costruzione che ricorre nel busto inedito qui presentato. Nei due Plinii (Figg. 2, 3 e 11), datati 1498 e firmati congiuntamente da Tommaso Rodari e dal fratello Giacomo, gli accentuati sottosquadri dei riccioli rendono invece ancor più evidente questo singolare concetto di composizione modulare e simmetrica. Esso è presente in ulteriori opere del Rodari, sempre sulla facciata della cattedrale comasca, come ad esempio la statua di San Bartolomeo (Fig. 4), eseguita poco prima del novembre 14854, oppure in una figura dell’Adorazione sulla lunetta del portale sinistro (Fig. 5), non documentabile ma presumibilmente da collocare nell’ultimo decennio del secolo5. Altro elemento specificamente rodariano è, nell’inedito busto, la particolarissima tecnica scultorea impiegata per le iridi degli occhi, leggermente rilevate sui globi ma con una lieve concavità nel centro, così da restituire l’impressione della pupilla scura non nettamente circoscritta dal foro di un trapano, come era normalmente d’uso, ma variabilmente delineata in rapporto alla luce, secondo un preciso intento di imitazione del fenomeno naturale. È la medesima tecnica impiegata nel già incontrato San Giovanni Battista di Morcote (Figg. 1 e 7) e in numerose statue sulla facciata e sui fianchi della cattedrale di Como, come il San Pietro (Fig. 6), pagato nel giugno 1485, o il Profeta Davide (Fig. 8), dove l’effetto è evidentemente cercato nella rispondenza alle mutevoli angolazioni del sole durante le ore del giorno e nel corso delle stagioni6. Questi aspetti formali della statuaria di Tommaso Rodari, per quanto distintivi, non esauriscono tuttavia l’ampio repertorio di soluzioni adottate di volta in volta dall’artista, secondo diverse combinazioni
Fig. 4 Tommaso Rodari e bottega, San Bartolomeo, particolare, Como, facciata del Duomo
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Fig. 5 Tommaso Rodari e bottega, Adorazione dei pastori, particolare, Como, facciata del Duomo
Fig. 6 Tommaso Rodari, San Pietro, particolare, Como, facciata del Duomo