La voce di Cianciana n4 novembre2001

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Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana! Numero 4 - novembre 2001

Caterina Amato festeggia i suoi “primi” 100 anni Riaperta la Chiesa Madre dopo un lungo periodo di restauro La storia di “Piticaneddu”, tipico personaggio ciancianese

In questo numero:

Rubriche:

F. Vincenzo Sedita - sacerdote e poeta

Pag. 3

La posta dei lettori

Pag. 2

La Chiesa Madre dopo il restauro

Pag. 4

An English Abroad

Pag. 5

La storia di Piticaneddu

Pag. 6

Il salotto della poesia

Pag. 7

Don Gerlando Re - un martire ciancianese

Pag. 10

Case in festa

Pag. 8

Il piacere di ritrovarsi

Pag. 12

Almanacco

Pag. 13

Il successo negli USA di Andrea Arcuri

Pag. 14

Briciole di saggezza

Pag. 15

Lillo Pecoraro - batterista per passione

Pag. 15

Ricette nostrane e saluti

Pag. 16

Non possiamo tacere

E

' trascorso poco più d'un mese dal fatidico 11 settembre. Quanto è successo a New York e a Washington è un fatto gravissimo, un punto di non ritorno; una di quelle date che cambiano il corso della storia, le abitudini e il modo di rapportarsi delle persone. Settemilacinquecento vittime dicono che nel mondo sono ancora molti i problemi da risolvere e chi si illude di poterlo fare con aerei kamikaze o bombe umane è un pazzo fanatico. La violenza genera violenza, vittime innocenti e non risolve nulle perché innesca una spirale senza fine. Non possiamo consentire che un gruppo di oscurantisti tenga in ostaggio il mondo occidentale, tutto il mondo. Noi non siamo superiori a nessuno come civiltà, ma siamo orgogliosi e gelosi dei nostri valori di civiltà, delle conquiste ottenute nel corso dei secoli, attraverso movimenti culturali quali Rinascimento, Illuminismo e Positivismo. Abbiamo inculcato nei nostri figli i valori della pace e della tolleranza, il rispetto della dignità di tutti gli uomini. Abbiamo appreso che molte divergenze si appia-

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nano col dialogo, che i frutti della pace e della civile convivenza sono inestimabili, irrinunciabili e insostituibili perché "nei periodi di pace crescono le cose piccole, durante le guerre muoiono le cose grandi". Chi ignora questi valori e ricorre alla violenza più abietta e cieca, al terrorismo si pone automaticamente fuori del mondo civile e non merita considerazione o giustificazione; non ci sono ragioni che tengano. Va schiacciato inesorabilmente. Settemilacinquecento morti innocenti, che appartengono a tutti, devono spingerci a riflettere, a produrre uno sforzo che ci consenta di costruire un mondo più bello, più pulito, più giusto, nel quale siano compendiati i diritti e i bisogni di tutti, al di là delle differenze di lingua, razza e religione. Questo messaggio è rivolto alla considerazione e alla riflessione soprattutto dei giovani perché il futuro loro appartiene e perché sappiano costruire una società migliore di quella che stanno ricevendo in eredità. Eugenio Giannone


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