Custode dell'orto

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Susanna Zanuso

A. Rasio, Autunno, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo, inv. 958

nel 1769 dove poteva vedere e trascrivere anche le altre due iscrizioni poste sul suo piedestallo oggi disperse7. Secondo Cara, questa serie di circostanze dimostrerebbe che la statua era stata “appositamente eseguita” verso il 1664 per l’Aliprandi, cioè quando i documenti d’archivio registrano una serie di spese relative alla costruzione della “prospettiva” del Gasletto: sebbene il Custode non sia mai nominato nelle carte, Cara scrive che il suo autore sarebbe comunque da cercare tra gli scultori del duomo di Milano, dove il Quadrio era stato capo architetto dal 1658 al 1679. L’indagine sembrerebbe così arrivata a un punto fermo, tanto che tale ricostruzione dei fatti pare oggi data per scontata. In realtà, non è affatto facile immaginare il Custode nel contesto della scultura barocca del ducato: sono gli anni in cui Dionigi Bussola (1615-1687), tornato

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