RICHIAMI DEL MITO - CATALOGO - 2016 Palermo

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Stefano Lo Cicero

RICHIAMI DEL MITO Metalli - Marmi


Biografia

Autoritratto Pensoso scruti, col tuo sguardo stanco le stesse cose che ci danno vita ed una smorfia strana d’amarezza vela un rimpianto d’insoddisfatto riso. Ma tu non soffri palpiti mortali né avverti lagnanza alcuna: ricusi la mia mano con parole che il tuo linguaggio non saprebbe dire. Pure, tu vivi e quando ormai la carta s’incresperà a deturparti il viso, anche consunto, di me conserverai un ricordo, vantandone fierezza. Ora ti comprendo con eguale forza e rido stranamente d’amarezza. Presto il distacco ti darà parola e nell’oblio, ne sentirò la voce. Ma giacerò contento al tuo richiamo ritrovandomi pensoso a rispecchiare, nel languore del tuo sguardo stanco. 1976

Stefano Lo Cicero nasce nel 1934 a Palermo, dove attualmente vive ed opera. Sin da giovanissimo il concetto dell’arte lo possiede in assoluto. La sua spiccata versatilità lo induce a realizzare le sue prime esperienze pittoriche e poetiche che lo accompagneranno in tutto l’arco della sua ricerca evolutiva da autodidatta. Attento ad assimilare i concetti dell’arte contemporanea, Lo Cicero ha plasmato il suo iter inesauribile dalla spiccata personalità creativa. Abbiamo così un Lo Cicero sempre impegnato alla ricerca di nuove tecniche con un bagaglio culturale acquisito in importanti centri d’arte italiani e stranieri. Scopriamo ancora un Lo Cicero scultore che riversa nella materia tutto il suo ardore come a saziarsi di un desiderio mai sopito e ancora inappagato che diviene caparbietà nel suo procedere. Come in preda ad un raptus ossessivo, esperimenta forme, manipola, scava e plasma i materiali più disparati che rispecchiano la sua dinamicità creativa ed elabora anche dei bassorilievi monocromatici. La sua versatilità artistica che abbraccia anche il campo della poesia lo ha portato a pubblicare diverse raccolte di liriche sia in lingua che in dialetto siciliano. Ha allestito svariate mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero e ha partecipato a Premi e Rassegne d’Arte a livello nazionale e internazionale. Sue opere si trovano presso Enti pubblici e privati, nonché presso Gallerie e Musei, Case di Cultura e collezionisti sia italiani che stranieri. È stato insignito di vari riconoscimenti ed ha ricevuto numerosi premi. Di lui hanno parlato e scritto autorevoli critici e rinomati personaggi dell’ambiente culturale. Lungo il litorale dell’Addaura, a Palermo, ha il suo atelier, il Centro d’Arte “Lo Scoglio”. Lilli Rizzo Del Bosco


Stefano Lo Cicero

RICHIAMI DEL MITO Metalli - Marmi A cura di Lilli Rizzo Del Bosco


RICHIAMI DEL MITO Stefano Lo Cicero. Metalli - Marmi Spazio Contemporaneo Agorà Palermo, 2 aprile 2016 A cura di Lilli Rizzo Del Bosco

Città di Palermo Assessorato all Cultura

Comitato organizzativo Salvo Ferlito Piero Longo Lilli Rizzo Del Bosco Allestimento espositivo Stefania Giacchino Lilli Rizzo Del Bosco Testi critici Salvo Ferlito Piero Longo Fotografie Angelo Restivo Ufficio Stampa Roberta Navarra Realizzazione editoriale Officine Tipografiche Aiello & Provenzano Si ringraziano tutti gli sponsor e quanti hanno collaborato alla buona riuscita della mostra

Centro d’Arte Lo Scoglio www.stefanolocicero.it stefanolocicero@virgilio.it rizzo1008@gmail.com

In prima di copertina: Idra, 2011 - metalli fusi, h. cm 38 In ultima di copertina: L’Olimpo, 2000 - metalli fusi, h. cm 30

Centro d’Arte LO SCOGLIO di Stefano Lo Cicero




Richiami del Mito Il progetto è stato ideato da Agorà Spazio Contemporaneo, che ha messo a disposizione gli spazi espositivi e mira, in un luogo come Palermo, che si prepara a celebrare con importanti manifestazioni l’ingresso del percorso arabo-normanno nella World Heritage List dell’Unesco, a promuovere gli artisti locali che con la loro lunga esperienza sono portatori di un messaggio di bellezza e di valorizzazione di un immenso bagaglio culturale. Si tratta di un progetto pensato per la città di Palermo, quale centro culturale, che ha formato e accoglie un artista, Stefano Lo Cicero, che aldilà delle mode e dei flussi delle post-avanguardie, parla la lingua viva della scultura: inventa un ritmo, un’energia positiva che attraverso l’irregolarità e la deformazione delle figure, soprattutto femminili, realizza opere senza tempo. Nella sua opera “l’uomo moderno incontra l’uomo antico e spera di essere illuminato” - come scrive Giuseppe Cipolla in un testo critico a lui dedicato - ed ancora – “Stefano Lo Cicero del mito ha condensato i messaggi più nascosti e celati in forme simboliche colte nella materia incandescente, il metallo, e nella materia primordiale, la pietra”. Il progetto è articolato in una mostra tesa a delineare il valore artistico dell’iniziativa, a partire da una selezione della produzione di Stefano Lo Cicero realizzata negli ultimi dieci anni, che ripropone le forme del mito, prendendo spunto dalle credenze dei popoli dell’antichità. Oggetto della mostra sono sia sculture in metallo che sculture in marmo e pietra, alcune delle quali accompagnate da schizzi-studio su carta, preparatori alla loro realizzazione. Fa parte integrante del progetto la presentazione di un catalogo contenente le opere esposte accompagnate da testi critici di Pietro Longo e Salvo Ferlito. L’allestimento e il catalogo della mostra sono curati dalla direttrice della galleria “Spazio Contemporaneo Agorà”, Stefania Giacchino e dalla collaboratrice dell’artista, Lilli Rizzo Del Bosco. Scopo del progetto vuole essere la promozione, la valorizzazione e la diffusione della cultura, siciliana in particolare, attraverso attività artistiche, di studio e approfondimento, che coinvolgano la città di Palermo quale protagonista di una rinascita culturale, anche attraverso l’integrazione delle diverse etnie presenti sul suo territorio e di progetti di alto profilo artistico e scientifico. L’esposizione è rivolta, oltre che ad un pubblico di settore, all’intera comunità palermitana senza distinzione di nazionalità, caratteristica che da sempre ha fatto della città l’icona della multiculturalità e offre, in un momento in cui Palermo è meta di turisti provenienti da tutto il mondo, produzioni di qualità che sono legate alla cultura e alla storia del luogo in cui vengono realizzate e dell’artista che le ha prodotte. L’installazione artistica rappresenta il naturale proseguimento di un progetto dell’artista che, partendo dalle figure mitologiche delle produzioni precedenti, trova in questa esposizione il suo punto di origine, come a chiusura di un ideale cerchio. Palermo rappresenta infatti per lui un ideale Centro di irradiazione dell’incontro delle culture ed è per questo che attraverso le sue opere egli sintetizza la sua esperienza, la racconta e la trasmette al pubblico. Stefania Giacchino 7


Castore e Polluce, 1998 metalli fusi, h. cm 17


Le sculture minimali di Stefano Lo Cicero Ciò che più affascina in queste recenti opere di Stefano Lo Cicero, è certamente il fatto che si tratta di piccole sculture che si configurano come piccoli gioielli metallici nelle cui scabre superfici la luce si rifrange infinitamente inseguendo le circonvoluzioni di una materia che sembra respirare allo sguardo di chi tenta di carpirne il segreto. Utilizzando la sua memoria visiva e confidando anche su quella dell’osservatore, l’artista, con la sua particolare tecnica, sa infatti reinventare forme che richiamano la grande tradizione delle sculture antiche e in particolare i bronzetti che, soprattutto nell’età rinascimentale, costituirono gli oggetti d’arte più ricercati dai colti collezionisti e dai ricchi mercanti nelle cui dimore si potevano ammirare capolavori bronzei e marmorei dell’antica statuaria ma anche bronzetti e piccoli marmi che riproducevano i grandi capolavori che adornavano le sale e i giardini dei palazzi principeschi dove venivano raccolte le opere dell’età classica ritrovate per caso o rimesse in luce grazie alla loro intelligente committenza. Al di là dei richiami mitologici indicati dai titoli, le figurazioni che sembrano alludere alle opere più celebri conservate nei musei, sono oggetti d’arte contemporanea che tra astrazione e figuratività espressionistica, ci parlano della manipolazione della materia data da una miscela di metalli amalgamati per sgocciolatura che non imitano il bronzo ma si rivelano per quel che sono, cioè miscele di particelle metalliche che reagiscono differentemente alla luce e perciò cromaticamente ricchi di versicolore luminescenza. Dei e personaggi della mitologia greco-romana sono dunque solo possibili riferimenti immaginifici

Urano, 2001 metalli fusi, h. cm 21

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per coloro che, appunto, conoscono l’antica statuaria perché frequentatori di musei o storici dell’arte; ma per il pubblico dei comuni fruitori che cosa sono queste piccole presenze inquietanti che suggeriscono forme reagenti alla luce, cenni di danza e di voli, figure in movimento, mostri e apparizioni che sembrano materializzare fantastici luoghi della memoria immaginativa che solo nei sogni trova spazio per rappresentarli alla coscienza? “Solerte a trovare tutte le sollecitazioni stimolanti che la materia gli dispone - come lucidamente ha scritto Lilli Rizzo Del Bosco a proposito di queste sue sculture metalliche – Stefano, con la sua visionarietà estetizzante, fa suo tutto quanto è palpabile anche se indefinito, per edificare i suoi concetti figurali prorompenti di emotività rappresentativa e gestuale ” e proprio in questo senso, lascia che le sue gocciole di materia fusa che gli si orchestrano con dotta casualità, si raggrumino intricandosi e imponendosi nello spazio che la loro stessa materia occupa. Un lavorìo minimale, appunto, ma che nella sua casualità guidata si fa vibrante forma concettuale, espressionismo scultoreo che era forse nelle corde della sua originaria vocazione pittorica e nei suoi lavori che ultimamente si erano evoluti in cromostrutture nelle quali la pittura aveva assunto le forme tridimensionali e aveva riscoperto lo spazio del trompe-l’œil barocco. Legandosi così alle esperienze polimorfe che connotano la personalità dell’artista, queste microsculture anche tecnicamente originali perché fuori dai canoni tradizionali del bronzetto, segnano una individualità operativa che si distingue tra le sperimentazioni omologanti dell’arte contemporanea e tentano nella loro aleatoria consistenza di riproporre all’estetica del consumo quella antica del perdurare che attinge ai valori 10

Efebo, 2002 metalli fusi, h. cm 18


della classicità trasferendoli a suo modo nella sensibilità dell’estetica minimalista fondata sulla variazione di uno stesso tema secondo il tempo coscienziale della creatività. La classicità così rivissuta in senso metaforico e metamorfico e secondo l’alchimia di questo suo procedere tecnico che utilizza fusioni multiple di metalli, dal nichel al rame, al tungsteno e all’argentana, parla perciò un nuovo linguaggio di cui Stefano Lo Cicero è responsabile portatore come attestano tutte le sue poliedriche attività che dalla poesia, alla musica, dai testi prodotti come cantautore, all’uso della pietra, del marmo e dei materiali sintetici, danno della sua esperienza polimorfa una immagine poeticamente complessa. Documentata ultimamente in un video nel quale biografia e produzione artistica si fanno racconto, canto, paesaggio e affermazione di una vita dedicata all’arte e alla realizzazione di quei valori estetici che intendono superare la precarietà e la mera astrazione delle tendenze contemporanee, l’arte di Stefano Lo Cicero testimonia e commenta il nostro tempo e connota della sua cultura isolana opere che hanno saputo guardare le esperienze estetiche del Novecento per farsi voce autonoma in cerca della Bellezza. Piero Longo

Urania 1, 2004 metalli fusi, h. cm 19

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Giano bifronte, 1999 metalli fusi, h. cm 18


Come un novello aedo Grafica, pittura e scultura affiancate ed intrecciate a formare un unico – seppur variegato per tecniche e linguaggi – panorama ideativo ed espressivo. È questo, da sempre, l’incedere artistico di Stefano Lo Cicero: un percorso fatto di improvvise cesure e rinnovati scatti, in una continua ed inesausta pulsione alla ricerca e alla sperimentazione. Non pago, infatti, degli interessanti esiti pittorici raggiunti anni fa, Stefano ha intrapreso l’irta strada dello scolpire (scelta di cui questa mostra dà contezza ben ampia ed evidente), ricorrendo all’uso di svariati materiali (da quelli più classici, come i lapidei e i metallici, fino ai meno usuali, quali quelli di natura plastica e sintetica) per dare la stura ad un universo interiore popolato da immagini di natura mitica e poetica. Una sorta di ansia, dunque, una tensione ideativa poi tradotta in slanci fabrili, ha sorretto l’agire pluriennale del nostro Stefano; un carsico tumultuare di “visioni” che assumono improvvisamente forma artistica, concretandosi talora nella levigata durezza della pietra e talaltra nel magmatico solidificarsi d’un polimero o nella tagliente asprezza d’un metallo. Il mito – come si accennava – quale sconfinata fonte di ispirazione cui attingere spunti e stimoli di estrema pregnanza emozionale ed affettiva, atti ad esser poi tradotti in “forme” di corrispettivo impatto ottico e non minore penetranza intrapsichica. Non è un caso – d’altronde – che sia proprio il mito a fungere da innesco e scaturigine della progettualità artistica di Stefano Lo Cicero, e questo certamente per la rilevanza archetipica che da sempre lo contraddistingue (si pensi alla tragedia greca ed alle sue più recenti ricadute psicoanalitiche), ma soprattutto per quella specificità “antropologica” (riconducibile per

Le Grazie, Eufrosine, 2005 metalli fusi, h. cm 16

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l’appunto alle tradizioni classiche della nostra isola) che ne fa un obbligato sedimento della cultura siciliana. Diomede, Enea ed Anchise, le Moire, le Grazie, Polifemo – tanto per citare qualche opera – prendono, per così dire, corpo sotto l’articolato agire del nostro Stefano; e ciò, innanzitutto, grazie al disegno – col suo linearismo al contempo lene ed avvolgente – che consente di affinare l’idea di fondo, dandole una prima concretezza visuale; e successivamente col diretto confronto con la materia bruta – lapidea o metallica –, da scolpire o gittare nel risoluto tentativo di pervenire ad una forma visivamente più compiuta. Se il botticino, la pietra lavica o quella di silicio – tutti materiali prediletti da Lo Cicero – conducono ad esiti più classicamente figurali, con teste e volti che affiorano come emergendo e svincolandosi a fatica dall’involucro petroso, il metallo – viceversa – dà luogo a conseguenze più ineffabili e informali, conducendo – nelle sue magmatiche gittate – ad andamenti spaziali aguzzi e frastagliati, ove la figuratività si riduce a ben pochi accenni od allusioni. Ed è proprio in queste opere lessicalmente più irrisolte che la forza primordiale del mito pare giungere alla sua più intensa espressione, rimarcando quell’alone di mistero insondabile che – ab origine – lo sostanzia e circonfonde. Un arcano che Stefano Lo Cicero riesce a evocare al contempo con forza e con lirismo, in un empito carico di pathos trattenuto a fatica nei perimetri d’uno stile certo e definito. Come un novello aedo, procedendo per imagenes ineffabili, l’artista palermitano si fa così cantore d’un melos “franto” e “sincopato”, ma per ciò stesso capace di adeguare suggestioni arcaiche ed ancestrali al disincantato sentire della contemporaneità. Salvo Ferlito 14

Le Grazie, Aglaia, 2005 metalli fusi, h. cm 16


CATALOGO

METALLI


Mito della nascita del primo uomo, 2012 metalli fusi e marmo composto, h. cm 43

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Ascanio, 1994 metalli fusi, h. cm 15

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Circe, 2008 metalli fusi, h. cm 18

18


Le Moire, Lachesi, 2002 metalli fusi, h. cm 14

19


Creusa, 1999 metalli fusi, h. cm 22

20


Le Moire, Cloto, 2002 metalli fusi, h. cm 15

21


Pan, 2004 metalli fusi, h. cm 9

22


Baccante, 2009 metalli fusi, h. cm 13

23


Chimera, 2004 metalli fusi, h. cm 10

24


Enea e Anchise, 1997 metalli fusi, h. cm 22

25


Zeus, 1998 metalli fusi, h. cm 28

26


Eco e Narciso, 2002 metalli fusi, h. cm 16

27


Le Moire, Atropo, 2002 metalli fusi, h. cm 14

28


Le Grazie, Talia, 2005 metalli fusi, h. cm 16

29


Prometeo, 2008 metalli fusi, h. cm 9

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Atlante, 2004 metalli fusi, h. cm 13

31


Sirena, 2008 metalli fusi, h. cm 18

32


Arianna, 2005 metalli fusi, h. cm 20

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Studio preparatorio

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Diana, 1999 pietra marmorizzata, h. cm 30


CATALOGO

MARMI


Mito della nascita della prima donna, 2013 marmo composto e pietra patinata, h. cm 43

36


Nereidi, 2007 pietra lavica, h. cm 60

37


Minerva, 1991 pietra marmorizzata, h. cm 40

38


Le Pleiadi, 2005 pietra calcarea patinata, h. cm 40

39


Le Moire, 1989 pietra di silicio, h. cm 50

40


Hera, 1998 pietra calcarea patinata, h. cm 36

41


Polifemo, 2010 pietra di Billiemi, h. cm 30

42


Aci e Galatea, 1998 pietra calcarea patinata, h. cm 36

43


Hecate, 2000 pietra patinata, h. cm 50

44


Afrodite, 2011 pietra di Comiso, h. cm 45

45


Rea Silvia, 1999 marmo composto, h. cm 43

46


Giunone, 2003 marmo botticino, h. cm 60

47


Pizia, l’oracolo di DelďŹ , 2002 pietra patinata, h. cm 30

48


La SďŹ nge, 2015 pietra di silicio patinata, h. cm 45

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Alcune mostre

Hanno scritto di lui

- Morfologie del mito Museo Archeologico “Pietro Griffo” Agrigento - 2014 - Percorsi Materici Galleria Arte Gioia Milano - 2010 - Fusioni d’Immagini Sassetti Cultura Milano - 2010 - Morfocromie - Loft Arti Visive Palermo - 2009 - Percorsi Figurali S. Croce Camerina (RG) - 2008 - Mistero e Suggestione Terrasini (PA) - 2006 - Armonie di forme e cromie Ragusa - 2006 - Antologica Rapsodie dell’anima Palazzo Branciforte Palermo - 2005 - Galerie “Art und Harmonie” Frankfurt (D) - 1998 - Galleria “Sistina” Arezzo - 1997 - Biblioteca Comunale - Partinico (PA) - 1997 - Galerie “Eigen Art” München (D) - 1996 - Galleria “Il Girasole” Genova - 1995 - Galleria “Nuovo Vertice” - Brescia -1993 - Galleria “Mond’arte” Livorno - 1992 - Galerie “Kaufmann”- Düsseldorf (D) - 1992 - Bibliothèque Municipale - Nantes (F) - 1989 - Galerie “Salammbo” Paris (FR) - 1988 - Galerie “Bernard Felli” - Nizza (F) - 1986 - Galerie “Berri-St.Honoré” - Paris (F) - 1983 - Chambre de Commerce Italienne de Paris - 1982 - Galerie “Karstad” - Köln (D) - 1980 - “Jean Michel Lédoux” La Rochelle (F) - 1980 - Galerie “Agora” Köln (D) - 1979 - Galleria “Bar Centrale” - Viterbo - 1979 - “Art Galery Landing Place” - New York (USA) - 1979 - Galleria “M.A.T.E.P.” - Torino - 1978 - Centro d’Arte “L’Officina” - Agrigento - 1976 - Bibliothèque Municipale - Saumur (F) - 1976 - Galleria “La Ghibellina” Firenze - 1974 - Galleria d’Arte Moderna “Alba” - Ferrara - 1974 - “Centro Ricerche Estetiche” - Catania - 1973 - Galleria “La Tela” - Palermo - 1970 - Circolo artistico Villa Whitaker - Palermo - 1966

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