Change- Chance Mostra Eventualista

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CHANgE CHANcE

ROBERTA MITI



Change/Chance - Mostra Eventualista Roberta Miti


“ Eventi sono tutto ciò su cui non c’è accordo percettivo, interpretativo e valutativo. L’evento non si ripete mai allo stesso modo e non è prevedibile. La realtà stessa è un macro evento. L’evento è vissuto soggettivamente come perdita di realtà, interruzione del tempo, crisi d’identità, situazione d’emergenza, una sfera oniroide. La storia degli eventi, è la storia stessa, ma essa può essere scritta solo a posteriori, quando l’evento è sufficientemente saturato, ovvero interpretato in modo sufficientemente simili e compatibili. “

Sergio Lombardo, in “Rivista di Psicologia dell’Arte”, N.S., XXIII, 13, 2002 Teoria dell’arte e della creatività dell’evento


IL PROGETTO

“Change/Chance”

è un progetto espositivo/artistico di Roberta Miti, basato sul concetto di arte eventualista, coniato da Sergio Lombardo negli anni ‘70, dove l’ evento è tutto ciò su cui non c’è accordo percettivo, interpretativo e valutativo. L’evento è imprevedibile, non si ripete mai allo stesso modo, e si mantiene aperto a diversi livelli interpretativi. La mostra si svolge in un contesto virtuale: il profilo personale dell’artista, dove vengono esposti alcuni dipinti non figurativi di Miti, realizzati in maniera casuale, senza intenzionalità, usando tecniche come: lo scarabocchio, il colore colato, gli spruzzi, dipingendo ad occhi chiusi, e così via. L’intento è di evidenziare la relazione tra l’opera e i commenti del pubblico. Al profilo si accede facilmente, usando l’hashtag

#ChangeChance, per fruire le opere presentate e interagire con esse attraverso il commento del pubblico, spesso un breve testo scritto, quale contributo interpretativo a una possibile lettura del dipinto. Nel corso del tempo, la pagina verrà continuamente aggiornata dalle nuove suggestioni del pubblico, che verranno successivamente raccolte dall’ artista, per poi arrivare alla definizione di un titolo definitivo per l’opera. Solitamente il dipinto prende il nome della parola più ricorrente, oppure è legato alla dimensione emotiva dell’artista. Attraverso una sorta di gioco interattivo, il pubblico coinvolto, attua una trasposizione di senso, dove immagini astratte assumono significati inaspettati, creando una realtà altra, o estremizzano la realtà vissuta, come volerla esorcizzare


IL PRINCIPIO

L

o spunto per il progetto, nasce da una performance pittorica, realizzata nell’ambito di uno spettacolo “Quelli che... l’estate in città con Talent Discount”, condotto da Paolo Veronica e Roberto Malandrino dal 9 luglio del 2013 a Villa delle Rose, Bologna, creato in risposta alla crisi economica che si stava affrontando. La performance (realizzata per due serate), si svolse coinvolgendo il pubblico, invitando sul palco chi voleva partecipare, per disegnare con un pennello pochi tratti. Miti, poi, partendo dai pochi tratti, li trasfomava, in veri e propri dipinti. Affascinata dai risultati e dalla modalità realizzativa,, dopo delle ricerche nel campo artistico, Roberta, prende spunto dalla segregazione causata dalla pandemia del Covid19, iniziata a marzo 2020, per cominciare a realizzare il progetto espositivo e artistico. Revolution 2013 - Acrilico su cartone Particolare del pannello centrale del trittico, realizzato nella performance durante lo spettacolo spettacolo “Quelli che... l’estate in città Villa delle Rose

Il particolare periodo che si sta vivendo, porta con sé cambiamenti radicali, ma che possono essere opportunità significative, se si riesce a cambiare il proprio punto di vista abituale, ed è questo il motivo del nome della mostra “Change/Chance”, ovvero cambiamento e opportunità.


LE TECNICHE

A

ll’inizio del percorso, I dipinti venivano realizzati partendo dai segni realizzati da terze persone, trasformandoli in forme diverse, utilizzando I colori acrilici in modalità classica, pur senza porre la razionalità interpretativa nella loro realizzazione. Approfondendo la tematica della casualità, nella produzione artistica, e la relazione con l’altro, che diventa interprete non più attore, la tecnica va a spostarsi verso l’acquerello, e successivamente, verso l’acrilico acquerellato. L’ evoluzione dei colori, da acrilici ad acquerelli, partendo da colori definiti, decisi e modulati, fino all’espansione e diffusione e indeterminatezza del colore, e dello stesso tratto, fa identificare il colore come mezzo di comunicazione, dalla limitazione del pensiero al fluire della casualità. Anche il tratto si è evoluto: all’inizio più definito, e, successivamente, più astratto. Nella fase di maggiore astrazione, si è usata la pittura cieca, su di un supporto, che a sua volta diventa matrice, e il colore rimasto fresco, viene “stampato” su di un altro supporto, creando così, ex-novo, un altro elaborato, con la totale assenza dall’ intervento manuale.

RISULTATO

I

l pubblico in queste due fasi, ha cambiato atteggiamento, sentendosi maggiormente coinvolto ed espressivo nella prima parte, e rimanendo più sconcertato e confuso nella seconda parte. Il colori, più che le forme, in “Colori come Stimoli” (prima parte), hanno influito sulle reazioni, più positive e ottimistiche, con colori tipo il verde, il blu e il giallo, più negative e legate alla pandemia, con colori come il rosso, il nero, viola. Il blu è stato sempre identificato con il bene, la guarigione, il verde e il giallo, con la natura e la voglia di libertà. Il rosso, è stato sempre ricondotto al sangue, virus, il diavolo, il male, assieme al nero, anche se in modo meno impattante del rosso. Nella sezione “Segno Riflesso” (seconda parte), realizzata attraverso le matrici, la non forma ha preso il sopravvento, creando confusione e difficoltà nel lasciar andare la fantasia. Il colore ha influito in modo minore, e il risultato ha creato interpretazioni molto discordanti, come se la mancanza di riferimenti, di forme più definite, inibisse la spontaneità e il gioco. Le frasi abbinate, son delle espressioni poetiche, nate dalla commistione delle immagini con i commenti.



Le Opere Colori come stimoli


CommentI “Uno Struzzo” “Rappresentazione del covid-19: il blu sono tutti quelli che stanno cercando di contenere/ combattere il virus, che è il rosso, ma per ora ha la meglio. Perché #andratuttobene” “Conciliabolo di meduse”

“Congiunzioni astrali, Congiunture umane, Spiritualmente disgiunti”

“Congiunzioni Astrali“ Acquerello Su Carta - 11/3



Commenti “Sale dell’himalaya” “Nell’immagine 1 ci vedo la speranza (nella luce bianca che sale sulla sinistra). Nella 2, ci vedo il ciclo femminile della vita” “ Granita all’anguria” “ Anguria o sangue sullo scottex...” “Nell’immagine uno, la prima, un cane a sinistra e una parvenza di orso a destra. In quella dove dici che si vede meglio, solo il sale dell’ himalaya o, in alternativa, una radiografia ai polmoni di qualcuno che sta benino!”

“Fiori, anime, danzano, radiografati dal presente, sanguinanti nel passato”

“ Rx di un torace...”

“Anime - Sfuggenti - Giocose - Danzano” Acrilico su carta - 17/3



CommentI “Vedo dei pesci che nuotano in un torrente” “Un’araba fenice” “Fondale marino con posidonia” “Occhi verdi “ “Vedo delle pinne... Tipo quelle della coda di una sirena “ “Espressionista” “Un cavallo che corre, per l’esattezza un pistrice”

“Vento fresco, primaverile, sentire passare il tempo, correre tra i prati”

“Un cavallo che corre nella foresta”

“Colibrì - Ventosa giornata di primavera” Acquerello su carta - 24/3



Commenti “Un cucciolo di dinosauro (2 v)/ dinosauro (5 v) /trinceratopo” “Un gatto!(5 volte)/Un micio che fa le fusa, che sistiracchia (2 v))/testa in giù” “Una scimmia che guarda dietro di sé” “ Cane(4 v)/ Un barboncino! Che guarda indietro!/ altezzoso/ osserva il prato/ abbaia” “Una donna che si tuffa in piscina...” “La mappa dei continenti (5 volte)/ I continenti fatti di mimose” “Una donna incinta, sdraiata” “ Homer Simpson, che sta pensando #tutto andrà bene”

“Un cane, passeggia con il vento, il mondo che si sveglia”

“ Una foca/ un cucciolo” “Una giraffa che si allunga e piega la testa in basso a destra” “Un serpentone che esce dall’acqua e va sul prato... Un polpo” “L’aria si sta pulendo dallo smog con il coronavirus” “A destra una tartaruga(2 volte) a sinistra una pecora” “Un uomo inginocchiato che che bacia la terra .... #positività” “Un agnellino/ Una pecora che guarda indietro” “Un paesaggio con mare visto dall’alto”

“Passeggiata - Un cagnolino che si gode l’aria” Acquerello su carta - 20/3



CommentI ”Quello che resta dell’Australia in fiamme Il contorno sono alberi...” “ Ametista “ “Batterio al microscopio” “ Lilla” “Un’isola con due vulcani vista dal cielo!” “Un bosco con al centro un lago, visto all’imbrunire”

“Città annientata, preziosa, mascherata, come un’isola, perduta”

“Occhi di marziano” “Una maschera gothic di carnevale” “Una mascherina pop” “Maschera di carnevale (2)”

“La città perduta” Acquerello su carta - 5/4




Le Opere Segno Riflesso


CommentI “Nel primo colorato di rosso, vedo il diavolo dietro le sbarre nel secondo vedo un animale, che potrebbe essere il bianconiglio che tiene per la collottola in piccolissimo uomo leggermente rannicchiato.” “In quello di sinistra mi sembra di vedere molti volti inquietanti” “Io vedo solo nel primo: due teschi, uno rosso in alto e uno bianco sotto, poi un omino nero di profilo a figura intera in alto a destra e in basso sempre a destra un piccolo pipistrello.”

“Esplodono certezze, lasciando macerie”

“Un teschio in quello di sinistra, una foresta in quello di destra.” “Nella prima immagine vedo un’esplosione e nella seconda cosa resta di essa”

“Esplosione” Acrilico su carta (matrice e “stampa”) - 15/4



Commenti “Io ci vedo un orso” “Ci vedo una tartaruga marina...” “Un muso di maiale” “Un fantasma, davanti e dietro” “Volto di giovane donna con velo”

“Come una tartaruga, mi sento a casa, solo dentro di me”

“Tartaruga” Acrilico su carta - (matrice e “stampa”) 21/4



CommentI “Nella seconda immagine, vedo una leggera pioggia in una foresta che poi si è trasformata in tempesta” “Un muro di arbusti/foglie, tipo separazione tra giardini, nella prima immagine” “Nel risultato ho visto una sorta di fondale marino un po’ inquinato. Nella matrice (quello oscuro) l’ho visto inquinatissimo”

“Nella foresta buia, inquinata, tempestosa, mi arrendo delusa”

“Foresta” Acrilico su carta - (matrice e “stampa”) 17/5



« La difficoltà dell‘arte sta anche nel fatto che in genere gli artisti si sforzano di esprimere esperienze interiori straordinarie , si sforzano di vivere emozioni speciali , sperperando nello sforzo tutta la loro esteticità inconapevole e confondendola in un groviglio caotico di emozioni manierate . Un compito insignificante e ripetitivo potrebbe invece mostrarsi più adatto a misurare le variabili inconsapevoli che intervengono nell‘ esecuzione.» Sergio Lombardo 1979


Riferimenti storici

ARTE EVENTUALISTA

Tratto da “Psicologia dell’Evento - Storia Eventualista 1977-2005“

L’

arte Eventualista, nasce da persone che hanno competenze diverse che si sono ritrovate con Sergio Lombardo, artista dell’avanguardia degli anni 60, psicologo e psicanalista, nel condividere una ricerca sulle possibilità dell’evento creativo, portata avanti da 25 anni a questa parte. Gli eventualisti non descrivono solo interdisciplinariamente gli eventi, che hanno già trasformato profondamente la realtà, le conoscenze, ma anche i metodi e le tecniche della psicologia dell’arte, come pure della matematica e della stereografia, concorrono per progettare nuove ipotesi di evento. Perché la possibilità dell’evento si renda sperimentabile e conoscibile, gli eventualisti progettano delle situazioni, che non trasmettono uno o più irriproduc-

ibili reazioni: richiedono un impegno che coinvolge tutte le facoltà consce dell’ inconscio, per dare un senso allo stimolo o fare i conti con la situazione-problema. Il valore dell’eventualità dello stimolo, dipenderà, poi, dal rapporto realizzato dalle persone con esso, che si valuta senza applicare categorie diagnostiche mediche o sociologiche, ma in base alla dispersione dei contenuti e dei comportamenti,: quanto più risultano differenziate tra loro, tanto più si è verificato l’evento, mentre in caso contrario, lo stimolo ha provocato un comportamento conformista, o una evitamento della partecipazione reale, e dunque deve essere scartato. In questa ricerca dell’evento, viene identificato un possibile valore autonomo dell’arte, diverso da quello storicamente assegnato come privilegio creativo dell’individuo artista.


Riferimenti Artistici

ANNA HOMBERG

GLI ALEATOPI. SULLA VISUALIZZAZIONE DI ALCUNI CONTENUTI MENTALI Tratto da la “ Rivista di Psicologia dell‘Arte” - Anno V, nn. 8/9 (giugno-dicembre 1 983), pagg. 158 Annelore Homberg - Assieme a Lombardo e Pietroiusti, nel 1977/79, è cofondatrice della galleria romana Centro Studi Jartrakor e della Rivista di Psicologia dell’arte. Dagli anni ‘70 fino al 1985 si è occupata di diverse sperimentazioni artistiche a sfondo psicologico. Psichiatra e psicoterapeuta, PhD in Scienze delle Relazioni Umane, ha lavorato a lungo nei servizi psichiatrici pubblici italiani. Dal 1989 svolge attività privata. Ha insegnato all’Università degli Studi di Foggia e all’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara . Annelore Homberg è cofondatrice della rivista di psichiatria e psicoterapia “Il sogno della farfalla”. Ha pubblicato numerosi studi nel campo della psicopatologia, della psichiatria psicodinamica e della storia della psichiatria.

Anna Homberg Buono - 1984

Anna Homberg Cattivo - 1984

I

n un ciclo di lavori del 1984 intitolati «aleatopi», Anna Homberg, aveva chiesto ad un certo numero di persone di eseguire un ritratto del loro attuale «stato d’animo». Questo ritratto veniva eseguito su un foglio quadrato e doveva essere rigorosamente astratto,. Non vi dovevano essere semplici linee, tutto era da esprimere tramite forme di un unico colore. Ogni coppia di partecipanti produceva così quattro disegni astratti che sono stati poi confrontati per mezzo di sovrapposizioni di vario tipo. Ad un esame più attento auto- ed eterodescrizione differivano in un modo che non sembrava dovuto unicamente al caso. Le scelte di forma e colore apparivano dettate da una logica di significato, da una specie di linguaggio le cui caratteristiche e regolarità erano tuttavia poco chiare. Una seconda sperimentazione proponeva temi dalle connotazioni più ristrette.

I partecipanti disegnavano, sempre come forme astratte monocolori, «Se stesso», «la persona più simpatica tra i presenti» e la «persona più antipatica». Sovrapponendo i due disegni di ogni partecipante che si riferiscono alla stessa tipologia di persona, si vedeva che i «simpatici» ad esempio, venivano rappresentati con forme grandi e dai colori puri mentre «gli antipatici» inducevano figure piccole e spigolose. Con questi due disegni ogni partecipante aveva tracciato una sua personale «scala di simpatia» della quale di solito il personaggio «più simpatico» e «il piu antipatico» costituiscono i poli opposti. Il terzo tema, l’autoritratto, si collocava, ora più vicino al polo «simpatico» ora a quello «antipatico». In base a questi due esperimenti preliminari sembrava interessante indagare con maggiore sistematicità il rapporto tra un concetto e la sua «traduzione» in forma e colore.


Riferimenti Artistici

GIOVANNI DI STEFANO ESPERIMENTI DI PITTURA CIECA Tratto dal suo sito: http://www.giovannidistefano.ch/pittura-cieca/

Giovanni Di Stefano Esperimenti di Pittura cieca, Galleria Jatrakor, Roma Dicembre 1982 – 26 Gennaio 1983

“G

li Esperimenti di Pittura Cieca nascono nel 1982, allora le correnti artistiche più accreditate erano figurative: il “neo-espressionismo“ e la cosiddetta “pittura colta“; io ero studente all‘Accademia delle Belle Arti di Roma, ma non mi riconoscevo in un‘arte carica artificialmente di contenuti emozionali. Leggendo la Rivista di Psicologia dell‘Arte, rimasi affascinato da un articolo in cui Sergio Lombardo, parlando dei suoi monocromi degli anni ‘60, rilevava l‘esteticità e l‘inevitabilità dell‘errore all‘interno di un compito tutt‘altro che lirico . Nei primi lavori di Pittura Cieca mi proponevo, lavorando ad occhi bendati, di annerire completamente l‘intera superficie del quadro in un tempo dato, superfice che era delimitata dal telaio posto sopra la parte anteriore della tela. Il compito era volutamente inespressivo, prevedendo anticipatamente addirittura il

tempo di esecuzione dell‘opera. Le deviazioni dal compito (spazi non campiti, ma anche ipercoperti) sono espressioni involontarie e derivano non solo dallo stato di deprivazione sensoriale, ma soprattutto da fattori psichici ed emozionali; questo è risultato ancora più evidente quando successivamente ho affidato ad altri la realizzazione dell‘esperimento. Le persone coinvolte erano state contattate casualmente, e per me le loro esecuzioni sono solo un esempio tra tutte quelle possibili. Nel mio lavoro però, alla riduzione degli elementi linguistici, si aggiunge l‘impossibilità, dovuta alla deprivazione sensoriale, di avere piena coscienza del proprio agire durante la realizzazione dell‘opera. L‘esecuzione non è vista però come evento magico ispirato da forze occulte; a priori viene stabilito un compito esecutivo ben preciso, adatto a misurare le deviazioni spontanee, non prevedibili e irripetibili. “


CHANgE CHANcE

ROBERTA MITI


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