Agape

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alberto mariani


Volume realizzato in occasione della mostra di Alberto Mariani 8 maggio . 2010

studio d’arte

intervista all’artista Federico Sardella progetto grafico e impaginazione ovostudio.it foto ritratto e opere Fotosereni - Pelicula stampa Grafiche Turato - Rubano, PD


alberto mariani


Il silenzio nell’ascolto.

Conversazione con Alberto Mariani. di Federico Sardella Dio vuole la creazione perché vuole manifestarsi. La vera grandezza è essere strumenti, servi del grande disegno di Dio, fontana che porta l’acqua dalla sorgente a cui è legata, tralcio che fa l’uva perché legato alla vite. AM Dobbiamo essere molto decisi in quello che scegliamo di fare. Il coraggio è insito nella scelta, ed anche se so di andare contro corrente, o di essere fuori moda, a costo di rimanere inascoltato, non cambio posizione e lo ribadisco: tutto quello che faccio lo faccio per servire Dio. Non cerco di convertire nessuno, tanto più che il mio lavoro si svolge nel silenzio, condizione indispensabile per l’ascolto. Chi osserva le mie opere, se ritiene, mi può domandare qualche cosa, ma non sarò mai io, di mia iniziativa, a fornire spiegazioni o ad offrire soluzioni. FS Ascolto le tue parole e mi ritrovo a pensare senza particolare stupore, nonostante inizialmente ti abbia detto che questa tua posizione mi pare poco solita, che, tutto sommato, mi sembra naturale che l’arte abbia a che fare con Dio e con ciò che di più elevato e perfetto possiamo immaginare. Giuseppe Panza di Biumo, me lo ha rivelato Giorgio Colombo in una recente conversazione, riteneva, non a caso, che la mano degli artisti fosse governata da Dio…

AM A molta gente non interessa quello che penso, ma credo che il bello del fare arte sia anche poter esprimere una propria opinione, seppur silenziosamente. Spesso mi si chiede di parlare delle mie opere, o di un’opera in specifico, ma penso che questo non sia necessario, anzi, quanto vado facendo è mosso principalmente dal desiderio di permettere a chi guarda di agire su se stesso. Mi piace l’idea che quando qualcuno osserva una delle mie sculture possa coglierla come meglio crede. Sono più interessato a sapere che cosa questi lavori vanno a scatenare in chi ne gode, piuttosto che spiegare dettagliatamente cosa mi ha spinto a dargli vita. FS Osservando queste sculture da parete che presenterai in anteprima a Padova presso maab studio d’arte, mi trovo a viverle come dei palcoscenici vuoti, come luoghi dove gli elementi architettonici determinano lo spazio e lo caratterizzano, frammentandolo ed indicando allo sguardo una direzione. In alcuni non si avvertono presenze, se non quella della luce che dal fondo pare sgorgare e vivificare tutto quanto, in altri, sulle pareti che danno vita a differenti ambienti, si aprono porte e finestre che leggo come varchi di possibile accesso a luoghi misteriosi ed ignoti ed in altri


AM In queste opere mi ritrovo ad indicare una via di fuga, nel senso che impongo allo sguardo del pubblico un determinato percorso da compiere in libertà. In alcuni casi, diversamente, faccio in modo che chi osserva si trovi di fronte ad un bivio, lasciando che questo possa scegliere se varcare una soglia, affacciarsi ad una finestra o lasciarsi ingannare da una superficie riflettente. Questa ultima, come uno specchio, rappresenta la nostra parte più egoistica: specchiandoti ti vedi, ti domini, ti controlli e disponi di te… scegliendo invece l’altra direzione si sceglierà il nuovo, inevitabilmente inteso come possibile fonte di paure, ma certamente condizione più gratificante ed elevante. FS Più ti avvicini a questo specifico lavoro dove la lastra specchiante ti trae in inganno offrendoti una

visione differente e distante dalla realtà, più ti rendi conto che man mano che osservi con attenzione quello che vedi non è quello che pensi di vedere. Il mistero che in qualche modo metti in scena è sempre riconducibile ad un discorso legato alla fede e a Dio? AM Il mistero è la componente fondamentale del mio modo di sentire la cose. Io non voglio “il tutto subito” e non amo ottenere senza sforzo. Il mistero che tu avverti e che rilevi, il cammino verso il mistero che cerco di suggerire, ti porta ad accettare tempi più lenti. Credo che la vera ricchezza stia nella povertà, e di conseguenza mi muovo, estremizzando il concetto e riducendo tutto ai minimi termini. Il non offrire risposte ti aiuta a trovare la risposta… è la fede che sostiene nell’uomo l’uso corretto della ragione e determina la forma più compiuta di lavoro: l’arte. Queste parole di Giotto che mi piace ricordare mi corrispondono molto e forse possono essere utili per intuire come mi muovo e procedo, senza vanità né desiderio di affermazione, senza arroganza e senza mai parlare di me… ma tentando di raggiungere qualcosa di altro, sinceramente.

intervista

ancora ritroviamo delle presenze manifeste, cariche di significato, come possono esserlo una scala o un albero… In ogni caso, in tutti questi lavori, mi pare che tu voglia suggerire ed indicare un possibile percorso. Io che li osservo ne sono molto attratto, e come vedi non posso fare a meno di avvicinarmi a loro, cercando di guardarli in profondità. Come se mi trovassi a guardare un teatrino che è porzione di un mondo ed al tempo stesso il cosmo tutto.

FS Questa questione della povertà a cui accenni, del non offrire risposte per invece ottenerne, il tuo citare Giotto, la fede a la


ragione, mi permette di risponderti chiamando in causa Mies van der Rohe e la sua celebre asserzione nella quale specifica che il meno è il più, ritrovando un certo desiderio di minimalismo nelle tue sculture o, meglio, di ermetismo… E questo gioco dei due significati opposti, delle due parole contrarie che convivono armoniosamente in una stessa frase, che si potenziano l’una con l’altra e l’una nell’altra, lo sento anche nel titolo di un libro di Tiziano Terzani: La fine è il mio inizio. Libro che hai impiegato in quanto oggetto per la realizzazione di una scultura, libro, con tutti i suoi contenuti manifesti e latenti, che si trova ad affiorare e simultaneamente ad affondare nella cera, retto da una base essa stessa opera. A parte questa suggestione letteraria evidente, visto anche che guardando queste tue sculture sono portato ad intenderle come scene, vorrei sapere se ci sono dei registi ai quali ti senti particolarmente legato o nei confronti dei quali senti di avere dei debiti? AM Amo molto il cinema, in particolare il cinema muto… e qui ritorniamo di nuovo al discorso del silenzio. L’avvento del sonoro è stato, per certi versi, una conquista ma per certi altri versi ha molto penalizzato questa forma di espressione e di arte. Buster Keaton, per esempio, non è mai riuscito ad accettarlo il sonoro. Un altro autore che amo molto

è Charlie Chaplin. Questi due personaggi mi hanno permesso di cogliere e capire l’importanza del silenzio, indicandomi, per assurdo, come potersi esprimere senza parlare. Keaton era un prestigiatore, con il corpo faceva tutto; attraverso il corpo sapeva trasmettere ogni sensazione e sentimento… FS L’aggiunta di un ingrediente, il sonoro, ha portato il cinema ad essere quella cosa che conosciamo oggi. E queste tue riflessioni non possono che farmi pensare a quanto questa forma di espressione sia contaminata ed inflazionata e a come, forse, in passato, con molto meno si otteneva e si dava di più… AM Le massime espressioni del cinema si sono avute sino agli anni Trenta, sopra tutto a livello di costruzione. La rudimentalità dei mezzi ti portava a doverti avvicinare al soggetto fisicamente, con la telecamera, per rendere quello che oggi un comune zoom permette di ottenere. Con quel poco che si aveva a disposizione si creava l’inimmaginabile. Nel 1921 Keaton riesce a comparire in una stessa scena nove volte su un palco, senza l’uso di tecnologie particolarmente avanzate, ma avendo la capacità e la genialità di dare forma ad una idea. FS Il cinema oggi ha raggiunto dei livelli altissimi, nella forma, nel coinvolgimento e nell’eccitazione del pubblico. Ma, come la fotografia,


AM Con photoshop oggi si modifica tutto, e le realtà che ci propongono sono più che mai falsate ed irreali, inaccettabili. L’artificio non fa parte di me e in nessun modo cerco la verosimiglianza. Cerco di domare i materiali e di farli splendere sino ad esaltare al massimo le loro potenzialità. Come dicevo, il cinema che amo è quello in bianco e nero. Lo stesso vale per le letture che favorisco, asciutte, capaci di offrire molteplici suggestioni e metodi per stupirci, senza essere in nessun modo barocche o televisive… FS Tutti i lavori che mi hai mostrato sono molto suggestivi ed intensi, senza mai, però, essere appariscenti. Non a caso, spesso, scegli di lavorare rifiutando le grandi dimensioni in favore di condizioni micro che, proprio per questa loro condizione, risultano molto intime, riflessive e, di nuovo, misteriose… AM Mi piace il piccolo, il ridotto ed il minimo. Amo le formiche… ed amando le formiche so bene che in un microcosmo risiede un immenso mondo tutto da scoprire, da svelare e da immaginare. L’attenzione e la voglia di cercare ti porta a prestare attenzione a cose, forme ed accadimenti alle volte non percepibili. La piccola dimensione mi permette di non aggredire l’avventore, suggerendo

un approccio che non prevede soggezione di alcun tipo, invitando, comunque, all’accesso. Anche là dove non c’è niente. Là dove viene accennato un luogo, un’ombra appena, o un attimo di spazio dove sprofondare…

intervista

è una delle modalità di espressione più contaminata, ingannevole e meno pura.



agape


Jehi or acciaio, acciaio inox . 2010 23 x 23 x 20 cm



Secondo Poema acciaio, acciaio inox . 2010 23 x 23 x 20 cm



Dietro acciaio, acciaio inox . 2010 23 x 23 x 20 cm



Ez acciaio, acciaio inox . 2010 23 x 23 x 20 cm



Amen acciaio, acciaio inox . 2010 23 x 23 x 20 cm



Shamaim acciaio, acciaio inox e argento . 2010 23 x 23 x 20 cm



Orizzonte acciaio . 2009 22 x 22 x 4,5 cm



Passaggio acciaio e oro , 2009 22 x 22 x 4,5 cm



Suoni acciaio e oro . 2009 22 x 22 x 4,5 cm



Vocazione acciaio . 2009 40 x 35,5 x 2 cm



Kronos olio e inchiostro su carta . 2010 82 x 28 cm



Ego pennarello su carta . 2010 89 x 29 cm



Oge pennarello su carta . 2010 154 x 33 cm



Dentro cera e legno . 2008 40 x 40 x 5,5 cm



Nero cera e legno . 2008 93 x 93 x 8,5 cm


Traccia cera . 2008 63 x 63 x 8 cm


Ricerca acciaio, acciaio inox, ottone dorato e oro . 2005 109 x 26 x 26 cm


Domus interior acciaio e marmo statuario . 2008 117 x 25 x 25 cm


Casa pietra del Furlo e graffite . 2009 25 x 16 x 15 cm


Via Cavour pietra serena e graffite . 2008 25 x 16 x 15 cm


Mimesi acciaio inox e bronzo . 2007 37,5 x 34,5 x 6 cm


Block acciaio e ottone . 2007 25 x 19 x 10 cm


Alberto Mariani Pesaro, 1973

Alberto Mariani nasce a Pesaro nel 1973. Nell’anno 1991 frequenta il corso T.A.M. a Pietrarubbia (PU), diretto da Arnaldo Pomodoro. Nell’anno seguente si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte F. Mengaroni di Pesaro, sezione metalli. Per due anni frequenta l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Nell’anno 1994-‘95 studia all’Università di Belle Arti di Siviglia come borsista. Rientrato in Italia, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara (anni 1995-’96 e 1997-‘98), dove si diploma con 110 e lode, con l’interruzione nell’anno accademico ‘96-‘97 quando, vincitore assegnatario di borsa di studio, si trasferisce all’Università di Belle Arti di Atene. Negli anni scolastici dal 2000 al 2002 insegna Progettazione all’Istituto Statale d’Arte di Cagli (PU). Nel 2006 una sua opera viene selezionata per partecipare al prestigioso “Premio Internazionale per giovani scultori” alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano. Tra il 2006 e il 2007 vive e lavora a New York. Nel 2009 è tra i vincitori dell’importante “Premio Giovani 2009” all’Accademia Nazionale di San Luca.


Collettive

Personali

2009 “Beyond the landscape”, Galleria Monja Ercoli, Fermo (FM)

2010 “Agape”, Maab - Studio d’Arte, Padova

“Segnare e disegnare”, vincitore Premio Giovani 2009 Accademia nazionale di San Luca, Roma Simposio internazionale sul marmo Alania, Ossezia del Nord, Russia Simposio internazionale, Saint Michel, Austria Simposio internazionale, Gabelhofen, Austria 2008 Work shop: Facoltà di belle arti in Egitto, Minia Simposio sulla ceramica, Nagykanizsa, Ungheria Simposio di scultura sul legno, Terza edizione, Besenova, Slovacchia “Arrivi e partenze, Italia”, Mole Vanvitelliana, Ancona 2007 Simposio di scultura sul legno Prima edizione, Liptoshi Michulasch, Slovacchia Secondo Simposio di scultura sul legno, Bratislava, Slovacchia Concorso Saturarte, opera premiata “premio della critica”, Palazzo Stella, Genova 2006 “BocArt”, Prima edizione, Boca, Rep. Ceca “Ambient Exterior”, Primo Simposio di scultura sul legno, Bratislava, Slovacchia “Arte/Scienza di Pace”, Liceo Scientifico Statale “Ettore Majorana”, Roma “Premio internazionale per giovani scultori”, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano 2005 “Marche Campo Giovani - da un giorno all’altro”, Rocca Malatestiana, Fano (PU) “A Bienal da Pedra” , terza edizione - Alpalhào, Alentejo, Portogallo 2004 “The Milano International MODERN ART SHOW”, seconda edizione, Palazzo per le Belle Arti ed Esposizione della Permamente, Milano

biografia mostre

Mostre

2009 “EX_FINE”, Galleria Monja Ercoli, Fermo (FM) “Nel volto dell’altro”, installazione, Galleria MIES, Modena

2008 “Piùomeno”, Galleria Portfolio, Senigallia (AN) 2007 “Macro in Micro”, Galleria MIES, Modena

2006 “Ecce Homo”, Castello di Pietrarubbia, Pesaro


maab studio d’arte Riviera San Benedetto, 15 35139 Padova . Italy


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