



CENTRO PER L’ARTE LUIGI PECCI, PRATO

Marco Bazzini, Centro per l’arte Luigi Pecci Dopo sedici anni di prestigiose mostre il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci ritiene importante e urgente trovare un’opportuna risposta a quella che ormai è diventata una sua imprescindibile necessità: dotarsi di spazi museali da destinare esclusivamente alla presentazione della Collezione Permanente.

Raggiungendo questo obiettivo il Centro completerebbe in modo

adeguato e funzionale la sua articolata missione che ad oggi si presenta nelle forme di uno spazio espositivo, culturale o di studio con la biblioteca e i laboratori didattici, e come luogo di incontro e di svago negli altri spazi di relazione e di spettacolo.

Nel corso degli anni la Collezione Permanente ha raggiunto un patrimonio consistente valutabile in oltre novecento opere; si è sviluppata attorno agli eventi espositivi promossi in questi anni e oggi, anche grazie a donazioni e depositi a lungo termine, presenta una qualificata selezione dei maggiori artisti della scena internazionale, tra gli altri: Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto,

Mario Merz, Julian Schnabel, Hanish Kapoor, Ilya Kabakov, Jannis Kounellis, Marco Bagnoli, Remo Salvadori, Maurizio Nannucci.

Come si vede la presenza toscana non è oggi estranea alla Collezione, ma la costruzione dei nuovi spazi museali e una politica di acquisizioni mirata a documentare le esperienze importanti e, talvolta, uniche che dagli anni Sessanta si sono manifestate anche in Toscana nel settore dell’arte contemporanea, rafforzerebbe l’identità di una regione da sempre attenta alle innovazioni dell’arte.

La territorialità è una caratteristica importante per creare un’identità del museo ma è anche un’azione fondamentale per la tutela del patrimonio artistico, è per questo che il

Centro Pecci può diventare il museo d’arte contemporanea della Toscana e iniziare così un vero dialogo con le altre istituzioni in un scenario che oltre all’internazionale, senza perdita di qualità, valorizza anche il locale.



Nel corso della “Seconda Conferenza regionale per l’arte contemporanea” è stata distribuita una bozza della nuova proposta di legge “per la promozione della cultura contemporanea”, per aprire un confronto pubblico sulle sue finalità e sui relativi strumenti di attuazione.

Quella proposta di legge è diventata legge regionale nel febbraio 2005.

Legge Regionale n. 33/2005

Interventi finalizzati alla promozione della cultura contemporanea in Toscana

SOMMARIO

Art. 1 - Finalità Art. 2 - Funzioni della Regione Art. 3 - Strumenti di intervento Art. 4 - Piano di indirizzo per la cultura contemporanea Art. 5 - Progetti di iniziativa regionale Art. 6 - Progetti territoriali Art. 7 - Norma finanziaria Art. 8 - Norma finale Art. 9 - Norma transitoria



Art.1 Finalità 1. La Regione Toscana promuove la cultura contemporanea sostenendo attività culturali finalizzate alla conoscenza e alla promozione delle arti e dell’architettura contemporanee, allo sviluppo del confronto interculturale, e alla rilettura della storia culturale della Toscana dal punto di vista della contemporaneità.

2. Le attività di cui al comma 1 concorrono ad assicurare lo sviluppo di processi culturali integrati e di rete, tramite l’interazione tra le politiche culturali regionali e le politiche culturali locali, e tra istituzioni e associazionismo culturale, attivando il relativo processo di programmazione sulla base del principio di sussidiarietà.

Art. 2 Funzioni della Regione 1. La Regione svolge le funzioni di programmazione e di verifica delle proprie politiche in materia di cultura contemporanea.

2. La Regione attua direttamente i progetti di propria competenza coordinandone la realizzazione con i progetti territoriali di cui all’articolo 6.

Art. 3 Strumenti di intervento 1. Strumenti di attuazione delle finalità della presente legge sono: a) il piano di indirizzo per la cultura contemporanea di cui all’articolo 4; b) i progetti di iniziativa regionale di cui all’articolo 5; c) i progetti territoriali di cui all’articolo 6.

Art. 4 Piano di indirizzo per la cultura contemporanea 1. Il piano di indirizzo per la cultura contemporanea è lo strumento di programmazione regionale per la promozione della cultura contemporanea in Toscana.

2. Il piano di indirizzo per la cultura contemporanea contiene: a) l’analisi del settore in relazione alle necessità d’intervento emergenti; b) gli obiettivi e le strategie di intervento dei progetti di iniziativa regionale; c) le linee e gli ambiti di intervento dei progetti territoriali; d) le percentuali di riparto delle risorse regionali tra progetti di iniziativa regionale e progetti territoriali; e) la misura percentuale di contribuzione regionale alla realizzazione dei progetti di iniziativa regionale e dei progetti territoriali; f) la misura percentuale relativa al concorso finanziario degli enti locali e degli altri soggetti pubblici o privati senza scopo di lucro, per la realizzazione dei progetti territoriali; g) i criteri, le modalità, i tempi di valutazione e selezione dei progetti territoriali; h) gli indicatori per le verifiche di efficienza e di efficacia degli interventi.



3. Il piano di indirizzo per la cultura contemporanea è approvato dal Consiglio regionale secondo le procedure e le modalità di cui alla legge regionale 11 agosto 1999, n. 49 (Norme in materia di programmazione regionale), modificata dalla legge regionale 15 novembre 2004, n. 61.

4. Il piano di indirizzo ha validità quinquennale ed è soggetto ad eventuali aggiornamenti annuali.

5. Gli atti programmatori di cui al presente articolo sono approvati dal Consiglio regionale.

6. La Giunta regionale trasmette al Consiglio regionale e alla commissione consiliare competente in materia, entro il 30 giugno di ogni anno, il rapporto sullo stato di avanzamento della realizzazione del piano di indirizzo per la cultura contemporanea.

Art. 5 Progetti di iniziativa regionale 1. La Giunta regionale approva i progetti che rivestono particolare rilevanza regionale, nei seguenti ambiti: a) attività di ricerca, studio e divulgazione; b) interventi di qualificazione e aggiornamento degli operatori pubblici e privati; c) interventi di informazione e comunicazione; d) interventi di carattere sperimentale.

2. La realizzazione dei progetti è direttamente curata dalla Giunta regionale secondo le modalità previste dal piano di indirizzo.

Art. 6 Progetti territoriali 1. I progetti territoriali sono elaborati in conformità alle previsioni del piano di indirizzo e specificano l’entità della partecipazione finanziaria dei soggetti proponenti.

2. La Giunta regionale adotta idonee forme di pubblicità per consentire la presentazione dei progetti territoriali da parte di enti locali e soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro.

3. La Giunta regionale forma l’elenco dei progetti territoriali ammessi a finanziamento, secondo le procedure e i termini definiti dal piano di indirizzo.

4. La Giunta regionale adotta i provvedimenti finalizzati alla realizzazione dei progetti ammessi.

Art. 7 Norma finanziaria 1. Per il finanziamento della presente legge è autorizzata per l’anno 2006 la spesa di euro 1.580.000.

2. Le risorse di cui al comma 1, allocate all’unità previsionale di base (UPB) n. 631 (Promozione e sviluppo della cultura – spese correnti) del bilancio pluriennale a legislazione vigente 2005-2007, annualità 2006, sono rese disponibili in sede di approvazione del piano di indirizzo di cui all’articolo 4, mediante contestuale rimodulazione delle risorse previste dalla deliberazione del Consiglio regionale 4 febbraio 2004, n. 11 (Piano di indirizzo delle at

tività e dei beni culturali per gli anni 2004/2006) e dalla deliberazione del Consiglio regionale 12 gennaio 2005, n., 2 recante il piano regionale dello spettacolo per il triennio 2005-2007.

3. Agli oneri relativi agli esercizi successivi si fa fronte con legge di bilancio.

Art.8 Norma finale 1. Sono escluse dall’ambito di intervento della presente legge: a) le attività ed i progetti relativi alla tutela, gestione, valorizzazione e promozione dei beni culturali come individuati dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137); b) le attività di spettacolo di cui alla legge regionale 28 marzo 2000, n. 45 (Norme in materia di promozione delle attività nel settore dello spettacolo in Toscana ).

2. Non accedono ai contributi di cui alla presente legge le istituzioni culturali beneficiarie dei contributi alla legge regionale 18 febbraio 1998, n. 12 (Norme in materia di sostegno alle attività delle istituzioni culturali di rilievo regionale).

Art. 9 Norma transitoria 1. Gli interventi, relativi ad attività oggetto della presente legge, che fanno riferimento ai piani di indirizzo di cui alla legge regionale 1 febbraio 1995, n.

14 (Disciplina degli atti e delle procedure della programmazione e degli interventi finanziari regionali nei settori delle attività e dei beni culturali), ed alla l. r. 45/2000, si attuano secondo le modalità in essi previste, fino all’adozione del piano di indirizzo di cui all’articolo 4.

