Relation:Ships Mapping Territories Community based - public art project di artway of thinking in collaborazione con Diego Segatto (ZonAnomala); Stella Maris’ Friend Onlus – Venezia; A.M.I / Migrantes di Augusta, Genova, La Spezia, Ravenna, Savona, Trieste, Venezia; ITF/International Transport Workers' Federation (UK –ITA); Dipartimento di Sociologia del Mare / Università di Cardiff (UK). Con il Patrocinio di: Apostolato del Mare / Migrantes.
Community based - public art non difende la propria neutralità ed autonomia dal contesto sociale, non lo avalla automaticamente, crea interazione tra contesto e creatività.
Questa pratica artistica si basa sulla lettura del contesto considerato e sulla partnership con i soggetti sociali presenti, come potenziale creativo che interviene e induce trasformazione e rigenerazione; in questo senso possiamo dire s’inserisce in quelle metodologie di trasformazione del territorio che trattano questioni pubbliche. Le pratiche di relazione e comunicazione messe in atto mostrano la potenzialità dell’arte di offrire una visione alternativa alla contingenza, offrendosi come processo creativo collettivo che accompagna nella rivisitazione e ridefinizione del rapporto con il potenziale inespresso in termini di luogo, beni, partnerships possibili, espressione individuale, conoscenza e consapevolezza collettiva. Tale modello si serve dell’osservazione, dell’ascolto, della partecipazione, dello spostamento percettivo e concettuale, del coinvolgimento emotivo e sensoriale dei fruitori, mai spettatori; agisce come catalizzatore su nuovi scenari possibili, mediatore tra le parti sociali, veicolo di trasformazione. L’azione artistica è diretta a costruire una collettività più allargata rispetto agli “autori” del progetto: una rete informale di soggetti con i quali non si definiscono forme e mezzi a priori, ma si riformulano continuamente durante il processo di creazione e attuazione del progetto. Lo scenario possibile è lo sfondo di coerenza, la cornice di senso, in un orizzonte dinamico di possibilità di comportamento: l’ideazione di uno scenario comune permette di guidare un processo complesso, in cui sono coinvolti differenti attori, e che volge verso un’opera di estetica comportamentale, dove estetica è intesa nell’originaria accezione “che concerne la sensazione”, quindi riguarda il sentire, il percepire direttamente. Per l’artista questo si traduce nel dedicare tempo del vivere quotidiano all’interno del contesto specificato.
Da due anni esploriamo il mondo del commercio marittimo e agiamo a contatto con i lavoratori del mare, nei porti di Venezia e Marghera. Lo scenario contestuale si è aperto a noi con ms3 un’azione artistica che ha indagato il potenziale inespresso della terraferma veneziana. La collaborazione con l’associazione Stella Maris’ friends Onlus, che offre welfare ai marittimi, ci ha permesso di entrare in questa realtà confinante. Comincia allora l’osservazione, gli incontri e le domande, dal locale all’internazionale: Marittimi, chi siete? Come vivete? “We are already globalized, our ship is owned by a Greek company whose owner lives in Malta and we are registered under the flag of Panama. We are insured by a British company based in London. We have a multi-racial crew of Filipinos, Chinese, and Indonesians with Turkish officers. We go to Vancouver to pick up a cargo of Canadian wheat to bring to the Philippines”. [1] La realtà del traffico marittimo è una condizione globale ante-litteram e allo stesso tempo di esclusione dalla vita sociale, o piuttosto di ri-composizione temporanea di quella che è definita la popolazione in transito dei marittimi: circa un milione e mezzo di lavoratori marittimi che ogni anno attraccano ai porti di tutto il mondo. Il transito è la loro condizione esistenziale, a volte per scelta il più delle volte per necessità.
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