Per un disegno più grande - Superare il dolore dell'aborto spontaneo e della sterilità con la fede

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Artbook of Hope

PER UN DISEGNO PIU’GRANDE

Superare il dolore dell’aborto spontaneo e della sterilità con la fede

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Artbook of Hope

PER UN DISEGNO PIU’ GRANDE

Superare il dolore dell’aborto spontaneo e della sterilità con la fede

Da un progetto nato per il gruppo di “Mogli e Mamme per vocazione” Versione riveduta e ampliata

A Te Padre Creatore, che conosci il tempo di ogni creatura, a Te Dio Figlio, insegnaci ad essere come tua Madre, a Te Santo Spirito, soffia sui nostri cuori e dona nuova vita.

A Te, Santa Trinità, queste umili righe e questi fogli macchiati di colore; per Te, per la Tua gloria.

PREFAZIONE

“SiabenedettoDio,PadredelSignorenostroGesùCristo,Padremisericordioso e Dio di ogniconsolazione, ilqualeciconsola inogni nostratribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con laconsolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.”

2 Corinzi 1,3-4

Questo testo nasce come raccolta delle consolazioni ricevute dalla ParoladiDioedall’esperienzadifede,raccoltedal2019al2024. Michelangelo e Angelica (2019), Emanuel (2020), Luce (2021) e Gabriele (2022) sono i nomi che io e mio marito abbiamo dato ai nostri cinquebimbichesonoinCielo.

Queste pagine sono nate da una iniziativa del gruppo di “Mogli e Mamme per vocazione”: le amministratrici mi hanno contattata per scrivere alcuni articoli che aiutassero le donne credenti che, come me, hannovissutoildoloredellaperditadiunfiglio.

AversperimentatoquestodolorequattrovoltemifacevachiedereaDio: “Padre perché? Perché ancora una volta? Non era sufficiente la prima?” coniltempohocapito,ilSignorevolevadonarmileconsolazionidelcaso perpoternefarepartecipialtredonne.

Io ho raccolte tutte quelle che mi sono state donate, spero che possano daresperanza.

Atecheleggichiedodiavereleorecchiedelcuoreaperteeascoltare le parole di amore che il Signore ti sussurra nel tuo dolore.

ErikaFossati

DIO PIANGE CON TE

“Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito” Salmo 33, 19

Dopounabortospontaneoilcuoreelamentesiaffollanocontinuamente dipensierieaccusecontroDio:

Perchélohaipermesso?

Nonpotevifarvivereil/la mio/abambino/a?

Nont’importanulladinoi?Dellanostrafamiglia?

Tuchehaiilpoteresullavitaelamorte,perchénonhaiagito?

InrealtàDioproprioinquelmomentostapiangendoesoffrendoinsieme anoi.

SesolopotessimoapriregliocchidelcuoreedellospiritoLovedremmo lìvicinoanoi,chepiangeecistringeasé.

Se ci fosse difficile pensare questo ci basterà leggere alcuni brani del Vangelo.

CibasteràricordareGesùelasuaprofondacommozionequandovideil dolore della vedova di Nain che camminava dietro la bara del suo unico figliomorto.

PotremopensarepoiallelacrimedelNazarenoquandogliriferironoche Lazzaro,suoamico,eramorto.

Nonsolo,potremosentirepiùvicinaMariaSS.maquandoaipiedidella crocesoffrivaterribilmentevedendosuofiglio morireincroce:unaspada lestavatrafiggendol’anima.

DioeMariaSS.masonovicinoatecheproviquestograndedolore.

Se ti può essere di piccolo conforto molte delle grandi donne e sante dellaBibbiahannovissutoquestodolore.

Oltre a Maria SS.ma possiamo ricordare le tante donne che la Sacra Scritturachiama“sterili”.

Non sempre questo concetto in antichità indicava le donne che non potevano concepire ma racchiude anche coloro che avevano avuto aborti spontanei.

Cenesonotantissime nell’anticoTestamento:Sara,mogliediAbramo, Rebecca, moglie di Isacco, Rachele, moglie di Giacobbe, Tamar e altre donnesantechehannovissutoiltuostessodolore.

Nonseisola,DioèconTeepiangeinsiemeate.

UngiornoinCieloEglitispiegheràilperchéhapermessocheaccadesse tuttociò,maoratibastisaperecheEglièvicinoesoffreinsiemeaTe.

ANCHE SE PER POCO TEMPO È

DONO

“Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.”

Romani 8,18

Ifiglisonoundono.

Noinonsappiamo quantotemporesterannoconnoi:forsegiorni,pochi mesioppureanni.

Ciò che conta è sapere che il Signore ce li ha donati e sono preziosi ai Suoiocchi.

Dobbiamo averne cura come madri e compiere la missione a cui il Signore ci ha chiamato. Lui che governa ogni cosa, sa come dobbiamo vivereiltempochecidona,servendolocomemadrioppureinaltromodo.

InostrifiglisonoprimadituttofiglidiDio.

DovremoricordarecheanchenoisiamoSuoiechelanostravitaènelle Suemani,comequelladeifiglichecihaaffidato.

Dio oltre ad essere Padre è Creatore: solo Lui ha autorità di decidere qual è il tempo necessario affinché una vita possa compiere la Sua missione specifica. Anche se per poco tempo la vita di tuo/a figlio/a ha illuminatolavostrafamigliaehacompiutotuttoquellochec’eradafare.

Santa Teresa di Calcutta in India raccoglieva i bimbi morenti per le strade e credeva che anche se stavano morendo tra le sue braccia, averli amati per pochi minuti potesse dare un senso e significato profondo alla loroesistenza.

Impariamo a ringraziare Dio per aver avuto la possibilità di avere dei figli che hanno fatto parte della nostra famiglia, anche se solo per poco tempo,perchécisonopersonechenonhannoavutoquestograndedono.

MADRI PER SEMPRE

Dice il Signore: “Trattieni la voce dal pianto, i tuoi occhi dal versare lacrime, perché c’è un compenso per le tue pene… i tuoi figli torneranno… c’è una speranza per la tua discendenza” Geremia 31, 16-17

Nonostanteil nostrocompito umano termini nel momentoin cui la vita cheportiamoingrembosiinterrompe,siamo madri…persempre.

Essere madri di bambini che sono in cielo è una possibilità favorevole perunamamma.

Abbiamo avuto la grazia di donare loro vita terrena, ora vivono quella eternaebeataincieloequestoècomunqueunaspettopositivo.

Nellebreviesistenzec’èlaperfezioneesantità.

Tuttoquestoècomunqueunbenedesiderabileperiproprifigli.

Basti pensare alle preghiere quotidiane delle mamme per i loro figli: “Signore salva i miei figli, fa che possano venire in Paradiso e stare con te”.

Ora sono piccole anime sante che possono svolgere una funzione di intercessione per i genitori e per gli eventuali fratelli. Possiamo pregare insiemeconloroe tuttalafamiglia,comeincielocosìinterra.

Inoltre se ne sentiamo la mancanza possiamo abbracciarli nel nostro cuore. Chiediamo a Dio che ce li faccia abbracciare spiritualmente o sognare e che ci consenta di sentire nel proprio cuore la presenza del nostro/afiglio/a.

Sarebbe bello dare loro un nome,se non lo abbiamo ancora fatto e fare unquadroconl’ecografia,tenendolivicinoallefotodellafamiglia.

IN DIO NON È PERDUTO

“Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. Luca 20,38

Inostribambininonsonoperduti.

InquestoversoedinaltreparolediGesùnelVangelosicomprendeche colorochenoncisonopiùsullaterrasonoviviinDio.

Il Signore dei cieli non perde nessuno e tutto Egli conserva vivente nel SuomeravigliosoRegno.

Papa Francescoha confermato con le sue parole questo concetto:"Con Dio,lavitanonmuoremai".

Numerose le testimonianze ed esperienze ai confini della vita che confermano che i piccoli sono in Paradiso e saranno i primi che accoglierannoigenitoriinquelmeravigliosoluogo.

Una testimonianza è stata riportatada un bambino di nome Colton Burpo, di soli 4 anni, chedopo un comaracconta alla madredi aver incontratolasorellinaabortitaspontaneamentedicuiluinonpotevasapere nulla perché i genitori non gli avevano mai parlato della gravidanza complicatadella madre.

Lasua storia èriportata nel testo daltitolo "Il Paradiso perdavvero"da cuièstatotrattounfilm.

Viriportounostralciomoltotoccantediquestoargomentoriportatonel testo:

Colton (disse) “Non preoccuparti, mamma. La sorellina sta bene. L’ha adottataDio...Hadettochenonvedel’oradiritrovarviinParadiso"1.

Possoconfermarequestotipoditestimonianzeperchéhoavutolagrazia di viverneuna anche io, molto simile e credo non sia un "caso" che abbia la possibilità di parlarvene a sostegno della tesi che i nostri piccoli sono vivinelRegnodiDioeattendonoedintercedonoperipropricari.

1 "Il Paradiso per davvero”, di Todd Burpo, Editore Best BUR, pagg. 142-143

PER UN DISEGNO PIU’ GRANDE

“Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il Suo disegno”

Romani 8,28

Nonèsemprefacilefarepropriaquestaveritàchesievinceparafrasando le parole di San Paolo: “Dio fa accadere nella vita ogni cosa per amore e perché c’è un progetto di amore più grande di quello che si può immaginare”.

Questa è una verità che come credenti dovremmo accettare sempre, soprattuttoinquestasituazionedifficiledell’abortospontaneo,quasifosse undogma,perchésolocosìlapacepotràscenderenelnostrocuore.

Spesso ci tormentiamo ancora, come mamme, ripensando alle cose che potevamofareononfareperevitarecheaccadessel’abortospontaneo,ma inrealtàilproseguimentoomenodiunavitadipendedallavolontàdiDio, indipendentementedaciòchecomemadripossiamofare.

Dobbiamo accettarlo e pensare che se Dio ci toglie qualcosa è perché vuoledarcimoltodipiùdiciòchenoipensiamopossaesserenecessarioe positivoperlanostravita.

Cerchiamo di fidarci di Dio, anche se non ne capiamo o conosciamo i piani.

Gesù dirà a Pietro queste parole: “Tu non sai ora quello che faccio, ma locapiraidopo”.

NoinonconosciamotuttoquellocheDioconosce,quindinonpossiamo comprendere appieno le scelte che Dio opera nella nostra vita, ma un giornoleconosceremo,Eglicelespiegherà.

Oraperòcivienechiesto diaffidarcia Lui,sapendocheunPapà che ci ama tanto come Dio, può solo progettare un meraviglioso disegno per la vitanostraequelladellanostrafamiglia.

Termino con le parole che Gesù disse al capo della sinagoga Giáiro, appena ricevette la notizia che sua figlia era morta: “Non temere, solo continuaadaverefede!”

IL FILO D’ORO DEL DISEGNO DI DIO

“Il disegno del Signore sussiste per sempre, i progetti del suo cuore per tutte le generazioni”

Tuttoquelloche cisuccede,le gioiee idolori,le grazie ele disgrazie,i momenti importanti e quelli apparentemente insignificanti, tutto acquista un nuovo significato quando comprendiamo che viene dalle mani di Dio, che è Amore. Egli vuole, o permette, ogni cosa per il nostro bene, anche seavolteèdifficiledavedereodaaccettare.Eppure,quandocifermiamo a guardare con gli occhi dell’anima, possiamo scorgere un filo d’oro che lega insieme tutti gli avvenimenti della nostra vita, creando un magnifico ricamo:ildisegnodiDioperciascunodinoi.

Come diceva Chiara Lubich, c’è un filo d’oro che unisce tutto ciò che viviamo,ancheimomentidisofferenza,ancheleesperienzechesembrano privedisignificato.Questofilod’oroèl’amorediDio,chetrasformaogni cosa, anche le difficoltà, in parte di un disegno più grande. È un disegno che spesso non possiamo vedere nella sua interezza, ma che ci invita a fidarcidelfattochenullaè lasciatoalcasoeche tuttoè parte delpianodi Diopernoi.

Quando viviamo con questa consapevolezza, ogni esperienza diventa un’opportunitàperavvicinarcidipiùaDioepercrescerenellafede.Anche i momenti di dolore, anche le difficoltà quotidiane, possono diventare strumenti di grazia. Il lavoro di tutti i giorni, le piccole sfide e le grandi prove,tuttoacquistaunsensonuovo,perchésappiamocheèoffertodaDio per il nostro bene. E, col tempo, possiamo vedere come tutte queste esperienze, intrecciate insieme, formano un disegno meraviglioso, un disegnochesolol’amorediDiopuòcreare.

Salmi

Dio ci invita a fidarci di Lui, a lasciarci guidare dalla Sua mano, anche quandononcomprendiamo.E,primaopoi,ciaccorgeremochetuttohaun senso,cheognifiloèstatotessutoconamore,e cheildisegnocheDioha creato per ciascuno di noi è più bello di quanto avremmo potuto immaginare. Questo è il filo d’oro del Suo amore, che trasforma ogni eventonegativodellanostravitainunabenedizione.

SIAFATTA LA SUAVOLONTÀ, COME MARIA

“Eccomi sono la serva del Signore avvenga di me secondo la tua parola” Luca 1,38

Dioèunpadre.

Dio non èun’assicurazionesullavita osullecose brutte checi possono accadere.

Eglinoncievitaildoloreetuttohapredispostonelsuodisegnobenevolo perognunodinoi.

Dioèunpadrecheeducaiproprifigli.

Desidera che cresciamo e vuole insegnarci che con Lui possiamo affrontareildolore,ladifficoltàesuperarli.

QuestohaunimportantescoponelprogettodiDio:Eglipotràaverefigli che sono capaci di crescere e di superare il dolore, anche il più grande, camminandoeaggrappandosiaLui.

Dobbiamo averefiduciacheunpadrefaràsempreil meglioperipropri figlieconamoresaràsemprevicino.

Eglinoncidonatuttoesubito.

Se consente qualche cosa nella nostra vita è perché sa che può portare beneficio,anchesequestorestaunprocessomisterioso.

Egli ascolta tutte le nostre preghiere e risponde come un padre: a volte conun“Si”,dellevolteconun“No”,altrevoltecon“aspetta”.

Dobbiamo attendere con pazienza l’avverarsi delle promesse di Dio nellanostravitacomehafattoAbramo.

“Così avendo aspettato con pazienza, Abraamo vide realizzarsi la promessa”.

Dobbiamo fidarci dei Suoi tempi ed accettare la Sua volontà come ha fattoMaria.

Maria SS.ma non ha accettato solo il bene dalle mani di Dio, come potevaesserelagravidanzaela maternità.

EllahaaccettatoanchecheDioavevastabilitogiornididoloreperleie dipassioneemorteperilpropriofiglio.

Ricordiamo sempre che prima di essere madri, dobbiamo imparare ad essereFigliedelPadre.

In questo avvenimento negativo della nostra vita proviamo a ricercare comunque le cose positive che Dio ci ha concesso e abbiamo fiducia che prestootardiquestodoloresitrasformeràinbenepernoi.

Nellacreazioneabbiamoalcuniesempi:dopolanottetornailsole,dopo lapioggiaapparel’arcobaleno.

GRAZIE PADRE PER QUELLO CHE NON HO

“Posso scegliere se essere arrabbiato con Dio per quello che non ho oppure ringraziarlo per quello che ho. Io scelgo la gratitudine.

Grazie oh Padre per quello che fai per me”

Nick Vujicic

“E se Dio non potesse donarti nulla di tutto ciò che gli chiedi, tu lo amerestiancora?

Saresti con Lui anche se non potesse soddisfare nessuna delle tue richieste?

SarebbeancorailtuoDio?”

Sono queste alcune delle domande che mi sono posta dopo i 3 aborti spontaneichehoavuto.

Einquelmomentomièsembratodiesseregiuntaaunbivio,aunpunto dinon-ritornoemisonosentitachiamataafareunascelta:

PotevocontinuareadesserearrabbiataconLui,gridarGlicontro,dinon aver lasciato in vita i miei figli, potevo torturarmi pensando che Dio non amassemeela miafamiglia…

…oppure

potevo ringraziarLo per il progetto di vita che aveva pensato per me e miomaritonondonandocifiglisullaterra.

Ecosìhodecisodifidarmi.

SePapàhastabilitoquestoperlamiavitaioLoringrazio.Luisameglio dimedicosahobisognonellamiavitaequindièrisuonatainmelafrase: “GraziePadreperquellochenonho”.

In quei momenti di totale abbandono alla Sua misteriosa volontà il mio cervello ha smesso di arrovellarsi e una grande pace ha inondato il mio cuore.

Ehocapito:bisognaamareDiononperidonioi miracolicheEglipuò compierenella nostravita operchécidonaciòche glichiediamo masolo per quello che Lui è, il mio Dio, e accettarlo con tutto ciò che comporta, ancheunprogettodivitadiversodaquellochesognavo.

Dobbiamo aspirare a stare con ilSignore,aipiedi delsuo trono,tutto il restoè menoimportante.

Concludo l’articolo con questo consiglio che ripeto anche a me stessa: non soffermiamoci a pensare a ciò che ci manca, ma iniziamo a guardare congratitudineciòcheabbiamo,ancheinCielo.

STIMARE IL DOLORE, UN TESORO

“Per fede Mosè… stimò gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto” Ebrei 11,26

“Per la gioia che era posta dinanzi (a Gesù), Egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia e si è seduto alla destra del trono di Dio” Ebrei 12,2

Nel mondo frenetico che ci circonda, il dolore è spesso visto come un nemico da combattere, una sensazione da cui fuggire a ogni costo. Ricorriamoafarmaci,terapie,distrazioni,purdianestetizzareilcuoreela mente,purdievitareilconfrontoconlasofferenza.

Maesisteunaltromododiguardarealdolore,unmodochesidischiude soloattraversogliocchidellafede.

ComescrivePaulClaudel:

“Diononèvenutoasopprimerelasofferenza, nonèvenutonemmenoaspiegarla.

ÈvenutopercolmarlaconlaSuapresenza”.

Nella luce di queste parole, il dolore si svela non come una punizione, ma come un’occasione preziosa, una via privilegiata per incontrare Dio, persperimentarelaprofonditàdelSuoamore.

Nelpensierocristiano,lasofferenzaassumeunnuovosignificato:nonè la vendetta di un Dio irato, ma il segno tangibile del Suo amore infinito, una via dolorosa, ma purissima, verso la santificazione. Ricordiamo Giobbe, uomo giusto e timorato di Dio, messo alla prova da perdite strazianti e da sofferenze indicibili. Egli, nella sua fedeltà incrollabile, ci insegna che anche nel buio più profondo, anche quando tutto sembra perduto, la presenza di Dio rimane costante, un’ancora di salvezza a cui aggrapparci con tutte le nostre forze. Come Giobbe, anche noi siamo chiamatiaparteciparealmisterodelCristosofferente,acondividereilSuo calvario, certi che dall’abisso del dolore può risplendere la luce della resurrezione,lavittoriadell’amoresullamorte.

La tradizione cristiana ci ricorda che la sofferenza di per sé non è salvifica,malodiventaquandoèvissutaconamore,confede,conlagrazia di Dio che ci sostiene e ci accompagna. Chi segue Gesù non è esente dal dolore, anzi, è chiamato ad abbracciarlo, a trasformarlo in un’offerta d’amore, a viverlo con Lui, per Lui e in Lui. Per comprendere appieno il significato profondo del sacrificio di Cristo, dobbiamo ridefinire il nostro concetto di sacrificio, spogliandolo della sua connotazione negativa, di privazione e sofferenza. Sacrificio, nella sua essenza più pura, significa “rendere sacro”, offrire a Dio il nostro dolore, trasformandolo in un dono prezioso, in un atto di amore. È attraverso questa offerta, questa trasformazione alchemica, che il dolore si trasmuta da pena sterile in strumento di santificazione, in un ponte che ci conduce a una comunione piùintimaconDio.

Così,ancheildolorepiùstraziante,comequellodelluttodiunfiglio,se visto con gli occhi illuminati dalla fede, si trasforma in un tesoro inestimabile. Un tesoro che, se accolto con dignità, con coraggio, con la fiducia incrollabile nell’amore di Dio, porta frutti di grazia e di santificazione nella nostra vita. Ogni cosa che Dio permette, anche la più dolorosa, è parte del Suo disegno d’amore per noi, un disegno che spesso ci appare misterioso, incomprensibile, ma che un giorno, nella luce dell’eternità,sirivelerànellasuapienezzaebellezza.ComeciricordaSan Paolo, “ogni cosa coopera al bene di coloro che amano Dio i quali sono chiamatisecondoilsuodisegno.”

Comel’ostricache,condelicatezzaeperseveranza,avvolgeungranello di sabbia irritante con strati di madreperla, trasformandolo in una perla preziosa e luminosa, così noi, con la fede come nostra guida, possiamo trasformareildoloreinuntesorodiinestimabilevalore.

Non siamo abituati a vedere la sofferenza come un’opportunità di crescita, ma la fede ci insegna che anche nel buio più profondo, Dio è presente,epuòtrasformarelenostreferiteinperlediluce.

IlKintsukuroi,l’artegiapponesediriparareleceramicherotteconl’oro, ci ricorda che le cicatrici, se illuminate dall’amore di Dio, possono diventare segni di bellezza, di forza, di resilienza. Anche nel dolore più profondo,anchenelluttodiunfiglio,possiamotrovarelaforzadirialzarci, di continuare a camminare, di scoprire la bellezza nascosta nel disegno d’amorecheDiohatracciatopernoi.

PROVE SCIENTIFICHE CHE RIMANE

CON NOI

“Egli… fa abitare la sterile nella sua casa quale madre gioiosa di figli.”

Salmo 113,9

Perdereunfiglioèunadelleesperienzepiùdevastantieinimmaginabili cheunamadrepossaaffrontare.

C’è però un barlume di speranza, un piccolo segno che il legame trala madreeilfigliopersiste,inunmodocheforsenonèstatomaiconsiderato. È chiamato “microchimerismo materno-fetale”. Questo fenomeno scientifico, studiato per anni, rivela che alcune cellule del bambino rimangononelcorpodellamammaperanni,decenni,oaddiritturapertutta lavita.

Il microchimerismo materno-fetale avviene quando le cellule dal feto migrano attraverso la placenta e si stabiliscono nel corpo della madre. Questecellulepossonointegrarsiinvaritessutidelcorpomaterno.Inaltre parole,partidelfigliocontinuanoaviveredentrola madre.

Questo potrebbe suonare strano, o persino incredibile, ma i ricercatori hanno scoperto tracce di queste cellule in madri decenni dopo la gravidanza.Èunfenomenoaffascinantechedimostraquantoprofondosia illegamebiologicotrauna madreesuofiglio.

Anchesenonpuòeliminareildoloredellaperdita,lacomprensionedel microchimerismo può dare una speranza. Il bambino rimane nel corpo della madre, a livello cellulare. Una prova tangibile che l’amore materno èqualcosachesuperalacomprensioneumana,chetrascendeiltempoela morte.

Ognivoltachecisentiamosolee sentiamo la mancanzadeinostri figli, ricordiamo questo. Le cellule di nostro/a figlio/a continuano a vivere in noi,rendendolopartedelnostroessereinunmodofondamentaleereale.

Nel silenzioso linguaggio dell’amore eterno, il microchimerismo materno-fetalecisussurrache,anchenellaperdita,rimaniamoeternamente unite ai nostri figli, ospitando nel profondo del nostro essere una parte di lorochecontinuaavivere,abrillare.

La perdita è un percorso difficile, e non c’è modo di minimizzare il dolore che comporta. Ma, mentre attraversi questo percorso, spero che la conoscenza di questo fenomeno scientificopossa offrirti un po’ di conforto. Non sei sola. Sei e sarai sempre la madre del tuo bambino. E in qualchemodo,tuofigliovivràsempreinte.

IL RUOLO DEL PADRE

Non tenere, non sei solo!

Spesso il padre, in queste situazioni, viene messo da parte, come se il suo dolore fosse meno importante. Ma il padre soffre, e il suo cuore si spezza come quello della madre. Il suo dolore è spesso nascosto perché sentedidoveressereforteeproteggere.Così,troppospesso,ilsuodolore restainvisibileaglialtri.

MaDio,nostroPadreceleste,capiscequestodolore.Luihavistomorire il Suo unico Figlio, quindisa cosa significa soffrire.Dio è vicino ai padri che piangono in silenzio, che nascondono le lacrime per non sembrare deboli.Luioffreconfortoaqueipadrichecercanodiguarireillorocuore spezzato.

Questoèunmessaggiopervoi:

“Padri,nonabbiatepauradimostrareilvostrodolore.Levostrelacrime non sono un segno di debolezza, ma un segno di amore. Dio vi vede, vi ascolta e vi abbraccia. Il vostro dolore merita di essere condiviso. Anche voisieteaccoltidaLuieaveteildirittodipiangereediessereconsolati. Ilcammino è difficile, ma nonsiete soli.Dio è con voi,proprio come è conlemadri.Nelvostrosilenzioenellevostrepreghiere,c’èunaforzache vi sostiene. Anche nel dolore, siete amati profondamente, e Dio vede e accoglieilvostrolutto.”

LA STORIA DEGLI UOMINI E DELLE DONNE STERILI NELLABIBBIA

“Ciò che è stato sarà… non c'è niente di nuovo sotto il sole.”

Ecclesiaste 1,9

LaBibbiaèpienadistoriediuominiedonnechehannosperimentatola sterilità e il dolore della mancanza di figli. Queste storie ci mostrano che Dio è vicino anche in questi momenti di sofferenza e che il Suo piano si realizzaanchequandosembrachetuttosiaperduto. Abramo e Sara sono un esempio potente di come Dio opera anche nell’impossibile.Saraeraavanzatanegliannienonavevamaiavutofigli, ma Dio le fece una promessa. Anche quando tutto sembrava ormai senza speranza, Dio intervenne, e nacque Isacco. Questo ci insegna che Dio è fedele e che le Sue promesse si realizzano, anche quando sembra che sia troppotardi.

IsaccoeRebeccaaffrontaronoanch’essiildoloredellasterilità.La loro storia ci ricorda l’importanza della preghiera e della perseveranza. Isacco pregò intensamente per sua moglie, e Dio rispose alla sua preghiera, donandoloroduefigli,GiacobbeedEsaù.QuestastoriacimostracheDio ascoltalenostresupplicheechelaSuarispostaarrivaalmomentogiusto. GiacobbeeRachelevisseroundoloreprofondoacausadellasterilitàdi Rachele. Lasua sofferenzaeragrande, ma allafine Dio le donò un figlio, Giuseppe,cheavrebbeavutounruolofondamentalenellastoriadelpopolo di Israele. Anche qui vediamo che Dio non abbandona mai chi soffre, e cheilSuopianoèsemprepiùgrandediquantopossiamoimmaginare. Anna, la madre del profeta Samuele, ciinsegna l’importanza della fede e della promessa. Anna pregò con tutto il suo cuore e fece un voto a Dio, chiedendo un figlio. Dio ascoltò il suo grido e le donò Samuele, che divenne uno dei più grandi profeti di Israele. La storia di Anna ci incoraggia a non smettere mai di sperare e di credere nella bontà di Dio, anchequandosembrachelenostrepreghiererestinosenzarisposta. AncheZaccariaedElisabettaaffrontaronolasterilitàpermoltianni.Ma Dio aveva un piano speciale per loro: il loro figlio, Giovanni Battista, sarebbe stato il precursore di Gesù. Questa storia ci insegna che la nostra sofferenza può avere uno scopo più grande, e che Dio può usare il nostro doloreperportarelucealmondo.

Infine,TamarcimostracomeDiopossatrasformareanchelesituazioni piùdifficiliinunabenedizione.Tamarsitrovòinunasituazionedisperata, ma Dio intervenne e la sua discendenza divenne parte della genealogia di Gesù. Questa storia ci ricorda che Dio è sempre al lavoro, anche nelle situazionichesembranopiùoscureesenzasperanza. Queste storie bibliche ci offrono speranza. Ci mostrano che Dio non dimenticachisoffreechelasterilità,ildoloreelaperditanonsonolafine dellastoria.Dioèconnoi,ciascoltaehaunpianoperlanostravita,anche quando non riusciamo a vederlo. Egli è il Dio dell’impossibile, e con Lui tuttelecosesonopossibili.

LA BELLEZZA DEL DOLORE CONDIVISO

Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadere, l’uno rialza l’altro. Ecclesiaste 4,9-10

Ildolorechecondividiamoconilnostropartnerpuòdiventareunaforza perlacoppia.Quandoaffrontiamoinsiemeunaperdita,possiamoscegliere di avvicinarci ancora di più. La vulnerabilità reciproca e le lacrime condivise rafforzano il legame tra marito e moglie. In quei momenti di sofferenza,possiamoriscoprireunaconnessioneprofondaesincera.

Mostrarsi vulnerabili con il partner costruisce una fiducia più solida. Bastaunamanostretta,unabbraccio,lapresenzasilenziosaaccantoanoi. Questi gesti ci ricordano che non siamo soli e che l’amore è più forte del dolore.

Ildolorecondivisopuòdiventareunabasesucuiricostruirelarelazione, fatta di comprensione e amore incondizionato. Quando il dolore viene accolto e condiviso, può trasformarsi in uno strumento di guarigione. Possiamoimparareaconoscercimeglioeacapireibisognidell’altro.Ogni provaaffrontatainsiemerendeilnostrolegamepiùforte.

Dio è presente in questo cammino di coppia. Quando due persone soffronoinsiemeesisostengono,lagraziadiDioèconloro.Luibenedice l’amore che resiste e che cresce anche nelle difficoltà. Il dolore non è facile, ma quando è condiviso, diventa un’occasione per scoprire la bellezzadell’amorevero,quellochenonsiarrende.

Anche nelle difficoltà più grandi, l’amore può crescere. Insieme, come coppia,possiamoaffrontaretutto,sapendocheDioèconnoiecheilnostro amore,anchesesegnatodallasofferenza,puòdiventarepiùfortediprima.

LA FECONDITA’ DELLO SPIRITO

Dio non è estraneo alle sofferenze di quelle coppie che non riescono a concepire un figlio, ma le esorta a coltivare questo desiderio nella logica del dono, all’interno dell’ordine voluto dal Creatore. Anche una sterilità fisicapuòtramutarsiinunagrandefeconditàspirituale.

Lasofferenzadinonpoteraverefiglièunacrocedifficiledaportare,ma Gesù ci ha mostrato che la croce può essere una sorgente di vita nuova. Attraverso l’unione alla croce di Cristo, ogni coppia può scoprire una dimensione più profonda del loro amore, una dimensione che va oltre la maternitàelapaternitàfisica.

Lafeconditànonsilimitaalconcepimentobiologico.Lecoppiechenon possono avere figli possono essere feconde in molti altri modi: possono adottare bambini abbandonati, diventando per loro genitori amorevoli, oppure possono impegnarsi nel servizio agli altri, portando amore e cura dove c’è bisogno. Questo è il significato della fecondità spirituale: è un amore che si dona, che si espande, che porta frutto al di là di ogni limite fisico.

Dio ci invita a guardare oltre ciò che manca e a scoprire la bellezza di ciò che possiamo dare. Anche nella sterilità, c’è un’opportunità per diventare strumenti del Suo amore, per trasformare il nostro dolore in un dono per gli altri. È in questa generosità che troviamo la vera fecondità, unafeconditàchenonsimisurainterminidifiglibiologici,maintermini diamoredonatoevitetrasformate.

UnendociallacrocediCristo,ilnostrodolorediventaparte diunpiano piùgrande,unpianocheportavitaesperanza.Lafeconditàdellospiritoè undonocheDiooffreatutti,anche achinonpuòaverefigli,e ciinvitaa partecipare alla Sua opera di redenzione, trasformando il nostro dolore in amore, la nostra mancanza in abbondanza, e la nostra sofferenza in una sorgentedivitanuovapernoieperglialtri.

CONCLUSIONE

“Meglio essere senza figli e avere la virtù, poiché nel ricordo di questa c’è immortalità, per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini. Presente è imitata; assente è desiderata; nell’eternità trionfa, cinta di corona, per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia.”

Sapienza 4,1-6

Ilviaggioattraversolepaginediquestolibro,intrisodicoloreedifede, ci ha condotto attraverso il paesaggio desolato del dolore, illuminandolo conlalucedellasperanza.

Abbiamo ascoltato il pianto silenzioso di Dio accanto a noi, abbiamo riconosciutoildonoprezioso,anchesebreve,dellavita deinostripiccoli, eabbiamocompresocheillegamed’amoreconlorononsispezzamai,ma sitrasforma,sieleva,sispiritualizza.

Siamo madri per sempre, custodi di un amore che trascende il tempo e lo spazio. I nostri figli non sono perduti, ma vivi in Dio, parte integrante di un disegno più grande, di un mosaico d’amore che solo Lui, nella sua infinitasapienza,puòcomprendereappieno.

ComeMariaaipiedidellacroce,siamochiamateadaccettarelavolontà del Padre, anche quando ci appare incomprensibile, dolorosa, ingiusta. A fidarcidelsuoamore,anchequandolenostrebracciastringonoilvuoto,e ilnostro cuoregridadi dolore. A ringraziareper quello chenon abbiamo, perché nella spogliazione, nel silenzio dell’accettazione, si apre lo spazio perlagrazia,perlascopertadiuntesoronascostoneldolore.

Come le ostriche che trasformano un granello di sabbia irritante nella preziosa perla, così noi, con la fede, possiamo trasformare il dolore della perdita in un’occasione di crescita, di santificazione, di unione più profondaconDio.

Ilmicrochimerismo,nellasuasilenziosaeloquenzascientifica,ciricorda che illegamecon inostrifigli rimane impresso nelnostrostesso essere,a livellocellulare,un’ecopersistentediunamorechenonconoscefine.

Comeultimodono,Diohadonatounfiglioatuttinoi,ilsuounicoFiglio, Gesù Cristo, che ha sofferto ed è morto sulla croce per redimerci dal peccato e dalla morte,peraprircile portedelParadiso, perdonarcila vita eterna.

Nella sua sofferenza e nella sua resurrezione, troviamo la forza e la speranzaperaffrontarelenostreprove,pertrasformareildoloreinamore, perguardare alfuturocon fiducia,sapendochela morte non èlafine, ma l’iniziodiuna nuovavita,unavita di gioiae di amoresenzafine,insieme aDioeainostriamatifigli.

Al di là del velo del visibile, si estende il Regno di Dio, un giardino di luceedicoloredovei nostripiccoli ciattendono,danzandotrai fioriele acquecristallinedelfiumedellavita.Equando,finalmente,varcheremola soglia del Paradiso, li ritroveremo, avvolti nella luce di Dio, pronti ad accogliercinelloroabbraccioeterno.

E allora comprenderemo appieno il disegno d’amore che il Padre ha tracciato per noi, un disegno che, attraverso il dolore e la speranza, ci ha condottoacasa,traleSuebraccia.

Un figlio è nato per noi.

Carne della nostra carne, sangue del nostro sangue. Perché noi possiamo essere figli.

E nulla di noi vada perduto, ma tutto sia redento.

La nostra carne è amata e benedetta.

“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato.”
Isaia 9,5-6

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Cuoregrafia – Come affrontare un dolore o una prova con la fede

Cuoregrafia – Riflessioni sull’aborto spontaneo e la fede

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Tutti

INDICE

1. Prefazione ……………………………………………………………...……..…..….…..

2. Dio piange con te………………………..…………………………………....….…..…..

3. Anche se per poco tempo è dono……..………………………………….….………….

4. Madri per sempre..……………………………………………………….....…………….

5. In Dio non è perduto……….………………………………………….…..…….………..

6. Per un disegno più grande……………….………………………….……..….…………

7. Il filod’oro del disegno di Dio ……………………………………………………………

8. Sia fatta la Sua volontà, come Maria……………………………….………....………..

9. Grazie Padre per quello che non ho….……………………….……………….…..……

10.Stimare il dolore un tesoro……………………………………………………..….……..

11.Prove scientifiche che rimane con noi….…………………..………………….……….

12.Il ruolo del Padre ………………………………………………………………………….

13.La storia degliuomini e delle donne sterili nella Bibbia………………………………..

14.La bellezza del dolorecondiviso …………………………………………………………

15.La fecondità delloSpirito………………………………………………………………….

16.Conclusione……………….………………….……………….………………….………..

17.Copyright……………………………………………………….…………………………..

18.Indice………………………………………………….……………………………..……..

Inuncamminodisperanzaefede,"Perundisegnopiùgrande" sirivolgeachihavissutolasofferenzadellaperditadiunfiglio oildoloredellasterilità.ErikaFossatiraccontailsuopercorso attraversoleparoledellafedeeilconfortodellaParoladiDio.

Questolibroinvitaadaffidarsieatrovareconfortonelleprove piùdure,scoprendocheneldolorecondivisoc’èunabellezzache unisce.“Perundisegnopiùgrande”èunfaronellanotte,chenei momentidifficililafedepuòridareluceesenso.

ErikaFossatièpittricedellaluce.Ilsuolavoroprincipalelo svolgecomeartista.ÈsposataeviveinAbruzzo.Inleilapassione perl’arteelafedeinDioviaggianodiparipasso.

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